| | | OFFLINE | | Post: 1.126 | Giudice***** | |
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18/11/2018 17:27 | |
PRIMA CLASSIFICATA:
Affrontare l’Odio di LITA_EFP
♦ Grammatica e stile: 10/10
La grammatica è perfetta, non ho nulla da aggiungere – e infatti su questo parametro non mi soffermo; e sullo stile non ho davvero parole. Una cosa che ho sempre amato è come un autore, professionista o meno, riesca a trasportarmi con la forza delle parole nel contesto che racconta, che mi faccia entrare nel suo mondo e mi tenga legata lì fino a quando vuole lui; e tu, cara Lita, ci sei riuscita alla perfezione in ogni scena, dalle lacrime fino alla visione del mondo dalla Rocca.
Ogni parola è ben congeniata, non stona né risulta un semplice riempitivo: hai preferito essere essenziale ma andare dritta al punto, completa e incisiva come una stilettata, e di questo ti ringrazio davvero perché ogni frase è scivolata con grazia e profondità, circondandomi con l’ombra tormentata e fredda di Aster e portandomi direttamente da lui.
♦ IC/Caratterizzazione personaggio: 10/10
Fatti dire che questa storia ha, tra i tanti pregi, di essere ben studiata ed equilibrata in ogni suo aspetto; ergo, ho amato davvero tanto la caratterizzazione di Reis e Aster, che ora vado a commentare.
Entrambi sono personaggi forti e particolari nell’opera originale: partendo da Reis, ecco… lei mi ha sempre angosciato un poco per essere stata la causa degli incubi di Nihal e per quell’odio – qua non semplicemente accennato, ma proprio sentito – che fino alla fine le rode il cuore e l’anima, e anche qui mi ha dato qualche brivido; della bella gnoma risulta bene, quindi, la fiera rabbia e il disprezzo che la menzogna di suo padre ha fatto nascere in lei, qualcosa che determinerà verso il peggio i pensieri già chiari di Aster, e che porterà altro dolore.
La loro storia a due è avvincente, anche se fortissima: e più di una volta mi sono chiesta se Reis non sia anche lei da considerare cattiva, per non aver creduto al suo di cuore ma alle parole di un altro, per non aver ascoltato, perdonato e, invece di abbandonare, essere rimasta vicina ad Aster pur con tutta la sua rabbia… ma la sua fierezza ha avuto la meglio, si è lasciata alle spalle ogni cosa e, già da qui, l’ombra ha iniziato a scendere su più destini di quanto lei potesse sospettare.
Aster è legato a doppio filo con lei in amore e in guerra: il suo abbandono non fa che accendere ancora di più il fuoco delle sue convinzioni, la morte è già con lui e, ora che anche l’ultima barriera e cura si è infranta, nessuno potrà contenere la potenza delle sue idee – idee che hanno il proprio senso, pensando alla storia personale del Tiranno; idee che riguardano l’umanità e la sua parte peggiore, che non fa che infittirsi e infettarsi nel suo cuore ferito e, con la fine della relazione con Reis, sono destinate a non rimanere più solamente tali… non a caso lui dice che Reis è stata la finale conferma di quanto ha sempre creduto.
Ma davvero, alla fine di chi è la colpa di tutto questo? In questa storia non ho visto, infatti, un solo villain, ma molteplici e tutti in concorso per recare distruzione: da portatori di carne e sangue fino ai sentimenti più negativi. E no, non c’è alcuna salvezza; siamo al tramonto della pace, e all’inizio della notte più dura.
♦ Introspezione: 10/10
Mi sono dilungata nella caratterizzazione e quindi qui sarò molto più breve, perché in questo caso l’introspezione si lega direttamente al precedente; quindi, l’unica cosa che aggiungo è che, nonostante la storia non sia propriamente lunga, sei riuscita a mostrarmela in modo soddisfacente, esaustivo.
Hanno aiutato, come detto sopra, le frasi ben calibrate e letteralmente esatte, che con poche espressioni hanno già detto ogni cosa; un altro esempio di come si possa raccontare molto anche in poco, basta che sia ben scritto.
♦ Gradimento personale: 5/5
Era da tempo che non leggevo qualcosa sulle Cronache, e ho veramente amato la tua storia.
Per quanto non sia il mio villain preferito dell’opera, Aster ha una storia di tutto rispetto, e poter rileggere qualcosa a riguardo è stato per me bellissimo: sei riuscita a entrare nella sua mente e a mostrarmi uno spaccato di essa, proprio come avevo chiesto e speravo; averlo reso in modo poetico, approfondito e coerente con il personaggio ha reso il tutto ancora più lodevole e degno di nota, nonché di una malinconia che, da grande amante dell’angst, non potevo non apprezzare.
TOTALE: 35/35
PRIMA CLASSIFICATA PARIMERITO:
Il Prezzo della Verità di UNKNOWN_
♦ Grammatica e stile: 10/10
In ambito grammaticale non ho trovato errori, anche se la storia presenta frasi molto lunghe, che io avrei spezzato con la punteggiatura (un esempio di questo è la prima frase della parte iniziale, proprio sotto la scena descritta in corsivo); questo solo per questioni di scorrevolezza.
