| | | OFFLINE | | Post: 1.126 | Giudice***** | |
|
10/07/2018 14:55 | |
Quinto Posto - L’ALTRA TE di Nina Ninetta
♦ Grammatica e stile: 10/10
Sul fattore grammatica non ho nulla da segnalare, è tutto perfetto.
Per quanto riguarda lo stile, sono sincera: non sono un’amante delle parole forti – le cosidette parolacce – nelle storie, eppure ritengo che qui siano perfette, in quanto sono proprie di una narrazione forte come questa e caratterizzano ulteriormente i personaggi.
Il tono è unito strettamente agli avvenimenti: si fa aspro, riflessivo e di una profondità totalmente umana quando si raccontano episodi rispettivamente duri, più intimi – come nel caso del diario – e che riguardano solo Chiara e sua madre: è il caso dell’emozionante lettera finale che questa rivolge alla figlia, e alle ultimissime frasi della storia.
Non nego che mi sono emozionata parecchio in più punti: la scoperta graduale di chi sia Guido e cosa rappresenti per le due donne – il grande amore di una, il padre mai conosciuto in quanto tale, e comunque sempre presente, dell’altra –, la narrazione delle foto che rappresentano la bimba e l’uomo insieme, e ancora una volta quella lettera straziante, carica di pianto e di tutte quelle parole mai dette, che è il lascito più forte e pieno di cuore di una donna che ha amato la sua bambina nel silenzio, senza lasciar trapelare nulla, e che è riuscita ad affidare tutto questo al tempo, prima che quello stesso tempo e la malattia la privasse pure di sé stessa.
♦ IC/Caratterizzazione personaggio: 10/10
Ho trovato una resa superba di tutti, tutti i personaggi; e ora ne vado a parlare con calma.
Partiamo dalla grande protagonista della storia, Maria Caterina: la donna forte, sicura di sé e vincente che traspare dalle parole di Chiara, il magistrato che non ha paura e lotta letteralmente; una figura che ha quasi del divino perché ha successo in molte cose, è ancora bella e attraente nonostante l’età non più giovanissima, sa mettere in riga tutti e non evita di scontrarsi con nessuno, di dire quello che pensa, neppure di criticare pesantemente la propria figlia e a cedere davanti a una qualsiasi tenerezza: una madre forse non esemplare in quanto a dolcezza, una figura decisamente potente che ha fatto a meno anche dell’amore… o meglio, era tutto questo prima del tumore. A questo punto, vediamo la prima versione dell’altra te, riprendendo il titolo: il grande magistrato che perde la memoria, divenendo praticamente l’ombra della forza che era, e che si rinchiude in un clima di acidità e gravità senza ritorno.
La pazienza e i sacrifici di Chiara, che ha lasciato gli studi universitari pur di starle accanto, non vengono riconosciuti se non con note di disprezzo, come se anche quello di lei fosse sbagliato: il fatto di non essere bella né avvenente, di non avere lo stesso carisma, la sua presenza costante che rende consapevole la forte madre di non essere più forte.
Non nego che il comportamento di Maria Caterina mi ha dato parecchio fastidio, forse perché abbiamo il carattere opposto in quanto a esternazione dei propri sentimenti, specie i più dolci, e quindi ho trovato veramente cattivi alcuni comportamenti; e questo fino a quando non sono arrivata a conoscere una nuova altra te.
Qui mi sono dovuta fermare, per leggermi bene ogni parola: per entrare nel circolo di tristezza, sofferenza e pesanti segreti che la donna ha portato con sé e confidato solo al suo diario. La donna che ha fatto a meno dell’amore e ha avuto in tutto, in realtà non ha potuto avere l’amore; forse l’unica cosa che veramente le importava, per la quale avrebbe potuto cedere tutto.
Così, ho ingoiato giudizi e pensieri troppo affrettati e mi sono letta l’intera storia di lei e di Guido, personaggio secondario che assurge a protagonista, desiderio e perdita di Maria Caterina, custode del dono che la vita ha fatto a entrambi: Chiara, la paziente, silenziosa e dolce ragazza che solo dopo la morte della madre comprende la verità su di sé, sul magistrato, su quell’uomo sempre presente. E sì, non mi vergogno di ribadire che mi sono emozionata e nell’ultimo capitolo ho pianto apertamente, perché non potevo fare altrimenti: troppa intensità, troppa bellezza, troppa profondità per restare impassibile.
Non credevo che tra le ombre di Maria Caterina avrei potuto trovare debolezza ben celata ma sempre vibrante: e qui ho trovato la vera forza, quella di sopportare, di mantenere il segreto per il bene di altre persone, e un amore che la morte non ha il potere di annientare.
E alla fine, mi sono ritrovata a voler abbracciare questo magistrato e questa ragazza che solo alla fine della vicenda trovano la loro pace, attraverso fogli e inchiostro e non tra un abbraccio; eppure, quel diario è proprio l’ultimo bacio, la mano che conduce verso una vita nuova e un’esistenza più consapevole di molte cose, e che non contempla solitudine.
