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[fanfiction e originali] Pazzi/e/ie...d'amore

Ultimo Aggiornamento: 06/06/2017 16:12
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Post: 2.256
Giudice*****
15/02/2017 09:33
 
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Re:
Jadis_, 15/02/2017 00.29:

Ahimè sono costretta a ritirarmi




Grazie per aver avvisato.

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Post: 2.256
Giudice*****
15/02/2017 11:53
 
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Attenzione: a tutti i partecipanti
Il contest è scaduto! Ho già inoltrato la richiesta all'amministrazione per farlo spostare nella cartella apposita.
Ho ricevuto sette storie in tutto! Mi metto subito a lavoro e spero di farvi avere i risultati nel più breve tempo possibile, impegni e imprevisti permettendo.
Grazie a tutti voi per aver portato a termine la vostra parte con tanto impegno. A presto!:D

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Post: 686
15/02/2017 15:40
 
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Buon lavoro! :)
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Post: 2.256
Giudice*****
15/02/2017 17:23
 
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Re:
__cory__, 15/02/2017 15.40:

Buon lavoro! :)




Grazie^^

NobodyUnderstandsMe
[Non Registrato]
15/02/2017 19:18
 
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Grazie mille...
Grazie, ti correggo solo in un punto: tranquillo! Ci tengo ancora a quello che ho sotto. [SM=g27987]
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Post: 1.044
15/02/2017 19:36
 
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Re: Attenzione: a tutti i partecipanti
Nirvana_04, 15/02/2017 11.53:

Il contest è scaduto! Ho già inoltrato la richiesta all'amministrazione per farlo spostare nella cartella apposita.
Ho ricevuto sette storie in tutto! Mi metto subito a lavoro e spero di farvi avere i risultati nel più breve tempo possibile, impegni e imprevisti permettendo.
Grazie a tutti voi per aver portato a termine la vostra parte con tanto impegno. A presto!:D




Grazie a te! [SM=g27988]

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Post: 5.640
Giudice*****
15/02/2017 21:45
 
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grazie, GiudiciA, a presto!
Buona fortuna a tutte! [SM=g27998]
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Post: 2.256
Giudice*****
15/02/2017 23:20
 
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Grazie mille...
Grazie, ti correggo solo in un punto: tranquillo! Ci tengo ancora a quello che ho sotto. [SM=g27987]



Mi scuso terribilmente, è stato un errore dettato dalla fretta [SM=g27995]


Grazie a te! [SM=g27988]




grazie, GiudiciA, a presto!
Buona fortuna a tutte! [SM=g27998]



Vi tengo aggiornati! [SM=g27988]
[Modificato da Nirvana_04 15/02/2017 23:20]

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Post: 2.313
22/02/2017 21:41
 
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Chiedo scusa per il ritardo, comunque mi ritiro...
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Post: 2.256
Giudice*****
23/02/2017 20:09
 
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Re:
Vodia, 22/02/2017 21.41:

Chiedo scusa per il ritardo, comunque mi ritiro...




Purtroppo ho già segnalato il tuo mancato ritiro all'amministrazione, come da regolamento; ma grazie comunque per essere passata.

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Post: 2.256
Giudice*****
26/02/2017 18:04
 
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Cari partecipanti
Ho letto tutte le storie e ho quasi finito di valutarle. Mi scuso per averci messo tanto, ma visto che erano solo sette ne ho approfittato per approfondire, per quanto ne sia capace, le mie elucubrazioni. Le storie sono tutte bellissime; con alcune devo ammettere che è stata un'esperienza rocambolesca per la loro particolarità, ma spero che ne sia uscito qualcosa di buono.
Vi informo che i risultati verranno pubblicati - salvo imprevisti - il 28/02 in serata.
Grazie per la vostra attenzione e la pazienza! [SM=g27995]
A presto! [SM=g27985]
[Modificato da Nirvana_04 26/02/2017 18:04]

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Post: 5.640
Giudice*****
27/02/2017 09:21
 
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non puoi sapere quanto hai indovinato il giorno... sarà un 28 orribile, e vivrò attendendo la serata! evviva! [SM=g27987]
27/02/2017 19:30
 
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Attendo con impazienza!
Che celerità! Attendo con impazienza i risultati e scusa se non ho ancora risposto alla tua recensione, ma il "tempo fugge et non s'arresta una hora" e io non riesco a farne un buon uso!
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Post: 2.256
Giudice*****
28/02/2017 20:30
 
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Risultati!






Cari partecipanti, sono pronte le valutazioni delle vostre storie!
Vi faccio penare qualche altro secondo per dirvi poche parole, che però reputo indispensabili.
Sono un autore come tutti voi (ma va?), scrivo su efp e mi piace confrontarmi con i pareri altrui; e quando lo faccio, quando scrivo le mie storie, cerco sempre di lasciare al lettore il massimo spazio di manovra, limitandomi a guidarlo verso determinate sensazioni o facendolo concentrare su particolari aspetti della trama o del carattere dei miei personaggi. Quando leggo, succede la medesima cosa: da autori non ci rendiamo conto quante possibili interpretazioni lasciamo al caso e forse il lettore ne coglie qualcuna in più o semplicemente diversa dal nostro principale pensiero; forse strana, che non avremo mai pensato, ma è lì, perché la lettura è un mondo troppo vasto per controllarlo fino in fondo.
Tutto sto dramma di presentazione per dirvi che probabilmente ho visto tutto tranne quello che voi mi volevate dire nelle vostre storie, e mi scuso: ma vi chiedo di non prenderla a male, perché mi avete regalato dei bellissimi mondi in cui ho avuto modo di volare con la fantasia, e di questo vi ringrazio di cuore.
Ho cercato di mantenere le valutazioni con un tono più obiettivo possibile, ma sapete (alcuni di voi mi conoscono già) che non mi riesce maiXD
Se qualcosa non vi piace, urlatemelo pure: ho spalle larghe e tanta voglia di confrontarmi con voi.
Lasciatemi solo il tempo di postare tutti i giudizi e poi mi rimetto al vostro giudizio!


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Post: 2.256
Giudice*****
28/02/2017 20:35
 
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Settimo posto
La rivale
di coriolina/floflo









Grammatica: 8/10

- Si chiama Valentina. È al primo anno di ingegneria; Marco le sta dando qualche lezione di matematica. - → -0.5
parlare fitto-fitto → -0.1 (fitto fitto, senza trattino.)
- Impartisco qualche lezione di matematica a Valentina: sai, deve sostenere un esame. – incespicò → -0.2
- Oh! Allora sei tu la famosa Elena … - trillò sgranando enormi occhi celesti e atteggiandosi come un’oca quella Valentina. →-0.2 (devi isolare l'incidentale retta dal gerundio.)
Mi affrettai a raggiungerli, ma proprio mentre ero in procinto di raggiungere il loro tavolo → -0.1 (ripetizione del termine "raggiungere".)
Mi chinai e lasciai scivolare, senza alcuna esitazione l’intero contenuto della mia tazza → -0.2 (o crei un inciso o togli la virgola. In questo modo è errore, poiché hai separato il verbo dal complemento oggetto.)
[…]ma confidavo che per qualche giorno, non avrebbe ricevuto né le chiamate di Marco né i suoi messaggi… → -0.2 (il "che" regge il verbo e non puoi separarlo con una virgola, a meno che tu non crei un inciso.)
Da quando c’era Valentina io, non esistevo più. → -0.2 (è errore grave separava il soggetto dal verbo.)
man forte → -0.1 (tutto attaccato.)
E come gongolavano nel raccontarmi, senza lesinare le descrizioni, i – presunti – errori e difetti di quei due... → -0.2 (se tu isoli "presunti" nel modo in cui hai fatto, allora non c'è coordinazione tra articolo e sostantivo.)
Un errore che commetti per tutto il testo è quello di inserire i trattini a fine discorso diretto, senza che vi sia di fianco un verbo dicendi, come nel primo caso. I trattini servono per chiudere il discorso e isolarlo dalla narrazione, ma se non vi è continuazione, è errore inserirli.
Nel terzo errore segnalato, invece, è il punto che non va mai messo prima di un verbo dicendi o di uno che va a sostituirlo.


