| | | OFFLINE | | Post: 6.492 | Giudice***** | |
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27/04/2018 16:01 | |
8 - “L’Avvelenata” di id_s.
Totale: 26.1/50.
1) Grammatica e ortografia: 4.6/5.
La grammatica va bene, ma ci sono alcune sviste.
“bellezza macabra e morbosa come il suo disperato tentativo di unire nella morte ciò che la vita non vide mai”: la frase così non ha senso, dovresti scrivere “ciò che la vita non vide unito mai” (- 0.20).
“Non riesce a toglierle gli occhi da dosso”: “da dosso” è imbarazzante da leggere. Con tutto il testo che tende a un registro medio-alto, un'espressione colloquiale e scorretta come questa salta ancora di più all'occhio. Ovviamente è “di dosso” (- 0.20).
2) Stile (lessico, figure retoriche, uso di aggettivi e avverbi): 4/10.
Ho riscontrato diversi problemi in questa storia.
Il più rilevante è che questo stile, così pieno di immagini e infiorettature varie, non racconta nulla né trasmette emozioni. È un testo che tenta di essere barocco, complesso, senza riuscirci: quello che arriva al lettore è una serie di immagini e metafore – alcune anche molto belle – che però non “dicono” nulla, non sono salienti per la trama o per la caratterizzazione dei personaggi. Per usare uno stile del genere – e parlo per esperienza, visto che io scrivo proprio così – non basta inserire delle belle immagini, non se non c'è dietro un'idea: un'immagine, legata a un particolare personaggio, serve a “dire senza dire”, cioè deve far intravedere al lettore mondi e sottintesi, è uno scorcio sull'introspezione del personaggio. Ti faccio un esempio tratto da una mia storia: “La sua (Gellert) voce gronda biasimo, i pensieri di Tom vibrano di miele e veleno in una sinfonia assordante”. Ora, naturalmente serve anche il resto del testo per capirla al meglio, ma da “sinfonia assordante” si percepisce lo stato d'animo in cui versa Tom, la testa piena di pensieri, la frenesia che lo pervade all'idea di incontrare finalmente Gellert; da “vibrano di miele e veleno” si capisce invece che i pensieri di Tom hanno una sfumatura di compiacimento (“di miele”) perché sente una voce che “gronda biasimo”, il che gli suggerisce che Gellert sia esattamente come l'ha immaginato, e “veleno” perché questo suo fare le fusa nel sentire gli ordini secchi di Gellert non è né normale né sano. Le tue immagini, invece, sono fini a loro stesse, non sono un valore aggiunto per la storia: sono un mero abbellimento.
Un altro aspetto che non mi è piaciuto molto è il registro forzatamente aulico, che tende al medio-alto ma con qualche discontinuità. Trovo che voler scrivere a tutti i costi in maniera ricercata non paghi, soprattutto se non si è in grado di calibrare bene l'effetto: termini come “marmoree” non stanno bene dappertutto. Il problema più che altro è in certe espressioni, che sono decisamente troppo cariche: “un incubo ricoperto di speranze e di lussuria – un fiore selvatico intriso di veleno”, “quel corpo perfetto, fatto di morbidezza e desiderio e passione violenta”, “sono occhi belli e crudeli, fatali come colei che li sfoggia, spregiudicati, che non lo vedono mai”, “una rosa meravigliosa quanto impietosa, la languida perfezione dei petali sanguigni nascosta da una corazza di spine avvelenate che l’hanno dilaniato, distrutto, conficcandoglisi nel cuore”, “quel corpo esanime, perlaceo e poi rosso come lei, come i riccioli vermigli, quei meravigliosi petali che cominciano già ad appassire”. C'è troppa roba, troppa carne al fuoco! Il testo perde di incisività e anche le immagini – alcune anche di impatto, come quella dei petali insanguinati che rappresentano i capelli di Rose – perdono anche quel poco senso che hanno, sono completamente svilite, sia a livello di impatto per il lettore che di contenuto. Io penso che dovresti provare a essere meno ridondante e più lineare, più secca: un testo più pulito spesso è meglio.
Un altro aspetto che non gradisco nelle tue storie sono i vari riferimenti al campo religioso: Madonne, santi, divinità... ma perché? Cioè, io avevo il gusto per queste cose a tredici anni, mi sembri un po' cresciuta per il piacere di rifarsi a queste cose! Magari usate con criterio, in qualche contesto particolare, possono stare anche bene, ma per come le usi tu non c'è speranza: “l’immagine del volto amato impressa nella mente mentre tutto tace”, “i suoi sorrisi accennati un dono del Paradiso”. Mi dispiace dirlo, ma fanno ridere, non sono incisive e nemmeno convincenti, fanno sembrare Scorpius un po' tocco! Meglio lasciare certe espressioni a Messer Cavalcanti e colleghi.
Inoltre, un altro problema che ho notato riguarda il lessico. A parte che, come ti accennavo prima, non riesci a mantenere il registro medio-alto per tutta la storia (per fare un esempio, in questa frase “una ragazzina col corpo di donna, occhi da predatore e cosce marmoree. È un incubo ricoperto di speranze e di lussuria – un fiore selvatico intriso di veleno”, “ricoperto” stona proprio con tutto il resto dei termini, che sono abbastanza ricercati - “intriso”, “marmoree”, “predatore” -, sarebbe stato meglio un “rivestito”, o “pervaso” e “celato”, se vuoi dare una sfumatura un po' diversa). Più che altro, però, ho notato che tendi ad usare sempre gli stessi termini, la varietà lessicale mi sembra molto scarsa: “dilaniare” due volte, “marcire” due volte, “rendere folle” due volte. Non essendo riferite a immagini – che è naturale siano riprese in più punti nel testo – ma essendo verbi o parole generiche, in una storia di così poche parole saltano subito all'occhio.
Passiamo all'ultimo problema, e cioè che questo stile non mi sembra per niente autentico – come tutto quello che scrivi, per altro. In tutta la tua “produzione” ho notato che ci sono rimandi, più o meno evidenti, ad autrici più capaci – come almeno due delle altre partecipanti (che preferisco non nominare), la sottoscritta o Savannah, solo per citare i casi più evidenti. Avrei preferito non affrontare la questione così apertamente, ma hai ignorato le mie precedenti allusioni – alcune anche molto esplicite, come nel giudizio per “Notte buia, niente stelle” – e quindi preferisco essere più diretta, sempre nella speranza di essermi sbagliata.
Francamente, lo trovo… spiacevole, ecco. Seccante. E inutile, visto che il risultato non è minimamente all’altezza dell’originale.
Me ne sono accorta nella prima edizione de “Il contest dei momenti perduti”, quando hai intitolato la tua storia “Fiorisce il tormento”, senza che nella storia si citassero mai fiori o tormenti o un mix delle due cose. L'ho notato perché è un'espressione molto particolare che non mi è mai capitato di leggere da nessun'altra parte se non nelle mie storie: “Mi guarda, e sul suo splendido volto fiorisce il tormento.” dal cap. 29 della mia long – che hai anche nelle ricordate - e “nei suoi occhi grandi, in cui fioriva il tormento”, da una mia storia del 2013. Lì per lì non ci ho fatto molto caso, ma man mano che leggevo le tue storie mi sono resa conto che non era solo una mia impressione – e non sono nemmeno l'unica che la pensa così, ti assicuro.
Ma facciamo qualche esempio concreto riguardo questa storia.
Ci sono due casi che ho notato, quelli in cui utilizzi termini che sono “cari” e tipici di un'altra autrice, e quelli in cui certe tue frasi richiamano proprio frasi altrui.
