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Concilio Ristretto di Re Jon Arryn - prima seduta

Ultimo Aggiornamento: 22/03/2018 22:42
19/03/2018 22:41
 
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"Maestro?" Ser Raymund si fece avanti di qualche passo "il Lord Primo Cavaliere mi ha chiesto di controllare se fossero arrivati corvi messaggeri"
[Modificato da Albus Lupin 19/03/2018 22:42]
20/03/2018 09:03
 
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Il Maestro sorrise a Ser Raymund.
“A quanto pare entrambi siamo stati incaricati di far le veci di uomini ben più importanti di noi.”

Intanto i due si erano già avviati a grandi passi lungo i corridoi.
“Beh, dato che pure voi siete stato invitato a partecipare al Concilio, direi che una vostra lettura a questa fantomatica missiva non sarà nulla di male. Vedete, fosse una lettera inviata a Casa Arryn non potrei permetterlo, ma visto che è stata inviata a Corte e che il Re non è ancora arrivato...” disse il Maestro increspando le labbra.

Lungo il tragitto, breve, Ser Raymund gli disse di aver già visto la pergamena e che questa più che una missiva sembrava un piccolo plico.

Arrivato nella stanza dove la missiva era conservata, Colemon si preparò ad aprirla.
“Mi spiace che il Primo Cavaliere non sia ancora giunto per leggerla, ma credo sia abbastanza urgente.”
Staccò la ceralacca e dispiegò il foglio di fronte agli occhi del cavaliere, certo che Lord Leyton avrebbe prima o poi fatto un coup de théâtre entrando nella stanza.
20/03/2018 22:19
 
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Il Lord di Vecchia Città aveva i nervi a pezzi: non aveva mai visto una tale disorganizzazione nella servitù. Dopo un decennio passato quasi esclusivamente nell'Alta Torre era ormai abituato a una vita ordinata e confortevole, ed ora ad ogni svoltato angolo vedeva dettagli fuori posto, corredati dal solito incapace di passaggio pronto a balbettare che il responsabile era l'incapace nella stanza precedente, o in quella successiva.
Ma ad un tratto da quel fastidioso caos era emerso con prepotenza un unico, solo, grande problema da risolvere con la massima priorità. Con quell'assillo in testa non c'era possibilità di pensare ad altro...
"I miei dolcetti al miele! Come accidenti hanno potuto perdersi due intere casse dei miei dolcetti al miele! Maledetti imbecilli!"
Il Primo Cavaliere marciava con passo deciso verso la soluzione del problema.
"Mio Lord, sarebbe arriv...", ma il povero soldato di casa Tarly non ebbe tempo di finire la frase che già Lord Leyton l'aveva superato, ignorandolo.
"Come si fa a governare un regno senza dolcetti al miele?"Ancora un paio di scocciatori liquidati con un: "non ora, sono occupato in faccende ben più importanti".
"Quanto sono buoni i miei dolcetti al miele? E qualche babbeo se li è perduti, o peggio, mangiati. Ah, se la pagherà. Maledetti!"

Di pensiero in pensiero, alquanto monotematici, il disperato lord era finalmente arrivato a destinazione: la voliera. Era imperativo far arrivare il suo pasticciere di fiducia da Vecchia Città, e poi subito mandare i propri soldati a mettere sottosopra l'intera Capitale, fino a trovare un sostituto temporaneo... erano tempi difficili, di guerra, e bisognava saper fare sacrifici. Il pasticciere di rimpiazzo era una scelta drastica e dolorosa, ma Lord Leyton aveva spirito di adattamento.

Aprì la porta della voliera di slancio, quasi con violenza. E si bloccò, di fronte a ser Raymund e Maestro Colemon.
"... miei buoni signori, vedo che la Ragion di Stato tiene occupati pure voi. Ero qui per questioni della massima urgenza, ma vedo che...", Lord Leyton si bloccò di fronte a quello che aveva l'aria di essere una pergamena ricavata da un'intera pecora, "... qualcuno ha imparato ad addestrare albatros per recapitare messaggi?"

