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La tenda di Lod Dustin - Nell'accampamento Stark

Ultimo Aggiornamento: 06/10/2017 21:26
06/10/2017 21:26
 
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Signore della Guerra
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Tanto vino e un bel viso durante la notte

Dopo una prima giornata passata andando a zonzo per l'accampamento Stark trattando generalmente con scherno gli attendenti del Protettore del Nord e ordinando modifiche continue all'accampamento, non aveva perso neanche un minuto ad erigere la propria tenda, visto che i suoi uomini, seppur pochi, sapevano perfettamente cosa fare, come un qualcosa di provato e riprovato a memoria ed anzi, probabilmente erano stati tra i più veloci ad erigere la tenda, benché fosse di dimensioni ovviamente ridotte rispetto a quelle dei Lord maggiori. E dire che avevano passato anche parecchio tempo a brindare e bere vino, che era anche il primo dei beni di prima necessità che si erano procurati in quantità al limite dell'industriale, tanto che una parte della tenda era occupata da botti ben sigillate.
Sapendo benissimo che sia lui che il suo seguito erano decisamente diversi dall'austerità e del rigore degli altri uomini del Nord, rumorosi, beoni e canterini, aveva avuto se non altro la decenza e il buon senso di scegliere per la sua tenda di starsene ai limiti dell'accampamento Stark, in posizione defilata, dove difficilmente Stark sarebbe stato distratto o seccato dai canti del suo gruppo o dagli innumerevoli brindisi davanti al fuoco.
Cosa che era puntualmente avvenuta, almeno fino ad una certa ora, perchè poi il Lord di Città delle tombe aveva un altro vizio che adorava : le donne.
Ne aveva adocchiate svariate durante il giorno che andavano e venivano tra gli accampamenti, alcune al seguito, altre invece semplicemente lì per servire gli ospiti per conto di Casa Whent.
Avendo l'occhio allenato dopo aver passato i giorni prima della partenza tra bordelli e bettole del proprio dominio, riusciva a distinguere piuttosto bene la differenza tra le varie serve, e sicuramente non tutte lo erano. Il suo trucco era molto semplice, osservarne le mani e il viso. Se non avevano mani dure e segnate, sicuramente o lavoravano da poco come serve, o non lo erano. E se poi in viso erano ancora belle, giovani e con pochi segni dell'età, c'era da giurarci che non fossero affatto delle serve.
Secondo le sue stime, ce n'erano almeno un terzo che in teoria erano serve, in pratica erano o amanti o puttane.
E riusciva a distinguere anche tra quelle due categorie : le puttane comunque qualche lavoretto lo facevano, le amanti più che altri fingevano di fare qualcosa.
Le amanti senz'altro da scartare, almeno quelle al soldo dei lord più importanti. None era il caso di creare problemi, non al sud quantomeno.
Alla fine, al netto dei suoi gusti oltre che di quei criteri basati sull'esperienza, era finito con l'incapricciarsi di una giovane ragazza.
Era abbastanza sicuro che fosse una serva perché, per quanto gli era stato possibile osservare, ci metteva parecchia buona volontà nei lavori. Era invece assolutamente certo che molto presto sarebbe diventata una serva E un'amante. O una puttana e una serva. Avendo da fare durante il giorno, non si era potuto muovere dall'accampamento, se non ben poco, così era finito per dare il compito di procurargli quella ragazza a uno dei suoi uomini, con tutta la cura necessaria. Aveva il vizio delle donne sì, ma non aveva mai cercato di forzare la mano. O venivano di propria volontà, o pazienza.
Quando la sera era sul punto ormai di essere notte, la serva che si era scelto gli venne portata dai suoi uomini, tra ammiccamenti e ghigni divertiti, ma senza dire nulla di offensivo.
La ragazza aveva un'aria intimorita, cosa comprensibile in mezzo a due giganti del genere, e anche cauta, altra cosa decisamente comprensibile, ma non spaventata, e di questo era contento.
Niente di peggio che vedere paura negli occhi di una donna che si appresta a scaldare un uomo.
Quando gli uomini li lasciarono soli, andando alla giusta distanza dalla tenda, la ragazza avanzò di qualche passo, così potè finalmente guardarla per bene, indugiando a lungo sul suo aspetto.