Al primo caso, appartengono l'uso spassionato – e non reso bene - di verbi come “marcire”, “sfiorire”, “appassire”: “resa folle da un sentimento lasciato a marcire per troppo tempo”, “Non riesce a toglierle gli occhi da dosso, è la sua ossessione, il tormento che continua a marcirgli dentro”, “quei meravigliosi petali che cominciano già ad appassire”. Oppure “Rose ha occhi del colore della notte, così blu da sembrare neri”: l'immagine degli occhi di Rose, così blu da scurirsi al buio, l'ho già vista in un'autrice che mi è molto cara, e non è un'immagine comune.
Al secondo caso, appartengono invece certe espressioni o frasi, come: “un fiore selvatico intriso di veleno”, che mi ha ricordato i miei vari “fiori in pericolo”, “fiore infranto”, “fiore seviziato”; “Non riesce a toglierle gli occhi da dosso, è la sua ossessione, il tormento che continua a marcirgli dentro”, che mi ricorda il mio “Lei è la mia malattia, il mio tormento, la mia ossessione”; “rosa meravigliosa quanto impietosa” sembra uscito dalla mia long, dove Rose veniva definita una “rosa candida”, “rosa senza pietà”, “rosa senza spine” e mille declinazioni dello stesso concetto; “labbra che sapevano di peccato” e io “la sua voce sapeva di peccato”. Naturalmente mi sono limitata a citare i casi che riguardano me, ma ci sono diverse altre frasi che mi hanno ricordato molto altre autrici.
Devi capire che se l'ho notato è perché la narrazione è forzata, non fluida. Salta all'occhio, e non è un effetto gradevole.
Voglio quindi darti un consiglio: invece di cercare di imitare autrici più capaci senza per altro riuscirci, perché non provi a sperimentare qualcosa di diverso e più semplice, più nelle tue corde? Perché devo dire che, in qualche raro pezzo non “contaminato”, ho riscontrato uno stile che, se approfondito, potrebbe essere anche bello (“desiderosa di farsi amare – l’ammirazione è il suo nettare, linfa vitale delle sue giornate e lei se ne nutre con avidità, incurante del deserto che lascia intorno a sé”, questa frase per esempio è molto bella). Ma attingere a espressioni delle altre o addirittura alla trama – come ho notato in certe tue vecchie storie – non ti rende onore, e soprattutto non paga: scrivi meglio quando fai da sola, fidati. Mi auguro di non dovermi ripetere – per quella che sarebbe la quarta volta – a riguardo.
3) Titolo: 2/5.
Il titolo non mi dispiace, è molto carino – e qui è anche accettabile la maiuscola. Il problema, che ho riscontrato varie volte nei tuoi scritti, è che con la storia non c’entra quasi nulla.
Un titolo può anche essere incisivo, intrigante, bello in sé, ma se non c’è un legame sentito con il testo, se non rappresenta il testo, serve a poco o niente – oltre ad indurre il lettore a leggere la storia “con l’inganno”, perché non è rappresentativo di essa.
4) Caratterizzazione dei personaggi, sviluppo della coppia e attinenza ai contenuti del bando: 9/15.
Non sono del tutto soddisfatta della caratterizzazione che hai fatto dei personaggi, perché l'ho trovato un po' debole in alcuni punti.
In primo luogo, pur essendo il punto di vista di Scorpius, penso che tu non lo abbia sviluppato bene. Della sua introspezione conosciamo soltanto il bisogno disperato che prova per Rose, il suo dolore – che, tra l'altro, non arriva nemmeno bene al lettore, a causa di uno stile troppo rococò – e il gesto disperato che compie alla fine. Non ci sono motivazioni, non ci sono perché: passi per l'ossessione iniziale, ma un omicidio avrebbe avuto bisogno di qualche giustificazione in più del “mi ha lasciato” - quando, tra l'altro, sembra essere stata più un'avventura che una relazione, la loro.
Trovo che tu abbia preferito abbandonarti a ghirigori stilistici – come descrivere la bellezza di Rose in ben cinque punti diversi, quando ne sarebbe bastato uno -, quando sarebbe stato meglio sviluppare la trama – che era molto complessa da condensare in 500 parole – e la caratterizzazione di entrambi i personaggi. Soprattutto perché una trama come la tua, senza le giuste anticipazioni e il giusto grado di introspezione, risulta forzata ed inverosimile, estremamente improbabile.
Anche Rose, sebbene tu ti ci sia concentrata di più, è descritta in maniera superficiale, prevalentemente dal punto di vista estetico: tutte quelle immagini su quanto sia bella dicono solo quello, che è una bella ragazza a cui piace farsi guardare – e forse insicura, visto il bisogno di attenzioni, ma è un concetto appena accennato -, non aggiungono nulla al suo carattere.
Mi è piaciuto invece che tu abbia voluto personalizzarla, rispetto al pacchetto, aggiungendo il dettaglio riguardo al quale è lei ad aver bisogno dell'ammirazione altrui (“desiderosa di farsi amare – l’ammirazione è il suo nettare, linfa vitale delle sue giornate e lei se ne nutre con avidità, incurante del deserto che lascia intorno a sé”, è uno dei pezzi che ho preferito): è un approfondimento psicologico che ho gradito molto, peccato che sia anche l'unico presente.
Sull'omicidio, come ti dicevo, non trovo che tu te la sia cavata bene: mi è sembrata una situazione forzata, che hai liquidato in mezza riga, sprecando il resto della storia con la metafora della rosa e del rovo – per carità, bellissima, ma non funzionale! -, quando avresti avuto ben altro di cui parlare.
5) Attinenza ai contenuti del pacchetto: 2.5/5.
Il pacchetto era: “4) Coppia: Rose Weasley/Scorpius Malfoy.
Indicazione: Rose Weasley è la ragazza dei sogni: bella, raffinata, languida. Tutti la desiderano, tutti la amano, e Scorpius è così pazzo di lei che sembra aver preso un colpo alla testa.
Ma Rose si annoia in fretta, e non impiega molto tempo a sentirsi infastidita da Scorpius e dalla sua venerazione. Rose, stupenda e capricciosa, lo lascia con una leggerezza che lui non riesce a perdonarle.
Scorpius non ha nessuna intenzione di accettare di essere stato messo da parte.
Nota: dovete descrivere uno Scorpius ossessionato (vanno bene anche risvolti molto dark), e una Rose degna di nota in cui i pregi e i difetti che ho indicato si sentano bene, soprattutto quell'indifferenza un po' crudele che la porta a spezzargli il cuore senza pensarci due volte.”
Ammetto di essere soddisfatta solo in parte. Gli elementi generali del pacchetto ci sono: Rose è senz'altro splendida e ambita, “tutti la desiderano, tutti la amano”, Scorpius è ossessionato da lei e, quando lei lo lascia, dà i numeri. Tuttavia, è tutto trattato in maniera estremamente semplice e superficiale: non si sente l'indifferenza di Rose – anzi, col fatto che è così bisognosa di attenzioni si percepisce più che altro il contrario -, come non si sente la noia, né hai descritto bene il fatto che Scorpius non accetti di essere stato messo da parte – il tuo Scorpius si limita ad accopparla, in effetti possiamo considerarlo come un dissenso!
La storia può sembrare che rispetti bene il pacchetto a una prima lettura, perché i vari elementi ci sono, ma, ad una lettura più attenta, ci si rende conto dei suoi limiti: un'introspezione carente che non va in profondità, le varie tematiche affrontate con superficialità e senza un necessario approfondimento, i vari aspetti psicologici lasciati andare e non sviluppati nel testo. Insomma, è un lavoro che manca di profondità.
6) Gradimento personale: 4/10.
Non nego che il mio gradimento personale sia stato influenzato dalla questione dello stile, che ho trovato veramente spiacevole – oltre che inutile, perché sei capacissima di fare bene anche da sola -, ma il voto così basso è dettato anche da altre questioni, prima fra tutte la resa del pacchetto.
