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Flashiamo! – III edizione

Ultimo Aggiornamento: 02/05/2018 21:26
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Post: 2.140
Giudice
24/12/2017 11:51
 
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Che dire... la cosa che adoro di questo contest è che i giudizi sono così diversi XD Mi piace molto sperimentare effettivamente cosa più persone possano pensare su una stessa storia, e devo dire che non essendo neppure molto soddisfatta di questa particolare storia in un primo luogo mi è andata più che bene! Vorrei solo fare un paio di precisazioni prima di tutto.
Non ero molto soddisfatta di questa storia, è la prima che scrivo dopo molto tempo in cui sono stata inattiva. Sono partita con un'idea e poi mi sono lasciata trascinare, trasformandola, in parte.. Ma in fondo, non è anche questo il bello della scrittura?
Riguardo al giudizio di Mary... Sì, ammetto che lo temevo particolarmente XD Scrivere sulla Grindeldore è sempre un azzardo, e soprattutto per me scrivere su Gellert: non sono mai certa di come caratterizzarlo ed è la prima volta che scrivo dal suo punto di vista proprio perché non sono mai stata certa di come dovesse essere la sua caratterizzazione, qui in parte mi sono ispirata vagamente al film "Poeti dall'Inferno" e al personaggio di Rimbaud... Grazie mille per i suggerimenti al riguardo, ne farò tesoro e vedrò di usarli nella prossima storia, se ce ne sarà un'altra dal suo punto di vista.
Riguardo ad Albus, doveva avere un ruolo molto più prominente nella storia ma poi l'ho purtroppo "relegato" a un ruolo forse troppo subalterno. Grazie anche per i suggerimenti riguardo a lui.
I dialoghi... Ssssì, purtroppo sono sempre stati un mio punto debole, ed è anche per questo che preferisco scrivere storie interamente introspettive. Certamente devo lavorare su quel punto.
L'unica cosa che penso sia stata equivocata (e mi dispiace per questo) sono stati i riferimenti sessuali. Ci sono, certo, ma non sono così "diretti" come hai pensato. Personalmente non inserisco mai particolari troppo "specifici" nelle mie storie dal punto di vista sessuale in primo luogo perché mi mette a disagio, in secondo perché trovo che in alcuni casi rendano la storia un po' meccanica. Detto questo, il riferimento alle "dita che penetravano nella pelle" è un riferimento semplicemente a una stretta particolarmente forte e appassionata, non l'avevo mai intesa in quel senso (e mi sono resa conto solo rileggendola adesso che invece potrebbe essere intesa proprio in QUEL senso [SM=g27993] ). Riguardo invece al "penetrare" a cui hai fatto riferimento, lì pensavo più che altro a un "penetrare" più psicologico che fisico, non so se mi spiego. Come penso di aver sottolineato (forse anche troppo) Gellert si sente influenzato da Albus e dal loro rapporto, e quel "penetrare" stava proprio ad indicare in parte la violenza che lui percepisce in tale atto.
Diciamo che ho un po' di difficoltà con questa coppia perché mi piace, davvero tanto, ma quando si tratta di mettere su carta quello che credo sia stato il loro rapporto è sempre un po' difficile, in parte perché, come già detto, sono incerta riguardo alla caratterizzazione di Gellert, in parte perché lo percepisco come un rapporto così intenso, particolareggiato e complesso che mi sembra sempre di ridurlo a qualcosa di banale e stupido.
Ultimissima nota riguardo a titolo: il riferimento era al tempo musicale, che ho voluto anche abbinare alle tre parti della storia, però posso capire che letto così sembri stupido. Lo vedevo bene in abbinamento alla storia, ma immagino che letto a solo non faccia una gran bella figura e che risulti sdolcinato, per citare anche July.
Altra cosa che riguarda solamente July: mi dispiace se il finale è stato poco chiaro. Comunque sì, descrive il duello finale di Albus e Gellert. Riguardo a quell'accenno alla cena volevo intendere semplicemente che certo Gellert non si aspettava che avrebbe rincontrato Albus venendo ricevuto ad Hogwarts con tutti gli onori oppure fissando una sorta di appuntamento per "ricordare i bei vecchi tempi" o cose simili, però non si aspettava neppure sarebbe successo in un'occasione così... Non so, forse pubblica, per certi versi, probabilmente sotto molti occhi. Mi spiace se quel punto è risultato poco chiaro.
Detto questo, ringrazio ancora per i consigli e le critiche, sono cose che servono sempre per crescere e migliorarsi, e cercherò di farne tesoro.
E passando alle note "positive", sono davvero molto contenta per il quarto posto (come già detto, ero incerta su questa storia e non mi aspettavo di arrivarci XD) e per il premio Pathos!

EDIT: Approfitto per dire che anche io ho pubblicato (https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3730852) e per augurare a tutte le partecipanti e alla giudicia buone feste!
[Modificato da TheHeartIsALonelyHunter 24/12/2017 13:11]
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Post: 258
Giudice*****
24/12/2017 12:09
 
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Ecco la oneshot pubblicata: La seconda vita di Merope Gaunt
Grazie a tutte per i giudizi alla storia! Mi trovo assolutamente d'accordo con la linea generale dei commenti, ma ho trovato comunque utili le vostre parole (a volte sentirsi dire le cose è più efficace del rimuginarci su per conto proprio [SM=g27988]). Complimenti a tutte e in bocca al lupo per la classifica di Freya [SM=g27998]

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Post: 3.804
Giudice*****
24/12/2017 13:12
 
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Pubblicata!

efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3730853

Grazie a tutte per i giudizi, comincio a recensire quelle pubblicate.
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Post: 1.044
24/12/2017 15:47
 
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Pubblicatooooooooooooo: L'ultima illusione

Scusate il ritardo, ma ieri sera ero morta di sonno, e ho trovato il tempo solo ora per leggere tutte le valutazioni e commentare. Premetto che sono reduce da svariati aperitivi iniziati alle 11, quindi l'alcol che ho in circolo potrebbe farmi scrivere tante cavolate xD


Dunque, passando al resto:

- In primis, sono stupefatta di tutte le valutazioni nel complesso e della posizione ottenuta nella classifica partecipanti *_* Vi ringrazio tanto, siete state carinissime nei commenti. Magari vi risponderò più nel dettaglio se vorrete lasciarmi la valutazione anche su EFP! :)

- TheHeartIsALonelyHunter: mi lusinga tantissimo il fatto che tu abbia scambiato la mia piccola flash per una storia scritta da Freya xD

- S.Elric: non credo di aver tanto compreso il tuo commento. Mi riferisco alla parte relativa all'assenza di azione e dinamicità xD

- Mary: anche a me piace molto il fatto che l'iniziale del cognome e del nome dei Fondatori combaci, ma non sono riuscita proprio a farmi andare giù Cosetta e Corinna. Quindi ho visto in "Rowena" l'unica alternativa papabile xD

- Sono super contenta di aver azzeccato tutte le autrici delle storie! *_* Le mie capacità investigative sono ancora efficienti hahahaha

Ho notato, poi, che più di una persona ha avuto un po' di perplessità riguardo il finale: ammetto la poca chiarezza (caratteristica che ormai mi contraddistingue xD), ma, per dirla in parole povere, Salazar si è sentito "tradito" nel senso che pensava di aver trovato uno spirito affine in tutto e per tutto, e invece lei si è ritirata all'ultimo, nel momento in cui le intenzioni di Salazar si sono fatte chiare. Spero di aver chiarito un po' i vostri dubbi. Comunque do maggiori spiegazioni nelle note alla storia su EFP! :)

Non vedo l'ora di leggere le valutazioni di Freya!**

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Post: 2.167
Giudice*****
24/12/2017 16:20
 
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Mi approffitto di un po' di tempo libero rimastomi per postare i risultati! Salto il discorso pre-risultati, stavolta, perché in caso di dubbi in merito ai criteri di valutazione potrete parlarmene in risposta ai giudizi. Preferisco non farvi più aspettare. Vi auguro buone feste!





Chi torna da un viaggio non è mai la stessa persona che è partita
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Post: 2.167
Giudice*****
24/12/2017 16:21
 
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Settima classificata "L'assenza"
di _mosquitoontheceiling_




Grammatica: 2.2/10
Molto male, ho trovato diversi errori, molti dei quali anche gravi. Perlopiù si tratta di concordanze di tempi verbali sbagliate, ma ci sono anche sviariati errori di sintassi e, in alcuni casi, il senso delle frasi è compromesso anche dal punto di vista semantico. Per il resto si tratta di errori di distrazione, troppi per essere semplicemente sfuggiti: credo che la tua OS sia stata profondamente trascurata, probabilmente non l'hai neanche riletta prima di consegnare. A un certo punto mi sono persa durante la correzione perché lo stile confusionario, ricco d'incisi e frasi ingarbugliate, rendeva la lettura davvero ostica.
• "Gli allevatori mettevano al sicuro alle loro greggi": 'le loro greggi', errore di distrazione
• "a causa delle sue continue assurde minacce ed aggressioni verso gli altri abitanti del villaggio, che lui chiamava "babbani": in presenza di due aggettivi, in questo caso 'continue' e 'assurde', serve una virgola che li separi (- 0.10); inoltre hai scritto 'ed aggressioni' con una 'd' eufonica di troppo, la 'd' eufonica si usa solo in casi come 'ad arrivare' o 'ed era', quindi quando le vocali iniziali sono identiche.
• "Mary Mills aveva giurato che una volta in cui, per penitenza, si era dovuta avventurare nel terreno dei vagabondi, di aver udito Orfin parlare.": se rileggi 'aveva giurato che una volta in cui si era dovuta avventurare di aver udito' ti renderai conto che il periodo non sta in piedi e che avresti dovuto usare 'aveva udito' (- 0.20) al posto del 'di + infinito'; 'aveva giurato di aver udito' sarebbe stato corretto se non avessi inserito un 'che + verbo' nel mezzo; il periodo risulta inoltre poco scorrevole da un punto di vista stilistico, suggerisco di rivederlo.
• "e da quel momento nessuno osava spingersi più oltre il cartello che avvertiva la minuscola terra di proprietà dei Gaunt": col verbo 'avvertiva' il senso grammaticale è che 'il cartello avverte la proprietà dei Gaunt' (- 0.20), è opportuno sostituirlo con un verbo appropriato, come ad esempio 'segnalava', meglio ancora scrivendo 'che segnalava la presenza della minuscola terra' per rendere il significato inequivocabile.
• "Di Merope nessuno parlava: nessuno la notava veramente, non metteva mai nemmeno il naso fuori di casa, era sempre lì": grammaticalmente parlando il soggetto di 'metteva' rimane 'nessuno', quando invece è evidente che la frase si riferisca a Merope, devi segnalare il cambio di soggetto (- 0.30); suggerisco di scrivere 'Di Merope nessuno parlava: nessuno la notava veramente, la ragazza/lei non metteva mai nemmeno'; consiglio inoltre di non unire 'mai' e 'nemmeno' perché appesantiscono la lettura, un appunto stilistico per cui non detraggo punti.
• "Era entrato dal cancelletto, fatto di assi di legno oramai marce, e percorso il vialetto, senza avere il sentore di un pericolo": il participio 'percorso' non può stare in piedi da solo in una proposizione principale, per concordanza di tempi con 'era entrato' dovrai usare ' aveva percorso'; è un errore piuttosto grave, ma sottraggo comunque 0.20 perché suppongo non sia una scelta voluta, ma una dimenticanza, come può succedere con 'aveva libro' in cui per distrazione si scorda d'inserire l'articolo.
• Partendo sempre dalla stessa frase, invece, ho notato veri e propri errori, anche gravi, che segnalerò tra asterischi: "Era entrato dal cancelletto, fatto di assi di legno oramai marce, e (aveva) percorso il vialetto, senza avere il sentore di un pericolo. Infine, era arrivato alla porta e mentre stava per bussare, *vide* un fantasma. O meglio quello che a lui *sembrò*, a prima vista, un fantasma, come *spiegò* successivamente alla moglie, e che invece era la giovane Merope: il volto bianco, terreo, i capelli grigi,gli occhi oramai spenti. Le sue mani, sottili e bianchicce, gli *facevano* segno di allontanarsi. Da dentro *sentì* le urla del vecchio, il rumore di un mobile pesante che viene rovesciato, la risata del figlio, e così *decise* di ascoltare il consiglio della ragazza e andarsene, terribilmente impaurito.": stai raccontando un episodio che si verifica in un passato antecedente a quello della narrazione principale, dal momento che hai iniziato a raccontarlo al trapassato prossimo tutti i verbi che ti ho segnalato fra asterischi vanno concordati a loro volta con questo tempo verbale (- 0.20 x 7); non ho segnalato 'il rumore di un mobile pesante che viene rovesciato' perché stai descrivendo un rumore che, di fatto, non cambia nel tempo.
• “*Nonostante* gli anziani signori Riddle *cercarono* in tutti i modi di arginare la fuga di notizie, presto il paese seppe”: di norma le congiunzioni concessive reggono il congiuntivo; siccome il verbo della frase principale ('seppe') è al passato remoto, dovrai usare il congiuntivo 'avessero cercato', quindi il tempo trapassato (- 0.20).
• "Questa notizia, però, già si sapeva. O meglio, nonostante non giungessero molti giornali a Little Hangleton, tuttavia arrivavano i maggiori quotidiani londinesi, ed in uno era apparso un annuncio di matrimonio con due nomi molto familiari. Tuttavia il paese, almeno inizialmente e di fronte agli anziani signori Riddle, *preferì* credere che si *trattasse* di uno scherzo o di uno strambo caso di omonimia.": stesso discorso con 'preferì', che va concordato al trapassato prossimo ('aveva preferito', - 0.20), e con il congiuntivo 'trattasse', che va concordato al congiuntivo trapassato ('fosse trattato', - 0.20); suggerisco anche di rivedere i periodi, le ripetizioni di 'tuttavia' e la presenza degli incisi ne rendono la comprensione inizialmente ostica.
• Subito dopo: "Ma nei loro salotti, nell'intimità di una cena in famiglia, oppure ancora tra amici, non si parlava di altro": 'nei loro salotti' di chi? Il soggetto della frase precedente è 'paese', quindi non sappiamo a chi associare grammaticalmente il pronome 'loro' (- 0.30), suggerisco di correggere con 'Ma nei salotti degli abitanti'.
• "Tom dal canto suo, circondato dagli innumerevoli amici, raccontava la sua versione. *Raccontò* che la storia del matrimonio era una bugia costruita ad arte dalla figlia del vagabondo pazzo e che lei l'aveva costretto, con artifici di strega, a convivere per un anno intero, in una condizione di semi prigionia, *costretto a soddisfarla* in tutti i suoi desideri.": anche qui hai cambiato tempo verbale, devi usare sempre 'raccontava' (- 0.20), anche se suggerisco di usare un sinonimo (es. 'narrava') per evitare la ripetizione; 'lei l'aveva costretto a convivere costretto a soddisfarla' non sta in piedi, 'costringere a' regge entrambi i verbi all'infinito, perciò dovresti correggere con 'lei l'aveva costretto a convivere E a soddisfarla' (- 0.20); 'soddisfarla in tutti i suoi desideri' è un errore sintattico (- 0.20), dovresti correggere eliminando la preposizione 'in' (a convinvere e a soddisfare tutti i suoi desideri); la lettura risulta inoltre affaticata perché le virgole la rallentano di troppo e inutilmente, suggerisco di renderla più fluida con 'lei l'aveva costretto, con artifici di strega, a convivere per un anno intero in una condizione di semi prigionia e a soddisfare tutti i suoi desideri'.
• "Dopo aver viaggiato, percorrendo sempre e solo strade secondarie, dormendo all'aperto senza una coperta, mangiando ciò che riusciva a rubare dai frutteti - tanta era la paura che quella donna riuscisse a rintracciarlo - *ed* era finalmente tornato": perché hai inserito la congiunzione?; 'dopo aver viaggiato' presuppone che il periodo continui con una frase principale di senso compiuto, non c'è bisogno di mettere la congiunzione (- 0.30).
• "Aveva confessato la realtà della loro unione solo ai suoi genitori, e temeva che qualcuno della servitù avesse origliato la conversazione e che presto avrebbe cercato di fare il possibile affinchè quel matrimonio venisse reso nullo. Soprattutto, non *volle* mai dire che quando l'aveva abbandonata, sua moglie Merope era incinta.": 'non aveva mai voluto' (- 0.20)
• "Merope poteva anche morire, e loro figlio con lei": 'e il loro', errore di distrazione.
• "Il quartiere in cui si trovava, certo, non era dei migliori, ma la signora teneva moltissimo *all'ordine e pulizia* del suo piccolo albergo, al decoro delle "ragazze" (un minuscolo gruppo di giovani , spesso orfane, che avevano trovato impiego lì piuttosto che finire, come ragionava la signora, in postacci come accadeva a molte loro coetanee) *e che* i suoi clienti fossero brave persone": 'all'ordine e alla pulizia', errore di distrazione; 'teneva moltissimo all'ordine e alla pulizia, al decoro delle ragazze e che i suoi clienti'? (- 0.30 per errore di sintassi), potresti scrivere 'teneva moltissimo [...] e al fatto che i suoi clienti', oppure 'e sperava che i suoi clienti'.
• "giudizioed": errore di distrazione, ma attenzione che ce ne sono parecchi e danno al testo un aspetto trascurato; oltre a questi noto che spesso metti dopi spazi tra le parole o dimentichi d'inserire il punto.
• "-Oh, ma non c'è nulla di sbagliato- aveva risposto il giovane scuotendo la bella testa riccioluta -": si usano i trattini lunghi per i dialoghi, in più non vanno scritti attaccati alle parole (— Oh/ sbagliato —) (- 0.10 perché l'errore è ripetuto nel testo e non è quindi dovuto a distrazione).
• "L'uomo era uscito, ringraziando per la disponibilità la signora, e rientrando *accompagnava* una ragazza giovanissima,ed osservandola la signora non *potè* non pensare che erano la coppia peggio assortita nel mondo: mentre lui era molto attraente, alto, pieno di vitalità, elegante e raffinato -un giovane, insomma, che *ha vissuto* sempre nell'agiatezza - lei era terribilmente pallida": c'è il solito problema con la concordanza dei tempi verbali ('aveva accompagnato', 'aveva potuto', 'aveva vissuto', - 0.20 x3).
• "non si poteva non notare, il suo largo sorriso": quella virgola è sbagliatissima perché separa il verbo dal complemento oggetto (- 0.30).
• "Mise l'acqua in un (?) accanto al caminetto": manca un sostantivo, errore di distrazione.
• " - Egli tornerà, ne sono certa. - disse infine": il discorso diretto prosegue con 'disse', perciò non ci va il punto al suo interno (- 0.10).
• "Invece, quando *vennero* a prelevare suo padre e suo fratello per portarli ad Azkaban, tutto per lei era cambiato": la narrazione prosegue al trapassato prossimo nel resto del testo, quindi 'erano venuti' (- 0.20).
• "erano finiti i divieti e gli abusi, le violenze, gli accenni a qualcosa per lei sgradevole; per una volta era stata felice del suo sangue magico, *del creare* un filtro d'amore potente tanto da spingere Tom ad abbandonare l'agio della famiglia e *di* una vecchia fiamma per lei": 'del creare' non è un uso riconosciuto (- 0.20), suggerisco di scrivere 'era stata felice del suo sangue magico, della sua capacità di creare un filtro'; segnalo inoltre l'uso improprio del di' (- 0.20), è la congiunzione 'e' che ha la funzione di correlare i due complementi oggetto, l'aggiunta della preposizone è scorretta (ad abbandonare l'agio della famiglia E una vecchia fiamma).
• "Che valore poteva avere,realmente, quel filtro? Le aveva solo dato il Tom che lei voleva, quello vero, che non la guardava, arrogante e disgustato da lei, quello che l'amava.": il filtro dà a Merope un falso Tom che l'ama, ma questo periodo dice che le dà 'quello vero, che non la guardava, arrogante e disgusato' e allo stesso tempo 'che l'amava'; non ho capito cosa significhi, è davvero confuso (- 0.50), afferma e nega due concetti opposti.
• "Tutto era possibile: Tom che tornava, ma perchè era partito?": sono due frasi che esprimono concetti separati, una è affermativa, l'altra interrogativa; se avessi scritto 'Tom era partito, ma è tornato...' il 'ma' avversativo avrebbe avuto senso, invece in questo caso è sbagliato, il contrasto che esprime la congiunzione non si riflette sul fatto che Tom possa tornare, non c'è una relazione avversativa tra i due concetti, non è il fatto che Tom sia partito a ostacolarlo dal tornare; consiglio di scrivere 'Tutto era possibile: *anche* il ritorno di Tom. Merope si chiedeva perché fosse partito.' ('tutto era possibile + azione singola' non esprime 'tutto ciò che è possibile', ma una cosa sola, per questo ti suggerisco di aggiungere 'anche', - 0.50 per periodo confuso).
• "Si immaginava ritornare Tom, più innamorato ed appassionato": così sembra che Merope immagini di riprendere le fattezze di Tom (- 0.20); 'immaginava Tom tornare da lei più innamorato e appassionato' è una resa corretta.
• "Fu un sorriso fugace, prima che Merope si rinascondesse nell'oscurità, prima che il sole uccidesse quelle sue fantasie": dovresti scrivere 'fu con un sorriso fugace che Merope si rinascose', 'fu un sorriso fugace' non è una frase di senso compiuto (- 0.30).



