| | | OFFLINE | | Post: 6.492 | Giudice***** | |
|
06/05/2018 00:05 | |
7 - “Ineluttabile” di inzaghina.EFP.
Totale: 40.1/55.
1) Grammatica e ortografia: 8.6/10.
La grammatica va abbastanza bene, ma c’è qualche problema con la punteggiatura e qualche errore di distrazione, che in un testo così breve non dovrebbero esistere.
“La prima volta che i loro occhi ridenti s’incontrarono dopo una delle caustiche battute di Sirius, si sentì avvampare rendendosi conto che al cospetto di quello sguardo si sentiva nuda e che quanto provato con tutti i ragazzi con cui era stata impallidiva al confronto di quello che una sua semplice occhiata le faceva provare.”: “La prima volta che i loro occhi ridenti s’incontrarono, dopo una delle caustiche battute di Sirius, si sentì avvampare rendendosi conto che al cospetto di quello sguardo si sentiva nuda, e che quanto provato con tutti i ragazzi con cui era stata impallidiva al confronto di quello che una sua semplice occhiata le faceva provare.” (- 0.40).
“Lui che aveva perso troppe persone nella sua vita e che tentava in ogni modo di non avvicinarsi nessun altro per non incorrere nella possibilità di perderlo.”: “di non avvicinarsi a nessun altro” (- 0.20).
“Il loro primo bacio avvenne una notte d’inverno, dopo aver condiviso una bottiglia di Odgen’s”: “Ogden” (- 0.20), senza genitivo sassone, visto che siamo in Italia.
“L’auror chiuse la distanza che li separava posando le proprie labbra su quelle di lui con forza, sentendo il medesimo sapore di Whiskey sulla sua lingua voluttuosa.”: “Auror” (- 0.20) e ti consiglio di cambiare “chiuse la distanza”, metterei un più appropriato “eliminò la distanza che li separava”.
“Ritornò una notte d’inverno e si scontrarono sulle scale buie di Grimmaud Place”: “Grimmauld Place” (- 0.20).
“La spogliò frettolosamente, ansioso di sentire il suo corpo guizzante sotto le proprie mani e riempirsi gli occhi di immagini di lei.”: “riempirsi” è retto da “ansioso”, ma, dato che la frase è lunga, la reggenza si perde per strada, quindi io l’avrei ribadita con un sinonimo, come “desideroso di riempirsi” (- 0.20).
2) Stile (lessico, figure retoriche, uso di aggettivi e avverbi): 6.5/10.
Il tuo stile è molto semplice, lineare, scorre agevolmente. Il registro che utilizzi è medio, con termini di uso quotidiano, e mi è sembrato abbastanza omogeneo.
Trovo però che sia poco incisivo, non colpisce la fantasia dei lettori né, a mio avviso, la loro sfera emotiva. In questo sei sicuramente ostacolata dal fatto di aver scelto di raccontare praticamente tutta la storia della coppia in una sola flash, invece di concentrarti su uno o due singoli episodi, in modo da rendere la narrazione più centrata e, di conseguenza, meno generica. Un conto è dover descrivere superficialmente diversi eventi, un conto è sceglierne uno solo e studiarlo, per farne risaltare i dettagli e le sfumature emotive.
Ti consiglio anche, se vuoi inserire più scene in momenti temporali diversi, di dividerle con un segno grafico (degli asterischi, per esempio): una linea vuota non è, a mio avviso, abbastanza efficace. Ad esempio, qua: “Lui con quegli abiti trasandati e l’espressione triste, il volto segnato dalle cicatrici ed i capelli ingrigiti precocemente. Lui che aveva perso troppe persone nella sua vita e che tentava in ogni modo di non avvicinarsi nessun altro per non incorrere nella possibilità di perderlo./Il loro primo bacio avvenne una notte d’inverno, dopo aver condiviso una bottiglia di Odgen’s con un Sirius estremamente preoccupato per il figlioccio e depresso dalla reclusione.”. Parli di due momenti molto diversi: la prima volta che lei rimugina su di lui e il loro primo bacio, avresti dovuto separarli adeguatamente, altrimenti sembra tutto consecutivo. Lo stesso qua: “Per giorni la evitò, abbassando imbarazzato lo sguardo le rare volte in cui si vedevano alle riunioni. Quel bacio popolò i sogni della ragazza per settimane, fino a diventare un pensiero fisso, l’unico che la distogliesse dalla guerra che incombeva sul loro mondo./Il loro secondo bacio fu bagnato dalle lacrime che li accompagnarono per settimane dopo la perdita di Sirius.”, descrivi momenti talmente diversi e talmente lontani che va inserito un divisorio.
Inoltre, ho notato un problema col lessico: utilizzi dei termini che sono un po’ “stereotipati” o, per dirla meno gentilmente, usati nelle peggiori fanfiction. Ti faccio qualche esempio: “pagliuzze dorate che venavano i suoi occhi verdi”, “lingua voluttuosa”, “corpo guizzante”, sono tutte scelte di dubbio gusto che, personalmente, non trovo efficaci in un contesto amoroso.
L’aspetto che, però, mi ha convinta meno è che il testo non solo è poco incisivo, ma sembra un elenco: tu descrivi delle azioni – Tonks che inciampa, i baci che si scambiano, quando fanno l’amore -, ma lo fai in maniera molto superficiale, senza scavare per andare più in profondità. Il risultato è che il testo è un elenco di voci di ciò che i personaggi hanno fatto, ma il lettore non riesce a intuire cos’abbiano provato, di che umore fossero, le conseguenze emotive dei loro gesti. Se tu scrivi che Tonks perde i poteri perché è depressa, non è la stessa cosa che spiegandolo attraverso delle immagini che lo facciano “vedere” al lettore (Esempio: “Da quando lui l’aveva lasciata, Tonks non riusciva più a respirare, non riusciva più a vivere. Il mondo le sembrava grigio invece che a colori, lei (corsivo) era grigia invece che a colori.”, è la prima stupidaggine che mi è venuta in mente e sono le cinque del mattino, ma concorderai con me che rende il suo stato d’animo molto bene!).
Dovresti prendere in considerazione l’idea di usare nelle tue storie più metafore e immagini – immagini che siano legate all’emotività e alla caratterizzazione del personaggio, non come mero abbellimento stilistico, se no non servono a niente.
