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Giro d'Italia 2018 - 21a tappa: circuito di Roma

Ultimo Aggiornamento: 29/05/2018 15:36
27/05/2018 09:57
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Planimetria arrivo

Previsioni meteo

Roma - partenza: nubi sparse, 27.8°C (percepiti 29°C), vento moderato da SW (14-15 Km/h), umidità al 52%
Roma - inizio 5° giro (TV - Km 46): nubi sparse, 27.3°C (percepiti 28°C), vento moderato da SW (13-15 Km/h), umidità al 52%
Roma - inizio 7° giro (TV - Km 69): poco nuvoloso, 26.5°C (percepiti 28°C), vento moderato da SW (13-14 Km/h), umidità al 53%
Roma - arrivo: poco nuvoloso, 25.4°C (percepiti 27°C), vento moderato da SW (10-12 Km/h), umidità al 57%

Tappa in circuito all’interno della Capitale. Il circuito di 11.5 km da ripetere 10 volte si sviluppa interamente lungo le vie cittadine (ampie e talvolta con alcuni spartitraffico). Si alternano brevi salite e discese e lunghi rettilinei raccordati da curve a volte impegnative. Il fondo stradale è prevalentemente asfaltato con alcuni tratti in pavè (“sanpietrini”).

Ultimi chilometri

Ultimi chilometri sostanzialmente pianeggianti, su strade larghe e rettilinee. Curve degli ultimi tre chilometri ampie. Rettilineo di arrivo di 700 m, largo 8 m, fondo in “sanpietrini” in leggerissima ascesa.



Ultimo chilometro



Curva a destra a 800 metri dall'arrivo



Rettilineo d'arrivo (direzione corsa)



Rettilineo d'arrivo (vista telecamera)


Mauro

www.ilciclismo.it/2009

27/05/2018 19:22
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Vittoria di Bennett. Tappa neutralizzata su richiesta dei corridori a causa della pericolosità dei sampietrini.

Mauro

www.ilciclismo.it/2009

29/05/2018 15:36
Post: 68
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Qualche considerazione finale..

Innanzitutto, nel complesso mi pare sia stata un'edizione dal punto di vista sia tecnico che paesaggistico, avvincente e spettacolare. Il disegno delle tappe, molto vario anche nelle tappe apparentemente più banali, come dissi commentando la presentazione del percorso, ha fatto si di vedere una corsa interessante ogni giorno.
Il resto lo hanno fatto sicuramente i corridori, attraverso il modo in cui l'hanno preparata e interpretata. Uno Yates in forma stratosferica nelle prime due settimane (in futuro sarà quasi sicuramente in grado di gestire e reggerle tutte e tre) ha dato spettacolo attaccando e vincendo 3 tappe con la maglia Rosa sulle spalle, per guadagnare terreno in vista della crono, ma ha pagato poi dazio nel trittico alpino finale. Froome al contrario, è arrivato con una forma non ancora ottimale (caduta iniziale a parte) che lo ha visto rimanere attardato in più di una tappa, ma senza allontanarsi definitivamente; per poi dar vita ad una delle imprese più belle di sempre nella tappa con il Colle delle Finestre, smentendo anche molti non simpatizzanti riguardo il suo modo di correre (me per primo). Il più regolare è stato sicuramente Tom Dumoulin, che in quest'edizione conferma di essere uno dei maggiori favoriti per i futuri GT, in grado di difendersi egregiamente anche su salite dure poco adatte alle sue caratteristiche; solo i nei rappresentati da una squadra non all'altezza (solo il giovane Oomen degno di nota) e una gestione tattica non impeccabile nell'inseguimento prima di Bardonecchia non gli hanno fatto conquistare il bis.
La bellezza della corsa poi è scaturita sicuramente anche dalla durezza data dal modo con cui è stata interpretata durante l'arco delle tre settimane (poche le fughe che si sono concretizzate in un successo di tappa), che hanno fatto si di rivedere molte crisi come non si rivedevano da tempo (Chaves, Aru, Yates, Pinot).

Per quanto riguarda il capitolo ruote veloci, bel duello fra Viviani che ha ottenuto sostanzialmente quanto ci si aspettasse da lui e la rivelazione Bennett che gli ha dato del filo da torcere (4 tappe+ciclamino - 3). Questo dovuto purtroppo però anche alla mancanza al via degli sprinter più importanti. In questo senso l'avere corse in contemporanea che danno punti per l'UWT sicuramente non aiuta. Visto le 7 occasioni a disposizioni, non poche, un modo per attrarre più partecipazione, potrebbe essere dare la possibilità di vestire la maglia Rosa anche a essi, come già successo in passato (la crono iniziale di quest'edizione dava la possibilità di scavare solchi già relativamente importanti).

Infine un pensiero sulla tappa finale, che sebbene potenzialmente sarebbe potuta essere una tappa avvincente e spettacolare dal punto di vista tecnico e televisivo, è stata interpretata (comprensibilmente) come da consuetudine come una passerella.
Ora, se da un lato Roma potrebbe rappresentare una conclusione simbolicamente ed esteticamente più bella persino di Parigi e Madrid, il fatto che la cornice di pubblico non sia stata entusiasmante e la città non sia sembrata in grado di gestire il passaggio di un evento come il Giro, mi suggerisce che il Giro d'Italia non debba tanto cercare di imitare Tour e Vuelta ma cercare di creare una propria tradizione per quanto riguarda la conclusione, che a idea mia potrebbe essere una cronometro individuale (di lunghezza variabile a seconda del percorso di ogni edizione) con arrivo in Piazza Duomo a Milano, da sempre arrivo storico del Giro.
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