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Music Volume is OVER 8000! [Dragon Ball Contest]

Ultimo Aggiornamento: 06/09/2017 11:54
Autore
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Post: 81
Giudice**
10/08/2017 23:24
 
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Grazie <3
Eccoci alla conclusione del giorno prefissato come scadenza per iscrizioni e consegne di questo contest. [SM=g27991]
Voglio ringraziare tutte le persone che hanno partecipato fin da ora, per la serietà dimostrata e per la fiducia che riponete nel mio giudizio. Spero di essere all'altezza di un compito così delicato, posso assicurarvi che farò del mio meglio per giudicare in modo giusto le vostre storie, nella speranza di non offendere nessuno.
Siete tantissimi, molti, molti di più del numero che avevo preventivato e non posso che esserne felice.
Vi ricordo che il termine per la consegna dei risultati è il 10 Settembre. Verranno pubblicati qui in questo topic e come recensione alle vostre storie su EFP.
Grazie mille a tutti.
Sarà un compito arduo ma mi impegnerò fino in fondo.
Un abbraccione grande [SM=g27998]
Nuvole
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Post: 81
Giudice**
01/09/2017 10:37
 
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Ciao a tutti!
Eccoci qui, con i risultati del contest! [SM=g27991]
Vi chiedo scusa già da ora per l'estrema lunghezza dei miei risultati, essendo il mio primo contest non sapevo quanto in profondità dovevo scendere con le considerazioni e avevo paura di fare un pasticcio! E quindi ho finito per scrivere troppo... [SM=g27995]
Vi metto in allegato il file con la restituzione, spero che si veda!
Attendo le vostre opinioni in merito!
Un abbraccio!
Spero che ora non mi odierete tutti! [SM=g27999] [SM=g28000]

PS: Se qualcuno avesse apprezzato particolarmente il mio modo di riflettere sulle storie e sentisse di aver bisogno di un Beta-Reader per altre storie a tema Dragon Ball, io mi offro volentieri! Nel caso, mi contatti in privato! [SM=g28002]
[Modificato da nuvolenere_dna 01/09/2017 10:52]
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Post: 693
Giudice****
01/09/2017 11:07
 
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Ciao
Non si può aprire il down load...
[SM=g27995]
BG
SSJD
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Post: 81
Giudice**
01/09/2017 11:09
 
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Re: Ciao
SSJD, 01/09/2017 11.07:

Non si può aprire il down load...
[SM=g27995]
BG
SSJD



Non so, bisogna premere su download e poi, nella schermata che si apre, di nuovo su download.
A me da computer funziona... non so da cellulare.
Sono stata costretta a pubblicare un file perché erano troppo lunghi i risultati per essere messi come post, superavano il limite e si sarebbe intasato tutto [SM=g27995]

01/09/2017 11:09
 
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Non mi fa scaricare il file c.c mi dice 'accesso negato'
01/09/2017 11:13
 
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Re:
GiusDonut97, 9/1/2017 11:09 AM:

Non mi fa scaricare il file c.c mi dice 'accesso negato'



Dice:
"Description: Access denied: your current User Rank is lower than the necessary User Rank to open attachments into this Folder"


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Post: 81
Giudice**
01/09/2017 11:16
 
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Ho contattato l'amministrazione per sapere come risolvere questo problema, in ogni caso trovate i giudizi come recensioni nelle rispettive storie pubblicate su EFP.
Scusate per l'imprevisto, non so perchè faccia così, a me funziona quindi non mi son posta il problema! [SM=g28000]
OFFLINE
Post: 61
01/09/2017 11:35
 
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RIngraziamenti finali
Ciao! (cancellata la parte in cui dicevo che ero la prima a rispondere che non è più vero! [SM=g27989] ) Dunque è sempre difficile giudicare in un contest è una cosa lunga e sicuramente difficile da portare a termine. E a volte sì ha un po' paura di offendere i sentimenti di chi si è prestato a partecipare.
Per quel che ti posso dire il pensiero di ricevere un giudizio piuttosto meticoloso è sicuramente una scelta che uno che partecipa ad un contest prende consciamente. [SM=g27987] Quindi capisco la tua preoccupazione. Per quanto riguarda il giudizio ti ringrazio per esserti tanto impegnata nello scrivere il commento, è stato molto professionale! [SM=g27988]
Complimenti al vincitore del contest! [SM=g27998]
Ma volevo fare i miei complimenti a tutti i partecipanti, mi avete personalmente regalato delle splendide letture!^_^
Alla prossima,
Yori [SM=g27987]
[Modificato da Yori86 01/09/2017 11:36]
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Post: 81
Giudice**
01/09/2017 11:44
 
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Non si possono caricare file per i risultati del contest, quindi mi appresto a incollare qui sotto tutto il testo...
Sarà lungo, vi avverto... [SM=g27993]

*****************************************

Classifica

1. BellaLuna95 | Game of Survival | Madonna – Ghosttown

2. Luu | Silent Revenge | Madi Diaz – Ashes

3. Zappa | Il Gioco dell’Arena | Linkin Park - Points of Authority

4. Vegeta_Sutcliffe | The worst | Linkin Park - Lying From You

5. Mymanga | Freeze You Out | Sia - Freeze You Out
yori | Eclisse | Lana del Rey - Dark Paradise

6. FairyCleo | Torniquet | Evanescence – Tourniquet

7. felinala | Frammenti di Solitudine| Lindsey Sterling - Shatter Me

8. galvanix | Ritorno a Casa| Skylar Grey - Coming Home

9. Fandoms_Are_Life | Runaway Train | Lana del Rey - Dark Paradise

10. GiusDonut97 | Due anime in una città fantasma | Madonna – Ghosttown

11. SSJD | The Howling | Within Temptation - The Howling

12. Il Corsaro Nero1999 | Due orgogliosi guerrieri, una sola anima | Dead By April - Crying Over You

13. kamehamegoku | Home | Skylar Grey - Coming Home
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Post: 81
Giudice**
01/09/2017 11:45
 
Quota

BellaLuna
Game of Survival
[Primo classificato]
100/100

Grammatica e stile: 23/25

Lo stile di questa storia è estremamente elegante, ha una semplicità tremendamente efficace, è diretto e incisivo, impreziosito da elementi molto curati. Ho apprezzato molto l’uso del presente, sono dell’idea che per l’angst sia il tempo migliore, perché permette meglio l’immedesimazione e i continui e fugaci salti nel passato, elemento irrinunciabile di una buona introspezione. Descrivere al presente uno scenario cupo e devastato come quello del Mirai permette di respirare quell’aria, di guardare in giro insieme ai protagonisti, come se si fosse presenti lì, intrappolati in un’attualità soffocante, in cui tutto è morto e non si sa se, nel futuro, ci saranno possibilità di redenzione.
Mi è piaciuto il modo in cui due frasi ritornino ossessivamente nel testo con alcune variazioni: «Ha visto in un campo di battaglia guerrieri senza nome morire senza fare rumore su cumuli di macerie» e «[...]una stanza vuota, vicino alla sua, alle fine del corridoio del secondo piano, lì dove una volta un principe ramingo, venuto dallo spazio, aveva finalmente trovato il suo posto». Queste frasi si ripetono, in un loop che non sembra avere mai fine, in frasi diverse, in momenti molto diversi del tempo. La ripetizione, alla lunga, può suonare fastidiosa ma è proprio per questo che ne ho apprezzato così tanto l’uso, perché riproducono alla perfezione la potenza disturbante dei pensieri intrusivi, che si ripresentano all’infinito riuscendo sempre a ferire, trovando sempre il modo di accoltellare con il dolore che provocano.
Mi sono molto piaciuti i due pensieri iniziali di Bulma, espressi fra parentesi, sono stati molto intensi e sono suonati, nel loro essere separati dallo scorrere normale della narrazione, come delle vere e propria urla gridate sott’acqua.
Lo stile è perfetto, vivido nei punti giusti, perfetto nel fornire descrizioni realistiche del mondo distrutto che è il Mirai, ancora migliore nel sottolineare i pensieri dei personaggi.
Ho apprezzato particolarmente anche l’uso del corsivo per evidenziare parole importanti o per dare un’intonazione sarcastica, si è rivelato molto efficace.
Ci sono alcune imprecisioni, abbastanza giustificabili data l’elevata lunghezza del testo, che ti segnalo: «Non gli lascerò prendere anche lui!» >> «Non lascerò che prendano anche lui»; «Non c’è rimasto più niente.» >> «Non è rimasto più niente.»; «masse di gente che, come animali in preda al panico, si riversava nei supermercati» >> sostituire con «riversavano», il soggetto è plurale; «camminava verso di lui» >> sostituire con «cammina» errore di tempo verbale; «È un flacone di Biochetina Z-122 ha darle l’idea.» >> togliere quell’H immediatamente!!; la maiuscola in “Jeans” non dovrebbe esserci; «neve che scende giù a lievi, sì, ma comunque gelide ondate» è un po’ troppo colloquiale dato il resto del testo, così come «qualcosa che ha a che fare le auree saiyan e blablabla»; «e pure» >> «eppure»; «su» >> “su”; «Finché avrò vita... non gli permetterò di vincere» >> «non permetterò loro di vincere»; «mischiandosi con in loro» >> volevi dire forse «mischiandosi con il suo»?; «unisolo» >> «unisono»; in «un origine» >> manca l’apostrofo.
In generale comunque, lo stile di questa storia è bellissimo, evocativo al punto giusto e allo stesso tempo tagliente, non si perde in eccessive digressioni ma avanza come un treno in corsa, creando un substrato perfetto per il genere angst. Veramente perfetto.

Uso della traccia: 15/15

L’uso della traccia si è rivelato molto particolare, nel senso che hai compiuto una scelta parzialmente diversa da altri autori, non hai implementato la traccia riproducendo nel testo le varie frasi e agganciandole ad un contesto che fornisse loro un senso nella storia, ma tutta la tua storia è una riproduzione dell’estratto, ampliato, portato alla vita in un modo nuovo. Mi è piaciuto particolarmente perché la tua storia, anche per la lunghezza, diventa una creatura a sé stante, con una proprie identità, ma che nonostante questo è intessuta dello stesso mood malinconico e colmo di forza di Ghosttown, del suo ritmo circolare e triste, ma soprattutto dei suoi concetti.
Ghosttown parla della persistenza dell’amore in un mondo ostile, di un sentimento che sfida l’apocalisse e vince sulla morte, che sopravvive in ogni circostanza. Nella storia questo concetto viene incarnato da più personaggi: sono Bulma, Trunks e Gohan ad essere una famiglia, isolati in un mondo in cui non esiste più nulla, in cui il dolore e la miseria hanno spazzato via l’umanità. Sono loro le anime vive in un mondo di fantasmi, ancora profondamente vivi, con un barlume di speranza di poter un giorno riscattare l’umanità intera. Sono Bulma e Trunks, sopravvissuti alla morte di Gohan, che si stringono ancora di più nel loro legame, la speranza sempre più vivida, resa anche oggetto dalla creazione della Macchina del Tempo.
E nel finale, in senso lato, sono anche Bulma e Vegeta, i cui spiriti si ritrovano su quel campo di battaglia in cui tutto è finito, per un ultimo, straziante, saluto.

Trama: 20/20

Da un punto di vista teorico la trama si colloca come un Missing Moment di ciò che abbiamo visto nello speciale di Dragon Ball dedicato alla storia di Mirai Trunks, si appoggia ad eventi classici per stravolgerli, illuminarli in una nuova veste, una veste realistica, fatta di carne, di sangue, di lacrime e della infinita devastazione di un mondo in cui tutto è stato veramente distrutto.
Non sembra affatto un cartone animato, mi ha molto colpito il realismo della tua rappresentazione, al punto che ne sono rimasta impressionata: per la prima volta mi è sembrato di vedere davvero l’orrore della dimensione Mirai, inaccettabile sulle prime, perché siamo abituati a vedere un Dragon Ball in cui alla fine va sempre tutto bene, gli erori uccidono i cattivi e i morti vengono resuscitati.
Qui, invece, tutto è al contrario. L’immagine di Bulma che seppellisce a mani nude i corpi dei morti è veramente intensa ed è molto azzecato il suo sporcare di fango e sangue il completo firmato di Trunks: è una metafora azzeccata della decadenza, della fine del lusso, il suo status, la ragazza viziata e presuntuosa fissata con l’aspetto fisico e la bellezza hanno smesso di esistere su quel campo di battaglia.
Lo stesso campo in cui il suo cuore si è spezzato e al suo posto è sorta una spada, un’altra metafora del suo nuovo stato: non vi è più spazio per le frivolezze, tutto è divenuto veramente un gioco di sopravvivenza, un gioco in cui non può più permettersi di fallire. Sono tutti morti, morti di fronte alla sua impotenza, compreso l’uomo che amava e non c’è modo di tornare indietro. Solo di andare avanti, riponendo la speranza in Trunks.
La descrizione della decadenza della città, dello stato in cui si trovano i pochi superstiti, è veramente efficace e mi è rimasta in testa come un tarlo, me lo sono immaginato come uno scenario cyberpunk, marcio e devastato.
È bellissimo anche il modo in cui Bulma ritrova la speranza, un incontro fortuito che cambierà tantissime vite, per tutta la cascata di conseguenze che avranno la costruzione della Macchina del Tempo e la guarigione di Goku nella dimensione parallela: non è stata una riflessione morale fatta a tavolino, l’esito di una masturbazione etica, ma la constatazione pratica che l’umanità esiste ancora, che commuove ancora nelle sue potenzialità, che merita ancora di essere salvata, che c’è ancora del bene sepolto sotto tutta quella devastazione, che c’è ancora un futuro che vale la pena di essere salvato.
La scena della chitarra è qualcosa di meraviglioso, un momento dolce in un mare di angst, un momento di distorta vita quotidiana in cui non si fa che evidenziare che nella dimensione Mirai tutta la gioia è stata risucchiata via, come fatta a pezzi, la gioia di essere vivi, di cantare e di suonare, di divertirsi insieme, al punto che Trunks non sa neppure che cosa sia. La scelta di introdurre questo momento in cui Bulma e Gohan cantano insieme una canzone di fronte allo sguardo estasiato di Trunks, insieme a quello della fotografia polaroid, momenti sentimentali e a tratti comici, tinti di quella risata liberatoria che si fa dopo aver pianto, è veramente struggente e non spezza il ritmo dell’angst, ma al contrario lo aumenta, moltiplicandone la potenza. Perché sappiamo com’è andata a finire, sappiamo che anche Gohan alla fine è morto, togliendo un’altra gamba all’instabile famiglia di Bulma.
Il finale della storia è uno dei più belli che io abbia mai letto, un incontro veramente emozionante, vivido in un modo che non avrei mai creduto possibile. Era necessario, per il personaggio di Bulma, chiudere anche quella parentesi prima di poter finalmente andare, poter finalmente dire ciò che si è tenuta dentro per tutta la vita, ciò che non ha mai dimenticato. Non so come esprimere la mia ammirazione per questo bellissimo finale.
Una domanda che mi è sorta spontanea è il perché tu non abbia incluso nei personaggi anche Chichi, che sappiamo essere viva nello speciale su Trunks, insieme allo Stregone del Toro: da cosa mi è sembrato di capire in questa storia Gohan, Trunks e Bulma sono una vera e propria famiglia, gli unici rimasti dell’originario gruppo. Questa è una piccola deviazione dall’opera originale, un piccolo What If, che si unisce al piccolo What If presente nel finale, quello che permette l’incontro finale fra Bulma e Vegeta. Questa tua visione personale dell’Inferno, in cui Vegeta essendo un’anima dannata è condannato a vagare in eterno nel luogo è stato ucciso, è veramente molto affascinante, straziante al punto giusto, mi ha emozionato profondamente. Queste due piccole... licenze esulano un po’ dalla dicitura Missing Moment e forse andavano accompagnate dall’avvertimento What If.

Caratterizzazione dei personaggi: 30/30

L’introspezione che hai realizzato di Bulma è qualcosa di stupefacente.
È realizzata in modo molto fine dal punto di vista psicologico e la rappresentazione che hai dato del trauma è veramente perfetta: Bulma rimane traumatizzata quel giorno, ciò che accade su quel campo di battaglia, dall’aver visto tutti i suoi amici e Vegeta morire senza aver potuto fare niente per impedirlo. Rinchiude metaforicamente tutto quel dolore nella stanza da letto di Vegeta, un dolore non risolto, che rimane come un bolo indigesto nella sua psiche, al punto che è incapace di ripulire quella stanza, di togliere gli oggetti da come sono stati lasciati. Bulma non può permettersi di vivere quel dolore, perché ha Trunks da crescere, perché c’è Gohan che è ancora un ragazzino, perché è l’unico adulto rimasto che possa prendersi cura dei due bambini e questa corazza infrangibile che Bulma costruisce intorno al proprio cuore, divenendo una donna più cinica e indifferente, le permette di sopravvivere ma al tempo stesso le impedisce di parlare a Trunks di suo padre e degli altri suoi amici caduti in battaglia, perché quel bolo è ancora lì, pieno di spine, da elaborare.
Trunks diventa così un vero e proprio simbolo di rivoluzione, l’unica ragione che mantiene in vita Bulma e Gohan: è veramente meraviglioso quando dici che loro sono già morti, caduti anche loro su quel campo di battaglia. Ed è ancora migliore il fatto che anche Trunks, infine, debba morire metaforicamente insieme a Gohan, per poi riuscire a raggiungere il massimo della propria forza, diventare fisicamente la speranza che darà origine ad un’altra linea temporale in cui tutte le disgrazie sono state corrette.
Hai caratterizzato benissimo anche Gohan, che nonostante tutto il marcio del mondo e il dolore di aver perso tutto rimane una persona buona e altruista, dal cuore pieno di amore verso il prossimo, ho apprezzato molto anche la sequenza in cui Bulma cerca di fermarlo, in cui viene sottolineato il di lei egoismo: è così dannatamente realistico questo punto di introspezione. E poi... l’incontro finale con Vegeta... l’unica occasione per dire all’uomo che ha sempre amato ma con cui non ha mai avuto una possibilità concreta che lei sapeva, che in un altro mondo sarebbero potuti essere una famiglia. Questo mi ha colpito molto, Bulma ha sempre creduto in lui, profondamente, anche quando nessuno voleva farlo, anche quando tutti si ostinavano a dirle che era pazza... e qui ha continuato a crederci per il resto della sua vita, traumatizzata nel ricordo di un uomo che sappiamo essere, in potenza, l’amore della sua vita, ma che ha perso prematuramente. Non rimane che una reunion veramente commovente, in cui Vegeta è caratterizzato perfettamente, nelle sue risposte secche, asciutte, nell’ombra di malinconia e solitudine nel suo sguardo... insomma, ho avuto l’impressione di trovarmi di fronte ad una perla rara, i personaggi sono tutti talmente ben approfonditi, talmente realistici nei loro dubbi e nelle loro contraddizioni, da diventare solidi, complessi, persone vere.

Titolo e impaginazione: 4/5

Troppi spazi fra i paragrafi, sarebbe stato meglio dividerli soltanto nei momenti veramente significativi perché risulta un po’ antiestetico.

Gradimento personale: 5/5

Ogni volta che ho letto questa storia ho pianto. E ti assicuro che non è per niente facile commuovermi, non piango per i film d’amore e la maggior parte delle volte anche quelli drammatici mi lasciano indifferente. Ma questa storia è qualcosa di più, ai miei occhi è una storia il cui angst è talmente potente da sconvolgermi e da emozionarmi, da farmi venire tante domande, tante considerazioni sulla vita. Ho molto da imparare da te, dalla tua capacità di emozionare così tanto, di commuovere nel profondo. Sono rimasta molto impressionata, specialmente dal finale. Inoltre volevo anche complimentarmi perché avevo già letto tue storie in passato, eri già brava ma trovo che tu sia migliorata enormemente.

Totale: 97/100
Bonus Ambientazione: +5 (Universo Mirai)
Punteggio definitivo: 100
OFFLINE
Post: 81
Giudice**
01/09/2017 11:46
 
Quota

Luu
Silent Revenge
[Secondo classificato]
98/100

Grammatica e stile: 23/25

Il tuo stile mi è piaciuto davvero tantissimo. È molto curato, molto elegante pur rimanendo immediato e concreto. La potenza evocativa delle tue parole è davvero notevole, le descrizioni, i sentimenti, sono resi in modo talmente vivido da aver formato un film nella mia testa, in cui tutto è perfettamente descritto. È una visione epica, quella di un pianeta vibrante che sta per esplodere, bagnato dal fuoco, in cui tutto è divenuto cenere, dominato dalla morte. Eppure Radish e Vegeta sono più vivi che mai, la scena del bacio è stata resa perfettamente.
Vi sono alcune rare imprecisioni, che ti segnalo: la frase «Non hai la forza per alzarti dal terreno su cui pesante riversa il tuo corpo» >> secondo me è preferibile usare «si riversa», l’intransitivo in questo caso è migliore; «Quel pianeta» e «quel mondo» >> è scorretto perché il narratore è Radish, che si trova su quel pianeta in quel momento, quindi sarebbe meglio usare «questo»; al posto di «E’» >> «È».
Vi è un po’ di confusione riguardo alle frasi in corsivo, che vengono usate in tre modi diversi: per indicare i pensieri del personaggio a cui si riferisce il POV, per riportare linee di dialogo oppure per enfatizzare frasi particolarmente significative. La comprensione non viene inficiata, ma comunque sarebbe meglio utilizzare stili diversi per significati diversi.
Ho apprezzato moltissimo l’uso del “tu” verso il lettore, lo hai gestito meravigliosamente e ha contribuito ad aumentare il mio coinvolgimento.

Uso della traccia: 15/15

Devo assolutamente complimentarmi con te perché quando ho iniziato a considerare l’inserimento di Ashes fra le tracce del contest ero un po’ preoccupata: temevo che fosse troppo vaga, che le frasi dell’estratto non avessero un significato traducibile in una storia, probabilmente perché personalmente non riuscivo a darle un senso definito che comprendesse tutti i vari elementi... probabilmente ho mancato di fantasia!
Non appena ho letto la tua storia ho provato un senso di compiutezza, perché tutti gli elementi sono andati perfettamente al loro posto! Ora, quando la ascolto, penso solo a Radish e Vegeta e alla scena a cui hai dato vita. L’hai usata benissimo, ogni singola frase della traccia è implementata nella storia in modo elegante, per nulla forzato.
Ho apprezzato molto l’uso che ne hai fatto della frase “No, non continuerò a guardarti rimanere”, che acquista un doppio significato per i due protagonisti: lo pensa Radish, sconvolto al pensiero che Vegeta stia rischiando la propria vita per salvarlo, disposto a morire purché Vegeta riesca a salvarsi; lo pensa anche Vegeta, che non vuole abbandonare Radish a morte certa, disposto a rischiare pur di salvarlo. Inoltre, il tema del rimanere viene ripreso più avanti, quando Radish soffre del brusco distacco da Vegeta in seguito al bacio, creando una bella contrapposizione con la sua introspezione precedente.
Il mood nostalgico della canzone si abbina perfettamente alla storia, colorata da una tinta solenne, definitiva, come se i granelli di sabbia della clessidra del tempo all’improvviso potessero rallentare, fornendo uno spaccato drammatico di ciò che accade su un pianeta destinato all’esplosione, l’amore segreto di due uomini duri, soldati fino al midollo, che si abbandonano ai desideri nascosti, rinchiudendoli in quell’unico istante sull’orlo della morte. Ashes è una canzone lenta, delicata, che fa del testo la sua forza, quasi epica, e nella tua storia si respira esattamente lo stesso sapore.