Stile: 5/10
Decisamente ingarbugliato. Ormai avrai capito leggendo il giudizio sulla grammatica che non mi è piaciuto. Ci sono periodi troppo lunghi e confusi, hai cambiato tantissime volte i tempi verbali in maniera del tutto ingiustificata: questi sono i motivi principali per cui spesso ho perso il filo e mi sono dovuta fermare a rileggere per capire cosa stava succedendo. Non è uno stile scorrevole, le pause sono eccessive e spesso rendono il ritmo della lettura singhiozzante, e anche i numerosi errori incidono pesantemente su questo piano. "Il quartiere in cui si trovava, certo, non era dei migliori, ma la signora teneva moltissimo all'ordine e pulizia del suo piccolo albergo, al decoro delle "ragazze" (un minuscolo gruppo di giovani , spesso orfane, che avevano trovato impiego lì piuttosto che finire, come ragionava la signora, in postacci come accadeva a molte loro coetanee) e che i suoi clienti fossero brave persone.": il periodo è troppo lungo e frammentato, arrivata alla fine mi sono persa e ho dovuto rileggerlo per capirne il senso. "Quella mattina Rose era salita con la colazione: un bicchiere di latte, delle fette di pane e un uovo, appena deposto dalla gallina, giù nel pollaio; insieme ad una brocca d'acqua calda, affinchè si potesse lavare.": qui invece ci sono troppe virgole. Inoltre ho notato numerose ripetizioni in tutto il testo, come "gli abiti sporchi ed impolverati, i capelli sporchi e disordinati".
Ho riportato alcuni esempi, ma purtroppo non si tratta di scivoloni sporadici, bensì di una consuetudine. Mi è piaciuto il modo in cui hai iniziato a raccontare la vicenda, sembrava di leggere una fiaba perché la storia tra Merope e Tom era filtrata dal punto di vista dei paesani; secondo il detto "il villaggio è piccolo, la gente mormora" la OS ha acquisito il sapore di una novella d'altri tempi, a tratti comica, e mi ha ricordato l'atmosfera di cui era impregnata la Little Hangleton potteriana con Bob Ogden in scena. Anche l'uso di termini come 'oramai' o di espressioni come 'lamentava + complemento oggetto' al posto dei più comuni 'ormai' e 'si lamentava + di' dimostrano il tentativo di rendere lo stile sposo dell'ambientazione temporale in cui si collocano i fatti, un aspetto pregevole. Sei riuscita a riempire la lettura ricca di particolari che mi hanno fatto mettere nei panni degli abitanti del paese, hai dato corpo e voce a Little Hangleton, non soltanto a Merope, e questo ha reso il tutto più curato e realistico. Un vero peccato, quindi, che lo stile sia così acerbo.




Titolo e Introduzione: 9/10
Al titolo ho assegnato 5, all'introduzione 4.
Sicuramente il titolo è pertinente alla trama, richiama alla mente l'abbandono subito da Merope e la causa della sua disperazione. Nella sua essenzialità lo trovo anche incisivo e intrigante. Nell'introduzione presenti entrambi i protagonisti, chiarendo subiti che hanno preso strade diverse, e questo è un ulteriore rimando al titolo che ho apprezzato. Mi ha molto incuriosito l'idea di poter leggere del ritorno di Tom a Little Hangleton, del "dopo" l'inganno, visto che di solito è un aspetto che non ho mai visto trattare nelle fanfiction. L'allusione finale alle condizioni di Merope, sempre più prostata, sempre più schiacciata dal peso di quest'assenza "concreta" mi ha lasciato presagire che avrei letto una storia ricca d'introspezione e molto coinvolgente. C'è soltanto quel "ella" che mi disturba, per gusto personale mi rimanda sempre a qualcosa di finto o antiquato. In ogni caso non è un'introduzione che mi ha fatta impazzire, ma mi è comunque piaciuta tanto.



Caratterizzazione personaggi: 9/15
Non mi è affatto dispiaciuta. Merope è una ragazza che nessuno nota, fuorché per meravigliarsi del suo aspetto sciatto. Attraverso gli occhi della signora Moore vediamo il netto contrasto esteriore tra lei e Tom, lo notiamo anche dalla descrizione che ne fa il pastore, e il suo aspetto esteriore riflette la sua condizione - per citarti - da vittima, fatta di abusi da parte del padre e del fratello. Merope vive in questo stato di trascuratezza e abbandono anche a livello interiore, la presenti come una persona estraniata dalla realtà che ne recupera il contatto soltanto quando chiede agli altri di Tom. Non è arrabbiata, è soltanto disperatamente speranzosa, come chi non ha nemmeno più le forze per fare altro. Nel suo lasciarsi andare, nel suo vivere passivamente, mi è sembrata molto credibile: l'amore di Tom era tutto per lei, perderlo ha significato perdere la voglia di vivere, e in questo mi ha fatto pensare alla ragazza descritta da Silente che non è riuscita a sopravvivere né al parto, né alla propria sorte. Anche con Tom sei stata brava. "Dopo aver viaggiato, percorrendo sempre e solo strade secondarie, dormendo all'aperto senza una coperta, mangiando ciò che riusciva a rubare dai frutteti - tanta era la paura che quella donna riuscisse a rintracciarlo": esprime concretamente il disgusto, lo shock e il terrore che nutre per Merope, la fattucchiera ingannatrice.
Il tuo Tom tace e non dice ad amici e parenti che Merope è incinta, è totalmente indifferente all'idea che lei e il bambino possano morire e i suoi pensieri lasciano trapelare chiaramente questo messaggio. Mi sono piaciuti i dettagli con cui hai arricchito il racconto, per esempio l'accostamento di Orfin all'Uomo Nero nell'immaginario infantile o la signora Moore che rivede nell'affiatamento tra Merope e Tom se stessa e il marito da giovani. Ecco, dettagli di questo tipo danno spessore all'ambiente che ruota attorno ai protagonisti, rendono Little Hangleton viva, e non soltanto uno sfondo tramite il quale ripercorrere i fatti. Il problema è che spesso i personaggi secondari sembrano avere più spazio dei protagonisti stessi, in una OS incentrata su una coppia sarebbe stato meglio metterli più in primo piano. Ho inoltre notato che descrivi Frank Bryce come un anziano, ma lui è anziano ai tempi del Calice di Fuoco! Capirai da sola che è anacronisticamente impossibile che negli anni 20, quando Voldemort non era ancora nato, fosse già vecchio. In sintesi, la tua Merope e il tuo Tom Sr mi sono sembrati realistici, ma lasciati troppo da parte.



Sviluppo della coppia: 6/15
Avrei preferito che ti fossi soffermata nel dettaglio su alcuni momenti significativi della coppia, anziché leggere una storia lunga che trattava l'intera vicenda senza andare mai troppo a fondo. Per intenderci, amo le storie lunghe e mi sono piaciuti i riferimenti agli abitanti del villaggio, ma mi sarebbero piaciuti di più se non avessero rubato spazio alla coppia, vero fulcro del contest. Per esempio liquidi la presa di coscienza di Tom così: "fino a quando non aprì gli occhi, quella benedetta mattina. Ricordò di come Merope lo guardasse speranzoso, le braccia strette attorno al suo corpo, i lunghi capelli malamente acconciati, le parole tenere di lei, ed infine gli insulti di lui, le sue grida, la sua fuga precipitosa da Londra... "Pensavo, Tom... che ora.. sposati, con un figlio in arrivo, tu finalmente provassi dei sentimenti per me."
Avrei preferito leggere il "come" anziché RI-leggere il "cosa" (sappiamo già dal canon cosa succede alla coppia), quindi che ti fossi soffermata più sull'introspezione di almeno uno dei protagonisti. Non si coglie nemmeno il passaggio dalla vita di coppia felice all'abbandono subito da Merope, il distacco temporale non c'è, si passa semplicemente da un "Quello che sarebbe accaduto, discusse con la cuoca, non se lo sarebbe mai aspettato da quella coppia così profondamente innamorata." a un "Merope rimase stesa sul letto, priva di ogni forza.", quando soltanto nelle righe precedenti si parlava ancora del bel Tom e della sciatta Merope, novelli e felici sposi appena arrivati alla pensione. Se ci avessi permesso di rivivere la storia d'amore tra Merope e Tom e/o, ad esempio, lo stato d'animo d'entrambi quando lui ha smesso di bere il filtro avresti reso la storia più coinvolgente. Avrei voluto vedere le reazioni di entrambi in diretta, senza venirne a sapere tramite un breve riassunto descrittivo. Secondo me selezionando una singola scena e approfondendola con l'introspezione, la lettura risulta meno frettolosa da un lato e più coinvolgente dall'altra, il racconto si arrichisce a livello emotivo, diventa più sentito, i personaggi sembrano più veri. Per esempio nel finale mi hai emozionata. Lì non c'è soltanto Merope che spera in solitudine: la sua speranza acquista forma quando descrivi il momento arricchendolo di particolari. Si sente il suono dell'organetto, immaginiamo Diagon Alley, vediamo il sole oscurato dalle nuvole e l'arrivo della pioggia. La musica e la luce scompaiono segnando la fine dei giorni di Merope, immagine decadente che contrasta con la sua ingenua e ostinata speranza. Mi si è stretto il cuore leggendo le ultime righe, mi hai portata di fronte a Merope raccontando in maniera personale, invece di ripetere i fatti. Sarebbe stato interessante anche giocare sul tema portante della storia, ovvero l'assenza, dando maggiore spazio ai sentimenti di Merope e al suo dolore mentre ripensava ai momenti vissuti con Tom. Avresti dovuto calcare di più la mano, diciamo, da un punto di vista interiore. Purtroppo in questo modo, salvo che nel finale, non sono riuscita a sentire niente.



Totale: 31.2/60









Chi torna da un viaggio non è mai la stessa persona che è partita
OFFLINE
Post: 2.167
Giudice*****
24/12/2017 16:22
 
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Sesta classificata "La seconda vita di Merope Gaunt"
di chia3_




Grammatica: 9.3/10
Ho trovato alcuni errori inerenti l'uso del soggetto e la coniugazione dei verbi, ma in linea di massima va bene.
• "Passano tra agli alberi": 'tra gli', errore di distrazione.
• "Da quel giorno Merope Gaunt aveva vissuto una nuova vita. Con il denaro di Tom, tra lo stupore e i pettegolezzi generali che circolavano in paese, avevano acquistato una bella villa a pochi chilometri di distanza, e lì trascorrevano le loro giornate placide": devi mettere 'aveva acquistato' e 'trascorreva', il soggetto di 'aveva vissuto' è 'Merope', nella seconda e nella terza frase non cambia, perciò i due verbi segnalati vanno concordati al singolare (- 0.20x2); è evidente che volessi intendere una condivisione d'azioni tra Merope e Tom, perciò suggerisco di rivedere il periodo, magari scrivendo: 'Con il denaro di Tom aveva acquistato [...] e lì trascorreva insieme a lui giornate placide'.
• "ma la libertà la rendeva ebbra e fremeva dalla voglia di": è Merope a fremere, ma dal momento che hai coordinato 'rendeva' e 'fremeva' senza specificare il cambio di soggetto sembra che sia sempre la libertà a compiere l'azione (- 0.30); suggerisco di scrivere 'ma la libertà la rendeva ebbra e la faceva fremere dalla voglia di'.