Inoltre, questa storia non presenta nessun dialogo e anche il corsivo è praticamente assente – lo utilizzi soltanto una volta. Anche queste mancanze non contribuiscono a dare spessore alla storia e, nel caso del corsivo, ti precludi un importante strumento per sottolineare certi concetti e rendere più incisivo il testo.
3) Titolo: 3/5.
Il titolo in sé è abbastanza carino, ma devo dire che non mi ha conquistata, perché non ho sentito quel senso di inevitabile, di ineluttabile, nella storia.
Mi piace il significato che sottintende e il fatto che descriva – con una sola parola – il rapporto che intercorre tra i protagonisti, ma il fatto che non sia ripreso ed esaltato nel testo lo rende un po’ generico e fa perdere al termine quel che di categorico che gli è proprio.
4) Caratterizzazione dei personaggi e attinenza ai contenuti del bando: 8/10.
Parto col dirti che io sono stata convinta per parecchio tempo che la tua storia fosse una Sirius/Tonks. Questo perché non è una grande idea citare Sirius nella prima frase se non è lui il protagonista e se non citi anche i protagonisti; tra l’altro, Sirius lo citi anche in un’altra occasione, mentre Remus e Tonks soltanto una volta. Questo non solo mina la comprensione del testo, ma influenza anche l’incisività, perché “spersonalizza” il testo e rende difficile l’immedesimazione.
Un’altra cosa che voglio farti notare è che è una pessima idea racchiudere tutta una storia d’amore in una flash. Si riesce a trattare tutto con superficialità e non col dovuto approfondimento, difficilmente verrà una storia di qualità se ti limiti a fare un elenco di ciò che i tuoi personaggi hanno vissuto senza farlo a tua volta “vivere” al lettore.
Per quanto riguarda la caratterizzazione, invece, sono più soddisfatta.
Tonks, nella descrizione che fai di lei, mi è sembrata molto simile all’originale: buffa, goffa, però anche tenace, decisa. Non si lascia scoraggiare dalle avversità che deprimono così tanto Remus e devo dire che mi hai divertita quando le hai affibbiato l’avverbio “languidamente”: l’ho trovato curioso, ma non scorretto e neanche inverosimile. Anche il dettaglio sui capelli che cambiano seguendo il suo umore e le sue emozioni mi è piaciuto, è molto canon e sicuramente adatto – anche se avrebbe potuto essere espresso con molta più incisività (ad esempio: “oltre quei capelli rosa acceso che si spengono di colpo, come una lampadina fulminata”, dalla mia prima e ultima Tonks/Remus).
Remus, anche, mi è sembrato azzeccato. Inesorabilmente attratto da lei, ma consapevole che sia un errore. L’ho proprio riconosciuto mentre cerca di starle alla larga, poi cede di nuovo, e poi di nuovo le dice “dimenticami, non sono fatto per te”, e alla fine cede di nuovo. Hai descritto bene il suo senso di colpa, ma anche la sua attrazione per Dora.
Avrei voluto però che dessi maggior valore a certi eventi: la morte di Sirius – mi è venuto male a vederla accantonata in una riga! - o anche il loro primo bacio, o la prima volta che vanno a letto insieme. Se avessi scelto un momento preciso e l’avessi sviluppato concentrandoti su tutti i dettagli, le sensazioni, gli stati d’animo, i gesti e i significati, sarebbe venuta una storia bellissima!
Certo, le caratterizzazioni – come il resto del testo – sono un po’ superficiali, si fermano all’apparenza e non scavano veramente nel profondo degli animi dei personaggi. Però, nel complesso, te la sei cavata bene comunque.
5) Sviluppo della coppia e del sentimento amoroso: 7/10.
In linea di massima, hai centrato l’atmosfera che aleggia attorno a questa coppia – soprattutto, non ci hai messo cose melense. Sicuramente si vede che hai dimestichezza con la coppia e che sai qual è il rapporto tra loro, il problema, a mio avviso, è che non l’hai espresso con la necessaria efficacia. La tua storia è troppo “leggera”, non va a fondo, e l’emotività ne risente parecchio.
Le scene che hai descritto – soprattutto quella del primo bacio, che è quella su cui ti sei dilungata di più – sono anche carine, tenere, ma le hai liquidate talmente in fretta che non ho fatto in tempo nemmeno a provare un fremito. Lo stile freddo non ha aiutato.
Ripeto, non hai gestito male la coppia, ma lo sviluppo del sentimento amoroso è pari a zero: la storia non è avvincente, non è coinvolgente, non fa emozionare. I personaggi si cercano, si sfiorano, si trovano e si perdono, ma le loro emozioni non arrivano al lettore, non le hai descritte, e questo in una storia che parla di una coppia è un bel problema.
6) Gradimento personale: 7/10.
In linea di massima, la storia non mi è dispiaciuta. Sei stata sicuramente molto brava e attenta con le caratterizzazioni, che è una delle cose che apprezzo maggiormente in una storia, ed ho apprezzato molto anche che tu non ti sia lasciata trascinare dal sentimentalismo – di questa coppia, che sarebbe anche stuzzicante, viene sempre fatto scempio con il fluff.
Tuttavia, ho trovato la storia nel complesso poco incisiva, lo stile un po’ semplice e con qualche aspetto da sistemare. Anche la scelta di descrivere buona parte della loro relazione in una sola storia – per altro di 500 parole – non mi è sembrata vincente, sempre per una questione di incisività.
E poi – questione che sembra una sciocchezza, ma non è da poco – per diversi giorni sono stata convinta che la tua fosse una Sirius/Tonks! Decisamente l’idea di citare Sirius a inizio flash e prima del protagonista maschile non ha giovato al tuo testo.
6 - “Con tutta l’anima” di S.Elric_.
Totale: 40.9/55.
1) Grammatica e ortografia: 8.4/10.
Buona, però ci sono solo alcune sviste.
“E Lily non sa se quel pomeriggio sia stato il frutto onirico dei sui pensieri o se quel bacio è accaduto veramente”: “sia accaduto” (- 1).
“Si accorge che lui quando la incontra per i corridoi della scuola, le sorride timidamente, le iridi nere la cercano a lezione, ma lei non ricambia lo sguardo”: va una virgola prima di “quando” (- 0.20).
“Nessuno le hai insegnato ad amare. Nessuno l’ha mai amata.”: “le ha” (- 0.20).
