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[fanfiction] Acronym Battle

Ultimo Aggiornamento: 16/07/2017 14:53
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Post: 19
22/05/2017 20:51
 
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Ehm, scusa l'ignoranza, cosa sono quei simbolini vicino alle storie?
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Post: 2.256
Giudice*****
23/05/2017 10:40
 
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Re:
Noemi_C, 22/05/2017 20.51:

Ehm, scusa l'ignoranza, cosa sono quei simbolini vicino alle storie?




Colpa mia, avrei dovuto lasciare lo specchietto, come faccio di solito [SM=g27995]
Li uso per tenere informati i partecipanti circa a che punto sono con le valutazioni: quando spuntano entrambi accanto alla storia, vuol dire che ho finito di valutarla.

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Post: 2.256
Giudice*****
29/05/2017 19:01
 
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Aggiornamento!
Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace... [SM=g28000]
Ci sto mettendo una vita a correggere la vostre bellissime storie. Posso solo dirvi che le valutazioni stanno venendo piuttosto lunghe, il che potrebbe voler significare che io ho preso la tangente e sto inventando di sana pianta, ma questo comporta molto tempo; quest'ultimo, purtroppo, ultimamente scarseggia. Ce la metterò tutta per finire il prima possibile, sicuramente prima della scadenza a mia disposizione. Volevo solo scusarmi con voi per averci, comunque, già messo più di quanto annunciato all'inizio. [SM=g27995]
Vi tengo aggiornati!

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Post: 5.640
Giudice*****
30/05/2017 09:17
 
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se c'è una che non deve scusarsi dei tempi sei tu!
e poi lo sapevo che avresti pianto arrivata al mio mattone di 4000 parole, so di essere l'intoppo! [SM=g28000]
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Post: 2.256
Giudice*****
30/05/2017 12:05
 
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Re:
Setsy, 30/05/2017 09.17:

se c'è una che non deve scusarsi dei tempi sei tu!
e poi lo sapevo che avresti pianto arrivata al mio mattone di 4000 parole, so di essere l'intoppo! [SM=g28000]




Macché!
La tua storia l'ho appena finita di leggere e ora ne stilo la valutazione. Il problema sono stati i vari impegni. Dovendo finire una storia per un contest a cui partecipo ho dovuto fermarmi con il lavoro, perché non arrivavo più in tempo per la scadenza. Le lunghezze non mi spaventano, o avrei messo il limite più basso;)
Niente paranoie, cara Setsy, e grazie per la tua pazienza.

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Post: 19
01/06/2017 16:40
 
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Ammetto che la curiosità mi sta uccidendo XD Ma ti ringrazio per averci avvisato (oltre che per la spiegazione dei simbolini vicino alla storia).
Buon lavoro e non preoccuparti! Non so se per gli altri è lo stesso, ma per quel che mi riguarda preferisco attendere un po' di più per aver un giudizio fatto bene, invece di qualche numero senza commenti nè spiegazioni in tempi più rapidi.
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Post: 2.256
Giudice*****
01/06/2017 19:25
 
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Re:
Noemi_C, 01/06/2017 16.40:

Ammetto che la curiosità mi sta uccidendo XD Ma ti ringrazio per averci avvisato (oltre che per la spiegazione dei simbolini vicino alla storia).
Buon lavoro e non preoccuparti! Non so se per gli altri è lo stesso, ma per quel che mi riguarda preferisco attendere un po' di più per aver un giudizio fatto bene, invece di qualche numero senza commenti nè spiegazioni in tempi più rapidi.




Grazie. Non so quale sia il tuo standard di bene argomentato, visto che sono folle e probabilmente non avranno senso le mie elucubrazioni, ma le valutazioni posso assicurare che sono belle sostanziose. Avrete di che leggere e obiettare [SM=g27995]

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Post: 19
03/06/2017 22:31
 
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Nirvana_04, 01/06/2017 19.25:




Grazie. Non so quale sia il tuo standard di bene argomentato, visto che sono folle e probabilmente non avranno senso le mie elucubrazioni, ma le valutazioni posso assicurare che sono belle sostanziose. Avrete di che leggere e obiettare [SM=g27995]


Intendevo proprio questo [SM=g27987]
Aaaaah! Ne manca solo una vero? Ah!Ah! Si salvi chi può! [SM=g27989]
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Post: 2.256
Giudice*****
05/06/2017 15:03
 
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Cari partecipanti
Ho appena finito con le valutazioni. Ancora un paio d'ore, giusto il tempo di sbrigare le faccende giornaliere e controllare il tutto, e avrete i risultati.
Vi annuncio fin da ora, tanto per non lasciarvi senza informazioni, che ho deciso di assegnare due premi speciali. [SM=g27989]
Quindi, a stasera!
[Modificato da Nirvana_04 05/06/2017 15:18]

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Post: 5.640
Giudice*****
05/06/2017 15:36
 
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va bene. La Paura. [SM=g27993]
se il pc impazzisce (è il agguato il terzo aggiornamneto non voluto da windows 8, al 10, al 10 pro a questo 10 C - che non so che vuol dire, maledetto lui) al peggio vedrò di usare il bandone semi-morto che non funziona quasi più... sigh!
vado a rotolarmi nell'ansia, è un bello sport

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Post: 19
05/06/2017 18:34
 
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E sul menù... concorrenti fritti nell'ansia con contorno di attesa e minacce di morte contro connessioni disertrici.

[SM=g27994] [SM=g27995] [SM=g27994]
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Post: 2.256
Giudice*****
05/06/2017 21:27
 
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va bene. La Paura. [SM=g27993]
se il pc impazzisce (è il agguato il terzo aggiornamneto non voluto da windows 8, al 10, al 10 pro a questo 10 C - che non so che vuol dire, maledetto lui) al peggio vedrò di usare il bandone semi-morto che non funziona quasi più... sigh!
vado a rotolarmi nell'ansia, è un bello sport




E sul menù... concorrenti fritti nell'ansia con contorno di attesa e minacce di morte contro connessioni disertrici.

[SM=g27994] [SM=g27995] [SM=g27994]



Ragazze, l'ansia ce l'ho io [SM=g27994] Arrivano subito!

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Post: 2.256
Giudice*****
05/06/2017 21:34
 
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Valutazioni
Eccomi qui con le vostre valutazioni [SM=g27995]
Prima di tutto, mi scuso per l'attesa, lunga ogni dire; non mi dilungo in scuse, sappiate che ho fatto il possibile.
Le valutazioni sono elucubrazioni matte e un po' astruse sulle vostre bellissime storie. Ho cercato di valorizzare laddove qualcosa mi ha colpito e di dare "consigli" laddove ho pensato a ciò che reputavo fosse da aggiustare. Ricordate che sono personali e soggette anch'esse al vostro giudizio; quindi mi rimetto a voi. Per qualunque dubbio o obiezione, sono alla vostra mercé. Per contro, vi chiedo di non star troppo a guardare il posto in classifica, ma ciò che ho da dire - e non è poco, vista la mia tendenza a impicciarmi anche dei più piccoli e inesistenti dettagli. I premi speciali valgono una recensione ciascuno. Indicatemi voi le storie che preferite che io recensisca, se volete, oppure scelgo io. Se non volete la valutazione, ditemelo; il silenzio lo interpreterò come un'approvazione.
Adesso, vi chiedo un ultimo favore: non pubblicate nulla nella discussione finché non avrò postato tutte e cinque le valutazioni.
Grazie per l'attenzione!

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Post: 2.256
Giudice*****
05/06/2017 21:39
 
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Quarta classificata

Sguardi celati

di fra_eater






Grammatica: 9.2/10

Eppure non gli sembra → -0.2 (non le sembra.)
Sangue sporco, mezzo sangue → -0.1 (Tecnicamente non sono scritte in modo errato, ma nel libro entrambe le definizioni appaiono come un'unica parola; per questo motivo te le ho segnate errore.)
passando lievemente le dita su quel contorno bruno, ruvido al tatto per la crosta formatasi e regalandole un sorriso triste → -0.2 (Devi chiudere l'inciso, aggiungendo una virgola prima della "e" congiunzione.)
E lei lo osserva mentre con dolcezza passa le sue dita unte di Dittamo su quelle lettere, ricordando come lui già una volta aveva provato a difenderla da quelle parole e non riesce a trattenere un sorriso → -0.3 (C'è uno spazio doppio tra "E" e "lei". Inoltre anche qui hai scordato di chiudere l'inciso. Va messa una virgola dopo "parole".)


Stile: 7.5/10

Il tuo stile, ancora una volta, è molto semplice e pulito. Offri al lettore un'ottima descrizione degli ambienti, l'atmosfera è fin da subito immaginabile e ben descritta, non a livello fisico ma soprattutto emotivo. Hai il grande pregio di far capire al lettore dove si svolgono le vicende dal modo in cui esplori l'animo dei personaggi. Ovviamente, questo ti è possibile perché è una fanfiction, ma a maggior ragione è un punto a tuo favore, perché ti permette di non dover dare troppe informazioni e di immettere velocemente il lettore nel punto della trama originale di tuo interesse e studio.
A parte i due casi segnati, la punteggiatura è ottima. La storia è scandita dalle giuste pause e rende la lettura scorrevole e piacevole. Devi solo prestare più attenzione a chiudere gli incisi, ogni tanto perdi qualche virgola per strada.
Il lessico va affinato e arricchito un po', perché rende il tuo testo troppo spoglio e poco caratterizzato; il tuo stile così è povero e scorre quasi a non lasciare un gusto deciso alla mente del lettore. In alcuni punti, ho visto alcune ripetizioni, proprio per la poca varietà del registro adoperato. Se da un lato questa semplicità è molto affine con la storia originaria trattata, e anche vero che Harry Potter è un libro che possiede diverse sfaccettature che vengono semplificate; tutt'altro mondo dalla troppa semplicità di questo testo. Ovviamente, questo è più che altro un'impressione soggettiva.
Un errore, invece, che ti devo far notare è quello del cambio improvviso di POV all'interno dei pensieri di Hermione. Ciò che mi è piaciuto della storia è stata la scelta di lasciar parlare i loro sguardi per mostrarci i loro pensieri e le loro emozioni. Quindi, il fatto di ritrovarmi con una frase fuori posto nei pensieri di Hermione mi è un po' dispiaciuto.

- Osserva attentamente con i suoi occhi cobalto, tastando piano la ferita, attento a non farle del male in alcun modo.

La frase che segue va benissimo, perché le mostri come impressioni e sensazioni che passano comunque dallo sguardo di Hemione, ma questa frase presente un grave e brusco cambio di POV che mi ha un po' disorientato. Il soggetto della frase precedente è Hermione, quindi per lo meno dovevi mettere il soggetto di questa, cioè Ron, per evitare il vuoto creatosi. Sarebbe stato più giusto, per non cadere in errore, presentarla in un modo differente, in modo che a osservare fosse stata Hemione. Ti faccio un esempio:

- Osserva attentamente i suoi occhi cobalto, mentre le sue mani tastano piano la sua ferita, e vede con quanta attenzione egli prova a non farle del male in alcun modo.

In questo modo, la scena sarebbe stata filtrata dagli occhi di Hermione e tu avresti comunque potuto inserire tale narrazione.
Il testo non presenta figure retoriche o effetti stilistici di rilevante importanza. La lettura, in definitiva, è piacevole ma non presenta limature di alcun genere.


Trama e uso dell’acronimo: 7.5/10

La trama è tutta incentrata sull'introspezione dei due personaggi e di come loro due vedono il mondo e l'altro. Questa idea mi è piaciuta molto, ma presente un grande errore, secondo me. Quando ho detto nel bando che mi sarebbe piaciuto vedere un distacco tra le parole che componevano l'acronimo e ho suggerito di usare un salto temporale o un cambio di POV, non intendevo spingere il partecipante a abusare di tali tecniche. In un primo momento, il cambio di scena e di POV insieme mi ha spiazzato, non ho ben compreso in che punto la seconda parte si stesse svolgendo. I pensieri di Hermione mi portavano al sesto libro, ma io ero ancora con la mente al quarto, il che mi ha disorientato. Ho dovuto rileggere due volte il testo seduta stante per poter capire e sincerarmi di aver recepito bene la tua descrizione. Questo per dirti che usare entrambe le tecniche insieme è stato, forse, un po' troppo. Per rendere l'effetto sarebbe bastata una sola delle due. Nel modo come hai fatto tu, invece, è presente un enorme buco di trama.
L'idea di mostrare attraverso "sguardi celati" le impressioni sulla scena che si svolge era pressoché originale e perfetta per l'atmosfera che avevi creato, ma sarebbe stato più carino e avrebbe avuto un effetto più riuscito se la scena in questione fosse stata la stessa. Viceversa, se volevi usare il salto temporale, sarebbe stato meglio usare un unico POV, magari quello di Ron, che avrebbe mostrato – durante l'acronimo di Hemione – come egli stava vivendo la tortura nei confronti dell'amata.
Il contenuto del testo, comunque, è stato molto fedele agli eventi originali, aggiungendo qualche particolare in più in merito al momento in cui le ferite di Hemione vengono curate. È stata molto carina l'idea che suddetta operazione venisse fatta dallo stesso Ron, perché ti ha permesso di aumentare l'introspezione di lui, nonché far trasparire con trasporto i suoi sentimenti attraverso i suoi gesti. Le immagini richiamate al lettore sono state forti e ben costruire e l'atmosfera risulta pressoché perfetta,
Il bando richiedeva di adoperare un terzo delle lettere dell'acronimo per approfondire l'introspezione. Nel tuo caso, dovevano essere almeno tre. Le parole valide, a mio parere, sono "rosso", "osservava", "rimugina", "osservava". Fortunatamente sono più di tre, perché usare lo stesso verbo non sarebbe stata una scelta felice.
L'aggettivo "rosso" esprime la rabbia di Ron, la sua gelosia. Il verbo "osservava" è al limite di ciò che richiedevo nel bando, poiché i verbi dovevano esprimere ciò che loro provavano. Se fosse stato "guardava" o "vedeva", che sono verbi sensoriali più blandi, non li avrei accettati; ma "osservava" indica una certa intensità nello sguardo, sensazione rafforzata dal fatto che i suoi occhi tendono a chiudere a fessura tanto è concentrato. Per il secondo "osservava", invece, non vi leggo la stessa intensità del primo (a maggior ragione, menomale che sono più di tre i termini che hai usato): sì, c'è la cura con cui si occupa della ferita, ma non è strettamente legato alle sue emozioni. "Rimugina" va bene: esprime l'angoscia e l'incertezza e i pensieri vorticanti di Hermione, che si ritrova a dover fare i conti con espressioni macchiate sulla pelle che ha combattuto sempre con la sua intelligenza, impegnandosi e facendosi valere, mentre quelle cicatrici lo imprimono a fuoco sulla sua pelle, in un modo che lei non può contrastare.


Titolo: 5/5

Questo titolo è… wow… semplice ma di una profondità unica.
Non mi dilungherò molto. Voglio solo dirti che è uno di quei titolo che all'inizio possono apparire marginali e non strettamente attinenti alla storia, ma che una volta colto il reale significato di essa acquista una intensità da far paura.
La forza del tuo titolo sta nel suo stretto legame in ciò che non viene esplicitamente detto nel testo ma che si deduce dalla trama e dallo stile adoperato. Entrambe le scene ci vengono mostrate attraverso sguardi rubati mentre l'altro non sta guardando, i loro occhi si nascondono dietro a facciate fasulle, mentre gli occhi delle loro menti vagano verso introspezioni profonde che indagano il reale stato delle cose e delle loro percezioni.
Gli "sguardi celati", dunque, sono il modo timido e nascosto con cui i due protagonisti si imparano ad amare a distanza, senza farsi accorgere l'uno dall'altro, scoprendo i loro sentimenti e il bisogno che l'uno ha dell'altra.


Caratterizzazione dei personaggi: 10/10

Ciò che mi è piaciuto della caratterizzazione dei tuoi personaggi è stato il modo in cui hai saputo renderli nella scena narrata. Non solo ho riconosciuto la loro personalità ma anche il loro modo di porsi, di muoversi, il modo di guardare e di porgersi alle cose che li circondano.
Ron è rosso in viso, con le braccia conserte e tiene d'occhio ogni cosa lo circondi con sguardo assassino. Anche il fatto che ignori deliberatamente la sua accompagnatrice indica quanto poco gli importi di ciò che pensano gli altri o, soprattutto lei. La sua attenzione è tutta per Hermione e il suo cavaliere. È insensibile e imbronciato, geloso tanto da non riuscire a nasconderlo; se ne frega dei sentimenti della ragazza che gli sta accanto e non presta attenzione veramente a ciò che lo circonda. I suoi pensieri seguono trame sempre più rosse di invidia e rabbia.