Mi dispiace, ma non sono rimasta soddisfatta da come hai sviluppato la mia idea: ti sei limitata ad utilizzare gli elementi più vistosi e le caratteristiche più evidenti della caratterizzazione – Rose bellissima e desiderata, Scorpius ossessionato – inserendoli in una storia priva di spessore psicologico, senza pensare di andare a scavare sotto la superficie e di dare un po' più di complessità caratteriale ed emotiva ai personaggi. L'ho trovato un lavoro non molto curato, la mancanza di introspezione è sempre estremamente grave a mio parere.
Giudizio dell’Autrice del pacchetto, Mary: 22/30.
Quello che pensavo te l'ho già spiegato nell'apposito parametro: la trama non era nemmeno male in sé, ma uno stile eccessivamente carico di immagini e un'introspezione poco curata, unita a una caratterizzazione dei personaggi estremamente labile, mi ha impedito di apprezzare di più la tua storia.
Comunque grazie di aver sviluppato una mia idea.
7 - “L'ultimo lume” di Ester.EFP.
Totale: 34.9/50.
1) Grammatica e ortografia: 4.4/5.
La grammatica va bene, ma c'è qualche imprecisione che, immagino, sia dovuta al rispettare il limite di parole.
“Fin nell’ossa si diffonde il tremore, il desiderio e la voglia di lui”: “nelle ossa”, con i nomi femminili plurali non si può elidere (- 0.20).
“l’afferra la vita”: o “le afferra la vita” o “l'afferra in vita” (- 0.20).
“solo ciò che è effimero può possedere tanta, struggente bellezza, lei crede”: la virgola tra “tanta” e “struggente” mi sembra superflua (- 0.20).
2) Stile (lessico, figure retoriche, uso di aggettivi e avverbi): 6/10.
Il tuo stile è semplice, ma curato, di scorrevole lettura. Anche la resa emotiva è discretamente buona, anche se il testo manca un po' di incisività e si perde in alcuni giri di parole che inficiano l'immedesimazione del lettore: non è sicuramente una storia che fa battere il cuore, ma nemmeno che lascia indifferenti.
Tra gli aspetti che ho preferito c'è sicuramente la scelta del lessico. Il registro è medio-alto e mi è sembrato, nel complesso, abbastanza omogeneo – eccetto alcuni casi di cui ti parlerò più avanti.
Ho apprezzato particolarmente la scelta dei verbi, che sono funzionali alla caratterizzazione in un modo che ho trovato davvero piacevole. “Serpeggia” per le parole di Regulus è perfetto, rimanda alla sua natura riservata, un po' equivoca, e al suo essere un Serpeverde; “si rintana” e “la stana” fa chiaramente intuire il gioco che intercorre tra i due, l'attrazione e il buon senso che li spingono prima ad avvicinarsi e poi ad allontanarsi, e dice molto anche di Regulus, che è – sorprendentemente, perché ci si aspetterebbe il contrario – quello tra i due che preferisce affrontare le cose di petto e costringe Lily a mettere le carte in tavola; “ammette, frantumando l'aria di marmo tra di loro” in questo periodo “frantumare” è estremamente evocativo, soprattutto abbinato all'espressione successiva; “le sue labbra sgusciano crudeli l'una sull'altra” nonostante l'aggettivo “crudele” dia l'impressione opposta, “sgusciano” fa intuire al lettore un secondo livello di significati nascosti, su quanto in fondo Regulus sia reticente a ferirla, nonostante le parole melliflue che gli escono di bocca.
Tuttavia, c'è un aspetto di questa storia che mi ha veramente disturbata, oltre ad avermi confuso tutta la lettura, e sono i dialoghi. Li hai sistemati in un modo che, secondo me, crea confusione al lettore, andando a capo anche quando a parlare è lo stesso personaggio: scelta che mi ha spiazzato, lì per lì, e che non ho trovato per niente gradevole.
Ti faccio qualche esempio. “Bugiarda” lui la stana ogni volta./“Non sembravi amica di Sirius, un tempo”: non capisco perché non mantenere le frasi sullo stesso livello, visto che il discorso è anche collegato a quello di cui stavano discutendo appena sopra. Stessa cosa qui: “Lily poggia il panno sul banco. Si volta, osserva la sua nuca nascosta dalle maglie verdi e d’argento della sciarpa: “Lo sono” ammette, frantumando l’aria di marmo tra loro./“E anche tu. Siamo così simili: nulla ci appare più giusto che percorrere strade sbagliate”.”
Non mi spiego il perché di queste scelte, visto che qui (“Sei una maledetta idealista, Lily Evans” giunge l’atteso ringhio. “Non ho bisogno d’essere salvato, capisci?” ferocemente si volta.) hai utilizzato esattamente il mio precedente suggerimento – anche se, francamente, avrei messo “Ferocemente si volta” a capo, per evidenziare di più il concetto.
“Avanza, un passo, un fiato: “Un demone del passato, un rimpianto, qualcosa che ho perduto per sempre”./“Ma tu…” sussurra quando finisce il cammino.”: non capisco il bisogno di separarlo e mandarlo a capo, l'efficace di un dialogo non è in quante volte lo mandi a capo ma nelle parole che scegli! “Avanza, un passo, un fiato./“Un demone del passato, un rimpianto, qualcosa che ho perduto per sempre. Ma tu…” sussurra, quando finisce il cammino (o “di avvicinarsi”, che rende meglio l'intimità)”, così la resa è molto più efficace.
Inoltre, ci sono diverse frasi che secondo me andrebbero riviste.
“Nulla le sembra più giusto dell'accostarsi a quelle labbra di gelido blu.”: perché Regulus ha le labbra “di gelido blu”? Fa freddo? Apprezza lo stile gotico ed indossa un rossetto blu cobalto? Va bene voler essere poetici, ma la credibilità! Ho notato che hai accennato precedentemente al freddo (“di lievi fruscii, di fiati, di brina”), ma francamente non capisco come si possa gelare dentro il castello fino ad avere le labbra cianotiche. Anche se fosse un'immagine rappresentativa del freddo interiore di Regulus non la troverei appropriata, perché semplicemente non rende.
Anche gli avverbi posizionati prima delle azioni non mi piacciono, rendono meno che scambiandoli di posto, e appesantiscono inutilmente il testo con un senso di “vecchio”: “ferocemente si volta”, avrei proprio tolto l'avverbio e avrei sostituito il tutto con “si volta con ferocia”; “lui s’anima di fiamma, l’afferra la vita con rabbia, violentemente la bacia.” qui mi rendo conto che hai messo “violentemente” prima per una continuità sintattica, ma non è una scelta che mi convince del tutto.
“Quel grigio di dubbi e dolore sommerge ogni traccia di verde speranza; soffoca, Lily, e ancora agogna il suo abbraccio, la sua delicata bellezza, il fascino della rovina.”: i concetti, con questa punteggiatura, non mi sembrano evidenziati adeguatamente. “Quel grigio di dubbi e dolore sommerge ogni traccia di verde speranza. Soffoca, Lily, e ancora agogna il suo abbraccio, la sua delicata bellezza, il fascino della rovina.”, uno stacco più netto mi sembra una scelta migliore (complimenti per l'espressione “il fascino della rovina”, che è la mia preferita della storia e che sarebbe stata un bellissimo titolo!).
“È sbagliato stargli vicino a quel modo, lasciarsi trascinare nell’abisso fondo dove risiede la lacera anima di un Mangiamorte novizio e pentito, Lily lo sa.”: in questo periodo trovo che “abisso fondo” avrebbe potuto essere tranquillamente accorciato in “abisso” e basta, considerando quant'è caratterizzante la parola “abisso” non ha bisogno di aggettivi e “fondo” mi pare del tutto superfluo.