Stile: 8.5/10

  - Mentre pronunciavo quelle parole avevo già deciso la strategia: dovevo assolutamente capire che genere di persona fosse la mia rivale, poi non avrei avuto pietà: l’avrei fatta a pezzi con la più affilata delle asce, avrei infierito su di lei e poi avrei gettato i suoi inutili resti in pasto agli sciacalli.

  - Tutto di lei mi dava i nervi, il modo in cui reggeva la penna tra le dita lunghe e affusolate, il suo bamboleggiare con la testa inclinata mentre leggeva, il suo pigiare i tasti del cellulare mettendo in mostra quelle unghie perennemente fresche di manicure.

Personalmente non ho mai visto in un testo due punti continuativi: non l'ho segnato errore, ma se hai bisogno di un simile stratagemma, allora forse la frase è troppo ingarbugliata e andrebbe rivista un attimo.
Per tutto il testo ho riscontrato un uso spropositato e un po' "libertino" della punteggiatura in generale, ma soprattutto dei due punti. Nel secondo esempio che ti ho riportato, io gli avrei visti piuttosto bene dopo il primo periodo, dopo il quale elenchi ciò che le dà fastidio. È in casi come questo che vanno utilizzati i due punti. Tu, invece, li hai usati un po' alla rinfusa, accoppiando frasi indipendenti con principali che non andavano affatto a reggere il secondo periodo. Questo, purtroppo, ha fatto abbassare il tuo punteggio.
Il tono narrativo, invece, l'ho trovato ben dosato e utilizzato in modo impeccabile: è stato servo della narrazione, andando a enfatizzare il carattere del narratore/protagonista. Ottimo anche l'uso della prima persona, non hai avuto deviazioni di POV e hai mantenuto una narrazione pulita e credibile, affine al personaggio che raccontava.
Il lessico è stato usato con maestria, e ti confesso che alcuni termini ed espressioni mi hanno fatto ridere, come "fedifrago". Considerando che non vi era stata alcuna promessa e che tutto si svolgeva nei piani mentali di Elena, accusarlo di essere venuto meno a una promessa "fantasy" mi ha fatto ridere. Per tutto il tempo, il personaggio ha mostrato con i suoi occhi, imbastendo la narrazione del suo punto di vista non solo visivo ma anche "emotivo" e "caratteriale" della vicenda, dando pepe e aumentando l'interesse alla lettura.
Lo stile, però, non presenta ricercatezze di immagini o di una narrazione sorprendente: è lineare e semplice, gioca molto sui toni di narrazione di Elena e perde molto in quanto a contenuti. L'assenza di vere descrizioni, infine, seppur mancanti non hanno fatto sentire la loro assenza. Ho reputato che questo particolare fosse dovuto al fatto che Elena presta attenzione solo alle persone e a ciò che vuole ottenere da loro.
Infine, e forse questo era solo nella mia mente, ho percepito un'ironia nei nomi che mi ha divertito: Valentina, la sua rivale, ha il nome del santo della festa degli innamorati; il che è ironico, visto che l'amore le tira un brutto colpo in faccia – o nello stomaco. Elena, come il nome di Elena di Troia, sembra possedere "fantasticamente" le qualità della donna che ha stregato Paride, ma in realtà è una ragazza comune con tutti i vizi e i difetti di chi si crede superiore alle altre e alla fine rimane con un pugno di mosche. Ciò che ho pensato del nome di Marco non lo dico, perché è davvero troppo fantasioso ed è sicuramente frutto della mia immaginazione. Comunque i nomi sono stati un colpo di stile, al di là del fatto che fosse una cosa voluta o meno.


Originalità e trama: 7/10

Per quanto riguarda l'attinenza al bando, la tua storia rientrava in entrambe le categorie, ovvero "pazza d'amore" e "pazzia d'amore". In un certo senso, il secondo significato è stato molto debole ed è scivolato un po' nella banalità: il suo buttare il liquido caldo nella borsa, sparlare di loro alle loro spalle, beffeggiarli con gli amici; non c'è il pathos che il bando richiedeva. Per il primo significato – quello su cui puntava di più la tua storia – invece, è andato bene all'inizio, ho percepito la sua ossessione per Marco, il suo amare l'idea che egli la voleva di nascosto, il suo possederlo nonostante fosse realmente suo, ma poi l'attenzione della storia si è spostata completamente sulla rivale, su Valentina, e sull'ossessione di non essere alla sua altezza; non è apparsa più come un problema di uomo, ma quanto un problema di prima donna.
La trama non è molto originale, il triangolo amoroso è trito e ritrito, ma tu hai dato quel tocco di sapidità alla storia, con questa protagonista un po' atipica e negativa, che comunque ha soppiantato questo problema.
Elena ama Marco oppure no? Questo è importante, perché dalla tua storia sembra amare più se stessa e l'idea di avere la precedenza su di lui, cosa che rimanda per anni (forse perché in cuor suo sa che egli non la vuole?). Finché Marco è libero, lei può fantasticare su loro due e pensare di lui quello che vuole: che la ama, che la desidera segretamente, che non può fare a meno di lei. Ma quando arriva Valentina le cose cambiano, Elena è messa davanti alla verità e la sua maschera decade verso un terreno cupo e tormentoso, fatto da piani assurdi e impossibili da attuare se vuole mantenere una parvenza di razionalità ai suoi occhi ma soprattutto agli occhi della gente che le sta attorno.
La conclusione della storia è stata piatta e un po' lasciata andare così: non c'è un vero climax nella storia, un clou di questa ossessione che raggiunge l'apice e porta a qualcosa; semplicemente la protagonista trova il bandolo della matassa e, così come ha iniziato tutto da sola, la finisce, quasi in maniera slavata e un po' banale.
Ho percepito questo declino verso la conclusione come un "salto": la sua furia, la sua gelosia si sgonfia come un palloncino, e con lei la tensione emotiva della storia.


Titolo e impaginazione: 5/5

Per quanto riguarda l'impaginazione, ho avuto difficoltà già una volta con il formato pdf, ma non ho fatto in tempo ad avvertirti. La pagina, comunque, è pulita, il testo giustificato, quindi non tolgo alcuna penalità. Però vorrei farti notare che, quando inserisci il trattino per il discorso diretto, l'intero testo si sposta verso il centro della pagina: questo effetto si chiama "elenchi puntati" ed è un errore inserirlo in un discorso diretto. Ciò che puoi fare è inserire una rientranza al primo capoverso, che sarebbe anche corretto e renderebbe il layout di pagina ancora più elegante e completo, ma poi tutti gli altri righi vanno allineati con il testo giustificato.
Il titolo, invece, rende perfettamente l'idea della protagonista: la sua ossessione per l'altra e la rivalità che s'innesca nella sua mente. È semplice e va dritto al punto; non è molto originale, ma è essenziale, pulito e, soprattutto attinente al contenuto della storia. Quindi, in definitiva, è ottimo.


Caratterizzazione dei personaggi: 8/10

  - Valentina … Che razza di nome è “Valentina”? Solamente pronunciarlo mi faceva saltare i nervi… Quel suffisso “ina” la rendeva ancora più detestabile di quanto già non fosse in quella situazione.
Lei civettava spudoratamente, mentre lui sorrideva come un allocco.