- Osservava con gli occhi ridotti a due fessure

È esattamente come Ron appare nel quarto film, con gli occhi sempre più stretti dall'ira e colmi di quella gelosia che poi lo fanno apparire suscettibile e intrattabile. Veritiera anche il pensiero in cui, nella sua mente, il suo idolo diventa il suo più grande rivale. C'è questo passaggio di percezione verso Krum, che tu hai reso molto bene. Ron passa dal venerarlo a volerlo fare fuori con le sue stesse mani, trovando difetti in lui anche nei più superficiali dettagli. Attraverso gli occhi di Hermione, poi, tu ne offri un'altra sfaccettatura. Ron, nel settimo libro, cambia il suo modo di porsi alla ragazza, stando attento ai quei gesti che a una fanciulla fanno sempre piacere. A maggio ragione, nella scena da te trattata nel secondo pezzo, egli è attento a non procurarle dolore e preoccupato per le sue condizioni. È lui, per una volta, a prendere l'iniziativa, occupandosi delle sue ferite, ancora una volta difendendola dalle ingiurie altrui.
È però la caratterizzazione di Hermione che mi è piaciuta di più, perché più profonda. La fai apparire sotto shock, ancora padrona delle sue azioni (niente isterie) ma psicologicamente colpita dalla tortura subita. I dubbi riaffiorano per un attimo, si scontrano con il suo sentirsi normale, la fanno esitare. Traspare anche la sua sensibilità, la sua fragilità. Ella si scopre non essere invulnerabile, e a tal proposito scopre quanto bisogno ha di Ron e del suo aiuto. E attraverso la sua presenza e la sua dedizione che comprende di poter tornare ad avere fiducia nel suo posto nel mondo. Ma ne esce comunque cambiata in un certo modo, più indurita. L'ultima frase mostra il suo ardimento nel voler contrastare quelle parole feroci che hanno cercato di sottometterla.


Gradimento personale: 3/5

Non ho assolutamente gradito il salto temporale, per il semplice fatto che mi ha disorientato. Se si vieni costretti a fermarsi e tornare indietro per poter capire una storia, allora c'è un problema. Nel tuo caso, ho ripreso quasi subito la lettura, quindi è possibile che io abbia percepito la cosa un po' più grave di quello che realmente è; io, comunque, penso che tu abbia osato un po' troppo. Ho però percepito che ti sei avventurata nella sfida e ho comunque apprezzato l'introspezione che hai dato dei due. La storia è semplice e ha una sua profondità. Tratta, in poco spazio, molti temi importanti, e anche questo è stato un punto a suo favore. Non si tratta solo che l'uno si accorge dell'altro, non si tratta solo di svelare i loro sentimenti, la gelosia; c'è anche il dolore, un duello tra il male che il razzismo può fare e una soluzione che ci dà il potere di contrastarlo, anche se a piccole dosi di felicità.
Questo mi è piaciuto molto. Complimenti!


Punti bonus: 8/8

Se non ne avessi abusato tanto, avresti avuto un voto più alto nella "trama". Fatto sta che per quanto riguarda i punti bonus hai fatto un lavoro impeccabile. Con un acronimo dato dai semplici nomi era davvero difficile andarseli a prendere tutti quanti, ma tu ci sei riuscita. Questa può apparire una contraddizione, e mi scuso.
I due nomi sono parte integrante della storia, l'acronimo è vivo nella narrazione perché tu, non solo hai fatto combaciare a lettere del nome il punto di vista del personaggio, hai anche offerto un salto temporale che, secondo me, è stato superfluo ma che comunque ti ha permesso di distaccare le lettere dei due nomi tanto da mantenerne lo spelling. Quindi, un buon lavoro che poteva essere perfetto se teneva conto anche delle altre voci della valutazione!


Punteggio: 42.2+8/50+8


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Post: 2.256
Giudice*****
05/06/2017 21:43
 
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Terza classificata a pari metito

e

Vincitrice del premio "Checkmate"
Chi sei tu?
di Noemi_C






Grammatica: 8.4/10

ad increspargli → -0.5 (L'uso della "d" eufonica andrebbe limitato ai casi in cui vi è un incontro della stessa vocale. Questo errore lo commetti più di due volte e, di conseguenza, lo valuto come tale. Tutti gli altri casi te li segno in questa lista.)
Un ricordo si affaccia prepotentemente nella mente del giovane imperiale e, senza quasi rendersene conto, si ritrova a fissare il proprio sguardo → -0.2 (C'è un errore di coordinamento del soggetto, che nella coordinata non è più il "ricordo" ma "il giovane imperiale". Sarebbe corretto, invece, sostituire la "e" con un "che".)
ed ombre inquiete.
Ecco, però, che un servitore irruppe nella stanza, senza degnarsi nemmeno di bussare e gettò → 0.2 (Serve una virgola dopo "bussare" per chiudere l'inciso.)
quel ansito → -0.2 (L'aggettivo dimostrativo non vuole il troncamento davanti a vocale, nemmeno se il sostantivo è maschile.)
«Quando ti sarai stancato di tutto questo, vieni da noi, sei il nostro fratellino» → -0.1 (Manca il punto)
ad essere
future re → -0.1 (futuro)
dedito allo studio tanto quando alla guerra → -0.1 (quanto)
ad una domanda
Misero mortale, nella ricerca spasmodica del proprio posto nel mondo → -0.2 (alla ricerca)


Stile: 9/10

Il tuo stile è abbastanza fluido e scorrevole, il testo si legge piuttosto bene, soprattutto perché hai un'ottima conoscenza grammaticale e sintattica – tolte le sviste che ti ho segnalato sopra; non presenta ricercatezze o accorgimenti stilistici che avrebbero limato la narrazione, ma è comunque conforme con il tipo di narrazione adottata. I periodi sono piuttosto semplici, ma non mancano quelli più lunghi e complessi; c'è un uso prevalentemente di frasi subordinate in quest'ultime, che vengono alternate da frasi nominali a spezzare i paragrafi e a dare il ritmo alla narrazione.
Il testo, però, presenta due grosse pecche, a mio avviso: uno è grafico, ed è un consiglio personale; l'altro riguarda la gestione delle sequenze della storia.
Nonostante tu sia stata molto brava a gestire i tempi verbali – e non darlo per scontato, perché so per esperienza che molti commettono questo errore – c'è un problema di immediata comprensione che ho percepito lungo la lettura (ho dovuto leggere con molta attenzione per trovare lo stacco corretto), e questo è dovuto alla mancanza di una separazione visiva che non ha aiutato a dare un distacco tra passato e presente. Sono dell'idea che simili stratagemmi non sono strettamente necessari in alcuni tipi di racconti, ma soprattutto qui, in un testo con acronimo, avrebbe aiutato la spartizione degli spazi, nonché il distacco tra le diverse parole delle due frasi utilizzate per creare il testo. Usando un corsivo per il ricordo avresti ovviato a questo problema del lettore. Le frasi da te scelte erano piuttosto lunghe e necessitavano di un aiuto grafico per poterne cogliere l'utilità al fine della struttura narrativa. Inoltre il ricordo non è accorpato con un verbo come il trapassato prossimo, che si accosta bene per amalgamare il testo e allo stesso tempo evidenziare i passaggi temporali; ma tu hai usato due verbi, per così dire, dominanti, come il presente e il passato remoto. A maggior ragione, quindi, stilisticamente sarebbe più appropriato usare il corsivo per il ricordo. Non so se si è capito ciò che voglio dire… È come una storia dentro la storia, il corsivo avrebbe aumentato l'immedesimazione del lettore, come un risucchio all'interno del ricordo, che diventa l'argomento principale.
Il secondo errore, che ha penalizzato il ritmo narrativo, è stato l'assembramento tra il primo ricordo e il secondo, che tu hai cercato di amalgamare come un tutt'uno, creando proprio uno scalino all'interno dei periodi temporali. Mi spiego meglio.
Essenzialmente, il "ricordo" non è solo uno, ma due: quello della madre e quello dell'incontro con i due fratelli; in mezzo ci sta il narratore che "licenzia" i fatti intermedi con una descrizione riassuntiva. Il primo è strettamente legato al secondo. Il problema, secondo me, è stato presentare i due ricordi come un unico blocco. Il testo racchiuso nell'acronimo "deserve to" poteva benissimo tornare al presente, come se uscissi fuori dal ricordo e il Kouha adulto pensasse a sé bambino e al cambiamento che la Corte aveva avuto ufficialmente nei suoi confronti; poi, saresti potuta tornare a fargli guardare lo specchio e ricalarsi all'interno del secondo ricordo, giusto per non creare questa discrepanza tra le due parti temporali. Espedienti come questi hanno appesantito la parte centrale del testo e hanno minato alla scorrevolezza della lettura.
Ti faccio, invece, i complimenti per il lessico: semplice ma vario, con alcuni termini mirati e usati al momento giusto, che hanno arricchito un testo lineare e pulito. Inoltre l'uso del lessico appartenente al mondo da te sfruttato a impreziosito il racconto e lo ha calato nell'atmosfera dell'anime. Hai sfruttato molto gli aggettivi, ma fortunatamente non ne hai eccessivamente abusato; il racconto, quindi, risulta ben dettagliato ma senza essere appesantito da le varie informazioni introspettive, anche perché tale compito lo hai spartito sia attraverso aggettivi che attraverso interi paragrafi in qui era il pensiero di Kouha a essere dominante e a esprimere il suo stato d'animo.
Ho solo un'osservazione:

- Estrasse la lama e con un unico e preciso fendente gli tagliò la gola

Il fendente è un colpo che si sfera sempre dall'alto verso il basso, mentre, per come hai descritto la scena, il movimento che fa Kouha dev'essere da sinistra verso destra – o destra verso sinistra.
La narrazione al presente ti ha permesso di far sentire la vicenda più vicina al lettore, facendolo immedesimare nel personaggio principale. C'è una buona commistione tra descrizione e narrazione; buona anche l'alternanza tra il "descrivere la scena" e il "mostrarla", senza esagerare verso l'una o l'altra tecnica.
Il testo è povero di dialoghi, ma non mi è dispiaciuto, visto l'impronta introspettiva che gli hai donato. Sono felice di dire che la punteggiatura è curata ed è perfetta.
Ultimo consiglio, e non c'entra con lo stile né influenza alcun voto: io alzerei il rating, proprio per la scena violenta presente nel primo ricordo. Inoltre è presente anche l'angst, questo tormento ansioso ed eccitato che dilania il personaggio in gran parte della lettura; quindi andrebbe avvertito il lettore.


Trama e uso dell’acronimo: 10/10

La trama ripercorre tutti i momenti salienti di questo personaggio e della sua storia, approfondendo quei passaggi introspettivi che in un anime non vengono sempre fuori al meglio, non quanto possono rendere in un testo scritto.
Il primo complimento va alla tua capacità di contestualizzare la scena: è fin da subito chiaro che Kouha si trova in uno dei tipici momenti in cui porta a Corte altre delle sue "reclute"; e rendi chiaro anche il fatto che questo è un atteggiamento che si ripete ogni volta. Altrettanto chiara è la differenza tra lui e la Corte, i diversi modi di apparire e pensare, i diversi obiettivi e le diverse posizioni "sociali".
L'ambientazione, invece, è un po' ridotta all'osso, si limita all'essenziale, tanto quanto basta per far muovere il personaggio in uno spazio. Per il genere trattato, va bene, anche se io prediligo avere più stimolazioni per quanto riguarda i cinque sensi. Tu ne sfrutti due molto bene: la vista e l'udito, e li utilizzi il primo per il sangue – elemento molto importante per definire persino il personaggio – e l'altro per le dicerie, che sono importanti per le dinamiche comportamentali ed evolutive del suddetto.
Abbiamo, quindi, Kouha che ghigna ai suoi "rivali" per poi subire, in segreto, i conflitti di una coscienza deviata dal suo passato. Iniziano qui i ricordi – uso il plurale perché non posso fare a meno di constatare che sono due momenti distinti seppur legati tra loro – che hanno rappresentato il fulcro della vita di Kouha, soprattutto perché riguardano le persone a lui più care: sua madre e i suoi fratelli, soprattutto il maggiore che erediterà l'Impero.
Il primo ricordo è stato gestito molto bene. Ti sei presa il giusto spazio per mostrare una scena significativa e molto forte, con un bambino già avvezzo al sangue e alla giustizia "veloce e fai da te"; hai espresso molto bene ciò che per lui era importante in quel momento e in futuro. Poi abbiamo una panoramica, un po' frettolosa, delle conseguenze di quel gesto, per infine giungere al secondo ricordo importante. Kouha entra in contatto con una nuova, seppur limitata, visione della Corte e della sua famiglia, scopre l'affetto e il legame di sangue – che va oltre quello con una madre malata mentalmente – e trova il suo scopo nella vita.
L'introspezione e i dubbi finali sono la parte che più mi ha catturato, poiché quella gestita meglio, con i giusti ritmi (questo è un commento personale, non ha influenza sul voto di questa voce). Kouha è combattuto tra quello che aveva conosciuto fino a quel momento e quello che gli viene mostrato dalla bontà di Kouen, tanto da non riuscire fino in fondo a distinguere le due facce di quella vita passata alla mercé altrui. I dubbi e il suo arrovellamento si risolvono con un ghigno eccitato e un po' eccentrico, emblema di questo personaggio.
Il bando richiedeva di adoperare un terzo delle lettere dell'acronimo per approfondire l'introspezione. Nel tuo caso, dovevano essere almeno ventitré. Visto il numero non da poco, ne parlerò in modo generale, soffermandomi su quelli più significativi. Ti dico fin da subito che hai rispettato la consegna, facendo quanto serviva, e anche più, in maniera molto scrupolosa. Me ne hai messe in evidenzia alcuni nelle N.d.A. ma io ne ho individuati altri che hanno arricchito questo quadro, ampliando la visione d'insieme.
Codardo, Sudicia, Stelle maledette, Emarginata, Voci maligne, Oro nero: sono aggettivi e sostantivi che hanno descritto ciò che lo circonda e che lo influenza dall'esterno, parte integrante del testo e della caratterizzazione del mondo, nonché dei personaggi secondari. La codardia, che è un termine che ha un doppio significato, poiché si riferisce, in modo diverso, sia al consigliere che alle sue paure; sudicia è la corte, così come emarginata è sua madre e il suo ruolo all'interno dell'Impero. Le voci maligne lo hanno sempre perseguitato al pari delle stelle. Infine, l'oro nero è molto significativo, perché esalta la celata bellezza e importanza di ciò che si nasconde dentro gli animi e le persone più abiette e ai margini della società.
Poi abbiamo i verbo, gli aggettivi e i sostantivi che sono direttamente legati alla sua persona e che ne scolpiscono carattere, peculiarità, sentimenti e modi di comportamento. Esteta Sangue, Orgoglioso, Preoccupato, Lesto, Demone, Ebbro, Spietato, Respinto, Turbato, Ostile, Detestava, Insano, Armato, Principe, Euforico, Elevando, Ansioso, Redenzione, Balocco, Orrido, Egoista, Burattinaio, Ombra, Misero, Egregio, Sanguinario, Encomiabile, Leale, Estroso, Signore, Scoppiando. Un disegno di alti e bassi e pieno di sfumature che ha disegnato a tutto tondo un personaggio che sei riuscita a farmi piacere, nonostante la mia scarsa conoscenza dell'anime. Di questo, però, parlerò più avanti. Complimenti per la cura dei dettagli!


