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Il Tredicesimo Re

Ultimo Aggiornamento: 26/09/2018 12:21
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02/11/2016 18:30
 
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Storia Originale: fantasy, drammatico, guerra









Introduzione


Serinut è un'isola separata dall'Agabar solo dalla Falda del Volor, una lingua di terra che emerge dalle acque del mare ogni cinque anni; ed è l'ultimo insediamento rimasto in mano ai Figli di Cahar.
Il Dodicesimo Re della Casa di Venasta è morto alla vigilia del novantaseiesimo inabissamento della Falda e il suo ultimo ordine è stato quello di comandare l'abbattimento del Bizar, l'infernale creatura che ha sentenziato la fine dei suoi giorni. Cinque anni dopo, la vita di Vasia è incastrata tra il suo lavoro di serva alla corte del Tredicesimo Re, l'unico superstite dei dodici Mataj partiti alla caccia del Bizar, e le incessanti preoccupazioni che Dareg continua a infliggerle dalla morte del padre. Fino a quando i portoni del Volor tornano ad aprirsi e tutto minaccia di ripetersi uguale ancora una volta; se non fosse che, a percorrere la Falda è un Figlio di Cahar che punta il dito contro il Re Usurpatore.





ESTRATTO DAL PROLOGO

La sua bocca fu ripulita mentre i dodici Mataj restavano in silenzio, le loro ombre che tremavano trepidanti allo sbatacchio della fiammella.
«Lasciate perdere, vi dico. Sono ancora io il Re. E ho un ultimo ordine da darvi. Non c’è cura per le ferite che il mio corpo sta patendo» sussurrò greve. Per un attimo il suo viso, l’unico illuminato, si rattristò dinanzi la figura ineluttabile della morte; poi la scacciò, combattendo per restare in vita ancora un po’. Abbastanza da poter dare l’ultimo ordine. I suoi occhi grigi rifletterono infiammati il flebile languore del fuoco. «Assassinatevi e trucidatevi tra voi, se volete. Ma anche se solo uno di voi resterà in piedi, egli dovrà impugnare ancora saldamente la sua spada. Perché Re sarà solo colui che condurrà in questa corte la testa del Bizar.»




N.d.A.


Ho scoperto questa cartella solo ora, e ho pensato: perché no?!
Questa è la mia prima storia: ho iniziato a scriverla quest'estate per gioco, ma - si sa - il gioco dura poco. Mi piacerebbe avere la possibilità di confrontarmi con diversi pareri, anche discordi tra di loro, soprattutto sinceri, che mi permettano di migliorare ciò che da solo è soltanto una macchia nera su un foglio bianco.
E, chissà, potrebbe anche appassionarvi! [SM=g27988]
[Modificato da Nirvana_04 03/04/2017 15:11]
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02/11/2016 18:33
 
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Aggiornamento!
Attualmente la storia comprende NOVE Capitoli!
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16/11/2016 14:48
 
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Pubblicato il decimo capitolo. Alzato il rating!
Capitolo 10 - Brividi di morte

ESTRATTO DAL CAPITOLO:

“Tieni!” Le passò il suo mantello e con un’alzata di spalle liquidò la sua protesta. “A Cahar il freddo è più rigido e non è permesso accendere un fuoco per riscaldarsi. Sei fortunato se hai una veste addosso che ti protegge dagli occhi dell’inverno, ma che comunque non può nulla contro il suo gelo. La montagna” aggiunse, “sa essere crudele quanto uno di quei mostri.”
“Allora Cahar esiste ancora?” chiese a bocca aperta.
Gli occhi di Liov mandarono un bagliore di fuoco, riflettendo per un attimo le venature di Mal, prima che una grossa nuvola carica di nevischio ne coprisse la luminosità.
“Non so cosa tu sappia della capitale, ma la mia gente è ancora schiava delle sue mura.”