Trama: 18/20

Ho apprezzato molto l’originalità della tua storia, sei riuscita contemporaneamente ad inventare una parte di trama completamente originale, tua, e descrivere sotto una nuova luce un evento che conosciamo bene, quello in cui Vegeta e Nappa scoprono della morte di Radish. Pur essendo sulla carta un’interpretazione implausibile nella serie originale, viene resa credibile dalla serietà con cui è stata descritta e dalla forza narrativa della prima parte, che ne fornisce un’ottima giustificazione.
La descrizione del salvataggio, ma soprattutto del bacio, è resa in modo molto fluido, realistico. Ho apprezzato il fatto che questo bacio sia stato interrotto bruscamente e poi, come viene fatto intendere, i due personaggi si siano nuovamente allonanati. Ha reso ancora più speciale quest’unico momento di liberazione, in cui i confini “normali” sono stati allentati dalla situazione ai limiti della realtà in cui i personaggi si sono trovati, gli stessi confini che invece sono ben netti nel finale, in cui Vegeta non dice una parola di commiato per Radish, pur nutrendo un sentimento per lui.
Il finale è stato a dir poco bellissimo, molto scenico e incisivo, una chiusura che chiude perfettamente i fili pendenti della narrazione in modo chiaro e netto.

Caratterizzazione dei personaggi: 28/30

Veramente notevole. Per quanto riguarda la caratterizzazione di Radish, non avendo noi molte informazioni certe per definire la sua personalità tu ne hai fornito una tua personale interpretazione che a mio parere risulta IC e molto godibile. Hai descritto bene il suo sentimento, l’angoscia, il timore e il rispetto, la paura che nutre per Vegeta, di cui non sente di meritare il rispetto, un rispetto talmente profondo da situarsi esattamente a metà fra il terrore e l’amore. Un amore che mai sarebbe venuto alla luce se non in una circostanza così estrema, in cui il suo malessere era talmente forte da fargli poi credere che quel bacio sia stato solo un sogno.
Ti faccio i complimenti perché i dialoghi sono molto ben fatti, molto credibili.
Anche Vegeta risulta molto IC, il suo punto di vista è gelido, trattenuto, tradito soltanto dall’agitazione del suo corpo e dal suo tono rabbioso. In questa caratterizzazione, in cui nutre un, seppur nascosto, sentimento per Radish, è coerente il suo comportamento, probabilmente nella serie originale non avrebbe rischiato la vita per salvarlo.
Molto azzeccata la diversità nei due punti di vista, quello di Vegeta è più freddo, più ancorato ai fatti, come se nemmeno osasse pensare e provare nulla. Non riesce a dire nulla, si difende, duro e spietato, dai quei sentimenti che eppure possiede. La considerazione di Radish sui sentimenti è molto interessante: se veramente i saiyan sono forti e invincibili, perché hanno tanta paura dei sentimenti? Solo in punto di morte, quando è stato salvato, Radish ha osato per la prima volta esternare qualcosa di sé.
Complimentissimi per il finale, sei riuscita a mantenere IC Vegeta mantenendo dal punto di vista fattuale il suo tipico atteggiamento arrogante, ricalcando così la sua reazione originale, ma offrendo un punto di vista interno totalmente inedito e perfettamente incastonato nel contesto.

Titolo e impaginazione: 4/5
Mi è piaciuto molto il titolo, che rivela il suo significato soltanto nelle ultime frasi.
Font e impaginazione sono curati, bella la scelta dei colori per dividere i punti di vista, manca soltanto il giustificato.

Gradimento personale: 5/5
Ho molto apprezzato l’audacia della tua scelta, è veramente originale e hai lavorato con moltissima serietà. Riuscire a rendere credibile una Vegeta/Radish non è da tutti e hai rischiato anche molto. Ti faccio i miei complimenti, avevo già letto qualcosa di tuo ma trovo che tu sia migliorata veramente tanto!

Totale: 93/100
Bonus Ambientazione: (+5 Mondo Saiyan/Freezer)
Punteggio definitivo: 98
OFFLINE
Post: 81
Giudice**
01/09/2017 11:47
 
Quota

Zappa
Il Gioco dell’Arena
[Terzo classificato]
93/100

Grammatica e stile: 24/25

Lo stile è assolutamente meraviglioso.
Il migliore di questo contest, a mio parere.
Volevo complimentarti in particolare per questa descrizione, mi ha fatto venire i brividi per quanto è perfetta: «Il tuono degli spettatori si fa ancora più immenso quando Freezer si accomoda al centro della rosa. Accompagnato dalle cortigiane e numerosi servitori, il re si siede, maestoso, sul suo trono di folgore e si accomoda, col suo mantello di distruzione ai suoi piedi. L’imperatore è una sagoma tra le altre, ma tu lo vedi fin troppo bene. Una corona di ossa e spade gli cinge il capo e il rosso porpora del mantello si fonde col profondo rubino dei suoi occhi. Sguazza nel sangue, si lava le mani in un bacino colmo di petali di rose, le sue mani non afferrano però i delicati petali, solo bagnate e molli ossa. Afferrano e stritolano. Presto, ti aggiungerai anche tu alla sua catena di ossa.»
Il perfetto riassunto di Freezer: morte e leggiadria, un culto della bellezza che nasconde soltanto la morte. Non ho parole per descrivere la potenza evocatrice delle tue parole, le descrizioni sono vivide, brucianti, come se la saturazione del colore fosse stata portata al massimo.
È uno stile ricercato, impreziosito da parole che sfiorano il sublime, ma allo stesso tempo scorrevole, facile da leggere, per nulla ampolloso o noioso.
Tante immagini che hai descritto mi sono rimaste impresse, come quella del cuore pulsante di Freezer, che con la sua imponenza trascina i cuori di tutti al suo stesso ritmo, spettatori e guerrieri, vincenti e caduti. La descrizione del pianeta e in seguito della reggia, sono perfette, la calca degli spettatori come vermi che si agitano e spingono lungo le transenne...
Meraviglia pura anche la frase: « Lassù, in alto, sotto il tuo sguardo dolorante, Freezer si atteggia da re: nel nero della sua coscienza, però, mille demoni gli formano il cuore. È una bestia nata per essere incoronata, ma che rimarrà, sempre, la bestia che ti ha ucciso.».
La frase che viene ripetuta più volte è suggestiva, anche se come tormentone avrei preferito una frase più breve, più incisiva, ma comunque viene ripetuta soltanto tre volte, a breve distanza dall’inizio, verso la metà e come chiusura, quindi non risulta fastidiosa.
Ci sono solo alcune rare imprecisioni, principalmente di gusto soggettivo, che ti segnalo: manca “un” in «come animale ingabbiato»; manca “per” in «vi fissate istanti che paiono secoli», non ho capito il significato di “pari” in «pari il potente impatto con il dorso del guanto»; togliere il “si” di fronte a «s’illuminano», è transitivo nella frase; togliere “che” in «una voce tra le tante che ti richiama all’ordine».

Uso della traccia: 8/15

L’unica vera pecca di questa storia è l’integrazione dell’estratto. Risulta evidente che la storia sia stata ispirata dall’intera canzone, in generale, e non all’estratto specifico, ad esempio dalla scelta della frase ripetuta, che è una versione modificata di un verso della parte iniziale di Points Of Authority. Di per sé il riferimento alla canzone intera non è affatto un problema, anzi, il problema risulta che l’aderenza all’estratto specifico risulta un po’ indebolita.
Alcune parti sono implementate nel modo giusto, in ogni caso il fulcro della questione è la sottomissione, la volontà di spezzare la volontà di qualcuno, il godere nel vedere un altro soffrire solo per il proprio piacere. Allo stesso modo però, alcune frasi dell’estratto non acquistano un senso profondo nella storia. Points of Authority, nella parte selezionata, sembra trattare di un rapporto fra due persone, un rapporto sadico, in cui uno dei due gode nel far soffrire l’altro, ma comunque di un rapporto profondo, in qualche modo intimo, in cui uno dei due riversa sull’altro il dolore che ha dovuto subire, riproducendo nell’altro la propria antica sofferenza. In questo momento Freezer e Vegeta sono ancora praticamente sconosciuti, questo brano potrebbe essere maggiormente adatto ad uno stadio più avanzato del loro rapporto, ad esempio nell’adolescenza o nell’età adulta. Inoltre, per riferirsi a questo concetto, sarebbe necessario spiegare qualcosa anche delle ragioni profonde di Freezer, che una luce di questo tipo sarebbe dovuto essere traumatizzato in prima battuta per poi traumatizzare qualcuno in una macabra riproduzione di sé.

Trama: 18/20

Mi è piaciuta moltissimo questa idea, l’idea di mettere alla prova Vegeta di fronte ad una sfida realmente complessa per il suo livello di forza per vedere se è all’altezza di lavorare (e... vivere) per lui è molto suggestiva e molto cruda, adatta al duro contesto mercenario che circonda Freezer.
La trama è semplice ma molto coerente, mi complimento per come hai gestito il combattimento con il mostro rendendolo comprensibile in ogni parte e senza renderlo noioso, le scene d’azione sono molto complesse da gestire descrivendole nel dettaglio.
Il finale forse è un po’ desaturato rispetto al resto, vi è una climax in tutta la storia che va a spegnersi poco prima del finale, ho sentito la mancanza della presenza forte di Freezer, che avrebbe potuto fornire un finale ancora più ad effetto. Ma in effetti si è trattata di una scelta comunque coerente con la caratterizzazione dei personaggi, in quel momento Vegeta non era ancora nessuno, solo un guerriero come tanti che aveva conquistato la sua approvazione.
La trama è originale, uno spaccato molto intenso di un momento ancora più intenso. In particolare, mi ha colpito molto l’atmosfera, epica e colorata di una leggera sfumatura di AU romana veramente ben riuscita.

Caratterizzazione dei personaggi: 28/30

Complice anche lo stile particolarmente enfatico, i personaggi sono caratterizzati in modo affascinante. Vegeta è un bambino divenuto precocemente adulto, ceduto a Freezer a cinque anni, un guerriero ma comunque un bambino a cui è stato strappato tutto, il trono, la famiglia, il pianeta. Hai reso benissimo il suo orgoglio, Vegeta non ha paura di guardare Freezer, lo fissa dritto negli occhi, ne è come ammaliato, ipnotizzato. La rabbia e la paura di Vegeta traspaiono, gridano in ogni frase, seppur nascoste nel suo contegno fiero, per culminare nella scena in cui grida in ginocchio, sfidandolo e sbattendogli in faccia la forza della sua esistenza e di tutto il suo essere.
Vegeta non vuole morire ed ha una determinazione talmente intensa da far star male.
Non abbiamo dubbi sul fatto che Vegeta riuscirà a sopravvivere, non ne abbiamo dubbi sulla sua ferrea determinazione, una caratteristica di personalità che lo distinguerà sempre nel corso della sua vita, che lo porterà a migliorarsi continuamente. Vegeta è l’unico personaggio che non rinuncia mai a sfidare Goku al suo livello, diversamente dagli altri suoi ex nemici che si adagiano, rinunciando a raggiungere Goku.
Ho apprezzato molto il fatto che Vegeta nell’arena non stia lottando veramente con il drago, quella con il mostro è la manifestazione fenomenica, reale, di una lotta che avviene ancora più nel profondo della sua psiche: quella con Freezer, che dà origine ad un secondo epilogo ben più drammatico. Vegeta viene sconfitto, muore dentro perché con la sua consacrazione finale diventa a tutti gli effetti «suo».
Se devo dire un piccolo difetto, avrei voluto scavare di più all’interno della sua mente, avrei voluto sapere ancora di più di quello che provava, in particolare il significato che nutre, per lui, la frase che viene ripetuta, da dove viene e perché la sente così propria.
Freezer è caratterizzato in modo ineccepibile, crudele e solenne, signore e padrone di tutto, una fiera leziosa che è oltretutto impreziosita da una descrizione che, come detto nella voce precedente, non fa che sottolineare l’ambivalenza perfetta del suo essere. A Freezer piace Vegeta, gli è sempre piaciuto, ed è particolarmente elegante il modo in cui lo hai descritto, come il signore della corte dal cui respiro tutto discende. La sua risata sguaiata mi è risuonata in testa, così come i suoi occhi folli. Questi sono Freezer, nel suo essere bastardo ed ambiguo, e Vegeta, nel suo essere cupo e rabbioso, sono loro. Una caratterizzazione riuscita benissimo, complimenti.

Titolo e impaginazione: 5/5

Tutto a posto, un titolo molto adatto e impaginazione perfetta.

Gradimento personale: 5/5

Chapeau, una caratterizzazione e una descrizione talmente vivida che potrei toccarla.
Riguardo al fraintendimento sull’uso della traccia, non mi pronuncio. Una lettura attenta del bando sarebbe stata più che sufficiente per evitare questo, anche se poi abbastanza ininfluente, difetto.

Totale: 88/100
Bonus Ambientazione: +5 (Mondo Saiyan/Freezer)
Punteggio definitivo: 93
OFFLINE
Post: 81
Giudice**
01/09/2017 11:47
 
Quota

Vegeta_Sutcliffe
The worst
[Quarto classificato]
91/100

Grammatica e stile: 23/25

Lo stile mi è piaciuto molto, è molto elegante, curato al millimetro dal punto di vista concettuale, ogni parola ha un peso preciso e particolare nell’economia della storia.
Il plot twist a cui hai dato origine nel finale attraverso il solo uso dello stile è qualcosa di notevole e soprattutto molto originale. Hai declinato aggettivi soltanto neutri, pronomi ambigui, il lettore non se ne accorge colmando i vuoti della percezione con quello che crede di sapere (dalla serie Z e dal contenuto di molte fanfiction) con l’assoluta certezza che il personaggio di cui si analizza l’introspezione sia Vegeta... e poi, invece, alla fine si scopre che si tratta di Bulma e a quel punto c’è un processo di rovesciamento, totale, spiazzante. Questa è una mossa molto difficile, molto complessa e voglio farti i complimenti perché sei riuscita a stupirmi.
Forse avresti potuto essere ancora un po’ più chiara nel finale, per togliere ogni minimo dubbio al lettore, perché confesso che ho avuto paura di aver capito male e di aver frainteso tutto. E in una storia di questo tipo è fondamentale che la spiegazione finale sia inequivocabile, altrimenti rimale solo un senso di confusione a meno che, ovviamente, lo scopo non fosse quello (ma allora andava lasciato tutto, anche il finale, al neutro, affinché ognuno lo interpretasse come preferiva).
Gli unici appunti a livello stilistico che mi sento di farti sono: l’uso del numero dieci in cifre nello scritto è da evitarsi; manca una virgola che nella lettura si aggiunge inconsapevolmente in «pesante davvero pesante».
Un’altra precisazione che vorrei farti è questo: la lettura filosofica che dai della questione umana in oggetto è ovviamente resa possibile dalle parole che scegli, che sono selezionate con molta cura per indicare i termini precisi. Però, questi concetti filosofici non sono alla portata di tutti, alcuni punti possono risultare ostici per il lettore medio a digiuno di concetti filosofici, nella mia ignoranza non ho compreso appieno il significato di queste due frasi: «Lo sbaglio era la caratteristica di chi, costretto ad errare, aveva coraggio di farlo. Quella risoluzione di chi non cede facilmente ad una bieca e sorda necessità, ma opera per il cambiamento.» e « Quel reputare che oggetti della propria volontà di volontà potessero essere pure gli altri era stato in vero il più esiziale degli errori.»

Uso della traccia: 15/15

La traccia che hai scelto incarna perfettamente il mood decadente della storia: spento, di una morte disperata, urlante sotto la superficie immobile dell’acqua. Lying From You è forte, potente, molto dinamica, ho apprezzato particolarmente il contrasto con l’immobilità fisica dei personaggi, perché il sentimento d’amore fra Bulma e Vegeta, il rancore e l’autorecriminazione sono sublimati, pulsanti e nascosti al di sotto della scorza granitica del silenzio che è caduto fra di loro.
Mi è piaciuto come hai trattato la tematica ambivalente dell’andarsene e del rimanere, Lying From You a mio parere descrive una situazione in cui un personaggio vorebbe andarsene, sa che sarebbe giusto farlo perché c’è consapevolezza di quanto quell’unione sia tossica e instabile, ma contemporaneamente non riesce a farlo, trascinato indietro da qualcosa che ha ancora dentro di sé. Questo descrive perfettamente il tormento interiore di Bulma, protagonista di questa storia, ma è perfettamente credibile anche riferendosi a Vegeta, riguardo alla trasformazione in Majin Vegeta e al suo ritorno al passato, desiderato ma poi non attuato fino in fondo. Possiamo immaginare un urlo corale, in cui entrambi esprimono lo stesso sentire, seppur in momenti diversi.

Trama: 18/20

Trama e stile in questa storia sono indissolubilmente legati: la prima parte della storia comprende una lunga introspezione iniziale, che poi si apre in una scena molto intensa, straziante nella sua immobilità e lentezza, di due persone ormai lontane, fredde, inaridite dalla lontananza.
Ho adorato quello stringersi di mani calde, mani che in qualche modo vogliono ancora amarsi, nonostante il disastro sia ormai avvenuto. Proprio la scarsità di questi dettagli li ha resi ancora più brucianti, più preziosi. La trama è originale, siamo portati a pensare che sia Vegeta e non Bulma a scusarsi dopo l’arco di Bu, e pur essendo semplice nel suo svolgersi, molto coinvolgente.
Nonostante avrei voluto leggere molto di più di questo confronto finale, l’essenza di questa storia è proprio il plot twist, che tiene in piedi la storia e ha ovviamente vincolato la sua lunghezza... non avresti potuto prolungare di più il gioco o sarebbe stato troppo. La lunghezza è perfetta per un racconto introspettivo come questo. Il finale è veramente ad effetto, la frase dell’estratto si mimetizza benissimo nella storia, fungendo da coltellata finale di una scena così catartica e rivelatoria.

Caratterizzazione dei personaggi: 27/30

La lettura che fai dei personaggi e dei loro sentimenti è veramente molto interessante.
Perde un po’ in IC per vincere in profondità, intavolando un discorso lontano dalle solite banalità sull’amore e sul suo potere di cambiare le persone, è un discorso su cosa sia l’essenza del sé e di cosa i rapporti umani interpersonali possano modificare di noi.
Il discorso che fai alla fine, su come Bulma e il suo rigido codice etico abbiano plasmato Vegeta inducendolo a rinnegare la propria natura, è molto originale e da un certo punto di vista anche credibile. Ciò che a me risulta difficile da concepire è il mezzo di questa costrizione: perché il nuovo ruolo di Vegeta come padre e marito sarebbe “una maschera, una costrizione, un ruolo recitato”?
Dalla morte di Freezer in poi, Vegeta avrebbe potuto in qualsiasi momento tornare a uccidere a piede libero, avrebbe potuto addirittura sostituirsi a lui, avrebbe potuto prendere una bella navicella e non tornare mai più, tanto più che come condivido con te Vegeta non aveva nessun codice morale “terrestre” a cui rispondere (relativamente a Trunks). Nei sette anni di morte di Goku post-Cell non aveva neppure più il suo rivale a tenerlo legato alla Terra. Poteva tornare il guerriero Saiyan spietato e sanguinario di prima, anzi, ancora di più, perché nello spazio non ci sarebbe stato nessuno in grado di fermarlo. Eppure, Vegeta non lo ha fatto. Io penso semplicemente che nel tempo la sua mentalità sia cambiata, in particolare in seguito allo shock emotivo dovuto alla morte di Mirai Trunks, che aveva rinnegato e allontanato e di cui aveva imparato ad apprezzare la compagnia dopo un anno intero di isolamento con lui.
La questione Majin è molto spinosa, nel senso che questi nuovi sentimenti sorti in Vegeta non hanno potuto, ovviamente, soppiantare quelli precedenti ma vi si sono affiancati, ma questo ritorno alle origini si è infatti rivelato fallimentare, la sua natura è cambiata e anche l’essere tornato il “Saiyan di prima” non ha cancellato quei nuovi sentimenti.
Entrambe le strade erano in questo senso, impraticabili.
Secondo me la tua storia perde un po’ di IC in questo senso, Bulma ha sempre saputo che una parte di Vegeta era malvagia e gli ha voluto bene anche quando il suo cambiamento non esisteva, non c’era, quando ancora era veramente solo un bastardo assetato di boria e di potenza. Io non penso che sia stata solo Bulma a modellare il suo cambiamento, il solo avvicinamento con lei non ha sortito all’inizio un grande effetto di redenzione, che è iniziata soltanto con l’arrivo di Mirai Trunks.
In ogni caso complimenti perché si tratta di un’interpretazione molto originale e credibile.

Titolo e impaginazione: 4/5

Manca il giustificato e il font è un po’ troppo grande, per il resto tutto ok.

Gradimento personale: 4/5

Veramente geniale il plot twist. Una doccia fredda e una finissima riflessione filosofica. Come sempre non posso che farti i miei complimenti.

Totale: 91/100
Bonus Ambientazione: 0
Punteggio definitivo: 91
OFFLINE
Post: 81
Giudice**
01/09/2017 11:48
 
Quota

Mymanga
Freeze You Out
[Quinto classificato, pari merito]
88/100

Grammatica e stile: 18/25

Lo stile è molto scorrevole e comprensibile, la scelta di usare la prima persona si è rivelata molto azzeccata e l’hai utilizzata al meglio, risulta immediato e molto realistico. Mi ha permesso di immedesimarmi perfettamente in Bulma e nei suoi pensieri, limpidi come l’acqua e molto naturali.. È un tratto caratteristico della prima persona e più accettabile, l’utilizzo di un lessico più semplice dal momento che si riproduce l’immediatezza di un dialogo con se stessi, di un diario, di un flusso di pensieri che seguono gli eventi.
Il tuo stile è semplice, impreziosito da alcune descrizioni molto vivide, ma in certi punti un po’ troppo colloquiale anche con queste premesse: «Tempo qualche secondo e li riapro»; «Ma pazienza se ci vado di mezzo io»; «Beh, spiacente non funziona così il mondo».
Ti segnalo alcune imprecisioni: «Già unico...» >> da solo patisce di una mancanza di ritmo, sarebbe meglio sostituirlo con un più netto “«Già. Unico.»; il «Deciso...» è slegato da altre parole e sembra galleggiare nel vuoto; non ho capito il significato dell’intera frase «Sei sempre stato in disparte a sfruttare qualsiasi forma di protezione si presentasse, come la presenza di chiunque altro vicino a noi, o dalla nostra reciproca indifferenza, dovuta alla situazione di pericolo che sta vivendo il nostro pianeta.», l’ho riletta molte volte ma non ho capito a cosa si riferisse, inoltre quel “dalla” sembra scorretto, non riferendosi a nulla, forse è un errore di battitura ma non capendo il senso della frase mi è difficile pronunciarmi oltre; uso del caps lock su alcune parole per evidenziarne la forza >> certamente il maiuscolo enfatizza ma è scorretto e abbastanza antiestetico, potrebbe essere sostituito dal corsivo e spiegato nelle forme che spiegano i discorsi diretti; errori di battitura come «sua» al posto di «tua».
Al di là di queste imprecisioni comunque lo stile si è rivelato efficace e soprattutto descrittivo, ho apprezzato in particolare come hai descritto l’incontro faccia a faccia di Vegeta e Trunks, gli sguardi che si specchiano l’uno nell’altro, le manine che prima gli mostrano i tesori e poi lo toccano, accarezzandolo. In generale tutte le descrizioni sono semplici e immediate ma soprendentemente vivide, mi sono veramente piaciute.