Stile: 7.5/10
Semplice e lineare, tutto sommato piacevole da leggere, ma a volte è proprio la sua linearità a penalizzarti. Ho notato che tendi a coordinare quasi tutte le frasi allo stesso modo e, se questa a volte si rivela una scelta efficace per conferire un certo ritmo alla narrazione, qui la scorrevolezza del testo si perde: "Le sembra di galleggiare senza peso, senza un corpo, gli occhi le si riempiono di quell’immagine, poi ecco le mani di Tom a cingerle la vita, il pelo caldo dell’animale a contatto con le sue cosce, ora tocca a lei abbassare la testa perché i capelli non si impiglino tra i rami, ride con lui": "ora tocca a lei" e "ride con lui" sono due proposizioni principali indipendenti - sia da quelle precedenti che l'una dall'altra, coordinarle con la virgola da un lato rende la lettura troppo frettolosa, dall'altro appesantisce visivamente il testo.
"Con il denaro di Tom, tra lo stupore e i pettegolezzi generali che circolavano in paese, avevano acquistato una bella villa a pochi chilometri di distanza, e lì trascorrevano le loro giornate, placide e indisturbate, Tom reso innocuo dal filtro con cui ogni sera Merope, a sua insaputa, diluiva il vino.": qui invece ci sono troppo incisi, la lettura risulta eccessivamente rallentata; dire "si era fatta una piacevole ragazza" per descrivere un miglioramento dell'aspetto esteriore è a mio avviso una scelta infelice, anche perché quel "si era fatta" appartiene più al linguaggio del parlato. In linea generale non ci sono periodi confusi o troppo contorti, né fai uso di un lessico eccessivamente povero. Il vero problema di questo stile è che non comunica, sembra semplicemente un riassunto di quanto accaduto tra Tom e Merope. L'introspezione è quasi inesistente, appena visibile sulla superficie, e nonostante il testo racconti una storia che abbraccia diversi archi temporali il finale risulta precipitoso, non dà modo al lettore di provare empatia verso i protagonisti, né di entrare nel loro mondo. Avrei preferito leggere qualcosa di meno riassuntivo, meno incentrato sul "cosa è successo" e più sul "come".
A tal proposito ho apprezzato tanto l'incipit: "Merope aspetta. Ogni pomeriggio siede alla finestra, in attesa di udire il familiare insieme di suoni: il fruscio tra la vegetazione, lo scalpiccio degli zoccoli, le risate." Qui succede il contrario, giochi sulle percezioni sensoriali della protagonista e rendi le azioni che descrivi vivide, portandoci vicino a Merope.



Titolo e introduzione: 5.5/10
Al titolo ho assegnato 2, all'introduzione 3.5. Secondo me "La seconda vita di Merope Gaunt" non rispecchia la storia. Il finale mostra la presa di coscienza di Tom, libero dal filtro d'amore, e lascia tutto - Merope stessa - in sospeso. L'ultima cosa che ricordiamo è il disgusto con cui Tom la guarda, il focus si sposta su di lui e mette lei in secondo piano. Dal momento che per il resto della storia hai prevalentemente riassunto i fatti, senza invece raccontarli, non ho letto di una "seconda vita", ma di azioni elencanti i fatti che sono state effettuate con distacco, senza mai mettere i personaggi in primo piano. Merope è la protagonista, eppure la sua storia s'interrompe di colpo, viene troncata in modo davvero brusco dopo averci offerto poco dei suoi pensieri e sentimenti. Per queste ragioni non trovo il titolo pertinente, anche se preso in sé non è male. L'introduzione si apre con un'immagine sensoriale d'effetto che trasporta subito il lettore vicino alla protagonista, io mi sono sentita vicina a lei, come se stesso ascoltando a mia volta i suoni che s'udivano davanti alla finestra. In genere, tuttavia, preferisco introduzioni sintentiche e incisive. Quella che proponi è costituita dall'intero primo paragrafo della storia e si rivela quindi dispersiva, perdendo proprio in incisività. La parte estrapolata dal testo che hai scelto è ottima, consiglio semplicemente di non riportarla per intero.



Caratterizzazione personaggi: 7.5/15
Sappiamo poco di Tom e Merope, perciò parlerò di caratterizzazione. Nella tua storia a Merope piace credere che sia stato l'amore per Tom a restituirle i poteri, a darle la forza di agire, e questo è un aspetto che mi è piaciuto tanto. In poche righe riveli molto di lei e del sentimento incondizionato che nutre per Tom, ci mostri il suo lato più innocente, quello di chi sogna a occhi aperti e spera in un lieto fine, con l'ingenuità tipica di una ragazzina alle prese col primo amore. Merope sembra vivere in un mondo sospeso, da fiaba, e credo che questa caratterizzazione rispecchi la vera lei. Merope smette di dare il filtro a Tom in virtù di questa sua ingenuità, è l'indole da sognatrice a prevalere in lei. L'"Imperio" di cui si serve per convincere Tom a bere il filtro la prima volta si rivela plausibile: Merope è stata disposta a farsi amare per mezzo di un inganno ed è con l'inganno stesso che qui la mostri dare inizio a tutto; questo gesto rispecchia il suo desiderio disperato, Merope è vittima di un sentimento talmente ceco e incondizionato da dimenticare la morale e il rispetto altrui sin da subito, nel momento in cui pretende di poterlo vivere davvero. Ti darei il massimo se Tom non fosse così assente. Di lui non percepiamo praticamente nulla, nemmeno i sentimenti fasulli che Merope l'ha costretto a provare, non ho niente su cui basarmi per parlarne, a parte l'iniziale diffidenza che nutriva nei confronti di Merope. Peccato, perché con la protagonista sei stata veramente brava!



Sviluppo della coppia: 5/15
"Uno sguardo vacuo e un sorriso sornione ricambiarono l’espressione preoccupata di Merope. In quel momento la giovane strega seppe che Tom Riddle era innamorato di lei." Ho scelto questo periodo per aprire la valutazione perchè, purtroppo, ne costituisce la sintesi. Sarebbe stato carino raccontare tramite sensazioni, anziché azioni. Tutti sappiamo che Merope ha fatto innamorare Tom Sr con l'inganno, riscriverlo parlando soltanto del "cosa" e non del "come" non aggiunge niente di nuovo, si rivela ripetitivo ed estremamente noioso da un lato, privo di coinvolgimento dall'altro. Per esempio avresti potuto descrivere come si è sentito Tom dopo aver bevuto il filtro, oppure come si è sentita Merope nel vedere che lui aveva cambiato modo di guardarla. Soffermarsi su uno di questi aspetti avrebbe dato un tocco diverso alla storia, un'impronta sua. Purtroppo come ti ho già fatto presente il testo non comunica e la coppia, complice la presenza di Tom appena abbozzata, non si sente. All'inizio eri partita splendidamente con la descrizione di Tom a cavallo, ti eri soffermata sulle sensazioni di Merope con realismo e ricchezza di particolari, ma poi la trama si è inaridita. Manca l'introspezione, mancano i ricordi stessi che descrivi, perché il lettore non ha modo di percepire quello che provano i personaggi. Il pathos non c'è, mi spiace, non ho provato nulla.



Totale: 34.8/60











Chi torna da un viaggio non è mai la stessa persona che è partita
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24/12/2017 16:25
 
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Quinta classificata "Il tempo di un bacio"
di TheHeartIsALonelyHunter



Grammatica: 9.8/10
I miei complimenti, nonostante si tratti di una OS c'è soltanto un errore di distrazione. Sull'uso della "d" eufonica non detraggo mai punti, ma ricordo che sarebbe sempre meglio evitare d'inserirla in casi come "ad un", dove non c'è la ripetizione della stessa vocale nella parola che segue la preposizione. Ho notato imperfezioni sulla punteggiatura, che tuttavia incidono più sul lato estetico del testo.
• "Gellert Grindelwald non avrebbe mai potuto ammetterlo a sé stesso –non ancora, almeno–, ma quel compagnia: 'quella', errore di distrazione; tra i trattini e le parole ci va sempre uno spazio, è un errore ripetuto nel testo quindi detraggo punti (- 0.10).
Un altro errore ripetuto consiste nel mettere la maiuscola dopo i puntini di sospensione (- 0.10).



Stile: 8/10
Dal punto di vista formale questo stile non ha nulla che non vada, è curato e si uniforma al contenuto della storia stessa, seguendo l'andamento di "adagio", "presto" e "moderato" in maniera molto calzante. Hai osato in tal senso in una maniera che mi è piaciuta tantissimo, perché si capisce chiaramente che i punti in cui lo stile è libero non sono dovuti a un errore, ma a una scelta mirata. Per esempio "caldo frettoloso violento vorace" senza le virgole suggerisce un'idea di urgenza, la lettura è volutamente accelerata per esprimere la concordanza tra la forma e il contenuto. Utilizzi un lessico vario che non appiattisce il testo e non abusi di ripetizioni lessicali. Il punto critico riguarda l'impostazione dei periodi, la maggior parte dei quali sono veramente troppo lunghi; spesso le frasi che li compongono girano attorno allo stesso concetto, anche più di due volte, facendo perdere il testo d'incisività e provocando una calo dell'attenzione. Quando i periodi sono così lunghi inizialmente mi suggeriscono l'idea di un testo ben approfondito a livello introspettivo che vuole farti immergere intimamente nella storia, ma a lungo andare il tutto si rivela ridondante e prolisso, sento la presa emotiva e l'interesse per la trama calare di pari passo, a volte non riesco nemmeno a cogliere il significato stesso del testo perché perdo la concentrazione. Questo è quello che mi è successo più volte mentre leggevo la tua OS. Non sono contraria a questa scelta stilistica, più che altro penso che vada bene fino a un certo punto. Il troppo stroppia e appesantisce il testo. Ci sono alcune immagini, invece, che non mi sono proprio piaciute di suo e che ho trovato grottesche: "Gli concedeva di scorrazzare liberamente sul suo corpo, lui, affamato e voglioso, di abbuffarsi di ogni portata di quel lauto banchetto" mi fa pensare più a un uomo ingordo che si abbuffa senza ritegno al cenone di Natale, non certo a un passionale rimando al rapporto fisico. "Si faceva rincorrere, talora, si lamentava dolorosamente di non poterne più, provava a sfuggirgli tra le mani, capriccioso e incostante come un vento primaverile. Gli opponeva violenza, lo scacciava senza vergogna, lo allontanava solo per farsi riprendere… E quando lui avvolgeva con forza le braccia attorno alle sue spalle, quando sentiva le sue dita penetrare con uno scatto di violenza nella propria carne, quando lo riattirava a sé con quell’impetuosità possessiva, oh, Albus!"
Ti servi di una bellissima metafora che contrappone la forza di 'capriccioso e incostante' alla morbidezza della parola 'primavera' e all'innocenza che quest'ultima rievoca, poi l'immaginazione di chi legge declina con un "sentiva le sue dita penetrare con uno scatto di violenza nella propria carne", un risultato decisamente stridente. Da un'eleganza evocativa sei passata di scatto a un'evidenza visiva piuttosto cruda che ho trovato comica, e sono sicura che questo non fosse il tuo intento. Ad ogni modo nel complesso lo stile non mi è dispiaciuto. Secondo il mio punto di vista se l'avessi limato avresti comunque ottenuto un testo ricco d'introspezione e sentimento, anzi, li avresti esaltati!



Titolo e introduzione: 4/10
Ho assegnato 2 a entrambi. Sia il titolo che l'introduzione costituiscono il biglietto da visita di una storia e in questo caso mi hanno lasciata insoddisfatta. Il titolo "Il tempo di un bacio" non mi sembra adatto di suo alla coppia Albus/Gellert, personalmente lo associo ai romanzi rosa o ai libri che trattano di storie d'amore adolescenziale in maniera superficiale. Purtroppo il giudizio è "contaminato" da questa associazione immediata che non riesco a eliminare, capirai quindi perché secondo me stona con la coppia protagonista. La OS è lunga e ricca di particolari, approfondisce intimamente il rapporto tra Albus e Gellert, perciò credo che avresti potuto tranquillamente optare per un'altra scelta; il messaggio implicito che si porta dietro questo titolo può essere colto soltanto arrivando a fine lettura (bellissimi i riferimenti ai tempi "adagio, presto" e "moderato"!), ma a primo impatto fa pensare soltanto a qualcosa di dolce e romantico, mentre invece la trama è molto più tormentata e meno scontata di quanto si possa pensare. L'introduzione mi ha annoiata, dice solo che Gellert ha reso Albus partecipe dei suoi progetti e che stare in compagnia di lui non gli dispiace: è una cosa che già sappiamo, in più è rappresentata in maniera molto generica. Non mi ha incuriosito, mi è parsa fredda, complici le scelte stilistiche "si era preso la briga di renderlo partecipe dei suoi maestosi piani di gloria" e "qualsivoglia ricompensa" che rendono il testo meno incisivo e meno spontaneo. Credo avresti fatto meglio a estrapolare un'altra parte del testo, mi ha stupito questa scelta così arida, visto che nella tua OS è proprio il sentimento a prevalere!



IC e caratterizzazione personaggi: 9/15
Di Gellert valuto la caratterizzazione, di Albus l'IC. Quest'ultimo non mi ha convinta, è troppo remissivo, sembra che abbia addirittura paura di parlare con Gellert. Capisco che i Doni dell Morte costituiscano un argomento spinoso, ma in questa storia Albus non fa altro che ripetere gli stessi monosillabi, se si esclude il finale. Dal momento che nell'intimità lo descrivi così impetuoso, passionale e attento, il fatto che in altri contesti risulti bloccato da un lato penalizza anche la coppia: fa pensare a quelle relazioni in cui funziona solo il rapporto sessuale e manca il dialogo, con Albus in veste di ragazzina insistente e Gellert nel ruolo dell'amante che si scoccia a sopportarne le solite domande. Entrambi i personaggi hanno grande intelligenza e carisma, immagino che "la guerra e il dissenso" che attribuisci loro in amore fossero presenti anche nelle conversazioni. Non posso certo giudicare oggettivamente il loro modo di vivere nell'intimità, quindi su questo non ho nulla da ridire. Per quanto riguarda la caratterizzazione di Gellert sono rimasta più soddisfatta. Solitamente lo immagino dotato di una personalità capace di brillare anche quando è svilita dal dolore, ma non mi dispiace nemmeno questa versione più "opaca", completamente stanca e piegata da un amore destabilizzante. Si è rivelato molto coerente al se stesso che hai delineato in questa OS, Gellert vede nell'amore intenso un pericolo, desidera avere Albus al proprio fianco nella ricerca dei Doni e del Bene Superiore, infine si rassegna all'idea che tra di loro non ci sarà mai un punto d'incontro. Lo descrivi come una persona non votata alla calma e alla pace, caratteristica che è sicuramente propria di un idealista rivoluzionario, e questa assenza di pace la percepiamo anche nella sua continua lotta interiore con "la bestia" chiamata amore. In linea generale Gellert mi è sembrato ben costruito, ma purtroppo Albus non mi ha convinta, di lui non ho visto né l'orgoglio che dici appartenere a entrambi né la capacità di farsi valere.




Sviluppo della coppia: 13.5/15
Suppongo che l'invito di Albus a Gellert non vada interpretato alla lettera, ma che faccia riferimento al loro duello finale. A togliermi il dubbio è la descrizione che offri di Gellert nel finale, un uomo stanco che ha deciso di lasciarsi divorare dalla bestia - dall'amore per Albus - e che quindi si consegna volontariamente a lui e decide di perdere il duello. Mi piace da morire l'idea che il loro ultimo incontro-scontro sia stato deciso da entrambi. I dialoghi finali, frutto di un flashback in cui Albus mostra come da giovane avesse in realtà abbracciato l'ideale dei Padroni della Morte sono veramente pazzeschi! Da un lato vedo Gellert che ha sempre desiderato avere l'amante al suo fianco e che lo credeva contrario all'idea, mentre invece l'amante avrebbe voluto farlo e non è semplicemente riuscito a dirglielo; dall'altro vedo l'Albus adolescente che non essendo riuscito a parlare del tutto con Gellert si è salvato da un destino dannato. Vedo una coppia distrutta e una vita salvata, vedo l'infelicità di Gellert nella salvezza di Albus, vedo una verità disperata che viene svelata soltanto l'attimo prima che Gellert muoia: è un contrasto continuo e irrisolvibile, qualcosa di una tristezza sconvolgente che mi ha fatto sentire una morsa nel petto. Tra l'altro questa visione di Albus da giovane potrebbe essere verosimile, spiegherebbe ulteriormente il biasimo, il pentimento e il senso di colpa che ha provato per se stesso da adulto.
Ti avrei dato il massimo, se non fosse che in alcuni punti che ti ho segnalato nello stile e nell'IC il mio coinvolgimento emotivo è evaporato.
Bellissima la metafora sull'amore rappresentato come un mostro che continua a reincarnarsi, mi ha fatto pensare all'Idra e all'Uroboro, ma anche alla Fenice perché "rinasce dalle sue ceneri", inoltre l'idea che "si nutra del suo predecessore senza vergogna" le dona un velato tocco macabro che riflette il conflitto interiore di Gellert con forza. Per Gellert l'amore è, per citarti, una "malattia misteriosa" che lo allontana dai suoi progetti; questa è una rappresentazione molto evocativa, che in virtù della sua intensità espressiva riesce a comunciare i profondi sentimenti di Gellert per Albus, eliminando dalla mente l'idea che sia soltanto un'infatuazione a spingerlo verso il compagno. Ho amato la finale del "presto" che lascia impresso nella mente "finché non esplose la tragedia". "Presto" è sicuramente la parte della storia che ho trovato più emotiva di tutte, è irruenta sia quando esprime l'amore che la fine della coppia. Mi è piaciuta molto anche l'idea di presentare un rapporto sentimentale basato sulla guerra e il dissenso, con Albus e Gellert mi sembra una scelta più che appropriata, specie se ripenso al Bene Superiore. Curioso, inoltre, che questo concetto venga espresso proprio nell'ultima parte della storia, quella intitolata "Moderato". Presentando prima "adagio", poi "presto" e infine "moderato" nell'ultima parte ci si aspetta di vedere la coppia raggiungere un equilibrio, ma questo equilibrio per assurdo viene raggiunto con la fine della loro storia. Seppur struggente è una visione della Grindeldore che condivido e che mi piace parecchio, così come mi è piaciuta la metafora dei due meteoriti che si sono distrutti a vicenda!



