Concilio Ristretto di Re Jon Arryn - seconda seduta

Mestro Colemon entrò nella sala del Concilio, a breve seguito dal Principe Denys. Come al solito quest'ultimo stava zitto, osservando con attenzione quello che gli accadeva intorno. Tanto era esuberante sul campo di battaglia, tanto era incline al silenzio nelle stanze di palazzo.
Il Maestro si apprestava ad inaugurare la seconda seduta del Concilio, prevista per le ore nove di quella mattina. Con tutta probabilità sarebbe stata l'ultima senza la presenza del Re, dato che Jon Arryn era in procinto di arrivare in quella che ormai da qualche settimana era la sua Capitale.
Un altro arrivo importante segnato sul calendario era quello di alcuni uomini Greyjoy, forse addirittura di qualche membro della famiglia delle Isole di Ferro. Finalmente anche loro avrebbero potuto dire la loro sul governo del Regno. Non sapendo esattamente il giorno e l'ora del loro arrivo, il Maestro aveva inviato a loro un invito a raggiungere la sala del Concilio il prima possibile. Chissà se sarebbero arrivati in quella stessa giornata.

Colemon si sedette ed iniziò a sfogliare alcune delle sue carte. Mappe, lettere dal fronte, stralci di suoi studi sui salassi con le sanguisughe. C'era un po' di tutto.
La riunione con tutta probabilità sarebbe stata lunga: bisognava pensare al Nord che era ancora da pacificare, ai Baratheon che giocavano a nascondino nella Marca dorniana, ai dorniani stessi che si erano infilati nella Valle usando i loro stessi uomini come carne da macello per bloccare Leone e Falco. C'era un torneo da organizzare, un Re da accogliere.
Attese l'arrivo dei suoi colleghi, facendo vagare lo sguardo tra il Principe muto e le sanguisughe disegnate sulla pergamena.

L'ingresso di Lord Leyton nella sala fu un po' goffo, impacciato com'era da una voluminosa mappa dei Sette Regni e un compasso nautico stretti fra le braccia, un'ampia gamma di lettere e pergamene di varia dimensione nella mano destra e un cestino di vimini coperto da un fazzoletto nella sinistra.
Appena varcata la soglia si arrestò, a metà fra la preoccupazione di farsi sfuggire qualcosa di mano e lo stupore di vedere già presenti il Maestro e l'Erede al Trono.
"Altezza, mio buon Maestro, è un piacere constatare il vivo interesse della Casa Reale per le vicissitudini del nostro piccolo continente" esclamò bonario, mentre con evidente sollievo rovesciava sul tavolo il suo carico, alla rinfusa.
Il Primo Cavaliere era di buon umore, lo notò dal mezzo sorriso con cui rispose ai saluti di circostanza e dalla pacatezza nel disporre con ordine il cartiglio, mappa e cestino. "C'è così tanto di cui parlare... dispacci da est, dispacci da sud, un vero bordello, eh?". In realtà non stava parlando a nessuno in particolare, l'ultima non era domanda, ma una constatazione lasciata ad aleggiare nell'aria. Tuttavia il sorriso sul volto di Lord Leyton persisteva.
Si sedette, tolse il fazzoletto che copriva il cestino, prese un biscottino al miele e ne morse metà. "Non vi dispiace se mangio un po', vero?", altra affermazione mascherata da domanda, "mi aiuta a pensare". Chinò il capo sulle carte e iniziò a sfogliarle, intento a ripassare il contenuto dei messaggi.
Quanto ai biscotti, alla quarta pagina se ne era già fagocitati due, e non sembrava voler abbassare il ritmo. Forse in qualche angolo del cervello del Primo Cavaliere era baluginata l'idea che offrine un po' alla delegazione della Valle sarebbe parso un gesto cortese, ma dall'esterno non se ne vide traccia.