“Un unico lume rischiara la sala echeggiante di lievi fruscii, di fiati, di brina.”: non amo particolarmente l'utilizzo del termine “fiato” - per quanto sia comunemente usato anche per gli esseri umani, non posso fare a meno di immaginare dei cavalli che sbuffano in una stalla -, che trovo anche sgraziato e poco poetico. Se l'hai scelto per una sorta di ricercatezza, voglio tranquillizzarti e dirti che, in questo, il più quotidiano “respiri” è molto meglio. Se invece l'hai scelto perché “fiati” fa pensare alle nuvole di condensa che escono di bocca in inverno, vorrei ripetere che mi pare curioso che faccia così freddo dentro il castello, fossero pure i sotterranei – e la Sala dei Trofei sta al terzo piano.
“Spigoli aguzzi d’oro purissimo risplendono al tocco della luce gentile, acute punte di pietre preziose balenano cupe sotto il panno bianco di cera.”: mi dispiace, ma francamente la descrizione dei trofei è incomprensibile, non rende affatto né permette di identificare gli oggetti. Non so se questa descrizione “misteriosa” - è una definizione molto generosa – sia un effetto voluto, ma francamente in una flash preferisco che ogni dettaglio sia immediato.
“I suoi occhi d’argento, riflessi di luce dorata e di rosso, agiscono come mille incantesimi: le bloccano il passo, le accendono il volto.”: “riflessi di luce dorata e di rosso” cosa dovrebbe voler dire? Ho capito cosa volevi intendere – credo -, ma così non rende affatto. Va bene il limite di parole, ma il testo dev'essere comprensibile! Avrei messo “I suoi occhi d'argento, che riflettono (meglio “riverberano”) luci dorate e rosse, agiscono come mille incantesimi”, o più liberamente “I suoi occhi d'argento, colmi di riverberi (o “riflessi”) dorati e rossi, agiscono come mille incantesimi”. C'erano una decina di opzioni diverse.
“Fin nell’ossa si diffonde il tremore, il desiderio e la voglia di lui, cupo, imbrattato d’ombre.”: sistemando il periodo così non si capisce bene a chi si riferisca “cupo”, in un primo momento si pensa a “tremore”, non a “Regulus”. Potresti risolvere con “Fin nell’ossa si diffonde il tremore, il desiderio e la voglia di lui, lui (in corsivo!), cupo, imbrattato d’ombre.” con la ripetizione che denota ancora di più il desiderio di lei, o “Fin nell’ossa si diffonde il tremore, il desiderio e la voglia di lui – cupo, imbrattato d’ombre.”, una versione più sintetica.
Chiudo dicendo che non ho ben capito la scelta di mettere centrato e in corsivo il finale, visto che, da quel poco che ho capito, la vicenda di quell'ultimo sprazzo si svolge il mattino dopo e non in un spazio temporale molto lontano. Inoltre, penso che potresti fare un uso più abbondante del corsivo – e meno “a blocco” - nel testo, per sottolineare meglio certi concetti.
3) Titolo: 3.5/5.
Il titolo in sé non è male, mi piace anche che sia ripreso nel testo e che abbia un ruolo importante in esso, ma lo trovo un po’ generico. Mi piace tanto la scelta lessicale: “lume” non è un termine comune, anche se è comprensibile per chiunque – chiunque non sia completamente ignorante, almeno –, e “ultimo” ha un che di categorico che fa annusare subito il dramma. Nonostante questo, però, il titolo dice “poco”, non rimanda a qualcosa di chiaro, non è evocativo e nemmeno molto incisivo, per cui lo trovo riuscito soltanto in parte.
4) Caratterizzazione dei personaggi, sviluppo della coppia e attinenza ai contenuti del bando: 12/15.
Sei stata abbastanza brava in questo parametro, soprattutto nel gestire le interazioni di coppia, che sono molto appassionanti – anche se c'è un aspetto che non mi ha convinto e di cui ti parlerò in seguito.
Lily mi è piaciuta in questa storia: l'hai tratteggiata come una ragazza forte, ma piena di tormenti, di rimpianti, di ombre. Finalmente non è perfetta!, mi sono detta. L'ho trovata davvero un bel personaggio, molto umana: ho amato il momento in cui cede a Regulus, almeno per una notte, e mi ha spezzato il cuore quando se n'è andata il mattino dopo – ma era l'unica cosa che potesse fare, Regulus ha ragione quando le dice che lei non è adatta ad abbracciare la causa dei Mangiamorte.
Regulus anche mi è piaciuto. L'ho trovato ben delineato, così sprezzante, insinuante, pericoloso: è in grado di ferire colpendo dritto nel segno, e non risparmia nemmeno Lily, nonostante provi dei sentimenti per lei.
L'unica cosa che mi ha fatto storcere il naso è quando Regulus definisce Lily un'“idealista”: francamente lei mi sembra una brava persona che fa le scelte giuste, ma questo non fa di lei un'idealista! Gellert o Albus sono idealisti: personaggi infinitamente più complessi – e penso che persino il Regulus sedicenne conosca la differenza.
L'aspetto che più di tutto non mi ha convinto è il fatto che la storia parte con loro che hanno già un rapporto – anche stretto se lei ha l'ardire di fermarlo mentre cerca di raggiungere i suoi compari Mangiamorte!
È un qualcosa che non approvo, soprattutto perché la coppia è estremamente inusuale e una possibile attrazione tra i due non è affatto scontata né facile da immaginare. La storia risulta così “mutilata” e le caratterizzazioni traballano perché partono da un presupposto se non erroneo, comunque equivoco. Sarebbe bastato anche un dettaglio su come avessero iniziato ad avvicinarsi per risollevare il tutto, qualcosa che rendesse la storia meno – passami l'espressione troppo dura - “campata in aria”: in questo modo ho avuto un'impressione di “artificiosità”, di forzatura, per tutto il testo, il che è un peccato, perché non te l'eri cavata male con la caratterizzazione in generale.
5) Attinenza ai contenuti del pacchetto: 2/5.
Il pacchetto era: “7) Coppia: Regulus Black/Lily Evans.
Indicazione: Regulus è un tipo silenzioso, schivo, con gli occhi iniettati d'odio, ma Lily sa che nasconde qualcosa di più. Sotto quel marchio che gli corrode l'anima e la pelle, cova un segreto... e a Lily Evans i segreti sono sempre piaciuti.
[Note: Vorrei vedere Lily come una donna forte che sa che sta sbagliando nell'avvicinarsi a un Mangiamorte, ma persiste per curiosità e attrazione fisica (non ci deve essere per forza del sesso, ma Lily deve trovare fin da subito Regulus molto bello). E vorrei che si capisse il perché Regulus alla fine della giostra tradisca Voldemort.]”
Trovo che sulla realizzazione del pacchetto tu abbia avuto qualche problema, anche se nel complesso non l'hai sviluppato male.
Sicuramente l'indicazione di Lily come una donna forte che sa di star sbagliando, ma non riesce a non avvicinarsi a lui c'è tutta. Il problema è che tu non hai giustificato questo avvicinamento con una passione di Lily per i segreti o con l'attrazione fisica – come specificava il pacchetto – né hai calcato particolarmente sull'aspetto fisico di Regulus; il vero motivo per cui la tua Lily si avvicina a Regulus è perché le ricorda Severus e spera di salvarne almeno uno – o, almeno, questa è l'impressione che abbiamo avuto io e Regulus.
Inoltre, Regulus non mi sembra né “silenzioso e schivo” - non fa che parlare, recriminare, ferire e accusare! - e nemmeno “con gli occhi iniettati d'odio”. Il tuo Regulus ha un certo fascino oscuro, un modo di fare scostante che richiama l'atmosfera richiesta dal pacchetto, ma non mi sembra né molto riservato né particolarmente ostile.
Inoltre, manca del tutto il motivo per cui Regulus alla fine tradisce Voldemort: non ne hai proprio parlato!
6) Gradimento personale: 7/10.
La storia non mi è dispiaciuta, l'ho trovata una gradevole lettura. Ho scoperto da poco questa coppia e mi ci sono appassionata, e tu ne hai dato una resa che non mi è dispiaciuta, che ho trovato interessante e anche avvincente, per certi versi.
