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Report viaggio Dicembre 2017 - Gennaio 2018

Ultimo Aggiornamento: 06/05/2018 19:48
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Città: RIMINI
Età: 49
Sesso: Maschile
06/05/2018 19:46

Cari amici di CF (Cubafacile) e, per par condicio, del BdC (Barrio de Cuba),

è ovvio che chi ne avesse le scatole piene delle mie avventure habanere, non deve fare altro che chiuderla qui e passare al thread successivo.


Avventure, oltretutto, che sono confinate al solo ambito scopereccio. A maggior ragione, quindi, non interessano a nessuno. Inoltre, come se non bastasse, nulla di veramente habanero. Ma per noia e non sapendo più come passare il tempo nel mio letto di sofferenza, spiego meglio qui di seguito, decido di raccontarvele lo stesso. Devo soffrire solo io?


Resta il fatto, e mi ripeto, che il lettore può interrompere qui la lettura e passare a cose più interessanti. Non gliene vorrò per questo. Anzi, ha tutta la mia comprensione. Poi non dite che non vi ho avvertiti.

Inoltre: il contenuto di questo post potrebbe urtare la sensibilità di qualche lettore. Se ne consiglia pertanto la lettura solo ad un pubblico adulto.

Sono a letto con l’influenza. Forse l’ultimo italiano con l’influenza per questa stagione. Saranno almeno quindici anni che non me la prendevo. Lavoro, per quanto posso, anche da casa, ma per lo più mi annoio, mi asciugo il naso, guardo distrattamente la tv, mi asciugo il naso, leggo, mi asciugo il pomodoro rosso spellato che è diventato il mio naso. Alla fine l’ho salvato, il naso, infilandomi due batuffoli di cotone su per le narici. Perché non ci ho pensato prima? Però così devo respirare a bocca aperta, che si rinsecchisce e mi dà una sensazione molto sgradevole. Ogni tanto cerco di alleviare queste sensazioni rannicchiandomi sotto le coperte e cercando di addormentarmi. Raggiungo uno stato di dormi-veglia nel quale i pensieri si inseguono e finisco spesso a rivivere le mie avventure cubane: quelle lontane e quelle più vicine.
Ad esempio le ultime del periodo intorno a Natale e capodanno, che, come detto, avevo già rinunciato a propinarvi.

Come ormai da alcuni anni, partiamo, la Cellula Habanera di Roma Nord al completo, qualche giorno prima di Natale, sovraccarichi di regali per le nostre belle, mie e di Giorgio, e sovraccarichi anche di quanto pensavamo di non trovare all’Avana per preparare le cene di Natale e Capodanno. Per il resto, gamberi, aragoste, carne, ecc., Giorgio aveva attivato per tempo i suoi canali di approvvigionamento.

Al solito, per questa occasione Giorgio aveva affittato il villone completo di cuoco, cameriera e di uomo tuttofare-autista con pulmino annesso.

Vi risparmio questa fase. Vi dico solo che per Natale avevamo venti ospiti e per capodanno ventiquattro. Alle cene, suntuose per gli standard cubani, e preparate da me, da Giorgio e dal cuoco della villa con un aiutante appositamente reclutato, era sempre seguita una splendida festa durata fino alla mattina seguente.

Trascorro cinque giorni e cinque notti, inclusa la notte di Natale con la spendita 34enne funzionaria pubblica, della quale vi ho raccontato nel mio ultimo report. Glielo avevo promesso e mi aveva promesso che per Natale saremmo stati insieme. Vi ho già detto quanto mi intriga una donna di quell’età. Nel caso specifico, non solo bellissima, ma anche colta, seria. All’apparenza riservatissima e austera, ma poi, a conoscerla da vicino di piacevolissima compagnia, spiritosa e, all’occorrenza, capace di dialogare con competenza su molti argomenti. A letto diventa quanto mai disponibile a dare e a ricevere. Anche questa volta è stata un’esperienza esaltante.


Una nuova “via”

I successivi cinque giorni me li ero lasciati liberi da impegni precostituiti, per potermi dedicare ad attività estemporanee, toccata e fuga con altre amiche che magari non vedevo da tempo.