“e di ciò che potrebbe fare al suo cuore vergine che più di ogni altra cosa desidera essere violato.”: ci vuole una virgola dopo “vergine” (- 0.20).
2) Stile (lessico, figure retoriche, uso di aggettivi e avverbi): 7/10.
Il tuo stile solitamente mi piace molto, perché è estremamente diretto ma, nel contempo, emotivo: riesco sempre ad immedesimarmi nei tuoi personaggi.
Non ti ho fatto appunti sul lessico, perché credo tu l’abbia scelto bene e con molta cura: ti mantieni su un registro medio, con termini di uso comune, quotidiano, che nell’insieme risultano armonici e aggraziati.
Penso, però, che avresti dovuto fare un uso maggior del corsivo, che è importantissimo in un testo per sottolineare certe magiche alchimie, certe squisite associazioni. Un testo senza corsivo è un testo infelice, ecco.
Tuttavia, il problema principale di questa storia è la struttura interna. La prima parte è perfetta, con poche frasi secche e una singola parola posta al centro, in corsivo, in una posizione rilevante che dice tutto e che sottolinea enormemente il concetto. La seconda parte, invece, è un blocco unico che penalizza non poco la lettura, sia a livello di chiarezza/comprensione, sia di incisività, perché i concetti, tutti accalcati come sono, perdono di valore e non risaltano come potrebbero e dovrebbero; e risalta spiacevolmente, in contrapposizione all’eleganza e all’efficacia della prima parte.
Diamo un’occhiata – ti ho copia-incollato il testo, solitamente metto prima l’originale e poi quello con le mie correzioni, ma qui è un blocco unico e non so come dividere le sezioni, quindi ho messo il testo direttamente corretto, con le mie note tra parentesi.
“Inizia tutto con un gioco di sguardi./Lysander si accorge delle occhiate della piccola Potter, le ricambia forse per noia, forse per scherzo./(cambia il punto di vista, quindi meglio andare a capo) Lily sa che la vita la prende in giro ancora una volta, ma negli occhi neri di lui scopre tutto ciò che ha sempre voluto e mai ottenuto: se stessa./Fa finta di nulla, Lily. Cammina a passo ponderato nel castello: come unico interlocutore il rumore delle sue scarpe sul pavimento tirato a lucido./Vaga in silenzio, (meglio la virgola che “e”) a testa bassa, fingendo di non esplodere, di non bruciare per lui. Indossa la maschera dell’indifferenza, non parla con nessuno e lentamente dentro muore. (qui chiudi la frase: non si può scrivere che la protagonista “muore dentro”, mettere i tre puntini e pretendere di essere ancora credibile! Inoltre, metterei il “muore” in corsivo per dare una sferzata emotiva al lettore)/Lui la guarda di tanto in tanto, ma non fa altro (sostituirei “altro” con “nient’altro”, è più categorico e meno generico, meno banale), non percorre quella breve e infinita distanza che intercorre tra di loro./(nuovo cambio di prospettiva, a capo di nuovo)E anche Lily continua a rimanere ferma, congelata dalle sue insicurezze e paure. Bloccata nella ragnatela tessuta dalle sue ansie, dal suo sentirsi inadeguata in ogni istante./Forse avviene tutto nella sua testa. Forse quel lento sfiorarsi con gli occhi è solo un embrione malato concepito dall’unione di speranza e fantasia./Poi, come in un sogno, in un pomeriggio buio dal cielo denso di nubi, Lysander la bacia./Le sue labbra carezzano con estrema dolcezza quelle di Lily che piange (in corsivo, sottolinea il concetto; poi via il punto fermo e metti la virgola, così crei una ripetizione ad effetto), piange perché vorrebbe sbocciare. Vorrebbe più (“più” non “di più”) di un bacio, vorrebbe essere adatta (“adatta” in corsivo: stai sottolineando quanto Lily si senta sbagliata, ci vuole forza nell’esprimere un concetto simile)./Vorrebbe sentirsi normale e sprofondare nelle braccia di Lysander, affogare nel suo profumo e nella sua pelle e cucirla insieme con la sua./Ma il ragazzo (un più intimo “lui” non sarebbe male, al posto di “il ragazzo”) si allontana con la stessa facilità con cui si è avvicinato, e Lily non sa se quel pomeriggio sia stato il frutto onirico dei sui pensieri, o se quel bacio sia accaduto veramente.(“ci sia stato veramente” è più schietto, ma va bene anche la tua versione)/Si accorge che lui, quando la incontra per i corridoi della scuola, le sorride timidamente, le iridi nere la cercano a lezione, ma lei non ricambia lo sguardo. Vorrebbe saperlo fare con tutta l’anima (tenere il corsivo originale), ma non ne è capace./Nessuno le ha insegnato ad amare. Nessuno l’ha mai amata.(metterei tutto in corsivo)/Lily ha paura (“paura” in corsivo) di lui… e di ciò che potrebbe fare al suo cuore vergine, che più di ogni altra cosa desidera essere violato./E lentamente il tempo le scivola addosso come un mantello, lasciandola esposta alle intemperie della sua mente./Qualcosa è mutato dopo quel breve contatto, ma la ragazza non comprende in pieno cosa: è in balìa delle onde, oscilla tra il desiderio di essere di più e la paura di cambiare e diventare davvero se stessa./E così si trascina senza meta e si spegne lentamente, come un incendio sotto la pioggia.”
Spero che le mie correzioni non ti abbiano infastidita, è stato più forte di me sistemare quelle piccole sbavature che possono rendere la tua storia veramente molto più godibile e incisiva!
Se vorrai applicare le mie correzioni o parte di esse, confronta però bene con l’originale, perché dove ho cambiato solo qualche virgola non l’ho segnalato con le parentesi.
3) Titolo: 4.5/5.
Devo dire che il titolo che hai scelto mi piace molto, come mi piace il fatto che sia ripreso nel testo: è un particolare che aumenta sempre il mio gradimento.
“Con tutta l’anima” è incisivo, intenso, da batticuore. Lo trovo molto bello ed espressivo, perfetto per una storia d’amore. Sicuramente riuscirà ad attirare i lettori: sebbene non sia originalissimo, colpisce la fantasia di chi legge e invoglia ad aprire la storia.