Peccato per lo stile, che aveva alcune sbavature, e per certi aspetti che ti ho evidenziato nella caratterizzazione, perché la storia aveva delle ottime basi.
Giudizio dell’Autrice del pacchetto, S.Elric_: 26.5/30.
Dunque, mi sono piaciuti molto come li hai sviluppati come coppia in sé, e ho adorato la parte finale, la separazione davvero sentita dei due, mi ha fatto emozionare e ha rivelato la debolezza di Regulus e la forza di Lily. Trovo che, però, tu abbia lasciato troppo sottinteso il perché Regulus tradisca Voldemort (anche se si intuisce che lo faccia per lei, perché non ci sono altri motivi per farlo nella storia, quindi per forza di cose è grazie/per colpa di Lily, ma questo è lasciato alla libera interpretazione del lettore), e anche l’attrazione fisica che Lily prova per lui fin da subito non è stata approfondita come avrei voluto. Mi sarei aspettata qualcosa di più coinvolgente, di più passionale, anche puro e semplice sesso (almeno all’inizio). Comprendo che inserire tutto in una flash non sia affatto semplice, e in fin dei conti la tua storia mi è piaciuta. Ho trovato Regulus schivo e debole (questo suo lato è la cosa che mi è piaciuta di più della flash **), e lei molto più forte che sa che sta sbagliando, come da indicazione del pacchetto. Lo hai sviluppato abbastanza bene, quindi complimenti.
6 - “Cane, bestia, traditore” di S.Elric_.
Totale: 37.4/50.
1) Grammatica e ortografia: 4.4/5.
Ottima, ci sono solo alcune sviste.
“Lo ha capito mesi prima in realtà, ma ha voluto vivere lo stesso in un’illusione”: prima di “in realtà” ci vuole un'altra virgola (- 0.20).
“Forse tutto era iniziato come un esperimento – annoiata principessa in una gabbia d’argento, ma poi si era trasformato in qualcosa di più profondo, di più viscerale: era diventato passione, bisogno… odio.”: questa frase decisamente non funziona. Non va bene aprire un inciso nella frase principale, e poi continuare la stessa nell'inciso invece che fuori! È assolutamente scorretto, e rivedrei anche la punteggiatura: “Forse tutto era iniziato come un esperimento – annoiata principessa in una gabbia d’argento -, ma poi si era trasformato in qualcosa di più profondo, di più viscerale. Era diventato passione, bisogno… odio.” (- 0.40).
2) Stile (lessico, figure retoriche, uso di aggettivi e avverbi): 8/10.
Il tuo è uno stile semplice, pulito, senza troppi fronzoli. Mi piace abbastanza il tuo modo di scrivere, perché lo trovo piacevole, scorrevole ed efficace, soprattutto per quanto riguarda la resa emotiva. Tuttavia, in questa storia ci sono diversi problemi.
In primo luogo, la gestione degli spazi sarebbe da rivedere. La struttura generale – con un pezzo iniziale e uno finale allineati a sinistra e quello centrale, in corsivo perché su un piano temporale diverso, allineato a destra – è sicuramente efficace, è al livello successivo di analisi che ho riscontrato dei problemi.
“Narcissa cammina per i corridoi della sua villa con la testa alta. Percepisce bisbigli nella notte, missioni segrete e sussurri oscuri. Progetti mortali rimbombano tra i muri del maniero, ma lei con indifferenza continua a vagabondare per la casa, lasciando la morte agli uomini e occupandosi della vita che cresce dentro di lei... I tacchi alti degli stivali scandiscono i suoi pensieri. Maschere di fumo si addensano nella sua mente e la rimandano a tempi non del tutto obliati”: questa parte del testo è troppo, le frasi e i concetti non hanno la giusta rilevanza, sistemati in questa maniera. Non è nemmeno un flusso di coscienza, in cui sarebbe anche potuto essere efficace – sebbene io lo reputerei comunque poco pratico, un complicarsi la vita per niente -, per cui va sistemato in un'altra maniera. Io ti suggerisco: “Narcissa cammina per i corridoi della sua villa con la testa alta./Percepisce bisbigli nella notte, missioni segrete e sussurri oscuri. Progetti mortali rimbombano tra i muri del maniero, ma lei con indifferenza continua a vagabondare per la casa, lasciando la morte agli uomini e occupandosi della vita che cresce dentro di lei./I tacchi alti degli stivali scandiscono i suoi pensieri. Maschere di fumo si addensano nella sua mente e la rimandano a tempi non del tutto obliati.”, così la porzione di testo è più suddivisa, e scandisce meglio non solo le azioni di Narcissa ma anche i suoi pensieri – tutto a beneficio dei lettori!
“Prova ribrezzo per se stessa e per le carni di lui che ha assaporato troppe volte... Si vergogna, Narcissa. Per un attimo ha creduto di poter essere felice accanto a un animale che ha abbandonato la sua famiglia e che ha insudiciato il suo sangue”: lo stesso vale per questa parte. Ci sono molti concetti interessanti, che secondo me vanno valorizzati di più andando a capo, così: “Prova ribrezzo per se stessa e per le carni di lui che ha assaporato troppe volte./Si vergogna, Narcissa./Per un attimo ha creduto di poter essere felice accanto a un animale che ha abbandonato la sua famiglia e che ha insudiciato il suo sangue.”.
“Per la dimora sente vociferare di stranieri dai volti coperti. Ombre sconosciute che giocano con la morte e creano distruzione, ma lei è impassibile nel suo ruolo, muta nel suo compito di genitrice. Non si cura di niente e di nessuno, eccetto del frutto del suo ventre. Sfiora la pancia che comincia a crescere con fare apprensivo: l’unica vita che difenderà sarà la sua.
Il marito prenderà parte a una missione contro l’Ordine l’indomani: Narcissa sa che quel randagio dal puzzo pestilenziale ne sarà coinvolto, ma non le importa. Lui è morto anni fa, affogato nella sua stessa arroganza: non esiste pietà per i traditori.
Senza pace attende l’epilogo definitivo del suo ex amante: non vi è perdono per i codardi. E mentre osserva le ultime braci spegnersi nel camino di pietra, prega affinché anche Lucius intraprenda presto quella stessa fine.”: anche questa parte è da rivedere, in quanto troppo compatta. Io la sistemerei così: “Per la dimora sente vociferare di stranieri dai volti coperti./Ombre sconosciute che giocano con la morte e creano distruzione, ma lei è impassibile nel suo ruolo, muta nel suo compito di genitrice. Non si cura di niente e di nessuno, eccetto del frutto del suo ventre./Sfiora la pancia che comincia a crescere con fare apprensivo: l’unica vita che difenderà sarà la sua.[...]Senza pace attende l’epilogo definitivo del suo ex amante: non vi è perdono per i codardi./E mentre osserva le ultime braci spegnersi nel camino di pietra, prega affinché anche Lucius intraprenda presto quella stessa fine.”
Trovo anche che il tuo utilizzo del lessico sia discontinuo: inserisci termini molti specifici e di un registro alto in un testo con un registro medio, con termini di uso comune, quotidiano. È un effetto disomogeneo che non apprezzo e che andrebbe sistemato. Ti faccio qualche esempio.
“Maschere di fumo si addensano nella sua mente e la rimandano a tempi non del tutto obliati.”: “obliati” è decisamente specifico, oltre che di uso prevalentemente letterario, e si nota mescolato alle altre parole, che sono “normali”. Un più semplice “dimenticati” sarebbe stato molto più incisivo.
“E lo estirpa dal suo cuore, ne brucia l’immagine radicata nel petto, come aveva fatto Walburga dall’arazzo tempo prima”: anche qui “radicata” è molto specifico, si sposa molto bene con “estirpa”, ma non troppo con “brucia”, che è più lineare. In linea di massima, tutta la frase avrebbe bisogno di essere rivista, a livello di sintassi non la trovo vincente.