Per quanto riguarda lo stile, invece, posso solo dire che l’ho trovato perfetto per il tipo di storia: a volte più veloce e delicato, altre più duro e tagliente, descrive esaustivamente i pensieri di Puherito proprio perché questi sembrano dettarne l’andatura, mordendo la pelle o semplicemente richiamando la malinconia di ciò che non torna più indietro.
È uno stile che usa termini anche ricercati ma senza appesantire, trasmette le sensazioni con efficacia e la progressiva discesa verso le tenebre delle perdita, della colpa, del rimpianto che, benché alla fine non voglia essere riconosciuto, comunque esiste. Esiste, e si fa sentire secondo i suoi modi.
Particolarmente forte e azzeccata la frase finale, “Le fate non esistono”.
Ecco, qui sei riuscita a riassumere l’esito inevitabile e crudo di una vicenda che ha segnato troppe persone, e tanto dolore.
Approfondiamo il tutto nei prossimi parametri.
♦ IC/Caratterizzazione personaggio: 10/10
Io Puherito l’ho sempre tanto, tanto amato. Complice la mia assoluta devozione ai personaggi secondari, leggendo Fairy Tail Zero ho compreso fin da subito che non poteva essere una semplice spalla che, per qualche ragione, alla fine diventa un terribile villain: Mashima mi ha preparato sul fatto che tutti i personaggi hanno la propria backstory che spiega i loro comportamenti e, generalmente, è una crociera di feels infiniti, e anche Puherito non si discosta da ciò.
Non credo ci siano storie che lo riguardino, la tua è la prima che leggo; e non so come ringraziarti di aver trattato questo personaggio, specie nel modo in cui l’hai trattato: dall’inizio fino alla fine, passo a passo, con la giusta calma e introspezione.
Hai deciso, quindi, di mostrarlo nell’aspetto più sereno della relazione con Mavis: una dolce bambina curiosa che chiede aiuto a un adulto su domande che non sa, misteri da svelare e avventure da vivere, ecco dove si situa la scena più dolce e innocente di una storia che poi presenterà ben altri toni. Non ho fatto fatica a vedermeli nella mente, così diversi ma, grazie alla spontaneità della Fata, in qualche modo uniti.
Questo, appunto, è solo il punto d’inizio: perché ben presto iniziano i problemi e una progressiva distanza che nessuno dei due ha chiesto né vorrebbe: la morte di Rita, l’allontanamento di Mavis e la scoperta della maledizione sono così raccontate tramite ciò che lasciano nell’animo di entrambi i protagonisti, e qui inizia lo strazio; se si pensa a come Puherito provi a fermare Mavis ma ci riesca solo quando Zeref gliela riporta priva di vita, quando riesca a riabbracciarla quando non è più, ecco che già si è arrivati a un punto crudele, ma neanche il peggiore.
La vera tristezza è sorta quando Puherito parla di tutti gli anni che ha speso per cercare una soluzione e riportare indietro la Fata; e questa parte viene raccontata in maniera talmente ampia da far male, ogni tassello della realizzazione, della sconfitta e della lontananza è una stilettata.
Questo aspetto è trattato anche nell’opera originale, ma tu per prima ne hai trattato con chiarezza tutta la portata emotiva: la disperazione, l’impotenza, la voglia di continuare a lottare e i risultati di ciò che invece si oppongono… e, alla fine, la scoperta di qualcosa che stravolge ancora una volta la realtà.
Alla sofferenza si impone un’altra sete di conoscenza, una nuova ricerca che distruggerà e seppellirà i ricordi più luminosi e il proprio cuore al fantasma del Potere, della Magia; l’ultimo scalino che porta alle tenebre, ma che non consente la risalita da esse.
Un cammino che ha le sue regole e la sua verosimiglianza, questo; e tu l’hai descritto in maniera eccellente e appropriata al personaggio, cosa né facile né secondaria.
♦ Introspezione: 10/10
La dose massiccia d’introspezione ha dato molto a questa storia: d’altronde, per una narrazione del genere questa era assolutamente necessaria. Il dispiegarsi di essa attraverso non solo i pensieri ma i ricordi e le esperienze vissute l’ho trovata una scelta ottima: non solo un monologo interiore senza fine, quindi, ma un vero e proprio dialogo tra lui e Mavis, e tra il sé stesso di una volta e quello che poi è divenuto.
Mostrare come un personaggio si relazioni con una parte di sé che non c’è più è sempre bello da leggere, e anche questo particolare caso non fa alcuna eccezione.
♦ Gradimento personale: 5/5
Cos’altro possiamo aggiungere a quanto abbiamo detto? Sei riuscita a dire la tua su una questione importantissima nell’opera originale, hai trattato di un personaggio che in pochissimi, se non nessuno, considera, e creato un ottimo lavoro: non posso che finire la valutazione, quindi, ringraziandoti di questo e affermando con tutta sicurezza che questa storia sia una delle migliori che abbia letto su tale fandom.
Con la speranza che non sia solo io ad accorgermi di ciò.
TOTALE: 35/35 |