Non ti ho dato il punteggio pieno perché il titolo è molto più straziante ed emotivo della storia in sé, che invece ha qualche carenza sul piano sentimentale, e non ho apprezzato più di tanto questo squilibrio, che mina la coesione del tutto.
4) Caratterizzazione dei personaggi e attinenza ai contenuti del bando: 7/10.
Non te la sei cavata male in questo parametro, anzi, devo dire che la tua storia non mi è per niente dispiaciuta – anche se ci sono alcuni aspetti che non mi hanno convinta del tutto.
La protagonista assoluta di questa storia è senz’altro Lily, che emerge in tutte le sue sfaccettature in un’interpretazione estremamente variegata e credibile. Ho amato il fatto che tu abbia insistito sulle sue fragilità emotive, sul suo sentirsi inadatta, sbagliata, addirittura “brutta”: mi è proprio piaciuto, perché è davvero originale abbinato a questo personaggio. Anche il suo atteggiamento schivo, riservato, timido, si sposa con le insicurezze di cui è vittima: me la sono proprio immaginata, Lily, che vaga con la testa bassa nei corridoi, e sobbalza a ogni scoppio di risa pensando che è lei che stanno deridendo. In questo sei stata sublime, hai saputo dare una rappresentazione di Lily in queste vesti che non solo “parla”, ma “respira” proprio!
L’unico aspetto di Lily che mi ha convinta poco è quel “Nessuno le ha insegnato ad amare. Nessuno l’ha mai amata”, che, associato alla figlia adorata di Harry e Ginny, proprio non si può vedere. Immagino che tu intendessi questa frase in chiave amorosa – visto che più avanti fai anche riferimento al suo “cuore vergine”, con un aggettivo decisamente allusivo! -, ma avresti dovuto formularla in modo leggermente diverso per fugare ogni dubbio: “Nessuno ancora le ha insegnato ad amare. Nessuno l’ha mai amata.”, ma la seconda frase si presta ancora ad ambiguità. Probabilmente devi proprio cambiare struttura per non confondere i lettori: “Nessuno le ha ancora insegnato l’amore/Non ha ancora assaporato l’amore. Nessuno l’ha ancora amata.”, trovo fastidiosi tutti quegli “ancora”, ma è l’unico modo per non far pensare ai genitori quando scrivi “Nessuno l’ha mai amata”.
Per quanto riguarda Lysander, invece, purtroppo compare molto poco e in maniera per certi versi contraddittoria. Non ho capito appieno il suo atteggiamento: prima la bacia e poi le sta alla larga. All’inizio ho pensato fosse una questione di timidezza, ma l’ho esclusa perché il fegato per avvicinarla una volta e addirittura baciarla l’ha avuto – e si sa che è sempre la prima volta ad essere la più problematica! -, e quindi non vedo perché non rifarlo, tant’è che lei addirittura si è messa a piangere dalla gioia quando lui se l’è filata. Ho poi pensato che avesse scambiato le lacrime di lei per un pianto di infelicità – ma che cafone a non consolarla! Ho quindi risolto pensando che, come tutti gli uomini, è un po’ bipolare e “vuole sentirsi desiderato”: ma noi tratteggiamo versioni migliori di quelle reali!
Scherzi a parte, questa incoerenza comportamentale – che, a pensarci bene, è tipica del poco gentil sesso, ma di solito avviene dopo che hanno ottenuto quello che vogliono, e mi fermo qui perché altrimenti diventerei troppo “francese” - inficia la sua caratterizzazione, indebolendola non poco. Questo, unito alla poco presenza – tra l’altro, sempre filtrata dal punto di vista di Lily, che frappone un altro velo tra il personaggio e i lettori – di Lysander, mi hanno convinta poco.
5) Sviluppo della coppia e del sentimento amoroso: 7/10.
Il problema è lo stesso del parametro precedente, e cioè che Lily è la protagonista della storia e eclissa Lysander completamente – Lysander che, con i suoi occhi neri e i suoi atteggiamenti equivoci, non aiuta per niente!
La coppia mi è anche piaciuta in sé: questo desiderarsi senza riuscire ad afferrarsi è una cosa che mi fa salire un fastidio terribile nelle storie (di fatti, nelle mie finiscono sempre per sbranarsi e poi pentirsi, i miei personaggi non scelgono mai di “non scegliere”), ma qui l’ho trovato appropriato, soprattutto vista la giovane età di entrambi. Tuttavia, se volevi proseguire su questa china, il bacio era meglio se non ce lo mettevi, oppure dovevi inserire una spiegazione sul perché Lysander poi non si sia più avvicinato a lei, perché così è incoerente – a meno che non sia tutto frutto della fantasia di Lily, una prospettiva inquietante ma che il testo non sembra suggerire.
Il bacio mi è piaciuto, sembra proprio uscito da un sogno, tanto Lily è incredula – le emozioni di Lily sono quelle rese meglio -, però mi è sembrato inserito tanto per fare “interazione di coppia”, visto poi il comportamento dei due personaggi – di Lysander più che altro, Lily è coerente nella sua timidezza patologica e nella sua incapacità di scegliere.
Insomma, più che una storia di coppia, questa è una storia di dolore e non accettazione di sé, con sullo sfondo la cotta per un ragazzo che, come tutti i ragazzi, complica solo le cose e non riesce ad offrire nessun aiuto di sorta.
6) Gradimento personale: 7/10.
La storia mi è abbastanza piaciuta. Questa coppia mi piace – l’ho usata qualche volta nelle mie storie – anche se non ne vado matta: tuttavia, la tua interpretazione mi è piaciuta. Soprattutto ho apprezzato Lily, non mi era mai capitato di leggerla – né di immaginarla! - così insicura e riservata: l’ho immaginata qualche volta con problemi di accettazione relativi al suo aspetto, ma sempre comunque un peperino, bella grintosa. La tua Lily è come un fiore che sta già appassendo, nonostante sia giovanissima, e questa decadenza prematura mi ha affascinato molto.
Il mio gradimento personale, però, è stato condizionato dallo stile, che mi è sembrato un po’ acerbo e che ha decisamente bisogno di una sistemata nella seconda parte, e della quasi totale assenza di Lysander, la cui caratterizzazione resta piuttosto oscura. Da un lato, è stato anche intrigante non saperne di più di lui, vedere solo questi “occhi neri” imperscrutabili e illeggibili; dall’altro, però, non posso non tener conto del fatto che doveva essere una flash di coppia e che, in linea di generale, le flash più sono chiare e immediate e meglio è.