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"Decisamente una bella ragazza" pensò "ed è maledettamente sicuro che le faranno aprire le cosce nel giro di ben poco." altro pensiero quasi automatico.
In effetti la ragazza aveva un bel viso, dei begli occhi chiari, profondi ed espressivi in una cascata di capelli castano scuro, era alta, ben fatto anche se esile, con delle forme poco pronunciate ma gradevoli, malgrado la veste da serva fosse sì pulita, ma di certo non di buona fattura.
Malgrado la lussuria, era anche vero che era già piuttosto ubriaco, per cui non è che le saltò addosso, al contrario le fece versare da bere per sè e anche per lei, e si sedette sulla panca di legno al tavolo in mezzo alla tenda, prendendo a conversare, o meglio, a bere, ogni tanto chiedere qualcosa, ascoltare le risposto e poi fare aspettare la ragazza un altro bicchiere prima di riprendere quel conversare, notando, quasi che per caso, che anche se il vino era decisamente meglio di quello delle bettole, lei comunque l'aveva toccato pochissimo.

La ragazza si chiamava Bethany.
Come supponeva, aveva compiuto diciotto anni da meno di un mese, quindi era di poco più giovane di lui.
La sua storia lo annoiò a morte, visto che era banale, come tante altre : la madre serva, il padre contadino, troppe bocche da sfamare e, ovviamente, chi poteva andare a fare la serva? La più graziosa, magari per raccogliere qualche moneta in più in modi...privati.
Ma, sebbene Lord Dustin fosse più vicino alla sbronza che alla sobrietà, si destò immediatamente al sapere che la ragazza, natia di un villaggio che non aveva mai sentito nominare prima, dalle parti della Forca Blu, nei due anni passati a fare la serva aveva lavorato in più di un castello, anche se piuttosto piccoli.
In preda alla sbronza, la povera Bethany che si aspettava di essere spogliata da un momento all'altro fu invece tramortita da una sequela incredibile di domande su quei castelli, su come erano costruiti, se avevano torri, se erano vicino a fiumi, o in cima a colline, se c'erano boschi nei paraggi o buone strade di collegamento. E la ragazza rispondeva con una buona dovizia di particolari, forse perchè così poteva evitare di finire in un letto.
Il problema era che a parlare di quell'argomento, Lord Dustin aveva smesso di bere, e la sbronza si era affievolita quel tanto che gli bastò per rendersi conto che aveva una bella ragazza giovane davanti, disponibile, nella sua tenda, di notte e ancora non l'aveva toccata.
" Devo essermi rincoglionito per non essermela ancora fatta" pensò, ridacchiando subito dopo.
Giusto per rassicurarsi che così non fosse, neanche un attimo dopo la ragazza era sulle sue gambe, addossata a lui con un fianco, un pò irrigidita dal sentire la sua mano scorrere sulla veste, accarezzandogli il corpo, saggiandone le forme con un tocco leggero ma presente.