Titolo: 4.5/5

Il titolo mi ha squarciato in due. Il titolo è piuttosto semplice, forse un po' troppo per i miei gusti. Racchiude i dilemmi di Kouha, l'incertezza di una vita piena di dolori che lui combatte con l'esaltazione e l'eccentricità che lo caratterizzano; eppure c'è qualcosa in più, nel testo, che il titolo non riesce a esplicare. "Chi sei tu?" sarebbe un titolo perfetto per una storia più malinconica, senza sbocchi o soluzioni, in cui il personaggio è totalmente in balia dei suoi assilli. Kouha non mi appare, però, corrispondere fino in fondo a queste caratteristiche: egli è, sì, preda di forti dubbi, ma possiede quella volontà e quella follia che li permettono di abbatterli con un colpo di fronte contro lo specchio; Kouha allontana con una risata i suoi pensieri, perché la sua forza sta proprio nel mettere a tacere le fragilità che si nascondono nella sua vita e nel suo ruolo di figlio bastardo.
Il titolo non mi ha catturato, non l'ho trovato abbastanza accattivante, profondo per il personaggio. C'è molto di più in lui, forse anche un po' di menefreghismo. Ecco, è mancata questa sfumatura. Solitamente non sono il tipo, però, avrei visto molto meglio un titolo più lungo, che ne mostrasse l'ambiguità, piuttosto che il dubbio corrosivo.


Caratterizzazione dei personaggi: 10/10

Ogni personaggio – e, quindi, non solo Kouha – sono stati caratterizzati perfettamente bene, a partire dalla Corte. Ho l'abitudine di considerare lo sfondo come un personaggio, esso deve avere vita; e quello della tua storia ce l'ha, ed è l'opposto di ciò che brama e cerca di perseguire il protagonista. La Corte è corrotta, abietta, piena di quelle false stelle che nascondono il sudiciume di gente leccapiedi legata a pregiudizi e maligni passatempi. Di questo sfondo, emblema è il consigliere, che, per quanto non apertamente, si prodiga in tutti i modi per far sentire il disagio e l'inadeguatezza al terzo principe dell'Impero Kou. Egli sembra una persona melliflua, sprezzante, un vecchio sghignazzante con la paura sotto il naso e una serpe che gli esce dalla bocca. Abbiamo anche l'ignoranza, rappresentata dal servo e dalla sua perversa e macabra morte: in essa si racchiude tutta l'inumanità che sta dietro a un comportamento discriminatorio, votato sempre verso quelli che appaiono più deboli dei deboli (scusa il gioco di parole).
Poi abbiamo la madre e la sua follia. Sei stata bravissima a creare quell'atmosfera di irreale calma e controllo che la circondano, ma ne hai tratteggiato molto bene anche la fragilità, grazie alle cure e alle attenzione che il piccolo di cinque anni le riserva. Il suo essere una bambola nei suoi confronti è una scelta, al contro dell'essere un burattino nelle mani del regno. Bellissime le descrizioni della donna, la caratterizzazione dei suoi gesti e della sua risata – perfetta sinfonia, alle orecchie di un bambino che l'adora al di sopra di tutto.
Infine, e non ultimo, abbiamo lui: Kouha. È talmente complesso che è stato un azzardo darne un disegno in questo poco spazio. L'introspezione si è concentrata sui particolari più importanti, ovvero il suo attaccamento agli uomini e alla famiglia, e le sue manie folli del sangue e della morte; e in mezzo ci sta tutto un mondo di piccole informazioni, dettagli che hanno impreziosito questo quadro. Kouha è un bambino che è portato alla disperazione da una posizione ai margini della società. I suoi occhi sono costretti a guardare una madre impazzire di un amore malato e le sue orecchie sono costrette a udire le malignità di una società che intende ucciderlo dentro. E ci va molto vicino! È la famiglia che lo salva, quella che lui fino a quel momento ha solo imparato a odiare. L'attaccamento e il senso di appartenenza a qualcosa di bello e genuino, buono, il sentirsi importante per qualcuno che sembra perfetto e amato, fanno nascere in lui il senso di rivalsa: così come Kouen ha tirato fuori lui da quel baratro, egli farà altrettanto per gli altri.
Questi due aspetti della sua vita si mischiano nel suo carattere, dipingendo un giovane uomo eccentrico, affascinante, impulsivo, iracondo, quasi annoiato; dietro cui si nasconde il "servo" di un fratello che ha guadagna il suo affetto, il principe di un popolo che ha bisogno di poter dar voce ai suoi soprusi proprio grazie al suo senso empatico, caratterizzato dalle sue ambigue origini. C'è anche la follia che egli ha aspirato dalle braccia amorevoli della madre, che lo rendono imprevedibile e incostante. Tutto questo, e altro che non riesco a spiegare meglio, è venuto fuori da questo racconto. Davvero un ottimo lavoro!


Gradimento personale: 4/5

Mi è mancato qualcosa nel modo in cui mi hai presentato la trama, durante la lettura. Non parlo degli elementi in sé, ma di come li hai gestiti. Prediligo letture più cesellate, a incastro, che si disegnano pian piano, un po' arzigogolate ma logiche. Credo che questo tu possa intuirlo dal tipo di contest che ho indetto, dopotutto. Per questo la tua storia non mi ha catturato fino in fondo. Il testo è pulito e ben scritto, l'organizzazione dei vari argomenti mirabile e ben ponderata; ogni cosa ha il suo giusto spazio e mi ha trascinato in un mondo tutto da scoprire; ma mi è mancato qualcosa per farmi dire… wow.
Ciò che invece mi è piaciuto è stato il personaggio principale e la sua storia, davvero interessante; mi sarebbe piaciuto saperne di più, che alcuni punti venissero maggiormente sviluppati, ma mi rendo conto che c'era un limite entro cui restare. Nonostante questo, Kouha mi ha davvero entusiasmato: la sua eccentricità, la sua vena di pazzia, la sua indolenza. È uno di quei personaggi che io adoro proprio per i suoi chiaro-scuri. Spero di poter leggere altro su di lui, magari di vederlo all'opera e, quindi, di poter ammirare sul "campo" le sue caratteristiche.


Punti bonus: 7.5/8

Qui hai fatto davvero un buon lavoro. Ancora una volta sei stata molto attenta ai dettagli e a ogni passaggio, "spezzando" le frasi nei punti giusti per esaltare le due/tre parole di turno nel modo più appropriato. Ma vediamo nel dettaglio.
Il "because" si riferisce alla scena scatenante che riporta a galla i suoi dubbi e i suoi ricordi, con i suoi dolori e le sue bramosie.
"Useless people" tratta dei personaggi e delle vicende che riguardano le "persone inutili", come sua madre e lui; ma anche il servo, la cui morte colpisce solo per l'efferatezza legata al gesto di un bambino di cinque anni.
"Deserve to" è il momento di passaggio, caratterizzato dalle conseguenze del suo gesto, dalle malelingue e da un forte angst contro la Corte e il suo modo passivo di muovere contro di lui e la madre.
"Die" tratta del suo odio e delle sue iraconde e istintive intenzioni.
"and when" abbiamo l'incontro con i fratelli, emblematico legare questo particolare punto di svolta con il termine "quando", proprio a sottolinearne l'importanza di questo ricordo nell'evoluzione del personaggio.
"people are broken" è forse il passaggio più forte, perché è un miscuglio tra le sue buone azioni, i suoi intenti, e i dubbi che lo tormentato, spezzandolo nel decidere cosa è veramente lui per gli altri, e quanto ha riposto nel loro affetto e vicinanza. Inoltre c'è anche l'elemento fisico, ovvero la rottura dello specchio.
"we become useless" è, invece, il passaggio che meno mi convince, per la contraddittorietà. Il verbo "diventare" richiama alla mente uno stadio finito, in cui c'è un personaggio definito entro certi limiti, mentre il finale della tua storia io l'ho percepito come un finale aperto, in cui Kouha in qualche modo allontana la risposta finale e si limita a ridere follemente a quelle domande, come se a dispetto di esse e della reale risposta, lui continuerà a essere esattamente quello che è… o non è.
Il testo scorre perfettamente nonostante l'ottimo utilizzo dell'acronimo, il che non era per niente facile. Complimenti!


Punteggio: 45.9+7.5/50+8


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Post: 2.256
Giudice*****
05/06/2017 21:47
 
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Terza classificata a pari merito

Standing alone

di TheHeartIsALonelyHunter






Grammatica: 9.9/10

un perdono, un'assoluzione, un oblio che non sarebbero mai arrivati. →-0.1

Secondo me va tolta la virgola prima di "oblio", poiché "sarebbero mai arrivati" si riferisce anche ad "assoluzione" e "perdono". Con la virgola, invece, sembra che il verbo faccia riferimento solo all'ultimo sostantivo, il che renderebbe sbagliato l'uso del plurale.
Per il resto ho solo complimenti: grammatica, sintassi e ortografia impeccabili!


Stile: 8/10

La punteggiatura è stata, secondo me, il tallone d'Achille del tuo stile. Ci sono alcuni punti in cui non mi hai trovato d'accordo; e per semplificare il mio pensiero ti riporto alcuni esempi:

Doveri e angosce, quella era e sarebbe eternamente stata la sua fatale condizione di condannato: sterminatore di popoli, sanatore di mali, uccisore di innocenti, salvatore degli oppressi. → Dopo "doveri e angosce" io avrei messo, a primo acchito, i due punti ma, considerato che li usi subito dopo, allora li avrei isolati con un punto esclamativo, per marcarne il senso d'importanza, e per isolarli dalla principale.

Controllava, sì, controllava dalla sua rocca isolata lo scorrere continuo del mondo ai suoi piedi, l'inevitabile liquefarsi di civiltà, il necessario abbandono di anime bisognose (l'uomo che fa stare meglio le persone), il triste disfarsi, tra le proprie mani, di relazioni, di famiglie, di vite. → Questo è un metodo che usi in tutta la narrazione e che ha rallentato, reso monocorde, l'intera lettura. L'uso frequente e costante di tutte queste congiunzione per asindeto hanno penalizzato un'introspezione davvero ben resa. Tra l'altro, proprio nell'esempio qui sopra riportato, hai sfruttato la virgola in due modi differenti senza dare le giuste pause. Mi spiego: mentre nella prima parte della frase la virgola divide le coordinate riferite a "controllava", nella seconda parte la usi per separare i vari complementi di specificazione. Questo ha reso troppo contorto il periodo. Onde evitare la lunghezza resa dall'asindeto e l'uso combinato delle due funzioni della virgola in un'unica frase, io avrei posto un punto-virgola dopo la parentesi: sia per dare respiro alla lettura, sia per differenziare l'uso della punteggiatura.

nel tentare vanamente, pugni stretti e capo chino, di ricordarsi che la vera debolezza era appunto ricordare → Per lo stesso motivo qui sopra detto, io avrei separato la parentetica dalla sintassi principale, mettendo "pugni stretti e capo chino" tra trattini.

In altre parole, la punteggiatura monocorde e priva di sfumature ha appiattito anche la lettura, che risulta scandita sempre dallo stesso tono, senza variazioni.
È stato un vero peccato, perché mi piace il modo pulito con cui scrivi. L'idea delle congiunzioni per asindeto non era assolutamente sbagliata: lo scorrere costante delle frasi ti ha permesso, in parte, di affinare il grande lavoro di introspezione che hai fatto. Un testo fluido e un pensiero tormentato, resi benissimo dal flusso continuo e ininterrotto di immagini diverse per un unico concetto. L'errore, secondo, me è stato lo strafare, allungare "troppo" questo espediente stilistico; in alcuni punti, poi, reso sbagliato da alcuni tratti di punteggiatura. Poste le giuste pause e un ritmo più "coinvolgente" ai fini di una lettura più variegata, il testo avrebbe respirato, scorrendo molto meglio, senza dover rinunciare affatto a questa tecnica.
Tolte le penalità, posso passare ai punti di forza: il lessico e le immagini ricreate attraverso di esso; le contrapposizioni create attraverso l'introspezione del Dottore e l'inserimento a fine di ogni paragrafo dei pensieri di Master; i giochi di suono; le metafore.
Alcuni passaggi li ho amati a livello stilistico, come il seguente:

[…]lasciandogli quell'ultimo affronto, lanciandogli quell'ultima sfida[…]→ Bellissima questa paranomàsia, un gioco di suono che ho gradito e che io apprezzo sempre, non solo nel suo aspetto stilistico ma anche come arricchimento di contenuto. Lo stesso concetto lo capovolgi, mostrandolo in più sfaccettature. Brava!
Anche le metafore mi sono piaciute, come quella del maremoto o della fortezza: sono state perfette per descrivere gli aspetti principali di questo personaggio molto complesso, che tu racchiudi in concetti primari ricchi di sfaccettature e immagini forti – la solitudine e la superiorità. Anche qui, però, credo tu abbia voluto un po' esagerare, calcando la mano. Se da un lato dai prova di accostamenti particolari e carichi di forza, dall'altro li lasci susseguire in uno spazio molto piccolo, appesantendo un po' l'immaginazione del lettore e soffocando la trama, già di per sé con un obiettivo piuttosto importante e sottile, di cui parlerò dopo.
Ciò che, senza dubbio, apprezzo è il contrasto stilistico che hai adoperato per ogni paragrafo: il pensiero del Dottore esplicato attraverso la narrazione e il pensiero diretto di Master, il quale non appare ma che comunque hai reso bene tramite poche e mirate frasi che li attribuisci. Questo gioco è stato bello da leggere e da vedere nella pagina, ha arricchito e raffinato il contesto. Questo dialogo silenzioso, reso dalla narrazione e dai pensieri, ha dato prova dell'intesa e della "simbiosi" che tu volevi creare tra questi due personaggi e che hai reso non solo a livello di trama, ma anche a livello stilistico e di forma – pensieri che sembrano muoversi in direzioni opposte, resi in due forme opposte, ma che si ritrovato infine d'accordo.
Un complimento a parte va al lessico di cui hai dato prova: come ti ho detto hai caricato molto, ma c'è comunque da dire che questo ti ha permesso di mostrare su carta una conoscenza linguistica e un accostamento di immagini ragguardevoli e che ho avuto piacere di leggere.


Trama e uso dell’acronimo: 9.5/10

Ci tengo a premettere che non conosco, come ben sai, molto bene la serie e che, quindi, la mia valutazione si basa su folli ricerche e la visione di episodi mirati della nuova serie.
La trama è un gioco di parole che s'incentra solamente sull'introspezione del Dottore e, attraverso di essa, esanima il rapporto con Master e con i mondi in generale. Ottimo il contrasto finale, a ogni paragrafo, della controparte, che ti permette di dare un – seppur marginale – spazio alla sua controparte.
Inizi subito mostrando, in un'unica frase, le contraddizioni di un personaggio che si mostra diversamente per come si sente dentro: allegro e spensierato, eccentrico e rivoluzionario; egli si pone al di sopra dei comuni mortali, guardando dall'alto e "sputando sentenze". Nel primo paragrafo, quindi, si mischia la sua doppia natura di salvatore e distruttore, incline alle sue dubbie scelte che, proprio come ti parlerò nella caratterizzazione dei personaggi, è molto più presente nel Decimo Dottore.
Nel secondo paragrafo è ottima la conoscenza profonda che Master mostra di lui, quando gli rinfaccia la sua perenne fuga (e un ottimo riferimento alla cerimonia di ingresso all'Accademia del Signori del Tempo, di cui egli dirà di essere tra quelli che fuggirono da ciò che videro nel vortice); ed è anche un'ottima sintesi di questo personaggio, sempre in corsa tra le diverse epoche che scappa, forse, dal suo lato più umano e "terrestre".
Il confronto, e quindi la conoscenza profonda di Master dell'animo del Dottore con le sue frecciatine in correlazione con i pensieri del signore del Tardis, continua per tutta la lunghezza dell'acronimo di "Doctor" e "Master", dove sei stata molto brava a tenere i pensieri avvolti in questa nube di angst e dubbi amletici, un angosciante tira e molla tra la superiorità del suo essere e le stragi che si è lasciato dietro.
Con la seconda parte dell'acronimo, invece, arriva la presa di coscienza. La solitudine grava con tutto il suo peso, e anche il senso di negazione con la "S" sibilante di "Master" in cui cerca di aggrapparsi a tutto ciò che ha fatto per il bene. A livello di trama, non è stato furbo far dire a Doctor "io ti perdono" per il semplice fatto che, per come hai strutturato l'intera storia, io non avrei mai capito che fosse il dottore a dirlo se non perché richiama ciò che succede nell'episodio. Forse farglielo dire in un discorso diretto, per creare il contrasto sarebbe stato meglio.
Il bando richiedeva di adoperare un terzo delle lettere dell'acronimo per approfondire l'introspezione. Nel tuo caso, dovevano essere almeno quattro delle dodici lettere. Tu nei hai usati sei che io riconosco come tali, quindi hai perfettamente rispettato la consegna: Doveri, Osservava, Controllava, Tremava, Assassino, Ritirato. Per un attimo ho pensato che avessi cercato di usare quelle lettere che sarebbero andate a formare nuovamente il nome di Doctor, ma è stato un caso che ci è andato vicino.
Queste sei parole racchiudono perfettamente l'introspezione che hai fatto di quest'uomo: un uomo mosso dai doveri verso l'umanità, che osserva e controlla tutto a distanza; ma che trema per il peso che porta e per le verità che la morte di Master gli pone davanti, ritirato come sconfitto dallo scoprirsi assassino. Un'ottima sintesi esplicativa del lavoro dell'intero testo. Complimenti!


