Benedict Cassel a Briendlewood

Era arrivato troppo tardi, Rick ormai se ne era andato portandosi via con se i suoi segreti.
Non avrebbe avuto senso mettersi all’inseguimento, non senza aver scoperto la sua destinazione. Il fatto che si fosse portato dietro del bestiame l’avrebbe rallentato lungo il tragitto e se Ben avesse spronato Lampo al massimo forse sarebbe riuscito a raggiungerlo.
Ma non sapeva quanto tempo, o giorni, prima fosse partito, ne quando avrebbe fatto questa deviazione. Troppe incognite.
Inoltre il maniscalco gli aveva suggerito una nuova pista. Nella fretta di trovare Rick non vi aveva prestato particolare attenzione, ma solo ora che quella dello scudiero gli stava scivolando via tra le dita Ben ricordò le parole dell’uomo “...l'altro ragazzo invece credo venisse da sud ma non so... se chiedete in giro lo scoprirete... non era uno che passa inosservato...".

“Grazie per il tuo aiuto ragazzo e che i sette veglino sulla tua fattoria, favoriscano i tuoi raccolti e mantengano sempre in salute i tuoi capi di bestiame.”
Ben tornò da Lampo e al piccolo trotto tornò in città.
Si diresse nuovamente dal maniscalco.
“Mastro Tod mi dispiace disturbarvi di nuovo ma vorrei chiedervi di descrivermi il più accuratamente possibile il ragazzo del sud che è venuto a ritirare lo stallone. Mi dicevate che non passa inosservato. L’avete rivisto nel frattempo? Sapreste dirmi dove posso trovarlo?”

"No no, ha preso il cavallo e se ne è andato. Era uno delle isole dell'estate. Pare però che prima di prendere il cavallo sia andato a divertirsi al bordello".

“L’ultima domanda poi tolgo il disturbo. Quanti giorni fa è passato a ritirare lo stallone?”

"Credo un paio, non di più".

Era ormai sera e Benedict dovette trovare un luogo per il pernotto.

“Grazie ancora per il vostro aiuto. Si è fatto tardi forse è meglio che vada a cercare una stanza per la notte. Buona serata.”
Ben condusse per le briglie Lampo fino alla locanda.
Dopo averlo legato fuori vi entrò controllando l’ambiente.
Si avvicinò al banco e si sedette.
“Buonasera oste. Vorrei una stanza per me è un buon riparo per il mio cavallo. Gradirei consumare anche la cena e dopo...” il suo viso si tinse di rosso mentre completava la frase “... mi hanno parlato bene del bordello locale.”
Non aveva ancora conosciuto il calore di una donna e non era mai stato in un bordello.
C’era stata solo Janette, una serva nelle cucine di Ultimo focolare, che si era dimostrata interessata a lui in quel modo. Una sera si erano appartati in un angolo delle stalle ricavandosi una sorta di nido all’interno di un covone di paglia, in modo che nessuno potesse vederli. Ancora sentiva il sapore delle sue dolci labbra e le mani di lei che scendevano ad armeggiare sulla cintura. Ma proprio quando stava per sciogliere anche le braghe e liberare finalmente la sua verga pulsante venne chiamata per tornare al lavoro. Lei scese dolcemente con la testa e gli posò un bacio sulla punta del membro, ancora imprigionata dal lino, prima di correre via seguita da una risata cristallina.
Ben rimase disteso per un tempo apparentemente infinito cercando di capacitarsi di tanta sventura. Poi lentamente tornò nei suoi alloggi e lì si svuotò non riuscendo a calmarsi in altro modo. Il giorno senguente era partito per Harrenhal e non aveva più avuto modo di rivederla.
Si schiarì la voce è si mosse nervoso sullo sgabello mentre cercava di riguadagnare una certa compostezza e tornare ad un colorito più naturale... ma abbandonarsi a quel ricordo non aveva aiutato. Una mano scese a coprirsi il pacco che tornava a gonfiarsi quando nella sua mente, contro il suo volere, affiorava un’altra immagine di quella splendida creatura, dei suoi capelli corvini raccolti sotto il fazzoletto da lavoro, di quegli occhi così limpidi che ti ci potevi specchiare, del suo naturale profumo dolce come pesche appena colte...
“Ehmmmm... volevo anche chiederle se nei giorni scorsi abbia preso una stanza qui da voi un ragazzo delle isole dell’estate.”