Uso della traccia: 15/15

Devo dire che mi hai sorpreso. Nella fase in cui ho preparato il bando e quindi sceglievo le canzoni preparandone gli estratti, ho immaginato delle possibili storie per ognuna delle tracce e questa non era una possibilità a cui avevo pensato. Ovviamente il mio primo pensiero va sempre alla Vegeta/Bulma (che è la mia OTP da sempre): in riferimento a Freeze You Out avevo immaginato una versione particolarmente angst di una reunion fra Bulma e Vegeta (post Cell o post Bu), in cui finalmente Vegeta si arrende a lasciarsi amare, senza scappare più, abbandonandosi ai sentimenti che prova per lei.
Quando invece ho capito che il soggetto di questi sentimenti invece per te era Bulma, ho capito di trovarmi di fronte a qualcosa di molto originale. La traccia è stata implementata benissimo e anche il mood della canzone è stato rispettato, il tormento psicologico di Bulma nella storia vive e pulsa di quello stesso ritmo, un concentrato di forza e di malinconia in grado di sconfiggere anche l’ira e la paura.
Ho trovato veramente adatto alla storia che hai creato il concetto di ghiaccio duro e metallico che inizia a sciogliersi, di una corazza dura e apparentemente impenetrabile che alla fine cede, consumata dalla commozione e alla nostalgia, impotente di fronte a sentimenti d’amore autentico, resistenti fino alla fine, sempreverdi e silenziosi pur nel gelo della lontananza.

Trama: 19/20

Mi è piaciuto particolarmente il modo in cui sei partita da un evento classico, la sequenza dell’episodio 193 in cui Trunks impara a camminare, per dare vita ad una storia originale, che si distingue per un’introspezione accurata. Classico e originale si mischiano in un modo molto efficace, fornendo un’interpretazione molto realistica di quale possa essere stato il ritorno di Vegeta alla Capsule Corporation dopo lo scontro con Cell.
Di questa storia ho apprezzato particolarmente il realismo. È un incontro/scontro naturale, vero, imperfetto, un po’ rude, ben lontano dal nugolo di metafore che avrei potuto scrivere io, e per questo mi piace molto.
Osservando Z, è lecito pensare quindi sia stata la presenza di Mirai Trunks ad avvicinare realmente Vegeta a Bulma, in senso affettivo oltre che fisico: l’esperienza avuta con lui ha veramente scongelato il suo cuore e lo ha reso disponibile ad amare, a legarsi veramente a quella che diventerà la sua famiglia. È veramente bello che nella tua storia sia invece il Trunks bambino, del presente, a riavvicinare Bulma a Vegeta, scongelando il cuore di Bulma, indurito e ferito per essere stato abbandonato in un momento delicato come quello della gravidanza, in cui avrebbe soltanto voluto avere Vegeta vicino.
Questa similitudine è veramente meravigliosa ed è commovente, perché in questa versione della storia entrambi per motivi diversi si erano allontanati (Vegeta perché incapace di amare, Bulma perché abbandonata e ferita) ma grazie all’amore dimostrato da due versioni diverse di Trunks hanno saputo ritrovarsi.
La scena di Trunks che cerca di riattaccare gli indici dei genitori come se fossero lembi di una fune spezzata è veramente bellissima, una metafora della vita. L’ingenuità dei bambini e dei figli in generale nei confronti dei genitori è spesso disarmante, si vorrebbe che i propri genitori stessero insieme, bene, felici, perché si sono voluti bene una volta e quindi possono farlo infinite volte. Ed è altrettanto profondo il pensiero di Bulma, il concetto del nodo, la corda può essere di nuovo salda, al prezzo inevitabile di non essere più la stessa corda di partenza.

Caratterizzazione dei personaggi: 27/30

Mi è piaciuto da morire il modo in cui hai caratterizzato Bulma, è lei, è determinata, un po’ acida e aggressiva, ma anche molto sentimentale.
A volte nelle Bulma/Vegeta si dimentica questo lato di lei, appiattendo Bulma ad un mero personaggio compiacente, lasciato in ombra di fronte alla personalità dura e schiva di Vegeta, rendendola una donna in fondo debole, dipendente da lui, talmente innamorata da risultare cieca rispetto alle sue colpe e ai suoi errori. Invece la tua Bulma è viva, una donna autonoma e indipendente, fiera, che non si getta ai piedi di Vegeta al suo primo cenno di riavvicinamento.
Lo ama ancora, questo è evidente fin dall’inizio, è lampante dalle lacrime che giungono ai suoi occhi non appena ripensa a Vegeta dopo più di un anno che non hanno nessun contatto, il tempo e la distanza non sono stati sufficienti a lenire quella ferita, costantemente pizzicata anche dal fatto che Trunks è suo figlio, la sua sola esistenza è un monito perenne del Saiyan e della sua determinazione, della sua grinta e della sua forza. Anche la sua rabbia, così velenosa e caustica, non è che l’ennesimo agitarsi del bolo indigerito che è l’abbandono di Vegeta, per lei assolutamente incomprensibile.
Da un punto di vista teorico, è comprensibile il motivo per cui Vegeta se ne sia andato: Vegeta innanzitutto non è un terrestre, non è cresciuto insieme alla sua famiglia o in un contesto in cui i legami familiari avessero importanza, non sa assolutamente cosa siano. Al di là della vicinanza con Freezer, non fa comunque parte della cultura Saiyan il legame familiare caloroso e supportivo tipico dell’essere umano (come vediamo in più occasioni anche in Goku e in Bardack).
Detta sinceramente, penso che Bulma se lo aspettasse, se scegli di indugiare con un uomo di questo tipo non si può realisticamente pensare che cambierà per te o che capisca da un giorno all’altro l’importanza della famiglia, per come la vedo io è mettersi il prosciutto sugli occhi e Bulma mi sembra una donna troppo intelligente per farsi illusioni simili. Non dimentichiamoci che fino a poco tempo prima, Vegeta era il villain principale di Z. La mancanza di questa autoconsapevolezza all’interno dell’introspezione è l’unica cosa che non mi ha pienamente convinto.
Ad ogni modo, quando si passa nella realtà i ragionamenti logici spesso decadono e finiscono per diventare aria fritta: la reazione di Bulma è qualcosa di terribilmente umano, naturale e realistico. Mi sembra di rivedere pensieri miei o di persone amate, di scorgere di nuovo il misto di incredulità, dispiacere e rabbia mescolarsi a onde alterne negli occhi di chi ama qualcuno incapace di amare.
È molto realistico il modo in cui Bulma si difende da quell’abbandono rinchiudendosi in se stessa, in un muro di ghiaccio che a livello consapevole impedisce ogni pensiero positivo verso Vegeta, afferma di non volerlo più, dice che lo odia, che non lo perdonerà mai. Ma la rabbia cocente e caustica che trasuda dai suoi pensieri non è che la trasformazione cosciente di quell’amore, negato per orgoglio e rinchiuso in un angolo della mente per bisogno autoconservativo di andare avanti.
È evidente il suo amore, dal pianto iniziale che viene subito spento dalla sua determinata decisione di non piangere più, dal modo in cui non impedisce attivamente che Trunks si avvicini a suo padre, sobillata e tormentata dai dubbi, dalla fortissima commozione che prova nel vederli incontrarsi veramente per la prima volta, nel notare l’emozione sul volto di Vegeta. Ma è comunque una donna vigorosa e colma di rispetto per sé stessa, non gli salta in braccio alla prima dimostrazione di interesse di Vegeta ma lo affronta direttamente, con veemenza tale da zittirlo.
È bellissima quella punta di acidità che hai inserito nel personaggio di Bulma, la battuta sul cianuro e sull’erba cattiva sono assolutamente nel personaggio e contribuiscono a renderlo perfettamente IC.
Mi complimento inoltre per aver reso bene anche Vegeta, nei suoi silenzi e nella sua oscurità, nel suo essere un personaggio schivo e triste, nella commovente timidezza con cui si lascia avvicinare per la prima volta da suo figlio, emozionandosi, sostenendolo appena con la mano. Mi è sembrato davvero lui, un ritorno molto realistico, per nulla stucchevole e per questo molto emozionante nella sua naturalità.

Titolo e impaginazione: 4/5

Tutto a posto, ottimo il giustificato e l’uso degli spazi fra i paragrafi.

Gradimento personale: 5/5

Questa storia mi è piaciuta da morire, avrei voluto leggerne ancora e ancora.
Ti faccio i miei complimenti, hai costruito una scena realistica e dolce che non dimenticherò facilmente.

Totale: 88/100
Bonus Ambientazione: 0
Punteggio definitivo: 88/100
OFFLINE
Post: 81
Giudice**
01/09/2017 11:48
 
Quota

yori
Eclisse
[Quinto classificato, pari merito]
88/100

Grammatica e stile: 20/25

Lo stile è buono, abbastanza semplice, comprensibile e molto coinvolgente.
Ho alcune precisazioni da segnalarti: ci va “imbrattato” in «non avevano imbrattavano il suo bel viso»; si trova “mene” al posto di «mente»; in «guardò per un frangente verso Trunks» intendevi dire “per un attimo”?; manca un “per” di fronte a «quanto mi ha fatto soffrire quanto ti ho avuto»; “e” da sostituire in «a colei che ha abbracciato l’oscurità»; errore di concordanza in «c’era Crilin, Yamcha, Gohan e tutti coloro...», servirebbe il plurale “c’erano”; in «non l’aveva abbandonarla» sostituire con “abbandonata”; «Goku la toccò dentro» non è chiaro il significato, intendevi forse dire “La voce di Goku la raggiunse”?; anche se non è una vera e propria ripetizione, «riscosse» e «scossa» sono troppo vicini per suonare bene; «steso» al posto di “stesso”; «avesse» al posto di “avessi”; in «Il vostro corpo verrà distrutto e la tua anima purificata» c’è una contraddizione perché si dà contemporaneamente del voi e del tu; in «probabilmente non gli importava di essere visti» c’è un errore nell’uso di “gli”, che non va bene per il plurale nello scritto; manca l’accento in «la bacio fugacemente»; errore di concordanza in «Trunks e Mai si era salvati», «averebbe» al posto di “avrebbe”.
La frase «E ora, ora che la vita le scivolava via dalle mani, ora che quel nemico maledetto, che aveva la faccia di quello che per lei rappresentava la speranza di farcela Goku, le stava portando via la vita. In quel dannato momento non riusciva a pensare ad altro che una singola cosa: Vegeta...» ha qualcosa che non quadra, “Goku” suona superfluo e la costruzione “ora che...” richiede per forza una conclusione o risulta sospesa nel vuoto, non può terminare con un punto. Potreva essere ad esempio così: “Ed ora, ora che la vita le scivolava via dalle mani, ora che quel nemico maledetto, che aveva la faccia di quello che per lei rappresentava la speranza di farcela, le stava portando via la vita, non riusciva a pensare ad altro che a una singola cosa: Vegeta.”
La frase «Aveva percorso con le sue mani il suo braccio, il suo viso e lui ancora non aveva detto una parola. I suoi occhi percorrevano il suo corpo fino a quando l'altra mano non si era spostata sul suo viso...» è un po’ confusa, nella prima è chiaro che il soggetto è Bulma, però con tutti quei suoi/suo si perde di fluidità e di chiarezza.
Vorrei anche segnalarti in generale una mancanza di virgole, diverse frasi sono scritte senza specificarne il ritmo, specialmente quando ci sono elenchi.
Al di là di questi piccoli difetti mi è piaciuto il tuo stile, è stato molto coinvolgente ed incalzante, le descrizioni sono veramente ben fatte e mi hanno fatto immaginare perfettamente le scene, la luce disturbante del paradiso, il Varco e l’Orizzonte della fine. I colori e le luci di questa storia, così come i sentimenti di cui parleremo sotto, sono molto intensi, quasi estremi, come se si trattasse di una fiaba, di un cartone animato a tutti gli effetti. Ho apprezzato molto la metafora del paradiso oscuro per descrivere l’esperienza di Bulma nell’aldilà, nel paradiso insieme ai suoi amici: anche quello che dovrebbe essere un momento perfetto, ricolmo di pace, l’arrivo definitivo in cui l’anima può finalmente riposare, si trasforma in un luogo inquietante, traboccante di una bianca oscurità che soffoca l’animo infelice di Bulma, ancora tormentata da antichi desideri e incapace di abbandonare i rimpianti e i rimorsi della sua vita terrena.
Inoltre, molto bello il finale, queste righe finali dal sapore poetico restituiscono un finale veramente epico, quasi simbolico, che rende giustizia alla mia percezione di un mondo fiabesco avuta durante la lettura della storia.

Uso della traccia: 15/15

Ho apprezzato il tuo modo di integrare la traccia all’interno della storia.
L’uso di Dark Paradise in una Bulma/Vegeta ambientata nell’Universo Mirai mi aveva fatto pensare ad un altro tipo di storia, ad una retrospettiva magari incentrata sulla mancanza e sul ricordo di ciò che è stato perduto, ma tu mi hai sorpreso estraendo dal cappello un’interpretazione veramente originale!
Il verso “Every time I close my eyes / It’s like a dark paradise” è tipicamente interpretabile come il fatto che una persona che ha perso qualcuno di caro nel sonno lo rivede, reincontrandolo nei propri sogni, rendendo così il sonno una sorta di paradiso “oscuro” perchè nato dalla mancanza di luce e in un certo senso distorto. Nella tua storia invece questo verso è stato interpretato in modo diverso, rendendolo un posto fisico, concreto, e l’ho molto apprezzato, perché finisce per indicare la morte di Bulma e il suo arrivo in paradiso, che nella sua mente diviene un mondo distorto e accecante, ben lontano dal riposo eterno e dalla pace. La canzone non è stata implementata parola per parola, riproducendo le frasi all’interno del testo, ma i concetti sono presenti e anche molto ben espressi: il vivere ossessivamente nel ricordo di una persona ormai perduta, il cui volto è come un assillo, il giungere a desiderare la morte pur di rivedere la persona che manca, l’angoscia al pensiero di non riuscire a rivederla nell’aldilà. Il mood della canzone è stato pienamente rispettato, si accorda molto bene con il tuo testo e con la maliconia energica che traspare da esso.

Trama: 15/20

Allora, premetto che la tua idea è stata veramente originale e mi è piaciuta. Non avevo mai letto di nessuna storia in cui Bulma, alla fine, decide di reincarnarsi insieme a Vegeta per avere la possibilità di stare insieme a lui, quella possibilità che purtroppo nell’universo Mirai non hanno mai avuto a causa della prematura morte di lui.
È un’idea straziante, un epilogo talmente emozionante da risultare... struggente. L’ho apprezzato molto, ero già quasi rassegnata al saluto strappalacrime quando invece... mi hai sorpresa restituendomi un sorta di happy ending dal sapore mistico, quasi onirico.
Nonostante questo, a livello di congruenze logiche, mi ha suscitato qualche perplessità riguardo alla sua compatibilità con gli eventi raccontati nel Super. Circa a metà della storia ti ricolleghi alla distruzione dell’intera timeline alternativa in cui Mirai!Trunks e Mirai!Bulma hanno vissuto (detto Universo Mirai) per mano di Zeno-sama. Mi rendo conto che può sembrare un ragionamento un po’ pignolo, quello che voglio dire è che se questo evento è accaduto così come è stato spiegato nel Super, senza modifiche sostanziali... Mirai!Bulma non potrebbe più esistere, non dovrebbe più esistere nessuno, né l’aldilà, né l’inferno, perché Zeno ha cancellato tutti gli universi della linea temporale Mirai, facendo svanire anche l’Anello del Tempo relativo.
L’universo intero di quella linea temporale è stato cancellato ed è stato reso esplicito che alla distruzione di un Universo sopravvive soltanto l’Angelo compagno del Dio della Distruzione, quindi non sembra plausibile che l’aldilà si sia conservato.
Inoltre, anche ipotizzando che l’aldilà sia rimasto miracolosamente incolume, in qualche bolla dimensionale, per Bulma e Vegeta sarebbe impossibile reincarnarsi perché non vi sarebbe più nulla ad eccezione del vuoto, nessun corpo vivente, non esistendo più un universo nel quale vivere.
Se ho fatto un errore in questo ragionamento, mi scuso in anticipo. Non che fosse impossibile trattare questi eventi, ma allora sarebbe stato preferibile escludere gli eventi del Super (trattandolo come se non fosse canon) oppure creare una What If? in cui Zeno-sama non ha distrutto il Mirai, eccetera.
Un’altra cosa che vorrei segnalarti è la mancanza di chiarezza circa la permanenza di Mirai!Vegeta all’Inferno. Ho percepito un po’ di confusione nelle motivazioni e nelle successioni logiche.
Dalla sua morte per mano degli androidi sono trascorsi circa trent’anni, trent’anni quindi di Inferno, di cui circa quindici dalla prima partenza di Mirai Trunks con la macchina del tempo. Far intendere che l’unica ragione per cui il corpo di Vegeta è stato conservato è quella di rispondere al desiderio di Bulma di rivederlo una volta morta, come premio per aver creato la Macchina del Tempo (Vegeta sarebbe stato “graziato” dalla perdita della propria identità in attesa di Bulma) crea qualche dubbio su tutti gli anni di prigionia precedenti, ovvero tutti gli anni che vanno dalla sua morte effettiva a quando Bulma si sarebbe resa meritevole di questo onore.
Goku afferma che Vegeta soffre nell’oscurità e gli fanno rivivere tutte le atrocità subite nel corso della sua vita, questo fa pensare che la sua anima fosse destinata al tormento infinito come in un concetto classico di Inferno, magari al pentimento (così viene fatto intendere da Piccolo, che se un’anima si libera della propria malvagità può reincarnarsi in un altro corpo, coerente ad esempio con il fatto che Freezer è immobile all’inferno da anni, incapace di pentirsi e torturato). Però, si afferma anche che viene concesso l’incontro solo per il fatto che Trunks si è trasferito in un altro universo e dunque anche alla sua morte non potrà reincontrare la madre, di conseguenza viene concesso l’incontro con Vegeta. Insomma, mi è giunta una grande confusione riguardo al modo per cui questa reunion è resa possibile a livello di trama.
Tralasciando questi passaggi logici, ci tengo a precisarti che ho gradito molto la trama e il modo in cui l’hai sviluppata. È veramente originale ed è per questo motivo che ho deciso di mantenere comunque alto il punteggio. L’incontro fra Bulma e Vegeta è veramente stupendo e i flashback hanno contribuito ad accrescere la potenza di questo momento. Ma come dicevo sopra, il mio momento preferito è stato il finale, inaspettato e veramente emozionante.

Caratterizzazione dei personaggi: 25/30

Voglio partire dal presupposto che sull’Universo Mirai, tutto quello che si pensa IC e OOC è leggermente più complesso da stabilire.
Iniziamo da Vegeta, riflettendo su un dettaglio apparentemente poco rilevante: sei mesi dopo la morte di Goku arrivano gli androidi senza alcun preavviso e Vegeta è ancora lì, sulla Terra, anche se non aveva più nessuna ragione apparente per rimanere. Il suo rivale era morto e in base a ciò che supponiamo in base alla storyline originale è credibile alcun legame autentico con Bulma e Trunks, allora... perché? Mi sono risposta che, in qualche modo, anche nel Mirai quel legame esisteva davvero, anche senza l’intervento di Mirai Trunks (che può aver provocato a sua volta un cambiamento, perché Vegeta vede un secondo SSJ che non sa essere suo figlio, il suo senso di umiliazione è ancora più forte ed è facile pensare che fosse ancora più ossessionato dagli allenamenti di Mirai!Vegeta, che infatti possiede una forza inferiore).
Questa digressione per dire che l’ICness Mirai!Vegeta è complessa da stabilire, tanto più che si parla di un incontro nell’aldilà dopo circa trent’anni di Inferno, penso che in generale tu lo abbia caratterizzato bene, la passione è totalmente giustificata, la sua timidezza è ben rappresentata, anche la gelosia finale nei confronti di Goku lo rende ancora più vero, la rudezza e l’orgoglio con cui si avvia senza cerimonie verso il Varco sono tipiche del personaggio.
Per il mio gusto personale, però, parla un po’ troppo e si espone più di quanto avrei ritenuto realistico per quel tipo di incontro, sono passati così tanti anni... le parole secondo me erano quasi superflue, vanno quasi a desaturare l’emozione piena di quel momento. Vegeta è molto molto dolce, un po’ troppo per me, ad esempio mi ha creato molti dubbi l’affermazione del narratore nel flashback «avevano capito entrambi che si appartenevano, che volevano essere l'uno per l'altro importanti»: siamo d’accordo che dopo tutti quegli anni di inferno di tortura Vegeta possa aver realizzato quanto Bulma sia stata importante, ma ho qualche dubbio che Vegeta in quel momento della sua caratterizzazione (all’incontro con Bulma) fosse in grado di attribuire una simile importanza all’amore e a Bulma.
Ma del resto, questo non è un incontro che vuole essere realistico, ma fiabesco, romantico nel senso proprio del termine e noi lettori sappiamo che alla fine sono l’uno l’amore vero dell’altro. Le sovrastrutture di Vegeta possono essere cadute nel tormento infernale e lui potrebbe essersi accorto di averla amata, nel suo modo contorto, di volerla ancora, di averla sempre voluta.
Per quanto riguarda Bulma il ragionamento è lo stesso, Bulma è una donna dura e invecchiata in un mondo devastato, ha visto morire quasi tutte le persone a cui voleva bene senza poter reagire, la vediamo nel futuro Mirai come una donna semplice, senza fronzoli, ormai priva dei suoi vezzi di ragazza ricca e viziata. Che Bulma amasse veramente Vegeta, è stato chiaro fin dal primo momento, eppure non mi è sembrato credibile che Bulma nel flashback parlasse in quel modo a suo figlio, scaricando su di lui un dolore che non può comprendere, lei che ha un carattere così indipendente, così autonomo, così aggressivo.
Ma per tutto il resto... è lei, non dimentichiamoci che Bulma non è mai stata una ragazza perfetta, non ha mai avuto la purezza d’animo necessaria per salire sulla Nuvola Kinto. È sfrontata, determinata a realizzare il suo desiderio e così... fortemente romantica, ribelle al punto di farsene un baffo delle regole e continuare per la propria strada. Ha dovuto rinunciare a Vegeta una volta e non lo permetterà una seconda, a costo di rinunciare alla compagnia di chiunque altro, alla propria identità, in un gesto che risulta folle e geniale al tempo stesso, una vera sorpresa, coerente con il suo animo di avventuriera in cui c’è sempre stato quel pizzico di oscurità necessario per attrarre e trovare attraente quella di Vegeta.
L’unica cosa che mi ha un po’ impensierito, forse, è che nel descrivere con ardore la nostalgia di Bulma per Vegeta e il suo desiderio assoluto di rivederlo passi in secondo piano l’emozione relativa a tutte le altre persone che comunque sono state importanti per lei: viene trascurato il piacere nel rivedere tutti, gli amici di sempre, in particolare Gohan che ha condiviso le sue sventure per molto tempo; non sembra neppure soffrire molto per la consapevolezza che non rivedrà mai più Trunks, come se nella sua mente ci fosse veramente solo spazio per Vegeta.
Come affermavo sopra, però, le pecche di realismo nella caratterizzazione si armonizzano bene con l’atmosfera fiabesca della storia, le emozioni sono saturate, i colori vividissimi, è tutto portato all’estremo in un racconto che vuole emozionare e sa emozionare: è una fiaba sull’Amore, sull’amore autentico, di due anime che si sono ritrovate e legate in un vincolo indissolubile, impermeabile al tempo e allo spazio. Pertanto, mi è piaciuto e mi è sembrata una cosa veramente stupefacente l’idea di Bulma che decide di buttarsi per seguire Vegeta nelle prossime vite, nella speranza di poter vivere finalmente quell’amore che in quella vita le è stato negato.