Ditemi cosa ne pensate! [SM=g27995]
[Modificato da Nirvana_04 04/04/2017 18:55]
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25/11/2016 14:24
 
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Pubblicato il nuovo capitolo, fresco di stampa!
Capitolo 11 - Racconti dal Veto


ESTRATTO DAL CAPITOLO:

“Un Caimhal ancora vivo” sussurrò Miva. Finalmente alzò lo sguardo e lo piantò sulla sua faccia, quasi iracondo. “Se supera le Cuspidi, siamo spacciati.”
“Non ci saranno barriere che riusciranno a fermarne la corsa, nulla gli impedirà di raggiungere le città a nord, oltre Ashar Ashet” mormorò Galbion, l’espressione mesta.
Dareg si pungolò sulle gambe con le dita. Sospirò, agitato. “Allora attiriamolo dal lato opposto, verso i monti.”
Quattro paia di occhi si voltarono verso di lui, sconvolti e confusi.
Annuendo tra sé e sé, chiarì: “Conduciamolo verso le Stereae. Verso il perion. E distruggiamolo una volta per tutte, portandoci più roba nera dietro che possiamo. Usiamo la loro arma, diamo fuoco ai loro corpi.”


Nuove informazioni, nuovi misteri e intrighi. Uno squarcio nel passato e nuove probabilità per il futuro. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate! [SM=g28004]
[Modificato da Nirvana_04 03/04/2017 15:17]
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22/01/2017 18:40
 
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Aggiornamento!
Pubblicato il nuovo capitolo
CAPITOLO 12 - Cambio di rotta


ESTRATTO DAL CAPITOLO:

“Sei vivo!” lo apostrofò.
“Non era questo l’ordine che mi avevate dato?” domandò.
“E da quando esegui gli ordini?” si accigliò il Mei-eg.
“Beh, diciamo che stavolta mi faceva comodo” ghignò sprezzante.
Tarse scese con un salto e gli diede una pacca sul braccio. “Sei una testa calda, e vedo che l’aria di mare non ti ha rinfrescato le idee.”
“Sono nato sul mare. Se i venti che soffiano su Velenia non hanno potuto, dubito che qualche giorno in quella baia poteva qualcosa” storse le labbra, trattenendo un sorriso. I suoi occhi vagarono sulla città. “Pensavo che l’ansia di attesa fosse finita.”
“La guerra è tutta un’attesa. Aspettiamo la nostra ora” borbottò il Mei-eg. “Vieni. Un boccale e un fuoco ti basteranno per il momento. Voglio sapere.”


Scontri di idee, un nuovo piano e nuove conoscenze. L'orrore della guerra e le sue conseguenze si fanno più atroci e abominevoli. Ancora una volta, Dareg sarà chiamato a un compito che vorrebbe con tutte le sue forze declinare. Ma il Fato si diverte a giostrare in modi imprevedibili la sua pedina.
Vasia, prigioniera della sua compassione, assiste impotente alla malvagità gratuita alimentata dalla paura e da un'insana vena d'indifferenza generale.

Fatemi sapere cosa ne pensate! [SM=g27988]
[Modificato da Nirvana_04 03/04/2017 15:19]
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31/01/2017 12:09
 
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Nuovo capitolo!
CAPITOLO 13 - Sì, maestro


ESTRATTO DAL CAPITOLO:


“Cos’è? L’avanzamento di grado ti ha tranciato le palle?”
“Non ho voglia di mettermi a discutere” digrignò i denti, insofferente. “Dobbiamo raggiungere le Stereae tra un giorno e iniziare la scalata tra due. Non vedo cosa dovrei obiettare.”
Egli tenne il capo chinò e non vide il suo mentore socchiudere le labbra, inebetito, né scorse l’occhiata crucciata che gli lanciò Joel.
“Persino un capo ignobile è meglio di un capo inetto” lo redarguì.


I pensieri di Haren si fanno meno misteriosi o forse ancora più intriganti? Dareg è preso alle strette da Mei-eg, amici e Guerrieri, mentre sua sorella apre ancora un po' le porte del suo cuore, esponendosi al fato e alle sue trame perverse.