"Oh bene. Ho capito tutto", disse il locandiere.
"Se andate al bordello, chiedete di Mira... è un portento" e fece un occhiolino.
"Per quello che riguarda il cavaliere delle isole dell'estate, aveva poco del cavaliere, però ha bevuto e pagato e fatto conversazione. Poi è andato al bordello. Al mattino dopo non c'era più!".

“Con chi ha fatto conversazione? Anche con voi? Cosa vi siete detti? So che era venuto in città per recuperare uno splendido cavallo. Ha forse detto dove lo doveva portare o a chi appartenesse?” L’interesse di Ben era chiaramente visibile. Mostrò all’oste la patente di segugio. “Ogni informazione seppur apparentemente insignificante potrebbe mettermi sulla giusta strada per trovare l’assassino del principe, quindi ve ne prego spremete la vostra memoria e comunicatemi ogni frase o stralcio di conversazione che vi affiorino alla mente.”

"No no, di quell'uomo non so altro, davvero" e fece spallucce.

Ben allungò una moneta d’argento sul tavolo. “Davvero non ricordate nemmeno con chi abbia conversato?” Le dita ancora ferme sulla moneta in attesa di una risposta.

"Ha parlato un po con tutti... era piacevole e simpatico. Poi ha chiesto se c'era un borsello e chi gli raccomandavo".

Ben non fu soddisfatto da quella informazione, ma non poteva chiedere di più a quell'uomo. Lasciò la moneta e pagò anche il conto per la cena, la stanza e la sistemazione per Lampo.
Mangiò con gusto un abbondante piatto di stufato accompagnato con del pane nero e due boccali di birra scura per mandare giù il tutto. Forse un po' più di quanta se ne concedesse di solito, ma aveva bisogno di un po' di 'spavalderia' in più per quello che si apprestava ad affrontare.
Quando ebbe finito si sistemò, rivolse un cenno di saluto all'oste e si diresse al bordello.
La sera era fresca e serena, rischiarata dai raggi di una splendente luna piena.
Non ci mise molto a raggiungere le porte del bordello. Meno, in realtà, di quanto avesse sperato.
Si fermò sulla soglia a sistemarsi il farsetto. Si passò anche una mano tra i capelli più per ritardare l'ingresso che per acconciarli realmente, ma quando vide due uomini poco distanti che lo stavano osservando con un moto repentino varcò la soglia.
L'interno del locale era caldo... come lo divenne il volto di Ben non appena posò gli occhi sulle cosce lasciate scoperte dalle prostitute che aspettavano nuovi clienti.
Si schiarì la gola volgendo lo sguardo per il locale osservando tutto, ma cercando di far sembrare che stesse ammirando solo l'arredamento, nonostante i suoi occhi tornassero fin troppo sovente sulle gambe slanciate della giovane fanciulla adagiata su di un divanetto alla sua destra.
Una signora di una certa età lo vide e si avvicinò a lui. Probabilmente era colei che gestiva il bordello. Anche se non vi era mai stato sapeva come funzionavano.
Quando fu abbastanza vicina Ben la anticipò e disse: "Buonasera madonna, sono qui per avere alcune informazioni. Mi è stato detto che un ragazzo delle isole dell'estate è stato qui meno di due giorni addietro. Vorrei sapere quale delle vostre ragazze l'ha servito e gradirei conversare con lei se non è..." il rossore si palesò nuovamente sul suo viso "...altrimenti impegnata!"

"Ragazzo non me ne frega un cazzo se tu te la scopi o no. Mira è libera, ma mi devi pagare l'ora, per parlare con lei".