Questa citazione del testo la dice lunga sull'unico personaggio che hai approfondito nella tua storia. Elena è un'egocentrica, amante dell'idea di piacere e di piacersi; la seconda, però, necessita della prima per essere. Marco è colui che la conosce meglio e da più tempo, a me è parso un po' come la vittima della sua "fantasia". Ogni cosa intorno a lei viene criticata approfonditamente, con un sarcasmo da vipera invidiosa (ne vorrei usare parecchi termini nel mio dialetto, ma perderei quella poca di parvenza di valutazione "seria"); le sue amiche sembrano quasi una comitiva di circostanza, a fare di lei una persona in vista, sempre al centro dell'attenzione, un'ape regina con il suo alveale. E Marco, nel suo essere un uomo, ne fa parte, con le dovute conseguenze: è amato ma tenuto a distanza, in un gioco che probabilmente è tutto nella sua testa ma che rappresenta gran parte del mondo che hai condiviso con i lettori; è un burattino, quasi sembra temere le sue scenette e sceneggiate, il suo carattere minaccioso e altero, la sua faccia pizzuta e "gelosa". Di Valentina, in definitiva, si ha un quadro piuttosto preciso, anche se il finale ha completamente capovolto la sua figura, in modo quasi realistico, per inerzia.
Gli altri due personaggi principali, che comunque avevano un certo peso nella trama, sono stati risolti con accenni di "circostanza", racchiusi in una definizione fatta da due aggettivi imbottiti da sarcasmo e messi da parte. Valentina, alla fine, è consapevole della sua bellezza? È una "ape regina" come lei oppure la sua è la classica bellezza di un fiore delicato e dolce? Marco sapeva o no dei sentimenti di Elena? L'ha usata? Oppure era solo una "vittima" del suo bel caratterino?
È mancato un po' di spessore, che ha limitato la trama e i sentimenti che ne dovevano trasparire, lasciando al lettore solo un personaggio da gustarsi e di cui rimanere un po' deluso.


Citazione: 2.5/4

Emotivamente ho colto il senso della frase, ma inserita in questo contesto, con il tono narrativo da te scelto, "pronunciata" dalla mente di Elena è stata come una nota stonata in un testo che, fino a quel momento, si era mantenuto piuttosto armonioso. Potevi usarla semplicemente come ispirazione o cambiare le parole, adattandole al carattere di Elena o al tuo stile, cosa che avrebbe evitato la steccata, ma nel modo in cui hai fatto è stato forzato e non del tutto profondo come senso e, quindi, utilizzo.
Il bacio di Valentina e Marco si protrae grazie alle parole di uno dei ragazzi della comitiva che li circonda e giunge fino a Elena, facendo scattare in lei la mania della vendetta e del riscatto. L'utilizzo è buono, ma l'inserimento e la tua scelta lo ha penalizzato a dir poco.


Gradimento personale: 3/5

La tua storia mi ha fatto a pezzi, in quanto a opinione e gradimento. L'inizio prometteva scintille, il tuo stile era coinvolgente e innovativo, credibile e ben riuscito; mi avevi preso con la leggerezza inviperita di Elena e con la scenetta un po' comica di questi tre che si ritrovano faccia a faccia dando il via allo spettacolo. Poi c'è stata una brusca frenata: Elena è caduta in azioni banali e senza spessore, il suo personaggio così interessante si è perso in elucubrazioni alquanto ripetitive e ridondanti (hai ripetuto più volte che ella vedeva per la prima volta Valentina, e ogni volta dicevi la stessa cosa); il finale ha perso di carisma ed è sfociato in una soluzione di ripiego, affrettata e senza suscitarmi alcuna emozione.
Devo ammettere che il tutto non mi ha fatto impazzire, la pazzia d'amore è risultata essere un forte senso di egocentrismo che non ha appagato la mia richiesta.


Punteggio: 42/54


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Post: 2.256
Giudice*****
28/02/2017 20:39
 
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Sesto posto
… E il mondo si squarciò in due
di Giulia Candela/Julie05_ShinRan







Grammatica: 7.8/10

Perche → -0.1 (perché.)
-Niente più scuse, Conan-kun. Non voglio sentirne altre. → -0.5 (È un errore che ripeti per tutto il testo: i trattini vanno distanziati dalle parole, sia in apertura che in chiusura.)
Sempre le solite promesse, promesse, che sappiamo entrambi, non può mantenere. → -0.3 C'è una ripetizione ingiustificata nel periodo; inoltre il "che" lega verbo e complemento oggetto, quindi la virgola – se vuoi creare l'inciso – va messa subito dopo di esso e non prima.)
-Vado in camera mia- → -0.5 (Anche questo è un errore ripetuto: quando la battuta è semplice, il trattino non va aggiunto per chiudere, ma devi usare il punto.)
Lo strinse forte a se → -0.1 (Refuso: a sé.)
tutte le peripezie da cui erano stati coinvolti finora → -0.2 (Non sono le peripezie che li coinvolgono, ma quando li coinvolge "nelle" peripezie, quindi: in cui erano…)
Ran, volle evitare di chiedere → -0.2 (non separare il soggetto dal verbo.)
e il pensiero che l’avesse presa in giro per tutto questo tempo la faceva ribollire dentro. → -0.1 (quel tempo. Il narratore è esterno e quindi lontano dalla vicenda.)
un eco sommesso → -0.2 (eco è femminile e vuole l'apostrofo.)


Stile: 6/10

Ci tengo, in questo caso in modo particolare, a ricordare che tutto ciò che leggerai sarà un parere strettamente personale e che puoi benissimo ignorare.
La tua punteggiatura non ha grossi difetti, ma abusi della virgola e il ritmo della storia ne risente parecchio: tendi a dividere singole parole, il che non è un errore, ma se ripetuto crea un effetto zoppicante nella lettura che a lungo andare infastidisce.
Esempio:

  - Non sapeva nemmeno lei perche lo avesse fatto, era stato un gesto impulsivo e irrazionale, folle, se vogliamo dire, dettato da sentimenti contrastanti che provava da molto tempo, ormai, e che, quella sera, avevano raggiunto l’apogeo.

Potevi rendere più fluido il pensiero aggiungendo un punto-virgola, e unendo "ormai" al periodo, visto che è inserito a fine frase e non crea alcun inciso.
Hai scelto un narratore esterno e onnisciente con focalizzazione zero. Questa scelta è sempre un rischio perché se non si possiede una certa dimestichezza con la "scena narrativa" si rischia di cadere nel banale e in uno stile noioso ed elementare. Ed è quello che è accaduto nel tuo scritto: ti sei limitata a un continuo ella disse e pensò, lui disse e pensò; ella provò e lui percepì. La narrazione è vuota, manca di corposità e di quella nota d'autore che renderebbe sensato l'uso di un narratore esterno con focalizzazione zero. A questo punto, il tuo tipo di narrazione avrebbe reso molto meglio con una focalizzazione interna o addirittura con un narratore interno, dove concentrarsi su un unico personaggio ed evitare i buchi di profondità stilistica. Il tono narrativo è costante e distaccato dai personaggi, e va bene visto la scelta di narratore con focalizzazione zero, ma io avrei preferito un "quid" più profondo, con un climax di tono, magari aiutato da qualche descrizione.
Il lessico è penalizzato dalla narrazione: seppure vario ma semplice, è reso atono e incolore dal tono narrativo e dalla mancanza di una vera separazione tra i personaggi. La semplicità, in questo caso, non ripaga poiché è proprio il lessico che in una narrazione a focalizzazione zero deve dare carattere e spessore.
Un altro punto che, proprio per la tua inesperienza, mi ha infastidito è stato l'intervento del narratore onnisciente.