Titolo: 5/5

All'inizio ho pensato che, per quanto bello e accattivante il titolo, non si concentrasse abbastanza sul punto fondamentale di questa storia. Certo, è un ottimo richiamo alla sua condizione di "ultimo" Signore del Tempo, ed è in antitesi con il nome con cui Master si è presentato a lui nell'episodio "Utopia", dell'acronimo YANA; ma tutto questo non è il punto veramente centrale del tuo testo, piuttosto ne è il background che il lettore deve conoscere. Quindi, il titolo deve riprendere il fulcro di una trama e il messaggio principale della storia. In questo caso, ho pensato che fosse il duello psicologico tra i due; e per un po' l'ho creduto, perché è quello che salta prima all'occhio del lettore e che riempie la scena. Ma, vedendomelo davanti agli occhi e cercando di carpire quale funzione gli avessi attribuito, ho dovuto riflettere di più sulla conseguenza della trama. L'introspezione e il confronto che hai reso tra i loro pensieri ha messo in evidenza, sì, l'umanità e la non infallibilità del Dottore; ma, soprattutto, ha portato a un'unica conclusione che tu esplichi solo nel finale(anche se l'hai anticipata): la solitudine dettata dal suo ruolo. La storia presenta proprio questa evoluzione, secondo me, del concetto di "solitudine": se prima questa era dettata dalla sua superiorità e dal suo senso di giustizia, alla fine essa acquista il significato di "fallace" e "dolore". Il titolo, quindi, dà un senso più profondo, che va oltre la trama e si posiziona a un livello di introspezione davvero ben congeniato.


Caratterizzazione dei personaggi: 10/10

Hai scelto di parlare del Decimo Dottore, il quale risulta avere caratteristiche più umane e viziose rispetto alle sue precedenti incarnazioni. Credo che tu abbia cercato di andare oltre la facciata eccentrica e imprevedibile, un po' frenetica e sempre ottimista del Dottore e che ne abbia, invece, voluto tirare fuori il lato più solitario e mesto che viene mostrato proprio dal suo faccia a faccia con il vecchio compagno di Gallifrey. Questa è stata una mossa molto astuta, perché è proprio con colui che lo conosce da un vita che la natura triste e solitaria del Dottore può emergere senza rischiare di uscire fuori dal personaggio.
L'introspezione di questo personaggio si basa tutta su una teoria che viene smontata, pezzo dopo pezzo, dall'imminente morte di Master: il Dottore è un uomo pacifico, che non usa armi, ma che ordina lo sterminio di un'intera razza e non si fa scrupoli a cedere a volte a sentimenti vendicativi(prendi a esempio i Dalek); il senso del dovere è un peso che grava sulle sue spalle e che egli cerca di nascondere con la sua eccentricità, sotterrandolo con sicurezze (come fare sempre la cosa giusta per gli altri), ma le scelte portano sempre responsabilità che annientano la linea di demarcazione tra bene e male; il suo modo di porsi superiore che lo isola dalle conseguenze delle decisioni che prende; la sua umanità, che è poi il fulcro di ciò che Master cerca di tirare fuori. Il perdono che egli, infine, porge a Master è la comprensione che gli argini ormai sono stati rotti e che tutte le sue buone azioni, il suo mondo, è messo inevitabilmente in discussione; inoltre, credo che sia anche un suo modo per chiedere a sua volta perdono, comprendendo quanto sia importante per lui riceverlo.
Master è un po' ai margini dell'introspezione, ma proprio per quelle frasi così dirette e stuzzicanti, sei comunque riuscita a darne i tratti essenziali, a renderlo fondamentale per questo confronto del Dottore. Master è infido, nonostante la morte imminente si prenderà la sua vittoria. È stato interessante come, da questo dibattito mentale, Master ne sia uscito come l'uomo fermo nei suoi principi, per quanto discutibili e oscuri, che ha accettato la sua natura. Questo lo rende, in un certo qual modo, il più coraggioso e saldo dei due. È ironico, tortura il Dottore con i suoi pensieri, e continuerà a farlo con la sua morte.

- E passare il resto della mia vita, imprigionato, con te?

Master è quasi schifato dalla sua codardia e non vuole essere salvato. Preferisce, invece, infliggere al Dottore la più potente delle lezioni.
Significativo è il cambiamento di queste frasi:

- Non puoi scappare in eterno, Theta.
- In fondo, Theta, io e te siamo uguali.

Il passaggio all'uso di un nomignolo confidenziale rende la seconda parte del testo molto più intima e profonda. Doctor, in Master, inizia a vedere il suo pallido riflesso. Master gli è entrato nel cervello e sta per distruggerlo dall'interno. Il tono delle due frasi diventa più dolce, quasi compassionevole.
L'odio e l'ira di quest'ultimo torna nelle sue ultime batture, dove sferra il colpo mortale alle certezze dell'altro.


Gradimento personale: 4/5

Non ho abitudine a dilungarmi molto su questo punto, perché ho l'impressione che comunque esso traspaia attraverso le altre voci della narrazione e che, comunque, i miei gusti influenzino un po' troppo il giudizio generale, per quanto io cerchi di evitarlo e mantenere un'obiettività negli altri punti presi in esame. Quindi, vado direttamente al sodo.
Ti faccio i miei complimenti per l'introspezione e la realizzazione di questa lotta psicologica-esistenziale tra questi due personaggi. Ho davvero adorato il lavoro fatto, così come il messaggio evolutivo che hai creato nel Dottore; anche la figura, seppure ai margini, di Master mi hai fatto apprezzare. Personalmente, lo avrei voluto più presente; questo non intacca la voce sulla caratterizzazione, ma a livello di gradimento avrei voluto qualcosa di più. Così come, anche se non ha avuto peso nello stile e nella trama, ha penalizzarti su questa voce è stata la mancanza di una narrazione più "attiva", e non solo introspezione. Questo è solo gusto personale: avrei voluto vederli muovere, hai descritto talmente bene la loro lotta interiore da farmi desiderare una controparte dinamica. È stato un vuoto che ho percepito io, alla fine, ma che comunque riconosco non avere molto senso per il lavoro che ti eri prefissata.
Infine, una pecca è stata lo stile, che per me è stato troppo caricato. Per il resto, ancora complimenti.


Punti bonus: 7/8

Avevo chiesto un cambiamento che facesse intuire, persino all'interno della narrazione, il passaggio tra i punti fondamentali dell'acronimo. Nel tuo caso, esso doveva notarsi tra "Doctor" e "Master". Il "ma" avversativo usato con la "M" è stato perfetto: indica la presa di coscienza del Dottore, che è poi il fulcro dell'intera introspezione; e indica il passaggio tra i dubbi e la lotta interiore con la resa verso quelle che Doctor riconosce come parole veritiere.
A indicare questo passaggio, poi, ci sta anche il cambio di tono nelle parole di Master: si passa da un pensiero più distaccato e pungente, a pensieri più intimi e colloquiali (nota l'uso di Theta), con un tono più snervato, sfibrato, ingentilito quasi.
Non ti do punteggio pieno perché è mancato, proprio nel paragrafo di quel "ma", una forza ai pensieri di Master che andasse a rafforzare quelli di Doctor. Per esempio, avresti potuto inserire proprio lì il cambiamento della frase con Theta; oppure, ancora meglio, l'intervento di Doctor con "io ti perdono". In altre parole è mancato un cambiamento nei pensieri di Master, mentre era presente il distacco nell'introspezione di Doctor.


Punteggio: 46.4+7/50+8


OFFLINE
Post: 2.256
Giudice*****
05/06/2017 21:53
 
Quota

Seconda classificata

You either die a hero…

di Windstorm96






Grammatica: 9.9/10

come ad un figliolo → 0.1 (a un figliolo)


Stile: 9.5/10

Ti dico subito che il tuo stile mi piace molto per due motivi essenziali: è scorrevole e coinvolgente, e possiede un lessico comprensibile ma non banale, che non si fa problemi a utilizzare termini più ricercati.
Voglio parlarti di due errori che però hai commesso: le ripetizioni, che hanno penalizzato un po' il tuo punto di forza, e la punteggiatura che sarebbe stata perfetta se non fosse stato per l'avversativa a inizio periodo, che creava una pausa troppo lunga e netta con la frase di riferimento. In alcuni punti ci stava, anche a me piace l'effetto che crea, ma tu ne hai abusato un po', soprattutto nella terza e quarta frase:

- Infedeli e ingrati attribuiscono a Dio epiteti che non gli spettano. Ma una vittoria senza ostacoli non varrebbe il sacrificio. Occhi scuri inquisitori dal basso cercano una verità. Ma troppo in alto risiede il Dio, irraggiungibile alla vista.

In questi due casi, io avrei visto meglio un punto e virgola – se proprio volevi dare una pausa un po' più lungo della semplice virgola – per il semplice fatto che i due pensieri sono, a mio modo di interpretare, più coesi e sicuri, fatti da una mente che sa già dove vuole andare a parare. Mentre negli altri due casi l'avversativa dopo il punto ti ha permesso di creare suspense e marcare la presa di coscienza che ancora non era salda nella mente di un giovane che è in evoluzione per diventare Dio e assassino insieme.
Il lessico, come ti ho accennato all'inizio, è davvero mirato. Anche qui, la pecca sono state le ripetizioni: alcune che ho condiviso perché rimarcavano un concetto importante e, quindi, andava bene ripetere; altre, invece, che hanno sminuito, anche se di pochissimo, un lessico a dir poco variegato e ben strutturato. Mi riferisco ad "appare", che secondo me non è stata una ripetizione felice, e che ha creato un effetto ridondante.
L'uso della prima persona è stata una scelta che, invece, ho apprezzato, perché ti ha permesso di approfondire, anche con il tono di voce e il registro lessicale, un personaggio in evoluzione lungo la stessa trama da te creata. Sei stata bravissima ad annullare l'io "autore" e a far sentire solo l'io "protagonista". Le parole erano le parole di Light e, alla fine, di Kira. Anche parole più ricercate e forbite, come "integerrimo", o espressioni più esplicative dell'animo narrante, come "Sarò all’altezza di un simile compito?" o "sciocchi intimoriti" o "purificherò l’umanità dal tumore che la divora" mi hanno permesso d'immaginarmi il personaggio fanatico e delirante che diventa il protagonista di Death Note. Questa non è una capacità da poco, e per questo ti faccio i miei complimenti.
Ancora poche parole le spendo per le immagini, similitudini e metafore che hai adoperato, sempre all'insegna dello stile "Kira". Hai descritto molto bene il mondo come lo vede Light, con le sue ingiustizie e le sue viltà; e bellissimo il modo in cui, con perifrasi, descrivi sia il ritrovamento del Death Note che il modo incurvato come pensa L. Davvero un ottimo lavoro, che sarebbe potuto essere eccellente, se non fosse stato per quei difetti che a me sono parsi più di distrazione che altro. Brava, davvero!


Trama e uso dell’acronimo: 10/10

Mi inchino alla tua capacità di sintesi: sei riuscita a racchiudere l'evoluzione di un personaggio complesso e difficilissimo da trattare in poche righe, concentrandoti sull'aspetto più importante di Light. L'intera trama è un misto di introspezione e piccoli dettagli che ti permettono di creare questa escalation lungo l'intero percorso della prima parte dell'anime, ovvero fino alla morte di L. Hai analizzato molto bene il rapporto tra Light e il mondo esterno, suddividendo la storia in una triade di tre diversi stadi: l'esterno, l'introspezione, e il confronto tra i due.
L'atmosfera che hai richiamato all'immaginazione del lettore è esattamente quella che si respira nell'anime: il mondo sembra una gabbia apatica fatta da reti di ingiustizie e vane speranze riposte sempre in altrui persone, come a voler delegare il compito della rivalsa. In quest'ambiente si muove il tuo personaggio, che è stanco e insofferente alla corruzione che domina il suo mondo. Il ritrovamento del Death Note apre nuove strade per lui e il suo futuro, nonché per il mondo intero.
Si passa alla seconda parte, dove l'introspezione prende il posto dell'analisi esterna che circonda il protagonista. Adesso l'attenzione è tutta per le sue idee, i suoi dubbi, le sue convinzione. Light prende coscienza del suo potere e cresce in lui l'illusione di poter essere all'altezza di riuscire a gestirlo, addirittura definendosi "incorruttibile". Anche qui c'è un climax esagitato dove si arriva alla follia di un personaggio arrogante, ipocrita e megalomane, in cui tutti questi appellativi sfociano nell'esasperazione di essi stessi.
E poi c'è il confronto finale tra queste due forze, ovvero tra l'introspezione del personaggio e il mondo esterno. Questi due si scontrano, perché si muovono in senso opposto, ma non per questo Kira viene meno alle sue convinzione; anzi, ormai queste ultime sono talmente radicate ed estremizzate in lui che lo portano a biasimare gli altri, credendosi un martire che lavora per il bene supremo. Questa superiorità senza confini che prova verso la società si canalizza tutta nei confronti di L, l'unico che abbia la mente e il coraggio di sfidarlo. Quindi, c'è questa bellissima focalizzazione su un uomo in particolare, su un "infedele" che presta il volto al nemico che è il mondo. Ed è in quest'ottica che egli si sdoppia: da un lato riconosce il buono che muove le azioni del suo più grande rivale, ma dall'altro lato conviene che egli non possa continuare a vivere. La beffa finale, il rivelargli la sua identità mentre egli si appresta a morire, è il segnale finale di una mente distorta e traviata, a cui non restano inibizioni o attaccamenti terreni che fungano da freno alla sua alterigia psicopatica.
Il bando richiedeva di adoperare un terzo delle lettere dell'acronimo per approfondire l'introspezione. Nel tuo caso, dovevano essere almeno tre. Non c'è bisogno nemmeno di contare, poiché hai dato peso a tutti i capoversi, sfruttando le lettere dell'acronimo al massimo.
Le lettere dell'acronimo "io" le hai adoperate per esprimere il mondo attraverso gli occhi di Light e come gli appare il futuro di ciò che lo circonda. Le lettere di "sono" hanno caratterizzato il personaggio molto bene, in questa presa di coscienza del potere che è finito nelle sue mani: "sarò" è quasi retorico, la domanda che si pone un fanatico che già vaneggia verso glorie e vittorie, mascherandole come un dovere da compiere con sacrificio; "oserò" sembra quasi voler sminuire la sua convinzione, farlo modesto, come un qualcuno che prende su di sé un peso che sa che è troppo grande per lui e non sa se sarà all'altezza. Subito dopo, però, viene contraddetto da "nasce": è quasi un imperativo che impone tutta la sua megalomania, ed è rafforzato da "osannate" che mostra il suo squilibrio. Mi è sembrato quasi di sentire la tipica musica dell'anime che accompagna i primi piani di Kira con il volto distorto. Complimenti.
E infine abbiamo K-i-r-a: un killer e non un Dio; che crede di poter compatire gli "infedeli" che lo condannato come assassino; ride come un sadico, guardando dall'alto delle sue convinzione il suo rivale; che andrà all'altro mondo, con la consapevolezza finale di aver perso, poiché sapere la verità su di lui vuol dire solo colpirlo all'anima prima che al corpo.