Per la verità un mezzo impegno, sia pure non esplicito, già ce l’avevo. Con la ragazza (ricordate dal mio ultimo report?), che mi aveva fatto una mezza promessa sulla possibilità di percorrere una nuova “via” amatoria. Nuova certamente per me, ma anche per lei, almeno stando a quanto mi aveva detto.

Nel periodo precedente questo viaggio, avevo mantenuto viva la questione, facendomi sentire ogni tanto e continuando a scherzare sull’argomento. Ora era venuto il momento di passare a vie di fatto.
Un po’ speravo che si concretizzasse, un po’ ne ero in ansia, perché non lo avevo mai fatto e per le implicazioni che, pensavo, questa esperienza potesse comportare.

Le avevo dato appuntamento in Plaza de San Francisco de Asis e lei aveva accettato. Con ciò avevo cominciato a sperare che non si sarebbe sottratta alle sue promesse, sia pure non così esplicite.

La porto di nuovo al ristorante Café del Oriente, là dove mi aveva promesso che avrebbe pensato seriamente alla faccenda. Ci vediamo da lontano e ci muoviamo l’uno verso l’altro con un sorriso malizioso stampato sulla faccia. Ognuno di noi sa a cosa sta pensando l’altro e ne è divertito. Tenendoci per mano ci avviamo verso il ristorante e ogni tanto ci guardiamo e scoppiamo in un sorriso un po’ imbarazzato per quel sottinteso che c'era tra di noi. Sarà così per tutta la serata. Per fare lo spiritoso, sei pronta?, le chiedo. Per cosa?, finge di non capire. Per fare una bella cena come l’ultima volta, rispondo. Questa sera ti propongo un nuovo menù, continuo sornione. Sorride ancora, apprezzando il doppio senso.

Durante la cena, non tocchiamo direttamente l’argomento, ma la “questione” è sempre sulla ... tavola. Con sguardi e allusioni ci giriamo intorno. Ogni tanto, scherzando, io vi alludo più apertamente fissandola in modo malizioso. Lei capisce, per un po’ sostiene il mio sguardo piacevolmente sfrontata, poi lo abbassa con un sorriso un po’ imbarazzato.

Usciamo dal ristorante sempre mano nella mano. Ero bloccato dall’ansia e dalla timidezza, sapendo che da lì a poco avrei dovuto affrontare l’argomento in modo esplicito. Per prendere tempo e alla ricerca del coraggio, la porto al bar Gran Anejo del Melia Cohiba per chiedere aiuto ad un mojito e ad un ron. Intanto però, come già detto, la “questione” era sempre lì nell’aria e ormai l’atteggiamento di lei mi aveva convinto definitivamente che sarebbe andata a finire come speravo. Lei, ovviamente, lo aveva già deciso. Questa novità che ci aspettava ci eccitava sempre più, tanto che, seduti sul divanetto, ci cingevamo stretti stretti per la vita, ci guardavamo negli occhi scoppiando in una risata e ci scambiavamo bacetti fitti fitti, incuranti di chi ci stava intorno.

A casa si chiude in bagno per mezz’ora, tanto che ad un certo punto busso alla porta per chiederle se era tutto ok. Esce avvolta nell’accappatoio e mi guarda sempre con quel sorriso un po’ sfrontato e un po’ malizioso che si è stampato in faccia per questa sera. Vado a fare una doccia e, al ritorno, la trovo a pancia in giù sotto il lenzuolo. Quando lo scosto per infilarmi a letto mi appare il culo, un bel culo, per aria. Come?, scherzo, così subito? Si mette a ridere e mi risponde: scemo, non essere volgare, dandomi contemporaneamente uno schiaffetto su un fianco. Almeno avevamo accennato apertamente all’argomento.

Non è il caso che scenda in particolari. Dico solo che la cosa è andata via liscia, con molte precauzioni, con molti accorgimenti, con molto tatto. Ci eravamo preparati entrambi.

Come è stato? Intanto era la prima volta per entrambi ed era una cosa che volevo provare almeno una volta nella vita. Cosa fatta!

Tecnicamente, entrambi, con molta delicatezza e preoccupandoci l’uno dell’altra siamo arrivati con soddisfazione alla giusta conclusione. Cosa prevedibile per me: per i maschi qualunque buco può portare a quella conclusione e persino senza buchi. Per la donna ero un po’ scettico, ma mi sono dovuto ricredere.