“Ce...certo, non c’è problema.”
Ben armeggio con la sacchetta delle monete facendo cadere alcuni spicci di rame. Li raccolse sempre più imbarazzato e consegnò il compenso alla donna facendosi indicare la stanza.
Ad ogni passo il cuore gli saltava in gola. Arrivato alla camera designata fece un profondo respiro ed entrò.
Mira era seduta sul letto, aveva le braccia dietro di se ed era appoggiata sui gomiti.
Il lenzuolo arrivava a coprirle i seni, ma ne lasciava intravedere la rotondità.
Entrambe le gambe erano scoperte, una lunga e distesa, l’altra formava un angolo con la prima e tratteneva il lenzuolo accumulandolo sulla sua zona più intima.
Ben deglutì visibilmente.
“Sa...salve Mira.” Indicò la porta chiusa alle sue spalle. “La sig... signora di sotto mi ha detto che siete libera e che io potev.... si insomma potevo salire per...”
Lo sguardo di lei si fece ancor più provocante.
“Oh, ehmmm... io... io intendevo che potevo...” deglutì nuovamente allentandosi un poco il laccio del colletto del farsetto “...salire per farvi qualche domanda. Due giorni fa circa è stato qui da voi...” anche se cercava di evitarlo per mantenere una parvenza di controllo almeno in viso, dato che il suo membro stava per esplodere, il suo sguardo continuava a percorrere il corpo di lei dagli occhi alle cosce “...un ragazzo delle isole dell’estate. Vorrei sapere se tra le lenzuola si è vantato di qualcosa, se ha parlato del motivo per cui era qui a Brindlewood, se ha accennato al suo mestiere o al suo luogo di origine... o se per caso ha accennato a Rick ed al suo viaggio ad Harrenhal al seguito di un cavaliere mascherato. In sostanza tutto ciò che ricordate di quella sera mi sarà di estremo aiuto.”
Si accorse di essersi ipnotizzato sul suo seno e tornò a guardarla in viso arrossendo.

Mira si alzò sorridendo, dimenticandosi le lenzuola nel letto. Si avvicinò e cominciò a baciare il cavaliere. "Prima il piacere..." e passarono una mezzora ...di piacere. Quando ebbero finito, Mira si vestì e fece per uscire , ma alla porta si voltò "E' uno stalliere di Approdo. Non ricordo come si chiami, ma doveva riportare un cavallo nella capitale. Penso che l'animale sia stato dal maniscalco.

Ben tornò alla locanda. Le gambe molli che lo reggevano a fatica. Il viso stralunato e in mente si continuava a ripetere “Approdo, Approdo, Approdo”.
Se non si focalizzava quella parola in mente la mattina avrebbe ricordato solo le sensazioni della sua prima volta con una donna. E che donna. Mira era splendida e sapeva decisamente cosa fare. Ripensò anche a Janette, quando fosse tornato al nord sarebbe stato un uomo diverso e l’avrebbe fatta sua. Probabilmente tutta quella temerarietà se ne sarebbe andata insieme alle ombre della notte allo spuntar del sole, ma per ora ne era convinto.
Arrivato nella sua stanza s’impose di dormire, l’indomani sarebbe partito di nuovo, ma il sonno tardò ad arrivare. Mira era ancora nei suoi pensieri.

La mattina seguente a mente più lucida decise di fare un ultimo giro per Brindlewood prima di andarsene.
Fece un sopralluogo in tutte le attività commerciali e luoghi d’incontro.
Chiese a tutti se Rick, nei pochi giorni trascorsi tra il suo ritorno da Harrenhal e il nuovo viaggio insieme a madre e fratello, avesse lasciato qualcosa in deposito, in regalo come il bestiame che non si era portato dietro o se avesse venduto qualcosa.
Lui se ne era andato ma forse aveva lasciato qualche briciola che potesse aiutarlo a trovare qualcosa appartenuto o collegato al cavaliere misterioso. La pista di Approdo era interessante, ma Ben voleva vagliare ogni possibilità (o almeno tutte quelle che gli venivano in mente) prima di seguirla.

Benedict si diede da fare ma nonostante tutti gli sforzi non riuscì a carpire altri indizi con quello che aveva a disposizione.
Partì per Approdo.