Totale: 44.3/60









Chi torna da un viaggio non è mai la stessa persona che è partita
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24/12/2017 16:27
 
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Quarta classificata "Devo lasciarti andare"
di Madame_Padfoot





Grammatica: 9.5/10
Va bene. Gli errori che ho notato non sono molto rilevanti.
• "E quando Lui tornò, credesti che tutto quello, che tutto ciò che possedevi ti avrebbe garantito un posto nel suo nuovo mondo.": 'credesti che tutto ciò che possedevi' oppure ' credesti che tutto quello, che tutto ciò che possedevi, ti avrebbe [...]'; o togli la virgola dopo 'quello', perché tronca erroneamente la frase, o metti due incisi (- 0.10).
• "un sussurro quasi udibile": seguendo la logica un sussurro è un rumore che, seppur basso, si sente; 'quasi' va quindi sostituito con 'appena' (- 0.20 per improprietà lessicale).
• "la collera la infiammava, le mani tremavano, la voce flebile era carica d’odio": 'le mani le tremavano' e 'la sua voce flebile' visto che non si sta parlando di 'mani' o 'voce' generiche, ma di quelle di Astoria (- 0.20).



Stile: 8.5/10
È uno stile curato e chiaro, ma altalenante dal punto di vista dell'efficacia espressiva.
Per esempio "Tradivano ogni sua emozione" messo a capo e in corsivo presenta l'Astoria sul letto di morte come nient'altro che l'ombra di se stessa, è una scelta che crea un forte impatto, a differenza di altre. Partendo dai dettagli segnalo "stupide membrane di pelle": 'membrana' significa 'pelle che copre le membra', aggiungere 'di pelle' è ripetitivo, sarebbe meglio scrivere 'lembi' - anche se suggerisco comunque di optare per una scelta più elegante. Invece con "ma quegli occhi… quei suoi occhi ti bloccarono" suona male il generico 'suoi' perché il climax che la ripetizione di "quegli occhi dovrebbe creare si perde; credo sia preferibile 'quegli occhi + *altro aggettivo*', magari uno che richiami l'indole di Astoria.
"E quando Lui tornò, credesti che *tutto quello*, che *tutto ciò* che possedevi ti avrebbe garantito un posto nel suo nuovo mondo. Saresti stato al suo fianco, avresti avuto tutti ai tuoi piedi. Oh, adesso lo sai bene: è stato stupido e sciocco credere che chiunque, a parte *quell’essere*, potesse ottenere *qualcosa* da *tutta quella storia*; *qualcosa in te* sussurrava che stavi sbagliando, che *tutto ciò* era sbagliato, ma eri troppo orgoglioso e avevi troppa paura per ammetterlo.": ho messo tra asterischi le parti generiche che inaridiscono il testo, ridurre le informazioni a un "qualcosa" o a un "tutto ciò" appiattisce il testo. Si capisce a cosa ti riferivi in queste righe, ma non sono coinvolgenti, in più le ripetizioni non fanno altro che mettere ancor più in evidenza questa genericità descrittiva. L'idea di base da cui sei partita offriva ottimi spunti per arricchire il testo di sentimento, ma lo stile lo impoverisce. Al tuo posto avrei anche messo in corsivo le azioni compiute da Morte, perché a una prima lettura "avverte il mio lento avanzare" dopo un continuo "senti, vedi" ecc... mi ha procurato smarrimento, non ho capito subito che il narratore in seconda persona si sarebbe palesato anche all'interno della storia, né potevo immaginare chi fosse.
Mi piace invece la struttura duale del "devo lasciarti andare", che nel passato è può essere risolto, mentre nel presente è una condizione inevitabile e tremendamente sofferta. Il tuo stile generalmente mi piace perché è permeato di malinconia, è di una delicatezza toccante, e qui avresti dovuto calcare di più la mano a livello emotivo.



Titolo e introduzione: 6.5/10
Al titolo ho assegnato 4.5, all'introduzione 2.
Il titolo è generico, però ha il pregio d'incuriosire: "devo lasciarti andare" mette in allerta, può suonare come una sentenza, come una richiesta disperata o una scelta rassegnata, fatto sta che in ogni caso riesce a comunicare la sofferenza di chi pronuncia queste parole. L'uso della prima persona tocca da vicino il lettore, lo porta a mettersi nei panni del personaggio stesso e lo spinge a chiedersi il motivo della sua scelta. Non mi fa impazzire, ma mi piace parecchio, penso che possa davvero incuriosire ed è molto pertinente in relazione alla trama. L'introduzione, invece, non fa altro che girare attorno al significato del titolo senza aggiungere nulla di nuovo, quasi lo priva della sua forza. Si capisce che le ripetizioni di "lasciare andare" e di "a volte" sono volute, però sono ripetizioni nella ripetizione che rendono il tutto ridondante, a tratti fastidioso. Non reputo queste righe d'apertura incisive, non mi hanno trasmesso niente.



IC e caratterizzazione: 12.5/15
Se da un lato i personaggi secondari sono difficili da gestire perché bisogna inventare, dall'altro è proprio l'assenza d'informazioni su di loro che permette di spaziare liberamente. Spaziare con questi personaggi, per me, è d'obbligo, specie se li si accosta a personaggi canon: dare loro un vissuto è un modo per aggiungere qualcosa a un nome che al lettore non dice nulla, un modo per non farli sembrare soltanto un'ombra sbiadita di fianco a quelli trattati nella saga. Comprendo le difficoltà che ci sono e devo dire che nel complesso non mi hai lasciata molto contrariata. In questa OS Astoria è sul letto di morte, quindi bisogna basarsi perlopiù sulla lei vista da Draco per inquadrarla. Scopriamo che è testarda e autoritaria, che ha un'avversione per l'operato dei Mangiamorte e che non riesce a nascondere le proprie emozioni, all'opposto di Draco (ho amato sia questa contrapposizione che il mondo indiretto in cui l'hai espresso!). Non sappiamo tuttavia quale sia la causa del suo male, c'è un buco tra la scena dell'Astoria ragazzina che biasima il Draco Mangiamorte e l'Astoria moglie di lui e morente, quindi il lettore non ha modo di conoscerla a fondo, né di prenderla in simpatia né di odiarla. Hai creato ottimi presupposti per delinearla (tra l'altro apprezzo questa versione diversa dalle solite in cui appare o ingenua o meschina), però non ha contorni definiti, percezione probabilmente accresciuta dalla sua condizione di salute che la rende statica. Per queste ragioni non ti ho penalizzata più di tanto. Draco invece, nonostante qui abbia il suo spazio solo in funzione di Astoria, è ben delineato. È immobile, bloccato nelle sue paure e impotente di fronte agli eventi. Il suo senso d'inadeguatezza si percepisce a ogni riga. Il Draco adolescente si sente inadeguato di fronte ad Astoria per il ruolo che gli hanno imposto, il Draco adulto si sente allo stesso modo quando la vede spegnersi progressivamente: seppur per motivi diversi mantiene sempre questo aspetto negativo che è radicato in lui, è una resa decisamente IC. Ho apprezzato tanto anche il contrasto che creano il coraggio di Astoria e la codardia di lui, è un modo per sottendere uno dei motivi che ha spinto entrambi a scegliersi.



Sviluppo della coppia: 9/15
Perché la morte di un personaggio commuove? Ci si affeziona a quei personaggi che s'imparano a conoscere, che ci accompagnano mentre leggiamo o guardiamo un film, ma qui di Astoria vediamo troppo poco. Sarebbe stato carino scoprire qualcosa sulla sua vita, soprattutto sulla nascita della relazione con Draco, visto che questo è un contest basato sull'amore di coppia. In questo modo anche la sua morte sarebbe stata più "sentita". Come siamo passati dal corridoio di Hogwarts col Draco inadeguato e l'Astoria biasimevole alla coppia innamorata? Purtroppo il discorso sulla caratterizzazione qui incide anche sul coinvolgimento emotivo e anche la presenza di periodi generici per descrivere il dramma vissuto dai protagonisti non aiuta. Seppur a primo impatto risulti poco chiara, invece, mi piace la presenza della morte che parla in prima persona, il suo arrivo spietato e irreversibile viene così percepito ancor più da vicino. Mi piace anche l'assenza di dialoghi articolati fra Draco e Astoria, perché credo che in punto di morte, specie se a veder morire la persona amata sia uno come Draco, il silenzio sia la risposta più credibile: Astoria non ha le forze per parlare perché soffre, Draco non ha le forze di farlo sia perché e nella sua natura che perché è sotto shock. L'idea di base è ottima per rappresentare un epilogo drammatico, avresti solo dovuto calcare di più la mano con l'introspezione.



Totale: 46/60








Chi torna da un viaggio non è mai la stessa persona che è partita
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24/12/2017 16:28
 
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Terza classificata "Fumo negli occhi"
di S.Elric_




Grammatica: 10/10
Perfetta.



Stile: 9.5/10
Lo stile è semplice e lineare, impreziosito da scelte lessicali più ricercate che non si rivelano mai eccessive e che non ne intaccano la scorrevolezza. La lettura procede senza intoppi, scandita da pause mirate, aventi lo scopo di conferire drammaticità alla situazione raccontata.
A proposito delle scelte lessicali: ce ne sono solo due a non convincermi. "Hai preso un altro bacio" non suona bene, il verbo "prendere" fa pensare a un oggetto concreto, "gli hai rubato un altro bacio" mi sembra più indicato in questo caso.
"Gli hai permesso di entrare nelle tue carni, nel tuo corpo… e nella tua anima.": "entrare nelle tue carni" è un'espressione che per gusto personale non mi piace, la trovo sgradevole sia a livello fonico - con l'allitterazione della "r" e della "t" a distanza ravvicinata - sia a livello espressivo - "carni" mi fa pensare più a un pollo confezionato nel banco frigo di un supermercato, anziché a un atto sessuale/sentimentale. Parlando invece di linearità del testo mi riferisco soprattuto alla presenza di descrizioni prive di verbo e isolate dal resto del testo col punto: metterle in corsivo le renderebbe più incisive, secondo il mio punto di vista, ma anche senza il corsivo riescono a creare un'armonia interna in grado di riflettere la stanchezza e il senso d'abbandono dei protagonisti.
“Gli hai leccato i tagli inferti dalla Luna” è un'espressione forte, disperata, e in virtù di queste qualità bellissima per descrivere Remus! Anche i rimandi continui al veleno sono interessanti, l'amore tra i protagonisti è definito "tossico", ma per assurdo è proprio in quell'amore che Narcissa cerca una cura per il veleno che si porta dentro. Hai giocato su questo contrasto con uno stile diretto che è stato in grado di metterlo in mostra con immediatezza.
Mi è piaciuto anche il modo in cui hai separato le descrizioni di ogni incontro. Hai inserito brevi frasi in corsivo, ricche di termini lessicali forti, che costituiscono la descrizione di un'unico momento tra Remus e Narcissa e che allo stesso tempo possono rappresentarli tutti; ne sottolinei il dramma e il tormento come se fossero qualcosa di onnipresente e inevitabile, e riesci a farlo in poche righe. Mi è piaciuto tanto!




Titolo e introduzione: 6.5/10
Al titolo ho assegnato 4, all'introduzione 2.5. "Fumo negli occhi" mi fa pensare a qualcosa che non si riesce a vedere nitidamente, a qualcosa di nocivo, che fa male, e per questo lo trovo in grado di riflettere la relazione tra i protagonisti, ma non lo trovo particolarmente accattivante e in grado d'invogliare a leggere. All'introduzione ho assegnato 2.5, devo dire che ne ho lette a bizzeffe impostate in questo modo, mi sembra un tantino banale parlare di "coppia impossibile e "destinata a soccombere" in maniera così generica. Penso che anticipi troppo la trama e ottenga l'effetto opposto che in genere dovrebbe avere un'introduzione: sappiamo che il Remus e la Narcissa di questa flash sono persi, che non possono essere salvati, che sono uguali e che la loro relazione è destinata a soccombere. Insomma, è stato praticamente già detto tutto e avendo di fronte un testo di meno di 500 parole non ci si può aspettare di trovare grandi sorprese. Se ti fossi soffermata su un dettaglio più specifico, invece, avresti potuto spingere il lettore a chiedere di più.



IC: 12/15
Nel complesso è riuscita e, seppur essenziale, ci permette d'inquadrare entrambi i personaggi. Di Remus s'avverte il senso di pesantezza e stanchezza che si porta dietro: "feccia, bestia, inumano. Aveva occhiaie profonde e capelli grigi, le rughe del volto formavano solchi dolenti sul suo viso, invecchiandolo" è una descrizione che, seppur filtrata dagli occhi di un'osservatrice esterna, risulta particolarmente calzante; "la vita colpisce senza pietà" e "la mente logora senza fretta, ma alla fine è letale" sono senz'altro descrizioni efficaci, non posso che complimentarmi con te per la scelta mirata di "logorare" perché questo verbo rimanda immediatamente al Remus con l'aria trasandata e la valigetta consunta descritto dalla Rowling stessa. La storia è ambientata in uno dei periodi più bui di Remus, questo continuo sottolineare come lui si senta perso, disperato e stanco è una scelta più che azzeccata. "Donna ignorata. Moglie dimenticata. Madre impotente" è una sintesi altrettanto verosimile dello stato d'animo d'allora di Narcissa, così come lo è il suo desiderio d'evadere dalla realtà, di provare qualcosa e di sentirsi "disintossicata" da quella stessa realtà. Attenta però alla definizione di "cugina" di Tonks, perché Narcissa in realtà è la zia! Se presi singolarmente i personaggi mi sembrano IC, d'altro canto il modo in cui si avvicinano mi sembra troppo precipitoso e poco plausibile. Nessuno dei due personaggi è impulsivo, questa scelta d'abbandonarsi l'una all'altro ci potrebbe anche stare se lei non fosse la moglie di un Mangiamorte e lui un Lupo Mannaro, ma considerando che entrambi appartengono a fazioni opposte e che non stiamo parlando di due ragazzini, bensì di adulti con ideali ben radicati nella mente, non mi convince del tutto vederli cedere così velocemente.



Sviluppo della coppia: 12/15
La relazione tra Remus e Narcissa si sviluppa in silenzio, scelta che ho apprezzato tantissimo. Loro sono due "anime perse, alla deriva", che appartengono a fazioni nemiche: il silenzio ci mostra come per entrambi sia necessario nascondere il legame appena nato non solo al mondo circostante, ma anche a loro stessi. Stare insieme è adulterio prima di tutto verso la propria persona e i propri ideali, è fuga dalla realtà e conforto da un lato, ma è anche colpa dall'altro.
È significativo il fatto che Remus appaia mentre sorregge "pensieri troppo pesanti per un solo uomo" e che ricopra il petto di Narcissa di "urla e carezze" quando si unisce a lei, ma è ancor più significativo il fatto che il silenzio finisca quando è la loro relazione a finire; in questo ci ho visto il simbolo del ritorno alla realtà da cui entrambi stavano cercando di fuggire. L'ultima parte della storia è quella che ho preferito, perché in poche righe si condensa il cuore della coppia stessa. Remus e Narcissa sono due persone in cerca di una cura, ma il messaggio che dà la flash è che quando due oggetti uguali si rompono non si possono riparare a vicenda. Il loro essere simili nel dolore mi ha toccato molto, anche se inizialmente non avevo capito che era questa la somiglianza a cui la storia faceva riferimento. Remus e Narcissa hanno punti caratteriali in comune, ma da qui a dire che sono uguali ce ne passa di acqua sotto i ponti! L'introduzione mi aveva fatto storcere il naso perché, senza aver letto la storia, con quella avevo inteso che volessi mostrare due personaggi uguali in tutto e per tutto. "Ma lui non poteva aiutarti: è stato condannato come te ad essere se stesso" fa forse riferimento al fatto che Remus, come Narcissa, sceglie di fuggire? Non so se imputare la presenza del dubbio a una mia mancanza di spirito analitico o alla brevità della storia, più probabilmente alla prima delle due, ma sta di fatto che con una coppia fanon è sempre complesso creare scenari verosimili e accontentare tutti. Non avevi una coppia semplice da gestire e inoltre hai scelto il momento più difficile per trattarla - forse il più giusto, sicuramente il più intrigante -, fatto sta che la sfida non era per niente facile e apprezzo di aver potuto finalmente avere l’opportunità di leggere una Remus/Narcissa.
Pur ritenendo le dinamiche della relazione che hai costruito interessanti, per via di quanto ho appena detto credo che sarebbe stato meglio scrivere una storia più approfondita, qualcosa che facesse arrivare di più dei personaggi e del loro rapporto. Le battute dialogate a chiusura, purtroppo, sono la parte che reputo meno incisiva di tutta la storia, mi sono sembrate superflue; magari per creare contrasto e accentuare il distacco dal silenzio iniziale dei due avrebbero fatto più effetto battute meno scontate. Mi avresti conquistata del tutto se mi avessi permesso di vivere attraverso Remus e Narcissa dandomi più tempo di loro, più attimi, più introspezione. Non saprei come dirlo, ma quello che c'è in queste righe offre un ottimo spunto di partenza, veramente intrigante, che però si ferma troppo bruscamente. Mi hai incuriosita tantissimo e poi mi hai lasciata un po' con l’amaro in bocca, per intenderci.