Un confronto con il lettore è sempre ben accetto! [SM=g27990]
[Modificato da Nirvana_04 03/04/2017 15:22]
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10/02/2017 15:51
 
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CAPITOLO 14 - A... per assassino


ESTRATTO DAL CAPITOLO:

«Non farlo» sussurrò Dareg facendo un passo verso il dirupo. La roccia scricchiolò sotto i suoi piedi e alcune pietruzze ruzzolarono giù, come il suono dei secondi a loro disposizione che decadevano nell’abisso del Volor.
Tarse scagliò la freccia e la punta vibrante tagliò l’aria e sparì tra il pelo della creatura. Un attimo…
«Scappa!» urlò Dareg a bocca aperta…
… e la freccia rimbalzò, vomitata dalla corazza della belva, una fragile asticella che pioveva a terra, sconfitta.
Il Caimhal girò l’enorme testa felina, un segugio che fiuta l’aria attirato dalla preda, e i suoi piccolissimi occhi iniettati di vendetta liquida superarono il corpo sudato di Tarse per puntare il petto svuotato di Dareg.
Lo capì nell’esatto momento in cui il suo cuore decise di galoppare in una disperata obiezione: era lui la preda ambita.


Quanto è importante il coraggio degli uomini in una guerra? E come si fa a non perderlo di fronte alla morte? Dareg affronterà le sue paure, mentre il Caimhal, servitore dell'Agabar, affonderà i suoi artigli in profondità nella sua anima.
[Modificato da Nirvana_04 03/04/2017 15:24]
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19/02/2017 11:21
 
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CAPITOLO 15 - Le mille strade dell'Agabar PRIMA PARTE


ESTRATTO DAL CAPITOLO:

Joel lo superò e scosse il capo del giovane con la mano. «Ha fatto il suo dovere. Ha salvato tutti noi.»
Bet, però, non sollevò il capo. Dovere… che parola inutile di fronte al dolore.
«Madon era un Guerriero!» esclamò lui, stringendo i denti. «Il suo coraggio gli ha dato onore. Il Dio Volor ha serbato per lui il più dorato dei giacigli. Il Dio Meg» aggiunse, ricordandosi che Venasta venerava solo il divino della forza, «lo colmerà della sua gloria. A noi spetta il compito di riscuotere i suoi successi. Madon aveva una famiglia sulle pianure» annuì, facendo scattare più volte la mascella, in tensione, «combattiamo per tenerla in vita per lui, e non sarà morto invano.»
Dareg si allontanò. Gloria e onore: anche quelle erano parole vuote.
«Comandante» lo chiamò la voce di Bet. Il ragazzo fronteggiò l'Arantar, alzandosi dalla sua posizione accovacciata. «A… ancora una! Per Madon!»
Dareg spalancò gli occhi e annuì al motto dei Guerrieri di Serinut. «Ancora una!» rispose.


Dareg ingaggia una dura lotta contro le sue paure e fa un passo avanti verso le sue responsabilità e la strada che si snoda evanescente dinanzi a lui.
L'Agabar ha fatto la sua mossa e ora tocca all'esercito dei venastiti rispondere al colpo subito.
Buona lettura!
[Modificato da Nirvana_04 03/04/2017 15:26]
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24/02/2017 20:13
 
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CAPITOLO 15 - Le mille strade dell'Agabar SECONDA PARTE


ESTRATTO DAL CAPITOLO:

[...]Avete mai osservato l'opera minuziosa di una mosca su un cadavere marcito al sole? Io sì» riprese a camminare, «è uno spettacolo interessante, alquanto. Le mosche non sembrano mangiare per sostentamento, piuttosto il loro è un passatempo per combattere la noia. Volano da un punto a un altro, senza pace, punzecchiando ora un occhio, ora una narice. Entrano fino a scavare nel cervello. Forse la carne è troppo dura per loro, così la consumano e la corrodono, finché quest'ultima non si sfalda sotto la loro costante opera sfibrante.» Il Megantar si servì del Viran e si sedette con uno stanco sospiro sulla sedia più vicina, quella del signore di Singusa. «Mataj, voi siete una mosca!» Soppesò la sua figura, immobile come un tronco di quercia. «Sapete punzecchiare la vostra vittima con la stessa pacata indolenza con cui un insetto scava nelle viscere di una carcassa, senza sosta, con parsimonia. È un gioco che ammiro molto, davvero, solo che stavolta non ho molto tempo da dedicarvi.[...]