In ogni caso, una lettura gradevole.
5 - “Un sogno azzurro” di Madame_Padfoot.
Totale: 43.4/55.
1) Grammatica e ortografia: 9.4/10.
La grammatica va bene, c’è solo qualche imprecisione.
“Quel ragazzo che osservava, con aria pensosa, la lapide sotto la quale riposavano Kendra e Ariana, non poteva essere Gellert.”: toglierei la virgola dopo “Ariana” (- 0.20).
Anche qui toglierei la virgola: “gli era bastato solo vederlo, per farsi travolgere dal quel sogno troppo azzurro.” (- 0.20).
“Ma lui… /«No!»/… non era quello di Gellert.”: non capisco bene cosa intendi qui, se è come l’ho intesa io sarebbe più d’impatto “non era di Gellert”. Se invece ha un altro senso, era meglio esprimerlo con altre parole per un risultato più chiaro (- 0.20).
2) Stile (lessico, figure retoriche, uso di aggettivi e avverbi): 7.5/10.
In linea di massima, il tuo stile mi piace abbastanza. Lo trovo semplice, ma scorrevole, e non mi annoia mai. Trovo che la resa emotiva sia buona: i sentimenti dei protagonisti arrivano senza problemi al lettore, che riesce ad immedesimarsi nei personaggi senza problemi – il che è un gran pregio!
Di questa storia, ho apprezzato particolarmente gradevole la struttura: ho trovato ottima l’idea di mettere tutto il testo allineato a sinistra e poche, salienti frasi in corsivo a destra – rappresentano la tentazione inconfessabile, il lato più “invitante” di Gellert, quindi hanno una rilevanza non solo tematica, ma anche emotiva.
Anche il tuo uso del corsivo mi sembra molto giusto, si vede che hai una certa dimestichezza con questo metodo di sottolineare certi concetti e certe espressioni. Io amo spassionatamente il corsivo e tu ne hai fatto un uso ottimo, molto equilibrato.
Trovo, però, che, per essere Albus e Gellert, il lessico sia un po’ troppo semplice. Vero che non sono ancora adulti, ma nel 1898 a sedici anni eri già un uomo, e loro erano geniali già allora – i sedicenni normali non progettano di rovesciare la nazione! Termini o espressioni come “picchiare” (meglio “aggredire”) o “dovevo vederti, ho bisogno di te” mi sono sembrate strane in bocca a personaggi di questo calibro.
Ci sono poi alcune frasi che presentano delle imperfezioni, secondo me.
“era scappato senza neppure voltarsi”: l’espressione intera sarebbe “voltarsi indietro”, non è una regola, ma è talmente un classico che così la frase sembra monca.
“Gellert distolse lo sguardo mentre borbottava quelle parole, quasi gli costasse fatica dirle, fuggente come sempre.”: “dirle” è molto generico, meglio qualcosa di più specifico come “pronunciarle” - sempre per la questione che stai trattando un certo tipo di personaggi – e poi non capisco se volevi scrivere proprio “fuggente” o se intendevi “sfuggente”. Io credo “sfuggente”, che vuol dire “elusivo, enigmatico, che non lascia trapelare emozioni” e non “fuggente”, che significa “che si allontana velocemente”. Non sono sicura, però, quindi non ti ho tolto punti in grammatica – tanto a livello di classica - 0.20 non fa la differenza, nel tuo caso.
“Gli voltò le spalle, il cuore traditore gli artigliava furioso il petto: non si sarebbe mostrato debole, non a lui.”: non è sbagliato, ma visto che è una ripetizione sta meglio “non davanti a lui”, che evidenzia anche meglio la distanza tra i due. Per come hai costruito la frase, così suona male, perché il collegamento tra “mostrato debole” e “a lui” è spezzato da un “non” che confonde la lettura.
“Ci stava ricascando, sciocco, ed era inutile prendersi in giro: gli era bastato solo vederlo, per farsi travolgere dal quel sogno troppo azzurro.”: io avrei messo “sciocco” in corsivo, così da dare ancora di più l’idea di un giudizio di Albus su se stesso – come le frasi a destra, per intenderci.
“Riusciva a vedere, finalmente, gli occhi, così spaventosamente azzurri, il sorriso beffardo che gli sfigurava i bei lineamenti e il fascio di luce rossa colpirlo selvaggiamente.”: ho capito cosa intendevi con “spaventosamente azzurri”, volevi dare un senso di terrificante, il problema è che l’azzurro è un colore che non fa paura a nessuno, anche quando è intenso da far male agli occhi. Diverso è se avessi scritto “un azzurro elettrico”, o “un azzurro alieno”, perché così l’immagine non rende. Inoltre, trovo che ci starebbe bene una virgola tra “lineamenti” e “e il fascio”, perché cambia proprio il campo di azione, e uno stacco sarebbe appropriato.
“Mentre cercava di rialzarsi, gli occhi rossi aggrappati ai nomi amati e la mano al fianco leso dall’incantesimo, la voce di Gellert graffiava, ancora, rabbiosamente all’orecchio.”: “arrossati” e non rossi, che fa pensare a Voldemort, in un contesto potteriano.
3) Titolo: 3/5.
Il titolo non è male, ma è un po’ generico, un po’ scialbo. Avrei preferito anche solo “Un sogno troppo azzurro”: il senso di eccesso dato dall’uso del termine “troppo” gli avrebbe dato quel guizzo in più e avrebbe tolto quel che di vago che la tua scelta possiede, rimandando ancora di più agli occhi di Gellert e all’immagine ad essi legata che si ripresenta più volte nel testo. Così l’ho trovato un po’ troppo “blando”, manca di incisività e anche di senso: non fa pensare a niente, non rimanda a qualcosa di chiaro, e il risultato è che non attira come dovrebbe l’attenzione dei lettori.
4) Caratterizzazione dei personaggi e attinenza ai contenuti del bando: 7/10.
Devo dire che la tua caratterizzazione non mi è dispiaciuta, anche se ci sono degli aspetti che non condivido.