Allungò l'altra mano alla borsa di monete sul tavolo e ne prese qualcuna, intanto che la guardava, risalendo con quel pugno di monete verso il suo petto.
< Mio signore...> disse Bethany, sussultando appena.
< Mio signore? > rispose William, guardandosi attorno <Oh Dei, c'è lo Stark? > domandò volgendosi verso l'entrata della tenda, ridacchiando. Ovviamente non c'era nessuno.
< Dunque ragazza mia, direi che dal momento che non c'è Lord Stark, possiamo dedicarci senza problemi al nostro avvenire più prossimo...che dovrebbe essere piacevole. In teoria anche molto. Ammesso che me ne accorga. E me ne accorgo sai? Non sembra ma me ne accorgo di cosa serve per essere soddisfatti. >
La ragazza sulle sue gambe si lasciava intanto toccare, anche se dal rigido e sussultante che era all'inizio di quei tocchi, ben poco era cambiato nel frattempo. Lo guardava solo per pochi momenti in faccia e poi distoglieva subito lo sguardo. Non che la cosa desse a William fastidio. Era una cosa che aveva già visto tante volte. Che la cosa gli facesse una qualche differenza, visto che la mano continuò il suo percorso fino ai seni della giovane, palpandoli da sopra la veste.
< Secondo te chi la spunta al Torneo? > domandò, vicino all'orecchio della ragazza.
< I-io...non lo so> rispose lei. Intanto William le prese a baciare il lato del collo, e infilò una delle monete nella scollatura della veste, peraltro minima.
< Chi vince al Torneo? > domandò di nuovo.
< Io...credo la Montagna che Cavalca o...Ser Arthur Dayne...o la Vipera....> snocciolò quei nomi e, manco a dirlo, di William neanche l'ombra.
< Brava ragazza...> e infilò la seconda moneta nella scollatura.
Poi abbassò la mano dal suo seno, dopo una doverosa stretta ovviamente, e consegnò le monete restanti direttamente nella mano di Bethany.
< E ora da brava...entra in quel letto. > glielo indicò anche, tanto per non sbagliare.
Bethany all'inizio fissò il letto in modo affatto convinto, ma alla fine si risolse ad alzarsi in piedi, andando verso il letto dove, una volta arrivata, prese a slacciarsi i legacci del suo abito modesto per allentarlo, scoprendo la linea delle sue spalle che apparivano fragili, troppo deboli per quella vita dura. Cosa che Lord Dustin notò appena, visto che si era già alzato in piedi, ma giusto per rimettersi a bere il vino. Un bel sorso lungo, degno dei peggiori beoni fu il primo giro che si concesse. E poi si riempì nuovamente il boccale.
< Quindi non pensi che possa vincere, eh? > la riprese su quel punto, ridacchiando parlando in modo un po' biascicato. Lei arrestò il suo spogliarsi, guadandolo per un attimo da sopra la spalla, apparendo di una sensualità tanto innocente da essere la più peccaminosa possibile, senza saperlo.
William era sbronzo, ma a guardarla in quel momento si ritrovò con una spada così dura tra le gambe che ci avrebbe facilmente potuto tagliare l'acciaio di Valyria.