- “Chissà cosa sta sognando”, si sarebbe chiesto chiunque...

Questo è un esempio. La frase, del tutto slegata dalle scelte stilistiche fatte fino a quel momento, sarebbe andata bene se il narratore avesse adottato un tono più informale, con più interventi nel dialogo con il lettore, un po' come fa James Barrie in Peter Pan nei Giardini di Kesington; ma tu hai narrato per tutto il tempo senza parlare direttamente con il lettore, quindi queste tipo di frasi sono stonate e fuori luogo in una simile scelta narrativa.
Anche i dialoghi sono stati un po' incolore e non hanno caratterizzato al meglio i personaggi, mancando di un linguaggio proprio del singolo ruolo.
Invece devo lodare la scelta di mantenere i suffissi onorifici giapponesi: ha dato quel tocco di profondità di significato che avrei voluto riscontrare anche nella narrazione.


Originalità e trama: 7.5/10

Per quanto riguarda l'attinenza al bando, la tua storia rientra in entrambe le categorie, ovvero: "pazza d'amore" e "pazzie d'amore". In realtà, la prima non ha avuto un impatto forte e suggestivo, limitandosi a mostrare il dilemma che Ran è costretta a sopportare per amore. Il suo amore, che per tutto questo tempo l'ha aiutata a tollerare l'assenza e la mancanza di una spiegazione da parte di Shinichi, adesso cede il passo allo sconforto e alla rabbia. La seconda, invece, è stata un colpo interessante, soprattutto tenendo conto della leggerezza con cui l'anime affronta il tema dell'amore (un vero peccato: tanto in omicidi quanto poco nella sfera sentimentale dei protagonisti): Ran è talmente preda delle sue convinzioni che bacia in un impeto di follia Conan. Anche questo aspetto, però, è molto limitato, poiché il suo gesto è dettato più da un istinto e da una follia momentanea che da una vera e propria "follia d'amore".
La trama è piuttosto semplice e lineare, ma non è un problema: si presta molto bene al clima che si percepisce in scene simili all'interno dell'anime, e di questo ti do atto. Sei stata brava a mantenere questo clima leggero e molto riflessivo. Si ha un excursus approfondito dei pensieri malinconici e stanchi di Ran – un momento di sconforto che il personaggio sente spesso gravare su di sé. Tenera la parte in cui, ancora una volta, è Conan a placare il suo animo e a intenerirlo, diventando la persona che protegge. La parte del sogno è stata un po' confusa, ma va bene: era un sogno dopotutto.
Il finale, come ti ho già detto, è stata la parte che ho preferito e ti è riuscita piuttosto bene. Convincente e attinente al personaggio il fatto che Conan, dopo un attimo di spiazzamento, ricambi l'effusione con altrettanto trasporto. Il climax di eventi si conclude con la distruzione in due dei pensieri e delle emozioni di Ran, lasciandola con ancora più domande e rimorsi che all'inizio.


Titolo e impaginazione: 5/5

Il testo è giustificato, quindi non ho nulla da ridire sull'impaginazione. Il font è leggibile e la lettura procede spedita.
Il titolo è stato più che azzeccato: possiede profondità e un'introspezione profonda delle emozioni della protagonista. Il bacio che ella dà con foga al piccolo Conan segna lo spezzarsi in due del suo mondo emotivo, già in bilico: la sua disperata ricerca per avere conferma sulle sue assurde supposizioni si riversa in un gesto folle e istintivo, dettato da un attimo di convinzione che sparisce subito dopo, lasciando la paura e la vergogna per aver osato fare un qualcosa di così avventato e immorale (ricordiamo che bacia un bambino di sette anni.)
Il titolo incarna benissimo le conseguenze psico-emotive di Ran, la quale si mostra sempre così forte e decisa davanti agli altri, salda nei suoi valori: non solo crea un distacco emotivo con Conan con quel gesto, ma spezza in due il suo essere legata a un'etica e il suo aver baciato il suo "fratellino".


Caratterizzazione dei personaggi: 9.5/10

I personaggi sono attinenti a quelli originali, non ci sono stati rischi di OOC e le loro movenze hanno rispecchiato il loro carattere.
Ran è confusa, stanca, sfinita da dare giustificazioni alla mancanza di Shinichi e riempire con illusioni e vane promesse lo spazio vuoto che ha lasciato accanto a sé: è forte e cerca di combattere il dolore con frasi malinconiche scambiate in tutta sincerità con Conan e il silenzio in cui vorrebbe rinchiudersi a causa del suo carattere duro e deciso; la sua tenerezza, prima, nei confronti di Conan è stata dolce e sensibile, mentre la preoccupazione, dopo il bacio, ha dato spessore alla sua psiche di ragazza protettiva che pensa sempre prima agli altri.
Conan/Shinichi è stato quello che è meglio risultato da questa storia: ho visto sia il suo tentativo maldestro di bambino che cerca di accampare scuse sopra scuse e il ragazzo adolescente mortificato e soffocato da questa situazione; ed entrambe le sue facce soffrono per il male che viene recato a Ran da questa atmosfera surreale e irrisolvibile al momento.
Un altro particolare che ti voglio lodare è la cura dei loro atteggiamenti, in quanto ad azione emotiva: Ran che vuole chiudersi in stanza, Conan che l'abbraccia alle spalle, il dettaglio anche di quando i capelli nascondono gli occhi (come avviene nell'anime) o si appannano gli occhiali nascondendo il colore dei suoi occhi… hanno reso ancora più credibile i loro personaggi.
L'unico difetto è stato il momento in cui li hai fatti parlare, a mio avviso: lì si è perso un po' il loro linguaggio di porsi, i loro modi di fare. È un punto che, come ti ho già detto anche nella voce dello stile, dovresti curare un po' di più, perché anche i dialoghi caratterizzano i personaggi.


Citazione: 4/4

La citazione calza a pennello e l'hai inserita in modo esemplare: dopo tutte le rassicurazione che Ran ha avuto da Shinichi, le quali immancabilmente si sono risolte in un nulla di fatto, il rammarico e l'amaro che si percepiscono in queste parole, dette dal suo personaggio, acquistano un significato molto profondo che sta perfettamente in tono anche con la sua "voce" caratteriale. C'è di più.! Personalmente, ho visto – non so se era un effetto da te voluto – un'attinenza che si rispecchiava anche sulla scena finale, ovvero quando Ran bacia Conan che stava cercando di consolarla: la presenza del ragazzo, che doveva confortarla, ha scatenato quel gesto impulsivo in lei che ha cambiato tutto, squarciandola nel profondo.


Gradimento personale: 2.5/5

Il tuo stile, personalmente, lo trovo acerbo ed elementare: se mi posso permettere, ti consiglierei di provare una focalizzazione interna o, addirittura, un narratore interno, così da migliore ed esercitarti proprio sullo spessore e l'equilibrio narrativo. È più facile, in questo modo, evitare di appiattire la narrazione; inoltre è un buon modo per imparare a dare profondità alla voce di un personaggio. Se, invece, preferisci comunque il narratore onnisciente con focalizzazione zero, allora dovresti provare a osare di più, dare carattere a narrazione e tono narrativo.
È un peccato, perché la caratterizzazione introspettiva va benissimo, è il tuo punto forte, ma vanno rivisti anche i dialoghi e la narrazione. Inoltre il colpo di scena, per niente aspettato, è stato bello e molto a effetto: mi è piaciuto e mi ha colpito, soprattutto per i sentimenti che hai saputo gestire piuttosto bene. In definitiva, la stoffa c'è; va solo limata un po'.