Lo rifarò? La questione proprio non si pone. Ora che ho sperimentato entrambe le vie, posso dire di preferire senza ombra di dubbio, e di gran lunga, la via più consueta, anche per le implicazioni che la seconda via comporta. Tutto sommato penso che considererò questa esperienza solo un diversivo, piccante e “proibito”, a cui certamente non farò ricorso molto spesso.
Per quanto mi riguarda, specie con le ragazze alle quali sono più legato e con le quali ho più consuetudine, viene sempre il momento in cui mi viene voglia di sperimentare l’altra via. Infatti, così facendo mi sembra di possedere la ragazza più completamente e di averla fatta più mia. A favore della seconda via resta l’aura di proibito e di “peccaminoso” che la rende appetibile.

Mi scuso con le donne se questo linguaggio può sembrare maschilista. Non era questa la mia intenzione. Ma, a mio parere, nella relazione uomo-donna è sempre presente questa idea del “possesso”, da entrambe le parti.

Qui chiudo l’argomento. Spero di non essere stato volgare e di non aver turbato nessuno.

Chi la fa l’aspetti

Come è consuetudine, in ogni mio viaggio invito a pranzo M, la mia fornitrice ufficiale oltre che, ormai dopo tanti anni, vera amica, insieme con i suoi figli. In questa occasione ne approfitto per dare loro i regali di Natale.

Nel corso del pranzo M mi fa sapere di avere in serbo un bellissima ragazza: si può combinare anche subito.
Io a queste occasioni non so resistere. Come reprimere la curiosità di conoscere una nuova ragazza bellissima? Infatti non la reprimo e accetto di vederla già quello stesso pomeriggio. Del resto mi ero tenuto dei giorno liberi proprio per queste occasioni.
Le telefona davanti a me e ci diamo appuntamento per le 18 alla Taberna de la Muralla in un angolo di Plaza Vieja. Dico subito che la ragazza merita, l’ho portata a cena e poi a casa per la notte. Ma non è di questo che vi voglio parlare.

Per andare a Plaza Vieja per incontrarmi con la ragazza, passo per calle Mercaderes , proprio di lato a quell’edificio tutto vetro e pietra chiara restaurato completamente, credo, una decina di anni fa.

Proprio lì vengo affiancato da un ragazzo, penso non arrivasse ai venti anni, che mi chiede se sono italiano. Penso sia il solito jinetero che vuole spremere qualcosa al turista. Sì, rispondo sbrigativo, sono italiano. E accelero il passo, per fargli capire che non desidero essere importunato. Accelera pure lui e continua: sei solo? In questo momento sì, rispondo, accompagnando la risposta con un gesto che voleva dire: lo puoi vedere anche da te. Vuoi compagnia?, insiste. No, ho tanti amici qui all’Avana, rispondo, senza fermarmi. Vedendomi così sbrigativo, decide di non perdere tempo e va subito al sodo. Io sono gay, mi spiattella. Mi fermo all’istante, lo guardo negli occhi e rispondo secco: IO NO.
Lo pianto lì, più divertito che turbato dalla proposta “indecente” e vado via veloce dicendogli: mi dispiace per te.