Titolo e impaginazione: 4/5

Manca il giustificato, per il resto è tutto a posto, complimenti per il bellissimo titolo e per il significato che gli hai dato.

Gradimento personale: 4/5

Brava yori, ho apprezzato da morire l’originalità della tua storia, è la prima volta che vedo un epilogo felice nell’Universo Mirai riguardo alla Vegeta/Bulma e mi ha riempito di una gioiosa tenerezza questo finale, pieno di speranza e di amore. Poi, sono una grande fan della reincarnazione.

Totale: 83/100
Bonus Ambientazione: +5 (Universo Mirai)
Punteggio definitivo: 88
OFFLINE
Post: 81
Giudice**
01/09/2017 11:49
 
Quota

FairyCleo
Torniquet
[Sesto classificato]
87/100

Grammatica e stile: 24/25

La forma è veramente fantastica, lo stile è graffiante ed evocativo, diretto e comprensibile ma al tempo stesso pregno di un’eleganza rara. Questo stile si addice bene al contenuto, un momento drammatico e intenso che necessita di una narrazione incalzante, come quella di un thriller.
La forma è molto curata, l’unico errore di battitura che ho trovato è «alle stregue di» al posto di «alla stregua di»; ci sono solo alcune espressioni dal sapore colloquiale che a mio parere sono risultate un po’ dissonanti nell’eleganza del testo: «nessuno più si sarebbe rivolto a lui», «peccato solo che lo avesse capito troppo tardi», «scrivendo la parola fine», «quella scala reale di fiori era stata battuta nonostante pensava che ciò fosse impossibile».
Lo stile rende le descrizioni molto vivide, molto saturate di colore, puntando l’attenzione del lettore su una serie di dettagli in sequenza che formano poi lo scenario, creando così un’immagine efficace; inoltre si dimostra molto adatto per l’introspezione, che risulta scorrevole ed interessante, calamitando la narrazione intorno ad alcuni temi centrali.
Hai gestito bene anche l’uso della terza persona, che inizialmente mi aveva un po’ sorpreso, essendo forse più facile utilizzare la prima persona per analisi introspettive di questa profondità, invece la tua si è rivelata un’ottima scelta, specialmente sul finale, che in prima persona avrebbe perso la sfumatura agrodolce derivata dalla pietà di Goku, che Vegeta non avrebbe ovviamente potuto vedere.
L’unico errore che mi ha un po’ perplesso si trova nel titolo, dove Tourniquet risulta scritto sbagliato, mancando una “u”.

Uso della traccia: 15/15

La traccia scelta si adatta perfettamente al momento della morte di Vegeta per mano di Freezer, ne incarna i sentimenti di disperazione e di sconfitta, di paura e terrore verso l’inevitabile che ormai sta giungendo con tutta la sua potenza distruttrice, ma soprattutto il terribile rimpianto di una vita che si è rivelata un fallimento.
La traccia è stata ben implementata nel testo e si abbina bene anche da un punto di vista musicale: Tourniquet è una canzone molto potente, che suona come un grido di disperazione, l’ultimo canto di chi sta morendo senza possibilità di redenzione e allora non ha più motivo di trattenersi, liberando tutto il proprio dolore, urlandolo con tutta la potenza che ha.
Leggendo la storia insieme alla canzone si percepisce la stessa sensazione, perché fondamentalmente questo è il tema della tua storia. Devo confessare però che non sono stata molto sorpresa da questo abbinamento, forse per una somiglianza di sensibilità che abbiamo, quando ho scelto questa canzone per inserirla nel campionario degli estratti mi è proprio venuta in mente questa stessa scena e come si sarebbe potuta inserire in una one-shot introspettivo/angst sull’argomento.

Trama: 12/20

A mio parere l’unico difetto di questa storia è la sua mancata originalità. La trama si compone di una rivisitazione in chiave introspettiva dell’episodio 89 di Dragon Ball, narrando i momenti del massacro di Vegeta, dell’arrivo di Goku e infine della morte di Vegeta, trafitto dalla mano omicida di Freezer. Si inserisce in un sentiero battuto da molti, ripercorrendo una delle scene più emotivamente intense di tutto Dragon Ball, molto particolare per un battle shonen in cui l’emotività non è al centro dell’attenzione.
Per aumentare l’originalità del tuo scritto forse si poteva inserire qualche flashback (che forse avrebbe indebolito un po’ il pathos del momento presrente, spezzando la fluidità della narrazione, ma avrebbe arricchito la storia di nuovi contenuti, tuoi e inediti).
Ho apprezzato particolarmente il finale, il modo in cui hai descritto il gesto di Goku ha fornito un sapore agrodolce, quasi solenne, epico, all’epilogo che tristemente conosciamo.

Caratterizzazione dei personaggi: 29/30

L’introspezione è la punta di diamante di questa storia, che si concentra sul personaggio di Vegeta, affondando in profondità nella sua mente e nelle sue sensazioni.
È realizzata magnificamente, fornendo uno spaccato molto realistico e molto umano di un momento, anzi del Momento per eccellenza in cui la corazza di Vegeta inizia a creparsi, mostrando qualcosa di più oltre al guerriero arrogante e insensibile apparso finora.
Mi è piaciuta molto l’apertura della storia, in cui sottolinei il sentimento del dolore, che a un primo sguardo sembra così lontano dal personaggio di Vegeta, così duro e insensibile che viene da pensare che non conosca la sofferenza, che sia incapace di provarla.
Invece, come ormai sappiamo bene, il dolore di Vegeta è esistito, sepolto fra le mura della negazione e dell’orgoglio, taciuto e non vissuto per non indebolirsi in attesa della vendetta perfetta. Una vendetta che non è mai arrivata, rivelandosi solo un miraggio, una mera illusione, un sogno infantile.
Ho adorato quando hai detto che Vegeta ha sempre saputo e sperato di morire in battaglia, come ogni guerriero, ma «quella non era stata una battaglia»: hai colto nel segno, sottolineando un aspetto che mi ha sempre colpito dello scontro fra Freezer e Vegeta.
Vegeta non ha neppure combattuto veramente, non ci ha neppure provato, si è arreso ancora prima di iniziare. Persino Gohan e Crilin hanno combattuto più strenuamente di lui, pur avendo meno possibilità. Vegeta aveva troppa paura per combattere, si è come paralizzato, abbandonandosi ad una fine tragica. Sappiamo col senno di poi che avrebbe avuto le capacità di sconfiggerlo, trasformandosi in SSJ, ma la disperazione era troppa, era troppo impotente, prostrato di fronte a quello che era stato il suo padrone per tutta la vita.
Ho apprezzato anche il tuo descrivere l’amara consapevolezza di Vegeta quando comprende che a lui non verrà destinata alcuna pietà, è un elemento nuovo, frutto della tua lettura personale: perché avrebbe dovuto aspettarsela? Vegeta non ha mai dimostrato alcuna pietà, neppure nei confronti del compagno Nappa che era stato al suo fianco per tutta la sua vita, si è sempre dimostrato insensibile, eppure è realistico che in punto di morte la desideri, devastato al pensiero della morte.
Le lacrime di Vegeta, di frustrazione e dolore, di un agnello di fronte al lupo: un contrappasso doloroso per chi ha trascorso la vita a uccidere e devastare senza mai guardarsi indietro.
Molto azzeccato il paragone con il padre, Vegeta e Re Vegeta si sono trovati di fronte allo stesso dilemma: vivere in schiavitù o provare a rialzare la testa e combattere, ed entrambi, dopo un periodo di schiavitù hanno scelto la ribellione, facendo poi la stessa fine.
Questa impotenza è un aspetto importante della tua introspezione, perché alla fine Vegeta muore nella disperazione dell’inadeguatezza, di non essere stato all’altezza delle proprie aspettative, di quelle di suo padre, realizzando amaramente di avere vissuto in attesa del nulla, ingarbugliato dalle proprie stesse illusioni, schiavo fino in fondo.
Complimenti, l’introspezione è profonda ed emozionante, graffiante nei punti giusti e in grado di far percepire nettamente al lettore la tragicità di questo momento.

Titolo e impaginazione: 4/5

Ti faccio i complimenti per il giustificato e per l’impostazione dei paragrafi, gli spazi fra di essi sono usati correttamente per esprimere le distanze, concettuali e cronologiche, rendendo la narrazione solenne e la lettura incalzante. Per quanto riguarda il titolo invece, al di là dell’errore grammaticale già segnalato, non risulta molto comprensibile: il titolo della canzone può essere usato anche come titolo della storia, come hanno fatto molti, però deve esserci un collegamento con l’interno della storia, che lo renda coerente: non essendo in senso stretto una song-fic la storia è comunque indipendente dalla canzone e il titolo “Laccio emostatico” non acquista un senso leggendo la storia.

Gradimento personale: 3/5

So che può sembrare strano conoscendo il mio amore per Vegeta, per l’angst, per l’introspezione e per questo particolare momento di trama (penso che sia fra i miei preferiti di tutto l’anime), ma non mi sono emozionata fino in fondo.
Forse perché tratta di un momento su cui ho riflettuto molto, su cui si è scritto molto nel fandom, in storie dedicate come questa oppure in flashback e riflessioni varie; di conseguenza un’introspezione classica, seppur fatta con estrema cura e profondità psicologica, non offrendo nuovi spunti di riflessione o rilevanti elementi di novità, non mi ha provocato una forte reazione.
Inoltre non ho potuto fare a meno di pensare che, con il tuo talento, avresti potuto creare qualcosa di davvero stupefacente, anche a livello di originalità: sono una tua fan, alcune delle tue storie sono fra le mie preferite di sempre e rimarranno nella mia memoria in eterno, hai una grandissima capacità di emozionare, per questo forse sono rimasta sorpresa che tu abbia scelto di “andare sul sicuro” con qualcosa che hai realizzato indubbiamente bene, ma che non esprime al massimo le tue possibilità.

Totale: 87/100
Bonus Ambientazione: 0
Punteggio definitivo: 87
OFFLINE
Post: 81
Giudice**
01/09/2017 11:49
 
Quota

felinala
Frammenti di solitudine
[Settimo classificato]
86/100

Grammatica e stile: 18/25

Ho particolarmente gradito il concetto illustrato nella frase «Tsk, umani. Anche in questo modo dimostrano la loro fragilità: i loro corpi, all'apparenza così resistenti e perfetti, sono solo una facciata, proprio come in questo lussuoso appartamentino, alla periferia di questa piccola città senza nome, si può trovare un rubinetto malfunzionante», è una bella metafora che rende bene il punto di vista di C18, dal punto di vista di un cyborg il corpo di un essere umano è solo un bell’involucro malfunzionante; la frase però non suona molto bene, secondo me ad esempio «proprio come questo lussuoso appartamentino alla periferia di questa piccola città senza nome, tradito da un rubinetto malfunzionante”» potrebbe andare meglio.
Lo stile in generale mi è piaciuto, è molto incalzante e ironico, oscilla fra descrizioni vivide ed espressioni colloquiali. Bellissima la descrizione dell’omicidio della coppietta, un misto di sarcasmo e di immagini vivide, molto realistiche!
L’unico problema è che ci sono diversi errori di battitura, che ti segnalo: «non curanza»; ripetizione di «occupante/i»; «quest’appartamento» >> «quell’appartamento» perché si parla dell’appartamento in cui il narratore si trova; manca il “che” in «peccato davvero quella coppietta», togliere il –gli in «non voleva ripulirgli le sue scarpe»; manca qualcosa in «i campi ora una distesa fangosa»; «luminescenza» e «opalescenza» nella stessa frase non suona bene; «ruotine»; «a smettere» al posto «di smettere», ripetizione di natura, «prepotentemente» e «imperante» vicini non vanno bene, stonano, scegline uno oppure trasformali entrambi in aggettivi; uso del caps lock; «garve»; «sorridso»; «TRunks»; «pertmettertiazioni»; manca “a” in «riesci malapena», ripetizione nella stessa frase di “gelidi” e “congelanti”, manca “che” in «consapevole potrebbero essere gli ultimi», «ce» al posto di “che”, manca “è” in «ed esattamente», «vento» al posto di “venuto”, «nerastro» e «dolciaspro» nella stessa frase è cacofonico.
Ci sono molti errori di battitura o imprecisioni stilistiche, in generale però lo stile è piacevole e molto scorrevole, pur rimanendo comunque uno stile molto “orale”, nel senso che la prima persona viene sfruttata come un dialogo con se stessi, molto immediato verso il lettore, in cui è molto facile immedesimarsi. Questo giustifica anche la presenza di frasi colloquiali come “periodi a volte lunghi altri brevi”, “gente prima tranquilla”, “semi seduto”, “non c’è nulla che possa fare se per questo”, “mi fa salire un nervoso tremendo”. Questa estrema naturalezza dello stile viene però arricchita dalla presenza di alcune frasi più lunghe e complesse, ben ritmate, le cui concatenazioni sono eleganti e piacevoli da leggere.

Uso della traccia: 12/15

Mi è piaciuta davvero molto l’idea di associare C18 al testo di Shatter Me, che descrive una situazione di apatia profonda, di un congelamento emotivo che può terminare soltanto con un’esplosione, un infrangersi totale che riporti alla vita. È un’idea molto originale, che ben si adatta alla freddezza della Cyborg, che sappiamo avere dentro di sé, in nuce, un principio di umanità e di sentimento, purtroppo non sviluppato nell’Universo Mirai a causa dello svolgersi degli eventi. Nel suo POV hai implementato benissimo il testo e il mood della canzone, il grido bruciante della sua anima intrappolata in una vita sempre uguale, monotona, di finta trasgressione, dalla quale è incapace di liberarsi da sola e quindi spera di essere fatta a pezzi, in senso metaforico, riconquistando la libertà. È molto originale associare questo concetto di liberazione non a un amante ma a un avversario, ad un nemico con cui si ha ingaggiato una lotta mortale, che con la sua sola esistenza dà un senso al passare dei suoi giorni, facendo vibrare una scintilla vitale nella mente annoiata di C18.
Ho apprezzato meno l’abbinamento con il POV di Bulma, il cui tema di Shatter Me è riferito al passato, all’incontro con Vegeta e alle emozioni che le ha suscitato il loro legame, dimostrandosi più debole e meno incisivo del POV di C18, riferendosi esclusivamente a ricordi lontani, seppur ancora molto vividi nella sua memoria.

Trama: 18/20

Ho apprezzato il modo in cui hai gestito la trama di questa storia, cogliendone sia la tradizionalità che l’originalità. Si descrive uno scorcio di vita dei Cyborg, costretti al coperto a causa di un temporale, la fuga di C18 al termine della pioggia e poi l’incontro con Trunks. L’elemento di novità che fornisce spessore a questi semplici passaggi è l’introspezione, ben fatta e profonda, innescata da un temporale che acquista il sapore metaforico della stasi, di un momento in cui gli argini sono rotti e tutto straripa, volente o nolente, e non si può fare altro che attenderne la fine.
La storia di C18 si intreccia con quella di Bulma, che osserva lo stesso cielo, immersa in riflessioni complementari. E’ bello come alla fine tutti e tre gli attori di questa storia si ritrovino uniti nel finale, in un confronto che rischia di essere mortale ma non lo diventa, per la volontà di C18 di conservare vivo il proprio nemico utile, necessario per conservare la scintilla vitale necessaria per non inaridirsi completamente.
L’alternarsi dei punti di vista è stato ben gestito ed è fluido, la trama risulta semplice e comprensibile. La tradizionalità della storia deriva dal fatto che sostanzialmente ricalca un episodio “tipico” del Mirai, la vita di Trunks e di Bulma (anche del defunto Gohan) è sicuramente stata un susseguirsi di battaglie all’ultimo sangue, di riprese, di speranze mai sepolte, di un futuro che avanza senza cambiare mai, ogni giorno più grigio, ogni giorno più vicino al punto di non ritorno.
Invece, la sua originalità risiede nell’introspezione ben riuscita, nei vari spaccati della vita dei Cyborg, completamemente inediti, e soprattutto nel finale inaspettato, dal punto di vista di C18: Trunks non muore soltanto perché C18 non vuole che muoia, è la sua stessa esitazione a permettere a Bulma di risolvere la situazione con la fuga. Si tratta di un finale aperto, che dà a tutta la storia l’impressione del loop, come se questo ciclo di eventi fosse destinato a ripetersi nel tempo, infinite volte.

Caratterizzazione dei personaggi: 25/30

Un’introspezione dal punto di vista di C18 che oltrepassi la classica maschera da cyborg gelido e apatico è senz’altro molto originale e la hai gestita benissimo, fornendo un’interpretazione molto sfaccettata e dal sapore molto realistico: il senso di superiorità nei confronti degli esseri umani, ritenuti inferiori e al tempo stesso, segretamente, un po’ invidiati, la nostalgia di un passato ignoto ed enigmatico, l’attaccamento verso un fratello tanto amato ma così diverso, ci sono stati tanti elementi che mi sono piaciuti nella tua analisi. Ho trovato inoltre molto interessante il concetto di uccidere come il massimo potere che un essere possa esercitare sulla realtà e quindi esercitato, come se ogni essere alla fine agisse sempre al massimo del proprio impatto possibile sul mondo.
È inoltre lampante la fortissima solitudine di chi si è reso il mondo nemico, finendo per essere temuto ma anche isolato in una vita vuota in cui fondamentalmente non esiste niente (perché tutto è oggetto superfluo) e nessuno (perché nessuno è alla pari).
E infine... l’esplosione di vita quando incontra di nuovo Trunks, che in un mondo distrutto e incapace di reagire è per C18 è l’unico essere veramente vivente, l’unico che riconosce al proprio livello. Complimenti, mi è piaciuta molto questa introspezione, perfettamente IC, hai rischiato molto trattando un personaggio di cui non si parla spesso in questi termini.
L’introspezione di Bulma risente dello stesso difetto dell’implementazione della traccia, risultando più debole. Pur essendo IC e molto coerente, non introduce elementi di novità e risulta desaturata rispetto alla forza descrittiva ed emotiva delle parti di C18. Mi è comunque piaciuto come hai descritto il ricordo-visione, molto coerente con le memorie traumatiche, e anche come hai inserito le sue riflessioni su Vegeta, in modo non troppo stucchevole e malinconico al punto giusto, il suo amore verso Trunks è struggente, unica persona amata rimasta viva in una desolazione come quella dell’Universo Mirai.

Titolo e impaginazione: 4/5

Il titolo mi è piaciuto, per quanto riguarda l’impaginazione ci sono alcune differenze fra la versione che mi hai consegnato (giustificato, interlinea doppia) e la versione che hai pubblicato su EFP (a sinistra, interlinea singola), ho valutato quella che mi hai consegnato: ti faccio i complimenti per il giustificato, pochi lo usano, eppure è a mio avviso un modo semplice per dare ordine estetico al foglio, invece lo spazio fra tutti i paragrafi è dispersivo e antiestetico. Ho gradito la scelta di dividere i due POV con i colori.

Gradimento personale: 4/5

La tua storia mi è piaciuta, ho apprezzato molto l’originalità dell’introspezione e del POV di C18, non mi era mai successo di leggerne uno così coinvolgente. Penso però che la storia sarebbe stata migliore se limitata alla sua parte, perché dal mio punto di vista la parte di Bulma è meno interessante, più classica e ancorata ai tipici temi, una sorta di passo indietro rispetto alla novità portata del POV di C18, che si carica di elementi inusuali e profondi.