Punteggio: 42.3/54

[Modificato da Nirvana_04 28/02/2017 21:36]

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Post: 2.256
Giudice*****
28/02/2017 20:42
 
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Quinto posto
La ragazza in fiamme
di _cory_









Grammatica: 9.6/10

continua ridere → -0.1 (continua a ridere.)
E' tutto così sbagliato. → -0.2 (Va usato l'accento, non l'apostrofo.)
ad un altro → -0.1


Stile: 7.3/10

Dico subito che ha penalizzarti così tanto è stato l’uso spropositato dei due punti, anche laddove non erano necessari. Il testo ne ha risentito: sembrava di leggere a balzi, in modo singhiozzante, ogni rigo con la stessa cadenza del precedente e del successivo. In molti casi, poi, sostituisce erroneamente il punto o, al massimo, il punto-virgola.
Il lessico è semplice e chiaro, non ho rilevato termini particolari a esaltare la narrazione. Capire il tipo di narratore non è stato facile, e ho ancora i miei dubbi, che ti chiedo gentilmente di risolvere. All'inizio ho pensato a un narratore esterno, con l'uso della seconda persona in modo da aumentare l'empatia del lettore con il protagonista. Se così è, allora è errato usare termini come "qui" o "questa stanza" come se il narratore è presente fisicamente nella scena. Un conto è il tempo presente, un'altra è il luogo vicino o lontano; tempo e spazio vanno separati. In un secondo momento, però, ho pensato che il narratore di "sinistra", quello che ci accompagna per l'intera vicenda, fosse la mente "distorta" di Peeta, quindi una voce che è comunque presente alla vicenda e, anche se indirettamente, parte attiva. Tenendo conto di quest'ultimo caso, allora ciò che ti ho segnalato prima non è errore. Tutta questa arringa per dirti che, comunque questo non ha influito il voto in questa categoria, ma a me piacerebbe capire comunque secondo quale teoria ti sei mossa.
La narrazione si basa sulle due voci opposte che dialogano nel suo cervello, lasciando Peeta ai margini. Tutti questi espedienti hanno arricchito il testo e la trama. L'unica pecca, a mio parere, è stata la poca profondità della voce di destra: sembra quasi che non si impegni a cercare di farlo ragionare, e questo va a smorzare un po' la battaglia interiore che è in corso nell'animo e nella mente di Peeta.
Il tono narrativo è ben gestito, dividendosi tra la persuasione ponderata e mirata della voce di sinistra e la supplica farneticante e pressante della voce di destra. Questo ha fatto sì che si venissero a creare due facce, anche se poco equilibrate: la sicurezza della malia, la velata coercizione di una voce potente, troppo forte che schiaccia il Peeta autentico; e la paura di perdere della voce del cuore, del Peeta che ama e che difende la vita, un angelo affannato nello sforzo di salvarlo dal più grande errore ma che, terrorizzato dalla presenza dominante dell'altra voce, non riesce ad avanzare argomentazioni convincenti a sfavore di quella folle azione.


Originalità e trama: 8/10

In quanto ad attinenza con il bando, la tua storia rientrava nel "Pazzie d'amore". Peeta uccide la Katniss-ibrido per salvare il ricordo della Katniss-bambina che la sua mente continua a proporgli. La sua pazzia è indotta da una forza esterna, non è esattamente l'amore che lo rende pazzo; ma il suo gesto è dettato comunque dall'amore che prova per la donna di cui adesso non può più fidarsi e che la sua mente gli continua a mostrare come una minaccia. Quindi, in definitiva, hai comunque rispettato il bando, anche se a limite.
L’elemento “pazzia d’amore”, quindi, è stato ben sviluppato: hai spiegato bene che il suo gesto follemente estremo è una manifestazione morbosa del suo affetto per quella bambina che appartiene solo ai suoi ricordi.
L’elemento “what if…?” mi ha piacevolmente sorpreso, dando un tocco personale alla conclusione che, seppur annunciata, hai saputo gestire con la giusta dose di suspense. La trama però ha risentito molto della mancanza di una “reazione” da parte di Katniss. Non c’è un confronto tra i due, non hai dato al lettore una visione parlante della protagonista, diretta o indiretta che fosse. Avrei voluto vedere in che modo il Peeta “preda dei suoi demoni” riuscisse a interagire con l’amore della sua vita e quanto sarebbe stato in grado di ingannarla. Tutta la vicenda sembra muoversi come in un sogno, dove tutto agisce secondo un meccanismo di fili e marionette, in modo meccanico e artificioso.
Inoltre a penalizzarti in modo particolare è stata la fine e l'inverosimile sequenza dei fatti. Anche ammesso e non concesso che Katniss si lasci sopraffare e venga gettata dentro al camino (quanto è grande questo camino?), Peeta non esercita nessuna forza per tenerla tra le fiamme: la getta e la lascia lì, mentre si va a sdraiare nel divano. Perché Katniss non scappa dalle fiamme? Non c'è agonia, quasi un silenzio irreale. La sequenza sembra un incubo, ma non la realtà, e questa impressione va a cozzare contro l'idea della storia, ovvero che questo sia il reale finale alternativo alla loro relazione d'amore.


Titolo e impaginazione: 4.5/5

Allora, premetto che la griglia di valutazione è interamente esposta sulla mia Pagina Giudice, tengo comunque a precisare il motivo per il quale, nonostante il testo non sia giustificato, io non abbia proceduto a togliere -0.5 punto di penalità. La risposta è semplice: la dualità delle due voci narranti. In questo caso la mancanza di un testo giustificato ha giocato a favore del racconto, esaltando questo dibattito interiore.
Anche il titolo è appropriato e inerente all’intera trama, anzi ti faccio i miei complimenti: anche se non brilla per originalità (è praticamente il titolo del secondo libro, e per questo ti ho sottratto -0.5), è perfetto per ciò che sono i pensieri di Peeta. Egli ama la ragazza in fiamme, ripete più volte che il fuoco le dona; inoltre è un ottimo accenno al finale tragico e drammatico, dove le fiamme diventano un tutt'uno con la ragazza e finalmente la divorano del tutto, rendendola una loro creatura.


Caratterizzazione dei personaggi: 9/10

Ancora una volta, ho sentito la mancanza, seppure esterna, di Katniss; il titolo è un richiamo a lei, ma ella sembra solo un burattino fine allo svolgimento della trama senza profondità né caratterizzazione. Ma questo non conta qui. Il punto è un altro: Peeta.
Abbiamo letto tutti di come egli abbia tentato di strangolarla, dopo esser stato salvato da Capitol City. In quella circostanza, però, egli era certo di uccidere un ibrido, qualcosa costruito dal nemico e per niente vincolato alla sua Katniss. Qui abbiamo un Peeta in balia del dubbio, in conflitto con se stesso, e trovo poco affine alla sua natura optare per una soluzione “non diplomatica” della questione; soprattutto dopo i fatti dell’ultima battaglia, dove che la sua salute mentale aveva raggiunto un punto tale da farlo schierare contro gli “ultimi” Hunger Games. Questo personaggio non si farebbe scrupoli a chiedere aiuto, l’orgoglio per lui risiede in tutt’altre cose. Per quanto abbia tenuto conto dell’elemento “what if…?”, temo tu abbia rischiato, verso questo punto, di uscire fuori dal personaggio. Un'azione così aggressiva, una predominanza così netta di pensieri negativi, non è tipica del Peeta che abbiamo lasciato. Mi avessi fornito delle spiegazioni a causa delle quali la sua psiche avesse avuto una ricaduta così drastica, avrei potuto comprendere forse; tu, però, mi hai presentato un personaggio che vive tranquillamente con la donna che ama, una Katniss che non sente il pericolo né è preoccupata per la sua salute. Tutto appare improvviso e slegato dal contesto calmo e sereno, che sembra abitudinario.


