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Come sugli alberi le foglie di Gianni Biondillo.
Biondillo, architetto e scrittore, racconta la vicenda umana ed artistica di Antonio Sant'Elia (1888-1916), protagonista con Boccioni, Erba, Sironi, Carrà, Russolo ed altri della rivoluzione futurista. Sant'Elia, in realtà, ne resta ai margini fino a un tardivo coinvolgimento. Filippo Tommaso Marinetti, il leader, raccoglie nella sua lussuosa residenza di Corso Venezia questi artisti rivoluzionari.
Il romanzo alterna le vicende storiche e artistiche antecedenti l'entrata in guerra dell'Italia a quelle vissute dagli artisti sostenitori dell'interventismo che idealizzava la guerra come igiene del mondo. Nell'orrore delle trincee Sant'Elia incontra Gadda, Ungaretti e Lussu, al caffè Dorta di Udine lo Stato maggiore dell'esercito. L'illusione del fanatismo marinettiano e della retorica dannunziana si spegne tra fango e pidocchi, decimazioni e gas.
La Belle Epoque che a Milano aveva portato la luce elettrica e Esposizione internazionale, lo scandalo delle serate futuriste e il clamore delle Radiose Giornate di maggio finisce con la morte di ben più dei 50.000 che Marinetti aveva stolidamente ipotizzato nel Teatro Futurista Sintetico nel gennaio del '15.
Sant'Elia morirà sul Carso, quota 85, il 10 ottobre 1916.