Una conquista personale

Amanda, l’efficientissima segreteria dello studio in cui lavoro, nonché segretaria della Cellula Habanera di Roma Nord, una sera aveva voglia di andare in discoteca. Decidiamo di portarcela. Siamo io, Giorgio e lei, Amanda.
Prendiamo un tavolo, ascoltiamo la band e beviamo qualcosa. Quando Amanda ha voglia di ballare, si alza con Giorgio e scendono in pista. Io resto solo al tavolo: non mi piace ballare, non so ballare e quando ci avevo provato mi ero sentito goffo e ridicolo. Vedendomi solo, una ragazza si stacca da un gruppetto chiassoso di amiche che bevevano in grande allegria sedute su un divanetto poco distante. L’avevo già notata e ci eravamo anche scambiati qualche occhiata. Mi raggiunge al tavolo e si siede di fronte a me, senza chiedermi il permesso. Evidentemente è sicura di sé e della propria avvenenza.
Infatti è molto carina e vestita in modo molto provocante: bei seni in bella mostra e tubino rosso inguinale.
Mi dice: ho visto che sei solo, mentre il tuo amico è accompagnato. Sei italiano, vero? Si capisce da come sei vestito. Vuoi ballare, prosegue? Grazie ma non ballo. Sono qui solo per la musica, rispondo. Mi offri da bere?, mi chiede? Certo, come no? Cosa vuoi bere? Beviamo e intavoliamo un dialogo. Partiamo dalle solite banalità: in quale città vivi (uuuhhhh Roma!), è la prima volta che vieni a Cuba, ecc. ecc.), per poi passare a discorsi meno frivoli.
La ragazza, si chiama D., non è banale e dice di essere vicina ad una laurea in psicologia.
Ad un certo punto, mi guarda seriamente e mi dice: non sono una jinetera. Dicono tutte così, penso. Però potrebbe essere vero. Ha una certa cultura, argomenta bene e, soprattutto, non ne ha l’atteggiamento. Non l’ho mai pensato, né io darei mai retta ad una jinetera, rispondo. E per farmi credere, continuo: questa sera ho un impegno, ma se mi dai il numero di telefono ti chiamerò certamente. In effetti, il fatto che mi abbia abbordato in una discoteca, non significa che sia una jinetera. Magari quella sera era alla ricerca di un divertimento legittimo. Ed io, mi scuso ancora una volta per l’immodestia, non sono proprio da buttare via: sono giovane, vesto bene, mi presento bene e all'Avana sono … esotico.

Quando Amanda e Giorgio tornano al tavolo, fa il gesto di ritornare dalle due amiche. Le dico invece di restare e di invitare anche le sue amiche al nostro tavolo. Così ci ritroviamo in sei intorno ad un tavolino, a stretto contatto di gomito e di cosce.

La serata va via in modo molto piacevole. Giorgio “tradisce” Amanda e a turno balla con tutte e tre le ragazze. Sono tutte studentesse universitarie, simpatiche e di carattere molto allegro e aperto. Amanda familiarizza con tutte loro e finisce che discorrono tra di loro ignorando completamente me e Giorgio. Vanno anche al bagno insieme. Addirittura nei prossimi giorni Amanda uscirà due volte con loro.

Al momento del commiato, ci scambiamo baci e abbracci. Quando viene il mio turno di ricevere il bacio e l’abbraccio da parte di D., sento che con una mossa inaspettata mi infila qualcosa nel taschino della giacca. Visto che la cosa era avvenuta in modo furtivo, malgrado la curiosità, faccio finta di niente e mi astengo dal controllare cosa fosse.
Sulla strada del ritorno verso casa, sul pulmino con autista a disposizione degli ospiti della villa, ero seduto dietro ad Amanda e Giorgio. Così, non visto, ne approfitto per vedere cosa mi avesse infilato nel taschino. Era un paio di mutandine femminili con attaccati due peli pubici. Erano sopravvissuti inavvertitamente o ce li aveva messi lei di proposito?

Lusingato per l’intraprendenza della ragazza, perché trascorrere il resto della notte da solo?, penso. Allora le telefono e le dico che mi sono liberato dell’impegno che avevo. In realtà non ne avevo nessuno. Mi ero tenuto libero solo perché pensavo che saremmo rientrati molto tardi.
Vuoi venire da me?, le chiedo. Si? Allora passo a prenderti. Fatti trovare all’ingresso. Faccio fare dietro-front al pulmino, senza preoccuparmi di Amanda e Giorgio che si vendicano prendendomi in giro.
Giorgio, gli dico, con l’occasione perché non te ne prendi una pure tu? Giorgio mi sembra tutt’altro che contrariato tanto che gli chiedo quale ragazza volesse. Sono entrambe carine, scegline una, gli dico. E’ brutto sceglierne una e lasciare fuori l’altra, si sentirebbe discriminata, mi risponde.

Allora prendile tutte e due, scherzo. A questa proposta Amanda fa finta di scandalizzarsi ancora di più e dice che siamo dei ragazzacci. Tu più di tutti, dice rivolta a me.
Facciamo così, propongo: lasciamo che siano loro stesse a scegliere quella fortunata. Così ritelefono a D. e le espongo la proposta. Sepoffà?, le chiedo. Penso di sì, risponde. Allora decidete ché intanto stiamo arrivando.

