Last Christmas
di Open Book
Grammatica
Ad innaffiare -> omettere la d eufonica
il lieve sorriso si trasformo -> “trasformò”
Il ricordo di una giornata simile a quella gli attraversò la mente e il lieve sorriso si trasformo in una smorfia divertita, eco di quel ricordo lontano. -> ripetizione di “ricordo”.
«In fondo...» Mormorò, osservando ancora la neve. «... avevi torto, James, come al solito.» Concluse
passandosi una mano tra i suoi compostissimi capelli castani. -> i verbum dicendi vanno scritti in minuscolo dopo le virgolette basse; non serve il punto dopo “neve” perché il discorso diretto è continuativo, né va inserito dopo “solito” perché anche concluse è un verbum dicendi.
si dia il caso che questo sia il tuo ultimo anno a Hogwarts -> “si dà il caso”
Peter tirò fuori la bacchetta con un timido accenno di ghigno e con un tocco, sollevò un'altissima -> Peter è anche soggetto di “sollevò”, quindi la virgola va assolutamente tolta.
ciò che i quattro ragazzi si erano promossi -> “promessi”
Qualunque cosa fosse successa avrebbero dedicato ogni giorno della loro vita l'un l'altro e, qualora uno di loro avesse perso fiducia in loro o avesse perso la vita, avrebbero vissuto anche per lui -> questo è ciò che si sono promessi, giusto? Io la unirei, quindi, alla principale, con i due punti.
Commentò con ironia, l'ultimo del Marauders -> non si mette la virgola tra verbo e complemento oggetto
Peter aveva cercato di fare il possibile per convincere Lily a dare una chance a quello che riteneva il suo migliore amico e lui, Remus si era tenuto in disparte -> “lui” è riferito a Remus, quindi “Remus” specifica lui che è il vero soggetto, quindi va chiuso in un inciso.
Il seguente non capisco se è un errore o ha un significato che non comprendo:
- Domandò Sirius con un enorme punto di domanda sul volto. «Non sono stupido, James... quelli erano gli altri regali... Cavoli!» -> è James o Sirius?
Stile
Ad innaffiare il tutto quella che era diventata la sua compagna di vita -> io metterei una virgola dopo “tutto”, giusto per dare l’intonazione adeguata, visto che la locuzione fa riferimento alla frase precedente.
Hai ripetuto in continuazione, anche nel giro di poche righe, le parole “migliore amico” e “amico”; avrei cercato una soluzione meno ridondante.
L’uso del narratore mi ha un po’ perplesso. Durante il momento presente, mi è parso di cogliere un narratore esterno ma con focalizzazione sul punto di vista di Remus, mentre nel passato/ricordo hai utilizzato una focalizzazione zero. Questa scelta non la condivido molto: di solito viene usato un solo tipo di narratore e focalizzazione per l’intero testo; inoltre il ricordo appartiene al professore, quindi credo sia opportuno mostrarlo dal suo punto di vista, invece che saltare dalle sensazioni di un malandrino all’altro.
Ho apprezzato, invece, la scelta di utilizzare i nomi in lingua originale, ha dato un tocco speciale alla lettura.
La spartizione del testo in presente-passato-presente mi è piaciuta, ha amalgamato la trama e dato una continuità al senso malinconico con cui il presente racchiude un ricordo essenzialmente felice.
Lo stile utilizzato è composto da frasi più o meno lunghe, che non mi hanno per nulla infastidito; anzi, richiamavano il senso di rimembrante pacatezza che ha percorso la storia, con uno stile semplice e lineare, scorrevole e fluido, senza troppe pause a enfatizzare toni o a creare tensione. Insomma, adatto a tal punto da essere affine al carattere del protagonista. Se c’è qualcosa che, invece, mi ha fatto storcere il naso è stato il monologo finale, prima del ritorno al presente, dove Remus fa quella lunga introspezione pensando a Lily e alla loro amicizia: mi è piaciuto l’inserimento di questo particolare, che a molti sembra sfuggire (io penso che fossero buoni amici, Lily e Remus), ma il pezzo è stato appesantito da un lessico ripetitivo.
Invece l’uso di frasi corte e nette all’inizio del flashback, accompagnate dalla ripetizione “neve” hanno creato un climax di colori e profumi, sensazione a trecentosessanta gradi; quindi, è molto ben riuscito.
I dialoghi li ho trovati pertinenti al contesto e, soprattutto, hai personaggi; hai saputo adattarli alla loro personalità e allo sfondo scenico.
Originalità e trama
Qui voglio farti i miei complimenti! Ho adorato la tua trama e le scene da te affrontate. Considerato l’aspetto originalità molto alto, ho soprattutto apprezzato la tua cura per i dettagli, che hanno reso l’evento da te narrato plausibile e ben legato alla trama originale. Le date – sì, le ho controllate scrupolosamente – sono veritiere, come anche la luna piena di quel Natale. Quindi ottimo lavoro.
La storia in sé mi è piaciuta molto. Il senso di malinconia, di perdita, di ricordi effimeri e lontani si è sentito per tutto il tempo, tanto che anche durante le scene del passato, grazie all’intreccio narrativo, il mio cuore ha comunque smesso di battere per il sapore dolceamaro che si respirava.
Per ragione che ti spiegherò ne “punti pacco” la trama, però, non era perfetta.