Mi piacerebbe leggere ancora di Chiara, di Guido; scoprire come Maria Caterina sia ancora con loro e dentro loro, a vegliare e amare.
Complimenti, complimenti davvero.
♦ Utilizzo pacchetto scelto (Forza): 5/6
Coraggio ~ Pazienza (+2) » Entrambi i significati sono ben presenti, sia nella figura di Chiara che di Maria Caterina: coraggio di scoprire e di sopportare, pazienza di assistere e sostenere la sofferenza. Coraggio di non rivelare, di amare ancora; coraggio di perdonare, di chiedere, di cercare. Pazienza nel perdonare, nel non andarsene, nel non cedere mai.
Non ho altro da aggiungere.
Situazione A: Nella storia ci deve essere una figura femminile molto forte/potente (+2 e 1 punti di merito) » Più che nella prima Maria, il magistrato, ho trovato la forza nella terza: la più segreta e umana, quella sostenuta dai sentimenti e dalla memoria del calore che ha ricevuto. Ho trovato forza anche in Chiara, il segreto più grande e meraviglioso, l’anima che tratterrà in sé la madre nella sua integrità; e per come è stato trattato il tutto, ho deciso di darti un intero punto in più.
♦ BONUS per utilizzo intero pacchetto scelto: /4
Non presente
♦ Utilizzo “Carta del Matto”: 9/9
Follia ~ Disordine ~ Menzogna (+3) » Hai reso tutti e tre i significati in maniera eccellente: la follia della malattia, il disordine portato dalle rivelazioni; la menzogna che cela il fallimento di un desiderio, la fallacia del successo, l’altra faccia di chi ha sempre avuto tutto sotto controllo. Sono significati negativi, che pure portano a qualcosa di positivo: perché sono la porta per approfondire i legami e togliere le ragnatele dell’apparenza, rendere più saggi.
Prompt Malinconia (+3) » La storia ne è piena, scaturisce da ogni singola parola. È un pensiero continuo, che si potrebbe esplicitare in un continuo e se?
Se tutto fosse stato diverso, se l’amore fosse stato realizzato, se tu fossi rimasto?
Nasce dagli errori e non riesce a morire, se non quando raggiungerà Chiara: l’unica a poter cambiare la sorte di quel e se?, e avere ciò che ha sempre atteso.
“Life is fragile, a flight of a sparrow; Will end, and the same goes for us, born from the same rain and dust” (+3) » Frase presente in uno dei momenti più forti della storia, e alla fine richiamato dall’intera narrazione: fragilità che incrina i momenti migliori, fa dimenticare, rischia di distruggere; fragilità che però ha anche la capacità di non cancellare i moti dell’animo, di unire e rendere immortali, a modo suo.
Attraverso memoria, dolore e amore si costruisce il futuro: quello che attende chi ha il coraggio di coglierlo e sapere, e ancora una volta restare.
♦ BONUS per utilizzo dell’intera “Carta del Matto”: 6/6
PUNTEGGIO FINALE: 40/45
Quinto Posto PARIMERITO - THE WEAKED-WILLED BOY LEARNED di sgnap97
♦ Grammatica e stile: 10/10
Non ho trovato alcun errore, i miei complimenti!
E per quanto riguarda lo stile, anche qui sono stata molto soddisfatta. Le frasi sono lente al punto giusto, dense di introspezione e di pause: la storia si srotola lentamente, passo dopo passo aumenta il ritmo e la propria intensità, poiché segue il dispiegarsi della memoria e delle sensazioni, quindi è un progressivo scendere nel cuore ombroso di Armitage.
I momenti crudi, le espressioni più forti ed estreme che si legano al padre di Hux si intrecciano con i momenti più dolci sulla madre del futuro generale, quei ricordi di semplice gioia e tranquillità che il bimbo tanto agogna; e anche i riferimenti a quell’anima dall’innocenza perduta e la felicità strappata sono dapprima più delicati, solo per assumere tinte via via più fosche mano a mano che il giovane spietato che tutti conosciamo viene formato.
Ho sentito tanta partecipazione in questa scrittura, per i personaggi e la vicenda: e questo mi è piaciuto quanto mai, non nego la mia felicità nel leggere storie dove la voce dell’autore o autrice si faccia riconoscere; e ciò che ho sentito è stato semplicemente stupendo.
♦ IC/Caratterizzazione personaggio: 10/10
E guarda che caratterizzazione mi ritrovo! Già io ho un debole per i villain che diventano tali a causa di altri… come potevo rimanere indifferente a cotanta bellezza?
Hux, quindi: un personaggio che nella nuova trilogia non è stato ancora trattato ampiamente, ma che ha già lasciato trapelare la sua sete di dominio, la sua cattiveria e quello sguardo folle che mi ha subito interessato. Ottima scelta quella di aver deciso di indagare un personaggio secondario, che già mi era parso interessante… e ora ancor più.