Inoltre, ci sono diverse frasi che presentano qualche sbavatura, a parer mio. Te le indico.
“Narcissa cammina per i corridoi della sua villa con la testa alta”: qui avrei evitato di sottolineare “sua villa”, si capisce lo stesso che è in casa sua e l'effetto che produce è ridondante. Se però vuoi che non ci siano fraintendimenti fin dall'inizio – anche se secondo me non c'è pericolo – potresti scrivere “sua dimora”, che è anche un termine più ricercato, con il pronome personale “sua”, visto che “dimora” è abbastanza impersonale e ne ha bisogno perché il periodo sia scorrevole.
“Come se quel cercarsi e trovarsi fosse frutto della fantasia di lei e nulla più.”: anche qua trovo che “di lei” sia ridondante. La storia è scritta in terza persona e bisogna stare attenti che non ci siano fraintendimenti del tipo “chi sta facendo cosa”, ma, per com'è strutturata questa frase e quelle precedenti e successive, penso che tu possa tranquillamente scrivere “della sua fantasia” senza provocare disagi al lettore.
“Percepisce bisbigli nella notte, missioni segrete e sussurri oscuri”: “sussurri oscuri” è un'espressione che – mi pare di avertelo già fatto notare in un'altra storia, che se non sbaglio si intitolava in modo simile – trovo cacofonica e che sembra uno scioglilingue. Già meglio se inverti i due vocaboli - “oscuri sussuri” - ma sarebbe preferibile associare un altro aggettivo a “sussurri”, magari “sinistri” o “di morte” - io cambierei anche l'espressione successiva “progetti mortali”, che secondo me non rende l'idea dei piani dei Mangiamorti – o “da incubo”, se vuoi essere più poetica.
3) Titolo: 2/5.
Devo essere sincera, questo titolo non mi piace più di tanto. È sicuramente sferzante ed intenso, ed il legame con la trama e con i personaggi è innegabile, ma, nonostante queste caratteristiche positive, non riesco ad apprezzarlo a pieno. Penso manchi un po’ di poesia e un po’ anche di mistero, nel senso che è fin troppo esplicito: si capisce subito di chi si parla nel testo e anche in che modo se ne parlerà, e un lettore attento potrebbe anche intuire chi sia la controparte solo dal termine “traditore” che rimanda esplicitamente alla famiglia di Sirius. Di solito non considero l’immediatezza un difetto, soprattutto in una flash, ma un titolo che dice troppo secondo me non è un buon titolo, perché sazia direttamente la curiosità del lettore e non la stimola adeguatamente.
Per quanto riguarda invece la questione “poesia” è un parere puramente personale: mi piacciono titoli più seduttivi e musicali, non così crudelmente diretti anche a livello di scelte lessicali.
4) Caratterizzazione dei personaggi, sviluppo della coppia e attinenza ai contenuti del bando: 12/15.
Non te la sei cavata male in questo parametro, sebbene ci siano alcuni aspetti che non mi hanno convinto del tutto – ma ne parleremo fra un attimo.
Parto col dire che Sirius, pur essendo molto poco presente ed essendo sempre visto attraverso lo sguardo – e le opinioni e il disprezzo – di Narcissa, mi è sembrato estremamente verosimile. Ce lo vede a sedurre la cugina per “capriccio”, dandosela a gambe quando le cose si fanno più serie, quando lei – le donne sono sempre più coraggiose! - sembra volere qualcosa di più serio, quando lei sarebbe disposta a rivoluzionare la propria vita pur di stare con lui. Nei modi di fare mi è sembrato proprio giusto, sebbene penso che avresti dovuto inserirlo maggiormente nella storia.
La vera protagonista di questo testo è senz'altro Narcissa, sulla cui introspezione ti sei maggiormente concentrata.
L'aspetto di lei che ho preferito è l'assenza di dolore, che può sembrare un difetto e che invece io ho trovato estremamente coerente al personaggio. Narcissa è una donna forte, superba, inflessibile, dignitosa: ho adorato il tuo rappresentarla rassegnata, consapevole, quando Sirius la lascia. Se si fosse arrabbiata – che sarebbe stato anche legittimo, vista la situazione – l'avrei trovata meno convincente, così mi è sembrata proprio lei. Regale e all'apparenza indifferente anche con il cuore spezzato in due. Si concede soltanto di ferirlo con una frase lapidaria, secca, impietosa: “Tu sei morto, Sirius”, e infatti colpisce nel segno. Davvero, l'ho adorato.
Anche le sue riflessioni sul ruolo di madre mi sono sembrate coerenti al personaggio. Draco ancora non è nato, eppure è già l'amore della sua vita, già sa che non farà altro che proteggerlo per sempre: l'ho trovato davvero tenero e molto IC.
Mi è piaciuto anche lo spunto sul volere Lucius morto: io non li immagino felici come coppia, quindi l'ho apprezzato, e poi in questa storia poteva esserci. Dà l'impressione di una Narcissa così refrattaria all'amore da non averne abbastanza per marito e figlio, e naturalmente sceglie il figlio.
Peccato che tu non abbia approfondito maggiormente la coppia protagonista. Questo e la mancanza di Sirius sono gli elementi penalizzanti di questa storia.
Avrei proprio voluto saperne di più di com'è nata la loro storia, magari qualche scena di loro due – e non solo l'amaro finale! -, anche dal punto di vista della parentela, che secondo me è uno degli spunti più interessanti.
5) Attinenza ai contenuti del pacchetto: 4/5.
Il pacchetto era: “30) Coppia: Sirius Black/Narcissa Malfoy.
Indicazione: Narcissa sa che un gruppo di Mangiamorte (tra cui suo marito) sta per stanare alcuni membri dell’Ordine. Non chiederà la grazia per suo cugino Sirius: lui l’ha abbandonata anni prima. E non c’è perdono per chi tradisce la famiglia (e il suo amore).”
Il tuo era un pacchetto relativamente semplice, abbinato però ad una coppia alquanto inusuale e piuttosto ostica.
Ho trovato che tu abbia sviluppato molto bene la seconda parte del pacchetto, aggiungendo anche degli elementi tutti tuoi che il pacchetto sottintendeva ma non citava esplicitamente: emerge chiaramente il disprezzo che Narcissa prova per Sirius – che ha tradito tutto: la loro famiglia, gli ideali di sangue, lei – e la determinazione implacabile nel non volerlo perdonare, perché “non esiste pietà tra i traditori”. Tutta la flash ruota sul ricordo dell'abbandono di Sirius e sul risentimento che Narcissa prova, mascherato da una convinzione più ampia: Sirius ha tradito la famiglia, è un tradimento talmente grande da oscurare il fatto che abbia abbandonato anche a lei – o, almeno, l'impressione che ho avuto io è che la tua Narcissa affrontasse la questione da questo punto di vista per non soffrire.
Purtroppo, lo spunto iniziale è appena accennato: c'è un riferimento alla missione di cui parla il pacchetto e alle attività dei Mangiamorte, ma penso che avresti potuto inserirlo in maniera decisamente più saliente, senza rovinare lo spirito della storia.
Interessantissimo invece lo spunto finale, con Narcissa che spera che anche Lucius “la abbandoni” in fretta. Mi ha dato l'impressione, più di tutto il resto, di una Narcissa veramente segnata dal tradimento di Sirius, una Narcissa che sceglie di non amare più.
6) Gradimento personale: 7/10.
La storia mi è piaciuta abbastanza, ma non mi ha soddisfatta in pieno. Ero molto curiosa riguardo questa coppia, eppure la tua versione non mi ha convinta del tutto: l'ho “sentita” poco, l'ho trovata molto coinvolgente.