Totale: 50/60












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24/12/2017 16:29
 
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Seconda classificata L'ultima illusione"
di JulyChan




Grammatica: 9.7/10
Va bene, c'è solo un periodo da rivedere.
• "in quel misero istante l’ha vista gelare e il sorriso morirle in viso":
se scrivi "l'ha vista gelare e *altra forma all'infinito*" significa che i due verbi sono correlati e retti dallo stesso soggetto (Salazar). Da come hai impostato il periodo però non c'è concordanza, il soggetto cambia da Salazar a "sorriso" senza alcuna giustificazione; "l'ha vista gelare e morire" è una soluzione corretta, se però vuoi mantenere il riferimento stilistico a "sorriso" devi scegliere un altro verbo, dato che "morire" è intransitivo e t'impedisce di usarlo come complemento oggetto (ad esempio "l'ha vista gelare e perdere il sorriso"); suggerisco di rivedere la frase (- 0.30).



Stile: 9.9/10
Pulito, elegante, scorrevole. L'ho trovato ricco nella sua essenzialità, ogni scelta lessicale è mirata e i dialoghi risultano estremamente immediati. Le metafore che usi sono delicate e creano uno scenario dalla bellezza poetica, le reputo in linea con alcuni dei tratti peculiari dei personaggi stessi, con il contegno, l'ingegno e la nobilità propri di entrambi. È uno stile che rimane moderno, ma che in virtù di queste sue caratteristiche riesce a rappresentare personaggi appartenenti a un'epoca lontana con estrema efficacia. Lo definirei "artistico", è quel "l'ha osservata a lungo [...], da poterla dipingere a occhi chiusi", soprattutto, a creare questo piacevole effetto, assieme a verbi come "sfumare" per descrivere Rowena nel finale. L'andamento della narrazione è lento, a tratti ipnotico, una scelta estremamente gradevole per raccontare questi brevi scorci di vita. Nemmeno la frammentarietà del testo risulta penalizzante, anzi, aiuta a suggerire che l'amore dei personaggi cadrà in pezzi, proprio come i frammenti dello specchio davanti a cui Salazar porta Rowena. L'immagine che dai di Rowena nell'introduzione e "l'angoscia dell'alba sfumarla" sono le scelte che ho preferito, la prima perché estremamente ricca di sottintesi, la seconda perché racchiude un che di decadente in grado di comunicare tutto l'angst del finale in pochissime parole - il contrasto fra l'alba, che suggerisce rinascita, e l'angoscia di un amore finito è di una bellezza mozzafiato! L'unica pecca secondo me è la scelta dell'aggettivo "nevralgici", un termine medico che oltre a essere cacofonico spezza l'incanto creato dallo stile elegante e dalle immagini poetiche che permeano la flash. Per il resto non ho nulla da eccepire!



Titolo e Introduzione: 10/10
Meriti sicuramente il massimo. Il titolo è musicale, ha un suono delicato che contrasta meravigliosamente col suo significato, ma non è tutto: è in grado di esercitare quell'attrattiva che spinge immediatamente a cliccare sul link e a leggere la storia. "Ultima" è un aggettivo che sa di definitivo, è spietato, e abbinato all'articolo determinativo rafforza questa impressione; "illusione", invece, è la parola chiave che associata alla prima acquista un valore aggiunto, lasciando presagire le tristi dinamiche del rapporto fra Salazar e Rowena. Inutile dire che mi sembra perfetto per la trama, incisivo e appropriato. Anche l'introduzione non è da meno, sintetica e mirata sia dal punto di vista stilistico che a livello di presa emotiva. Rowena appare subito come una statua, ma la freddezza e l'immobilità che tendenzialmente si associano a questo sostantivo s'infrangono non appena ci viene mostrata con un "lui"; Rowena diventa subito di carne e di sangue attraverso le descrizioni sensoriali, l'immagine dei loro corpi uniti che "sono un mare in tempesta" la rende viva come ben poche avrebbero saputo fare. È un'introduzione riuscita anche dal punto di vista emotivo perché permette d'inquadrare immediatamente la forza del legame tra i protagonisti, il contrasto tra la Rowena sola e la Rowena insieme a Salazar, senza tuttavia anticipare troppo. Decisamente d'effetto!



Caratterizzazione personaggi: 15/ 15
Di entrambi i personaggi si sa poco, perciò ne valuterò la caratterizzazione. Sei stata impeccabile con entrambi.
Rowena ha un'indole razionale, "le lusinghe della mente sono la sua peggior debolezza" e "la perfezione, d'altronde, è sempre stato il suo fine.": trovo in queste righe una capacità di sintesi accuratissima, nonché una forte verosomiglianza con la Rowena accennata nei libri, parlano praticamente da sole! Credo che su di lei, una donna dotata di un'intelligenza straordinaria, abbia più presa il fascino mentale di quello fisico proprio come la descrivi tu, perciò trovo convincente il modo in cui l'hai trattata. Sei stata incisiva in tal senso anche con le scelte lessicali. “Costruiremo un mondo insieme,” le dice lui, e la sua promessa è un afrodisiaco tra quelle lenzuola.": si sta parlando di progetti, ma il termine afrodisiaco rimanda immediatamente alla sfera sessuale, riflettendone l'indole più incline alla seduzione mentale che fisica. Davvero brava! Anche su Salazar non ho nulla da ridire. È un calcolatore che sfruttando il suo fascino e la sua intelligenza riesce a conquistare persino una "statua" e a renderla "animo inquieto", "sospiro infranto", "mare in tempesta". Ha in comune con Rowena l'intelligenza, la nobilità, il decoro, il talento, ma non si fa scrupolo ad abbandonarla e a preannunciarne la morte quando realizza che lei non condivide i suoi ideali. Se la prima è colei che elimina le proprie resistenze e cede all'amore, il secondo è colui che elimina l'amore stesso, contrasto che trovo molto interessante. Per Salazar i sentimenti altrui sono un orpello decorativo che perde di valore e va gettato via non appena manca la comunione d'intenti. È lui la vera statua, perché mette soltanto l'ambizione al primo posto; presentandolo in questo modo hai praticamente rovesciato le carte in tavola, svelando come in realtà la mente fredda e priva d'amore sia proprio la sua. Salzar dà anche da intendere che Rowena sia uguale a lui e che non abbia semplicemente il coraggio di ammetterlo apertamente. In questo ci ho visto un personaggio a tutto tondo che, pur essendo negativo, in confronto a Rowena ha il pregio di essere diretto con se stesso. Insomma, una caratterizzazione ricca di sfumature e ben riuscita.



Sviluppo della coppia: 12/15
L'illusione di Rowena si palesa non appena lei scopre il vero intento di Salazar: è il momento clou, quello che simboleggia la fine di un amore per la protagonista, quello che richiama alla mente la triste solennità del titolo. Per queste ragioni da lì in poi avrei preferito un'introspezione più dinamica e tormentata, qualcosa di più approfondito, che mi permettesse di entrare in comunione con Rowena, di sentirmi coinvolta dal suo stato d'animo. Le sue emozioni ci restano invece precluse:
"capisce che quei pezzi sono anche i loro, che anche il loro mondo è andato in frantumi. Lei sa che quel giorno l’ha vista esitare, in quel misero istante l’ha vista gelare e il sorriso morirle in viso." è un periodo che sintetizza l'accaduto, ma non racconta a livello introspettivo, vediamo Rowena distante come non mai, la vediamo che torna a essere una statua. Se da un lato la scelta si rivela coerente con la caratterizzazione, dall'altro risulta infelice in termini di presa emotiva, il coinvolgimento "sfuma" nel finale proprio come Rowena, perde in incisività quando invece dovrebbe innalzarsi. Quel "l'angoscia dell'alba a sfumarla", d'altro canto, riesce a bilanciare la situazione con estrema efficacia in virtù dell'accostamento di "alba" e "angoscia", come ti ho segnalato prima. Forse ti hanno frenata i personaggi, solitamente si tende a immaginare entrambi con un'indole più cerebrale che passionale (visione che condivido) e questo aspetto si rivela un ostacolo di poco conto. Ciò nonostante ho comunque gradito tanto lo sviluppo della coppia. Il fatto che Rowena "rifulga di splendore" soltanto quando sta con Salazar, il "pretendere e prendere di lui" che vince anche contro la resistenza più ostinata, il loro essere animi affini che tuttavia si scontrano negli ideali, la promessa romantica iniziale che tramuta in una omicida nel finale sono elementi comunque in grado di cogliere nel segno. A proposito della battute iniziale e di quella finale di Salazar: sappi che amo le strutture circolari rovesciate, specie nelle flash!



Totale: 56.4/60









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24/12/2017 16:30
 
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Prima classificata "Scegliere di dimenticare"
di Mary Black




Grammatica: 10/10
Perfetta.



Stile: 10/10
Stile curato, limpido, incisivo. L'uso abbondante del corsivo si rivela una scelta vincente, ogni frase e parola traboccano di significato e con la loro forza espressiva bombardano letteralmente l'immaginazione. La costruzione lineare dei periodi, frasi brevi e lapidarie spezzate dall'uso dei trattini, donano un ritmo incalzante alla lettura, a tratti rilassante. Il lessico è mirato per descrivere azioni atroci e sensazioni totalizzanti con eleganza, ma al tempo stesso non fa sconti sul piano visivo: si riesce a vedere Gellert con "le mani imbrattate di sangue e gli occhi verdi squarciati", Tom "dal fascino incantato che osservava un coniglio candido penzolare impiccato". Scelte come "squarciati" per descrivere gli occhi, "le labbra si schiantano sul suo collo ", verbi come "trascinare", "crollare", "strappare", "recidere" sono specchio dell'aggressività della relazione di coppia che domina il testo e gli donano una bellezza lacerata. L'assenza di periodi lunghi e ricchi di aggettivi, le pause calibrate e i punti di vista alternati sono perfetti per conferire immediatezza a ogni immagine, che riesce a risultare forte ed evocativa di suo, senza l'uso di inutili fronzoli. Inutile dire che l'ho trovato perfetto, con una presa emotiva pazzesca!



Titolo e introduzione: 8.5/10
Al titolo ho assegnato 3.5, all'introduzione 5. Del primo non mi entusiasmano a livello musicale la presenza di "ere" e "are" a distanza ravvicinata e la ripetizione del "di". "Scegliere di dimenticare" è sicuramente un titolo in grado di racchiudere in sé il messaggio della storia stessa, ma non comunica all'immaginazione con la stessa bellezza affilata dello stile e dell'introspezione. Per queste ragioni, invece, l'introduzione risulta perfettamente centrata, ci permette di figurare Tom Riddle - l'essere (non) umano incapace di provare sentimenti - nell'ottica di una relazione di coppia, senza che questa circostanza risulti forzata. Il messaggio dell'introduzione mostra il Tom Riddle ammaliato dalla morte, dal desiderio di schiacciare la vita, di cui Gellert costituisce un intrigante riflesso. Hai scelto dei periodi estrapolati dal testo che mettono in luce la dinamica di coppia in maniera netta e che al contempo invogliano a leggere.



IC e caratterizzazione: 15/15
Includo entrambi i parametri perché di Gellert sappiamo poco, perciò di lui valuto la caratterizzazione. Entrambi i personaggi "si sentono" a trecentosessanta gradi, lasciano un pezzo di sé a ogni riga, costruiscono un mondo sia nel momento in cui vengono esaminati singolarmente che quando sono insieme. Il Tom che delinei insegue il potere con una vocazione incondizionata, è il vero Tom Riddle che non si fa scrupoli a piegare vite, ma che addirittura nel vederle stroncarsi prova un piacere "incantato". Tom è privo d'umanità e non teme la morte, gli unici istanti in cui prova emozioni sono quelli in cui vede gli altri soffrire, e tutto questo si percepisce nitidamente nel testo. L'ho trovato convincente, coerente a se stesso anche e soprattutto nel modo in cui si relaziona a Gellert. Quest'ultimo porta su di sé le tracce che la Rowling ha lasciato di lui nel momento in cui lo descrivi con le mani imbrattate di sangue, un uomo temibile, abile e potente. Sei poi andata oltre creando una caratterizzazione ad hoc che lo rende estremamente umano. Ho amato sia questo contrasto fra l'immagine di Gellert che se ne fa Tom e il vero Gellert, che il contrasto più netto fra i due stessi protagonisti. Aldilà della coerenza, mi sembra anche che si possa parlare di verosomiglianza, forse la Rowling ci avrebbe mostrato proprio questa versione del Gellert adulto: un uomo pentito e che di fronte a un ragazzo incapace di aver alcun cedimento alla vista dell'atrocità si sente turbato, ma che in virtù di questa stessa condizione lo sceglie come rifugio. Tom è un rimedio contro i ricordi per Gellert e quest'ultimo non può fare a meno di provare più che semplice orrore per lui, disgustandosi, certo, ma senza riuscire a evitarlo. È possibile comandare un esercito, ma non i propri sentimenti. Non avevi soltanto un personaggio difficile da gestire, ma due, e il risultato è eccellente.



Sviluppo della coppia: 15/15
Se non è facile gestire personaggi come Tom e Gellert, scrivere una flash in cui è addirittura è presente un legame di coppia è ancora più arduo. Tom è privo d'umanità, questo impone grandissimi limiti sia dal punto di vista introspettivo che fisico, ma te la sei cavata alla grande scavalcando ogni ostacolo. Lui è il bambino che osserva un coniglio impiccato e invece di provare disgusto, orrore o pena si gode meravigliato lo spettacolo. Tom è il futuro Lord Voldemort che creerà un esercito di assassini e seminerà devastazione nel mondo, ma in questa flash è ancora l'ibrido a metà strada nel proprio progetto di potere, non è più Tom e non è ancora Voldemort. L'idea che possa lasciarsi andare a slanci fisici con Gellert, quindi, non stride. Tom appare come un re del male in cerca di una guida e di un suo pari, come un ragazzo ambizioso d'imparare da chi ha più esperienza e più morti di lui alle spalle. In Gellert vedo l'unico capace di ricoprire tale ruolo, perciò questi slanci non risultano fini a se stessi, ma reazioni condizionate dall'immagine mentale che Gellert rappresenta per lui. Tom tocca il potere nel momento in cui tocca Gellert, ed è giusto sottolineare che lo faccia con "la passione dei suoi diciott'anni": a quell'età le ambizioni, i sogni e gli ideali sono giovani quanto chi li nutre, Tom ha una dannata fame di conoscere e vivere il proprio sogno e con Gellert ha appena iniziato ad accarezzarlo, in tal senso gli slanci fisici non solo non risultano fuori posto, ma addirittura necessari per rappresentare al meglio la devozione di Tom al male, la sua adorazione incondizionata per il potere.
Mi sono sentita trascinare assieme a lui verso Gellert, tanto era nitida l'introspezione, e se del primo emergono la meraviglia e il bisogno incondizionato, del secondo spiccano con altrettanta forza il disgusto per se stesso, il tormento, l'inquietudine, il rimorso e il coinvolgimento sentimentale. Gellert sceglie d'abbandonarsi a Tom, un essere che per la sua assenza di umanità gli suscita turbamento, pur di dimenticare l'orrore che ha seminato, perché affrontarlo gli costerebbe troppo. Gellert sceglie di fuggire dalla realtà rifugiandosi, per assurdo, nel contatto con una persona ben peggiore di lui, ben più malvagia. È come dire che X preferisca provare sollievo stando con un (il) mostro, piuttosto che ricordare d'esserlo a sua volta! Tutto questo è paradossale, eppure così realistico, così opportuno nell'ottica di una relazione Tom/Gellert, che può soltanto giovare a livello introspettivo. La relazione tra i due risulta ricca di sottintesi, di contrasti invalicabili, di un mondo che va ben oltre quanto scritto nero su bianco. Il tormento di Gellert, che nel finale appare come congelato nella sua rassegnazione, cozza contro l'estatica e a tratti ceca ammirazione di Tom. Sono due condizioni emotive molto intense, ed entrambe spiccano con forza travolgente grazie allo stile incisivo.
Il periodo "a volte, l’assenza d’umanità di Tom lo riempie di disgusto e, quando bacia le sue labbra d’alabastro, Gellert non può fare a meno di ricordare e rimpiangere" con quel rimpiangere in corsivo è uno dei miei preferiti, perché in quel "rimpiangere" ci ho visto anche un riferimento alla Grindeldore che mi ha spezzata. In sintesi, pathos alle stelle.