In altra situazione, senza Amanda, forse avrei lanciato lì, come uno scherzo, la proposta indecente di prendermene io due. Hai visto mai che avessero accettato. E’ da un po’ che non mi ritrovo con due ragazze insieme e magari al prossimo viaggio ci riprovo.


Altra conquista personale (sto diventando bravino)

Un giorno tra Natale e capodanno, mi ero trovato a passare di fronte ad una istituzione aperta al pubblico. Vi ero già stato in visita a maggio e a settembre: vi avevo portato le due ragazze italiane con le quali avevo trascorso le ultime due vacanze all’Avana … una alla volta. Ve ne ho raccontato nei miei due ultimi report.

Senza pensarci, quasi automaticamente, decido di tornare a visitare quell’istituzione. Beh, non proprio l’istituzione, di per sé poco significativa, ma qualcosa che comunque lì avevo visto entrambe le volte e che, improvvisamente, mi sono ricordato che aveva attirato la mia attenzione. Era la custode. Ventottenne, carina di faccia e con un corpo che si indovinava mozzafiato sotto una divisa che, di taglio discutibile, cercava di mortificarlo senza riuscirci.

Il luogo era completamente deserto. Anche le altre due volte che l’avevo visitato era quasi deserto.
Entro e la vedo appoggiata un po’ annoiata ad uno stipite della porta che mette in comunicazione l’ingresso con la parte principale dell’istituzione.
Piacevolmente meravigliato, mi rendo subito conto, dalla sua espressione di sorpresa, che mi ha riconosciuto. Mi avvicino e la saluto: buongiorno, le dico in italiano. Le do anche la mano, con questo facendole capire che anch’io mi ricordavo di lei. Mi restituisce la stretta di mano con qualche incertezza e comunque risponde al saluto con un sorriso e mi chiede: di novo qua? Allora mi hai riconosciuto, penso compiaciuto. Evidentemente anche lei aveva notato me, scusate l’immodestia.
Alzo le mani in segno di resa e rispondo: non sono un ladro internazionale e non sono qui per progettare un furto. Ride, e mi mostra un pistolone appeso al fianco. Allora perché di nuovo qua?, insiste. Beh, rispondo, in realtà qui c’è qualcosa che mi porterei molto volentieri a casa. E, così dicendo, la guardo direttamente negli occhi con un sorriso un po’ ammiccante.

Capisce, ovviamente, la mia allusione. Non mi punta addosso il pistolone, ma mi sorride un po’ imbarazzata. Posso invitarti a cena, le dico senza aspettare una sua reazione. No, non ti conosco, risponde. Sì, invece, replico. Mi hai riconosciuto appena sono entrato. E’ il mio mestiere riconoscere possibili maleintenzionati, controbatte. Io? Maleintenzionato?, mi schermisco. Ma se sono venuto qui apposta per offrirti una serata piacevole, a cena in un bel posto, rispondo con un tono e un’aria fintamente offeso.

La schermaglia va avanti piacevolmente per un quarto d’ora, ma non riesco a smuoverla. Malgrado la mia insistenza, sempre però nei limiti della buona educazione e con un po’ di umorismo, e benché continui a rifiutare, non è infastidita. Anzi mi dà corda. Forse ci ha peso gusto pure lei.
Però sembra irremovibile. Alla fine tento di forzarne la volontà dicendole che sarei stato lì fuori ad aspettarla alla chiusura dell’istituzione. E così farò tutti i giorni fino a quando partirò, minaccio.
Del tutto inaspettatamente, no, non qui fuori, mi raccomanda con voce concitata e preoccupata. Non voglio farmi vedere. Vediamoci alle19.30 a … non riesce a farsi venire in mente un posto adeguato. Vediamoci nel patio interno dell’hotel Santa Isabel, concludo io. E così facciamo. La saluto con un baciamano e comincio a pregustare la serata.