Totale: 81/100
Bonus Ambientazione: +5 (Universo Mirai)
Punteggio definitivo: 86
OFFLINE
Post: 81
Giudice**
01/09/2017 11:50
 
Quota

galvanix
Ritorno a casa
[Ottavo classificato]
80/100

Grammatica e stile: 17/25

La forma è generalmente buona, i problemi prevalenti si concentrano nella prima parte per quanto riguarda i tempi verbali. In questa storia ci sono due piani narrativi fondamentali, quello della realtà (in cui Vegeta si trova al Palazzo, insieme a Bulma, Trunks e tutti gli altri e avviene il loro incontro) narrato al passato remoto, e quello del ricordo (che ripercorre attraverso l’introspezione una serie di eventi precedenti) il cui tempo deve riflettere correttamente la distanza, più indietro rispetto al piano del passato remoto, quindi ad esempio con il trapassato prossimo.
È molto difficile mantenere correttamente la compresenza di questi due piani senza creare una confusione di tempi verbali: nella storia si ritrovano, relativamente al piano del ricordo, contraddizioni fra i tempi, passato remoto (che non può essere usato perché coincidente con quello del piano fattuale, rispetto a cui deve essere retrocesso), imperfetto, trapassato prossimo e remoto.
Ti faccio alcuni esempi: «Una parola che, indubbiamente, Vegeta non sentiva (>> “aveva sentito”; parliamo di un sentire esaurito nel passato, ora cambiato perché Vegeta sente il concetto di casa) sua, almeno sino al momento in cui la sua vita non venne stravolta (>> “era stata stravolta”, ci riferisce all’incontro con Bulma avvenuto nel passato) radicalmente un giorno di tanti anni fa.
Una terrestre si era intrufolata prepotentemente nella sua esistenza, inconsapevolmente, e da quell’istante tutto prese (>> “aveva preso”) una svolta inaspettata. Pensava (>> aveva pensato), ingenuamente, di poterla gestire ed invece quella donna, come usava solitamente chiamarla, lo stava cambiando (>> aveva cambiato) senza neanche rendersene conto.»
«Quando si era reso conto dei suoi infiniti sbagli, Vegeta rimediò (>> “aveva cercato di rimediare”) sacrificando la sua stessa vita in nome di quei sentimenti tanto prodigati dalla sua compagna.
Sapeva cosa andava incontro, il Principe, e per questo decise (>> “aveva deciso”) di compiere quel gesto. Per lui si sarebbero aperte le porte dell’Inferno e di questo ne era cosciente.» (>> Nonostante sapesse a cosa andava incontro, il Principe, aveva deciso comunque di compiere quel gesto, cosciente che per lui si sarebbero aperte le porte dell’Inferno.)
«Non aveva (>> aveva avuto) paura della morte, ma soltanto di dimenticare i propri ricordi, la sua donna e suo figlio.»
«Quando era giunto (>> giunse) al palazzo del Supremo cercò, segretamente, solo loro…due persone…la sua famiglia.»
Il trapassato purtroppo è molto pesante, con tutte le ripetizioni di “era/erano” e “aveva/avevano”, ma è l’unico modo per mantenere l’anteriorità temporale con il piano dell’azione al passato remoto. Personalmente penso che con un progetto di questo tipo, con un’introspezione riferita al passato, sia preferibile usare il presente per descrivere gli eventi attuali (la trama concreta) e poi il remoto e il passato prossimo per il piano anteriore. C’è meno confusione e i due piani rimangono nettamente distinti.
A parte questo difetto di consecutio temporum, ci sono alcune imprecisioni: «era potuto anch’esso tornare a casa» >> «anch’egli», esso si usa per gli oggetti; «era convinto che non aveva nulla di cui farsi perdonare» >> «avesse»; «Lui, ora, era lì dinanzi a lei che silenziosamente chiedeva perdono» >> va modificato l’ordine delle parole perché quel “che” sembra riferito a “lei”; «Era incredibile quanto una semplice frase poteva farlo sentire tremendamente vivo» >> «potesse».
Lo stile in generale è abbastanza asciutto e conciso, ma comunque corretto e comprensibile.

Uso della traccia: 15/15

La traccia si incastra perfettamente nel momento prescelto, il mood generale della canzone è stato rispettato a dovere: Coming Home è una canzone molto commovente, che esprime tutta l’emozione di un ritorno atteso, tormentato, sognato, in cui finalmente si possono riabbracciare le persone care che sono ancora in attesa, nonostante gli errori compiuti.
È perfetta per il ritorno di Vegeta a casa dopo l’arco di Bu, in seguito alla sua trasformazione in Majin e alla sua morte suicida. I vari elementi fondamentali della traccia sono stati implementati nel testo, appoggiandosi ad un tema molto importante per l’introspezione di Vegeta (vedi sotto).

Trama: 16/20

La trama si concentra essenzialmente su uno dei momenti più fantasticati della coppia Bulma/Vegeta, il ritorno in vita di Vegeta dopo il suicidio avvenuto contro Majin Bu, l’incontro con Bulma e Trunks nel Palazzo del Supremo. In questo senso, è una scena molto classica, di cui abbiamo potuto vedere molte trasposizioni scritte da autori diversi.
La tua storia si divide fondamentalmente si divide in due parti: la prima, incentrata maggiormente sull’introspezione, la seconda, in cui avviene concretamente l’incontro fra i due.
La prima parte, a mio parere, è più debole della seconda, nel senso che l’introspezione pur includendo contenuti e riflessioni adatte al momento in cui si trova Vegeta, risulta essere un po’ fredda, un po’... didascalica, specialmente quando ripercorre gli eventi che lo hanno portato a cambiare e a giungere al momento presente. L’introspezione della prima parte non mi ha coinvolto eccessivamente perché gli eventi che vengono ripercorsi sono ormai più che sedimentati e non è descritta con la potenza emotiva necessaria per introdurre un vero e proprio elemento di novità.
Il concetto di Casa intorno a cui gira la storia, poteva essere approfondito di più nella prima parte, ripercorrendo ad esempio il sentire di Vegeta nei confronti del luogo in cui è nato, di cosa provava per il suo pianeta e per la sua famiglia di origine, il sentire degli anni in cui ha vagato per lo spazio, tutte queste sensazioni potevano fornire da base per poi lanciare la seconda parte in cui emerge tutta l’emotività di Vegeta nel pensare e incontrare la propria vera Casa.
Passando alla seconda parte, mi è piaciuto molto come hai descritto questa reunion, questo incontro nell’oscurità di un luogo deserto, il silenzio iniziale, nessuna parola a disturbare un abbraccio meraviglioso, effettuato alle spalle, mi sembra quasi di vederla... Bulma che si avvicina e appoggia il volto sulla schiena dura di Vegeta, senza dire una parola, per poi terminare in un abbraccio, in cui finalmente sono l’uno davanti all’altro e Bulma piange, finalmente libera di esprimere tutto il suo dolore per quello che è successo. È una reiunion molto delicata, in punta di piedi, che secondo me rispecchia benissimo la coppia e il momento di trama in cui è inserito.

Caratterizzazione dei personaggi: 25/30

Il concetto di “casa” per Vegeta penso che sia una questione molto delicata. Non dobbiamo dimenticare che Vegeta non è un terrestre come Goku, le cui radici sono state (bene o male) sempre legate a questo suolo e alla sua gente: Vegeta è un Saiyan fino al midollo, è nato nella famiglia più potente del pianeta Vegeta, figlio del Re e destinato al dominio e alla conquista già in fasce. Nononostante ciò, questo destino di gloria e potere gli è stato sottratto dalla volontà di Freezer, che lo ha allontanato per sempre dalla sua famiglia, dal suo pianeta, dalla sua Casa. Non sappiamo quanto Vegeta fosse legato alla sua casa familiare e neppure quanto e se abbia mai sofferto, ma in ogni caso tutto ciò che è avvenuto dopo non ha avuto neppure l’ombra di casa, Vegeta ha trascorso i successivi venticinque anni della sua vita fra le astronavi di Freezer, nelle navicelle dei Saiyan e nella distesa infinita di pianeti sparsi nella galassia. Vegeta non ha più avuto una casa e la dimostrazione chiara di questo è il fatto che in seguito alla morte di Freezer non ha avuto alcun luogo in cui fare ritorno, al punto che ha deciso di fermarsi sulla Terra. Qualcosa di diverso è accaduto, lì, perché Vegeta non ha più smesso di ritornarvi, prima dopo la fine della battaglia contro Cell, e poi dopo Bu.
L’introspezione di Vegeta è IC e risulta coerente nel ripercorrere i passaggi che lo hanno portato, alla fine, a riconoscere come casa propria la Capsule Corporation e la famiglia formata da Bulma e Trunks. Siamo in un punto della sua caratterizzazione in cui Vegeta riesce finalmente ad ammettere consapevolmente a se stesso di nutrire dei sentimenti per lei, anche se ovviamente non diventerà mai un personaggio espansivo e chiacchierone. Ho particolarmente apprezzato il fatto che Vegeta, in fondo, non abbia il coraggio di scusarsi verbalmente, anche se sarebbe necessario, ma Bulma lo accetta lo stesso, perché sa quale sia stata e quale sia tutt’ora la sua natura.
Bulma non ha amato Vegeta convinta di amare un santo, lo ha amato anche quando era ancora ben più che malvagio, ha imparato a comprendere il suo modo di comunicare. Il suicidio di Vegeta contro Bu per come l’ho sempre vista io è stato il suo modo di scusarsi, per eliminare insieme a se stesso le conseguenze dei propri errori. Il Vegeta che descrivi è un personaggio triste, malinconico, molto autocritico e mi è piaciuto, non ha più paura di dimostrare ciò che prova.
Bulma anche è ben caratterizzata, io penso che Bulma se lo aspettasse, lo sapesse che il male non era ancora stato estirpato tutto dalle profondità di Vegeta, anche perché gli anni post-Cell sono stati segnati dalla mancanza di Goku, morto nell’aldilà, e questo lasciava ancora una questione in sospeso da regolare. La rabbia e la delusione per la trasformazione in Majin in questa storia sono state definitivamente accantonate, perché divenute superflue di fronte alla morte. Questo è l’unico punto che avrei voluto vedere maggiormente approfondito, aver gettato via tutta la loro vita insieme per un ritorno al passato in grande stile (anche se lo sappiamo, Majin Vegeta non è poi risultato molto convincente) non è un evento che passa senza conseguenze.
Tornando al concetto centrale della storia, casa è dove puoi essere te stesso, sbagliare e venire comunque amato. Questo rende Bulma e Trunks la casa autentica di Vegeta, nel senso più profondo del termine, il luogo in cui ci si può rifugiare, in cui si può contare sulla presenza supportiva delle persone amate. E adesso non è più un’ipotesi, perché Vegeta finalmente riesce a vederlo, a riconoscerlo e comprenderlo profondamente: loro lo amano e lui ama loro, lo ha dimostrato, pur nel suo modo grezzo. Ha trovato finalmente una propria Casa da cui non vorrà più fuggire, la malvagità non sarà mai estirpata del tutto dal cuore di Vegeta ma in ogni caso non farà più ritorno al male.
Inoltre, volevo dirti che il dialogo botta-risposta fra i due è molto bello, ripercorre l’andamento della loro relazione, dalle frecciatine acide e gelide che si lanciavano post-Namecc e durante la saga dei Cyborg e di Cell, per poi passare al silenzio: Vegeta non ribatte, anche se potrebbe, perché è troppo emozionato, il sentire del dolore che Bulma ha provato perdendolo e della sua paura di perderlo ancora spegne tutto, per poi terminare con un abbraccio dolcissimo e con la rassicurazione che Bulma voleva sentire.
Entrambi i personaggi sono ben caratterizzati e questo dà vita ad una reunion credibile e toccante.

Titolo e impaginazione: 4/5

Tutto a posto, manca il giustificato. Gli spazi fra i paragrafi sono stati usati in modo efficace.

Gradimento personale: 3/5

Secondo me la prima parte introspettiva rallenta e confonde molto la storia, sarebbe stato meglio concentrarsi esclusivamente sulla reunion e analizzare quella, anche scendendo maggiormente nei particolari. Ad ogni modo mi è piaciuta, hai descritto bene questo dolce incontro che è uno dei miei missing moments preferiti.

Totale: 80/100
Bonus Ambientazione: 0
Punteggio definitivo: 80
OFFLINE
Post: 81
Giudice**
01/09/2017 11:50
 
Quota

Fandoms_Are_Life
Runaway Train
[Nono classificato]
77/100

Grammatica e stile: 20/25

La forma della storia è curata, semplice e comprensibile, non ci sono consistenti errori di grammatica o di battitura. Ti segnalo soltanto le due imprecisioni: «Ma no» come apertura della frase è un po’ troppo colloquiale rispetto al resto della forma; «Rievoco gli splendidi momenti che abbiamo passati insieme» >> sono consapevole che probabilmente volevi concordare passati a momenti, ma metterlo attaccato ad abbiamo fa sembrare che tu volessi dire «abbiamo passato» e quindi sarebbe meglio scrivere questo.
Lo stile è molto funzionale, molto diretto nel comunicare i contenuti dell’introspezione al lettore ma comunque non troppo colloquiale, uno stream of consciousness in cui chiunque di noi che abbia perso una persona cara potrebbe identificarsi.
Ho apprezzato l’uso delle domande retoriche per introdurre le questioni chiave dell’introspezione, è come se Chichi parlasse alla propria coscienza, di fronte ad una platea compiacente che può soltanto restituirle i propri dubbi, le verità che non dire a se stessa e alle persone che la circondano. Mi è piaciuta la metafora del treno in corsa, molto azzeccata per la situazione caotica in cui si trova Chichi, che cerca disperatamente di tornare indietro, di indugiare nella memoria per negare il cambiamento avvenuto, ma la sua vita continua inesorabile, in un affollarsi di eventi che la lasciano stordita, incapace di viverli appieno a causa della nostalgia che la assale.

Uso della traccia: 15/15

La traccia è stata ben utilizzata, Dark Paradise è intessuta di una bruciante malinconia, di una disperazione che si fa grido, un’invocazione verso la morte, unica possibile consolazione di fronte ad una perdita impossibile da metabolizzare e da superare.
È una canzone dal sapore antico, come una vecchia casa polverosa lasciata a se stessa nel susseguirsi delle stagioni, una cantilena che imprigiona nella sua tristezza, molto simile al mood della tua storia, che la ingloba bene.
L’abbinamento fra la traccia e la storia non risulta però essere troppo originale, nel senso che la storia non introduce particolari elementi di novità e interpreta la canzone in senso classico/romantico, riferendola alla perdita di un partner.

Trama: 11/20

È complesso parlare di trama in un racconto introspettivo di questo tipo, perché da un punto di vista strettamente fattuale non accade nulla. La storia consiste in un unico flusso di coscienza che ripercorre i pensieri di Chichi a distanza di un anno dalla seconda morte di Goku.
Riferendoci invece alla struttura dell’introspezione e ai vari passaggi che la compongono, ho particolarmente apprezzato l’uso delle quattro domande retoriche che scandiscono la narrazione: la prima quando Chichi si chiede perché Goku sia dovuto morire e soprattutto perché non sia tornato alla vita pur avendo la possibilità di farlo; la seconda in cui si chiede che senso avrebbe la sua vita se Gohan e Goten morissero seguendo le orme del padre in battaglia; la terza in cui si chiede che senso possa avere la sua vita continuando a rivivere il passato e rinunciando a vivere veramente i momenti reali con Gohan e Goten; la quarta e ultima quando Chichi si domanda a cosa serva continuare a ricordare se non potrà più stare con lui.
Queste quattro domande riguardano tutte la grande dimensione del senso, del bisogno connaturato nell’essere umano di spiegare gli eventi che lo riguardano e lo circondano, trovando delle ragioni logiche. Chichi non ha nessuna di queste risposte, perché si trova di fronte a domande a cui nessuno dovrebbe rispondere. Eppure, non può fare a meno di tormentarsi nel ricordo, scavando dentro di sé, facendo un passo avanti e quattro indietro.
Mi è piaciuto molto il finale, perché nonostante la storia sia molto malinconica si chiude con un barlume di speranza, che deriva dall’amore che Chichi nutre ancora per Goku ma anche dalla sua incapacità di rispondere a quelle quattro domande, la cui potenza disturbante viene minata alla base, confidando nel fatto che prima o poi, quei dubbi vengano eliminati dal ritorno stesso di Goku.

Caratterizzazione dei personaggi: 24/30

Chichi è ben caratterizzata e l’introspezione che hai realizzato è funzionante.
Voglio qui ricollegarmi alla prima delle domande di cui ho parlato nella voce precedente: «...perché hai deciso di partecipare a quel torneo, perché non sei tornato a casa insieme a nostro figlio, perché hai deciso di non tornare in vita?», in particolare alla risposta che Chichi potrebbe dare, ma rifiuta di farlo. Questo a mio parere è il punto più interessante della tua introspezione, l’ho trovato un particolare molto realistico, molto umano.
Chichi potrebbe facilmente rispondersi ammettendo che Goku ha deciso di non tornare in vita perché la sua priorità non è mai stata la famiglia, l’ha sposata per un malinteso, senza neppur sapere in cosa consistesse il matrimonio, soltanto per mantenere fede ad una promessa ingenua fatta da bambini. Goku non ha mai nascosto di preferire gli allenamenti alla tranquilla vita matrimoniale, già al termine della battaglia con Freezer ha trascorso un anno sul pianeta Yardrat e questa non è che l’ennesima conferma. Questo non significa che Goku non ami Chichi, a suo modo, ma ad ogni modo Chichi e Goku hanno un’idea molto diversa del matrimonio, Chichi si è innamorata di lui al primo sguardo e gli è sempre rimasta fedele, perdonando sistematicamente le sue assenze, la sua difficoltà nell’aiutarla dal punto di vista materiale (economico, educazione ai figli), continuando ad aspettarlo con amore.
Mi sono sempre chiesta come abbia potuto non arrabbiarsi Chichi (oltretutto lasciata sola anche ad allevare il secondo figlio) e anche nella tua storia è assente questo elemento dell’ira, che sarebbe coerente con il personaggio, in generale piuttosto aggressivo e reattivo nei confronti delle persone circostanti.
Penso che questo sia l’unico punto debole dell’introspezione, inserire questo elemento poteva essere interessante, un ulteriore punto di complessità da inserire nel mosaico di malinconia, speranza, dolore e senso di colpa.
Ad ogni modo, probabilmente Chichi lo ama così tanto da accettare anche questa realtà, facendola passare sotto silenzio nelle profondità del suo essere. Goku non è un essere umano, è un Saiyan cresciuto fra le montagne che non condivide la mentalità umana, il codice etico dei terrestri fino in fondo, come Vegeta anche se in modo diverso, e Chichi lo sa. È molto importante per lei il rapporto con i figli, abbiamo visto come Chichi sia una madre profondamente devota e identificata nel suo ruolo, una donna all’antica, e mi è piaciuto come hai sottolineato il suo legame con Gohan e Goten, anche attraverso l’elemento della somiglianza.
Ho apprezzato anche come hai trattato il suo desiderio di morte, vissuto come un tradimento nei confronti dei figli, divenuti ormai il centro di tutto il suo mondo. Infine, la speranza che chiude la storia è molto coerente con il suo personaggio, con l’amore sconfinato che prova per Goku che non si arrende neppure di fronte alla morte ma continua a pulsare, nell’aspettativa che possa tornare in vita e continuare la vita insieme a lei.

Titolo e impaginazione: 4/5

Ho apprezzato particolarmente il titolo, molto originale, ha fornito un’identità autonoma alla tua storia e trova un proprio senso all’interno del testo. Manca il giustificato e la distanza fra i paragrafi in alcuni punti è superflua, ma comunque sono stati usati usati in modo corretto per evidenziare i concetti che si susseguono nel testo.

Gradimento personale: 3/5

Volevo ringraziarti perché la tua storia mi ha fornito l’occasione di guardare nuovamente episodi e spezzoni che si riferiscono maggiormente a Goku e alla sua famiglia, alla storia d’amore fra Goku e Chichi e anche a Gohan e Goten. Non sono una fan accanita della coppia (un po’ perché trovo che in generale offra meno spunti, un po’ perché Goku è un personaggio semplice, molto naive, poco portato all’introspezione) ma sono comunque simpatizzante, inoltre ritengo che il personaggio di Chichi sia troppo spesso bistrattato ingiustamente.

Totale: 77/100
Bonus Ambientazione: 0
Punteggio definitivo: 77
OFFLINE
Post: 81
Giudice**
01/09/2017 11:51
 
Quota

Minori Kuscieda
Due anime nella città fantasma
[Decimo classificato]
74/100

Grammatica e stile: 18/25

Lo stile è semplice e curato, non ci sono errori rilevanti, le uniche precisazioni che ho da fare sono le seguenti: nelle due volte in cui hai inserito un discorso diretto non facente frase a sé stante ma poi seguito da un verbo, hai messo il verbo in questione con la lettera maiuscola. Io penso che non sia corretto, essendo parte della stessa frase è preferibile il minuscolo. Altrimenti, visto che prediligi il discorso diretto senza specificazioni ulteriori, quando vuoi inserirle metti pure a capo il verbo in maiuscolo seguito dalla continuazione della frase. Un’atra cosa da segnalarti è l’espressione colloquiale «non so né come né perché», è tipica del parlato ed è un po’ strana da leggere; «vita» va corretto con «vista».
Ho apprezzato particolarmente il brano d’apertura, la descrizione di questa sensazione spiacevole comunemente legata all’incubo, riferita invece ad una realtà ben più solida e palpabile.

Uso della traccia: 12/15

La traccia è stata ben utilizzata, i vari punti salienti dell’estratto sono stati implementati nella storia e in generale il mood della canzone è stato rispettato. La scelta di questa canzone per questa coppia è molto azzeccata, Trunks e Mai sono due sopravvissuti in un mondo fantasma nel senso letterale del termine, il mondo Mirai è veramente un mondo maledetto, che in quel momento della trama di Super esiste ancora, distrutto e devastato, mantenuto in vita dai pochi superstiti e soprattutto dalla loro forza combattiva.
Penso comunque che avresti potuto implementare la traccia in modo più profondo, i vari concetti sono stati raggruppati in modo un po’ meccanico attraverso alcune frasi presenti nel finale che, pur essendo efficaci e comprensibili, sono un po’... elencative dei contenuti dell’estratto, il cui spirito in ogni caso era già stato rispettato dalla storia tutta.

Trama: 12/20

Per quanto riguarda la trama, esulando dal brano introspettivo che introduce la storia, si tratta di un approfondimento psicologico dell’episodio 56 di Dragon Ball Super, esaminato dal punto di vista di Mai. Ricalca la resistenza all’attacco di Black e il successivo incontro con Trunks, ritornato dal passato con Goku e Vegeta. Penso che, essendo sostanzialmente una parte di trama classica, vincolata a dei binari da cui non potevi distaccarti avresti potuto indugiare di più nell’introspezione o nelle descrizioni della miseria estrema in cui ci vengono mostrati i sopravvissuti del Mirai, inserire l’interazione con qualche comparsa, qualche flashback, qualcosa che desse un po’ più di originalità alla tua storia e le fornisse una propria anima, favorendo il suo distacco dall’episodio originale.
Il brano d’apertura è la mia parte preferita, è un’introduzione quasi onirica, mi ha portato a immaginare Mai che, nel frastuono della battaglia viene come paralizzata, come se per un attimo sentisse un orologio ticchettare e si domandasse che fine ha fatto il tempo, divenuto relativo in una dimensione distorta come quella dell’incubo in cui nulla esiste.
Il resto della storia e specialmente il brano finale mi hanno dato la sensazione di rivedere parti della saga di Black, più arricchita ovviamente e descritta in prima persona. Quello che intendo dire è che la scelta di ripercorrere un evento già esistente è lecita, ma per risultare originale è preferibile aggiungere qualche contenuto significativo in più.

Caratterizzazione dei personaggi: 20/30

Mai è ben caratterizzata, una donna determinata, che combatte pur sapendo di essere impotente, indurita dalla sofferenza ma comunque sensibile, ancora capace di vedere il bello nel mondo che la circonda, nei bambini, in Trunks e nel mondo intero, che spera di riuscire a salvare dalla minaccia di Black. Hai riprodotto bene la sua personalità forte e fatto capire il suo senso di colpa, per non essere stata abbastanza e per non essere riuscita a proteggere la popolazione in assenza di Trunks. Pur sapendo che non è stata veramente colpa sua è molto umano questo suo tratto, molto condivisibile, e lo hai giustamente sottolineato. L’amore che prova per Trunks è lampante e ben descritto, sono due personaggi che si trovano bene insieme, due sopravvissuti che comunque hanno trovato ancora il coraggio di amarsi e di fidarsi.
La caratterizzazione soffre un po’ del problema della trama, nel senso che non essendo stati inseriti elementi aggiuntivi, ne deriva un’immagine di Mai chiara ma non sfaccettata, non più profonda di quanto visto nelle scene del Super. Empatizzare con il personaggio di Mai è molto facile, molto di più rispetto a personaggi complessi come Vegeta o Freezer, è una donna che vorremmo e potremmo essere noi, coraggiosa e ancora in piedi in un mondo che decade, quello che voglio dirti è che l’immagine che io ho percepito riprodursi nella tua storia leggendo il suo paeticolare punto di vista non mi ha emozionata fino in fondo, non essendo emersi elementi di maggiore complessità.