Se ho capito bene – e credo di sì – la tua storia si svolge qualche tempo dopo la morte di Ariana. Alla luce di ciò, il comportamento di Albus mi sembra troppo “impetuoso”. Se la scena si fosse svolta subito dopo la morte della sorella, non avrei avuto niente da ridire, ma così mi è sembrato troppo arrabbiato, più che altro perché sappiamo com’è Albus: riservato, non lascia trapelare nulla, “ha succhiato la segretezza insieme al latte di nostra madre”, come dice Aberforth. È una persona molto chiusa e orgogliosa, dubito che avrebbe permesso a Gellert di scorgere il dolore che gli aveva fatto provare – soprattutto perché ci vedo benissimo un retrogusto di amore masochista, nel non voler farsi vedere soffrire per non far star male Gellert, che a sua volta non può tollerare di vederlo stare male. Ok, sto divagando, parlerei di loro per ore.
Non mi è sembrato inverosimile, invece, che Gellert andasse a cercarlo e che Albus, litigando, si facesse addirittura baciare. Soprattutto, ho trovato molto giusta la tentazione che prova ancora per il loro sogno, anche se immagino sia più per Gellert – non penso volesse perdere un’altra persona che amava, e trovarselo davanti che gli proponeva di scappare con lui dev’essere stata un’ardua sfida al suo autocontrollo – che per i Doni della Morte.
La caratterizzazione di Albus, in sintesi, mi ha convinto, ma trovo che sia stata un po’ “superficiale” - non nel senso di frivola, nel senso di poco approfondita – e che manchi di sfumature, ombre delicatissime e di tutti quei sentimenti così ambivalenti e contorti che caratterizzano il loro rapporto.
Per quanto riguarda Gellert, sono meno soddisfatta. Per quanto mi piaccia immaginarlo lunatico, trovo tu abbia un po’ esagerato in questo: prima lo desidera con sé al punto di confessargli quanto abbia bisogno di lui, contro le sue abitudini (come sottolinei), e alla fine gli scaglia contro quelle parole piene di rabbia. Ci sta che sia furente, ma Gellert non è stupido, doveva immaginare una reazione simile, e questo suo repentino cambio d’umore fa pensare più alla rabbia per un capriccio non andato a buon fine, piuttosto che al dolore di aver perso per sempre l’amore della propria vita.
Anche il fatto che ferisca Albus per me resta una grande incognita: non mi pare probabile che faccia “l’offeso” - ha ucciso sua sorella o gliel’ha fatta ammazzare, insomma! -, Gellert è troppo furbo e ha un fascino troppo incantato per “cadermi” in dei modi simili. Posso capire che fosse agitato all’idea di rivedere Albus, ma Gellert è uno che scommette per vincere: se è andato fin da lui, era convinto di poterlo riavere. Da questo punto di vista, mi sarebbe piaciuto di più leggere di una certa arroganza, infranta dal rifiuto di Albus – avrebbe rispettato la concezione che hai di lui come una persona un po’ fredda, come hai scritto nelle note – e di più tenerezza. Come per Albus, trovo che in generale tu ci sia, ma che ti manchi un approfondimento, uno sviscerare i personaggi, che non è semplice quando si ha a che fare con protagonisti di questo calibro.
Un ultimo appunto: sembra una cosa stupida, ma avendo entrambi gli occhi azzurri – Albus da canon, Gellert per tua scelta – si crea confusione. Avrei caratterizzato gli occhi di Gellert con una sfumatura e delle parole più precise. Io lo immagino con gli occhi verdi, ma se vuoi restare sull’azzurro c’è “ceruleo”, “azzurro fiordaliso”, “acquamarina”, “celeste”, “indaco”, “pervinca”, per restare solo sui colori, ma le espressioni che puoi inventare sono infinite!
5) Sviluppo della coppia e del sentimento amoroso: 8.5/10.
In linea di massima, anche qui non mi hai delusa: il sentimento reciproco – così sporco di rabbia, accuse, sensi di colpa – si sente certamente e la resa emotiva, da questo punto di vista, non è male. Il problema, per quanto mi riguarda, sono certi atteggiamenti dei personaggi, che non reputo adatti a loro e allo sviluppo della coppia.
Per esempio, Gellert che attacca Albus per una parola sbagliata. Non solo è inadatto per la loro caratterizzazione, ma trovo che sia proprio poco utile a livello di caratterizzazione. Penso volessi dare un tocco conflittuale al loro rapporto, ma non serve andare sul piano fisico, perché hanno già un rapporto privo di qualsiasi equilibrio.
Inoltre, vedere Gellert implorare l’amore di Albus, sentirgli dire – subito, senza nemmeno farsi pregare un po’ – quanto abbia bisogno di lui, non mi ha convinto. Gellert è un idealista e un seduttore, sa bene quanto potere abbiano le parole, e non le avrebbe sprecate così (anche questo sarebbe in linea con la tua idea di un Gellert calcolatore!). Io penso che, se il tuo – il tuo perché il mio è plateale, ma lasciamo stare – Gellert, un po’ freddo e “sfuggente”, si fosse mai lasciato sfuggire quelle parole davanti a un Albus distrutto dal dolore, ci sarebbe stata un’ottima possibilità che Albus rinsavisse e scappasse con lui.
Quando qualcuno che ti ama implora il tuo amore è difficile voltarsi dall’altra parte, più di quanto si pensi. E non importa che cosa ti abbia fatto prima.
6) Gradimento personale: 8/10.
Scommetto che sei tremante in un angolo ad aspettare il mio temibile giudizio sulla tua storia, che tratta della mia OTP, di cui io sono una maestra indiscussa... Ok, finito il prologo drammatico, posso dirti che la tua storia non mi è dispiaciuta!
Certo, ci sono degli aspetti su cui devi senz’altro lavorare, come lo stile e la caratterizzazione dei personaggi – sulla quale penso di essermi dilungata a sufficienza nell’apposito parametro -, però l’atmosfera della tua storia, le immagini che hai utilizzato, il modo in cui hai fatto interagire i due personaggi, non mi ha lasciata inviperita – com’è già successo con storie su questa coppia -, anzi, sono tutte cose che ho apprezzato.
Mi piacerebbe che scrivessi un’altra storia su di loro con una caratterizzazione più “a puntino”. Unica cosa – e mi rifaccio ai commenti di te e S.Elric_, che deve sentirsi a sua volta sgridata! -: non voglio mai più sentire l’aggettivo “malvagio” abbinato a Gellert. Gellert non è affatto malvagio, ragazze, e non assomiglia a Tom, non fatemi infuriare!