Citazione: 4/4

Non ho molto da dire su questo punto. La tua storia cade a pennello, la dualità della narrazione ha rispecchiato appieno l’ambivalenza della frase da te scelta. Il finale è esattamente l'elaborazione della citazione da te scelta, si a livello fisico che mentale, con una doppia ambivalenza. Nell'immediato, Peeta che appare così calmo e disponibile verso Katniss, si mostra affettuoso e amorevole, amante e complice del loro amore, e poi compie un'azione così opposta e drastica rispetto al suo comportamento. A livello introspettivo, invece, sono le stesse rassicurazione che la voce di "sinistra" muove e con cui culla Peeta fino a portarlo a uccidere la donna amata che sono affini con la citazioni, in un connubio perfetto di amore e dramma.


Gradimento personale: 3/5

Confesso che, nonostante il colpo di scena che ho gradito molto, la narrazione a “balzi” mi ha infastidito la lettura, rendendomela ostica e impedendomi di immedesimarmi con il personaggio. Inoltre, su questo punto, ha giocato il fraintendimento che ti ho fatto notare sempre nella voce "stile" e l'inverosimile finale a cui ho già accennato. Per il resto, però, posso dirti che è stata una lettura piacevole, in cui la dualità delle voci, anche se non ben bilanciata, ha fatto il suo bell'effetto.


Punteggio: 45.9/54

[Modificato da Nirvana_04 28/02/2017 21:36]

OFFLINE
Post: 2.256
Giudice*****
28/02/2017 21:05
 
Quota

Quarto posto
Anche se tu, amore mio, sei solo un fottuto bastardo
di NobodyUndarstandsMe







Grammatica: 10/10

Non ci sono errori grammaticali o di sintassi. Complimenti!


Stile: 7.5/10

Nel tuo testo la punteggiatura è a dir poco perfetta: non ci sono pause confuse o ambigue; i periodi sono ben scanditi e il ritmo procede sempre con la stessa rassegnata cadenza.
Il tono narrativo rappresenta la forza folle con cui, nonostante il male che subisce ogni giorno, il protagonista accetta e continua ad amare ciò che lo fa a pezzi ma che non gli dà mai il colpo di grazia. Ho percepito un po' di sarcasmo quando accenna agli amici, un po' rivolto verso di loro e un po' rivolto a se stesso. C'è un'insana vena masochista che inneggia a voler amare ciò che egli stesso definisce alla fine "fottuto bastardo". Inoltre proprio questa contrapposizione finale – la ricercatezza di pensiero e la semplice soluzione della frase finale a spiegare il tutto – mi ha fatto sorridere e ha creato un'antitesi stilistica nella trama.
Parlando del lessico iniziano i "miei" problemi. La tua storia – così come quella già letta in precedenza – mi spezza in due: se da un lato ne apprezzo i termini ricercati e articolati, che danno spessore emblematico all'introspezione dei tuoi protagonisti e creano una sorta di profondità nel loro animo che non può essere semplicemente desunta da sinonimi più semplici e immediati (vedi "ambagi", "mestizia" e "asseverazione"); dall'altro lato alcune risoluzioni hanno reso complicata l'interpretazione di alcuni passaggi (come "occhio di Minosse" e "verso novenario" e "organi corrotti dalla falce"). Questo mi costringe a sviscerare il tuo scritto in maniera maniacale per poter venir a capo di qualcosa. Iniziamo!

  - Pagine di baci si uniscono ad abbracci di ambagi, facendoci perdere nel mare del sentimento, dominato dagli scogli di menzogne e dalle tempeste di tuoni sottaciuti.

Questo inizio racchiude l'intera essenza del suo amore. Metafore forti che, messe a introduzione della tua storia, catturano il lettore che ama l'animo cupo e complicato – questo è ciò che desumo dal tuo scritto; ma credo spaventi un po' chi vorrebbe ottenere lo stesso effetto da un testo meno "pesante" e "machiavellico". Personalmente ho amato queste prime metafore e gli accostamenti così opposti che le formano: le menzogne sono scogli a cui aggrapparsi durante una lite ma allo stesso tempo sono ciò che rende la navigazione perigliosa; i "tuoni sottaciuti" sono tutte quelle lamentele che potrebbero scoppiare da un momento all'altro e che l'animo sopprime per non creare ulteriori dissapori. Davvero belle come immagini visive/emotive.
La frase che segue questo periodo è altrettanto suggestiva e densa di significati, ma… ecco comparire "l'occhio di Minosse". Ti riferisci alla macchina stradale che fa scattare la multa per chi usa le corsie d'emergenza per futili motivi? A parte che c'è una degradazione poetica che mi lascia l'amaro in bocca, si perde un po' l'effimera e angosciante poesia del testo; ma immagino essere un riferimento al carattere suscettibile e sempre sul chi vive della persona che il protagonista ama follemente.
Il terzo paragrafo è l'emblema di questa soffocante ricercatezza stilistica:

  - Gridavano parole di affaticamento coloro che pensavano che sarei diventato un verso novenario all'interno di un canto dantesco: dicevano che avrei prodotto libri di dolore, che sarei diventato Amore perdurante - avrei tradito la mia natura di uomo, il mio essere, tanto quanto uno stolto, Virgilio. Non li ho ascoltati.

Per quanto mi sforzi di darli un senso interpretativo, ciò che penso si scontra con ciò che ne segue. I suoi amici pensano che l'amore sarebbe finito e che lui ne avrebbe tratto un'opera sofferta di grande prestigio? E che c'entra Virgilio? Si tratta sempre del personaggio dantesco o – ironico – è il nome del suo interlocutore? Tutti questi accenni di diversa natura, a rimarcare un unico concetto, in uno spazio così ristretto (sono meno di 400 parole), affaticano la lettura, rendono tedioso e soffocante il tuo stile e lo fanno perdere tra elucubrazioni che, a prima vista (e anche a seconda, per quanto mi riguarda), appaiono campate in aria, tante metafore che cozzano tra di loro, contendendosi un'unica parola: Amore. Per essere poetici e ricercati basta molto meno! La semplicità, a volte, ripaga molto più di un frenetico e futile elaborare astrusi concetti!

  - Li ho resi cenere al vento: ho amato la terra e toccato il cielo con l'intelletto e, negli anni di prigionia, ho visto la luna baciare le stelle, per poi tradirle col sole, mentre, oggi, posando le mie labbra sul tuo petto di mestizia, sgrido il mio essere rosa con radici per innamorarmi del buio che vedo ogni qualvolta le tue parole illuminano la stanza, portando requie di silicone nel mio stomaco, le cui viscere dolgono in profondità per la corruzione alla quale mi stai conducendo. Eppure ti amo. Perché?