[Modificato da Roland Crakehall 20/03/2018 22:26]

Nella seconda partita: Qhorin il monco
Nella terza partita: Roland, Lord di Crakehall
Nella quarta partita: il vecchio Bob
20/03/2018 22:44
 
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Ed ecco che le aspettative del maestro erano state esaudite. Si vedeva lontano un miglio che il Primo Cavaliere era infastidito per qualche ragione. Chissà se fosse stato interrotto in qualche faccenda importante da qualche servo che l’aveva richiamato alla voliera per la questione Baratheon, o se ci fosse arrivato per altri motivi. Di sicuro non era entrato nella stanza con la migliore disposizione d’animo, ma il Maestro era convinto che la situazione tragicomica gli avrebbe strappato un sorriso.

Gli allungò la pergamena, in parte ripiegata perché di proporzioni titaniche, una volta che lui e Ser Raymund ebbero finito di leggerla.

“Non so se abbia imparato ad addestrare uccelli di quelle dimensioni, ma di certo ha imparato ad addestrare le donne come spina portante del suo esercito. E pare abbia anche imparato come reclutare uomini da lontane terre d’oriente, a giudicare da questi nomi impronunciabili. Ma credo che Robert Baratheon non abbia ancora imparato che se un accordo di pace non è firmato, per quanto possa essere proposto, le armi non vengono buttate nel dimenticatoio.”
20/03/2018 23:44
 
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"Ah già, la pergamena... ser Fossoway mi aveva informato dell'arrivo di un corvo, ma sapete com'è, pensa una cosa, pensa l'altra..." borbottò Lord Leyton. E con fare distratto iniziò a rigirare il foglio offerto dal Maestro, sperando di nascondere così un certo imbarazzo.

"Charlotte... ehm, Poppy?" Occhiata interrogativa agli altri due. "Molto interessante". In realtà dalle parti di Arianna la mente del Primo Cavaliere era già tornata a gravitare attorno alla drammatica mancanza dei suoi biscottini preferiti.
"Chissà se sono davvero 340? Li facciamo contare?" Ma la battuta risultò fiacca, e pure la risatina dello stesso Lord Leyton fu forzata. In situazioni così gravi gli era impossibile mantenere il buon umore e quell'ennesimo contrattempo non ci voleva proprio.

"Beh, che dire, è un peccato vedere sprecata così tanta precisione. Se i servitori di palazzo fossero scrupolosi la metà di Robert Baratheon ora non saremmo senza i miei dol..."
"Porc..." Lord Leyton si era quasi tradito, ma riprese con una certa prontezza: "cioè... ora non avremmo alcuna difficoltà organizzativa".
"Comunque, Maestro Colemon, concordo con voi: questa farsa della tregua autoproclamata deve finire. E' meglio se il Re prende in mano la situazione e spiega al giovane Robert le regole di base di una guerra. Tra l'altro, ho l'impressione che quel quarto di bue che ha usato per scriverci di pace, sia stato una proprietà degli stessi Lord che ora stanno assaltando la Porta Insanguinata. Divertente, no?" Altra risatina forzata.
"Pure il Baratheon e le sue stramberie... ma che giornata di merda." pensò. Non si trattava più di una psicologica mancanza di zuccheri: ormai era vero sconforto.
[Modificato da Roland Crakehall 20/03/2018 23:46]

Nella seconda partita: Qhorin il monco
Nella terza partita: Roland, Lord di Crakehall
Nella quarta partita: il vecchio Bob
22/03/2018 16:54
 
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"Senza i miei dol.."
Quelle mezze parole di Lord Leyton rieccheggiarono nella testa del Maestro.
Dol cosa? Dolori? Un altro a cui fare salassi! No, "senza i miei dolori" non ha molto senso. Bah.
Colemon, preso da questi pensieri, inarcò le sopracciglia.

"Ehm... Sì, molto divertente Milord." Un sorriso stiracchiato gli increspò il viso.
"Sarà meglio che scriva subito una missiva a Re Jon per metterlo a corrente della lettera Baratheon e del giudizio del Concilio sulla proposta di pace. Tra quello che avete proposto voi e quello che ha detto Lord Lannister ce ne sarà da scrivere. Tanto più che ora devo anche riassumere il plico di Robert."
Passerò i miei prossimi due anni di vita a scrivere questa lettera. Pensò rassegnato.
22/03/2018 22:42
 
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"Maestro, abbiamo degli scrivani per scrivere. Voi potete dettare e loro scriveranno."
Il Fossoway si grattò il mento: stava, in fondo dicendo ovvietà.
"Ma perché Lord Robert farebbe combattere delle donne?"
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