Titolo e impaginazione: 4/5

Tutto a posto, bello il font e il titolo colorato, manca solo il giustificato.

Gradimento personale: 3/5

Ti ringrazio per aver scritto di questa coppia, mi piace e ho letto ancora poche storie finora, sono veramente teneri insieme e Mai come personaggio mi piace molto. Avrei voluto conoscerla meglio nel Super, temo che a questo punto non la vedremo più. Ma esistono sempre le fanfiction! ;)

Totale: 69/100
Bonus Ambientazione: +5 (Universo Mirai)
Punteggio definitivo: 74

OFFLINE
Post: 81
Giudice**
01/09/2017 11:51
 
Quota

SSJD
The Howling
[Undicesimo classificato]
73/100

Grammatica e stile: 20/25

Lo stile mi è piaciuto nel suo essere incisivo e netto, frasi corte e dirette, molto incalzanti, adatto ad un racconto di questo tipo, in cui si è immersi nella furia di eventi che si susseguono nell’ardore della battaglia.
La forma è in generale buona e grammaticalmente curata, si trova soltanto qualche imprecisione come «da un giorno con l’altro» >> è scorretto, meglio «da un giorno all’altro»; «la copia carbone» significa la copia identica, forse intendevi dire qualcosa come la copia dark, la copia oscura, malvagia, il negativo, eccetera; Il «Ricordo» iniziale ripetuto due volte mi suscita qualche perplessità, forse si intendeva dire qualcosa come “Cerco di imprimermi nella memoria”, perché Trunks non è ancora partito, si trova ancora di fronte alle luci e alla sua controparte, quindi non può ancora, in senso stretto, ricordare.
La cosa che mi perplime di più, però, è un’altra. Trattandosi di un racconto che, sulla carta, ha l’obiettivo di riproporre una sequenza di momenti drammatici della saga di Black in un’introspezione cupa e profonda (i generi della storia sono Dark e Introspettivo)...mi sarei aspettata un altro tipo di narrazione, più seria, libera da termini colloquiali come «tono speranzoso misto preoccupato», «è un attimo», «per non so quanto tempo», «ecco, appunto», «TSK», ma soprattutto libera da alcuni segmenti ironici, che sono estranei a questo genere e contribuiscono a spezzare tutta la tensione narrativa (parleremo meglio di questo successivamente).
Devo però farti i complimenti per questa frase: «Penso al corpo di Black dilaniato dalla lama della mia spada e la mia lingua che lecca il suo fottutissimo sangue sayan, schizzato impunemente sulle mie labbra.», l’ho apprezzata moltissimo, è tagliente e vivida, contiene tutto, l’angst, il sangue, la rabbia, l’odio e il desiderio di uccidere. Avrei voluto vedere tutta la storia scritta così!

Uso della traccia: 9/15

Questa secondo me era, insieme a I Want My Innocence Back, una delle tracce più cupe e dark dell’intero campionario. È una vera e propria canzone maledetta, nel mio sentire risuona di una dimensione bestiale, trasuda angst e aggressività da tutti i pori, è potente come poche altre del gruppo pur rimanendo nell’insieme molto armoniosa.
A mio parere, un’interpretazione letterale dell’estratto riguarda il punto di vista di un branco di licantropi imprigionato in una sorta di loop: quando sorge il sole possono riacquistare la propria umanità e si rendono conto che hanno fatto una strage, e si domandano se sia finalmente la fine, riconoscendo i propri errori e sperando di ricordarli; ma quando cala di nuovo la notte e si ritrasformano in lupi tutto svanisce, compresa la loro consapevolezza, e si ricomincia ad uccidere perché tale è la loro natura. Il narratore riconosce di essere in un incubo, un vero inferno, impossibile però da arrestare perché non si può combattere contro la propria natura.
Questa è una traccia complessa, densissima di informazioni, ulteriormente accresciuta dalla musicalità bruciante, dalle grida bestiali e dai ruggiti, che non fanno che accrescere ancora di più quest’impressione di perdita di controllo, di totale liberazione degli istinti omicidi.
Io non percepisco la tua storia e questa canzone come sullo stesso binario, a partire dal mood generale, che non ritorna nella storia attraverso l’introspezione e le ambientazioni, per poi arrivare anche agli aspetti specifici dell’estratto.
La voglia di uccidere è indubbiamente presente, ma più che di un omicidio incontrollato, quasi folle, lontano dalla coscienza, dato dalla fame di sangue e di morte, si tratta di una vendetta, un’esecuzione, di un vero e proprio atto di giustizia, totalmente consapevole: Zamasu è un genocida, un folle che ha sterminato quasi tutto il pianeta in nome dei suoi bizzarri e contraddittori ideali (rendendosi peggio degli umani che tanto disprezzava). La rabbia di Trunks, Goku e Vegeta è qualcosa di giustificato, che attinge dal loro amore per il loro pianeta, per le loro famiglie sterminate, per il senso di ingiustizia.
Non ho capito inoltre il significato che volevi dare nella storia alla frase “Questa è la fine di quello che abbiamo iniziato? Ricorderemo cosa abbiamo fatto di sbagliato?”.
Le frasi della canzone ritornano nel testo, da un punto di vista tecnico sono state implementate, ma io penso che sia lo spirito profondo della canzone a non essere stato rispettato appieno, così per come io lo percepisco. Al di là delle frasi specifiche, il mood generale molto dark di The Howling non ritorna allo stesso modo nel testo, i cui tratti sarcastici e ironici spezzano eccessivamente la tensione e la cui introspezione non fornisce sufficiente materiale per dare vita ad un quadro veramente cupo.

Trama: 12/20

La storia include essenzialmente la rivisitazione in chiave introspettiva di alcuni momenti degli episodi 60 e 67 di Dragon Ball Super. Non si distacca dagli eventi narrati nella serie e li ripercorre fedelmente, non introducendo quindi elementi nuovi dal punto di vista narrativo. Come tutte le storie che ripercorrono episodi presenti nella serie originale rischia di mancare di originalità se non vengono aggiunti altri elementi, come flashback, momenti aggiuntivi di dialogo fra i personaggi, introspezioni particolarmente lunghe e intense, plot twist interpretativi, eccetera.
Gli eventi sono riportati correttamente e le scene che hai descritto di ri-descrivere evocano fedelmente le immagini e i dialoghi dell’anime ma ho percepito un senso di fretta, di chiusura, di sintesi eccessiva. Lo scopo, sulla carta, era approfondire queste scene ma io non ho percepito un sostanziale approfondimento, né dal punto di vista delle descrizioni (delle ambientazioni, del combattimento, dei colori, dei visi, degli sguardi, delle sfumature di qualunque cosa) né dal punto di vista psicologico (vedi sotto).

Caratterizzazione dei personaggi: 20/30

Partendo dal presupposto che l’ironia nei momenti meno opportuni è un po’ un tratto distintivo di Dragon Ball, secondo la mia opinione in questo contesto non andava bene.
Mi riferisco, in particolare, a questi contenuti: «Variazioni sul tema Distruzione del Pianeta pari a zero. Davvero originale…»; «Si saranno messi comodi ad aspettarci, nella loro capanna sulle colline, tenendo viva l’adrenalina bevendo tè giapponese ed elaborando piani di morte.»; «Combattono solo per qualche istante prima che Black decida di presentare se stesso e il suo verdognolo compagno a tutto il pubblico non pagante e di annoiarci per non so quanto tempo con la mirabolante spiegazione del magnificente piano intitolato ‘Zero Umani’…»
L’introduzione di questi elementi sarcastici, di sicuro impatto sul lettore, spezza completamente l’atmosfera: nella mia personale esperienza il dark (e anche l’angst) sono frutto di una percezione che va costruita con pazienza e con dettagli ad hoc, ogni piccolo dettaglio deve contribuire a creare uno scenario credibile, la serietà è tutto in questo genere, ogni parola deve essere un anello della catena in più che si stringe intorno al lettore. Se tu cerchi di creare una narrazione sulla forza della rabbia, sulla voglia di uccidere e sulla vendetta che sia credibile, non è consigliabile inserire questi elementi.
Inoltre, Mirai Trunks non è un personaggio né ironico né sarcastico, e una narrazione dal suo punto di vista deve necessariamente rispettare le caratteristiche della sua personalità. Questo tipo di caratterizzazione sarebbe più adeguata di più a Trunks del presente, forse, che essendo cresciuto al fianco di Vegeta ha assorbito un po’ la sua arroganza e la sua teatralità, Mirai Trunks al contrario è un personaggio molto serio, cupo e sentimentale, adesso ancora di più rispetto alla sua prima venuta nel passato, dal momento che ora ha perso anche la madre.
Al di là di questo, trovo comunque che l’introspezione non sia stata approfondita e ne sono rimasta sorpresa, come detto sopra in una storia che ripercorre eventi già conosciuti uno dei modi per introdurre novità e produrre una storia più originale è l’introspezione profonda e questo poteva essere realizzato in molti modi... ad esempio introducendo dei flashback della vita di Mirai Trunks nella sua dimensione, ricordi con Bulma o con altre persone uccise da Black, indugiando nel descrivere le ambientazioni, analizzando al millimetro le sensazioni emotive e corporee di Trunks. Anche perché, appartenendo questo momento di trama al Super, è ancora un campo relativamente vergine, non sono ancora state scritte molte storie a riguardo. Il testo appare sintetico, citando i sentimenti e gli sconvolgimenti di Trunks ma non li approfondisce, non emozionando quanto avrebbe potuto.

Titolo e impaginazione: 5/5

Tutto a posto!

Gradimento personale: 2/5

Spero di non averti offeso con questa critica al tuo testo, ma mi sono lasciata particolarmente andare perché so che hai ben altre potenzialità, ho letto contenuti tuoi molto migliori sotto tutti i punti di vista (per citarne tre: Roussian Roulette, Criminal e la recentissima Frozen!). Ho avuto l’impressione che questa storia sia stata scritta di fretta, prendendo il tutto un po’ sottogamba (dall’uso superficiale della traccia, all’introspezione) probabilmente perché non ti sei preso il tempo necessario per rifletterci su, per rileggerla e per approfondire.
Mi è dispiaciuto perché, sebbene io non ami particolarmente le rivisitazioni di eventi dell’anime, le premesse sulla carta potevano essere interessanti, il momento prescelto era originale nel suo essere comunque “nuovo” ad analisi, la scelta del punto di vista era interessante e così via. Ma dal punto di vista della realizzazione effettiva, non sono stata soddisfatta, so che con le tue capacità avresti potuto fare molto, ma molto di più.

Totale: 68/100
Bonus Ambientazione: +5 (Universo Mirai)
Punteggio definitivo: 73
OFFLINE
Post: 81
Giudice**
01/09/2017 11:52
 
Quota

Il Corsaro Nero
Due orgogliosi guerrieri, una sola anima
[Dodicesimo classificato]
70/100

Grammatica e stile: 12/25

La forma del racconto è ancora un pochino acerba a mio parere.
L’errore più grave, che ha fatto abbassare di molto il punteggio, è stato il fatto che il racconto inizia al tempo presente per poi passare bruscamente al passato remoto, a partire da questa frase: «Sapevo che saresti venuto, perciò ti aspettavo... allontanati subito da nostro figlio.” sibilò la donna».
Altri punti da segnalare sono: ripetizione di piccola (nel giro di poche righe ripetuta tre volte, meglio sostituire con sinonimi dal momento che non è una ripetizione di tipo rafforzativo, tipo climax); manca «una» prima di «piccola porta bianca»; «BIP» e «COSA?» scritti in maiuscolo; manca «al» di fronte a «collo del piccolo»; una costituzione non si definisce «bassa», ma esile, normale o robusta; manca «le» in «facendo sciogliere i capelli», « compì un'azione che Echalotte non si aspettava e che, pertanto, rimase molto stupita» >> «la stupì molto»; «Echalotte era assolutamente convinta che si era creata un abisso tra lei e il marito» >> «si fosse creato»; «quanto gli era mancava» >> «mancata»; «mai detto scusa» >> «chiesto scusa»; «gli avevano fatto tornare un desiderio» >> «aveva»; «spiegò» al posto di «raccontò»; «schiavizzatati» errore di battitura; in « Echalotte, prontamente, lo schivò e poi, velocemente, si girò dietro di lei» c’è qualcosa che non quadra. Ci sono inoltre molti puntini di sospensione.
Un altro appunto da farti che però non riguarda strettamente la storia è l’estratto della canzone che hai scelto, nel riportarlo ci sono due errori di battitura.

Uso della traccia: 10/15

A primo impatto ho avuto l’impressione che la traccia si distanziasse dal racconto più del dovuto, nel senso che il messaggio forte che rimane impresso di questa storia più che la vendetta è la storia d’amore fra Vegeta e Echalotte, consumata dall’orrenda situazione in cui si trovano, al giogo di Freezer. Sono diventati come prigionieri, hanno dovuto cedere il loro primogenito ad un mostro che lo sta trasformando in un mostro ancora peggiore, hanno appena ricevuto una seconda richiesta di cedere anche il secondo figlio, è una situazione disperata, che ha portato nel tempo all’allontanamento della coppia, dovuto probabilmente al fatto che Echalotte per la sua natura furiosa non ha mai accettato questo accordo, come dice nel finale con la frase “non avresti mai dovuto accettare”.
La canzone è presente e il mood generale viene rispettato, è quasi un grido disperato, esattamente quanto lo sono loro, pieni d’ira a causa di un orgoglio calpestato troppe volte. Quello che ho percepito però è che la tua storia riguarda principalmente la storia d’amore fra Vegeta ed Echalotte più che la vendetta, il fatto che un amore che sembrava ormai esaurito, scalfito dalla presenza incombente di Freezer e dalla perdita del primogenito, è ancora lì sotto ed è pronto a rinascere.
Le parti implementate in modo esplicito nella storia sono due frasi «Tutto andava così bene» e
«Ora voglio soltanto la mia vendetta», che acquistano un senso molto rilevante nel finale. Il resto dell’estratto non ha trovato una propria collocazione esplicita nella storia, indebolendo un po’ la sua forza. In ogni caso i collegamenti impliciti ci sono e li ho trovati: la prima frase «Like when you feel invincible...» potrebbe collegarsi al dominio dei Saiyan, che prima di incontrare Freezer erano guerrieri forti, indipendenti e indomiti; “«Your heart is on the line» potrebbe riferirsi all’allontanamento dei due; «There’s a price to pay and stakes are high» può riferirsi ai due figli, uno già in mano di Freezer e l’altro conteso.

Trama: 15/20

La trama è semplice ma chiara, oltre che originale. Non ho letto molte storie su questo argomento, di Tarble si legge e si scrive poco, anche perché è un personaggio secondario recente e poco approfondito. Hai fornito una spiegazione interessante di come Tarble sia stato inviato in un pianeta lontano, un missing moment sicuramente originale.
Ho qualche perplessità sui motivi per cui accadono le cose, ma ne parleremo nella sezione successiva.
Ho apprezzato lo svolgersi della trama e la conclusione della lotta in un incontro amoroso, è molto Saiyan la commistione fra la lotta e il sesso, fra l’aggressività estrema e la vicinanza, anche il finale, in cui Re Vegeta realizza che l’unica strada percorribile a quel punto è la ribellione è molto azzeccato per il contesto.
Il finale è un po’... galleggiante, nel senso che rimane un po’ sospeso nel vuoto, probabilmente questa è una sensazione derivante dal mio gusto personale, prediligo i finali un po’ tamarri e a effetto, ad esempio per quanto riguarda la tua storia penso che sarebbe stato un finale incisivo il terminare con questa battuta di dialogo, con o senza la specificazione ad essa legata: «“Con te andrei anche all'inferno.” rispose con orgoglio Echalotte prima di baciarlo sulle labbra.»

Caratterizzazione dei personaggi: 20/30

Ad essere sincera, perplime un po’ il ragionamento logico di Re Vegeta: sarebbe disposto a uccidere la moglie, per poi uccidere Tarble, per evitare che sia Vegeta ad ucciderlo. A che pro?
Allora, partiamo dal presupposto che non conoscendo a fondo la psicologia di Re Vegeta, apparso giusto in qualche scena, e assolutamente niente della “vera” Regina (che canon non esiste), non possiamo che muoverci per inferenze per rimanere diciamo IC.
Ho molto apprezzato il nome che le hai attribuito (Echalotte, il nome che Vegeta voleva dare a Bra, sicuramente non un nome qualsiasi!) e la caratterizzazione che le hai dato, come quella di una donna forte, disposta a morire per salvare il figlio, ma allo stesso tempo sentimentale, ancora innamorata del marito, in grado di piangere e di provare rimpianto.
Echalotte all’inizio pensa che Re Vegeta voglia uccidere Tarble per il suo basso livello combattivo e non ho capito perché se ne stupisca così tanto: per quello che sappiamo della società Saiyan il livello di combattimento è tutto, divide le classi sociali, in buona sostanza decide chi è degno di essere parte della società e chi è talmente debole da dover essere espulso. Può non essere condiviso dalla Regina, ma è abbastanza pacifico che il Re possa credere che sia un disonore avere un figlio così debole.
Questo elemento è assente in questa storia, perché il Re afferma che la sola ragione per inviarlo sarebbe per nasconderlo dalle grinfie di Freezer. Che Re Vegeta voglia ucciderlo per evitargli una vita di sofferenza (impossibile e mortale per uno che non ha la tempra di Vegeta) è molto plausibile, ma crea dubbi il fatto che lo voglia fare al prezzo della vita della moglie. Ad ogni modo questo non si rivela un desiderio concreto, perché quando si trova al momento di farlo la bacia, dimostrando che tutto vuole fare fuorchè ucciderla. Mi è piaciuta questa caratterizzazione di Vegeta, duro e inflessibile, ma anche innamorato di lei e della loro famiglia. È bello questo dramma umano di due genitori che si sono visti strappare entrambi i figli, il primo trascinato in guerra, il secondo che andrà volente o nolente nello spazio, lontano da loro, ma riescono a ritrovarsi uniti nella speranza di riconquistare ciò che hanno perduto, la libertà e l’orgoglio.

Titolo e impaginazione: 3/5

Manca il giustificato e sarebbe meglio togliere tutti questi spazi fra le frasi, sono antiestetici e fanno perdere le distanze fra i vari paragrafi.

Gradimento personale: 5/5

Mi è piaciuta moltissimo, tratta di personaggi di cui non si parla spesso, è originale ed è un esperimento coraggioso. Mi ha emozionato questo incontro fra i due, all’inizio così lontani, distrutti dal dolore per tutto ciò che è stato, hanno perso tutto, e alla fine si ritrovano insieme, ancora innamorati l’uno dell’altra. Si vede che ti sei impegnata molto e l’ho apprezzato.

Totale: 65/100
Bonus Ambientazione: +5 (Universo Saiyan/Freezer)
Punteggio definitivo: 70/100
OFFLINE
Post: 81
Giudice**
01/09/2017 11:52
 
Quota

Kamehamegoku
Home
[Tredicesimo classificato]
69/100

Grammatica e stile: 17/25

La forma è semplice, chiara ed essenzialmente corretto, ci sono alcuni appunti che ti segnalo: la frase «Tutto quello che Vegeta, sotto ordine di Freezer, aveva portato su un pianeta minuscolo ai confini della galassia, un pianeta abitato da gente pacifica che, nonostante avesse provato a resistere alla potenza dell'invasore, non era riuscita a difendersi.» è un po’ pesante (si compone di due frasi che potevano essere scisse così per evitare di ripetere il che); la frase «qualcosa in lui non era più la stessa di una volta” sarebbe meglio «qualcosa in lui era cambiato per sempre”»; «cavolata» è colloquiale, meglio «menzogna», «aveva abbandonato la donna» >> «la aveva abbandonata», perché nella frase precedente la nomini esplicitamente e quindi sarebbe meglio evitare la ridonanza; la frase «Era un ragazzo incredibilmente forte e coraggioso, aveva l'orgoglio di un vero saiyan e, durante l'anno che avevano passato insieme nella stanza dello spirito e del tempo, gli aveva provato che il piccolo mezzosangue sarebbe cresciuto benissimo e, con il padre al suo fianco, sarebbe diventato sicuramente imbattibile.» è troppo lunga e macchinosa, meglio dividerla in due frasi distinte; «C&C» da sostituirsi >> «CC» (Capsule Corporation).
Da un punto di vista meramente grammaticale lo stile è semplice ma comunque curato, ciò che mi ha perplesso maggiormente è la discrepanza nello stile di narrazione fra la prima e la seconda parte, questione che si situa un po’ a cavallo fra lo stile e la trama.

Uso della traccia: 9/15

Mi è piaciuta molto l’idea di usare una sola traccia (e quindi un solo tema di fondo) per caratterizzare due storie cronologicamente distinte, mi è parso originale e la traccia si prestava bene a questa scissione dal momento che non è eccessivamente specifica nelle sue caratteristiche. Dal punto di vista del mood Coming Home è una canzone molto calda, molto sentimentale, che vuole esprimere tutto il pathos di un ritorno a casa fortemente desiderato, in cui la persona desidera liberarsi del dolore e ottenere una redenzione.
In questo senso si armonizza meglio alla seconda parte, in cui è evidente il trasporto emotivo di Vegeta, che si sente in colpa per aver abbandonato Bulma e finalmente ammette a se stesso che sono Bulma e Trunks la vita che desidera ed è finalmente pronto a ritornare in quella che finalmente sente come casa propria.
Nella prima parte invece, l’uso di questa canzone suscita qualche perplessità. Vegeta a livello consapevole non fa altro che negare e seppellire i propri sentimenti riguardo al proprio ritorno a casa, appare gelido e indifferente, è la durezza di quella vita che non gli permette di indugiare nel dolore se desidera sopravvivere. Per la caratterizzazione che hai dato al personaggio in questa storia, la canzone sembra evidenziare un sentimento ancora leggermente diverso: Vegeta è un bambino di cinque anni e anche se il suo lavoro consiste in massacrare a sangue freddo le persone e distruggere pianeti, non vede l’ora di ritornare a casa propria, di venire lodato per le sue gesta da suo padre e dal popolo, di mangiare le prelibatezze di casa sua, però non traspare dalla sua analisi introspettiva un reale sentimento di “casa”, caldo e sentito, presente in Coming Home.
Per sostenere questo uso forse avresti dovuto sbottonare un po’ di più la sua caratterizzazione, lasciando intuire comunque il legame affettivo con la sua famiglia, che in ogni caso si potrebbe ragionevolmente dedurre a livello teorico, se solo non fosse in contraddizione con questa parte: «Ovviamente non era la prima volta che si infuriava in quel modo, ma non lo aveva mai fatto perché qualcuno a cui voleva bene era stato ucciso, anche perché lui non aveva mai provato affetto per nessuno.».