Il Maestro rimase sorpreso di vedere il Lord Leyton così di buon umore: l'ultima volta che l'aveva visto gli era sembrato decisamente più scontroso ed agitato. La situazione politica attorno a loro non era cambiata tanto da giustificare un tale ottimismo, e pure quei dolcetti che stava mangiando così voracemente non potevano essere la giusta causa. Anche se... A giudicare dal suo appetito dovevano essere proprio buoni.
"Non si preoccupi, Lord Primo Cavaliere, mangi pure. Non c'è alcun problema." disse amichevolmente il Maestro.
"Considerando che Lord Tywin è partito e che non sappiamo quando i Greyjoy arriveranno alla Capitale, credo che questa riunone sarà alquanto... Ehm... Ristretta. Solo Valle ed Altopiano, direi. Aspetterei comunque il vostro compagno dall'Altopiano, prima di cominciare."

Ser Raymund non si fece attendere e diede l'idea di aver recuperato in modo coatto gli scrivani della prima seduta.
"Altezza, Lord Primo Cavaliere, Maestro." Recitò a memoria, entrando nella stanza.
"I miei amici a Nightsong comunicano un macello brutto a Blackmont. Un vero bordello, in effetti."
Mentre gli scrivani si sistemavano, ser Raymund prese posto in un seggio libero.

Le parole di Ser Raymund preoccuparono il Maestro.
"Questo è un vero peccato. Ho sentito che alcuni uomini Lannister e Greyjoy sono incappati nell'esercito Baratheon, ma quante forze abbiamo perso?"
Fortunatamente, per quanto grande potesse essere quella perdita, i numeri di certo erano ancora dalla loro. Se non ricordava male già le sole truppe dell'Altopiano erano abbastanza in forze da bloccare una possibile risalita del Cervo. Tuttavia questo scontro avrebbe di certo rallentato l'avanzata...
"Da quel che sento dire di Robert, potrebbe galvanizzarsi. Magari un'eccessiva sicurezza in se stesso potrebbe portarlo a fare qualcosa di stupido. Non sarebbe poi così male."

La risposta di Lord Leyton al saluto del cavaliere dell'Altopiano fu un'alzata di sguardo e un conciso: "Ser."
L'apprezzamento per l'identica disamina della situazione nelle Marche Dorniane non fu espresso a parole, tuttavia provocò l'apertura della accurata mappa dei Sette Regni, che Lord di Vecchia Città dispiegò di fronte a se e iniziò a popolare con miniature di fanti e cavalieri fino ad allora conservati in un sacchetto appeso alla cintura.

Anche la domanda del Maestro non fece proferire parola a Lord Leyton, che si limitò a interrompere l'allestimento della mappa per rovistare nella pila dei suoi fogli. La ricerca fu un po' difficoltosa, con le pergamene che tendevano a rimanergli appiccicate alle dita, ma il Primo Cavaliere non diede aria di curarsene troppo. Una volta trova l'oggetto della ricerca, con un dito mignolo lo fece strisciare sul tavolo in direzione di Maestro Colemon, mentre i suoi occhi tornarono a puntarsi sulla mappa, in particolare su un puntino denominato Blackmont.
Dopo una ragionevole attesa, per dare tempo ai Consiglieri della Valle di leggere la pergamena, il Primo Cavaliere dichiarò aperta la seconda seduta.

Il Maestro lesse la piccola pergamena allungatagli dal Primo Cavaliere e poi la passò al Principe. Ora che aveva letto il resoconto della battaglia di Blackmont, poteva ben capire il disappunto sulle facce degli emissari dell’Altopiano. Tuttavia, ben memore dello smacco di Harrenal, si limitò ad aggrottare le sopracciglia. La mossa era stata avventata, ma questo non toglieva che i Baratheon avevano avuto la fortuna di trovarsi nel posto giusto al momento giusto. Peccato, ma era già ora di rimettersi in campo e tirare fuori il meglio da quella situazione che, seppur spiacevole, volgeva ancora in loro favore.