Con ritardo, vi informo che è stato pubblicato la seconda parte del CAPITOLO 15.
Miva e Tristall prendono strade impervie, che li portano lontani dai loro amici. Mentre il loro gruppo si divide, un nuovo ordine parte dal Re, aprendo nuove strade per molti personaggi.
Varnhet riceve buone nuove che accendono una piccola fiammella di speranza nel suo cuore.
Dove porteranno le loro scelte?
[Modificato da Nirvana_04 03/04/2017 15:30]
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12/03/2017 14:11
 
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CAPITOLO 16 - Velenia


ESTRATTO DAL CAPITOLO:

Velenia irradiava l'orgogliosa temperanza del suo popolo, dando il benvenuto al seguito del Tredicesimo Re. Agli occhi di chi giungeva da Venasta o dalle altre città dell'isola in quei luoghi per la prima volta, la pietra bianca, i sentieri lastricati e le alte mura grigie potevano farla apparire come una lucida perla prodigiosa. Essi ne invidiavano la solenne perfezione e magnificenza, con la sua pulizia e la sua aria salmastra; disgustavano la sua bellezza e la sua integrità, non un muro abbattuto né un mendicante ai margini della strada. Ma Vasia vedeva solo la sobrietà della sua gente, il loro decoro e la loro dignità; aveva dimenticato cosa volesse dire respirare aria di mare, non sentirsi addosso gli sguardi sudici dei rioni e il tanfo opprimente delle fogne che si otturavano puntualmente ogni Decade nella capitale. Il bianco tornava a essere il manto della bellezza e della disciplina, mentre il blu era lo strascico della veste immensa che brillava all'orizzonte, scudo dei loro confini.

Finalmente possiamo ammirare la città degli Spettri, con le sue nette differenze con la capitale e le altre esecranti città. Uno squarcio verso il Veto e un nuovo, piccolo, tassello che rischia di cambiare il corso delle Quindici Decadi.
[Modificato da Nirvana_04 03/04/2017 15:32]
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22/03/2017 15:37
 
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CAPITOLO 17 - Ciò che il Volor sussurra PRIMA PARTE

Vasia fa un altro passo verso il cuore freddo di Liov, mentre Haren espone parte dei suoi pensieri ai capitani del suo esercito.

ESTRATTO DAL CAPITOLO:

«Liov» tentò, in parte spaventata da quello sguardo glaciale, «permettimi di aiutarti.»
Le mani di lui scattarono – una presa ferrea che minacciò di schiacciarle le ossa – verso le sue spalle, bloccandole ogni movimento. «Aiutarmi? Come?»
«Non posso cancellare il dolore, ma posso mostrarti come si pulisce dal fango della vergogna» sillabò, in un soffio accorato, le rughe tra le sue sopracciglia che spezzavano la sua maschera di serenità.
[Modificato da Nirvana_04 04/04/2017 11:56]
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26/03/2017 12:20
 
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CAPITOLO 17 - Ciò che il Volor sussurra SECONDA PARTE

Continuano le scoperte di Velenia e le riflessioni di Haren.

ESTRATTO DAL CAPITOLO:

«Vasia, sei sicura? Ha detto Vharnet?»
Gli occhi di lei tremarono, incastrati nel fuoco freddo di quelli del Mataj. Balbettò: «Beh… ecco… parlavamo del Veto e del cielo, e lui ha detto qualcosa sul nostro Re…»
«Cosa? Cosa ha detto?»
«Non ricordo bene...» si affannò a cercare una via di fuga da quelle parole che le ronzavano in testa. Alla fine, a capo chino, le soffiò fuori: «Lo ha chiamato traditore.»
[Modificato da Nirvana_04 04/04/2017 12:08]
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03/04/2017 12:25
 
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CAPITOLO 18 - Compagnie vincolate


ESTRATTO DAL CAPITOLO:


«Tessitura?» mormorò qualcuno dalle retrovie. «E a che serviva una dea della tessitura?»
Il Guerriero rise scuotendo le spalle, mentre con garbo Joel rispondeva. «Simboleggiava le trame dell'inganno.»
«Solo una donna può tessere quel filo.»
«Beh, si è visto che fine hanno fatto i nativi, no?» bofonchiò un altro degli Ara-eg a mezza voce.
«Già, le donne devono averli accartocciati e buttati giù da qualche gola. E poi…» ridacchiò il suo compare.
«Attento, hanno l'orecchio molto sottile» lo avvertì l'uomo di Velter. «Sono ospiti gentili, eh? Ci lasciano fare un giro nelle loro case da cinquecento anni, eh?»
[Modificato da Nirvana_04 04/04/2017 12:11]
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25/04/2017 19:26
 
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CAPITOLO 19 - Messi a dura prova PRIMA PARTE




ESTRATTO DAL CAPITOLO

«Ti seguo, capitano!» esclamò con ardore Bet, la risoluzione nello sguardo ammaliato.
«Anch'io!» Un altro e un altro ancora, le voci degli uomini crepitavano come lapilli, surclassando il fervore del fuoco all'orizzonte.
Dareg incrociò lo sguardo scrutatore dell'arciere di Dihastìr, che annuì verso di lui. «Se hai deciso, allora sappi che ho delle informazioni per te. Se vuoi aggirarli, che ne dici di tagliare verso il fiume? Credo che troverai un piccolo esercito a reggere i lati del tuo plotone.»
Dareg sogghignò, serbando quelle notizie nel petto, poi si voltò verso l'arciere di Velenia, ignorato da tutti. «Ehi, Themien. Si va a combattere.»
«Che notizia, eh?»
«Eh, già.»
«Ma è matto?» brontolò Aci.
«Sì» tagliò corto Dareg, che stava cercando di imprimere a fuoco l'immagine di orrore nella sua mente. La città era un rudere carbonizzato. «E lo sono anche io.»
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05/05/2017 12:39
 
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CAPITOLO 19 - Messi a dura prova SECONDA PARTE




ESTRATTO DAL CAPITOLO

«Qualcosa ha attirato l'attenzione dei felichi» lo informò il Mataj.
Tristall guardò verso il lontano orizzonte, con i raggi di Mal a picco sopra la testa, e distinse una macchia più scura che cavalcava sulle distese di neve come una valanga che, paradossalmente, risale la vetta. Un'unica freccia solcò il rosso del cielo e indorò la sua scia di speranza. Tristall rise, con un peso in meno nel petto: in qualche modo, Aci era riuscito a trovare l'unico ago in mezzo a quel pagliaio di desolazione in grado di poter spillare il sangue da quelle belve.
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16/05/2017 17:29
 
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CAPITOLO 20 - Fratelli per discendenza divina




ESTRATTO DAL CAPITOLO

«Finalmente! Ti eri nascosto bene, eh?»
No, non lui, ti prego. Ma quando mai un qualsiasi Dio aveva ascoltato le sue suppliche?
Themien si arrampicò su un masso che sbucava dalla strada e vi si accovacciò sopra, tirando fuori un po' d'erba che arrotolò con agilità.
«La migliore erbatosca, sgraffignata dalla tasca del gobbo. Non male, eh?»
«Sono dieci frustrate per chi ruba a un commilitone» lo informò con voce atona.
«Oh, beh, sai com'è?! Secondo te, se ci prendono e scoprono la nostra insubordinazione, prima di impaccarci ci faranno scontare anche le altre colpe, eh?»
[Modificato da Nirvana_04 24/07/2017 12:07]
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17/09/2017 10:48
 
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E finalmente torna alla ribalta, dopo una lunga attesa. L'autunno si apre con il nuovo spezzone de "Il Tredicesimo Re", esattamente da dove lo avevamo lasciato prima dello spin-off estivo. Fatemi sapere cosa ne pensate, se non lo avete dimenticato!



