Allora, prima di dire i risultati vorrei dire un paio di cose.
, ma questo è solo perché tengo particolarmente a questo hobby. Tutti i miei consigli sono dati in buona fede per aiutarvi a migliorare. Se in alcuni punti risulto severa, vi prego di non prendervela: probabilmente nemmeno me ne accorgo che risulto tanto dura mentre spiego le mie motivazioni, ma vi assicuro che non lo faccio con cattiveria.
perché non ha senso visto che siete solo in due, ma questo non significa che io non abbia fatto il calcolo dei punteggi. Li ho tolti dalla griglia, ma il punteggio c'è e rimane. Listerò le storie nell'
. Una volta che avrete letto i commenti alle vostre storie, vi prego di linkarmi una vostra fanfiction a testa, così che io possa recensirle nelle prossime settimane! Preferirei che mi linkaste delle
, ma se proprio non è possibile, fatemelo sapere prima che magari troviamo un modo per sistemarci.
Vorrei anche ringraziarvi per aver partecipato a questo contest e per esservi impegnate per portare a termine le storie. L'impegno che ci avete messo si vede e io non posso fare altro che premiarlo. Per cui grazie ancora!
GRAMMATICA E FLUIDITA' DI LETTURA
- “Sì, ma tanto lo sai, che non ci degna minimamente e guarda soltanto lei...”: «Lo sai che» non vuole la virgola.
- “[…] incombeva terrore […]”: incombeva mi suona davvero male in questa frase, in quanto ‘incombere’ rappresenta qualcosa che è imminente, che sta per arrivare. Forse ci vorrebbe un sinonimo.
- “[…] calzava décolleté di vernice che le incorniciavano i deliziosi piedi da ballerina classica e per finire i capelli erano raccolti in un perfetto chignon, il tutto guarnito da un bellissimo trucco naturale”: questa frase, secondo me, vuole descrivere troppe cose tutte insieme. Passi la descrizione delle scarpe e dei capelli, nonostante siano scollegate tra di loro, ma quel “il tutto”, posizionato in quel punto della frase, pare riferirsi ai piedi e ai capelli della Ricciai… il che ha poco senso nel complesso della frase. Questa è una cosa che ho notato spesso: tendi a mettere più virgole che punti, e molto spesso colleghi frasi che andrebbero staccate le une dalle altre.
- “ventiquattro ore”: sarebbe «ventiquattrore».
- “sino ai baristi […] con cui poi, passava la notte”: dopo «poi» non ci vuole la virgola perché «con cui passava la notte» è una frase collegata.
- “Il più concentrato sulla professoressa era Luca, regalando tristezza e amarezza nei confronti delle sue compagne di classe”: questa frase, a dire il vero, è molto confusa. Ho capito il senso generale, ma in sé la frase ha pochissimo senso. «[…] regalando tristezza e amarezza nei confronti delle sue compagne» forse dovrebbe essere qualcosa come: «[…] lasciando le sue compagne amareggiate».
- «[…] ogni singolo movimento della professoressa, scaldava il cuore […]»: la virgola non ci vuole perché «ogni movimento» è il soggetto e «scaldava» è il verbo ricollegato al soggetto.
- Molte volte non metti le virgole prima dei vocativi. Esempio: «In realtà noi due abbiamo la stessa età cara prof!»; in questo caso ci vuole la virgola prima di “cara prof”.
In sé non ci sono molti errori grammaticali riguardanti i verbi, ma ci sono un sacco di problemi con le virgole (messe dove non dovrebbero, non messe quando dovrebbero); con le congiunzioni (ne usi un sacco anche dove potresti mettere un punto e creare un'altra frase); e con i gerundi, che hanno lo stesso problema delle congiunzioni.
Le frasi che crei hanno tutte la stessa lunghezza e la stessa formula (frase principale + virgola + che di congiunzione + gerundio), e risultano quindi 1) tremendamente lunghe e 2) monotone. Soprattutto perché lo stile resta invariato lungo tutta la storia. Nel momento in cui andiamo a scoprire le situazioni che vivo in realtà i personaggi, lo stile resta piatto, come se le loro “stranezze” (che andremo ad approfondire dopo) non fossero altro che normalità. Ora, questo stile sarebbe potuto andare bene se fin dall’inizio avessi aperto la storia raccontando la vita di una professoressa e di un uomo al liceo che vivevano una vita normale nonostante le loro malattie. Ma tu hai deciso di fare in modo che la
scoperta delle loro malattie fosse il punto cruciale della storia, per cui era necessario che tu evidenziassi quel punto. Invece il mio sguardo non è stato catturato dalle frasi, e di conseguenza non mi ha interessato come avrebbe dovuto fare.
Altra cosa: il punto di vista cambia di continuo. Anche questo toglie moltissimo alla storia. Com’è già stato detto, il
clou della storia dovrebbe essere la scoperta delle loro malattie. Il problema è che la malattia della Ricciai non viene scoperta: con il narratore onnisciente, semplicemente la sua malattia viene
sbattuta in faccia al lettore. Noi non lo scopriamo con il personaggio, non ci ritroviamo senza fiato per la scoperta. Se tu avessi tenuto nascosta la malattia fino al momento in cui la Ricciai dice:
«In effetti anche io ho un segreto», ci sarebbe stato il botto, una scoperta improvvisa e non premeditata. Invece al lettore viene raccontato tutto a metà della storia, come se stesse leggendo un dépliant informativo. Se avessi tenuto il punto di vista di un solo personaggio, la scena clou avrebbe fatto più presa.
