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Su una roccia in mezzo al mare

Ultimo Aggiornamento: 15/11/2017 09:43
15/11/2017 09:43
 
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Signore della Guerra


Il Vecchio Gabbiano Grigio non lasciava la sua roccia ormai da moltissimo tempo. Erano passati diversi anni, ma non avrebbe saputo dire con esattezza quanti.

La sua colonna di roccia si innalzava fiera e orgogliosa dal mare, a qualche iarda di distanza dalla costa rocciosa di Harlaw.

La marea andava e veniva, ma anche nel momento di massima marea la roccia manteva la sua sommità e il suo ospite fuori dall'acqua.

Quando il mare era mosso ondate di acqua gelida investivano il sacerdote del Dio Abissale.
Le carezze del Dio le chiamava.

I venti forti spesso lottavano per buttarlo giù dalla sua roccia, ma quella era opera del Dio delle Tempeste, nemico giurato del Dio Abissale.

Il Vecchio Gabbiano Grigio non aveva paura di morire. Era stato annegato da piccolo e poi di nuovo all'ingresso della maggiore età. E ciò che morto non può più morire, solo rinascere più forte e invincibile.

Il vecchio sacerdote non doveva preoccuparsi della sua sussistenza.
Il Dio Abissale provvedeva a lui.
Dal mare talvolta un pesce gli finiva tra le braccia e lui lo mangiava. Crudo, freddo e salato mentre si dimenava tra le sue mani.
A volte erano i gabbiano a portargli il cibo.
Alcuni stolti ritenevano i gabbiano creature del Dio delle Tempeste, in quanto uccelli e viaggiatori del cielo. Ma non bisogna credere agli stolti. I gabbiani sono creature del mare, che non si spingono mai troppo lontane da esso, a differenza di altri volatili.
I gabbiano erano suoi vecchi amici e lui li chiamava per nome.

Quella mattina fu Gon a portargli da mangiare. Un gabbiano con le penne tutte arruffate gli si posò sul ginocchio e dallo stomaco trasse alcuni crostacei, che sputacchiò in grembo al Vecchio Gabbiano.
Il sacerdote accarezzò con una mano la testa del gabbiano, che lanciò un grido di saluto, mentre con l'altra si infilava i crostacei in bocca, ringraziando mentalmente il Dio Abissale per aver provveduto ancora una volta ai suoi bisogni.

Tra le onde, quella notte, aveva sentito la sua voce. Grandi sconvolgimenti ci sarebbero stati nel Continente Occidentale. Forse presto sarebbe giunto il momento di lasciare la sua roccia in mezzo al mare. Ma non era quello il giorno.


Ser Arthur Dayne
The Sword of the Morning


«Tutti i cavalieri devono sanguinare.
È il sangue il sigillo della nostra devozione.»
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