Ceniamo al Café del Oriente, che fa sempre molta scena e trascorreremo insieme la notte. Il giorno seguente idem, cambiando il ristorante. Quando “raddoppio”, chiedendo ad una ragazza di prolungare l’incontro significa che ne sono rimasto molto soddisfatto.


Conclusione

Il resto della vacanza, incluso capodanno, l’ho trascorso con la ragazza che avevo salvato dalle grinfie del “gangster”, ricordate? Si era trasferita da me nel villone e abbiamo passato tutto il tempo insieme. Mi ero lasciato il meglio per la fine e così è stato.

Ciao ed alla prossima.


www.youtube.com/watch?v=bsSK1DccV_Y&list=RDbsSK1DccV_Y

Havana, ooh na-na

Half of my heart is in Havana, ooh na-na

All of my heart is in Havana, ooh na-na

My heart is in Havana

Havana, ooh na-na

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06/05/2018 19:46

cayman61 ha scritto:
Mancano le foto delle tue amiche per rendere più veritiero il tuo racconto
Wink


Caro cayman61,

capisco la tua curiosità che, se ben ricordo, mi hai espresso ripetutamente.

Però si tratta, appunto, di amiche. Amiche veramente. Che si sono fidate di me. Mai mi permetterei di additarle alla pubblica curiosità o, addirittura, al pubblico spregio pubblicandone le foto su un forum. E' una cosa che non si fa.

Sono sicuro che capirai questa mia posizione.

Ho sempre impostato il rapporto con le mie ragazze su una base di totale educazione e di rispetto della loro dignità. Le tratto sempre come meglio non si potrebbe. E, ti assicuro, ne vale la pena perché, oltre ad essere il modo giusto di comportarsi, ne sono ripagato con altrettanta educazione e totale dedizione.

Quando le ragazze stanno con me, ho una ragionevole certezza che quelle che lo fanno per soldi non lo fanno solo per questo, ma perché sono contente di stare con me e di essere trattate come esseri umani miei pari.

Dovrei tradire la loro fiducia nei miei confronti per dimostrare la veridicità dei miei racconti?

Come ho più volte sottolineato, non mi interessa che i miei racconti siano ritenuti veritieri o meno. E neanche avrei il modo di dimostrarlo. Non sarebbero certo alcune foto che potrebbero farlo.

Un caro saluto.

L'ultima modifica di claudio_claudio il Gio Mar 29, 2018 2:39 pm, modificato 1 volta

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06/05/2018 19:48

cayman61 ha scritto:
Citazione:


cayman61 ha scritto:
Citazione:

Caro cayman61,

capisco la tua curiosità che, se ben ricordo, mi hai espresso ripetutamente.

Però si tratta, appunto, di amiche. Amiche veramente. Che si sono fidate di me. Mai mi permetterei di additarle alla pubblica curiosità o, addirittura, al pubblico spregio pubblicandone le foto su un forum. E' una cosa che non si fa.

Sono sicuro che capirai questa mia posizione.

La veridicità del mio racconto? Come ho più volte sottolineato, non mi interessa che i miei racconti siano ritenuti veritieri o meno. E neanche avrei il modo di dimostrarlo. Non sarebbero certo alcune foto che potrebbero testimoniare della veridicità.

Un caro saluto.


Sveglia, loro sono amiche tue finchè, affitti la villa, fai le feste, le porti iregali di Natale e le paghi profumatamente per i loro servigi.
Quando questo finirà, non sarai più nessuno per loro, fidati.

P.S. io comunque ho solo chiesto di conoscere le tue amiche, non di additarle, se vuoi puoi anche farmele conoscere in Privato se il forum lo ritieni troppo pubblico



Caro cayman61,

io all’Avana non cerco amiche per la vita né, tantomeno, fidanzate o mogli (vabbè, poi se capita …).

Se alla fine non sarò più nessuno per loro, tanto meglio. Non voglio lasciarmi dietro cuori infranti. Sto scherzando.

All’Avana cerco solo sesso. Buono ed abbondante. Come tutti gli amici che frequentano questo forum. Chi non lo fa ora, lo ha fatto prima. O desidera farlo.