La parola "intelletto" indica un qualcosa di più del semplice pensiero: sono le idee che cercano di tramutare in ragione il suo amore, innalzandolo al di sopra di ogni pensiero opposto. "Negli anni di prigionia" – penso sia altrettanto metaforico – indica il tempo che lui ha passato con il suo amato? Oppure (e così acquisterebbe più senso visto come il paragrafo continua) indica gli anni in cui non lo aveva conosciuto ancora e quindi si era limitato ad amori meno complessi e dolorosi? Quindi la loro storia d'amore è finita o ha avuto un momento di pausa?
La metafora che segue torna a piacermi, anzi: ne percepisco di nuovo la delicata e potente simbologia che vi sta dietro, accecante e corruttiva. L'ossimoro mi ha un po' confuso, ma anche esso mi sembra alquanto significativo: la luce che il suo amore irradia in una stanza mette in evidenza il buio del suo essere, i difetti e i falli di quell'amore perverso e diabolico.
"Requie di silicone" è qualcosa che mi trasmette finzione, un trucco o un inganno di questa visione che comunque è un dolore costante nelle viscere.
Il finale è la parte più bella e significativa, ma ne parlerò in seguito.
Tirando le somme, troppo in troppo poco spazio: è un continuo alti e bassi e accostamenti multipli e di diversa motrice che si accavallano uno sull'altro rendendo il tuo stile ingarbugliato e di macchinosa interpretazione.


Originalità e trama: 9/10

Per quanto riguarda l'attinenza al bando, la follia l'ho percepita sia nel tuo stile che nella trama: la "pazzia" del protagonista risiede nell'ostinarsi a tenersi avvinghiato a un roveto pieno di spine; nonostante il dolore, egli si aggrappa più forte, in modo masochistico e sadico, pazzo d'amore per ciò che in realtà è profeta di distruzione.
La trama, in realtà, è una lunga riflessione su questo amore contorno e periglioso, fatto da tempesta e falsità, promesse che sono annuncio del loro opposto e che si rivelano dolorose stilettate nel ventre del protagonista.
La storia si apre con una sintesi delle "puntate precedenti" dove annunci fin da subito che l'amore di cui va matto il nostro protagonista (senza nome, non ho altro modo per chiamarlo, ma questa storia si lega perfettamente a quella già valutata per l'altro contest. Che i protagonisti siano gli stessi? Questo è un dettaglio di cui non posso tenere conto in questa sede) è fatto di bugie, lunghi baci e abbracci contorti e densi di significati ambigui, un circolo vizioso fatto da una rete a maglie strette. Procedi con una presentazione molto sentita ed emotiva dell'oggetto del suo desiderio e ci dici come questo amore non sia visto di buon occhio dai suoi amici che profetizzano una fine amara e dolorosa. Infine concludi con un'osservazione molto profonda della citazione che hai scelto, di cui, ancora una volta, ti dico che ne parlerò in seguito.
La trama è costituita da queste tre parti, al cui interno, però, ho perso pezzi a cui non ho saputo dare una spiegazione. Questo ha creato dei buchi nella trama che hanno penalizzato il punteggio.


Titolo e impaginazione: 4.5/5

All'impaginazione manca il testo giustificato → -0.5
Il titolo è l'inferenza perfetta della trama, nonché anche frase che chiude il cerchio. È la soluzione dei suoi pensieri arzigogolati e la deduzione dei suoi ragionamenti tortuosi e paradossali. L'ironia e la spietata verità del titolo sono la semplicità con cui il protagonista mette fine alle sue domande senza risposta: egli sembra cercare una giustificazione, un filo conduttore a quel folle amore che ci narra, ma per tutto il tempo egli è già rassegnato a viverlo e a lasciarsi andare a esso; alla fine, è duro verso persino la persona che ama, ma non per questo, in queste parole, vi è racchiuso un senso meno profondo di follia d'amore. Il titolo e la conclusione della trama racchiudono perfettamente la follia di questa passione masochistica, di questo struggimento rabbioso verso chi gli fa del male, ma non può smettere di desiderare.


Caratterizzazione dei personaggi: 10/10

Attraverso gli occhi del narratore/protagonista ci mostri stralci della persona che egli ama: egli è una figura presente, viva e, anche mentre il narratore racconta, il suo amore sembra in qualche modo interferire con il filo dei suoi pensieri, tanto da farlo apparire una presenza attiva nel testo.
L'oggetto del suo desiderio è un uomo fatto da complicate facce, una sovrapposta all'altra: un angelo senza ali che chiede pietà, e che ha spine sul petto pronte a perforare il corpo di chi si avvicinerà per consolarlo. Il fatto che l'uomo lo ami comunque è per me sintomo o di vera "pazzia morbosa" o di una più complessa natura della acuità increspata dell'amato. Molto bella, tra l'altro, la metafora che contraddistingue il suo aspetto fisico e il suo carattere, concentrandola in un'unica frase:

  - i tuoi capelli, terreno fecondo per i giochi di intrecci di storie dimenticate

Ne ho dedotto, non solo che l'amato ha i capelli ricci o mossi, ma che questi ultimi sono metafora ed emblema dei suoi capricci, di tutti i dolori causati e dimenticati, intrecci di storie passate che vanno dimenticate.
Il protagonista, invece, sembra davvero essere preda dell'inferno: arde d'amore, soffre, d'amore, si aggrappa al suo amore, è vittima volontaria di un amore che andrebbe distrutto e lasciato perire come un fuoco che va a spegnersi. Invece lui lo alimenta. È folle, innamorato, consapevole del male a cui va incontro ma non per questo meno intenzionato a correre verso di lui. È un uomo che ama riflettere e mandare a quel paese le sue stesse congetture: ama farle, ma nel momento di tirare le somme, sembra convenire che poco importa. Egli è "arrabbiato" con se stesso e con il suo amore, rassegnato a farsi fare a pezzi, cosciente del sadismo che sta in quella storia di folle amore: non c'è la pace della morte ad aspettarlo, ma solo il dolore di una vita vissuta e allo stesso tempo analizzata da fuori, doppio dolore di chi non può fare a meno di amare un bastardo.

  - in bilico tra ciò che mi renderebbe Dio e ciò che mi caratterizza come uomo: l'avere o il non avere risposta.

Il protagonista ha in sé una vena molto ironica, tanto da enfatizzare con concetti altisonanti e aulici un sentimento semplice che il suo amore complica a dismisura: ed è la voglia matta di voler capire l'altro e il suo modo di comportarsi, con i suoi modi di fare e le sue parole complicate. La ricerca di una soluzione che si chiude in un nulla di fatto, ma che se venisse data lo farebbe diventare euforico.


Citazione: 4/4

E finalmente posso parlare di ciò che mi ha più colpito di trama, stile e scelta di utilizzo della citazione. La frase da te scelta, ai miei occhi, aveva un senso malinconico, di sacrificio, un amore che supera gli ostacoli imposti persino dalla morte, che la vince attraverso un amore infinito e che nulla può dissolvere. La tua interpretazione, invece, ha completamente remato in senso opposto, invertendo la funzione dei due protagonisti della frase, ma non per questo ne ha variato il punto d'arrivo: Amore e Morte. La morte assume connotati di liberazione, di pace interiore, di un'amica che dà sollievo a quelle ferite dove l'amore, invece, getta il sale per farle bruciare sempre di più.
L'Amore è un gioco perverso lungo e dispendioso che lui abbraccia, perché non sa vivere senza, nonostante il dolore, anzi: proprio perché è questo il patto da stringere, egli rifiuta lo stare bene pur di poter stare con l'uomo che ama. La morte è semplice, una via lineare senza punti ambigui: muori e tanti saluti al resto. L'Amore è talmente complicato e pieno di buchi, strade contorte e spine aguzze da essere un mistero cangiante, un paradosso senza soluzione che puoi accettare o rifiutare, ma non puoi mai comprendere sul serio fino in fondo.


Gradimento personale: 3.5/5

Alcune metafore e passaggi li ho letteralmente adorati. Lui la rosa e l'altro le spine è il simbolo di un amore che si completa nel dolore e nonostante il dolore. Ma altri passaggi mi sono rimasti oscuri e, sinceramente, per quanto avranno la loro ragione d'essere io comunque li ho percepiti come soffocanti, atti solo ad appesantire uno stile già ricco ed elaborato… barocco. Il troppo stroppia, e questo è uno di quei casi. Peccato!