Trama: 11/20

Il racconto è diviso in due parti completamente diverse, che trattano di due “ritorni a casa” quasi opposti. La trama si svolge parallelamente, illustrando due momenti in cui Vegeta sta per tornare casa, la prima volta questo ritorno viene bruscamente interrotto dalla comunicazione di Nappa, la seconda volta il ritorno è sul punto di accadere.
La prima parte è più narrativa, descrive un momento presente con i suoi colori, con i suoi dialoghi, con i suoi sogni, Vegeta si trova immerso nella realtà del pianeta, descrivi le sue sensazioni e i suoi pensieri, cosa attende di trovare al ritorno, il dialogo con Nappa ed ha una conclusione tagliente, molto incisiva. La seconda parte, invece, è molto differente, più una retrospettiva, nel senso che il momento presente non ha un’importanza a sé stante ma diviene soltanto il contenitore fattuale dei pensieri di Vegeta, non viene analizzato dal punto di vista descrittivo, non accade nulla, componendosi per la maggior parte del racconto degli avvenimenti salienti che hanno portato al cambiamento di Vegeta.
La diversità nello stile del raccontare i due momenti scelti crea un po’ di disorientamento, perché la scelta di paragonare due momenti per evidenziarne le differenze in termini di caratterizzazione del personaggio è molto azzeccata, ma a mio parere richiede che i due momenti siano da un punto di vista stilistico e contenutistico il più possibile simili, affinché le differenze siano ancora più evidenti.
Inoltre, da un punto di vista meramente tecnico, ho avuto alcune perplessità riguardo all’integrazione con la storia originale, dal momento che la storia viene classificata come un “missing moment”. Non è un problema la diversità nella descrizione della scoperta dell’esplosione del pianeta Vegeta, ciò che mi ha perplesso è che non traspare il tema della “consegna” a Freezer, nel senso che da come è descritta la situazione si fa intendere che Vegeta lavorasse sì per Freezer (come tutti gli altri Saiyan compreso suo padre, d’altronde) ma che potesse comunque tornare a casa dai suoi genitori, a casa propria. La consegna fisica di Vegeta, che a quel punto non è più potuto tornare sul suo pianeta, è stata nella storia l’ultima dimostrazione di forza sui Saiyan, l’ennesima umiliazione di Re Vegeta, che a quel punto ha deciso di coinvolgersi apertamente in una ribellione (che comunque era già iniziata nel malcontento del popolo, fra cui Bardack): forse per amore del figlio, ma sicuramente per l’orgoglio infranto, per la beffa, del fatto che Freezer avesse talmente tanto potere su di loro da permettersi di sottrarre il principe, il migliore dei guerrieri e unica speranza di riscatto dei Saiyan.
In questa storia questo tema è diverso o assente e questa diversità crea dubbi riguardo all’esplosione di Vegeta, ma in ogni caso queste zone d’ombra (definite tali non perché non vadano bene in assoluto, ma perché non ci troviamo in una what if) non vanno comunque ad inficiare la credibilità della storia, che in ogni caso è lineare e comprensibile.
La seconda parte la trama è pressochè assente, nel senso che si intende fare introspezione ripercorrendo cronologicamente le parti salienti che hanno portato Vegeta al cambiamento, a mio parere il ripercorrere di questi eventi è stato realizzato in modo un po’ troppo meccanico, su eventi già conosciuti al lettore che sarebbe stato meglio arricchire con qualcosa in più.

Caratterizzazione dei personaggi: 20/30

Mi è piaciuto molto come hai caratterizzato Vegeta nella prima parte, in un modo molto freddo e asciutto hai descritto i suoi sentimenti, in modo coerente a com’era lo stato del personaggio in quel momento: è un bambino guerriero, già adulto nel modo di fare, che ha compreso in fretta le regole della vita di un soldato, nessuno scrupolo di coscienza, nessun indugio nel passato e nei sentimentalismi. Non possiamo sapere con certezza se dietro il suo desiderio di ritornare a casa si nascondesse anche un desiderio più...caldo, di famiglia e di sicurezza, ma sicuramente mi è piaciuta la caratterizzazione leggermente diversa che hai dato riguardo al rapporto con suo padre, sintetizzata da questa frase «Anche suo padre sarebbe stato orgoglioso di lui, per una volta.», questa sfumatura è un po’ in contraddizione con la scena che vediamo in Z, in cui Re Vegeta appare orgoglioso e fiducioso nel futuro di Vegeta, ma mi è sembrato equamente realistico il fatto che Re Vegeta potesse essere severo ed esigente con suo figlio, al punto da centellinare la propria approvazione. Questa sfumatura così interessante poteva essere ancora più approfondita e avrei voluto saperne di più.
La seconda parte è meno sorprendente ma più lineare, hai ripercorso bene i vari passaggi logici del suo cambiamento e risulta un’introspezione IC: pur accettando il cambiamento avvenuto, ammettendo i propri sentimenti per Bulma e Trunks, rimane comunque coerente con l’impostazione dura e controllata del personaggio.

Titolo e impaginazione: 4/5

Tutto a posto, titolo e impaginazione vanno bene, manca solo il giustificato.

Gradimento personale: 3/5

Ho apprezzato in particolare la prima parte, il tema dell’infanzia di Vegeta mi è sempre molto caro. Confesso che avrei voluto un po’ più di approfondimento su quanto Vegeta sente, in entrambe le occasioni.

Totale: 64/100
Bonus Ambientazione: +5 (Mondo Saiyan/Freezer)
Punteggio definitivo: 69
OFFLINE
Post: 81
Giudice**
01/09/2017 11:55
 
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Re: RIngraziamenti finali
Yori86, 01/09/2017 11.35:

Ciao! (cancellata la parte in cui dicevo che ero la prima a rispondere che non è più vero! [SM=g27989] ) Dunque è sempre difficile giudicare in un contest è una cosa lunga e sicuramente difficile da portare a termine. E a volte sì ha un po' paura di offendere i sentimenti di chi si è prestato a partecipare.
Per quel che ti posso dire il pensiero di ricevere un giudizio piuttosto meticoloso è sicuramente una scelta che uno che partecipa ad un contest prende consciamente. [SM=g27987] Quindi capisco la tua preoccupazione. Per quanto riguarda il giudizio ti ringrazio per esserti tanto impegnata nello scrivere il commento, è stato molto professionale! [SM=g27988]
Complimenti al vincitore del contest! [SM=g27998]
Ma volevo fare i miei complimenti a tutti i partecipanti, mi avete personalmente regalato delle splendide letture!^_^
Alla prossima,
Yori [SM=g27987]



Accidenti, puoi dirlo forte, è stato difficile sul serio [SM=g27995]
Specialmente per quello che hai detto, ogni storia è un po' una parte di noi... quindi è difficile pronunciarsi schiettamente su qualcosa con la paura di offendere i sentimenti dell'autore. Ma del resto, chi partecipa ad un contest è perchè comunque mette in conto questa eventualità! [SM=g27990]
Figurati, sono io che ringrazio te per aver partecipato e per la fiducia accordata! Un abbraccio


01/09/2017 12:11
 
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Re:
nuvolenere_dna, 01/09/2017 11.50:

Fandoms_Are_Life
Runaway Train
[Nono classificato]
77/100

Grammatica e stile: 20/25

La forma della storia è curata, semplice e comprensibile, non ci sono consistenti errori di grammatica o di battitura. Ti segnalo soltanto le due imprecisioni: «Ma no» come apertura della frase è un po’ troppo colloquiale rispetto al resto della forma; «Rievoco gli splendidi momenti che abbiamo passati insieme» >> sono consapevole che probabilmente volevi concordare passati a momenti, ma metterlo attaccato ad abbiamo fa sembrare che tu volessi dire «abbiamo passato» e quindi sarebbe meglio scrivere questo.
Lo stile è molto funzionale, molto diretto nel comunicare i contenuti dell’introspezione al lettore ma comunque non troppo colloquiale, uno stream of consciousness in cui chiunque di noi che abbia perso una persona cara potrebbe identificarsi.
Ho apprezzato l’uso delle domande retoriche per introdurre le questioni chiave dell’introspezione, è come se Chichi parlasse alla propria coscienza, di fronte ad una platea compiacente che può soltanto restituirle i propri dubbi, le verità che non dire a se stessa e alle persone che la circondano. Mi è piaciuta la metafora del treno in corsa, molto azzeccata per la situazione caotica in cui si trova Chichi, che cerca disperatamente di tornare indietro, di indugiare nella memoria per negare il cambiamento avvenuto, ma la sua vita continua inesorabile, in un affollarsi di eventi che la lasciano stordita, incapace di viverli appieno a causa della nostalgia che la assale.

Uso della traccia: 15/15

La traccia è stata ben utilizzata, Dark Paradise è intessuta di una bruciante malinconia, di una disperazione che si fa grido, un’invocazione verso la morte, unica possibile consolazione di fronte ad una perdita impossibile da metabolizzare e da superare.
È una canzone dal sapore antico, come una vecchia casa polverosa lasciata a se stessa nel susseguirsi delle stagioni, una cantilena che imprigiona nella sua tristezza, molto simile al mood della tua storia, che la ingloba bene.
L’abbinamento fra la traccia e la storia non risulta però essere troppo originale, nel senso che la storia non introduce particolari elementi di novità e interpreta la canzone in senso classico/romantico, riferendola alla perdita di un partner.

Trama: 11/20

È complesso parlare di trama in un racconto introspettivo di questo tipo, perché da un punto di vista strettamente fattuale non accade nulla. La storia consiste in un unico flusso di coscienza che ripercorre i pensieri di Chichi a distanza di un anno dalla seconda morte di Goku.
Riferendoci invece alla struttura dell’introspezione e ai vari passaggi che la compongono, ho particolarmente apprezzato l’uso delle quattro domande retoriche che scandiscono la narrazione: la prima quando Chichi si chiede perché Goku sia dovuto morire e soprattutto perché non sia tornato alla vita pur avendo la possibilità di farlo; la seconda in cui si chiede che senso avrebbe la sua vita se Gohan e Goten morissero seguendo le orme del padre in battaglia; la terza in cui si chiede che senso possa avere la sua vita continuando a rivivere il passato e rinunciando a vivere veramente i momenti reali con Gohan e Goten; la quarta e ultima quando Chichi si domanda a cosa serva continuare a ricordare se non potrà più stare con lui.
Queste quattro domande riguardano tutte la grande dimensione del senso, del bisogno connaturato nell’essere umano di spiegare gli eventi che lo riguardano e lo circondano, trovando delle ragioni logiche. Chichi non ha nessuna di queste risposte, perché si trova di fronte a domande a cui nessuno dovrebbe rispondere. Eppure, non può fare a meno di tormentarsi nel ricordo, scavando dentro di sé, facendo un passo avanti e quattro indietro.
Mi è piaciuto molto il finale, perché nonostante la storia sia molto malinconica si chiude con un barlume di speranza, che deriva dall’amore che Chichi nutre ancora per Goku ma anche dalla sua incapacità di rispondere a quelle quattro domande, la cui potenza disturbante viene minata alla base, confidando nel fatto che prima o poi, quei dubbi vengano eliminati dal ritorno stesso di Goku.

Caratterizzazione dei personaggi: 24/30

Chichi è ben caratterizzata e l’introspezione che hai realizzato è funzionante.
Voglio qui ricollegarmi alla prima delle domande di cui ho parlato nella voce precedente: «...perché hai deciso di partecipare a quel torneo, perché non sei tornato a casa insieme a nostro figlio, perché hai deciso di non tornare in vita?», in particolare alla risposta che Chichi potrebbe dare, ma rifiuta di farlo. Questo a mio parere è il punto più interessante della tua introspezione, l’ho trovato un particolare molto realistico, molto umano.
Chichi potrebbe facilmente rispondersi ammettendo che Goku ha deciso di non tornare in vita perché la sua priorità non è mai stata la famiglia, l’ha sposata per un malinteso, senza neppur sapere in cosa consistesse il matrimonio, soltanto per mantenere fede ad una promessa ingenua fatta da bambini. Goku non ha mai nascosto di preferire gli allenamenti alla tranquilla vita matrimoniale, già al termine della battaglia con Freezer ha trascorso un anno sul pianeta Yardrat e questa non è che l’ennesima conferma. Questo non significa che Goku non ami Chichi, a suo modo, ma ad ogni modo Chichi e Goku hanno un’idea molto diversa del matrimonio, Chichi si è innamorata di lui al primo sguardo e gli è sempre rimasta fedele, perdonando sistematicamente le sue assenze, la sua difficoltà nell’aiutarla dal punto di vista materiale (economico, educazione ai figli), continuando ad aspettarlo con amore.
Mi sono sempre chiesta come abbia potuto non arrabbiarsi Chichi (oltretutto lasciata sola anche ad allevare il secondo figlio) e anche nella tua storia è assente questo elemento dell’ira, che sarebbe coerente con il personaggio, in generale piuttosto aggressivo e reattivo nei confronti delle persone circostanti.
Penso che questo sia l’unico punto debole dell’introspezione, inserire questo elemento poteva essere interessante, un ulteriore punto di complessità da inserire nel mosaico di malinconia, speranza, dolore e senso di colpa.
Ad ogni modo, probabilmente Chichi lo ama così tanto da accettare anche questa realtà, facendola passare sotto silenzio nelle profondità del suo essere. Goku non è un essere umano, è un Saiyan cresciuto fra le montagne che non condivide la mentalità umana, il codice etico dei terrestri fino in fondo, come Vegeta anche se in modo diverso, e Chichi lo sa. È molto importante per lei il rapporto con i figli, abbiamo visto come Chichi sia una madre profondamente devota e identificata nel suo ruolo, una donna all’antica, e mi è piaciuto come hai sottolineato il suo legame con Gohan e Goten, anche attraverso l’elemento della somiglianza.
Ho apprezzato anche come hai trattato il suo desiderio di morte, vissuto come un tradimento nei confronti dei figli, divenuti ormai il centro di tutto il suo mondo. Infine, la speranza che chiude la storia è molto coerente con il suo personaggio, con l’amore sconfinato che prova per Goku che non si arrende neppure di fronte alla morte ma continua a pulsare, nell’aspettativa che possa tornare in vita e continuare la vita insieme a lei.

Titolo e impaginazione: 4/5

Ho apprezzato particolarmente il titolo, molto originale, ha fornito un’identità autonoma alla tua storia e trova un proprio senso all’interno del testo. Manca il giustificato e la distanza fra i paragrafi in alcuni punti è superflua, ma comunque sono stati usati usati in modo corretto per evidenziare i concetti che si susseguono nel testo.

Gradimento personale: 3/5

Volevo ringraziarti perché la tua storia mi ha fornito l’occasione di guardare nuovamente episodi e spezzoni che si riferiscono maggiormente a Goku e alla sua famiglia, alla storia d’amore fra Goku e Chichi e anche a Gohan e Goten. Non sono una fan accanita della coppia (un po’ perché trovo che in generale offra meno spunti, un po’ perché Goku è un personaggio semplice, molto naive, poco portato all’introspezione) ma sono comunque simpatizzante, inoltre ritengo che il personaggio di Chichi sia troppo spesso bistrattato ingiustamente.

Totale: 77/100
Bonus Ambientazione: 0
Punteggio definitivo: 77




Ti ringrazio infinitamente per questo giudizio così accurato! [SM=g27998]
Provvederò il prima possibile a correggere tutti gli sbagli che mi hai segnalato nel primo paragrafo (quel "passati" non era concordato a momenti, era proprio un errore di cui non mi sono accorta [SM=g28000] Grazie mille per avermelo fatto presente!).
Sono felicissima di aver ottenuto il punteggio pieno nell'uso della traccia: appena l'ho letta ho subito pensato a Goku e Chichi, e sono contenta di sapere di averla interpretata bene. [SM=g27988]
In effetti la trama è praticamente inesistente xD ma sono comunque felice che l'introspezione ti sia piaciuta. [SM=g27998]
Sono inoltre contentissima di sapere di aver caratterizzato bene il mio personaggio preferito: hai ragione, Chichi è spesso bistrattata nel fandom, e in Runaway Train ho voluto concentrarmi esclusivamente su di lei sia per questo motivo sia perché mi è sembrata perfetta per Dark Paradise.
Sono felice che il titolo ti sia piaciuto così tanto, così come la metafora racchiusa nel testo che vi fa riferimento. [SM=g27988]
Inoltre, sapere di averti fatto apprezzare una GoChi nonostante la tua preferenza per la VegeBul mi riempie di gioia! [SM=g27987]
In sintesi, grazie mille per aver speso il tuo tempo a stendere tutti i risultati in una maniera così accurata. [SM=g27998]
Faccio i miei complimenti sia ai podisti sia a tutti gli altri partecipanti. [SM=g27987]
Sono davvero soddisfatta della mia posizione: grazie di cuore ancora una volta. [SM=g27998] Spero di poter partecipare presto a un altro tuo contest. [SM=g27988]
OFFLINE
Post: 81
Giudice**
01/09/2017 12:17
 
Quota

Re: Re:
Fandoms_Are_Life, 01/09/2017 12.11:




Ti ringrazio infinitamente per questo giudizio così accurato! [SM=g27998]
Provvederò il prima possibile a correggere tutti gli sbagli che mi hai segnalato nel primo paragrafo (quel "passati" non era concordato a momenti, era proprio un errore di cui non mi sono accorta [SM=g28000] Grazie mille per avermelo fatto presente!).
Sono felicissima di aver ottenuto il punteggio pieno nell'uso della traccia: appena l'ho letta ho subito pensato a Goku e Chichi, e sono contenta di sapere di averla interpretata bene. [SM=g27988]
In effetti la trama è praticamente inesistente xD ma sono comunque felice che l'introspezione ti sia piaciuta. [SM=g27998]
Sono inoltre contentissima di sapere di aver caratterizzato bene il mio personaggio preferito: hai ragione, Chichi è spesso bistrattata nel fandom, e in Runaway Train ho voluto concentrarmi esclusivamente su di lei sia per questo motivo sia perché mi è sembrata perfetta per Dark Paradise.
Sono felice che il titolo ti sia piaciuto così tanto, così come la metafora racchiusa nel testo che vi fa riferimento. [SM=g27988]
Inoltre, sapere di averti fatto apprezzare una GoChi nonostante la tua preferenza per la VegeBul mi riempie di gioia! [SM=g27987]
In sintesi, grazie mille per aver speso il tuo tempo a stendere tutti i risultati in una maniera così accurata. [SM=g27998]
Faccio i miei complimenti sia ai podisti sia a tutti gli altri partecipanti. [SM=g27987]
Sono davvero soddisfatta della mia posizione: grazie di cuore ancora una volta. [SM=g27998] Spero di poter partecipare presto a un altro tuo contest. [SM=g27988]



Sono contenta che il mio giudizio ti abbia fatto piacere [SM=g27988]
Sì, mi piace anche la Goku/Chichi, ovviamente la Bulma/Vegeta è la mia OTP ma non ho coppie odiate, l'importante è che si caratterizzi il tutto con serietà e tutte le coppie sono belle!
Spero anche io di rivederti, qualora dovessi fare un altro contest!
Un abbraccio!

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Post: 693
Giudice****
01/09/2017 13:00
 
Quota

ciao
Ti ho risposto alla rece.
Grazie per aver organizzato questo interessantissimo contest!
Alla prox!
SSJD
OFFLINE
Post: 81
Giudice**
01/09/2017 13:51
 
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Re: ciao
SSJD, 01/09/2017 13.00:

Ti ho risposto alla rece.
Grazie per aver organizzato questo interessantissimo contest!
Alla prox!
SSJD



Figurati, grazie a te per aver partecipato. [SM=g28006]
Alla prossima!
Nu

OFFLINE
Post: 24
Giudice**
01/09/2017 14:40
 
Quota

Re: RIsposta
nuvolenere_dna, 01/09/2017 11.47:

Vegeta_Sutcliffe
The worst
[Quarto classificato]
91/100

Grammatica e stile: 23/25

Lo stile mi è piaciuto molto, è molto elegante, curato al millimetro dal punto di vista concettuale, ogni parola ha un peso preciso e particolare nell’economia della storia.
Il plot twist a cui hai dato origine nel finale attraverso il solo uso dello stile è qualcosa di notevole e soprattutto molto originale. Hai declinato aggettivi soltanto neutri, pronomi ambigui, il lettore non se ne accorge colmando i vuoti della percezione con quello che crede di sapere (dalla serie Z e dal contenuto di molte fanfiction) con l’assoluta certezza che il personaggio di cui si analizza l’introspezione sia Vegeta... e poi, invece, alla fine si scopre che si tratta di Bulma e a quel punto c’è un processo di rovesciamento, totale, spiazzante. Questa è una mossa molto difficile, molto complessa e voglio farti i complimenti perché sei riuscita a stupirmi.
Forse avresti potuto essere ancora un po’ più chiara nel finale, per togliere ogni minimo dubbio al lettore, perché confesso che ho avuto paura di aver capito male e di aver frainteso tutto. E in una storia di questo tipo è fondamentale che la spiegazione finale sia inequivocabile, altrimenti rimale solo un senso di confusione a meno che, ovviamente, lo scopo non fosse quello (ma allora andava lasciato tutto, anche il finale, al neutro, affinché ognuno lo interpretasse come preferiva).
Gli unici appunti a livello stilistico che mi sento di farti sono: l’uso del numero dieci in cifre nello scritto è da evitarsi; manca una virgola che nella lettura si aggiunge inconsapevolmente in «pesante davvero pesante».
Un’altra precisazione che vorrei farti è questo: la lettura filosofica che dai della questione umana in oggetto è ovviamente resa possibile dalle parole che scegli, che sono selezionate con molta cura per indicare i termini precisi. Però, questi concetti filosofici non sono alla portata di tutti, alcuni punti possono risultare ostici per il lettore medio a digiuno di concetti filosofici, nella mia ignoranza non ho compreso appieno il significato di queste due frasi: «Lo sbaglio era la caratteristica di chi, costretto ad errare, aveva coraggio di farlo. Quella risoluzione di chi non cede facilmente ad una bieca e sorda necessità, ma opera per il cambiamento.» e « Quel reputare che oggetti della propria volontà di volontà potessero essere pure gli altri era stato in vero il più esiziale degli errori.»