Sono abbastanza sveglio da sapere perfettamente che le ragazze che mi procura M., sono jinetere, che vengono con me per soldi. Ma sono abbastanza sveglio anche per capire che ci sono jinetere “hard core” sfacciate e sfrontare come quelle che ti assalgono all’ingresso delle discoteche (che non frequento) e che non toccherei nemmeno con un dito, e jinetere saltuarie che lo fanno per arrotondare di tanto in tanto, con tutte le gradazioni intermedie.

Sempre jinetere sono? Hai ragione. Ma anche questo mestiere si può fare in modo volgare oppure con una certa classe. E le mie hanno classe.
E sono proprio le ville, le feste, i regali di Natale e, massì, i soldi, insieme con un mio comportamento irreprensibile nei loro confronti, che mi garantiscono quella classe ed un trattamento “girlfriend like” da parte loro.

Inoltre, a costo di sembrare più antipatico di quanto non sia (… non lo sono per niente), posso affermare che dopo tanti anni e tanti viaggi ho un buon numero di splendide amiche, che mi sono trovato da solo, che mi vedono sempre volentieri e con le quali i soldi non fanno assolutamente parte dello scenario. Vabbè, hai ragione: qualche regalo glielo faccio. Ma mai soldi:si offenderebbero.
Ma qui apriremmo un altro discorso, che si è già fatto diverse volte anche su altri forum.

Quanto al farti conoscere le mie ragazze, scusami la battuta, ma è un mestiere che non mi si addice.


Chiamale come vuoi, sempre troie sono le tue, poi certo la differenza c'è ma le tue sono puttane che una chula ti passa e prende la commissione da loro.
Tu Cliente loro Prestazione Occasionale, una partita iva in italia

saluti


Caro amico,

malgrado il tuo intento di svilire la mia esperienza, sostanzialmente hai ragione.
Del resto è quello che io stesso ho riconosciuto in più di un’occasione.
Ho sempre affermato che io all’Avana vado solo per fare il puttaniere e il puttaniere, ovviamente, si può fare solo con le puttane. Ho anche sempre detto che di questo me ne vergogno un po’ e, un po’ vigliaccamente, mi sento di confessarlo solo sotto anonimato. Tra loro, le jinetere, e me, il peggiore sono io che mi approfitto delle loro necessità. Cerco di redimermi da questo senso di colpa riservando alle mie ragazze un comportamento quanto mai rispettoso della loro dignità. Questo rende gli incontri per niente squallidi. Oltretutto ne sono ripagato.

Mi dispiace che dal tuo scritto sprezzante non traspaia, per queste ragazze, un uguale senso di rispetto. Se tu le conoscessi (… non ti illudere …), le tue espressioni nei loro confronti sarebbero certamente molto diverse.
Evidentemente tu, che forse frequenti Cuba da prima di me, hai avuto solo esperienze negative che ti portano ad esprimere giudizi così definitivi. Me ne dispiace.

Non sto qui di nuovo a ricordare che, dopo decine di viaggi, conosco ormai un buon numeri di ragazze con le quali parlare di soldi sarebbe una grave offesa. Potrei tranquillamente fare a meno delle jinetere a pagamento. E allora, perché mi rivolgo ancora a loro? Perché la “chula”, come hai avuto l’amabilità di chiamarla (… per carità, tecnicamente hai ragione), mi ha sempre procurato ragazze, con buon grado di attendibilità jinetere solo occasionali, di grande bellezza e di classe. Ed io non so resistere a sempre nuove esperienze di questo genere. Dove altro se non all’Avana potrei avere un’esperienza così di qualità e intensa concentrata in soli quindici giorni? E l’aiuto della “chula” in questo è insostituibile. Mi ritengo fortunato ad averla incontrata tramite Giorgio.

Per il resto riporto una frase ripresa dalla mia precedente risposta al tuo intervento: “Sempre jinetere sono? Hai ragione. Ma anche questo mestiere si può fare in modo volgare oppure con una certa classe”.
Ad esempio, e per essere più chiari e per rifarmi ad accadimenti recenti, io vedo una certa differenza tra un’attricetta che occasionalmente cede al ricatto del Weinstein di turno per poter lavorare ed una ragazza che fa la prostituta per propria scelta di vita in mancanza di una speci...FICA necessità. Ok, d’accordo! Sono entrambe prostitute. Però…

claudio_claudio


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