Titolo e impaginazione
L’impaginazione è un po’ fallace e poco ordinata. Manca il testo giustificato e appaiono spazi tra un capoverso e l’altro: io la rivedrei un attimo, giusto per pulire l’estetica del foglio.
Riguardo al titolo, è perfetto: ha una doppia ambivalenza e calza a pennello con la trama e i pensieri di Remus. Non solo è un richiamo perfetto al Natale del 1977, svoltosi durante l’ultimo anno di scuola dei malandrini, ma è anche una bella opposizione nei confronti di quelle parole che si sono avverate, ma inversamente ai pronostici fatti da James.
Caratterizzazione dei personaggi
Tra le altre cose, ho da lodare le sfaccettature che sei riuscita a inserire nell’introspezione dei personaggi.
Partendo da Remus, che è il protagonista indiscusso: la sua personalità pacata e ponderatrice ha influenzato l’intera narrazione, regalandoci una descrizione degli ambienti un po’ distaccata, tiepida, come è nel suo stile, quel sorriso accennato che sa di gentilezza e analisi approfondita; hai mostrato il suo corpo e animo sfregiato a vita, ma ne hai dipinto anche molto bene l’aspetto umano e divertente, quello che al di là di tutto si è riuscito a ritagliare un po’ di serenità e gioia nella vita. Il suo personaggio l’ho trovato molto riuscito e ben congegnato. Ciò che mi è piaciuto molto è il suo sapere e non dire, la sua lealtà non solo nei confronti dei malandrini ma della sua amica; il suo carattere lo rende l’amico perfetto per tutti.
Anche il carattere canzonatorio e amichevole di James è molto credibile ed è attinente a ciò che sappiamo di lui: il suo altruismo (mi dispiace che molti fan in lui vedano solo l’arrogante e figlio di papà, solo perché così lo dipinge Piton; a mio parere, si possono amare entrambi i personaggi senza affondare l’uno o l’altro, visto che entrambi possiedono sia tratti chiari che scuri) è quello che più si nota, insieme alla sua ossessione/amore per Lily Evans. Me lo sono perfettamente immaginato con un sorrisetto sulle labbra, mentre gli amici lo prendevano in giro per la sua fatidica impresa.
Sirius è rimasto un po’ celato, e questo mi è dispiaciuto molto visto che il pacchetto richiedeva che fosse uno dei personaggi. La sua personalità è rimasta velata dietro le quinte e anche se non hai commesso errori nel descriverlo e farlo partecipare alla scena, è anche vero che Peter ha avuto un ruolo più importante di lui nella trama, e questo mi ha deluso.
Riguardo a Peter: ottima l’idea di lui che si è mantenuto taciturno negli ultimi mesi, silenzioso e meno allegro. Hai fatto presagire cosa da lì a poco sarebbe successo, e il tutto rendendo plausibile da parte dei suoi amici l’incapacità di prevedere tutto ciò e fraintendendo il suo atteggiamento.
Gradimento personale
Ho respirato appieno la malinconia che ha pervaso l’intero testo, soprattutto grazie alla strutturazione della trama, che mi ha permesso di assaporare l’amaro sapore di un ricordo lontano e che non può più tornare, con gli occhi di chi sa già cosa accadrà. La gioia che dovrei sentire nelle immagini del passato è soppressa dagli occhi con cui ci fai guardare, ovvero quelli di Lupin, e anche questo è un punto a tuo favore: uno strazio per quei cuori che hanno amato e che vorrebbero, come ME, avere tra le mani un degno omaggio agli anni d’oro dei malandrini. Mi è piaciuta molto, il problema è stata la mancanza di completezza con ciò che richiedeva il contest; questo, però, non mi ha impedito di godere comunque di questa mesta lettura.
Punti pacco
Ho apprezzato molto il cambio temporale, che ha racchiuso il missing moment. Hai strutturato bene quest’obiettivo, collegandolo a uno sfondo credibile della trama originale. Inoltre, non ti sei limitata a creare la tua storia, ma hai anche fornito al lettore un retroscena di ciò che è accaduto il giorno di Natale a Remus, credibile ed emotivamente coinvolgente.
Purtroppo, questa tua scelta ha penalizzato la coppia, tenendola un po’ ai margini e non facendola spiccare dagli altri personaggi; anzi, il protagonista indiscusso è Lunastorta, che ha rubato parecchio la scena ai due, limitando la loro introspezione, anche troppo direi.
Sulla citazione avrei voluto qualcosa di più vivido e diretto, esplicito, ma comunque è un buon lavoro: l’eccellenza a cui si rifà non è solo a livello accademico, ma la costanza con cui trasgrediscono le regole, vincono nella vita, ottenendo risultati importanti e divertendoci con le loro malandrinate. Hai mostrato una delle tante sgattaiolate fuori dal castello, dove la loro trasandata bellezza si rivela in una scena amichevole e spassosa, in cui però viene esaltata la loro amicizia e il loro altruismo nei confronti dell’amico.
L’utilizzo della foresta proibita, invece, è quello che ti è riuscito meglio: il suo inserimento, l’atmosfera del ricordo è tutta intrisa della sua essenza; ne hai fatto un disegno completo e funzionale, coinvolgente e attivo, proprio per l’uso del legno che Codaliscia adopera per i suoi regali. In questo modo, parte della foresta continua a persistere anche nel presente del terzo anno, insieme a Lupin nel suo ufficio.