< No no no, non ho detto questo io...ecco...è solo che la serva Rosemary aveva visto la Montagna una volta, e mi ha detto che è l'uomo più grande, brutto, cattivo e feroce che ci sia...> indugiò un momento, ma poi continuò, tutto d'un fiato < ...la serva Alin è stata con un buon soldato l'altra notte, gli ha scaldato il letto per un buon prezzo...dice che il soldato le ha detto che era certo che avrebbe vinto la Vipera...la Vipera non ha paura di nessuno, è subdola e veloce e non l'acchiappi, proprio come un serpente, scatta e si ritira, più veloce del vento...e Ser Arthur Dayne...beh lui è la spada dell'alba...però anche il Pesce Nero è forte. Molto forte. Dicono che combatte con onore, che è leale...dicono che è bravo e molto intelligente. > tanto per aggiungere un altro pretendente alla vittoria e rendere ancora più chiaro che aveva tante possibilità di spuntarla al Torneo di quante ne aveva di sedere sul Trono di Spade. Rise, scosse la testa e, tanto per cambiare, bevve. Aveva la vaga impressione di avere in quel momento la faccia da idiota, pur non potendosi vedere, e un sano senso di lussuria mista a non sapere bene come afferrarla, figurarsi possederla. Visto che il boccale era vuoto, andò vero la ragazza e il letto.
< Senti un po', bella ragazza...> allungò una mano e la afferrò per i capelli dietro la nuca. Una presa sicura, per quanto non violenta o dolorosa. Serviva a fare in modo che non potesse evitare di guardarlo in faccia, anche se alzò le mani come a volersi difendere.
< ...che ne dici di smettere di fare la serva? > concluse la frase con quella domanda.
Bethany lo fissò coi suoi occhi chiari, che da spaventati erano diventati di colpo più attenti e anche diffidenti. Non che le desse torto.
< Io..io non...non so molto del piacere ecco non...non sono...>
<...una puttana. Sì, questo lo avevo capito. > concluse la frase al suo posto facendosi una sonora risata. “ Ma lo diventerai molto presto, stanne certa. “ pensò nel mentre della risata.
< Ma immagino che tu non voglia diventarlo, o lo saresti già diventata. Cosa che capiterà di certo. Io me ne intendo di puttane, dai retta a me...> gli uscì invece dalle labbra, con un ghigno a metà tra il sarcastico e il serio < Però puoi sempre lavorare per me. > spiattellò la proposta senza girarci attorno, lasciando i suoi capelli. La giovane Bethany sgranò gli occhi.
< Lo so, non sei una puttana. > sembrò leggerle nel pensiero William < Devi solo fare la serva...e bella pettegola. E mi racconti tutto quello che senti.Saprai andare in giro a farti i fatti degli altri no? Tanto sei una serva, chi vuoi che ti noti? > domandò retoricamente sul finire, e la ragazza annuì debolmente col capo.
< Brava ragazza...> biascicò alticcio.
< E...e...e dopo cosa farò? Verrò con voi? E cosa potrei mai fare? Io..io..> obbiettò la giovane, chiaramente pensando in maniera pratica a un dopo il Torneo.
Lui la guardò da capo a piedi, con quell'abito misero che sarebbe bastato un soffio a far cadere.
“ Io un'idea ce l'avrei a ben vedere...oh sì che ce l'avrei...” stava pensando a tutti i modi in cui avrebbe potuto farsela.
< Poi tornerai con me al Nord. E non farai la serva, né aprirai le cosce per qualche moneta. >
“ Per me invece le aprirai eccome” e quell'idea lo fece ridacchiare, ma essendo bello alticcio non destava sospetti. Si sa che gli sbronzi ridono spesso.
Bethany era evidentemente confusa, presa alla sprovvista. Ma non di meno, l'idea di non finire a fare la puttana o la serva o entrambe le cose per gran parte della sua vita era un'idea e una prospettiva gradevole e attraente.
Lord Dustin le lasciò il suo tempo per riflettere, allontanandosi per andare a trovare altro vino, cosa ci cui era ovviamente ben fornito, visto che i suoi uomini gli avevano procurato una scorta di tutto rispetto. Aprì una nuova bottiglia, e senza neanche passare dal boccale se ne scolò una buona parte.
< Io...sono lusingata, Lord Dustin. Ecco...accetto. > disse la ragazza, e William annuì semplicemente.
Quando si voltò con un'espressione arrossata e soddisfatta, notò che la ragazza era ferma davanti al letto, tenendosi le braccia al petto per tenere su l'abito.
< Non...non devo spogliarmi, dunque? >
Lord Dustin rise.
< Io questo non l'ho mai detto. > replicò, semplicemente.
Bethany arrossì e si strinse nelle spalle, annuendo debolmente.
L'idea non pareva farle piacere, ma neanche essere così brutta in fondo.
Si adagiò con le ginocchia sul letto e, afferrando con ambo le mani l'abito, se lo sollevò sopra il capo, restando finalmente nuda, lasciando l'abito in terra mentre, carponi, andò a distendersi poi supina nel letto, coprendosi i seni con le mani e tenendo le gambe ben strette.
Lord Dustin la raggiunse ben presto, nel giro di pochi attimi.
Si spogliò di fretta e inciampando mancò poco che sbattesse la terra in faccia, ma arrivò infine ad esserle sopra. La fissò in viso, e la ragazza fece altrettanto, ricambiandolo.
< Potete...potete fare piano? > domandò, quasi una gentilezza.
William sorrise divertito.

< Ma certo...so entrare in qualsiasi castello...vediamo come si entra nel tuo. >


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