Titolo: 4/5

Odio i titoli in inglese, se non altro perché mi sfugge sempre qualcosa. Non ho mai saputo padroneggiare questa lingua in modo efficiente, e quando mi ritrovo a doverci fare i conti inizio a sudare freddo. Il titolo, mi par di capire, lo hai tratto dalla frase famosa de "Il Cavaliere Oscuro", che io ho amato. Il suo significato è molto diverso da ciò che incarna alla fine Light: mentre Batman è l'eroe che serve perché sa distinguere il bene dal male, anche se poi la linea è molto sottile; Kira ne perde di vista le sfumature, arrivando a uccidere gente buona e innocente, portando addirittura alla morte del suo stesso padre, innalzandosi al pari di un Dio, divenendo egli stesso l'unico Dio. Il potere lo ha corrotto.
Hai fatto, quindi, molto bene a lasciare la frase in sospeso, anche se "either" senza "or" (non mi uccidere, potrei vaneggiare, ma ti ho avvertito che la lingua straniera per me è un fardello) non ha molto senso grammaticalmente, se lo usi come congiunzione, credo non si possa reggere da solo. Quindi, io avrei tagliato la frase subito dopo "or" per dare maggior senso anche alla sospensione che aleggia nel titolo.
Detto questo – non mi uccidere, te lo chiedo ancora una volta – devo dire che, senza la seconda parte, il titolo "o muori da eroe…" mi sembra una beffa nei confronti di quello che è il suo significato originale, come se la frase avesse un continuo diverso di quello originale. Richiama alla mente quella dualità e quella distorsione che si ritrova nel personaggio di Light, partito con l'intento di fare del bene per ridare il mondo alla parte migliore e finito a essere la creatura più abietta che l'umanità abbia mai incontrato. È un riferimento anche alla morte di L e alla sua fine sadica per certi versi, morto dopo essersi fidato del suo aguzzino.
Personalmente, continua a mancarmi qualcosa da questo titolo, come se il suo vero significato più sfuggisse; quindi aspetto che la tua risposta per comprenderlo appieno.


Caratterizzazione dei personaggi: 10/10

Qui hai fatto un lavoro che io ritengo da encomiare. Ho amato la complessità di questo anime, le sue vicende fragili, umane, che vanno al di là del mondo inventato e che approdano in insegnamenti di vita quotidiani. Nell'anime è possibile vedere le disillusioni di un mondo che si muove in mezzo a pantani di corruzione e ipocrisie; le contraddizioni di personaggi fallaci, preda dei loro stessi intenti e schiavi di una società grigia e spenta.
Questo sfondo è un personaggio vivo nell'anime, e lo è anche nella tua storia. L'atmosfera, quindi, diventa parte attiva e istigatrice delle vicende e delle personalità dei personaggi.
Light è un ragazzo insofferente, brillante, ma abulico verso un mondo che non gli dà altre possibilità sennò soccombere al mondo corrotto e fallace che lo circonda. La sua mente appare già predisposta verso pensieri utopici ed estremi, dove egli ricerca la perfezione di un mondo giusto ed equo. Le sue intenzioni di bontà e giustizia, però, vengono corrotte dall'uso del Death Note, che tira fuori la parte più abietta e oscura di questo personaggio, fin dall'inizio ambiguo e controverso. Light è la vittima perfetta di un potere superiore, che si diverte a combattere la noia con le inventive di una mente traviata dal potere e distorta dalla convinzione in idee che prescindono il giudizio altrui. Light vive nel suo mondo e, a causa del potere di cui viene in possesso, detta le leggi anche per quello che lo circonda. Un eroe con spirito di sacrificio, magnanimo, giustiziere della notte; che presto diventa assassino, nemico della giustizia, Dio in terra.
Sei riuscita, con accenni e piccole allusioni, a richiamare questa evoluzione verso il lato più negativo della specie umana. Hai espresso, attraverso questa magnifica introspezione, il fanatismo e le manie megalomane di un personaggio imbruttito dalle sue stesse mani e dai suoi stessi pensieri.
Persino i suoi pensieri, la sua risata, e le sue idee di rispetto e "dono" nei confronti del suo rivale sono perfettamente riconducibile alla versione originale. Hai fatto davvero un lavoro da invidiare!


Gradimento personale: 5/5

Non c'è molto che io possa dire in questa voce, credo si possa dedurre tutto dai voti nelle altre valutazione. Certo, non è detto che una storia perfetta mi strappi il massimo di punti nel gradimento personale, ma qui non potevo fare altrimenti. Adoro Death Note e adoro il personaggio di Kira, credo che incarni la libera estremizzazione della follia che si racchiude in ognuno di noi. Voglio dire: se avessimo il suo potere cosa faremmo? C'è un punto di rottura, in tutti noi, che è corruttibile. Light è una mente psicopatica che ha avuto possibilità di sfogo, e ha raggiunto la sua massima espressione di mania omicida e onniscienza. Ha una profondità e un'umanità, seppure abominevole ed esagitata, che tu hai riportato interamente sulla carta. Questo non può che colpirmi al cuore.
Inoltre, seppure con qualche pecca qua e là, mi è piaciuto il tuo stile scorrevole, mi ha saputo coinvolgere nella lettura, senza strafare, con i giusti "effetti speciali". Ti faccio ancora una volta i miei complimenti per questo mosaico a tutto tondo, e alla prossima.


Punti bonus: 8/8

La suddivisione delle tre parole è stata ottima. All'inizio, avevo qualche dubbio sull'utilizzo di "IO", poiché doveva incentrarsi su Light, visto che era lui l'io di riferimento, ma poi ho ragionato sull'obiettivo della tua storia: l'evoluzione del personaggio. L'Io di Light è quello di partenza: il ragazzo brillante e annoiato, preda di un mondo spento e corrotto, annoiato e arrabbiato nei confronti di una vita ingiusta; l'io viene rappresentato, quindi, da Light che subisce la vita. Poi abbiamo "sono", ovvero la presa di coscienza, la scoperta di come egli è veramente e di ciò che vuole e farà da quel momento in poi: un ragazzo che si presta a liberare l'umanità dal male, elevandosi a una posizione come quella di un Dio.
Mi è piaciuto il contrasto iniziale tra il "sarò" che apre la seconda parte e l'acronimo di "sono", come a dire: sono o sarò in futuro? A questa domanda rispondi lungo la narrazione, poiché la domanda diviene subito retorica mentre Light diventa sempre più esaltato e sicuro di trovarsi nel giusto. Un altro particolare da notare è il passaggio da sarò "un" Dio incorruttibile del secondo paragrafo a sono Dio, e basta. Il mondo che lo circonda non è più il mondo in cui egli vive, ma il mondo di cui si crede creatore e dominatore, e l'unico che può dettare legge è lui.
Ancora una volta ottimo il passaggio al terzo paragrafo, dove l'acronimo Kira è subito esaltato dalla parola "Killer", che è poi la sua giusta traduzione. In questa terza parte abbiamo lo stadio finale di questo personaggio, ormai senza più inibizione o controllo, esaltato e fanatico, che si presta a dettare la "sua" legge e le "sue" regole. C'è la parte più esecrabile e immonda dell'animo umano, l'ultimo stadio di una mente traviata e corrotta.


Punteggio: 48.4+8/50+8


OFFLINE
Post: 2.256
Giudice*****
05/06/2017 21:56
 
Quota

Prima classificata

e

Vincitrice del premio "Acronym Title"

Diventeremo alba, mattino; oppure notte

di Setsy






Grammatica: 9.2/10

ma preferire →0.1 (preferirei)
perché il piccolo Gilbert non è camera sua a contattare i fantasmi → 0.1 (in camera sua)
Eppure questa notte nel motel, questa possibilità con Elena, stanno accadendo →0.2 ("sta accedendo" poiché il soggetto è "notte" a meno che metti una "e" per congiungere.)
Ha un’opinione radicata delle mie manchevolezze che non so se condannare per la durezza o approvare per la purezza con la quale mi ha soppesato le mie azioni. → 0.3
e che non ho più dimenticata → 0.1 ("dimenticato", poiché è Damon che non ha dimenticato Elena)

La quarta frase che ti ho segnalato non l'ho capita, in ogni caso è sbagliata. La subordinata legata alla coordinata della subordinata (con la quale ecc. per capirci meglio) presenta un errore: il verbo non dev'essere riflessivo, e l'appartenenza la indica l'aggettivo dimostrativo; quindi, va tolto il "ma". Per quanto riguarda la prima parte del periodo, ci sono due possibilità: Damon non sa se condannare le manchevolezze? Oppure non sa se condannare Elena per la sua durezza ecc? In entrambi i casi, la frase va rivista. Ti propongo un esempio per ciascun caso, poi mi dirai tu:

- Ha un'opinione radicata delle mie manchevolezze, che non so se condannare per la durezza o approvare per la purezza con la quale ha soppesato le mie azioni.
- Ha un'opinione radicata delle mie manchevolezze, che non so se condannarla per la sua durezza o approvarla per la purezza con la quale ha soppesato le mie azioni.


Stile: 9.5/10

mi chiedo se ci sia un senso, in tutto questo
Voglio farle scordare ogni cosa che le ha avvelenato l’anima; la paura, i tradimenti[…]
La punteggiatura mi è piaciuta nella stramaggior parte dei casi, tranne con piccole eccezioni. Queste sono solo alcune delle frasi con cui non mi trovi d'accordo. Per il resto, ti do consigli in generale, perché quei pochi errori che si ripetono nel racconto sono gli stessi, che tra l'altro non ripeti sempre, ma sembra che ogni tanto tu ti distragga: usi la virgola all'interno di un unico sintagma; non metti la virgola per separare tutti i participi che fungono da subordinate o gli aggettivi che si presentato con inversione di posto. Ti riporto degli esempi per entrambi i problemi:

- rendendomi un uomo più buono, ai suoi occhi → il sinntagma è uno solo
- Abbattuto, mi chiedo se ci sia un senso → questa è corretta
- Ardenti e tremanti le sue labbra si sono fuse alle mie → qui, invece, andava usata la virgola
- Eccitato le lacero la maglia → anche qui va usata la virgola

Per il resto, ho amato l'uso dell'inversione tra tema e rema; in molti casi l'uso della punteggiatura è particolare ma non errato, e arricchisce il tuo stile, lo fa spiccare tra tanti. L'uso di frasi più o meno lunghe, con subordinate, quasi a dare più immagini e più impressioni di un concetto, in un'escalation di sensazioni mi ha preso molto: è stata ben resa e creata con la giusta dose, senza strafare o caricare il testo.
Non ci sono pressoché dialoghi, ma non servono affatto, perché la storia si basa su una cronica interiore, che gioca con l'esterno in una maniera coinvolgente e studiata alla perfezione, dove narrazione, descrizione e introspezione si susseguono in maniera equilibrata, in un connubio perfetto. Anche le descrizioni dello sfondo non sono molte, ma dai quei tratti essenziali per dare spessore allo sfondo; tutto ha un'impronta personale e originale, che va ad arricchire l'argomento e il tipo di narrazione.
Le metafore sono ben studiate, tra tutte quella principale che fa da sfondo con il titolo. Qui arriva un altro complimento sulla punteggiatura. In parte, ne parlerò nella voce "titolo", ma qui tengo a precisare una cosa su questo passaggio di testo:

- Diventeremo alba, mattino; oppure notte.
Immensi come il cielo velato di pallido grigio e senza confini, o chiaro del brillare del sole orgoglioso; o scuro e spaventoso del buio di spazi siderali freddi e indifferenti?

Lo stesso tipo di punteggiatura che scandisce la prima frase, mettendo in relazione i tre tipi di momenti, viene adoperata per la seconda, creando un legame non solo di significato, ma anche fonetico e grafico. Complimenti!
Il tono narrativo è qualcosa che ho invidiato: è la mente di Damon, sua è la voce narrante, senza alcun dubbio. Ho adorato alcuni passaggi, l'ironia che versa in molti paragrafi, l'astrusità di pensiero, che segue una sua logica, così come è fatto il personaggio. È stata un'avventura entrare nella sua testa.
Le poche ripetizioni presenti, come quella che apre la storia, sono studiate e scandiscono con un ritmo personale lo scorrere dei pensieri, sempre ben dosati.
La lettura è scorrevole, fluida, coinvolge e appassiona.
Il lessico è un misto di ricercatezza, ricco di metafore e similitudini, con alcuni termini mirati, scelti con cure; anche il lessico, quindi, è conforme con il registro linguistico del vampiro, il che ti può solo fare onore.
I dettagli sono un altro punto di forza di questo racconto: come hai curato le informazioni, la scena, non tralasciando mai lo sfondo, davvero un lavoro impeccabile.
Potrei parlare per delle ore, ma rischierei di annoiarti. Sappi che il tuo lavoro è stato un'opera d'arte. Ho adorato e – confesso – invidiato la cura che hai risposto in questa storia. Complimenti!


Trama e uso dell’acronimo: 10/10

La trama ripercorre, quasi minuto per minuto, pensiero per pensiero, la puntata 3x19 del telefilm, con la particolarità che il lettore può partecipare a un episodio che conosce a menadito da un punto di vista privilegiato, ovvero la mente di Damon Salvatore; in più c'è il piccolo Pov di Elena che spezza la narrazione e arricchisce questo mosaico di emozioni e riflessioni. Inutile dire che questo rende felici molti – me, in primis.
L'atmosfera è assolutamente quella introspettiva, e di questa parleremo nella caratterizzazione dei personaggi, ma sono i dettagli che inserisci lungo di essa ciò che mi ha colpito, la loro cura e precisione. A partire dalle movenze, dalle parole e dai gesti, completamente coerenti e fedeli alla trama originali, crei un secondo sfondo e una seconda storia, che ha nettamente l'impronta del bel vampiro; ripercorri non solo l'episodio in sé, ma l'intera vita e l'intera introspezione del protagonista. Ho notato, però, che c'è una discrepanza con l'episodio, ovvero la piccola scena tra Jeremy e Damon, che io non ricordo né trovo, ma che ho inteso come un missing moment tuo personale, quindi non ho sottratto punti, visto che non penalizza l'autenticità del resto.
La scena del motel è un significativo punto di svolta nella relazione tra questi due personaggi, Elena e Damon, perché mostra il cambiamento che avviene tra i due e che poi andrà influire sul resto della storia. Gli elementi dell'episodio e delle sue tappe ci sono tutte: il motel, la soffiata di Rose, la morte di Scary Mary, l'attacco vendicativo di Kol – ci sono riferimenti persino all'antefatto, ovvero quando è Damon a mettere fuori uso l'originale – il ritorno a Mystic Falls. Tutto questo, attraverso la cronaca minuto per minuto: un effetto stupendo. Ho notato anche come hai saputo destreggiarti bene tra gli eventi futuri, quelli che Damon sa e non sa, non confondendoti con ciò che lo spettatore/lettore sa e non sa fino a qui: Damon sa, anche se non si è ancora scoperto nella serie, che è stato lui il primo dei fratelli Salvatore a incontrarla; mentre non sa dei pensieri della sua "defunta" madre.
E poi abbiamo la storia nella storia, un filo di pensieri che abbraccia l'esistenza del vampiro e di suo fratello, della loro infanzia, dei primi incontri con Elena; quindi, anche i suoi dubbi, la sua vera essenza, l'odio verso una non-vita, il legame indissolubile che lo porta a proteggere e detestare suo fratello. In altre parole, hai creato un pathos di informazioni che, neppure per un istante, hanno reso arzigogolato o pesante la storia. Complimenti, una trama ricca, complessa, tra passato presente e futuro, coinvolgente e mai "troppo" carica.
Il bando richiedeva di adoperare un terzo delle lettere dell'acronimo per approfondire l'introspezione. Nel tuo caso, dovevano essere almeno quarantuno. Inutile contare, perché ho visto che hai praticamente dato un significato più o meno profondo a ogni capoverso, quindi mi limiterò a parlarne in generale, soffermandomi sui quei punti in cui hai dato il meglio di te.
Hai usato molti verbi del divenire e composti, quasi a sospendere ogni definizione in uno stato non ben delineato, effimero e sfuggente: potrei fingere, ho tentato, lascerebbe la sicurezza, dovrei fermarmi, oserei pensare, oscillo… e molti altri che esprimono questa zona di limbo in cui si muove la vicenda, da cui tutte le decisioni partono daccapo.
Poi ci sono verbi e aggettivi che sono perfetti per descrivere Damon: calcolatore, elegante, odora di bourbon, odiare, volere, omicida, sacrificherei, esaudire (a modo suo, ovviamente) baciare, negare (che è quello che fa contro un destino che gli si pronuncia avverso, contro una ragazza che lo fa impazzire e lo spinge a deluderla), impazzisco, orgoglioso, lamentarmi, ostento… i primi di una lunga lista.
Ci sono termini che si riferiscono agli altri protagonisti: titubante e temporeggia per Jeremy; sorrido dolcemente, emozionata per Elena.
Poi ci sono quei sostantivi che regalano piccole metafore o veri e propri emblemi del suo essere: cuore e anima per la sua passione; girandole di stelline per il suo dolore e turbamento, immortali per indicare un'esistenza infinita, che può essere ricca di doni o seminata di condanne; rabbia, abissi di parole non dette, zodiaci, zaffiro, lacrime trasparenti… tutti questi termini descrivono e creano immagini indelebili di piccoli frammenti di cuore di personaggi ben caratterizzati.