Totale: 58.5/60











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24/12/2017 16:32
 
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Riepilogo classifica

Settima classificata "L'assenza" con 31.3/60
Sesta classificata "La seconda vita di Merope Gaunt" con 35.2/60
Quinta classificata "Il tempo di un bacio" con 44.3/50
Quarta classificata "Devo lasciarti andare" con 46/60
Terza classificata "Fumo negli occhi" con 50/60
Seconda classificata "L'ultima illusione" con 56.4/60
Prima classificata "Scegliere di dimenticare" con 58.5/60


Premio speciale Pathos: "Scegliere di dimenticare" di Mary Black
Premio speciale Katatonia: "Il tempo di un bacio" di TheHeartIsALonelyHunter
Il premio speciale Universal non è stato assegnato.
JulyChan e Mary Black sono riuscite a indovinare tutte le autrici, complimenti ragazze, vi spetta un altro premio speciale a scelta! Fatemi sapere cosa preferite, vi avviso che la segnalazione per le scelte resterà a mia discrezione!


Riepilogo recensioni classifica partecipanti
S.Elric_: 1 recensione
Mary Black: 1 recensione
JulyChan: 2 recensioni
TheHeartIsALonelyHunter: 1 recensione per il premio Pathos

Riepilogo recensioni classifica Freya
S.Elric_: 1 recensione
JulyChan: 1 recensione
Mary Black: 2 recensioni + 1 per il premio Pathos
TheHeartIsALonelyHunter: 1 recensione per il premio Katatonia


Totale recensioni
TheHeartIsALonelyHunter: 0/2
S.Elric: 0/2
JulyChan: 0/3
Mary Black: 0/4



Fatemi sapere se volete ricere i giudizi anche su EFP. È tutto! Nei prossimi giorni passerò a rispondere ai commenti e a pubblicare la mia OS. A presto!








Chi torna da un viaggio non è mai la stessa persona che è partita
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Post: 2.140
Giudice
24/12/2017 17:18
 
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Grazie mille anche per il premio speciale e per il giudizio, vorrei averlo come recensione! Appena potrò risponderò anche al tuo giudizio, per ora ti ringrazio e ti lascio via libera per le recensioni!
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Post: 1.044
24/12/2017 17:24
 
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Ho tipo 5 minuti di tempo a disposizione, ma ci tenevo a ringraziarti tanto per la valutazione, per la seconda posizione e, in generale, per aver organizzato di nuovo un contest fantastico!

Domani leggerò con più attenzione il giudizio e risponderò a eventuali questioni. Ma, intanto, senza se e senza ma, ti chiedo di lasciarmelo come recensione.

Per le recensioni premio: lascio, come al solito, a te la scelta, anche se mi sa ormai hai già letto e commentato tutto quello che ho scritto xD Per quanto riguarda il premio aggiuntivo per l'aver indovinato tutte le accoppiate autore/storie, mi piacerebbe ricevere la segnalazione a una storia (so già che non verrà approvata, ma tentar non nuoce xD e sarebbe una cosa nuova per me :D).

Intanto, auguri a tutte... e mangiate e bevete tanto! [SM=g27987] [SM=g27987] [SM=g27987]

24/12/2017 18:56
 
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Re:
Ciao!
Ne approfitto per rispondere prima a Freya e poi a tutte voi altre.
In primo luogo, cara Freya, ti ringrazio per i tuoi giudizi puntuali e precisi: mi sono serviti e mi serviranno per poter migliorare (e devo dire che sono serviti, guardando alla scorsa edizione). Poi ti comunico che vorrei avere il tuo commento come recensione alla storia, ne sarei felicissima.

Ora guarderò punto per punto, ma ti anticipo che non dirò molto perchè concordo in toto con quello che hai detto (e che anche le altre ragazze hanno espresso nei loro commenti).




_ Freya Crescent _, 24/12/2017 16.27:




Grammatica: 9.5/10
Va bene. Gli errori che ho notato non sono molto rilevanti.
• "E quando Lui tornò, credesti che tutto quello, che tutto ciò che possedevi ti avrebbe garantito un posto nel suo nuovo mondo.": 'credesti che tutto ciò che possedevi' oppure ' credesti che tutto quello, che tutto ciò che possedevi, ti avrebbe [...]'; o togli la virgola dopo 'quello', perché tronca erroneamente la frase, o metti due incisi (- 0.10).
• "un sussurro quasi udibile": seguendo la logica un sussurro è un rumore che, seppur basso, si sente; 'quasi' va quindi sostituito con 'appena' (- 0.20 per improprietà lessicale).
• "la collera la infiammava, le mani tremavano, la voce flebile era carica d’odio": 'le mani le tremavano' e 'la sua voce flebile' visto che non si sta parlando di 'mani' o 'voce' generiche, ma di quelle di Astoria (- 0.20).





Quel monello di "sussurro" che ho reso quasi udibile: si, in effetti ho sbagliato proprio. Starò più attenta in futuro a queste improprietà.


_ Freya Crescent _, 24/12/2017 16.27:




Stile: 8.5/10
È uno stile curato e chiaro, ma altalenante dal punto di vista dell'efficacia espressiva.
Per esempio "Tradivano ogni sua emozione" messo a capo e in corsivo presenta l'Astoria sul letto di morte come nient'altro che l'ombra di se stessa, è una scelta che crea un forte impatto, a differenza di altre. Partendo dai dettagli segnalo "stupide membrane di pelle": 'membrana' significa 'pelle che copre le membra', aggiungere 'di pelle' è ripetitivo, sarebbe meglio scrivere 'lembi' - anche se suggerisco comunque di optare per una scelta più elegante. Invece con "ma quegli occhi… quei suoi occhi ti bloccarono" suona male il generico 'suoi' perché il climax che la ripetizione di "quegli occhi dovrebbe creare si perde; credo sia preferibile 'quegli occhi + *altro aggettivo*', magari uno che richiami l'indole di Astoria.
"E quando Lui tornò, credesti che *tutto quello*, che *tutto ciò* che possedevi ti avrebbe garantito un posto nel suo nuovo mondo. Saresti stato al suo fianco, avresti avuto tutti ai tuoi piedi. Oh, adesso lo sai bene: è stato stupido e sciocco credere che chiunque, a parte *quell’essere*, potesse ottenere *qualcosa* da *tutta quella storia*; *qualcosa in te* sussurrava che stavi sbagliando, che *tutto ciò* era sbagliato, ma eri troppo orgoglioso e avevi troppa paura per ammetterlo.": ho messo tra asterischi le parti generiche che inaridiscono il testo, ridurre le informazioni a un "qualcosa" o a un "tutto ciò" appiattisce il testo. Si capisce a cosa ti riferivi in queste righe, ma non sono coinvolgenti, in più le ripetizioni non fanno altro che mettere ancor più in evidenza questa genericità descrittiva. L'idea di base da cui sei partita offriva ottimi spunti per arricchire il testo di sentimento, ma lo stile lo impoverisce. Al tuo posto avrei anche messo in corsivo le azioni compiute da Morte, perché a una prima lettura "avverte il mio lento avanzare" dopo un continuo "senti, vedi" ecc... mi ha procurato smarrimento, non ho capito subito che il narratore in seconda persona si sarebbe palesato anche all'interno della storia, né potevo immaginare chi fosse.
Mi piace invece la struttura duale del "devo lasciarti andare", che nel passato è può essere risolto, mentre nel presente è una condizione inevitabile e tremendamente sofferta. Il tuo stile generalmente mi piace perché è permeato di malinconia, è di una delicatezza toccante, e qui avresti dovuto calcare di più la mano a livello emotivo.







Devo ammettere che mi aspettavo molto peggio; ho capito bene dove sono i miei errori e dovrei cercare di eliminare queste mie continue ripetizioni: sarà un'impresa difficile per me, visto che sono super-logorroica, ma ci proverò!




_ Freya Crescent _, 24/12/2017 16.27:




Titolo e introduzione: 6.5/10
Al titolo ho assegnato 4.5, all'introduzione 2.
Il titolo è generico, però ha il pregio d'incuriosire: "devo lasciarti andare" mette in allerta, può suonare come una sentenza, come una richiesta disperata o una scelta rassegnata, fatto sta che in ogni caso riesce a comunicare la sofferenza di chi pronuncia queste parole. L'uso della prima persona tocca da vicino il lettore, lo porta a mettersi nei panni del personaggio stesso e lo spinge a chiedersi il motivo della sua scelta. Non mi fa impazzire, ma mi piace parecchio, penso che possa davvero incuriosire ed è molto pertinente in relazione alla trama. L'introduzione, invece, non fa altro che girare attorno al significato del titolo senza aggiungere nulla di nuovo, quasi lo priva della sua forza. Si capisce che le ripetizioni di "lasciare andare" e di "a volte" sono volute, però sono ripetizioni nella ripetizione che rendono il tutto ridondante, a tratti fastidioso. Non reputo queste righe d'apertura incisive, non mi hanno trasmesso niente.






Ammetto che qui, invece, me lo aspettavo: le introduzioni sono la mia croce e non sono davvero capace. Stessa cosa vale per il titolo, che è la parte in cui ragiono di più, ma l'introduzione, per me, è davvero complicata. Sono super accettati consigli, trucchi e quant'altro perché ne ho davvero bisogno.


_ Freya Crescent _, 24/12/2017 16.27:





IC e caratterizzazione: 12.5/15
Se da un lato i personaggi secondari sono difficili da gestire perché bisogna inventare, dall'altro è proprio l'assenza d'informazioni su di loro che permette di spaziare liberamente. Spaziare con questi personaggi, per me, è d'obbligo, specie se li si accosta a personaggi canon: dare loro un vissuto è un modo per aggiungere qualcosa a un nome che al lettore non dice nulla, un modo per non farli sembrare soltanto un'ombra sbiadita di fianco a quelli trattati nella saga. Comprendo le difficoltà che ci sono e devo dire che nel complesso non mi hai lasciata molto contrariata. In questa OS Astoria è sul letto di morte, quindi bisogna basarsi perlopiù sulla lei vista da Draco per inquadrarla. Scopriamo che è testarda e autoritaria, che ha un'avversione per l'operato dei Mangiamorte e che non riesce a nascondere le proprie emozioni, all'opposto di Draco (ho amato sia questa contrapposizione che il mondo indiretto in cui l'hai espresso!). Non sappiamo tuttavia quale sia la causa del suo male, c'è un buco tra la scena dell'Astoria ragazzina che biasima il Draco Mangiamorte e l'Astoria moglie di lui e morente, quindi il lettore non ha modo di conoscerla a fondo, né di prenderla in simpatia né di odiarla. Hai creato ottimi presupposti per delinearla (tra l'altro apprezzo questa versione diversa dalle solite in cui appare o ingenua o meschina), però non ha contorni definiti, percezione probabilmente accresciuta dalla sua condizione di salute che la rende statica. Per queste ragioni non ti ho penalizzata più di tanto. Draco invece, nonostante qui abbia il suo spazio solo in funzione di Astoria, è ben delineato. È immobile, bloccato nelle sue paure e impotente di fronte agli eventi. Il suo senso d'inadeguatezza si percepisce a ogni riga. Il Draco adolescente si sente inadeguato di fronte ad Astoria per il ruolo che gli hanno imposto, il Draco adulto si sente allo stesso modo quando la vede spegnersi progressivamente: seppur per motivi diversi mantiene sempre questo aspetto negativo che è radicato in lui, è una resa decisamente IC. Ho apprezzato tanto anche il contrasto che creano il coraggio di Astoria e la codardia di lui, è un modo per sottendere uno dei motivi che ha spinto entrambi a scegliersi.






Sono stata stupida. Avrei dovuto approfondire sulla vita di Draco e Astoria, sulla malattia di quest'ultima e sulla loro relazione in generale, ma qualcosa mi ha frenato: mi sonno limitata e me ne pento ora. Non mi aspettavo questo voto alto (per me) in questo campo e devo dire che ne sono felice e spaventata allo stesso tempo. Grazie, grazie mille, perché è quello su cui cerco di puntare di più.



_ Freya Crescent _, 24/12/2017 16.27:





Sviluppo della coppia: 9/15
Perché la morte di un personaggio commuove? Ci si affeziona a quei personaggi che s'imparano a conoscere, che ci accompagnano mentre leggiamo o guardiamo un film, ma qui di Astoria vediamo troppo poco. Sarebbe stato carino scoprire qualcosa sulla sua vita, soprattutto sulla nascita della relazione con Draco, visto che questo è un contest basato sull'amore di coppia. In questo modo anche la sua morte sarebbe stata più "sentita". Come siamo passati dal corridoio di Hogwarts col Draco inadeguato e l'Astoria biasimevole alla coppia innamorata? Purtroppo il discorso sulla caratterizzazione qui incide anche sul coinvolgimento emotivo e anche la presenza di periodi generici per descrivere il dramma vissuto dai protagonisti non aiuta. Seppur a primo impatto risulti poco chiara, invece, mi piace la presenza della morte che parla in prima persona, il suo arrivo spietato e irreversibile viene così percepito ancor più da vicino. Mi piace anche l'assenza di dialoghi articolati fra Draco e Astoria, perché credo che in punto di morte, specie se a veder morire la persona amata sia uno come Draco, il silenzio sia la risposta più credibile: Astoria non ha le forze per parlare perché soffre, Draco non ha le forze di farlo sia perché e nella sua natura che perché è sotto shock. L'idea di base è ottima per rappresentare un epilogo drammatico, avresti solo dovuto calcare di più la mano con l'introspezione.






Anche qui non ho molto da aggiungere perché sono d'accordo e capisco perfettamente il tuo punto di vista.


Ti ringrazio moltissimo per i tuoi consigli e sono felice di questa posizione, non me lo aspettavo.
Ne approfitto per augurarti un Felicissimo Natale, Buon Anno Nuovo, Buone Feste, Buon compleanno, Buona Pasqua... Ora esagero xD.
Un super-mega-arci-bacione.
Ciriciao!

E ancora Auguri!



24/12/2017 19:12
 
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Ciriciao (arrè)!

Questo messaggio è più generale e rivolto in particolar modo alle altre concorrenti.
Che dirvi? Grazie, grazie, grazie: sono contenta che chi più e chi meno abbiate apprezzato la mia storia (o anche solo parte di essa, ne sono comunque stra-felice).
Ho apprezzato molto i vostri commenti e i vostri giudizi, ma soprattutto le vostre "critiche": più dei complimenti, trovo queste necessarie alla mia crescita all'interno di questo mondo.
Ho ben capito quali sono i limiti della mia storia e, in generale, mio stile.


Vi ringrazio, vi ringrazio davvero tanto e un grazie speciale va a JulyChan che, ebbra di Spirito Natalizio, mi ha nominato al Premio Pathos (secondo me era solo ebbra, ma mi ha reso molto, molto felice).


Io vi auguro un Buon Natale, Buone Feste, un Felice Anno Nuovo...
Annatece piano cor panettone (si, panettone! Basta a questo monopolio del pandoro!).
Ciriciao a voi, un bacione!

Auguri!
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Post: 6.492
Giudice*****
24/12/2017 20:18
 
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Finalmente riesco a commentare anche io! Vado con ordine.


Giudizio di S.Elric_
Autrice presunta: Mary Black
8.5/10
La tua storia mi è piaciuta moltissimo. Ci ho messo un po' a decidere a chi dare il premio pathos, alla fine ho veicolato su un'altra, ma ci sei andata vicina! Bellissime le descrizioni che fai di Gellert e il loro rapporto violento, ma amorevole... Gellert che capisce che Tom ha qualcosa che non va, ma persiste... Anche lo stile e la struttura della storia mi hanno affascinato e coinvolto molto. Gradisco sempre una struttura originale che fa capire entrambi i punti di vista. Se dovessi dire una cosa che non mi è piaciuta moltissimo è il finale aperto... speravo in un bad ending xD ma sono questioni di gusti.