Uso della traccia: 15/15

La traccia che hai scelto incarna perfettamente il mood decadente della storia: spento, di una morte disperata, urlante sotto la superficie immobile dell’acqua. Lying From You è forte, potente, molto dinamica, ho apprezzato particolarmente il contrasto con l’immobilità fisica dei personaggi, perché il sentimento d’amore fra Bulma e Vegeta, il rancore e l’autorecriminazione sono sublimati, pulsanti e nascosti al di sotto della scorza granitica del silenzio che è caduto fra di loro.
Mi è piaciuto come hai trattato la tematica ambivalente dell’andarsene e del rimanere, Lying From You a mio parere descrive una situazione in cui un personaggio vorebbe andarsene, sa che sarebbe giusto farlo perché c’è consapevolezza di quanto quell’unione sia tossica e instabile, ma contemporaneamente non riesce a farlo, trascinato indietro da qualcosa che ha ancora dentro di sé. Questo descrive perfettamente il tormento interiore di Bulma, protagonista di questa storia, ma è perfettamente credibile anche riferendosi a Vegeta, riguardo alla trasformazione in Majin Vegeta e al suo ritorno al passato, desiderato ma poi non attuato fino in fondo. Possiamo immaginare un urlo corale, in cui entrambi esprimono lo stesso sentire, seppur in momenti diversi.

Trama: 18/20

Trama e stile in questa storia sono indissolubilmente legati: la prima parte della storia comprende una lunga introspezione iniziale, che poi si apre in una scena molto intensa, straziante nella sua immobilità e lentezza, di due persone ormai lontane, fredde, inaridite dalla lontananza.
Ho adorato quello stringersi di mani calde, mani che in qualche modo vogliono ancora amarsi, nonostante il disastro sia ormai avvenuto. Proprio la scarsità di questi dettagli li ha resi ancora più brucianti, più preziosi. La trama è originale, siamo portati a pensare che sia Vegeta e non Bulma a scusarsi dopo l’arco di Bu, e pur essendo semplice nel suo svolgersi, molto coinvolgente.
Nonostante avrei voluto leggere molto di più di questo confronto finale, l’essenza di questa storia è proprio il plot twist, che tiene in piedi la storia e ha ovviamente vincolato la sua lunghezza... non avresti potuto prolungare di più il gioco o sarebbe stato troppo. La lunghezza è perfetta per un racconto introspettivo come questo. Il finale è veramente ad effetto, la frase dell’estratto si mimetizza benissimo nella storia, fungendo da coltellata finale di una scena così catartica e rivelatoria.

Caratterizzazione dei personaggi: 27/30

La lettura che fai dei personaggi e dei loro sentimenti è veramente molto interessante.
Perde un po’ in IC per vincere in profondità, intavolando un discorso lontano dalle solite banalità sull’amore e sul suo potere di cambiare le persone, è un discorso su cosa sia l’essenza del sé e di cosa i rapporti umani interpersonali possano modificare di noi.
Il discorso che fai alla fine, su come Bulma e il suo rigido codice etico abbiano plasmato Vegeta inducendolo a rinnegare la propria natura, è molto originale e da un certo punto di vista anche credibile. Ciò che a me risulta difficile da concepire è il mezzo di questa costrizione: perché il nuovo ruolo di Vegeta come padre e marito sarebbe “una maschera, una costrizione, un ruolo recitato”?
Dalla morte di Freezer in poi, Vegeta avrebbe potuto in qualsiasi momento tornare a uccidere a piede libero, avrebbe potuto addirittura sostituirsi a lui, avrebbe potuto prendere una bella navicella e non tornare mai più, tanto più che come condivido con te Vegeta non aveva nessun codice morale “terrestre” a cui rispondere (relativamente a Trunks). Nei sette anni di morte di Goku post-Cell non aveva neppure più il suo rivale a tenerlo legato alla Terra. Poteva tornare il guerriero Saiyan spietato e sanguinario di prima, anzi, ancora di più, perché nello spazio non ci sarebbe stato nessuno in grado di fermarlo. Eppure, Vegeta non lo ha fatto. Io penso semplicemente che nel tempo la sua mentalità sia cambiata, in particolare in seguito allo shock emotivo dovuto alla morte di Mirai Trunks, che aveva rinnegato e allontanato e di cui aveva imparato ad apprezzare la compagnia dopo un anno intero di isolamento con lui.
La questione Majin è molto spinosa, nel senso che questi nuovi sentimenti sorti in Vegeta non hanno potuto, ovviamente, soppiantare quelli precedenti ma vi si sono affiancati, ma questo ritorno alle origini si è infatti rivelato fallimentare, la sua natura è cambiata e anche l’essere tornato il “Saiyan di prima” non ha cancellato quei nuovi sentimenti.
Entrambe le strade erano in questo senso, impraticabili.
Secondo me la tua storia perde un po’ di IC in questo senso, Bulma ha sempre saputo che una parte di Vegeta era malvagia e gli ha voluto bene anche quando il suo cambiamento non esisteva, non c’era, quando ancora era veramente solo un bastardo assetato di boria e di potenza. Io non penso che sia stata solo Bulma a modellare il suo cambiamento, il solo avvicinamento con lei non ha sortito all’inizio un grande effetto di redenzione, che è iniziata soltanto con l’arrivo di Mirai Trunks.
In ogni caso complimenti perché si tratta di un’interpretazione molto originale e credibile.

Titolo e impaginazione: 4/5

Manca il giustificato e il font è un po’ troppo grande, per il resto tutto ok.

Gradimento personale: 4/5

Veramente geniale il plot twist. Una doccia fredda e una finissima riflessione filosofica. Come sempre non posso che farti i miei complimenti.

Totale: 91/100
Bonus Ambientazione: 0
Punteggio definitivo: 91




Sono negata con le impaginazioni, quindi ma mia più grande vittoria è avere 4/5 ahah
A parte gli scherzi: La filosofia fa parte di me e probabilmente strafaccio anche senza accorgermene ma certe volte lo faccio di proposito. Sono abituata a leggere cose che in un primo momento mi fanno sentire scema, davvero tanto, ma le prendo come stimolo, mi pongo come obiettivo quello di doverle capire e quando lo faccio, so di essermi arricchita. Forse ci può volere più tempo, ma se dà qualcosa di nuovo, preferisco andare tra le difficoltà, che tra ciò che mi è confortevole. Ma mi scuso se risulto pesante.
Scrivere è stato difficile e probabilmente se fosse stata più lunga, sarei finita per tradirmi. Non volevo il finale potesse essere ad interpretazione: perchè si sarebbe ricaduti nei soliti schemi mentali. Doveva essere una doccia d'acqua gelata, doveva essere un cambio di prospettiva scioccante e inequivocabile.
Mirai Trunks ha cambiato Vegeta? Si tantissimo. Non voglio negare questo, e pur rispettando la tua visione e condividendola in molte cose, in qualche punto dissento. Vorrei poter essere chiara, ma mantengo il segreto professionale, perchè se no L'anticristo perde di Suspance. [SM=g27988] [SM=g27988]
Come ti ho detto in privato, sono felicissima della valutazione, che va ben al di là di quel che pensavo di meritare, ma ancora di più sono felice perchè ha messo confusione e la confusione è bella!
Grazie ancora [SM=g27998] [SM=g27998] [SM=g27998]
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Post: 528
Giudice***
01/09/2017 16:24
 
Quota

Re: Ringraziamenti!
nuvolenere_dna, 01/09/2017 11.45:

BellaLuna
Game of Survival
[Primo classificato]
100/100

Grammatica e stile: 23/25

Lo stile di questa storia è estremamente elegante, ha una semplicità tremendamente efficace, è diretto e incisivo, impreziosito da elementi molto curati. Ho apprezzato molto l’uso del presente, sono dell’idea che per l’angst sia il tempo migliore, perché permette meglio l’immedesimazione e i continui e fugaci salti nel passato, elemento irrinunciabile di una buona introspezione. Descrivere al presente uno scenario cupo e devastato come quello del Mirai permette di respirare quell’aria, di guardare in giro insieme ai protagonisti, come se si fosse presenti lì, intrappolati in un’attualità soffocante, in cui tutto è morto e non si sa se, nel futuro, ci saranno possibilità di redenzione.
Mi è piaciuto il modo in cui due frasi ritornino ossessivamente nel testo con alcune variazioni: «Ha visto in un campo di battaglia guerrieri senza nome morire senza fare rumore su cumuli di macerie» e «[...]una stanza vuota, vicino alla sua, alle fine del corridoio del secondo piano, lì dove una volta un principe ramingo, venuto dallo spazio, aveva finalmente trovato il suo posto». Queste frasi si ripetono, in un loop che non sembra avere mai fine, in frasi diverse, in momenti molto diversi del tempo. La ripetizione, alla lunga, può suonare fastidiosa ma è proprio per questo che ne ho apprezzato così tanto l’uso, perché riproducono alla perfezione la potenza disturbante dei pensieri intrusivi, che si ripresentano all’infinito riuscendo sempre a ferire, trovando sempre il modo di accoltellare con il dolore che provocano.
Mi sono molto piaciuti i due pensieri iniziali di Bulma, espressi fra parentesi, sono stati molto intensi e sono suonati, nel loro essere separati dallo scorrere normale della narrazione, come delle vere e propria urla gridate sott’acqua.
Lo stile è perfetto, vivido nei punti giusti, perfetto nel fornire descrizioni realistiche del mondo distrutto che è il Mirai, ancora migliore nel sottolineare i pensieri dei personaggi.
Ho apprezzato particolarmente anche l’uso del corsivo per evidenziare parole importanti o per dare un’intonazione sarcastica, si è rivelato molto efficace.
Ci sono alcune imprecisioni, abbastanza giustificabili data l’elevata lunghezza del testo, che ti segnalo: «Non gli lascerò prendere anche lui!» >> «Non lascerò che prendano anche lui»; «Non c’è rimasto più niente.» >> «Non è rimasto più niente.»; «masse di gente che, come animali in preda al panico, si riversava nei supermercati» >> sostituire con «riversavano», il soggetto è plurale; «camminava verso di lui» >> sostituire con «cammina» errore di tempo verbale; «È un flacone di Biochetina Z-122 ha darle l’idea.» >> togliere quell’H immediatamente!!; la maiuscola in “Jeans” non dovrebbe esserci; «neve che scende giù a lievi, sì, ma comunque gelide ondate» è un po’ troppo colloquiale dato il resto del testo, così come «qualcosa che ha a che fare le auree saiyan e blablabla»; «e pure» >> «eppure»; «su» >> “su”; «Finché avrò vita... non gli permetterò di vincere» >> «non permetterò loro di vincere»; «mischiandosi con in loro» >> volevi dire forse «mischiandosi con il suo»?; «unisolo» >> «unisono»; in «un origine» >> manca l’apostrofo.
In generale comunque, lo stile di questa storia è bellissimo, evocativo al punto giusto e allo stesso tempo tagliente, non si perde in eccessive digressioni ma avanza come un treno in corsa, creando un substrato perfetto per il genere angst. Veramente perfetto.

Uso della traccia: 15/15

L’uso della traccia si è rivelato molto particolare, nel senso che hai compiuto una scelta parzialmente diversa da altri autori, non hai implementato la traccia riproducendo nel testo le varie frasi e agganciandole ad un contesto che fornisse loro un senso nella storia, ma tutta la tua storia è una riproduzione dell’estratto, ampliato, portato alla vita in un modo nuovo. Mi è piaciuto particolarmente perché la tua storia, anche per la lunghezza, diventa una creatura a sé stante, con una proprie identità, ma che nonostante questo è intessuta dello stesso mood malinconico e colmo di forza di Ghosttown, del suo ritmo circolare e triste, ma soprattutto dei suoi concetti.
Ghosttown parla della persistenza dell’amore in un mondo ostile, di un sentimento che sfida l’apocalisse e vince sulla morte, che sopravvive in ogni circostanza. Nella storia questo concetto viene incarnato da più personaggi: sono Bulma, Trunks e Gohan ad essere una famiglia, isolati in un mondo in cui non esiste più nulla, in cui il dolore e la miseria hanno spazzato via l’umanità. Sono loro le anime vive in un mondo di fantasmi, ancora profondamente vivi, con un barlume di speranza di poter un giorno riscattare l’umanità intera. Sono Bulma e Trunks, sopravvissuti alla morte di Gohan, che si stringono ancora di più nel loro legame, la speranza sempre più vivida, resa anche oggetto dalla creazione della Macchina del Tempo.
E nel finale, in senso lato, sono anche Bulma e Vegeta, i cui spiriti si ritrovano su quel campo di battaglia in cui tutto è finito, per un ultimo, straziante, saluto.

Trama: 20/20

Da un punto di vista teorico la trama si colloca come un Missing Moment di ciò che abbiamo visto nello speciale di Dragon Ball dedicato alla storia di Mirai Trunks, si appoggia ad eventi classici per stravolgerli, illuminarli in una nuova veste, una veste realistica, fatta di carne, di sangue, di lacrime e della infinita devastazione di un mondo in cui tutto è stato veramente distrutto.
Non sembra affatto un cartone animato, mi ha molto colpito il realismo della tua rappresentazione, al punto che ne sono rimasta impressionata: per la prima volta mi è sembrato di vedere davvero l’orrore della dimensione Mirai, inaccettabile sulle prime, perché siamo abituati a vedere un Dragon Ball in cui alla fine va sempre tutto bene, gli erori uccidono i cattivi e i morti vengono resuscitati.
Qui, invece, tutto è al contrario. L’immagine di Bulma che seppellisce a mani nude i corpi dei morti è veramente intensa ed è molto azzecato il suo sporcare di fango e sangue il completo firmato di Trunks: è una metafora azzeccata della decadenza, della fine del lusso, il suo status, la ragazza viziata e presuntuosa fissata con l’aspetto fisico e la bellezza hanno smesso di esistere su quel campo di battaglia.
Lo stesso campo in cui il suo cuore si è spezzato e al suo posto è sorta una spada, un’altra metafora del suo nuovo stato: non vi è più spazio per le frivolezze, tutto è divenuto veramente un gioco di sopravvivenza, un gioco in cui non può più permettersi di fallire. Sono tutti morti, morti di fronte alla sua impotenza, compreso l’uomo che amava e non c’è modo di tornare indietro. Solo di andare avanti, riponendo la speranza in Trunks.
La descrizione della decadenza della città, dello stato in cui si trovano i pochi superstiti, è veramente efficace e mi è rimasta in testa come un tarlo, me lo sono immaginato come uno scenario cyberpunk, marcio e devastato.
È bellissimo anche il modo in cui Bulma ritrova la speranza, un incontro fortuito che cambierà tantissime vite, per tutta la cascata di conseguenze che avranno la costruzione della Macchina del Tempo e la guarigione di Goku nella dimensione parallela: non è stata una riflessione morale fatta a tavolino, l’esito di una masturbazione etica, ma la constatazione pratica che l’umanità esiste ancora, che commuove ancora nelle sue potenzialità, che merita ancora di essere salvata, che c’è ancora del bene sepolto sotto tutta quella devastazione, che c’è ancora un futuro che vale la pena di essere salvato.
La scena della chitarra è qualcosa di meraviglioso, un momento dolce in un mare di angst, un momento di distorta vita quotidiana in cui non si fa che evidenziare che nella dimensione Mirai tutta la gioia è stata risucchiata via, come fatta a pezzi, la gioia di essere vivi, di cantare e di suonare, di divertirsi insieme, al punto che Trunks non sa neppure che cosa sia. La scelta di introdurre questo momento in cui Bulma e Gohan cantano insieme una canzone di fronte allo sguardo estasiato di Trunks, insieme a quello della fotografia polaroid, momenti sentimentali e a tratti comici, tinti di quella risata liberatoria che si fa dopo aver pianto, è veramente struggente e non spezza il ritmo dell’angst, ma al contrario lo aumenta, moltiplicandone la potenza. Perché sappiamo com’è andata a finire, sappiamo che anche Gohan alla fine è morto, togliendo un’altra gamba all’instabile famiglia di Bulma.
Il finale della storia è uno dei più belli che io abbia mai letto, un incontro veramente emozionante, vivido in un modo che non avrei mai creduto possibile. Era necessario, per il personaggio di Bulma, chiudere anche quella parentesi prima di poter finalmente andare, poter finalmente dire ciò che si è tenuta dentro per tutta la vita, ciò che non ha mai dimenticato. Non so come esprimere la mia ammirazione per questo bellissimo finale.
Una domanda che mi è sorta spontanea è il perché tu non abbia incluso nei personaggi anche Chichi, che sappiamo essere viva nello speciale su Trunks, insieme allo Stregone del Toro: da cosa mi è sembrato di capire in questa storia Gohan, Trunks e Bulma sono una vera e propria famiglia, gli unici rimasti dell’originario gruppo. Questa è una piccola deviazione dall’opera originale, un piccolo What If, che si unisce al piccolo What If presente nel finale, quello che permette l’incontro finale fra Bulma e Vegeta. Questa tua visione personale dell’Inferno, in cui Vegeta essendo un’anima dannata è condannato a vagare in eterno nel luogo è stato ucciso, è veramente molto affascinante, straziante al punto giusto, mi ha emozionato profondamente. Queste due piccole... licenze esulano un po’ dalla dicitura Missing Moment e forse andavano accompagnate dall’avvertimento What If.

Caratterizzazione dei personaggi: 30/30

L’introspezione che hai realizzato di Bulma è qualcosa di stupefacente.
È realizzata in modo molto fine dal punto di vista psicologico e la rappresentazione che hai dato del trauma è veramente perfetta: Bulma rimane traumatizzata quel giorno, ciò che accade su quel campo di battaglia, dall’aver visto tutti i suoi amici e Vegeta morire senza aver potuto fare niente per impedirlo. Rinchiude metaforicamente tutto quel dolore nella stanza da letto di Vegeta, un dolore non risolto, che rimane come un bolo indigesto nella sua psiche, al punto che è incapace di ripulire quella stanza, di togliere gli oggetti da come sono stati lasciati. Bulma non può permettersi di vivere quel dolore, perché ha Trunks da crescere, perché c’è Gohan che è ancora un ragazzino, perché è l’unico adulto rimasto che possa prendersi cura dei due bambini e questa corazza infrangibile che Bulma costruisce intorno al proprio cuore, divenendo una donna più cinica e indifferente, le permette di sopravvivere ma al tempo stesso le impedisce di parlare a Trunks di suo padre e degli altri suoi amici caduti in battaglia, perché quel bolo è ancora lì, pieno di spine, da elaborare.
Trunks diventa così un vero e proprio simbolo di rivoluzione, l’unica ragione che mantiene in vita Bulma e Gohan: è veramente meraviglioso quando dici che loro sono già morti, caduti anche loro su quel campo di battaglia. Ed è ancora migliore il fatto che anche Trunks, infine, debba morire metaforicamente insieme a Gohan, per poi riuscire a raggiungere il massimo della propria forza, diventare fisicamente la speranza che darà origine ad un’altra linea temporale in cui tutte le disgrazie sono state corrette.
Hai caratterizzato benissimo anche Gohan, che nonostante tutto il marcio del mondo e il dolore di aver perso tutto rimane una persona buona e altruista, dal cuore pieno di amore verso il prossimo, ho apprezzato molto anche la sequenza in cui Bulma cerca di fermarlo, in cui viene sottolineato il di lei egoismo: è così dannatamente realistico questo punto di introspezione. E poi... l’incontro finale con Vegeta... l’unica occasione per dire all’uomo che ha sempre amato ma con cui non ha mai avuto una possibilità concreta che lei sapeva, che in un altro mondo sarebbero potuti essere una famiglia. Questo mi ha colpito molto, Bulma ha sempre creduto in lui, profondamente, anche quando nessuno voleva farlo, anche quando tutti si ostinavano a dirle che era pazza... e qui ha continuato a crederci per il resto della sua vita, traumatizzata nel ricordo di un uomo che sappiamo essere, in potenza, l’amore della sua vita, ma che ha perso prematuramente. Non rimane che una reunion veramente commovente, in cui Vegeta è caratterizzato perfettamente, nelle sue risposte secche, asciutte, nell’ombra di malinconia e solitudine nel suo sguardo... insomma, ho avuto l’impressione di trovarmi di fronte ad una perla rara, i personaggi sono tutti talmente ben approfonditi, talmente realistici nei loro dubbi e nelle loro contraddizioni, da diventare solidi, complessi, persone vere.

Titolo e impaginazione: 4/5

Troppi spazi fra i paragrafi, sarebbe stato meglio dividerli soltanto nei momenti veramente significativi perché risulta un po’ antiestetico.

Gradimento personale: 5/5

Ogni volta che ho letto questa storia ho pianto. E ti assicuro che non è per niente facile commuovermi, non piango per i film d’amore e la maggior parte delle volte anche quelli drammatici mi lasciano indifferente. Ma questa storia è qualcosa di più, ai miei occhi è una storia il cui angst è talmente potente da sconvolgermi e da emozionarmi, da farmi venire tante domande, tante considerazioni sulla vita. Ho molto da imparare da te, dalla tua capacità di emozionare così tanto, di commuovere nel profondo. Sono rimasta molto impressionata, specialmente dal finale. Inoltre volevo anche complimentarmi perché avevo già letto tue storie in passato, eri già brava ma trovo che tu sia migliorata enormemente.

Totale: 97/100
Bonus Ambientazione: +5 (Universo Mirai)
Punteggio definitivo: 100




Ciao a tutti! [SM=g27987]
Cara Nuvole, come avevo già scritto nell'introduzione alla mia storia, questo è stato il primo Contest a cui ho preso parte quindi, nè ora nè mai, avrei pensato di poter salire sul podio, figurarsi di vincere xD
Naturalmente, però, non posso che esserne molto felice, perciò grazie di cuore! [SM=g27998]
Poter legger il tuo giudizio così dettagliato oltre che positivo, è stato di sicuro la parte più bella, per me, di questo Contest.
Perchè, come penso anche per tutti gli altri che amano scrivere e leggere FanFinction, sapere che cosa gli altri hanno visto e provato leggendo le tue storie, renderti conto leggendo le loro recensioni di particolari della tua fanfiction che forse nemmeno tu avevi notato, è sempre molto bello ed emozionante [SM=g27998]
Nello scrivere Game of Survival ho tirato fuori il lato più Angst e più realistico della mia visione dell'Universo Mirai, aiutata molto anche dalla canzone Ghosttown di Madonna che, in quest'occasione, ho sfruttato proprio come una sorta di colonna sonora [SM=g27985]
Questo giudizio e questa vittoria, sono sicura che mi aiuteranno a migliorare e a voler scrivere altre belle storie per tutti gli appassionati come noi di questo fantastico Fandom!
Ok, come al solito mi sono dilungata troppo! ^^"
Tanti applausi e complimenti a tutti gli altri partecipanti! I contest alla fine servono proprio per mettersi alla prova e tirare fuori il meglio, e di tutte le storie che ho letto, penso che noi ci siamo riusciti appieno! [SM=g27998]
Di nuovo grazie a te, Nuvole! Scrupolosa e dettagliata e obbiettiva proprio come un degno giudice, che non è affatto un compito facile, visto che, come ha detto anche Yori, ognuno di noi si porta dietro determinati gusti personali.
Grazie ancora e alla prossima!
BellaLuna [SM=g27987]
[Modificato da BellaLuna95 01/09/2017 16:27]
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