Titolo: 5/5

Il titolo!
L'acronimo nel titolo mi ha fatto impazzire: non solo contiene il fulcro di tutta la storia – Damon – ma dentro questa parola c'è la trama e il lavoro che tu gli ha infuso, ovvero l'evoluzione di un rapporto sospeso nel divenire. Il punto-virgola nel titolo è un azzardo, ma è messo al punto giusto, e ha un significato intenso: crea un distacco forte e carico tra ciò in cui spera lui e la distruzione totale di tutti i suoi desideri, come un'opzione che preferirebbe non valutare, ma che da buon stratega deve comunque mettere sul piatto. In quel punto-virgola c'è la ritrosia, il declino di tutte le sue speranze, nonché della sua stessa umanità.
La metafora con le fasi del giorno, poi, è qualcosa di poetico e perfetto, non solo per il personaggio, non solo per l'attinenza, ma anche per l'affinità con il telefilm. Sappiamo che le fasi degli astri, come la luna e il sole, sono molto importanti per incantesimi e vite di creature sovrannaturali. In questo modo, altrettanto sovrannaturale diventa la loro storia, un incanto, una magia; ogni possibilità è associata a un colore, a tipo di temperatura, a un tipo di atmosfera. C'è la delicatezza, il rosa, il tepore di un'alba, c'è il fuoco, il rosso, la luce accecante e la passione del giorno; e poi c'è il freddo, l'oscurità, il blu che diventa nero, malinconico e funesto, della fine di un amore che non è potuto essere. Sono in estasi, non avrei mai pensato a una cosa simile! B-r-a-v-i-s-s-i-m-a!


Caratterizzazione dei personaggi: 10/10

Partiamo da quello che fuoriesce dai pensieri di Damon. Attraverso di essi, infatti, tu delinei diversi personaggi del mondo di The Vampire Diaries. Primo fra tutti Stefan, il vampiro sentimentale, dolce e tormentato, ma anche lo squartatore. Hai ricreato la sua infanzia, le sue colpe passate – è stato lui a far trasformare Damon – il suo amare Elena per la sua purezza e fragilità, la sua lotta contro Klaus, l'inferno superato da poco, la sua bontà e il suo spirito di sacrificio; hai parlato persino delle sue atrocità, dei suoi continui cambi di stile di vita, sei riuscita persino a parlare del suo modo di vestire, seppure attraverso un'ironia che per tutto il tempo di ha fatto ridere.
Poi ci sono i personaggi minori: Katherine, Andie e Rose. Della prima è arrivata la perfidia, il suo modo di giocare con Damon; della seconda hai descritto la sua utilità, hai delineato il suo ruolo importante nei piani ma non nel cuore del vampiro; e poi Rose, la sua morte, i suoi valori, la sua vicinanza che era tutta una possibilità, ma anche le sue battute schiette e il suo modo di parlare della storia di Elena e Damon, il suo riconoscere l'amore che egli prova per lui.
Ha trovato anche spazio Alaric e la sua amicizia con il vampiro, il suo tifare per il suo amore.
Hai inserito anche il distaccato e confuso e protettivo fratellino di Elena, Jeremy. Ho riconosciuto la sua indolenza nel suo modo di stare con le cuffie e toglierle, quasi sotto shock, l'imbarazzo per le battute di Rose, e il suo isolarsi sempre dalla scena, persino in macchina.
Infine i due protagonisti indiscussi!
Elena e i suoi tira e molla, non potrei chiamarli in altro modo. Partiamo però dalla sua gestualità, a cui hai dato un significato. L'hai dipinta in tutte le sue movenze, facendo apparire la sua anima, attraverso la sua mente, ma soprattutto attraverso la mente di Damon. Ella è una ragazza abbandonata, che ha bisogno dell'amore di Stefan ma non può più negare il suo amore per Damon, la sua passione. Mi è piaciuto il contrasto, tra ciò che lei tenta anche senza riuscirci di scappare persino da se stessa, mentendosi, e il suo modo di apparire ormai ben definita dai pensieri di lui. Ella scappa davanti ai suoi occhi e allo stesso tempo vi è calamitata dentro. Prima il suo lasciarsi andare, in quella stanza come se "ciò che accade in un motel di Denver resta a Denver", poi il suo tornare indietro, le sue contraddizioni, le sue incertezze. Hai ripercorso i dubbi sentimentali di un personaggio che è dilaniato da ciò che desidera e ciò che "mentalmente" e disperatamente vorrebbe desiderare.
Damon, invece, è a tutto tondo, come nessuno lo ha mai visto. La cronaca dei suoi pensieri è significativa del suo personaggio: sarcastico, incurante del pericolo, passionale, spocchioso, torturatore di anime, dannato, problematico, pieno di amarezze – come il sentirsi sempre la seconda scelta o il non essere compreso dagli altri, poiché non vuole essere ferito. C'è sia la sua umanità, la sua parte più intima e fragile, che quella dura, la parte che finge, la sua arroganza e folle intraprendenza. E su tutto, c'è questo stato di ironia che non lo abbandona mai, tranne quando parla del suo amore disperato e indistruttibile per Elena. È bellissimo come parte in quarta per ignorarla e farla sentire in colpa, per poi stuzzicare di nascosto i suoi sensi durante il viaggio di ritorno; e infine pensare cento su come conquistarla e farla innamorare di lui il giorno dopo. Damon è imprevedibile, cambia idea in pochissimo tempo, salta da un pensiero all'altro con i suoi modi schietti e disarmanti. Non ha pietà per gli altri, soprattutto quando si tratta di affrontare Elena, ma non ha pietà neanche per se stesso, poiché sacrifica cuore e onore pur di poterla avere anche solo un'istante. C'è del coraggio nel suo essere il cattivo, poiché serve il cattivo in una squadra. Lui è quello che si accolla le parti più pericolose ed estreme, ciò che va fatto ma nessuno vuole fare; ma non chiede la pietà di nessuno.


Gradimento personale: 5/5

Wow! Anche solo per il grandissimo e accurato lavoro di precisione, meticolosità, approfondimento e cura di ogni minimo dettaglio, meriti un wow! Quest'ultimo, però, è doppio per la stupenda introspezione che mi hai donato. Nelle note d'autore mi hai detto che era solo "io" con Damon potenziato, ma io ho visto la sua essenza scoppiare da ogni parola. Mi hai fatto morire dal ridere quando ho letto che lui non ha "dimestichezza con arcobaleni e unicorni". Era Damon! Nessun dubbio! Nessuna imitazione!
Non credo che mi dilungherò più di tanto in questa voce, perché rischio di sbavare e fare una brutta figura. Sappi che ho adorato ogni singolo passaggio, ogni più piccolo pensiero. È stato come venir risucchiati dentro Damon e fare un giro gratis nella sua anima e nella sua testa: montagne russe a tutta forza!
Ti faccio i miei più sinceri complimenti ancora una volta, davvero un incanto.


Punti bonus: 8/8

Il "perché" contiene l'antefatto, le spiegazione del motivo per cui si trovano lì, lui non dorme e lei è spinta in un mondo sempre più pauroso e pieno di falle.
"Alcune" parla di possibilità, di una sola parte di lui, quella calcolatrice che lascerebbe che sia il tempo a mettere tutto al suo posto, una parte piccola del tutto infinito.
"Persone" è stato un vero colpo di genio, poiché c'è un cambio di Pov, in cui è la menta di Elena a darci la visione fisica del corpo di Damon e quella più confusa di lei, mentre Damon si limita a ciò che pensa di lei lui e del suo modo di fare, lei ce ne offre una sua personale, in cui ella si dice nervosa e incerta. Da notare come lui dia sempre, anche di lei, una visione viva e intensa, mentre nel Pov di Elena, ella si mostra con delicatezza, sfuma dentro dubbi e si nasconde anche agli occhi del lettore, fingendosi preda di dubbi, ma senza dare vere certezze; le stesse di cui lui è sicuro.
"Quando" è il momento del cedimento, racchiude quello che tutti stavano aspettando.
"Vedono" ha un significato molto intenso e profondo, perché non si tratta solo di ciò che vede lui con gli occhi – la sua carne e le sue curve – ma di ciò che vede nel suo cuore: le paure, i tradimenti, i dubbi; ma anche l'integrità della sua esistenza, e non solo la fragile vita mortale che rappresenta solo il guscio.
"Cose" è un tripudio di elenchi, ben ponderati, importanti e meno del suo essere. Tratta la sua ironia mentre pensa al cuore e all'anima – tra l'altro ottima l'idea di iniziare l'acronimo di questa parola con queste due parole, quasi a rispondere alla parola stessa – parla della dignità e di quelli aggettivi che lo rappresentano meglio agli occhi del mondo; ma vi aggiungi anche elementi della scena "esterna" ai suoi pensieri, ovvero il bacio intenso che si stanno scambiando. Ti faccio ancora una volta i complimenti, perché nonostante la mente di Damon sia il protagonista, non dimentichi mai di mettere qualche frase che continui a disegnare la scena e il contesto dentro cui si muovono i suoi pensieri, interno ed esterno.
"Buone", così come il "buona" successivo gioca non solo sul significato diretto del termine ma anche con il suo opposto. C'è il piacere che provano entrambi, la felicità che tocca lui con mano, ma c'è anche la colpa e il pensiero negativo, quasi a farsi beffa di questo errore comune, che gli altri hanno su di lui, considerandolo cattivo.
Ciò che io ho adorato – un po' meno stilisticamente perché è un po' brutto da vedere, ma questo non conta qui – è la pausa della virgola, che porta a un cambiamento di rotta e di scena. Hai perfettamente capito quando ho chiesto di puntare sulle pause della frase che avreste scelto, non solo tra una parola e l'altro, ma facendo notare anche laddove vi era una punteggiatura. Bravissima, Setsy!
Quindi abbiamo la virgola, una pausa in questa scena di passione e struggimento, che non cambia del tutto scena, ma si sposta su un terzo personaggio. Complimenti!
"Si aspettano" c'è l'attesa per quell'incontro, per quella che potrebbe essere la reazione di Jeremy. Il "semplice" a inizio di questa parte dell'acronimo, non solo è una pausa corta e breve, formata da una singola parola invece che una frase, per spezza il ritmo, ma è anche molto ironico, come tutta l'irreale situazione in cui si trovano. Divertente quanto sarcasmo e esasperazione sei riuscita a imprimere in un singolo termine. Tra l'altro hai usato molti termini, aggettivi e verbi, in cui il significato è proprio l'attesa, l'incertezza.
"Una persona" è un perfetto approfondimento, con un'escalation di nomi e di rapporto con persone. Con l'articolo parli del gruppo, in generale, mentre con il sostantivo parlo dei rapporti importanti, di quelle figure con nomi proprio che hanno un peso nella sua vita.
"Buona", come annunciatoti prima, è quasi un'ironia al significato di questa parola, il che rispecchia Damon, ma non trascuri il senso reale. Quindi, parli delle cose buone che lo contraddistinguono, come la sua autenticità di vampiro e la sua bellezza fisica; e ancora traspare il suo voler bene al fratello, il suo modo di proteggerlo, anche se attraverso una minaccia, i suoi sentimenti sono la sua "bontà".
Ancora un'altra pausa, stavolta un punto fermo. E tu che fai? Salti avanti, cambi scena, tra l'altro precedendo questo con una basta che mi ha fatto ridere ancora una volta, mi è sembrato quasi di vederlo ammiccare e sorridere indolente.
La "e" parla dello sfondo, di una falena. Non hai scordato, ancora una volta, di caratterizzare la scena, l'esterno. Brava.
E poi c'è "io": cosa rappresenta veramente Damon? Elena? No, la forza di Damon è Stefan, il suo "io", la sua "esistenza" non ci sarebbe senza il fratello, nel bene e nel male. Ed è questo rapporto, questo legame, che tu imprimi in queste due lettere. Perfetto!
"Non voglio" è la negazione, il dramma, la perdita e l'incassare una nuova sconfitta. C'è un peso negativo in queste parole, che Damon cerca di allontanare con la sua forza di restare in piedi.
"Dover essere" rappresenta il dovere di Elena, il suo obbligo nei confronti di Stefan. Rappresenta ciò che è giusto fare secondo lei, quello che deve accadere, il ritorno alla "normalità". Dovere non è una parola che piace molto a Damon, quindi ho trovato molto significativo che questa parola rappresenti la sua sconfitta, il suo tornare a essere il cattivo e la seconda scelta. Ciò che dovrebbe ma non è, questo angst, questa lotta interna a cui Damon offre la maschera dura.
Mi fa ridere come, persino dove dovrebbe esserci l'apostrofo, tu inserisca una frase del genere. Ma come ti è venuta un'idea simile? È… superba… sono senza parole!
"All'altezza"! La preposizione è ancora una descrizione di passaggio, ma si collega perfettamente per introdurre l'ingiustizia del momento, un Damon che prova a scuotere l'animo di Elena, di attirarla con la sua indifferenza; mentre i suoi pensieri maledico le stelle e i fallimenti di un destino ancora una volta contro di lui, tutti i suoi tentativi che falliscono.
"Delle aspettative di qualcuno" parla di ciò che sarà, di un futuro, ma anche di ciò che si aspetta e pensano gli altri, di possibilità, del divenire, ancora una volta delle scelte che gli riserva il destino; ma parla anche della determinazione con cui egli perseguirà nel raggiungere i suoi obiettivi, i suoi desideri.
Il finale è la parte più intensa, quella che racchiude il senso della puntata, della frase nella sua interezza e il senso di questa meravigliosa storia.


Punteggio: 48.7+8/50+8


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05/06/2017 21:58
 
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A voi la parola!

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05/06/2017 22:03
 
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Prima di rispondere, due parole sui premi speciali? Me li sono persi XD
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05/06/2017 22:09
 
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Re:
Noemi_C, 05/06/2017 22.03:

Prima di rispondere, due parole sui premi speciali? Me li sono persi XD




Li ho inseriti nelle valutazioni, a inizio dei commenti.
Quello vinto da Setsy è per il miglior titolo. Quello che hai vinto tu è per il personaggio più particolare che mi ha colpito di più.

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05/06/2017 22:26
 
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Giudicia, una premessa. ho un residuo misero di giga del telefono, quindi devo, ma devo essere breve... [SM=g28000]
domani appena entrata in biblioteca amplierò questo commento come si deve, giuro!
sai quando non nutri alcuna aspettativa?
quando torni a casa dopo una giornata che ti ha lasciata a testa bassa e invece qualcuno ci posa la coroncina d'allora?
sono felice in modo indescrivibile, credevo di aver fatto un disastro tecnico, di essere sesta su cinque, insomma
non so, vorrei gettare petali di rose e cantare, stappare champagne e berlo tutto, anzi, mi sento così buona e gioiosa che lo offrirei ai mie odiosi vicini!
in breve, per ora: gli errori di grammatica ci stanno tutti, (o 9 su 10 ^^), domani ne parliamo uno a uno!
la scena di Jeremy invece esiste, è subito dopo, dove l'ho descritta, e anche se l'avrei decapitato, adoro il piccolo Gilbert, che cerca di tener testa a Damon. coraggio! *^*
per il resto.. niente, serve troppo tempo
mi sento piena d'Amore, c'è un senso allora, la mia sub-autostima ti sta inviando 24 rose a gambo lungo, ecco
grazie, davvero. non vedo l'ora che sia domani, non arriverà mai abbastanza presto
solo una cosa: il titolo era l'unica parte che - sinceramente - mi pareva riuscita, quindi vederlo premiato è il tripudio di ogni speranza!
a domattina, allora, e festa continua!
complimenti a tutte le altre, abbiamo capito tutte come fare; ad un certo punto della mia ho dubitato
p.s certo, la Valutazione della Mia Vita la vorrei come rec!
ancora buona notte, con Shakespiriana intonazione
tua commossa Setsy
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05/06/2017 22:30
 
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Una delle più belle e complete valutazioni che ho ricevuto. L'attesa ne è valse la pena ^^

Grammatica: 8.4/10

ad increspargli → -0.5 (L'uso della "d" eufonica andrebbe limitato ai casi in cui vi è un incontro della stessa vocale. Questo errore lo commetti più di due volte e, di conseguenza, lo valuto come tale. Tutti gli altri casi te li segno in questa lista.)
Un ricordo si affaccia prepotentemente nella mente del giovane imperiale e, senza quasi rendersene conto, si ritrova a fissare il proprio sguardo → -0.2 (C'è un errore di coordinamento del soggetto, che nella coordinata non è più il "ricordo" ma "il giovane imperiale". Sarebbe corretto, invece, sostituire la "e" con un "che".)
ed ombre inquiete.
Ecco, però, che un servitore irruppe nella stanza, senza degnarsi nemmeno di bussare e gettò → 0.2 (Serve una virgola dopo "bussare" per chiudere l'inciso.)
quel ansito → -0.2 (L'aggettivo dimostrativo non vuole il troncamento davanti a vocale, nemmeno se il sostantivo è maschile.)
«Quando ti sarai stancato di tutto questo, vieni da noi, sei il nostro fratellino» → -0.1 (Manca il punto)
ad essere
future re → -0.1 (futuro)
dedito allo studio tanto quando alla guerra → -0.1 (quanto)
ad una domanda
Misero mortale, nella ricerca spasmodica del proprio posto nel mondo → -0.2 (alla ricerca)


3/4 di tutto questo deriva dalla fretta. Come al solito mi sono buttata a capofitto senza prendermi il tempo per rileggere e limare XD Mea culpa.
- è vero che la "d" andrebbe inserita solo tra le vocali uguali, ma per un discorso di suono a volte la metto comunque. "A essere" potevo anche evitarmela, ma "a increspargli" non mi piace per niente, sembra uno scioglilingua.
- "Ecco, però, che un servitore irruppe nella stanza, senza degnarsi nemmeno di bussare e gettò" giusto, non volevo inserire troppe virgole, ma in effetti avrei dovuto inserirla, grazie! farò più attenzione la prossima volta.



