Stanotte voglio cantare alla Luna,
grande assente di questa calda notte,
quando l'ora si fa più scura e
avvolge tutta nella buia coltre l'umanità.
Quella candida danzatrice dei cieli,
d'un tenero gelo, pallido sorriso,
audace incantatore di chi sogna, sognare mi fa
di un amore immacolato.
Colei che tutti i fluidi move
il mio sangue fa scorrere come piombo fuso,
e le sue movenze mi spingono a rincorrerla, ululato alla vita,
che pervade il tenero germoglio come le ombre grandi degli abissi
O tu che vegli sul popolo reietto,
ispiri sommi poeti e cantori,
illustra la via, guidami nell'ignoto sentiero
che a te conduce, e quando
ci saremo ricongiunti,
dita fra dita,
portami lassù ove non c'è turbamento,
fammi tuo candido compagno nella divina danza
che smuove i tremiti dei cuori
"E quando miro in cielo arder le stelle; dico fra me pensando: A che tante facelle?Che fa l'aria infinita e quel profondo Infinito Seren? Che vuol dir questa Solitudine immensa? Ed io che sono?" G. Leopardi, Canto notturno di un pastore errante dell'Asia