Come ho accennato sopra, io amo i villain “forgiati” dalle mani di altri; e in questo caso ho veramente provato dispiacere per questo bimbo diviso tra la realtà del dolore e un destino pieno di potere, e i desideri che lo portano a cercare il volto dell’unica persona che lo abbia mai amato e accettato per come è, una donna dolcissima che non è più al suo fianco e, con le azioni del padre, le è stata strappata troppo presto.
Certo, nel procedere della storia vediamo come questa dolcezza, questo bisogno di una parola rassicurante e di un nido in cui rifugiarsi viene via via soppiantato: lo stesso destino del padre passa al figlio, viene formato via via dalle parole di Gallius Rax, che fin da subito è un occhio fisso sul piccolo Armitage e sembra più mentore dello stesso padre (tanto che è proprio questi a presentargli la sua nuova armata personale e a spiegargli il concetto importantissimo di corpo e anima), fino a che ne diventa il ritratto perfetto, e ancora di più: infatti, una volta che il crudele Brendol è tolto di mezzo, Armitage assurge a entità ancora peggiore del padre, perché ancora più carica di odio e rabbia, di fame di potere e rivalsa. E anche se ciò è vero, è tuttavia parimenti certo che se fosse stato Brendol a morire, invece della madre, e Gallius Rax non avesse mai conosciuto il ragazzo, tutti potrebbero respirare meglio e avere meno incubi, e ci sarebbe una persona salva dalle ombre.
Comunque sia, ottima resa del personaggio; e anche per l’apparizione di Phasma (che ho amato fin da subito già solo per essere interpretata da Gwendoline Christie, quindi immagina il piacere di trovarla qui) non ho nulla da aggiungere.
Ci hai mostrato i personaggi come ci sono stati mostrati, e del protagonista hai creato un viaggio introspettivo completo e sofferto: che cosa potrei pretendere di più?
♦ Utilizzo pacchetto scelto (Mago): 4/6
Arrivismo + Ossessione dei risultati (+2) » Presente sia in Hux padre che figlio, come se fosse il lascito di uno all’altro; naturalmente nel primo è esposto in ogni maniera, dalla violenza che scatena ogni cedimento del bimbo alle parole con cui gli si riferisce, e trasuda un’intransigenza che niente e nessuno potrebbe fermare. In Armitage questo è più velato, ma indicato nelle ultime righe e in ciò che da esse traspare: il bimbo è diventato il padre, stessi metodi e stessa fame… anima plasmata a regola d’arte secondo le direttive dell’odio, purtroppo.
Situazione A – Uno dei personaggi si riscatta da uno stato di povertà, accusa o trauma da violenza (+2) » In chiave molto, molto oscura è proprio quello che succede: Brendol cade sotto i colpi del suo stesso figlio (in verità sembra che sia Phasma a colpire, ma sappiamo per conto di chi), e i discorsi di Gallius Rax si concretizzano; nasce così la nuova arma, si libera dell’involucro di disprezzo in cui era stata confinata e giunge a dominare.
La violenza porta solo altra violenza, e infatti si vede a che destino giunge Brendol: anche in questo Armitage ha imparato bene, my precious boy.
♦ BONUS per utilizzo intero pacchetto scelto: /4
Non presenti
♦ Utilizzo “Carta del Matto”: 9/9 + 1 punto di merito
Libertà ~ Menzogna/Follia (+3) » Ottima resa anche di questi significati: come hai detto tu, la libertà è stata per lo più presentata nel finale, quando Armitage può finalmente agire senza il fantasma del padre, ma la tengo comunque valida perché sei riuscita a veicolarla con poche parole, dote non comune; la follia e la menzogna percorrono invece la narrazione intera, riguardo la prima, fin da subito si dice che Armitage impara a tacere su molto e nascondere tanto; e poi tutti, tutti qui mi sembrano pazzi: da chi lo diventa per mano di altri, da chi lo è sempre stato e vuole imporla a tutti, da chi osserva in silenzio e poi plasma a suo piacimento. Già solo l’esercito di ragazzini pronti a eseguire ogni ordine, anche suicidarsi, è un esempio lampante della follia dilagante e semplicemente crudele.
Prompt Missing Moment (+3) » Non ho nulla da aggiungere: è un missing moment perfetto perché descritto con calma, esaustivamente, e che contribuisce ad approfondire e far amare ancor più un personaggio che meriterebbe davvero tanto, di certo più di quanto detto finora nel lavoro originale.
“You don’t have a soul, you are a soul. You have a body” (+3 e 1 punto di merito) » Anche questa interpretata sinistramente, ma perfetta per come si accorda al resto della storia. Le parole di Gallius Rax sono malate come tutto il resto, mostrano sia il cinismo – anima da controllare, corpo che comunque può morire e soffrire, ma alla fine l’importante è piegare e dominare la prima – che una grande stortura. Un uso intelligente e originale della frase, che giustamente va premiato.
♦ BONUS per utilizzo dell’intera “Carta del Matto”: 6/6
PUNTEGGIO FINALE: 40/45[Modificato da Laodamia94 10/07/2018 14:56] |