Anche il periodo in cui hai deciso di ambientare la storia, con Narcissa incinta, ha contribuito ad abbassare il mio gradimento – non amo personaggi in dolce attesa e riflessioni tipo “io porto la vita”: sono senz'altro probabili ma mi infastidiscono e mi annoiano anche un po', le trovo banali.
Anche lo stile questa volta aveva qualche problema. Per il resto, la storia mi è piaciuta.
Giudizio dell’Autrice del pacchetto, Lalani: XXX/30.
Mi dispiace molto, ma l'autrice del pacchetto non mi ha fatto sapere nulla riguardo alla tua storia, quindi non ho un suo parere da offrirti. Sono mortificata per il suo atteggiamento, ma – anche se non è proprio la stessa cosa – ho cercato di offrirti al meglio il mio parere nel parametro Attinenza ai contenuti del pacchetto.
5 - “Dentro i miei vuoti” di Liberty_ Fede.
Totale: 37.6/50.
1) Grammatica e ortografia: 4.6/5.
La grammatica va bene, c'è solo qualche errore di distrazione.
“cercando su quelle labbra la fuga dai demoni che lo perseguitavano da quando aveva messo piede a Grimauld Place”: “Grimmauld Place” (- 0.20).
“quanto a lungo avrebbe resisto lontano da quel corpo che lo proteggeva dalle tempeste della sua mente?”: “resistito” (- 0.20).
2) Stile (lessico, figure retoriche, uso di aggettivi e avverbi): 7/10.
Prima di tutto, una precisazione: la citazione va tra il titolo e il testo, non sopra al titolo.
Il stile mi piace, è semplice, limpido, lineare, ma allo stesso tempo coinvolgente. Trovo sempre gradevole una lettura di questo genere, che scorre abbastanza agevolmente.
Ho apprezzato soprattutto l'uso del corsivo, che mi è sembrato ben calibrato e incisivo, e la scelta del lessico, che è di registro medio, molto semplice, ma coerente a se stesso e sempre mirato a trasmettere le emozioni dei personaggi.
Tuttavia, ci sono alcuni problemi.
Trovo che tu non abbia gestito bene lo spazio interno al testo, col risultato che praticamente tutto il testo risulta compatto e certi concetti non vengono evidenziati nel modo giusto. Addirittura, in certi punti viene meno il senso generale e si crea una spiacevole confusione che, in una storia, non ci dovrebbe mai essere. Ti riporto i passaggi da sistemare – con relative soluzioni.
“Sirius osservò con occhi socchiusi la figura che si stagliava contro l’ingresso della sua stanza – era venuto a salutarlo, a dirgli che Silente gli aveva affidato un’altra missione, mentre lui restava in quelle quattro mura fatiscenti. Quando si rese conto che stava per parlare si alzò di scatto e si avvicinò rapidamente, fissandolo a lungo – cercò di controllare la sensazione di disagio che gli creava pensare che se ne andasse, Merlino sapeva per quanto.” è un classico esempio di testo troppo combatto, che io sistemerei in questa maniera “Sirius osservò con occhi socchiusi la figura che si stagliava contro l’ingresso della sua stanza – era venuto a salutarlo, a dirgli che Silente gli aveva affidato un’altra missione, mentre lui restava in quelle quattro mura fatiscenti./Quando si rese conto che stava per parlare si alzò di scatto e si avvicinò rapidamente, fissandolo a lungo – cercò di controllare la sensazione di disagio che gli creava pensare che se ne andasse, Merlino sapeva per quanto.”, inoltre cambierei quel “cercò” in “cercava”, visto che appena prima sottolinea che Sirius lo fissa “a lungo”, il che rappresenta un'azione prolungata nel tempo, perciò è più corretto l'uso dell'imperfetto rispetto a quello del passato remoto. Anche “Merlino sapeva per quanto” rovina l'effetto drammatico – penso che chiunque pensi al Mago Merlino del cartone con la camicia hawaiana in partenza per Honolulu -, forse avresti potuto scegliere un'espressione o più violenta (“chissà per quanto fottuto tempo” - un po' estrema, ma è per farti capire!) oppure più mesta (“Dio solo sapeva per quanto”, “chissà per quanto tempo”). Inoltre, sostituirei “creava” con “suscitava”, che è più appropriato e più armonioso per l'azione descritta.
“«Non andartene», sputò con rabbia, scagliando il suo sguardo verso il basso. Remus rise appena, amaramente, giudicando quasi ridicola quella supplica che sperava in vano di sembrare un ordine.”: anche qui i concetti salienti non sono evidenziati al meglio. “«Non andartene», sputò con rabbia, scagliando il suo sguardo verso il basso./Remus rise appena, amaramente, giudicando quasi ridicola quella supplica che sperava in vano di sembrare un ordine.”. Inoltre, “il suo sguardo” è ridondante, visto che per ora è solo di Sirius il punto di vista, sarebbe bastato “lo sguardo”.
“«Non posso dire di no a Silente, sai meglio di me quanto sia importante.», rispose tranquillo, come se il suo turbamento interiore – palesato anche esteriormente – non lo avesse affatto impressionato. Gli afferrò una spalla, affondando le unghie nella sua carne, inchiodandolo contro il muro – si avventò sulla sua bocca, cercando su quelle labbra la fuga dai demoni che lo perseguitavano da quando aveva messo piede a Grimauld Place, da quando la consapevolezza che non sarebbe mai stato libero dal suo passato l’aveva colpito in pieno, lasciandolo perennemente barcollante e terrorizzato.”: qui non te lo avrei separato, se non fosse che il gesto è così repentino che, secondo me, ha bisogno di uno stacco più netto. “«Non posso dire di no a Silente, sai meglio di me quanto sia importante.», rispose tranquillo, come se il suo turbamento interiore – palesato anche esteriormente – non lo avesse affatto impressionato./Gli afferrò una spalla, affondando le unghie nella sua carne, inchiodandolo contro il muro – si avventò sulla sua bocca, cercando su quelle labbra la fuga dai demoni che lo perseguitavano da quando aveva messo piede a Grimauld Place, da quando la consapevolezza che non sarebbe mai stato libero dal suo passato l’aveva colpito in pieno, lasciandolo perennemente barcollante e terrorizzato.”. Questo sempre ammesso che la frase “Gli afferrò” si riferisca a Remus, come avevo pensato inizialmente, e non a Sirius – come farebbe pensare l'inciso col riferimento a Grimmauld Place -, nel qual caso la costruzione sarebbe sbagliata, bisognerebbe non solo andare a capo ma anche esplicitare il soggetto.
“Si staccò appena da lui, premendoglisi contro con tutto il peso del suo corpo, avvicinando il proprio respiro affannato al suo orecchio: «Non puoi dire di no a Silente, ma puoi dire di no a me?»”: qui non si capisce che è Sirius a “staccarsi”, non puoi affidarti al dialogo per chiarire la situazione, non quando scrivi in terza persona, il soggetto è meglio esplicitarlo subito.
“Remus ghignò appena contro il suo collo, prima di gettarsi a sua volta sulla sua bocca e cominciare a spingerlo verso l’interno, fino a farlo crollare sul suo letto - continuò a baciarlo, mordendogli le labbra fino ad assaporare il suo sangue, riducendo in brandelli i suoi vestiti. Sirius sentiva bruciare sulla schiena i solchi che Remus stava scavando.”: anche qui maggior respiro narrativo non sarebbe male. “Remus ghignò appena contro il suo collo, prima di gettarsi a sua volta sulla sua bocca e cominciare a spingerlo verso l’interno, fino a farlo crollare sul suo letto - continuò a baciarlo, mordendogli le labbra fino ad assaporare il suo sangue, riducendo in brandelli i suoi vestiti./Sirius sentiva bruciare sulla schiena i solchi che Remus stava scavando.”.