Stile: 9/10

Il tuo stile è abbastanza fluido e scorrevole, il testo si legge piuttosto bene, soprattutto perché hai un'ottima conoscenza grammaticale e sintattica – tolte le sviste che ti ho segnalato sopra; non presenta ricercatezze o accorgimenti stilistici che avrebbero limato la narrazione, ma è comunque conforme con il tipo di narrazione adottata. I periodi sono piuttosto semplici, ma non mancano quelli più lunghi e complessi; c'è un uso prevalentemente di frasi subordinate in quest'ultime, che vengono alternate da frasi nominali a spezzare i paragrafi e a dare il ritmo alla narrazione.
Il testo, però, presenta due grosse pecche, a mio avviso: uno è grafico, ed è un consiglio personale; l'altro riguarda la gestione delle sequenze della storia.
Nonostante tu sia stata molto brava a gestire i tempi verbali – e non darlo per scontato, perché so per esperienza che molti commettono questo errore – c'è un problema di immediata comprensione che ho percepito lungo la lettura (ho dovuto leggere con molta attenzione per trovare lo stacco corretto), e questo è dovuto alla mancanza di una separazione visiva che non ha aiutato a dare un distacco tra passato e presente. Sono dell'idea che simili stratagemmi non sono strettamente necessari in alcuni tipi di racconti, ma soprattutto qui, in un testo con acronimo, avrebbe aiutato la spartizione degli spazi, nonché il distacco tra le diverse parole delle due frasi utilizzate per creare il testo. Usando un corsivo per il ricordo avresti ovviato a questo problema del lettore. Le frasi da te scelte erano piuttosto lunghe e necessitavano di un aiuto grafico per poterne cogliere l'utilità al fine della struttura narrativa. Inoltre il ricordo non è accorpato con un verbo come il trapassato prossimo, che si accosta bene per amalgamare il testo e allo stesso tempo evidenziare i passaggi temporali; ma tu hai usato due verbi, per così dire, dominanti, come il presente e il passato remoto. A maggior ragione, quindi, stilisticamente sarebbe più appropriato usare il corsivo per il ricordo. Non so se si è capito ciò che voglio dire… È come una storia dentro la storia, il corsivo avrebbe aumentato l'immedesimazione del lettore, come un risucchio all'interno del ricordo, che diventa l'argomento principale.
Il secondo errore, che ha penalizzato il ritmo narrativo, è stato l'assembramento tra il primo ricordo e il secondo, che tu hai cercato di amalgamare come un tutt'uno, creando proprio uno scalino all'interno dei periodi temporali. Mi spiego meglio.
Essenzialmente, il "ricordo" non è solo uno, ma due: quello della madre e quello dell'incontro con i due fratelli; in mezzo ci sta il narratore che "licenzia" i fatti intermedi con una descrizione riassuntiva. Il primo è strettamente legato al secondo. Il problema, secondo me, è stato presentare i due ricordi come un unico blocco. Il testo racchiuso nell'acronimo "deserve to" poteva benissimo tornare al presente, come se uscissi fuori dal ricordo e il Kouha adulto pensasse a sé bambino e al cambiamento che la Corte aveva avuto ufficialmente nei suoi confronti; poi, saresti potuta tornare a fargli guardare lo specchio e ricalarsi all'interno del secondo ricordo, giusto per non creare questa discrepanza tra le due parti temporali. Espedienti come questi hanno appesantito la parte centrale del testo e hanno minato alla scorrevolezza della lettura.
Ti faccio, invece, i complimenti per il lessico: semplice ma vario, con alcuni termini mirati e usati al momento giusto, che hanno arricchito un testo lineare e pulito. Inoltre l'uso del lessico appartenente al mondo da te sfruttato a impreziosito il racconto e lo ha calato nell'atmosfera dell'anime. Hai sfruttato molto gli aggettivi, ma fortunatamente non ne hai eccessivamente abusato; il racconto, quindi, risulta ben dettagliato ma senza essere appesantito da le varie informazioni introspettive, anche perché tale compito lo hai spartito sia attraverso aggettivi che attraverso interi paragrafi in qui era il pensiero di Kouha a essere dominante e a esprimere il suo stato d'animo.
Ho solo un'osservazione:

- Estrasse la lama e con un unico e preciso fendente gli tagliò la gola

Il fendente è un colpo che si sfera sempre dall'alto verso il basso, mentre, per come hai descritto la scena, il movimento che fa Kouha dev'essere da sinistra verso destra – o destra verso sinistra.
La narrazione al presente ti ha permesso di far sentire la vicenda più vicina al lettore, facendolo immedesimare nel personaggio principale. C'è una buona commistione tra descrizione e narrazione; buona anche l'alternanza tra il "descrivere la scena" e il "mostrarla", senza esagerare verso l'una o l'altra tecnica.
Il testo è povero di dialoghi, ma non mi è dispiaciuto, visto l'impronta introspettiva che gli hai donato. Sono felice di dire che la punteggiatura è curata ed è perfetta.
Ultimo consiglio, e non c'entra con lo stile né influenza alcun voto: io alzerei il rating, proprio per la scena violenta presente nel primo ricordo. Inoltre è presente anche l'angst, questo tormento ansioso ed eccitato che dilania il personaggio in gran parte della lettura; quindi andrebbe avvertito il lettore.


Giustissima osservazione! Non ci ho proprio pensato al corsivo, ma effetivamente avrebbe dato più fluidità al testo. Nulla da obiettare nemmeno sulla questione dei ricordi. Dividi et impera? Giusto per restare in tema XD
So che il fendente indica solo un tipo di taglio, ma onestamente dire "e con un unico e preciso tondo gli tagliò la gola" o "e con un unico e preciso mezzano dritto gli tagliò la gola" non suona molto bene... soprattutto considerando che si parla di un bambino che non ha mai ricevuto lezioni di spada. Ciò che ha imparato, lo ha scoperto da solo, rubando le parole degli altri e sperimentando. L'alternativa sarebbe stata spendere due parole in più per descrivere il gesto... cercherò di migliorare, considerando il tipo di storie che scrivo potrebbe accadere di nuovo XD Grazie infinite!



Trama e uso dell’acronimo: 10/10

La trama ripercorre tutti i momenti salienti di questo personaggio e della sua storia, approfondendo quei passaggi introspettivi che in un anime non vengono sempre fuori al meglio, non quanto possono rendere in un testo scritto.
Il primo complimento va alla tua capacità di contestualizzare la scena: è fin da subito chiaro che Kouha si trova in uno dei tipici momenti in cui porta a Corte altre delle sue "reclute"; e rendi chiaro anche il fatto che questo è un atteggiamento che si ripete ogni volta. Altrettanto chiara è la differenza tra lui e la Corte, i diversi modi di apparire e pensare, i diversi obiettivi e le diverse posizioni "sociali".
L'ambientazione, invece, è un po' ridotta all'osso, si limita all'essenziale, tanto quanto basta per far muovere il personaggio in uno spazio. Per il genere trattato, va bene, anche se io prediligo avere più stimolazioni per quanto riguarda i cinque sensi. Tu ne sfrutti due molto bene: la vista e l'udito, e li utilizzi il primo per il sangue – elemento molto importante per definire persino il personaggio – e l'altro per le dicerie, che sono importanti per le dinamiche comportamentali ed evolutive del suddetto.
Abbiamo, quindi, Kouha che ghigna ai suoi "rivali" per poi subire, in segreto, i conflitti di una coscienza deviata dal suo passato. Iniziano qui i ricordi – uso il plurale perché non posso fare a meno di constatare che sono due momenti distinti seppur legati tra loro – che hanno rappresentato il fulcro della vita di Kouha, soprattutto perché riguardano le persone a lui più care: sua madre e i suoi fratelli, soprattutto il maggiore che erediterà l'Impero.
Il primo ricordo è stato gestito molto bene. Ti sei presa il giusto spazio per mostrare una scena significativa e molto forte, con un bambino già avvezzo al sangue e alla giustizia "veloce e fai da te"; hai espresso molto bene ciò che per lui era importante in quel momento e in futuro. Poi abbiamo una panoramica, un po' frettolosa, delle conseguenze di quel gesto, per infine giungere al secondo ricordo importante. Kouha entra in contatto con una nuova, seppur limitata, visione della Corte e della sua famiglia, scopre l'affetto e il legame di sangue – che va oltre quello con una madre malata mentalmente – e trova il suo scopo nella vita.
L'introspezione e i dubbi finali sono la parte che più mi ha catturato, poiché quella gestita meglio, con i giusti ritmi (questo è un commento personale, non ha influenza sul voto di questa voce). Kouha è combattuto tra quello che aveva conosciuto fino a quel momento e quello che gli viene mostrato dalla bontà di Kouen, tanto da non riuscire fino in fondo a distinguere le due facce di quella vita passata alla mercé altrui. I dubbi e il suo arrovellamento si risolvono con un ghigno eccitato e un po' eccentrico, emblema di questo personaggio.
Il bando richiedeva di adoperare un terzo delle lettere dell'acronimo per approfondire l'introspezione. Nel tuo caso, dovevano essere almeno ventitré. Visto il numero non da poco, ne parlerò in modo generale, soffermandomi su quelli più significativi. Ti dico fin da subito che hai rispettato la consegna, facendo quanto serviva, e anche più, in maniera molto scrupolosa. Me ne hai messe in evidenzia alcuni nelle N.d.A. ma io ne ho individuati altri che hanno arricchito questo quadro, ampliando la visione d'insieme.
Codardo, Sudicia, Stelle maledette, Emarginata, Voci maligne, Oro nero: sono aggettivi e sostantivi che hanno descritto ciò che lo circonda e che lo influenza dall'esterno, parte integrante del testo e della caratterizzazione del mondo, nonché dei personaggi secondari. La codardia, che è un termine che ha un doppio significato, poiché si riferisce, in modo diverso, sia al consigliere che alle sue paure; sudicia è la corte, così come emarginata è sua madre e il suo ruolo all'interno dell'Impero. Le voci maligne lo hanno sempre perseguitato al pari delle stelle. Infine, l'oro nero è molto significativo, perché esalta la celata bellezza e importanza di ciò che si nasconde dentro gli animi e le persone più abiette e ai margini della società.
Poi abbiamo i verbo, gli aggettivi e i sostantivi che sono direttamente legati alla sua persona e che ne scolpiscono carattere, peculiarità, sentimenti e modi di comportamento. Esteta Sangue, Orgoglioso, Preoccupato, Lesto, Demone, Ebbro, Spietato, Respinto, Turbato, Ostile, Detestava, Insano, Armato, Principe, Euforico, Elevando, Ansioso, Redenzione, Balocco, Orrido, Egoista, Burattinaio, Ombra, Misero, Egregio, Sanguinario, Encomiabile, Leale, Estroso, Signore, Scoppiando. Un disegno di alti e bassi e pieno di sfumature che ha disegnato a tutto tondo un personaggio che sei riuscita a farmi piacere, nonostante la mia scarsa conoscenza dell'anime. Di questo, però, parlerò più avanti. Complimenti per la cura dei dettagli!


Speravo che anche queste parole rieantrassero nell'utilizzo dell'acronimo, ma essendo più "astratte" e metaforiche non ci speravo più di tanto XD Sono molto soddisfatta di questo parametro, ci tenevo particolarmente.


Titolo: 4.5/5

Il titolo mi ha squarciato in due. Il titolo è piuttosto semplice, forse un po' troppo per i miei gusti. Racchiude i dilemmi di Kouha, l'incertezza di una vita piena di dolori che lui combatte con l'esaltazione e l'eccentricità che lo caratterizzano; eppure c'è qualcosa in più, nel testo, che il titolo non riesce a esplicare. "Chi sei tu?" sarebbe un titolo perfetto per una storia più malinconica, senza sbocchi o soluzioni, in cui il personaggio è totalmente in balia dei suoi assilli. Kouha non mi appare, però, corrispondere fino in fondo a queste caratteristiche: egli è, sì, preda di forti dubbi, ma possiede quella volontà e quella follia che li permettono di abbatterli con un colpo di fronte contro lo specchio; Kouha allontana con una risata i suoi pensieri, perché la sua forza sta proprio nel mettere a tacere le fragilità che si nascondono nella sua vita e nel suo ruolo di figlio bastardo.
Il titolo non mi ha catturato, non l'ho trovato abbastanza accattivante, profondo per il personaggio. C'è molto di più in lui, forse anche un po' di menefreghismo. Ecco, è mancata questa sfumatura. Solitamente non sono il tipo, però, avrei visto molto meglio un titolo più lungo, che ne mostrasse l'ambiguità, piuttosto che il dubbio corrosivo.


Giusta osservazione. Anche qui ho avuto poca pazienza.





Caratterizzazione dei personaggi: 10/10

Ogni personaggio – e, quindi, non solo Kouha – sono stati caratterizzati perfettamente bene, a partire dalla Corte. Ho l'abitudine di considerare lo sfondo come un personaggio, esso deve avere vita; e quello della tua storia ce l'ha, ed è l'opposto di ciò che brama e cerca di perseguire il protagonista. La Corte è corrotta, abietta, piena di quelle false stelle che nascondono il sudiciume di gente leccapiedi legata a pregiudizi e maligni passatempi. Di questo sfondo, emblema è il consigliere, che, per quanto non apertamente, si prodiga in tutti i modi per far sentire il disagio e l'inadeguatezza al terzo principe dell'Impero Kou. Egli sembra una persona melliflua, sprezzante, un vecchio sghignazzante con la paura sotto il naso e una serpe che gli esce dalla bocca. Abbiamo anche l'ignoranza, rappresentata dal servo e dalla sua perversa e macabra morte: in essa si racchiude tutta l'inumanità che sta dietro a un comportamento discriminatorio, votato sempre verso quelli che appaiono più deboli dei deboli (scusa il gioco di parole).
Poi abbiamo la madre e la sua follia. Sei stata bravissima a creare quell'atmosfera di irreale calma e controllo che la circondano, ma ne hai tratteggiato molto bene anche la fragilità, grazie alle cure e alle attenzione che il piccolo di cinque anni le riserva. Il suo essere una bambola nei suoi confronti è una scelta, al contro dell'essere un burattino nelle mani del regno. Bellissime le descrizioni della donna, la caratterizzazione dei suoi gesti e della sua risata – perfetta sinfonia, alle orecchie di un bambino che l'adora al di sopra di tutto.
Infine, e non ultimo, abbiamo lui: Kouha. È talmente complesso che è stato un azzardo darne un disegno in questo poco spazio. L'introspezione si è concentrata sui particolari più importanti, ovvero il suo attaccamento agli uomini e alla famiglia, e le sue manie folli del sangue e della morte; e in mezzo ci sta tutto un mondo di piccole informazioni, dettagli che hanno impreziosito questo quadro. Kouha è un bambino che è portato alla disperazione da una posizione ai margini della società. I suoi occhi sono costretti a guardare una madre impazzire di un amore malato e le sue orecchie sono costrette a udire le malignità di una società che intende ucciderlo dentro. E ci va molto vicino! È la famiglia che lo salva, quella che lui fino a quel momento ha solo imparato a odiare. L'attaccamento e il senso di appartenenza a qualcosa di bello e genuino, buono, il sentirsi importante per qualcuno che sembra perfetto e amato, fanno nascere in lui il senso di rivalsa: così come Kouen ha tirato fuori lui da quel baratro, egli farà altrettanto per gli altri.
Questi due aspetti della sua vita si mischiano nel suo carattere, dipingendo un giovane uomo eccentrico, affascinante, impulsivo, iracondo, quasi annoiato; dietro cui si nasconde il "servo" di un fratello che ha guadagna il suo affetto, il principe di un popolo che ha bisogno di poter dar voce ai suoi soprusi proprio grazie al suo senso empatico, caratterizzato dalle sue ambigue origini. C'è anche la follia che egli ha aspirato dalle braccia amorevoli della madre, che lo rendono imprevedibile e incostante. Tutto questo, e altro che non riesco a spiegare meglio, è venuto fuori da questo racconto. Davvero un ottimo lavoro!