4 - “L’irreparabile” di Mitsuki91.
Totale: 46/55.
1) Grammatica e ortografia: 8/10.
La grammatica è buona, ma ci sono troppe imperfezioni per un testo così breve.
“Tom viene accolto dal Generale senza conoscere il significato del lieve sorriso che gli illumina gli occhi quando lui sente il suo nome.”: qui il “lui” è ridondante, si capisce perfettamente che ti riferisci a Gellert anche senza inserirlo (- 0.20).
Sono della stessa idea anche qui: “Tom rimane stranito dal tocco casuale di Gellert sulla pelle, mentre lui gli insegna come vincere una guerra- non ci è abituato, deve stare zitto, deve essere obbediente. Un buon soldato.” (- 0.20), inoltre non mi piace il punto fermo in un inciso, quindi avrei messo o i due punti dopo “obbediente” oppure sarei proprio andata a capo, per sottolineare ancora di più l’importanza di questo concetto (- 0.20).
Stessa cosa qui, il “lui” è di troppo: “Non sa che Gellert può vedere la sua anima sgretolarsi e che lui ride” (- 0.20).
“Gellert ha occhi e orecchie in ogni dove, persino ad Hogwarts”: la “d” eufonica davanti alle parole che cominciano per “h” non va (- 0.20).
“Oh Albus, come ti sentirai?”: la virgola va sia prima che dopo il vocativo, “Oh, Albus” (- 0.20).
“L’abbadono è una ferita che brucia e che chiede uno sfogo, una vittima, la creazione di un suo euguale”: “abbandono” e “eguale” (- 0.40).
“scappa lontano, con un grido un gola e un gioiello in mano”: “in gola” (- 0.20).
“a purificarsi dell’ignominia che l’ha corroso.”: “purificarsi dall’ignominia” (- 0.20).
2) Stile (lessico, figure retoriche, uso di aggettivi e avverbi): 8.5/10.
Il tuo stile solitamente lo amo, così graffiante e incisivo, pieno di immagini affascinanti che lasciano il lettore stordito, così coinvolgente. In questa storia, sebbene mi sia piaciuto molto, l’ho trovato meno efficace del solito, più semplice e lineare – una scelta che, con personaggi del genere, non mi è sembrata saggia fino in fondo.
Mi è piaciuta molto la struttura del testo, diviso in paragrafi e allineato a sinistra, tranne poche frasi taglienti allineate a destra e sottolineate dal corsivo – che, casualmente, erano sempre pensieri di Gellert diretti ad Albus, senza filtri.
Anche l’uso che hai fatto del corsivo lo apprezzo in pieno, riesci ad evidenziare sempre i concetti giusti. Ecco, forse per mio gusto personale, avrei messo in corsivo anche l’inciso finale in questa frase: “Tom avverte un brivido mentre l’alito di miele gli sfiora il respiro - parecchio tempo dopo si rende conto che Gellert offre solo a lui questo privilegio.”, per amor di simmetria, visto che è rimasto l’unico inciso non in corsivo di tutta la storia.
Un altro degli aspetti che ho gradito di più è un blando uso di lessico militare, che ha dato alla storia quel tocco in più in quanto a ricercatezza – d’altronde, siamo in ambito di guerra! Termini come “stratega di guerra”, “sul campo”, “Generale”, “soldato” hanno reso l’atmosfera più viva ai miei occhi di lettrice: pur non dilungandoti su spiegazioni che avrebbero portato via troppe parole, sei riuscita ad inquadrare bene il contesto.
Ho amato molto anche tutti i riferimenti al rapporto di allievo-maestro che intercorre tra i due: “l’allievo impara dal maestro per poi sconfiggerlo”, “mancato pupillo”, “suo maestro”. Rendono benissimo l’idea del rapporto che Tom e Gellert hanno avuto, così difficile e pieno di ombre, un rapporto di sudditanza in cui gli equilibri non sono affatto scontati.
Per quanto riguarda il lessico, ho amato anche le scelte che hai fatto per descrivere l’intesa sessuale tra i due, dandogli quasi un tocco “abusive”: “dev’essere obbediente”, “offre solo a lui questo privilegio”, “prezzo troppo alto da pagare”, “(pensa che) uscirà indenne dal desiderio del suo maestro”, “brividi involontari” in contrapposizione con “occhi (che) rimangono spenti, morti”, “risvegliare un appassito” (bellissima immagine, tra l’altro!), “a purificarsi dell’ignominia che l’ha corroso”. Sono tutte espressioni splendide, che fanno intuire bene molto più di quel che c’è scritto: il desiderio e il divertimento di Gellert nell’annullare Tom, nel sedurlo e sottometterlo, nel farlo suo nel senso più distruttivo del termine; e Tom che subisce impassibile, Tom che ha capito da tanto tempo che la seduzione è il modo migliore per ottenere ciò che vuole e che, con arroganza, pensa che ne “uscirà indenne”, ma che alla fine cede – cede, cede e scappa con “un urlo in gola”, “a togliersi la parte umana rimasta di se stesso”. A questo proposito, trovo che “togliersi” sia un po’ debole come termine per il gesto che stai descrivendo – una mutilazione atroce: forse sarebbe stato meglio “strappare”, “estirpare”, qualcosa di feroce.
Anche in questa frase (“parecchio tempo dopo si rende conto che Gellert offre solo a lui questo privilegio.”), penso che “offre” non renda adeguatamente, io avrei usato “riserva” che è meno malizioso, ma dà più l’idea di un imperativo, sebbene non lo sia.
Come ti dicevo all’inizio, sebbene abbia adorato questo testo, l’ho trovato un po’ privo delle tue solite immagini così seduttive. È un testo pieno di espressioni efficaci, ma a livello strettamente “visivo” ed evocativo manca un po’, secondo me, e questo condiziona anche la resa emotiva – che comunque è sempre molto alta.
3) Titolo: 4/5.
Il senso del titolo mi piace – irreparabile come l’umanità di Tom spezzata per sempre, irreparabile come ciò che è successo ad Ariana, irreparabile come tutti gli errori di Gellert –, ma penso che, lasciato così da solo, perda un po’ del senso “pieno” che invece assume nella storia – il che capita spesso con certe immagini che nel testo sono assolute e, ridotte a titolo, non rendono, ma sembrano persino un po’ vuote.