“«Silente può benissimo fare a meno di te, non sei insostituibile», soffiò malevolo contro la sua bocca. «Quanto può cambiare l’aiuto di un lupo mannaro?» – avvertì le sue mani intorno al collo, premere quel tanto che bastava per rendergli il respiro difficoltoso. «E a te, quanto cambia la mia presenza?», gli ringhiò contro, tornando ad aggredirlo, senza dargli il tempo di rispondergli.”: nell'ultimo periodo (“gli ringhiò contro”) è Remus a parlare, ma va specificato, perché non è assolutamente chiaro! “«Silente può benissimo fare a meno di te, non sei insostituibile», soffiò malevolo contro la sua bocca. «Quanto può cambiare l’aiuto di un lupo mannaro?» – avvertì le sue mani intorno al collo, premere quel tanto che bastava per rendergli il respiro difficoltoso./«E a te, quanto cambia la mia presenza?», gli ringhiò contro Remus, tornando ad aggredirlo, senza dargli il tempo di rispondere (il “gli” è ridondante).
“Si svegliò sentendo un peso sollevarsi dal materasso. «Non andartene», ripeté – questa volta si trattava soltanto di un misero lamento, una preghiera che sapeva non sarebbe stata esaudita. Remus non rispose neppure, gli rivolse uno sguardo velatamente contrito e discese silenziosamente le scale.”:
“Si svegliò sentendo un peso sollevarsi dal materasso./«Non andartene», ripeté – questa volta si trattava soltanto di un misero lamento, una preghiera che sapeva non sarebbe stata esaudita./Remus non rispose neppure, gli rivolse uno sguardo velatamente contrito e discese silenziosamente le scale.”
3) Titolo: 3/5.
Il titolo in sé non è male, ma lo trovo un po’ generico e anche un po’ banale. Mi sa di già visto e rivisto, forse anche perché è il titolo di una canzone dei Subsonica e perché la scelta di parole non è particolarmente originale.
Mi piace invece il modo in cui rispecchia l’atmosfera sfiancata, d’infelicità della storia: da questo punto di vista è estremamente rappresentativo, il che è ottimo.
4) Caratterizzazione dei personaggi, sviluppo della coppia e attinenza ai contenuti del bando: 12/15.
Non te la sei cavata male in questo parametro, anche se ci sono alcuni aspetti della tua introspezione che non mi hanno convinta del tutto.
Parto col dire che mi è piaciuto come hai gestito la coppia: un rapporto squilibrato, segnato dalla violenza – fisica, blanda, e emotiva, devastante – e dai rimpianti, da anni e anni di separazione, solitudine e tormenti. Mi sono sembrati davvero convincenti in questo sbranarsi reciproco, in questo volersi imprimere l'uno sulla pelle dell'altro.
Per quanto riguarda Remus, sono soddisfatta. Qualcuno direbbe che forse l'hai rappresentato un po' troppo crudele rispetto all'originale (quel ghigno sul suo viso dice tutto!), ma io credo che invece sia adatto: ho sempre immaginato un rapporto abbastanza tempestoso tra i due e, se Remus non attaccasse a sua volta (almeno qualche volta!), finirebbe completamente soffocato da Sirius, la cui personalità parla da sola.
Mi è enormemente piaciuta la descrizione di come pretenda Sirius per sé, graffiandolo, marchiandolo: mi ha ricordato il Lupo che c'è dentro di lei, e l'ho adorato.
Per quanto riguarda Sirius, invece, non sono soddisfatta. Le sue battute non sono all'altezza del personaggio, tutto il suo comportamento denota una debolezza che Sirius non ha (o comunque che non è abituato a mostrare apertamente) e, in linea di massima, non l'ho trovato convincente.
Soprattutto Sirius, che di solito nelle storie eclissa chiunque, in questa non brilla. Manca completamente del suo solito fascino un po' oscuro, del suo magnetismo – la parola perfetta per descriverlo! -, della sua personalità travolgente e un po' sarcastica. Di solito, non si può fare meno di sentirsi attratti da Sirius, nonostante tutti i suoi difetti: in questo testo, quasi scompare.
Inoltre, ho trovato ben poco credibile lo scoppio d'ira finale. Veramente, mi è sembrato grottesco, poco verosimile – e penso che, a vederlo scoppiare così, Remus non avrebbe mai avuto il coraggio di andarsene!
5) Attinenza ai contenuti del pacchetto: 4/5.
Il pacchetto era: “28) Coppia: Sirius Black/Remus Lupin.
“Se tu ti allontani, anche un poco, rinascono in me le bufere.” (Paul Verlaine)
Indicazione: la citazione deve essere il fulcro della storia, ma non deve essere presente fisicamente all'interno di essa (va bene se messa all'inizio, sotto il titolo).
Per quanto riguarda la caratterizzazione: Sirius non è un personaggio gentile, ma è a tratti crudele. E per quanto Remus possa sembrare buono, è comunque un licantropo: ha, quindi, una “bestia” dentro di sé che deve tenere sotto controllo.
Quindi la relazione tra i due deve essere tormentata, deve provocare sia dolore che piacere.”
Mi è piaciuto abbastanza come hai realizzato il pacchetto, sebbene tu non l'abbia rispettato in maniera ottimale.
La storia di coppia si presenta senz'altro tormentata, in grado di “provocare sia dolore che piacere”: il rapporto tra i due appare squilibrato fin dal principio, pieno di possesso, sbagli, aggressioni e sesso. Sicuramente è un “equilibrio” molto instabile quello che hai scelto di rappresentare, e in questo penso tu abbia rispettato molto bene l'atmosfera richiesta dal pacchetto.
Anche la citazione mi è sembrata calzante e presente in tutto il testo – fin troppo, se consideriamo l'accesso di rabbia finale di Sirius, di cui ti ho già detto cosa penso! In ogni caso, la storia è stata strutturata su ispirazione di questa splendida citazione di Verlaine, e si vede, quindi ottimo.
Per quanto riguarda le caratterizzazioni richieste dal pacchetto, penso tu te a sia cavata molto bene con Remus: nelle sue frasi taglienti, nella determinazione con cui se ne va, nel modo di pretendere Sirius, nei graffi che gli scava nella schiena, ho riscontrato perfettamente il suo demone personale – così istintivo, così lunatico, così crudele a tratti.
Per quanto riguarda Sirius, invece, non ci hai preso: sia per quanto richiedeva il pacchetto, sia come caratterizzazione generale. Il tuo Sirius senz'altro non è gentile, ma non è nemmeno lontanamente crudele: se la battuta su quanto un Lupo Mannaro possa essere inutile per la causa voleva essere un attacco, l'unico a subirne gli effetti è stato lui, che passa per frustrato – dal non poter uscire di casa e dal dover restare, quasi sempre solo, nell'odiata casa della sua infanzia.
In un altro caso ti avrei penalizzata meno, ma il tuo era davvero uno dei pacchetti più semplici, quindi mi sento di dare una penalizzazione significativa per non aver centrato la caratterizzazione di uno dei due protagonisti.
6) Gradimento personale: 7/10.
La storia non mi è dispiaciuta: in linea di massima, mi è piaciuta la rappresentazione della coppia, così tormentata e infelice. Le suppliche di Sirius – mascherate da ordini e provocazioni – mi sono sembrate appropriate, un po' meno il suo accesso di rabbia finale, che mi è parso improvviso e anche non del tutto giustificato, visto che si sveglia in un relativo stato di rassegnazione.
Anche lo stile e la struttura interna del testo che andrebbe revisionata hanno abbassato il mio gradimento, ma nel complesso la storia mi è piaciuta.
Giudizio dell’Autrice del pacchetto, _cory_: 25/30.
La storia si presta sicuramente a una piacevole lettura, ma non credo rispetti completamente il pacchetto proposto. Mi è piaciuta la caratterizzazione di Sirius, ma non mi è sembrato per niente "a tratti crudele". Al contrario non ho apprezzato appieno il personaggio di Remus che ho trovato estremamente OOC, molto freddo e distaccato.
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