Aggiungo inoltre che alcune descrizioni, che poi risultano poco utili alla trama, prendono troppo spazio all'interno del racconto (tipo quella della professoressa di latino; mi sarei almeno aspettata che lei avesse qualche peculiarità o che sarebbe rientrata più avanti nel racconto, invece la sua è stata una scena piuttosto inutile). L’unico senso di quella scena è stato, probabilmente, quello di far vede che Luca è un impavido. Ma credo che avresti potuto ottenere lo stesso risultato facendolo “combattere” per la Ricciai, ovvero dimostrando che nonostante la malattia lui vorrebbe stare con lei.
ORIGINALITA'
La storia è molto semplice, quasi scontata. Ragazzo incontra donna, s’innamora, decide di dichiararsi, si scopre che c’è un piccolo inghippo ma non importa perché lui la ama lo stesso. Non trovo originale l’utilizzo delle malattie (per quanto, in sé, le malattie siano peculiari), e anzi, a dire il vero lo trovo anche un po’ offensivo.
Questo contest voleva essere concentrato sulle stranezze intese come particolari di vita quotidiana impensabili ad un occhio esterno. Sfruttare le malattie per un contest che richiama le “stranezze” mi sembra un accentuare la discriminazione verso le suddette malattie. Il topic della discriminazione, poi, compare anche all’interno della storia (il background della Ricciai, per intenderci).
L’unica effettiva stranezza di mio gradimento è stata il fatto che Luca, nonostante abbia l’età della Ricciai, sia ancora al liceo. Ma sfortunatamente questa stranezza non è stata approfondita.
Per ricapitolare: la storia è molto, troppo semplice, e il “boom” finale non è un boom (per i motivi elencati della grammatica/stile). Diciamo che non ho sentito lo scatto della curiosità verso questa storia.
CARATTERIZZAZIONE
La signora professoressa, per quanto abbia un carattere discutibile, ha un fine: vendicarsi. Poi si può condividere o meno la sua idea di vendicarsi su dei ragazzi, ma almeno si capisce perché l’ha fatto, per quale motivo è arrivata a tanto e cosa la spinge, ogni giorno, a compiere la stessa azione. Non mi è dispiaciuto come personaggio, anzi. L’ho trovato molto interessante, e mi sarebbe piaciuto esplorarla meglio anche nel suo rapporto con Luca.
Il protagonista maschile, invece, è praticamente vuoto. Sta là solo per conquistare la professoressa. Non si capisce per quale motivo sia ancora alle superiori se è più grande, non si capisce cosa voglia fare, non si capisce se sia un Edward Cullen che continua ad andare a scuola per nascondere la sua malattia, o se ha un secondo fine a noi nascosto. Se la storia si fosse concentrata su questo, sarebbe stata sicuramente molto interessante. Invece, per quello che ho visto, il personaggio di Luca è apparso molto piatto, bidimensionale.
ATTINENZA AL PROMPT
Come ho già elencato nei punti sopra, in questa storia non ho colto nulla di “peculiare”, se non la scelta di Luca di restare al liceo per altro tempo (che però non è stata esplorata). La scelta dell’utilizzare le malattie mi è parsa una semplice scorciatoia.
BONUS
Sei stata la prima a iscriverti e la prima a consegnare. Ti ringrazio, LOL, altrimenti avrei dovuto leggere tutte le storie insieme e sarei morta ahaha
GRADIMENTO PERSONALE Avrei preferito la storia se si fosse concentrata su un solo dei personaggi e avesse approfondito il dettaglio del “segreto” di Luca (ovvero l’essere ancora al liceo).
In generale, in questa storia mi è sembrato che si volessero affrettare le cose, mettere troppi argomenti in poco spazio senza poi approfondirli. Alla fine della lettura, mi sento incompleta. Ma non incompleta nel senso che ci sono alcuni dettagli che possono aggiungere io; incompleta nel senso che la storia ha un buco piuttosto grande, ovvero il perché Luca stesse ancora lì.
GRAMMATICA E FLUIDITA' DI LETTURANon mi sembra di aver notato nessun grosso errore grammaticale (forse qualche “Lì” con l'accento al contrario), ma in alcune parti del testo non c'è fluidità e soprattutto ci sono alcuni problemi con la punteggiatura e gli a capo.
Te li riassumo tutti in questa frase:
«Controllavo soltanto l'ora.» mentì, invitando lo stregone a sedersi accanto a lui sul divanetto.«Alec non c'è?»Allora, per cominciare se la tua frase è composta da dialogo + disse (e sinonimi), il punto non può essere messo all'interno delle virgolette. Esempio:
«Dialogo» disse il dialogatore.
