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Il riscatto della serva

Ultimo Aggiornamento: 15/10/2017 02:03
15/10/2017 02:03
 
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Dopo tutto quella che era successo nel volgere di neanche due giorni, con la morte del Principe Rhaegar e quella del Re, la sparizione della Regina Rhaella e la sospensione del Torneo, l'atmosfera ad Harrenhal era passata da allegra in un ambiente sontuoso, a cupa e carica di tensione e sospetti in men che non si dica.
Continuando a svolgere il suo lavoro di serva così come aveva sempre fatto, Bethany sapeva, perchè l'aveva sentito dire dalle altre serve, da soldati e persino da Lord, perchè nessuno bada a una serva, che presto tutti sarebbero tornati alle loro terre, nei loro domini più o meno lontani.

Molto in anticipo sul previsto, e questo la preoccupava non poco.
Aveva continuato a fare quel che aveva pattuito con Lord Dustin, quell'uomo del nord che gli sembrava impossibile che proprio da lì provenisse, e di cui aveva sentito parlare in modo tutt'altro che lusinghiero nei bivacchi e davanti ai fuochi degli accampamenti dei soldati delle altre casate. E per quanto la riguardava non poteva certo dire che si sbagliassero.
Quell'uomo del Nord non aveva nulla.
Era praticamente sempre ubriaco e non perdeva occasione, notte dopo notte, di usarla per scaldarsi la notte, per quanto non l'avesse mai costretta. Anche se questo non voleva dire che avesse mai mancato l'occasione di toccarla e insinuare le mani, e non solo quelle, dove più preferisse.

Almeno finchè non fu il momento di prendere parte al Torneo.
La sera prima, Lord Dustin non aveva toccato una sola goccia di vino. E quando gli aveva versato il vino, ricordò bene che ottenne in risposta un semplice " Non posso mica essere la vergogna del Nord. "
Avrebbe voluto obbiettare, in quell'occasione, che lo era già, la vergogna del Nord, ma teneva moltissimo al patto che aveva stretto con lui. Quel patto che la poteva portare lontano da lì, a non essere più una semplice serva, al sicuro dal diventare una serva e una puttana, dal lavoro massacrante e forse anche dalla povertà e di quando in quando anche dalla fame.

Lo aveva rivalutato, quel Lord del Nord, quando in mezzo alla selva di spettatori del Torneo, lo aveva visto combattere contro Brynden Tully, il Pesce Nero, nella Danza. Era certissima dentro di sè che lo avrebbe visto soccombere in modo netto, una sconfitta senza appello, domandandosi quanto vino avrebbe dovuto versare per fargli passare la sconfitta.
Invece, nella sorpresa generale, Lord Dustin aveva vinto.
E aveva vinto in modo netto. L'aveva visto, incredula, scagliarsi contro il Pesce Nero come una furia, senza che questi riuscisse ad arrestarlo, a scansare i colpi, arretrando mentre Lord Dustin avanzava inesorabile. Di certo una vittoria per molti inaspettata.
Lord Dustin aveva poi perso contro Lord Tarly, un altro grande e famoso combattente dei Sette Regni, ma comunque con onore, ribattendo colpo su colpo e finendo sconfitto soltanto di misura.

Dopo averlo visto combattere in duello, il giorno seguente, alla giostra, Bethany assistette al suo confronto contro Ser Denys Arryn, detto " Il Prediletto della Valle", un cavaliere noto per essere un rinomato giostratore. Ma era detto " Il prediletto della Valle" non tanto per quello quanto perchè, e la cosa era successa anche a varie serve che conosceva, era bello, galante e cortese, cosa che faceva sospirare più di una popolana.
Anche se, dopo la Danza, Bethany si era fatta l'idea che Lord Dustin fosse il tipo d'uomo su cui non si punterebbe una moneta di rame ma che al tempo stesso era meglio non sottovalutare.