Ciao, cara! Lieta che tu mi abbia indovinata xD
Sono contenta che la storia ti sia piaciuta! Sul finale aperto hai ragione, ma l'ho lasciato così per una questione di spazio: non volevo - né avevo tempo di - scrivere una OS, quindi l'ho lasciato così!


Giudizio di Madame_Padfoot
Autrice presunta: S.Elric
8/10
Quello che più mi ha colpita della storia è la caratterizzazione dei personaggi, resi tridimensionali e quasi tangibili: in una sola parola, reali. Riesco ad avvertire perfettamente la stanchezza di Gellert nel proseguire i suoi intenti criminosi (mostratomi dal suo voler dimenticare, dal “peso delle sua azioni incurvargli le spalle”) da un lato, e la sempre più crescente follia omicida del giovane Tom, assetato di potere, dall’altro.
Mi è sembrato che le personalità dei due tendono a completarsi, ad uniformarsi in una sola e passiamo così dalla scelleratezza della gioventù ai rimorsi della vecchiaia. Questo tratto della storia mi è piaciuto davvero tanto, così come l’aver espresso in maniera implicita i pensieri dei personaggi e la costruzione della storia stessa: due lati diversi e opposti, ma che si trovano nel medesimo spazio. In questo modo l’estetica stessa della storia rappresenta i due personaggi. Mi piace molto anche questo concetto di coppia: lo stare insieme di Gellert e Tom è quasi del tutto egoistico, entrambi ne traggono vantaggi (Gellert dimentica gli orrori attraverso l’amore di Tom, Tom soddisfa la sua sete di potere attraverso le gesta di Gellert).
Il titolo è, forse, più rivolto alla figura di Gellert, ma lo trovo piacevole e accattivante.
Una cosa che non ho molto apprezzato, invece, è l’uso del corsivo, forse un po’ esasperato a parer mio.



Sono contenta che i personaggi ti abbiano convinta!


Giudizio di chia_3
Autrice presunta: _ Freya Crescent _
7/10
La cosa che ho apprezzato maggiormente in questa storia è l’introspezione dei personaggi; interessante è anche il rapporto tra i due, soprattutto dal punto di vista di Grindelwald, anche se avrei preferito più sentimento e meno fisicità. La coppia non è una delle mie preferite, ma ho apprezzato la vena un po’ dark dello stile, nonché l’alternanza dei pov. Scrivi comunque molto bene e fai ottime scelte lessicali.



Non ho messo più sentimento per una questione di IC. Non penso Tom possa arrivare ad amare qualcuno ed è una mia idea che Gellert abbia amato soltanto Albus, quindi ho preferito restare su questo rapporto fisico basato su pulsioni di morte.
Grazie dei complimenti!


Giudizio di JulyChan
Autrice presunta: Mary Black
10/10
È una storia che mi ha colpito molto, a partire dallo stile e dall’utilizzo di immagini molto forti, le quali trovo che si sposino bene con l’atmosfera e il contesto, nonché con i personaggi e con il rapporto intenso che immagino i due possano aver avuto. La caratterizzazione dei due è meravigliosa e si amalgama benissimo con lo stile e con l’alternarsi dei punti di vista. Credo che il modo in cui sono stati resi Tom e Gellert sia il vero punto di forza della storia: due personalità prorompenti e complesse, che esplodono letteralmente tra le righe della flash, gettando fin da subito il lettore a capofitto in una relazione che di sano non ha nulla, ma che riesce comunque ad affascinare tantissimo. Il loro rapporto è una guerra infinita, la lotta continua tra due individui che vogliono solamente prevalere l’uno sull’altro, ma che, al contempo, in un certo senso, non riescono nemmeno a fare a meno l’uno dell’altro. L’autrice ha fatto un ottimo lavoro da questo punto di vista, trattando due personaggi pieni di punti in comune, entrambi di notevole spessore, riuscendo comunque a differenziarli e a farli emergere anche individualmente, senza esagerare o rendere ridondanti le descrizioni. In alcuni punti ho notato la presenza di frasi forse un po’ troppo lunghe, che tendono a rendere meno fluida la lettura, ma si tratta davvero di una piccolezza e per lo più soggettiva: il mio parere su questo piccolo capolavoro ne esce quindi praticamente illeso.



Non penso di aver usato frasi lunghe, ma comunque sono felice che la storia ti sia piaciuta e che sia stata addirittura la tua preferita *.*


Giudizio di TheHeartIsALonelyHunter
Autrice presunta: Mary Black
7,5/10
Personalmente ho trovato l'idea molto interessante e molto coerente coi due personaggi. Tom è sinceramente 'malvagio' e ama evidentemente tutto ciò che invece Gellert vede come una dolorosa ma necessaria azione per avvicinarsi ai suoi scopi. Trovo che sia stata molto corretto decidere di distinguere le loro due personalità: si potrebbe cadere nell'errore di vedere entrambi come due assassini a sangue freddo, errore che anche io ho fatto per un certo tempo. Mi rendo ora conto del fatto che invece non sia così.
Inquadrando così i due personaggi, il loro rapporto risulta interessante e, come già detto, in linea con le loro personalità.
L'unica cosa che mi sento di 'rimproverare' alla storia è (e so che può sembrare strano) la sua brevità. Mi sarebbe piaciuto vedersi sviluppare anche maggiormente questo tema, vedere come sarebbe evoluto il loro rapporto o come era nato, vedere insomma cosa sarebbe potuto nascere da questa premessa così promettente. Avendo tra l'altro uno spazio più ampio per scrivere ciò sarebbe stato anche possibile, invece così la storia mi sembra per certi versi 'troncata' sul più bello. È per questo che il voto non è più alto: nonostante mi sia molto piaciuta la premessa e l'idea, molto originale, non l'ho trovata pienamente sviluppata, o almeno, ho trovato che potesse essere sviluppata ancora più ampiamente.
Inoltre, solitamente quando leggo una storia così breve e condensata preferisco leggere qualcosa in uno stile più complesso, un po' più arricchito, ma questo è un appunto strettamente personale, che dipende dal mio gusto.



Hai assolutamente ragione sulla questione della lunghezza. Ero partita con l'idea di svilupparla in una OS, ma ho avuto sostanzialmente due problemi: ero in sessione d'esami e il limite massimo imposto dal giudice non mi sarebbe mai bastato xD
Ho anche già scritto una OS su di loro, anche se diversa, e ho quindi preferito lasciarla così! Ma scriverò presto anche la versione estesa.
Complimenti per avermi identificata!


Giudizio di _mosquitoontheceiling_
8/10
Mi è piaciuto moltissimo la carnalità e la violenza sprigionate dal rappoorto tra Tom e Gellert! Questi due uomini, molto simili tra di loro, due mostri, nonostante tutto il fascino che li circonda e che gli fa avere un folto gruppo di proseliti: il primo nucleo di Mangiamorte ad Hogwarts, giovani soggiogati dal fascino di Riddle e Silente, colpito dal carisma e dalle idee di Grindelwald. Tom è però, l'unico che a tutti gli effetti può comprendere il compagno, una relazione che permette ad uno di "appoggiarsi" all'altro e sostenersi vicendevolmente. Trovo che sia stata la narrazione di una relazione che proietta in modo perfetto anche il loro, soprattutto futuro, agire.



Grazie dei complimenti!


Prima classificata "Scegliere di dimenticare"
di Mary Black

Grammatica: 10/10
Perfetta.

Stile: 10/10
Stile curato, limpido, incisivo. L'uso abbondante del corsivo si rivela una scelta vincente, ogni frase e parola traboccano di significato e con la loro forza espressiva bombardano letteralmente l'immaginazione. La costruzione lineare dei periodi, frasi brevi e lapidarie spezzate dall'uso dei trattini, donano un ritmo incalzante alla lettura, a tratti rilassante. Il lessico è mirato per descrivere azioni atroci e sensazioni totalizzanti con eleganza, ma al tempo stesso non fa sconti sul piano visivo: si riesce a vedere Gellert con "le mani imbrattate di sangue e gli occhi verdi squarciati", Tom "dal fascino incantato che osservava un coniglio candido penzolare impiccato". Scelte come "squarciati" per descrivere gli occhi, "le labbra si schiantano sul suo collo ", verbi come "trascinare", "crollare", "strappare", "recidere" sono specchio dell'aggressività della relazione di coppia che domina il testo e gli donano una bellezza lacerata. L'assenza di periodi lunghi e ricchi di aggettivi, le pause calibrate e i punti di vista alternati sono perfetti per conferire immediatezza a ogni immagine, che riesce a risultare forte ed evocativa di suo, senza l'uso di inutili fronzoli. Inutile dire che l'ho trovato perfetto, con una presa emotiva pazzesca!

Titolo e introduzione: 8.5/10
Al titolo ho assegnato 3.5, all'introduzione 5. Del primo non mi entusiasmano a livello musicale la presenza di "ere" e "are" a distanza ravvicinata e la ripetizione del "di". "Scegliere di dimenticare" è sicuramente un titolo in grado di racchiudere in sé il messaggio della storia stessa, ma non comunica all'immaginazione con la stessa bellezza affilata dello stile e dell'introspezione. Per queste ragioni, invece, l'introduzione risulta perfettamente centrata, ci permette di figurare Tom Riddle - l'essere (non) umano incapace di provare sentimenti - nell'ottica di una relazione di coppia, senza che questa circostanza risulti forzata. Il messaggio dell'introduzione mostra il Tom Riddle ammaliato dalla morte, dal desiderio di schiacciare la vita, di cui Gellert costituisce un intrigante riflesso. Hai scelto dei periodi estrapolati dal testo che mettono in luce la dinamica di coppia in maniera netta e che al contempo invogliano a leggere.

IC e caratterizzazione: 15/15
Includo entrambi i parametri perché di Gellert sappiamo poco, perciò di lui valuto la caratterizzazione. Entrambi i personaggi "si sentono" a trecentosessanta gradi, lasciano un pezzo di sé a ogni riga, costruiscono un mondo sia nel momento in cui vengono esaminati singolarmente che quando sono insieme. Il Tom che delinei insegue il potere con una vocazione incondizionata, è il vero Tom Riddle che non si fa scrupoli a piegare vite, ma che addirittura nel vederle stroncarsi prova un piacere "incantato". Tom è privo d'umanità e non teme la morte, gli unici istanti in cui prova emozioni sono quelli in cui vede gli altri soffrire, e tutto questo si percepisce nitidamente nel testo. L'ho trovato convincente, coerente a se stesso anche e soprattutto nel modo in cui si relaziona a Gellert. Quest'ultimo porta su di sé le tracce che la Rowling ha lasciato di lui nel momento in cui lo descrivi con le mani imbrattate di sangue, un uomo temibile, abile e potente. Sei poi andata oltre creando una caratterizzazione ad hoc che lo rende estremamente umano. Ho amato sia questo contrasto fra l'immagine di Gellert che se ne fa Tom e il vero Gellert, che il contrasto più netto fra i due stessi protagonisti. Aldilà della coerenza, mi sembra anche che si possa parlare di verosomiglianza, forse la Rowling ci avrebbe mostrato proprio questa versione del Gellert adulto: un uomo pentito e che di fronte a un ragazzo incapace di aver alcun cedimento alla vista dell'atrocità si sente turbato, ma che in virtù di questa stessa condizione lo sceglie come rifugio. Tom è un rimedio contro i ricordi per Gellert e quest'ultimo non può fare a meno di provare più che semplice orrore per lui, disgustandosi, certo, ma senza riuscire a evitarlo. È possibile comandare un esercito, ma non i propri sentimenti. Non avevi soltanto un personaggio difficile da gestire, ma due, e il risultato è eccellente.

Sviluppo della coppia: 15/15
Se non è facile gestire personaggi come Tom e Gellert, scrivere una flash in cui è addirittura è presente un legame di coppia è ancora più arduo. Tom è privo d'umanità, questo impone grandissimi limiti sia dal punto di vista introspettivo che fisico, ma te la sei cavata alla grande scavalcando ogni ostacolo. Lui è il bambino che osserva un coniglio impiccato e invece di provare disgusto, orrore o pena si gode meravigliato lo spettacolo. Tom è il futuro Lord Voldemort che creerà un esercito di assassini e seminerà devastazione nel mondo, ma in questa flash è ancora l'ibrido a metà strada nel proprio progetto di potere, non è più Tom e non è ancora Voldemort. L'idea che possa lasciarsi andare a slanci fisici con Gellert, quindi, non stride. Tom appare come un re del male in cerca di una guida e di un suo pari, come un ragazzo ambizioso d'imparare da chi ha più esperienza e più morti di lui alle spalle. In Gellert vedo l'unico capace di ricoprire tale ruolo, perciò questi slanci non risultano fini a se stessi, ma reazioni condizionate dall'immagine mentale che Gellert rappresenta per lui. Tom tocca il potere nel momento in cui tocca Gellert, ed è giusto sottolineare che lo faccia con "la passione dei suoi diciott'anni": a quell'età le ambizioni, i sogni e gli ideali sono giovani quanto chi li nutre, Tom ha una dannata fame di conoscere e vivere il proprio sogno e con Gellert ha appena iniziato ad accarezzarlo, in tal senso gli slanci fisici non solo non risultano fuori posto, ma addirittura necessari per rappresentare al meglio la devozione di Tom al male, la sua adorazione incondizionata per il potere.
Mi sono sentita trascinare assieme a lui verso Gellert, tanto era nitida l'introspezione, e se del primo emergono la meraviglia e il bisogno incondizionato, del secondo spiccano con altrettanta forza il disgusto per se stesso, il tormento, l'inquietudine, il rimorso e il coinvolgimento sentimentale. Gellert sceglie d'abbandonarsi a Tom, un essere che per la sua assenza di umanità gli suscita turbamento, pur di dimenticare l'orrore che ha seminato, perché affrontarlo gli costerebbe troppo. Gellert sceglie di fuggire dalla realtà rifugiandosi, per assurdo, nel contatto con una persona ben peggiore di lui, ben più malvagia. È come dire che X preferisca provare sollievo stando con un (il) mostro, piuttosto che ricordare d'esserlo a sua volta! Tutto questo è paradossale, eppure così realistico, così opportuno nell'ottica di una relazione Tom/Gellert, che può soltanto giovare a livello introspettivo. La relazione tra i due risulta ricca di sottintesi, di contrasti invalicabili, di un mondo che va ben oltre quanto scritto nero su bianco. Il tormento di Gellert, che nel finale appare come congelato nella sua rassegnazione, cozza contro l'estatica e a tratti ceca ammirazione di Tom. Sono due condizioni emotive molto intense, ed entrambe spiccano con forza travolgente grazie allo stile incisivo.
Il periodo "a volte, l’assenza d’umanità di Tom lo riempie di disgusto e, quando bacia le sue labbra d’alabastro, Gellert non può fare a meno di ricordare e rimpiangere" con quel rimpiangere in corsivo è uno dei miei preferiti, perché in quel "rimpiangere" ci ho visto anche un riferimento alla Grindeldore che mi ha spezzata. In sintesi, pathos alle stelle.


Totale: 58.5/60



Dire che sono contenta di questo giudizio è dire poco! Scoppio di soddisfazione *.*
Sono personaggi difficili che diventano ancora più difficili se messi in coppia e sapere di aver fatto un buon lavoro mi riempie di soddisfazione. Sono felicissima di quello che mi hai detto in caratterizzazione e sviluppo della coppia, non puoi immaginare quanto!
Anche i sentimenti sullo stile comunque mi hanno fatto fare le fusa xD
Mi trovi d'accordo sul titolo, non mi è mai piaciuto più di tanto ma avevo davvero zero idee.
Felicissima anche per il Premio Pathos, con questa coppia è davvero una soddisfazione! *.*
Ovviamente voglio il giudizio come recensione!
Per le recensioni premio lascio, come sempre, a te la scelta. Per quanto riguarda invece il premio per aver indovinato tutte le autrici, vorrei la segnalazione per le storie scelte... Naturalmente se c'è una delle mie storie che a tuo parere lo merita!
Ti ringrazio ancora infinitamente per il giudizio come sempre dettagliato, accurato, profondo ed efficiente. E' sempre una gioia partecipare ai tuoi contest... E sarà una gioia anche averti come partecipante [SM=g27998]
Buon Natale a tutte!