Dopo che Lord Leyton ebbe annunciato l’inizio della prima seduta, il Maestro prese subito la parola.
Iniziò a portare la concentrazione di tutti su quanto stava accadendo nella Valle.
“Come tutti sapete, le forze di Martell e Tully congiunte hanno superato la Porta Insanguinata. Tuttavia liquiderei questo primo punto della seduta con poche parole. I soldati fedeli alla Corona, sia Arryn che Lannister, si sono prontamente approcciati alla Valle e si accingono a spazzare via quello che a tutti gli effetti è un topo in trappola. Forse prenderanno anche il Nido, ma il Falcone tornerà sul suo seggio nell’arco di un paio di settimane. I numeri sono fortemente a nostro favore, le strade della Valle sono meno di quanto servirebbe ai nemici per giocare a nascondino, e disponiamo di abbastanza risorse per predisporre numerose trappole, nel caso dovessero servire.”

"La vostra disamina è ineccepibile, Maestro. Conformazione del territorio e forze in campo sono dalla nostra. Non sono sicuro delle motivazioni che hanno condotto i ribelli verso un così ovvio disastro, ma nemmeno mi interessano. I nostri comandanti non si faranno certo sfuggire una così facile vittoria."
"Anzi, alla luce dei recenti avvenimenti ho l'impressione che le nostre forze nella Valle dell'Arryn siano addirittura eccessive. Credo sarà bene che i nostri comandanti sul campo valutino l'opportunità di rischierare subito parte dell'esercito nel Tridente."
Lord Leyton sottolineò il concetto rimuovendo dalla mappa le pedine di cavalleria Martell nella Valle e dividendo in due parti le folte pedine rosse e azzurre.

"A giudicare dall'attuale disposizione delle truppe, archiviato il discorso Valle, sarà bene mandare dispacci ai Pari dell'Altopiano perchè armino il loro popolino. Ci sará bisogno delle riserve e di spremere le campagne fino all'ultima risorsa"

“Certo, è un’opzione da valutare.” Rispose il Maestro al Primo Cavaliere.
“Basterà dire ai luogotenenti che conducano all’interno della Valle solo il necessario per eliminare i ribelli senza avere troppe perdite. Il resto potrà difendere Lord Harroway’s e Delta delle Acque... Per poi magari riprendere l’Incollatura.” Colemon non conosceva molto della dislocazione dei soldati Lannister nel Tridente, ma quel poco di cui era a conoscenza era incoraggiante. E sperava che la guerra si spostasse dalla Valle all’Incollatura il prima possibile.

Poi il Maestro si rivolse all’altro emissario dell’Altopiano, riprendendo le sue parole.
“Per quanto riguarda il Sud... Credo che possiamo interpretare la mancata risposta di Robert Baratheon come un rifiuto. Di certo il Re ne sarà dispiaciuto, ma è innegabile che vadano presi provvedimenti contro il giovane Cervo. Intanto l’importante è assicurarsi che resti confinato nella Marca, e di certo l’Altopiano è più che capace di contenerlo a dovere. Ma come al solito, se Casa Arryn potesse essere utile in qualsiasi modo, non esitate a farla partecipe.”
I soldati della Valle erano lontani, ma la casa regnante aveva molti modi di poter essere utile ai Lord che la sostenevano.

Tutti erano assorti nei loro pensieri, c'era chi guardava la mappa del Primo Cavaliere, chi leggeva una pergamena, chi semplicemente guardava il vuoto pensando a come portare ad una risoluzione i numerosi problemi che affliggevano il Concilio.

D'un tratto, il suono di un corno rieccheggiò nella stanza, facendo vibrare leggermente alcuni bicchieri di vetro che stavano sul tavolo, accanto ad una caraffa di vino di Arbor. Subito dopo, le campane iniziarono a suonare a festa e delle urla di soldati presero a rimpire quello che prima era un silenzio quasi tombale.

Tutti avevano capito chi fosse in procinto di arrivare. Era stato chiesto alle vedette di avvisare la città sia per l'arrivo dei Greyjoy che per l'arrivo del nuovo sovrano, ma le campane potevano solo significare la venuta di Jon Arryn.
Tutti iniziarono a radunare le loro cose, era il momento di prepararsi per raggiungere il molo. Colemon e Denys si alzarono nello stesso istante, il Principe salutando i presenti con un cenno del capo ed il Maestro dicendo: "Mi scuserete per questa fretta, ma devo assicurarmi che sia tutto a posto per lo sbarco del Re. Lord Leyton, Ser Raymund... Ci vedremo tra poco."