E infatti, assistendo a quel confronto, trovò una conferma a quella sua idea.
Si era visto lontano un miglio che Il Lord di Città delle Tombe non era un tipo da giostra, ma comunque tenace.
Per due volte Dens Arryn mostrò una maggiore abilità, deflettendo con lo scudo gli attacchi che miravano al suo elmo, nel tanto che Lord Dustin invece per ben due volte evitò che la lancia Arryn lo colpisse in testa di un soffio, una addirittura sfregandogli sull'elmo prima di proseguire oltre.
Al terzo giro, Bethany si spaventò seriamente pensando che tutte le sue speranze si stessero per sgretolare lì davanti ai suoi occhi.
Entrambi avevano lasciato da parte le precauzioni e caricarono mirando alla testa dell'avversario.
Si colpirono a vicenda, e Bethany non potè trattenersi da un verso di spavento ed eccitazione, paura ed euforia, coprendosi le mani,quando quasi in contemporanea i due si colpirono a vicenda in testa. Quella di Lord Dustin prese talmente in pieno la faccia dell'Arryn da spezzarsi, ma anche quella di Senys Arryn fece altrettanto, spezzandosi contro l'elmo.
Seppur sul filo del rasoio, fu la tenacia, almeno questo pensò Bethany, a fare la differenza.
Ser Denys Arryn non riuscì a restare in sella e, facendo impennare il cavallo, finì cl cadere in terra, disarcionato.
Lord Dustin, invece, sembrò rifiutarsi categoricamente di cadere e, con più determinazione che equilibrio, riuscì a rimanere in sella, portando a casa la vittoria, seppure, appunto, di un soffio.

A quel punto, era ansiosa di vedere come sarebbe andato il Duello, sopratutto visto che avrebbe nuovamente incrociato la spada contro Brynden Tully, dando alla cosa il sapore della rivincita.
Ma non potè vederlo.
La morte e la sventura si era abbattuta prima su Casa Targaryen e forse, tempi bui stavano calando su tutti loro.
Così, nel volgere di appena un paio di giorni, il Torneo divenne un ricordo persino lontano e insignificante.

Lord Dustin avrebbe adempiuto alla sua parte di accordo?
Ne dubitava ogni ora di più.
Non l'aveva cercata nè l'aveva mandata a chiamare, se non altro per metterle le mani addosso, e quando a sera gli entrava nella tenda sembrava che non gliene fregasse niente di poterle aprire le cosce. Beveva come una spugna, un calice dopo l'altro, parlando di sventure, di guerra, di sangue, di lupi e di moltissima sfiga.
Solo quando era veramente sbronzo da non capire nulla, un poco di lussuria lo pervadeva, ma non durava. Crollava ubriaco nel letto senza neanche dire una parola prima di addormentarsi.
Era una vista piuttosto squallida e spiacevole, nel complesso.
Non di meno, non mancò comunque di onorare l'accordo e scaldarlo nel sonno col proprio corpo. Era comunque un letto migliore di quello che aveva in alternativa. E anche più sicuro.
Nessun soldato o guardia sarebbe entrata a cercare di aprirle le gambe o convincerla con qualche moneta a cedere le sue grazie.
Era pur sempre la tenda di un Lord.

L'ultimo giorno, nessuno le rivolse la parola, al momento di cominciare a smontare l'accampamento Dustin.
Quegli uomini grandi e grossi, rozzi e diretti, lavoravano a una velocità inaspettata, come avessero ripetuto quel gesto innumerevoli volte, e a quello unicamente di dedicarono.
Lei andò per i suoi compiti tutto il giorno, cercando di non essere mai troppo lontana per poter osservare la situazione e sì, se necessario, anche ricordargli il patto se lo avesse incrociato.
Ma non successe mai.

Alla fine, di ritorno dalle cucine, degli uomini del Nord e di Lord Dustin non c'era traccia.
L'avevano lasciata lì, senza dire niente. Usata e gettata via.
Bethany si era sentita una stupida colossale.
Come avevo potuto credergli?
E dire che aveva sempre consigliato alle servette amiche sue di non credere alle promesse, perchè tanto erano tutte balle per portarsele a letto, nulla di più.

