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Tour de France 2017 - 15 tappa: Laissac-Sévérac l'Église - Le Puy-en-Velay

Ultimo Aggiornamento: 16/07/2017 18:00
16/07/2017 09:26
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GPM


Km 28.5 - Montée de Naves d'Aubrac (1 058 m) - 8.9 kilometre-long climb at 6.4% - category 1

Km 43.5 - Côte de Vieurals - 3.3 kilometre-long climb at 5.9% - category 3

Km 158.0 - Col de Peyra Taillade (1 190 m) - 8.3 kilometre-long climb at 7.4% - category 1

Km 176.5 - Côte de Saint-Vidal - 1.9 kilometre-long climb at 6.8% - category 4



Meteo

Laissac-Sévérac l'Église: cielo sereno, 24.2°C, vento debole da NNE (6-8 Km/h), umidità al 48%
Le Puy-en-Velay: cielo sereno, 26.4°C, vento moderato da NNE (15-17 Km/h), umidità al 46%


Presentazione della tappa
Arriva il turno del Massiccio Centrale, palcoscenico di tappe di media montagna non certo paragonabili alle frazioni alpine e pirenaiche ma spesso rivelatesi insidiose e, in alcuni casi, anche determinanti ai fini della classifica per una molteplice serie di fattori: il caldo asfissiante delle zone centrali della Francia, i percorsi privi di grandissime salite ma costantemente movimentati e gli asfalti poco scorrevoli, sia per la qualità granulosa del bitume, sia perchè le alte temperature tendono spesso a “liquefare” i manti d’asfalto appena rinnovati in vista del passaggio della corsa. Claudio Chiappucci ne sa qualcosa: al Tour del 1990 in una tappa con arrivo a Saint-Étienne, altimetricamente più semplice rispetto a quella odierna, fu attaccato da Lemond e dagli altri avversari e si vede vanificare gran parte del pesante vantaggio accumulato nei primi giorni di gara, ulteriormente assottigliatisi sulle successive frazioni pirenaiche fino ai ridursi ai soli 5″ con i quali si presentò in maglia gialla alla partenza della penultima tappa a cronometro, che consegnò il successo finale nelle mani del campione americano. È rimasta nella storia anche la fantastica fuga di Jalabert verso l’impegnativo traguardo di Mende al Tour del 1995, impresa che gli consentì di ritornare in alta classifica dopo esser affondato sulle Alpi, ma pure la fuga bidone che – nella totalmente pianeggiante tappa di Montélimar al Tour del 2006 – che consentì allo spagnolo Óscar Pereiro di guadagnare qualcosa come 30 minuti e conquistare quella maglia gialla che poi tenne fino a Parigi anche per la squalifica di Floyd Landis. Tornando all’attualità, la tappa in programma domani sul piano delle difficoltà può essere paragonata a quella di Foix, movimentata da quattro GPM, dei quali due di prima categoria. Il primo di questi due sarà affrontato ad una ventina chilometri dalla partenza mentre l’ultimo – il più impegnativo – ricorda come posizione quella del Péguère, collocato com’è a 31 Km dall’arrivo. E come sul Péguère si incontreranno pendenze importanti perchè giungere all’inedito Col de Peyra Taillade vorrà dire affrontare 8.3 Km d’ascesa al 7,4%, con una verticale centrale di 1000 metri al 12,1% che, anche in questo caso, si sposerà ad una sede stradale ristretta. Seguirà una discesa decisamente meno veloce rispetto a quella che si è percorsa procedendo in direzione di Foix, interotta da un paio di breve ma secche “côtes”, come quella di Saint-Vidal, ultimo GPM di giornata (1,9 Km al 6,8%) da scavalcare a 13 Km dalla linea d’arrivo.


Traguardo volante





Traguardo: Boulevard du Breuil, al termine di un rettilineo d'arrivo di 300 metri, largo 6,5 metri (ultima vera curva a 1,3 Km dall'arrivo)

Curva a destra a 1,3 Km dall'arrivo



Ultimo km



Ampia curva a destra, lunga un centinaio di metri, che termina a 300 metri dall'arrivo




Rettilineo d'arrivo (direzione corsa)



Rettilineo d'arrivo (vista dal traguardo)


Mauro

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16/07/2017 09:33
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Mauro

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16/07/2017 18:00
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Froome attaccato dall'AG2R ai piedi della salita della Peyra Taillade poco prima di una foratura del britannico. Perde fino a 50" poi riesce a rientrare. Davanti fugona e vittoria di Mollema, con Ulissi secondo.

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Mauro

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