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Il Corvo: Parte II - Ipotesi

Ultimo Aggiornamento: 12/12/2017 19:58
12/12/2017 19:58
 
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Il Corvo aveva passato innumerevoli ore davanti al tavolo operatorio. Certo, come semplice apprendista della cittadella non era incaricato degli interventi in prima persona: seguiva semplicemente l'insegnamento dei maestri ed aiutava con le piccole cose. Molto comuni erano le amputazioni, ma aveva assistito anche a casi di fratture, pugnalamenti, avvelenamenti... ne passava di ogni, su quel tavolo della torre di Old Town.

A volte, anzi piuttosto spesso, il paziente era troppo grave anche per il miglior maestro. E quando il paziente moriva, se non vi erano parenti a reclamarne la salma, il corpo veniva trattenuto per far esercitare gli apprendisti. Era così che il Corvo aveva iniziato ad aprire quei sacchi di carne, per capire come funzionavano. Creature affascinanti gli esseri umani, così robusti ed al contempo delicati, così semplici ma complessi.

Tra le altre cose aveva imparato che, contrariamente alle credenze comuni che la piazzavano nel cuore, la volontà dell'uomo stava nel cervello. Il caso inconfutabile si presentò sotto forma di un soldato, colpito al cranio da una pesante mazza ferrata. Nonostante l'elmo, l'osso aveva ceduto, schiacciando gran parte della materia grigia all'interno.
Eppure l'uomo non era morto, solamente versava in stato vegetativo.

Dunque, se il cervello era l'origine dei pensieri e sede della volontà, come faceva questa a trasmettersi al resto del corpo per essere messa in atto? Ecco che la funzione di quei curiosi tubicini passanti all'interno delle vertebre, che i maestri chiamavano nervi, diventava chiara: trasmettere l'informazione. Il come non gli era del tutto chiaro ad oggi.

Però una cosa era sicura: per riprogrammare questi reietti, era proprio lì che doveva intervenire.

Su di un tavolo davanti a lui, uno dei ribelli giaceva legato a pancia in giù, la testa anch'essa fissata con un nastro di cuoio. Con un coltello affilato, il Corvo iniziò a radere i capelli della prima cavia, per scoprire meglio il collo. Di fianco a lui, gli strumenti di taglio riflettevano la luce fioca di una candela, e le urla dell'uomo sul tavolo erano solo il sottofondo transitorio di quella che sarebbe stata la chiave della vittoria di Quellon Greyjoy.
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IN GIOCO: Lord Quellon Greyjoy



Nella sesta partita, Lord Tywin Lannister, protettore dell'Ovest, tradito con le brache calate come nei libri
Nella quinta partita, Rattleshirt, un uomo libero che ha portato i suoi mammut sulle spiagge di Old Town
Nella quarta partita, Lord Paxter Redwine, sfortunato ammiraglio della flotta ribelle
Nella terza partita, Oberyn Martell
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