E ora era lì, da sola, in uno spiazzo, piantata in asso senza una parola.
Restò lì per un paio d'ore buone.
Poi, due uomini Dustin, a cavallo, arrivarono.
La redarguirono immediatamente.
< Si può sapere dove eri finita? Son quasi due ore che ti aspettiamo! > dissero, e lei era confusa.
< Io...io...> farfugliò
< Io cosa? Parla, accidenti a te! > si spazientì uno dei due.
Al che lei si sfogò dicendo tutto d'un fiato
< Io sono dove devo essere! Dove siete andati voi piuttosto! Io ho un patto col vostro signore! >
A quel suo dire, i due uomini, querce a cavallo, risero sonoramente.
Era stata così ridicola? Aveva detto qualcosa di sciocco?
Forse sì. In effetti era una serva. Un Lord di certo non deve rendere conto a una serva.
< Ragazza, non sai forse come funziona? > domandarono ridendo.
< Come funziona cosa?> fu la sua risposta.
I due risero ancora di più.
< Dei, che innocentina! Non è che si porta via una serva così, come un barile di birra. Va riscattata, eh! > le spiegarono
<Riscattata? > era incredula. Una donna si poteva vendere?
< Diamine certo che sì! Così siamo andati dal tizio con cui sei arrivata, Ser Pem...Pel...Per...> non si ricordavano neanche pi+ il nome.
< Ser Penthorne > lo disse lei.
< Ecco sì, ser Penthorne, il cavaliere di ventura. Cavoli che morto di fame! Non voleva mollare. Come non avessimo capito che nella sua sacca c'era ben poco! > risero, ricordandosi l'accaduto evidentemente.
< Ci sono voluti due sono schiaffoni e due borse di monete per renderlo ragionevole. Comunque...ora vieni con noi. A breve ce ne andiamo a Nord. E naturalmente, verrai a Nord anche tu. >
Un attimo dopo, uno dei due soldati la prese a cavallo con sè.
Era tanto esile che gli bastò afferrarla per un braccio per sollevarla come fosse un sacco di poco peso.
Comportandosi come nulla fosse, parlavano ovviamente di donne.
< Ehi, ma poi con quell'ancella dei Tyrell com'è andata? >
< Lascia stare...appena si è accorta che non ho un soldo perchè spendo tutto a bere e a giocare si è fatta preziosa...>

risa tra i due.
< E te invece? Sbaglio o...avevi una bella intesa con quella morettina al seguito dei Baratheon. >
< Eh, ce l'avevo. Mi ha parlato di marmocchi e di una locanda da acquistare, dalle parti di Sala dell'Estate...>
< E te che gli hai detto? >
< E me lo domandi? Le ho detto che sono un Lupo! Che venisse a farsi sbattere e servire birra al Nord! Mi è sfuggita come un'anguilla, la maledetta! >
altre risa, e così avanti fino a raggiungere il piccolo gruppeto dei soldati Dustin.
Lì venne fatta scendere come una piuma.
< Quello è il cavallo di Lord Dustin. Finchè non cambieremo i cavalli viaggerai su quello. > le spiegarono.
< Ora però stai zitta e al tuo posto. Sta salutando lo Stark. > aggiunsero. In effetti chiacchieravano tra loro, ma lo facevano piano.
Lei si adeguò.
Andò a prendere le redini del cavallo e rimase in attesa, paziente, che quel commiato finisse.

Nel tanto, fantasticò per tutto il tempo su come fosse il Nord, perché non c'era mai stata, su cosa potesse attenderla in quel posto così lontano. Per qualche motivo, aveva sensazioni contrastanti. Da una parte era ottimista e ansiosa di partire.

Dall'altra, sentiva che non avrebbe mai fatto ritorno.

[Modificato da Lord Petyr 15/10/2017 02:09]
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