ESTRATTO DAL CAPITOLO:

Vasia si schermò gli occhi con una mano, ma Liov tenne bene aperti i suoi. Avanzò ancora di un passo, ed ella lo seguì aggrappata al suo braccio. Sentì la presa intorno alle sue dita serrarsi e comprese, soddisfatta, che l'altro era rimasto senza parole. La neve non riusciva a passare attraverso l'arco – non tutta almeno – e le onde del mare, che saltavano su per lo strapiombo, inghiottivano quella che sbatteva contro un'invisibile barriera. Qualcosa, l'Arco stesso forse, impediva a ciò che giungeva dal Veto di superare la vigilanza dell'irta pietra bianca.
«Il Volor ci protegge dai venti nordici e dal male che portano con loro» sussurrò con devozione.
«Magia!» esclamò.
Vasia scosse la testa. «È il volere del Dio Guardiano. Dareg dice che è solo un trucco creato dai Meintar, ma gli Dei esistono, Liov. E non ci hanno abbandonato.»
[Modificato da Nirvana_04 17/09/2017 10:52]
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19/10/2017 12:30
 
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ESTRATTO DAL CAPITOLO:

«Vecchio» disse egli con tono più indulgente, «le vostre storie… sono solo storie.»
«Una volta eravate più empatici verso i sussurri del vento, Spettro» sorrise sporgendosi verso di lui, gli occhi persi nel vuoto, diverse spanne sopra la testa del suo interlocutore.
«Non sono uno Spettro, mi spiace. Le voci che avete sentito sono state messe in giro per aiutare i creduloni, ma sono vuote e inutili.»
Il vecchio mostrò le gengive mezze sdentate in un sorriso tollerante. «Ti sbagli, Spettro» lo ammonì, «se il vento sussurra puoi star certo che c’è del vero. I morti non possono dire solo bugie, ma devono sempre partire dalla verità per tessere le loro profezie. È solo che non stai ascoltando» ammiccò, il dito tremante a indicare verso la sua direzione. «Due metà per uno.»



N.d.A.


Per chi volesse tenere d'occhio gli aggiornamenti e le novità delle mie storie originali, può dare un'occhiata alla mia pagina d'autore su fb: Nir Mari
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17/12/2017 13:13
 
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ESTRATTO DAL CAPITOLO:

«Cosa?» si lamentò Auseg. «Siete un comandante di Velenia, siete stato mandato a perorare la causa di questa città. Non potete uscire la fuori e morire.»
«No, capitano, è qui dentro che rischio di morire» lo corresse. «Sono venuto per salvare o perire con voi sul campo di battaglia. Qui non posso fare né l’una né l’altra.»
Il capitano della fanteria leggera a cavallo deglutì, a disagio. Diede un’occhiata agli uomini che lo circondavano e spalancò gli occhi. «Questa è diserzione.»
«Ahah, suvvia, capitano. Diserzione!» gridò in una grossa risata uno dei guerrieri.
«Questa non mi è nuova» mormorò un altro mentre si preparava da fumare.
«Disertori, sì, come quelle creature là fuori, che vi siete intestarditi a non combattere» sputò un altro.
«E che vorreste fare, capitano?» ghignò Velter, drizzando la schiena e avanzando di un passo verso l’altro. «Ci giustiziate? Lo montate voi un palco, mentre noi vi teniamo sicure le mura? E una volta che noi saremo morti, come intendete difendervi? Ricordavo che foste abili spadaccini, ma mi ritrovo in mezzo a un branco di pecore.»
[Modificato da Nirvana_04 17/12/2017 13:17]
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23/12/2017 14:52
 
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ESTRATTO DAL CAPITOLO:

«Sai, Dareg» lo abbracciava con un esile braccio, «Velter non lo ammetterà mai, ma anche lui prega.»
«Il maestro dice che la preghiera è solo un altro modo per evitare di allenarsi.»
«Ah, già» gli sorrideva, «questo perché lui è un uomo troppo orgoglioso. Ma l’orgoglio si sacrifica volentieri per le persone che si amano.» Tossiva ancora, così Velter gli incitava a tornare a casa. Sulla strada che immetteva tra le case dai tetti rossi, voltandosi, Dareg vedeva gli occhi del suo maestro puntare verso il mare e muovere frettolosamente le labbra.
«Perché si prega, mamma?» chiedeva lui tenendola per mano.
«È solo un altro modo per non arrendersi, piccolo mio.»
Liberare i cavalli era la preghiera degli aerthniti, pensò tristemente Dareg, ma era solo un modo inutile per evitare di guardare in faccia la verità. Lui lo aveva imparato quella volta: Velter pregava perché sua madre guarisse, ma questo non avvenne. Velter non pregò più, Dareg non lo fece mai.
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