Kouha è un personaggio che adoro, proprio per la sua complessità. Non è cattivo, ma il modo in cui è cresciuto e il logoramento a cui stato sottoposto lo hannoportato ad essere ciò che è.
Purtroppo nell'anime viene mostrato poco e nulla e il manga... diciamo che è una situazione complicata XD
Sono riuscita ad incuriosirti e a non farlo sembrare un personaggio forzato e palesemente finto: di questo sono contentissima. Mi piacerebbe scrivere altro su di lui, una long, ma ci sono degli elementi poco chiari nella storia originale che mi lasciano spiazzata XD Se passarai dalla sezione, però, è possibile che lo ritroverai ^^




Gradimento personale: 4/5

Mi è mancato qualcosa nel modo in cui mi hai presentato la trama, durante la lettura. Non parlo degli elementi in sé, ma di come li hai gestiti. Prediligo letture più cesellate, a incastro, che si disegnano pian piano, un po' arzigogolate ma logiche. Credo che questo tu possa intuirlo dal tipo di contest che ho indetto, dopotutto. Per questo la tua storia non mi ha catturato fino in fondo. Il testo è pulito e ben scritto, l'organizzazione dei vari argomenti mirabile e ben ponderata; ogni cosa ha il suo giusto spazio e mi ha trascinato in un mondo tutto da scoprire; ma mi è mancato qualcosa per farmi dire… wow.
Ciò che invece mi è piaciuto è stato il personaggio principale e la sua storia, davvero interessante; mi sarebbe piaciuto saperne di più, che alcuni punti venissero maggiormente sviluppati, ma mi rendo conto che c'era un limite entro cui restare. Nonostante questo, Kouha mi ha davvero entusiasmato: la sua eccentricità, la sua vena di pazzia, la sua indolenza. È uno di quei personaggi che io adoro proprio per i suoi chiaro-scuri. Spero di poter leggere altro su di lui, magari di vederlo all'opera e, quindi, di poter ammirare sul "campo" le sue caratteristiche.


C'è poco da dire, se non: grazie per il tuo commento.




Punti bonus: 7.5/8

Qui hai fatto davvero un buon lavoro. Ancora una volta sei stata molto attenta ai dettagli e a ogni passaggio, "spezzando" le frasi nei punti giusti per esaltare le due/tre parole di turno nel modo più appropriato. Ma vediamo nel dettaglio.
Il "because" si riferisce alla scena scatenante che riporta a galla i suoi dubbi e i suoi ricordi, con i suoi dolori e le sue bramosie.
"Useless people" tratta dei personaggi e delle vicende che riguardano le "persone inutili", come sua madre e lui; ma anche il servo, la cui morte colpisce solo per l'efferatezza legata al gesto di un bambino di cinque anni.
"Deserve to" è il momento di passaggio, caratterizzato dalle conseguenze del suo gesto, dalle malelingue e da un forte angst contro la Corte e il suo modo passivo di muovere contro di lui e la madre.
"Die" tratta del suo odio e delle sue iraconde e istintive intenzioni.
"and when" abbiamo l'incontro con i fratelli, emblematico legare questo particolare punto di svolta con il termine "quando", proprio a sottolinearne l'importanza di questo ricordo nell'evoluzione del personaggio.
"people are broken" è forse il passaggio più forte, perché è un miscuglio tra le sue buone azioni, i suoi intenti, e i dubbi che lo tormentato, spezzandolo nel decidere cosa è veramente lui per gli altri, e quanto ha riposto nel loro affetto e vicinanza. Inoltre c'è anche l'elemento fisico, ovvero la rottura dello specchio.
"we become useless" è, invece, il passaggio che meno mi convince, per la contraddittorietà. Il verbo "diventare" richiama alla mente uno stadio finito, in cui c'è un personaggio definito entro certi limiti, mentre il finale della tua storia io l'ho percepito come un finale aperto, in cui Kouha in qualche modo allontana la risposta finale e si limita a ridere follemente a quelle domande, come se a dispetto di esse e della reale risposta, lui continuerà a essere esattamente quello che è… o non è.
Il testo scorre perfettamente nonostante l'ottimo utilizzo dell'acronimo, il che non era per niente facile. Complimenti!



Credo di aver capito cosa intendi. L'acronimo mette un punto dove invece l'evoluzione di Kouha prosegue, o meglio, rimane sospesa.
Quel "become" l'avevo interpretato come un "divenire", "cambiare", senza considerare però il contesto.
Grazie mille anche per questo appunto.

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Post: 19
05/06/2017 22:33
 
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Scusami ho letto solo ora la risposta per il premio bonus.
Ahah! Kouha-kun è felice XD

Anyway, Setsy complimenti per il primo posto! E complimenti al nostro giudice che non è impazzito XD
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Post: 2.256
Giudice*****
05/06/2017 22:44
 
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Re:
Setsy, 05/06/2017 22.26:

Giudicia, una premessa. ho un residuo misero di giga del telefono, quindi devo, ma devo essere breve... [SM=g28000]
domani appena entrata in biblioteca amplierò questo commento come si deve, giuro!
sai quando non nutri alcuna aspettativa?
quando torni a casa dopo una giornata che ti ha lasciata a testa bassa e invece qualcuno ci posa la coroncina d'allora?
sono felice in modo indescrivibile, credevo di aver fatto un disastro tecnico, di essere sesta su cinque, insomma
non so, vorrei gettare petali di rose e cantare, stappare champagne e berlo tutto, anzi, mi sento così buona e gioiosa che lo offrirei ai mie odiosi vicini!
in breve, per ora: gli errori di grammatica ci stanno tutti, (o 9 su 10 ^^), domani ne parliamo uno a uno!
la scena di Jeremy invece esiste, è subito dopo, dove l'ho descritta, e anche se l'avrei decapitato, adoro il piccolo Gilbert, che cerca di tener testa a Damon. coraggio! *^*
per il resto.. niente, serve troppo tempo
mi sento piena d'Amore, c'è un senso allora, la mia sub-autostima ti sta inviando 24 rose a gambo lungo, ecco
grazie, davvero. non vedo l'ora che sia domani, non arriverà mai abbastanza presto
solo una cosa: il titolo era l'unica parte che - sinceramente - mi pareva riuscita, quindi vederlo premiato è il tripudio di ogni speranza!
a domattina, allora, e festa continua!
complimenti a tutte le altre, abbiamo capito tutte come fare; ad un certo punto della mia ho dubitato
p.s certo, la Valutazione della Mia Vita la vorrei come rec!
ancora buona notte, con Shakespiriana intonazione
tua commossa Setsy




Sono felice che la valutazione ti abbia soddisfatto. Il lavoro che hai fatto è immenso, tutte voi avete fatto un lavoro incredibile, avete reso questo contest una festa per i miei occhi, davvero; pensavo che fosse tutto nella mia testa, che non fosse possibile riuscirci e che mi avreste mandato a quel paese, invece avete raggiunto "flash mentali" (permettetemi di chiamarli così) che io quando li ho letto, ho pensato: ma come hanno fatto? Complimenti a tutti/e.
Sarò felice di discutere ogni punto con te... domaniXD
Non vedo più le lettere della tastiera, scusatemi! Sappi che la tua felicità mi commuove, e posso andare a letto con il sorriso sulle labbra. Hai meritato premio speciale - e come avrei potuto ignorare un simile omaggio al contest e al nostro vampiro? - e posizione.
A domani!

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Post: 2.256
Giudice*****
05/06/2017 22:49
 
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Re:
Noemi_C, 05/06/2017 22.33:

Scusami ho letto solo ora la risposta per il premio bonus.
Ahah! Kouha-kun è felice XD

Anyway, Setsy complimenti per il primo posto! E complimenti al nostro giudice che non è impazzito XD



Figurati, il tuo mondo mi ha incuriosito, se non altro per come me lo hai presentato. Davvero complimenti per la resa di questa scelta non facile, Kouha è un personaggio particolare, che mi ha ammaliato per le sue sfaccettature. Sono felice che la valutazione sia risultata ben fatta.
Gli errori sfuggono a tutti, ma sono pochi e tutti di distrazione. Per il fendente... ho la mania per i termini tecniciXD quindi, faccio attenzione al loro uso; capisco, però, il tuo pensiero. Sono felice che le altre voci ti abbiano resa felice, hai meritato i punteggi pieni, e il tuo lavoro è stato fantastico, così ben incorporato nella fluidità del testo, che ho dovuto prestare attenzione a ogni lettera per notare il distacco.
Sì, è quello che intendevo, riguardo l'ultimo passaggio. Ho tenuto presente il senso della frase, per questo mi stonava la fine aperta.
Domani passerò a lasciare le valutazioni anche sul sito. Mi dispiace non farlo adesso, la stanchezza mi ha raggiunto anche fino alla punta dell'ultimo capello. Se vuoi che recensisca una storia in particolare, fammi sapere, mi raccomando.


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Giudice*****
06/06/2017 09:31
 
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Carissima, eccomi per l parte 0.2= il ritorno!
mentre di solito la mattina sono moscia come un’ameba macilenta, stamane mi sono svegliata che ero ancora una svolazzante farfalla! *-* quindi grazie ancora, di tutto cuore
Tornando alla storia, tutti i tuoi appunti sulla punteggiatura/grammatica erano giusti, aimè!
la frase che intendevo era questa tua: Ha un'opinione radicata delle mie manchevolezze, che non so se condannare per la durezza o approvare per la purezza con la quale ha soppesato le mie azioni.
A prescindere dal fatto che questo è e sarà i mio punto debole, sempre, questa volta ho avuto anche una piccola difficoltà in più (ma è il meno, purtroppo ^^): per usare esattamente 4000 parole ho fatto un gran taglia e cuci e ho unito qualche pezzo che non andava scritto vicino. Quando ti ho scritto qui: di erto ho sbagliato molto ero certa di quello, e credevo di perdere tanti punti da essere l’ultima.
sono felicissima che lo stile sia andato bene malgrado un po’ di rallentamento per gli errori e le mie adorate frasi lunghe, ne sono entusiasta.
ma di più sui complimenti per l’IC di Damon, che in pratica è una mia fondamentale ragione di vita.
Lo amo davvero! Quando sento che ho fatto male li vorrei sprofondare tantissimo… mi sento in colpa, ecco, come s elo tradissi! XD sono pazzissima, lo so
per trovare le parole significative sono morta, quindi vedere tutto il lavoro così ripagato mi da una soddisfazione che non hai l’idea, e il premio per il titolo… ho ancora gli occhi da cuore. Sono stati scomodi per dormire, ma pazienza *^*

Grazie infinite, Noemi_C, sei dolcissima! *.*
Giudicia, non mi resta che una specifica per i succulenti premi: per caso conosci anche i romanzi (anche solo il primo), quindi, qui, il fandom: Il diario le vampiro?
se la riposta è no, posso lasciarti i link, o vuoi fare tu?
baci notturni,
tua Setsy


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Post: 2.256
Giudice*****
06/06/2017 09:49
 
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Re:
Setsy, 06/06/2017 09.31:

Carissima, eccomi per l parte 0.2= il ritorno!
mentre di solito la mattina sono moscia come un’ameba macilenta, stamane mi sono svegliata che ero ancora una svolazzante farfalla! *-* quindi grazie ancora, di tutto cuore
Tornando alla storia, tutti i tuoi appunti sulla punteggiatura/grammatica erano giusti, aimè!
la frase che intendevo era questa tua: Ha un'opinione radicata delle mie manchevolezze, che non so se condannare per la durezza o approvare per la purezza con la quale ha soppesato le mie azioni.
A prescindere dal fatto che questo è e sarà i mio punto debole, sempre, questa volta ho avuto anche una piccola difficoltà in più (ma è il meno, purtroppo ^^): per usare esattamente 4000 parole ho fatto un gran taglia e cuci e ho unito qualche pezzo che non andava scritto vicino. Quando ti ho scritto qui: di erto ho sbagliato molto ero certa di quello, e credevo di perdere tanti punti da essere l’ultima.
sono felicissima che lo stile sia andato bene malgrado un po’ di rallentamento per gli errori e le mie adorate frasi lunghe, ne sono entusiasta.
ma di più sui complimenti per l’IC di Damon, che in pratica è una mia fondamentale ragione di vita.
Lo amo davvero! Quando sento che ho fatto male li vorrei sprofondare tantissimo… mi sento in colpa, ecco, come s elo tradissi! XD sono pazzissima, lo so
per trovare le parole significative sono morta, quindi vedere tutto il lavoro così ripagato mi da una soddisfazione che non hai l’idea, e il premio per il titolo… ho ancora gli occhi da cuore. Sono stati scomodi per dormire, ma pazienza *^*

Grazie infinite, Noemi_C, sei dolcissima! *.*
Giudicia, non mi resta che una specifica per i succulenti premi: per caso conosci anche i romanzi (anche solo il primo), quindi, qui, il fandom: Il diario le vampiro?
se la riposta è no, posso lasciarti i link, o vuoi fare tu?
baci notturni,
tua Setsy





Ripeto: il lavoro è stato curato nei minimi dettagli, da quelli tecnici a passaggi di trama e caratterizzazione. Non mancava nulla, tanto che ho fatto una fatica a riuscire a parlare un po' di tutto; e anche così, mi sembra di aver tralasciato sempre qualche dettaglio [SM=g27988]
Sto andando a lasciare le valutazioni:D
Ho letto fino a "L'ombra del male". Per i premi, ti posso chiedere di lasciare tre link di storie delle cinque che ti devo? [SM=g27995] Due le avrei già scelteXD

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Post: 5.640
Giudice*****
06/06/2017 10:02
 
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io ti adoro il modo inspiegabile a parole!!!
certo, certo! ti va, allora, di scegliere le altre 3 nel mio "diario del vampiro-romanzi"?
credo di avere 9 storie, e tolte due mini-long trovi sempre 7 one shot tra le quali scegliere: sono tutte sulla mia OTP Suprema: Damon/Bonnie MacCollough [SM=g27998] ____ [SM=g27998]
se li odi, vai pure tu come preferisci sul telefilm!
sono comunque felice (e curiosa a morte di cosa hai scelto!XD)
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Post: 2.256
Giudice*****
06/06/2017 10:07
 
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Re:
Setsy, 06/06/2017 10.02:

io ti adoro il modo inspiegabile a parole!!!
certo, certo! ti va, allora, di scegliere le altre 3 nel mio "diario del vampiro-romanzi"?
credo di avere 9 storie, e tolte due mini-long trovi sempre 7 one shot tra le quali scegliere: sono tutte sulla mia OTP Suprema: Damon/Bonnie MacCollough [SM=g27998] ____ [SM=g27998]
se li odi, vai pure tu come preferisci sul telefilm!
sono comunque felice (e curiosa a morte di cosa hai scelto!XD)




Adoro quella coppia, erano loro che dovevano stare insieme nei libri; e confesso che, alla fine della prima stagione, avevo sperato in questa fine anche nel telefilm:D
Sarò felice di leggerle. Vuoi indicarmi quelle che preferisci, o scelto un po' così, a caso?
Le altre due saranno una sorpresaXD Ti dico solo che sono di qualche anno fa, sempre del fandom:D

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