Un bacio,
Mary
[Modificato da Mary Black 24/12/2017 20:20]

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Post: 2.167
Giudice*****
25/12/2017 16:42
 
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Grazie ragazze, sia per i commenti che per gli auguri! Passerò al più presto a lasciarvi il giudizio come recensione (e con l'html decente :D). Madame, per le introduzioni personalmente sono una a cui piace leggere parti estrapolate dal testo della storia, forse è un consiglio che può esserti utile! Mary e July, per la segnalazione per le scelte vi comunicherò in questo post quali storie ho deciso di segnalare, secondo me entrambe ne avete di papabili!





Chi torna da un viaggio non è mai la stessa persona che è partita
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Post: 258
Giudice*****
25/12/2017 19:15
 
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Ciao, grazie di cuore per il giudizio! Davvero non mi aspettavo di più, perché mi rendo conto che la storia sia debole soprattutto (paradossalmente, visto il tema del contest) dal punto di vista dell'emotività, ma ci tenevo a partecipare perché apprezzo moltissimo la struttura interattiva del contest e volevo mettermi in gioco, anche se poi purtroppo non ho avuto il tempo di elaborare la storia come avrei voluto. Ad ogni modo, sono contenta che ti sia piaciuta la caratterizzazione di Merope e che tu abbia apprezzato il primo paragrafo (infatti per prima cosa ho scritto quello e l'intenzione era di continuare sulla stessa linea, poi ho ripreso la storia dopo qualche tempo, come penso si noti, e ho vanificato tutto, but still). Ti ringrazio, penso a nome di tutte, per la precisione e la puntualità delle recensioni, ho trovato le tue parole molto utili e spero che mi saranno preziose in futuro.
Un abbraccio e buone feste, alla prossima [SM=g27998]

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Post: 2.167
Giudice*****
26/12/2017 12:14
 
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Re:
chia_3, 25/12/2017 19.15:

Ciao, grazie di cuore per il giudizio! Davvero non mi aspettavo di più, perché mi rendo conto che la storia sia debole soprattutto (paradossalmente, visto il tema del contest) dal punto di vista dell'emotività, ma ci tenevo a partecipare perché apprezzo moltissimo la struttura interattiva del contest e volevo mettermi in gioco, anche se poi purtroppo non ho avuto il tempo di elaborare la storia come avrei voluto. Ad ogni modo, sono contenta che ti sia piaciuta la caratterizzazione di Merope e che tu abbia apprezzato il primo paragrafo (infatti per prima cosa ho scritto quello e l'intenzione era di continuare sulla stessa linea, poi ho ripreso la storia dopo qualche tempo, come penso si noti, e ho vanificato tutto, but still). Ti ringrazio, penso a nome di tutte, per la precisione e la puntualità delle recensioni, ho trovato le tue parole molto utili e spero che mi saranno preziose in futuro.
Un abbraccio e buone feste, alla prossima [SM=g27998]



Mi fa piacere che le mie parole ti siano sembrate utili! Ah, a volte capita di interrompere la scrittura e di riprenderla con uno spirito diverso, peccato :/ Io per esempio quando sono costretta a smettere di scrivere per mancanza di tempo mi prendo qualche appunto, non è molto, ma può fare la differenza :D Buone feste anche a te!



Ho lasciato le recensioni alle autrici che le hanno richieste. Ieri ho pubblicato anch'io: Sfiorarsi. A chi vorrà lasciarmi la recensione risponderò direttamente da EFP sito. Le storie che ho deciso di segnalare per le scelte sono:
Sunday Morning di JulyChan
In bianco e nero di Mary Black
Finite le feste provvederò a scrivere una dettagliata segnalazione. A presto :D





Chi torna da un viaggio non è mai la stessa persona che è partita
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Post: 258
Giudice*****
26/12/2017 12:38
 
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Grazie di nuovo per il consiglio!
Mi sono dimenticata di scrivertelo, anche a me farebbe piacere avere la recensione sul sito, se possibile.
Baci

26/12/2017 23:19
 
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Ciao Freya,
grazie sia per le critiche (molto puntuali) che per gli apprezzamenti alla struttura generale della storia - l'introspezione non è certo il mio forte [SM=g27995]
E' stato comunque interessante partecipare. Ho cercato di correggere i vari errori segnalati :)
Buone feste ancora!!
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Post: 3.804
Giudice*****
27/12/2017 11:46
 
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Re:
_ Freya Crescent _, 24/12/2017 16.28:


Terza classificata "Fumo negli occhi"
di S.Elric_




Grammatica: 10/10
Perfetta.



Stile: 9.5/10
Lo stile è semplice e lineare, impreziosito da scelte lessicali più ricercate che non si rivelano mai eccessive e che non ne intaccano la scorrevolezza. La lettura procede senza intoppi, scandita da pause mirate, aventi lo scopo di conferire drammaticità alla situazione raccontata.
A proposito delle scelte lessicali: ce ne sono solo due a non convincermi. "Hai preso un altro bacio" non suona bene, il verbo "prendere" fa pensare a un oggetto concreto, "gli hai rubato un altro bacio" mi sembra più indicato in questo caso.
"Gli hai permesso di entrare nelle tue carni, nel tuo corpo… e nella tua anima.": "entrare nelle tue carni" è un'espressione che per gusto personale non mi piace, la trovo sgradevole sia a livello fonico - con l'allitterazione della "r" e della "t" a distanza ravvicinata - sia a livello espressivo - "carni" mi fa pensare più a un pollo confezionato nel banco frigo di un supermercato, anziché a un atto sessuale/sentimentale. Parlando invece di linearità del testo mi riferisco soprattuto alla presenza di descrizioni prive di verbo e isolate dal resto del testo col punto: metterle in corsivo le renderebbe più incisive, secondo il mio punto di vista, ma anche senza il corsivo riescono a creare un'armonia interna in grado di riflettere la stanchezza e il senso d'abbandono dei protagonisti.
“Gli hai leccato i tagli inferti dalla Luna” è un'espressione forte, disperata, e in virtù di queste qualità bellissima per descrivere Remus! Anche i rimandi continui al veleno sono interessanti, l'amore tra i protagonisti è definito "tossico", ma per assurdo è proprio in quell'amore che Narcissa cerca una cura per il veleno che si porta dentro. Hai giocato su questo contrasto con uno stile diretto che è stato in grado di metterlo in mostra con immediatezza.
Mi è piaciuto anche il modo in cui hai separato le descrizioni di ogni incontro. Hai inserito brevi frasi in corsivo, ricche di termini lessicali forti, che costituiscono la descrizione di un'unico momento tra Remus e Narcissa e che allo stesso tempo possono rappresentarli tutti; ne sottolinei il dramma e il tormento come se fossero qualcosa di onnipresente e inevitabile, e riesci a farlo in poche righe. Mi è piaciuto tanto!




Titolo e introduzione: 6.5/10
Al titolo ho assegnato 4, all'introduzione 2.5. "Fumo negli occhi" mi fa pensare a qualcosa che non si riesce a vedere nitidamente, a qualcosa di nocivo, che fa male, e per questo lo trovo in grado di riflettere la relazione tra i protagonisti, ma non lo trovo particolarmente accattivante e in grado d'invogliare a leggere. All'introduzione ho assegnato 2.5, devo dire che ne ho lette a bizzeffe impostate in questo modo, mi sembra un tantino banale parlare di "coppia impossibile e "destinata a soccombere" in maniera così generica. Penso che anticipi troppo la trama e ottenga l'effetto opposto che in genere dovrebbe avere un'introduzione: sappiamo che il Remus e la Narcissa di questa flash sono persi, che non possono essere salvati, che sono uguali e che la loro relazione è destinata a soccombere. Insomma, è stato praticamente già detto tutto e avendo di fronte un testo di meno di 500 parole non ci si può aspettare di trovare grandi sorprese. Se ti fossi soffermata su un dettaglio più specifico, invece, avresti potuto spingere il lettore a chiedere di più.



IC: 12/15
Nel complesso è riuscita e, seppur essenziale, ci permette d'inquadrare entrambi i personaggi. Di Remus s'avverte il senso di pesantezza e stanchezza che si porta dietro: "feccia, bestia, inumano. Aveva occhiaie profonde e capelli grigi, le rughe del volto formavano solchi dolenti sul suo viso, invecchiandolo" è una descrizione che, seppur filtrata dagli occhi di un'osservatrice esterna, risulta particolarmente calzante; "la vita colpisce senza pietà" e "la mente logora senza fretta, ma alla fine è letale" sono senz'altro descrizioni efficaci, non posso che complimentarmi con te per la scelta mirata di "logorare" perché questo verbo rimanda immediatamente al Remus con l'aria trasandata e la valigetta consunta descritto dalla Rowling stessa. La storia è ambientata in uno dei periodi più bui di Remus, questo continuo sottolineare come lui si senta perso, disperato e stanco è una scelta più che azzeccata. "Donna ignorata. Moglie dimenticata. Madre impotente" è una sintesi altrettanto verosimile dello stato d'animo d'allora di Narcissa, così come lo è il suo desiderio d'evadere dalla realtà, di provare qualcosa e di sentirsi "disintossicata" da quella stessa realtà. Attenta però alla definizione di "cugina" di Tonks, perché Narcissa in realtà è la zia! Se presi singolarmente i personaggi mi sembrano IC, d'altro canto il modo in cui si avvicinano mi sembra troppo precipitoso e poco plausibile. Nessuno dei due personaggi è impulsivo, questa scelta d'abbandonarsi l'una all'altro ci potrebbe anche stare se lei non fosse la moglie di un Mangiamorte e lui un Lupo Mannaro, ma considerando che entrambi appartengono a fazioni opposte e che non stiamo parlando di due ragazzini, bensì di adulti con ideali ben radicati nella mente, non mi convince del tutto vederli cedere così velocemente.



Sviluppo della coppia: 12/15
La relazione tra Remus e Narcissa si sviluppa in silenzio, scelta che ho apprezzato tantissimo. Loro sono due "anime perse, alla deriva", che appartengono a fazioni nemiche: il silenzio ci mostra come per entrambi sia necessario nascondere il legame appena nato non solo al mondo circostante, ma anche a loro stessi. Stare insieme è adulterio prima di tutto verso la propria persona e i propri ideali, è fuga dalla realtà e conforto da un lato, ma è anche colpa dall'altro.
È significativo il fatto che Remus appaia mentre sorregge "pensieri troppo pesanti per un solo uomo" e che ricopra il petto di Narcissa di "urla e carezze" quando si unisce a lei, ma è ancor più significativo il fatto che il silenzio finisca quando è la loro relazione a finire; in questo ci ho visto il simbolo del ritorno alla realtà da cui entrambi stavano cercando di fuggire. L'ultima parte della storia è quella che ho preferito, perché in poche righe si condensa il cuore della coppia stessa. Remus e Narcissa sono due persone in cerca di una cura, ma il messaggio che dà la flash è che quando due oggetti uguali si rompono non si possono riparare a vicenda. Il loro essere simili nel dolore mi ha toccato molto, anche se inizialmente non avevo capito che era questa la somiglianza a cui la storia faceva riferimento. Remus e Narcissa hanno punti caratteriali in comune, ma da qui a dire che sono uguali ce ne passa di acqua sotto i ponti! L'introduzione mi aveva fatto storcere il naso perché, senza aver letto la storia, con quella avevo inteso che volessi mostrare due personaggi uguali in tutto e per tutto. "Ma lui non poteva aiutarti: è stato condannato come te ad essere se stesso" fa forse riferimento al fatto che Remus, come Narcissa, sceglie di fuggire? Non so se imputare la presenza del dubbio a una mia mancanza di spirito analitico o alla brevità della storia, più probabilmente alla prima delle due, ma sta di fatto che con una coppia fanon è sempre complesso creare scenari verosimili e accontentare tutti. Non avevi una coppia semplice da gestire e inoltre hai scelto il momento più difficile per trattarla - forse il più giusto, sicuramente il più intrigante -, fatto sta che la sfida non era per niente facile e apprezzo di aver potuto finalmente avere l’opportunità di leggere una Remus/Narcissa.
Pur ritenendo le dinamiche della relazione che hai costruito interessanti, per via di quanto ho appena detto credo che sarebbe stato meglio scrivere una storia più approfondita, qualcosa che facesse arrivare di più dei personaggi e del loro rapporto. Le battute dialogate a chiusura, purtroppo, sono la parte che reputo meno incisiva di tutta la storia, mi sono sembrate superflue; magari per creare contrasto e accentuare il distacco dal silenzio iniziale dei due avrebbero fatto più effetto battute meno scontate. Mi avresti conquistata del tutto se mi avessi permesso di vivere attraverso Remus e Narcissa dandomi più tempo di loro, più attimi, più introspezione. Non saprei come dirlo, ma quello che c'è in queste righe offre un ottimo spunto di partenza, veramente intrigante, che però si ferma troppo bruscamente. Mi hai incuriosita tantissimo e poi mi hai lasciata un po' con l’amaro in bocca, per intenderci.



Totale: 50/60










Ciao Freya!
Ti ringrazio di tutto e del bellissimo giudizio. Per il lessico e la grammatica sono stra felice dei punteggi. Per la introduzione, ahimè, lo sapevo faccio davvero pena, non ce riesco a formularle interessanti, lo so [SM=g27994] . La coppia... alla fine mi sono resa conta che poteva essere impostat meglio, avviene tutto velocemente, ma volevo comunque rimanere in una flash, quindi me ne prendo tutta la responsabilità avete fatto bene a farmelo notare. Potevo approfondire :). Grazie mille di nuovo. Per le recensioni premio vorrei leggessi Due Oceani (Una AndromedaxTed quella che volevo far paretecipare), mentre la seconda scegli pure tu quella che vuoi ^^.
Un bacio a presto.
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Post: 2.167
Giudice*****
28/12/2017 14:24
 
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Grazie a voi ragazze, mosquito ricambio gli auguri!
Chia_ 3 provvedo subito a lasciarti la valutazione :D
S.Elric_ va bene per la storia che mi hai segnalato :D





Chi torna da un viaggio non è mai la stessa persona che è partita
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Post: 1.044
04/02/2018 21:35
 
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Ho visto ora la mega recensione per Sunday Morning... Meravigliosa! Grazie! *___*

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Post: 2.167
Giudice*****
08/02/2018 19:05
 
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Di nulla!





Chi torna da un viaggio non è mai la stessa persona che è partita
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Post: 2.167
Giudice*****
07/04/2018 17:51
 
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Re:
_ Freya Crescent _, 24/12/2017 16.32:


Riepilogo classifica

Settima classificata "L'assenza" con 31.3/60
Sesta classificata "La seconda vita di Merope Gaunt" con 35.2/60
Quinta classificata "Il tempo di un bacio" con 44.3/50
Quarta classificata "Devo lasciarti andare" con 46/60
Terza classificata "Fumo negli occhi" con 50/60
Seconda classificata "L'ultima illusione" con 56.4/60
Prima classificata "Scegliere di dimenticare" con 58.5/60


Premio speciale Pathos: "Scegliere di dimenticare" di Mary Black
Premio speciale Katatonia: "Il tempo di un bacio" di TheHeartIsALonelyHunter
Il premio speciale Universal non è stato assegnato.
JulyChan e Mary Black sono riuscite a indovinare tutte le autrici, complimenti ragazze, vi spetta un altro premio speciale a scelta! Fatemi sapere cosa preferite, vi avviso che la segnalazione per le scelte resterà a mia discrezione!


Riepilogo recensioni classifica partecipanti
S.Elric_: 1 recensione
Mary Black: 1 recensione
JulyChan: 2 recensioni
TheHeartIsALonelyHunter: 1 recensione per il premio Pathos

Riepilogo recensioni classifica Freya
S.Elric_: 1 recensione
JulyChan: 1 recensione
Mary Black: 2 recensioni + 1 per il premio Pathos
TheHeartIsALonelyHunter: 1 recensione per il premio Katatonia


Totale recensioni
TheHeartIsALonelyHunter: 0/2
S.Elric: 0/2
JulyChan: 0/3
Mary Black: 0/4



Fatemi sapere se volete ricere i giudizi anche su EFP. È tutto! Nei prossimi giorni passerò a rispondere ai commenti e a pubblicare la mia OS. A presto!







Quoto per comodità il post, di modo da non dover sempre scorrere nella pagina per aggiornare la lista delle recensioni!

Totale recensioni
TheHeartIsALonelyHunter: 2/2
S.Elric: 2/2
JulyChan: 2/3 1 recensione non assegnata per mancanza di storie da recensire
Mary Black: 4/4




Ho terminato con l'assegnazione delle recensioni, scusate per il ritardo! July, al solito siamo rimaste a secco, forse è ora che io inizi a guardare GoT xD
[Modificato da _ Freya Crescent _ 02/05/2018 17:09]





Chi torna da un viaggio non è mai la stessa persona che è partita
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Post: 1.044
02/05/2018 21:26
 
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Hahaha dovresti iniziarlo, a prescindere dalle recensioni premio [SM=g27987]

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