Avrei scelto qualcosa di più incisivo e graffiante.
4) Caratterizzazione dei personaggi e attinenza ai contenuti del bando: 8/10.
Sei stata molto brava in questo parametro, e sai quanto sono pignola sui miei personaggi preferiti!
Per quanto riguarda Gellert, l’ho adorato – puoi anche svenire, non penso di averlo mai detto a nessuno se non a me stessa mentre scrivevo di lui! Veramente, mi è piaciuto tantissimo. Ho adorato il fatto che tenga con sé Tom perché viene da Hogwarts – l’ho proprio visto il sorrisetto sornione che gli ha attraversato il volto in quel momento! - e che decida di spezzare sotto le dita il “mancato pupillo di Albus”, in spregio al suo vecchio amore – soprattutto pensando all’ “irreparabile” che ne è scaturito, viene da pensare che Albus e Gellert insieme creino solo tragedie! Non ci posso fare niente perché è la mia OTP, ma, quando vedo Gellert ancora innamorato dopo cinquant’anni, io faccio le fusa! Ho trovato davvero appropriato questo suo desiderio di vendicarsi, perché l’idea che sia ancora arrabbiato per come sono andate le cose con Albus mi convince in pieno. Poi ho sempre immaginato che Albus avesse delle riserve nei confronti di Tom proprio perché gli ricordava un po’ Gellert, e quindi Gellert che decide di portarselo a letto e scuotere la sua impassibilità per ferire Albus mi ha fatto impazzire. Soprattutto perché è così vero come atteggiamento: quando sei così arrabbiato con una persona che ami e che ti ha abbandonato, faresti qualunque cosa per farle male allo stesso modo, e sei soddisfatto anche se non lo scoprirà mai, e in cuor tuo non vuoi che ti scopra, perché in fondo la ami! Ah, io questi drammi interiori li conosco meglio di quanto mi piaccia ammettere, e li trovo perfetti in abbinamento a un personaggio complesso come Gellert.
Con la parte finale, mi hai stesa definitivamente. Mi è piaciuto molto che tu abbia mantenuto Albus “muto”, che tu l’abbia fatto vedere solo attraverso il punto di vista di Gellert, perché altrimenti i feels avrebbero distrutto completamente la coppia protagonista. La frase finale, poi, è un tocco di classe, con l’allusione al segreto inconfessabile sulla morte di Ariana. Una storia inquadrata nel canon in tutto e per tutto.
Il motivo per cui non ti ho assegnato il punteggio pieno è Tom. Mi ha convinto, ma non del tutto né bene come Gellert.
Ho trovato verosimile che andasse da Gellert per imparare come si vince una guerra – spunto che non avevo mai preso in considerazione, ma sensato! - e mi è piaciuto vederlo “sottomesso”, nel senso che sa di dover sopportare per ottenere ciò che vuole. Non mi è sembrato nemmeno tanto scandalizzato dalle seduzioni di Gellert – che poteva anche essere, visto che siamo negli anni Quaranta e sono due uomini – e questo mi è piaciuto, perché immagino Tom amorale su tutta la linea: figurarsi se svendere il proprio corpo può essere ritenuto “troppo”.
Mi è piaciuta tanto anche la parte in cui si rende conto di essere coinvolto, anche se avrei voluto qualche motivazione in più: è per il sesso? L’amore? Cosa lo sconvolge tanto di Gellert? Purtroppo la storia è corta e hai dovuto fare delle scelte, me ne rendo conto, ma con due personaggi così ogni svista è fatale.
Mi ha convinto meno, invece, questa parte: “Soffoca la sua disperazione dietro un paio di occhi chiusi, l’espressione impassibile e la sete di sangue sempre più forte, sempre più delirante.”, non ho capito il riferimento alla “sete di sangue”. Non ho capito se volesse far fuori Gellert o se è un riferimento al delirio estatico che prova uccidendo – in questo caso, sarebbe inserito un po’ a sproposito. Sembra un dettaglio, ma una flash dev’essere immediata e non ci devono essere problemi di interpretazione.
Anche il dolore che prova quando si lasciano l’ho trovato un po’ estremo – soprattutto definirla “disperazione” -, considerando Tom, ma per il resto la tua interpretazione mi è piaciuta e mi ha convinto.
5) Sviluppo della coppia e del sentimento amoroso: 8.5/10.
Mi è piaciuto come hai gestito l’interazione di coppia. Emergono chiaramente i motivi che spingono due persone come Tom e Gellert a condividere il loro tempo e i loro corpi: Gellert ha da saldare un debito col passato, Tom ha qualcosa da ottenere in cambio. Per due personaggi così non è mai solo sesso o amore, ci deve sempre essere quell’inpiù, e tu ce l’hai messo!
Mi è piaciuta moltissimo anche la parte di “seduzione” di Gellert: come lo sfiora, come lo accarezza col respiro, e il vago brivido di avvertimento che scorre lungo la schiena di Tom. Gellert mi ha ricordato un elegante predatore dal manto dorato, e Tom un’oscura bestiolina che si nasconde vanamente sotto il sole della savana.
La coppia, tuttavia, non si sente “in pieno”, perché ci sono molti elementi che distraggono dal rapporto tra Tom e Gellert: la futile vendetta di Gellert, le aspettative di Tom, e tutta la parte finale – non indifferente, in quanto a lunghezza – sul duello tra Albus e Gellert. A livello di trama, la storia è più affascinante così, però mina lo sviluppo della coppia, anche solo per mere questioni di spazio.
Anche a livello di coinvolgimento emotivo ho trovato la storia non all’altezza del tuo solito, forse a causa della coppia inusuale, forse per lo stile più lineare.
6) Gradimento personale: 9/10.
Ho adorato la tua storia, così piena di ombre e mistero, così studiata in ogni particolare. Tom e Gellert mi sono sembrati abbastanza convincenti – sebbene certe scelte non le abbia condivise, e sai che quando si tratta di questi personaggi sono fiscale!
Peccato anche per lo stile, che ho trovato meno “eclatante” del solito e un po’ troppo semplice, soprattutto in abbinamento a una coppia del genere, che ha bisogno di grandiosità. Anche lo sviluppo amoroso non mi ha soddisfatta in pieno, sebbene mi renda conto che, con una coppia come questa che è tutto tranne che convenzionale ed è molto complessa, non sia facile fare meglio di così!
|