Il punto va dopo "dialogatore" poiché “disse il dialogatore” è la spiegazione del dialogo stesso. Le due frasi, quindi, sono un'unica frase collegata. Ti lascio qui un link che magari si spiega meglio:
www.editorromanzi.it/come-usare-la-punteggiatura-nei-d...Per quanto riguarda l'andare a capo, invece, il problema è questo: andando a capo con «Alec non c'è?», a me viene da pensare che la battuta sia stata pronunciata da Magnus, non da Simon. Perché nel dialogo precendente era Simon a parlare. Se non vuoi che questo succeda, e se vuoi evitare di ripetere ogni volta “disse Simon”, l'unica cosa che può fare è mantenere tutto in un'unica riga. Quindi dovrebbe essere:
«Controllavo soltanto l'ora» mentì, invitando lo stregone a sedersi accanto a lui sul divanetto. «Alec non c'è?»In questo caso, vedi che graficamente è facilissimo capire che la battura “Alec non c'è?” è stata pronunciata da Simon e non da Magnus? L'attenzione a queste piccole cose rende la lettura moooolto più fluida. Ti lascio, anche qui, un link che potrebbe aiutarti:
http://pennablu.it/dialoghi/Per quanto riguarda la
fluidità, ho anche notato che alcune frasi semplicemente suonano stonate (non sbagliate, perché di sbagli non ce ne sono, ma troppo pesanti).
ESEMPIO:
«Scrivere un messaggio lo avrebbe fatto sembrare occupato, completamente ok con il fatto di essere lì da solo.» Qui la frase poteva essere più semplice: “Scrivere un messaggio lo avrebbe fatto sembrare occupato, indisturbato nonostante la solitudine”. Se noti, “con il fatto di essere” è una perifrasi davvero pesante, perché per arrivare al punto (che, in questo caso, è l'essere da solo) io devo leggermi quattro parole in più, quando queste potrebbero essere tagliate via e la frase risulterebbe molto più fluida. In più, evitando il “con il fatto di essere” si evita anche la ripetizione di “fatto” nella stessa frase, che contribuisce alla pesantezza.
Altri piccoli errori:
-
«[...] cosa di cui neanche Simon non era tanto sicuro»: qui forse c'è un "non" in più.
- A volte non metti i punti a fine frase (“
«Sì… qualcosa del genere» Simon si strinse nelle spalle”, manca sia nel dialogo che dopo "spalle").
- A volte cambi il punto di vista senza accorgertene, e visto che fin dalla prima riga pare evidente che il narratore è onnisciente ma con focalizzazione sul personaggio di Simon, questo lo si ritiene un errore (esempio:
Raphael sospirò di nuovo: Simon doveva avere qualche deficit di attenzione se si ostinava a parlare latino nonostante lui gli avesse esplicitamente vietato di farlo circa 30 secondi prima. Quell'uccellino non riusciva a stare zitto un attimo.).
ORIGINALITA'LOL, sono morta. Magnus è un genio con quell'incantesimo. Mi è proprio piaciuto, appena ho capito cosa stesse succedendo sono morta dal ridere. Ottima idea!
CARATTERIZZAZIONEAlloooooooora. Ammetto che questa è stata una recensione difficile da fare, perché avendo letto i libri mi ritrovo sempre a fondere i personaggi della carta con quelli della serie TV, che in realtà hanno piccole variazioni. Penso di essere riuscita a non farli intrecciare troppo, ma se noti qualche incongruenza ti prego di farmelo notare!
Partiamo col dire che Raphael è un uomo molto riservato e, allo stesso tempo, quasi stoico. Inutile dire che vederlo nel bel mezzo del Pandemonium a fissare un cubista che gli balla attorno è stato un grande no. Anche più avanti, c'è Raphael che parla "amabilmente" con una Fata. E... Raphael? Amabile? LOL, persino nella serie è costantemente sclerato, anche quando parla con la madre di Simon si può vedere che i suoi muscoli sono tirati e la sua voce terribilmente controllata e quasi minacciosa. In più, Raphael è letteralmente una noia, LOL: l'ho trovato OOC pure quando dice a Simon di ballare e lasciarsi andare (perché Raphael è il primo a
non lasciarsi andare).
Quindi diciamo che, in generale, il tuo Raphael non mi ha ricordato per niente il Raphael canonico.
I personaggi di Simon e Magnus, invece, mi sembrano completamente allineati con il canon della serie TV! A parte qualche sbaffo fatto su Magnus per potergli far fare la parte di Cupido, per il resto mi sono sembrati davvero IC.
Piccola minuzia: Simon è ebreo, quindi può dire «Oh mio Dio» perché “Dio” non è effettivamente il
suo dio, LOL.
ATTINENZA AL PROMPTCredo che tu abbia beccato bene l'idea della stramberia che richiedevo per questo contest.
GRADIMENTO PERSONALELa storia non mi è dispiaciuta, però allo stesso tempo trovare Raphael, uno dei miei personaggi preferiti, così fuori dal personaggio mi ha fatto perdere un po' dello slancio, diciamo. Però in generale ho apprezzato molti l'idea e come è stata sviluppata, per cui comunque il voto è positivo!