Punteggio: 48.5/54

[Modificato da Nirvana_04 28/02/2017 21:36]

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Post: 2.256
Giudice*****
28/02/2017 21:27
 
Quota

Terzo posto
Love Philosophy
di Setsy/meiousetsuna









Grammatica: 9.7/10

"Ma è semplice intenerirsi della tortura degli altri" → -0.1 (La domanda a cui devi rispondere è: per cosa ci si intenerisce? O: a causa di cosa? Credo sia più corretto dire: "ma è semplice intenerirsi per la tortura degli altri")
"Se ti ho consegnato la mia anima per custodirla in un luogo migliore del mio petto, rinnegheresti la tua compassione insieme a lei…" → -0.2 (È un'ipotetica, quindi: se ti consegnassi…"


Stile: 9/10

  - "Quante volte ho cercato di ripetertelo, fino a costringerti a crederci, fino a convincere me stesso; sono un egoista, uno che prende quello che vuole e non si cura delle conseguenze delle sue azioni."

Stai elencando ciò che egli ripete a se stesso e a Elena, quindi io ci vedrei bene i due punti.

  - "…sarebbero stati impossibili da recitare così bene, per l’altra."

Non serve mettere un'interpunzione per dividere la locuzione: è legata direttamente al periodo.
Questi sono solo alcuni dei casi in cui non mi trovi d'accordo con la tua punteggiatura.
Qui subentra la mia personale visione della punteggiatura che, purtroppo, si è ritrovata in disaccordo con il tuo utilizzo della suddetta. Sebbene il ritmo della storia fosse coinvolgente e ben controllato, in alcuni punti il punto-virgola ha completamente sostituito il posto dei due punti. Alcuni periodi sono stati mal gestiti, con un uso confuso della virgola che, seppur limitato, ha abbassato il punteggio.
Per il resto, non posso che farti i miei complimenti: per le immagini visive che hai saputo creare e che, nonostante riempiano gran parte del testo, hanno saputo colmare la mancanza di colpi di scena dovuti al tipo di trama sviluppata; per il tono della narrazione che è stato coinvolgente, a tratti struggente; per la tua conoscenza del lessico che ha arricchito questa “lettera d’amore” in bilico tra l’implorazione e la bestemmia.
Il lessico è vario e attinente al contesto: l’ho ritenuto non solo appropriato, ma parte integrante della storia; ne ha esaltato la trama e ha enfatizzato al meglio i sentimenti del personaggio, permettendo al lettore di entrare nella sua mente e immedesimarsi con le sue emozioni. Ottima la scelta di marcare in corsivo alcuni termini, non solo per la loro importanza, ma come imput d'intonazione, in modo che il lettore potesse immaginare il protagonista quasi sibilare quei termini, ringhiargli, soffiarli fuori come fa Damon quando è in modalità "amami disperatamente".
Un'altra nota che va esaltata nella tua storia è il tono narrativo: avrei benissimo potuto mettermi davanti alla tv, con Ian Somerhalder in primo piano, e leggere le battute che tu hai scritto, immaginandole perfettamente venir pronunciate da Damon Salvatore!
C'era la sua voce profonda, istigatrice, a tratti brevissimi ironica, quasi ho potuto vedere il suo sorriso sghembo farsi largo sul suo bel volto; ho sentito la rabbia piena di trasporto con cui infervora l'animo di Elena (che in questo caso è il lettore…) A tal proposito, ottima l'idea della narrazione in prima persona, in simbiosi con la scelta di creare questo testo come un monologo struggente: ha fatto sì che la voce narrante/protagonista parlasse direttamente con il lettore. Le sue emozioni si sono catapultate direttamente su me – su chi legge – senza schermi o passaggi di seconda mano; e chi non sogna di avere un uomo che gli parli con tanta passione?


Originalità e trama: 10/10

Per quanto riguarda l’attinenza al bando, la tua storia si rifà alla voce "pazzi d'amore". Love Philosophy parla di un amore struggente, mi racconta del senso di follia che questo sentimento provoca nell’animo del protagonista. Ogni parola da te utilizzata è riuscita a creare un'immagine potente dentro di me: hai evocato momenti importanti della trama originale, senza perderti in descrizioni lunghe e inutili, facendo un resoconto delle scene salienti e allo stesso tempo mostrandoceli dal punto di vista prettamente emotivo di Damon.
Riguardo all’originalità e alla trama invece, ho letto la tua one-shot come fosse una lettera d’amore o un lungo monologo silenzioso di Damon nei confronti di Elena. Hai narrato molto bene ogni sentimento, frapponendolo al suo opposto nel giro di poche righe, in un susseguirsi frenetico di emozioni contrastanti, così come è l'animo di Damon Salvatore. Partendo dall'inizio, hai creato un excursus di sentimenti, una trama dentro la trama, che hai controllato molto bene: il primo incontro, la scena della "commiserazione", il tradimento, la struggente scena del letto del moribondo. Perfetta l'idea della conclusione, dove la riflessione sul suo amore porta Damon ad "aggredire" Elena, in una rabbiosa implorazione di qualunque reazione purché fosse viva e passionale.


Titolo e impaginazione: 4/5

Ho tolto 0.5 per la mancanza del testo giustificato. Ci tengo molto alla pulizia della pagina, motivo per cui ho chiesto di correggere i vostri file e non la storia su efp, cosicché l’html non penalizzasse nessuno. Così, mi ha sorpreso il testo “svolazzante”. Comprendo che è una scelta personale, ma ho fissato dei parametri per i miei contest e ho l'obbligo di rispettarli.
L’altro mezzo punto l’ho tolto a causa della mia visione di Damon Salvatore, che non rispecchiava il senso del titolo: tutto si può dire di Damon, tranne che sia un filosofo o abbi a una filosofia. Egli è puro istinto, e passione e impulso; e molte volte, infatti, lo abbiamo visto cedere a quest'ultimo nonostante lo abbia portato più volte ad allontanarsi da Elena. Un titolo deve fungere da coperta della storia, comprenderla interamente sotto il suo significato e in tutte le sue sfaccettature. Il tuo titolo arriva fino a un certo punto, immagino che sia un riferimento a questa lunga riflessione che è la trama e al modo perverso e passionale che ha Damon, ma non la copre interamente. Tu mi hai narrato – io ho letto e ho interpretato così – un amore passionale, ricco di sfaccettature, di alti e bassi, cambi d'umore e di ruoli. L'amore di Damon non è un concetto astratto, non è solo pensiero, o un modo d'essere o di vita: è azione, passione, emotività, struggente urlo di animale ferito e allo stesso tempo belva a caccia. Non ha nulla a che vedere con una riflessione interiore. Forse volevi marcare l'introspezione della trama, ma credo non dovesse essere questo il fulcro intorno cui far girare il titolo. C'è azione emotiva che non ha nulla a che spartire con il termine "philosophy". Personalmente avrei scelto un titolo più accattivante, passionale, di un certo spessore emotivo. Questo mi è apparso piatto e troppo piccolo per racchiudere il senso della storia.


Caratterizzazione dei personaggi: 9.5/10

L’intera one-shot si concentra sulla confessione di Damon Salvatore verso Elena Gilbert. Unico personaggio della storia, complesso e tormentato. Il suo carattere presenta diverse tasche da cui straboccano mille espressioni di vita e peculiari gesti e modi di fare. Hai descritto indirettamente un Damon innamorato perdutamente, atto nel riflettere sulla sua natura e sull’evoluzione dei suoi sentimenti verso Elena. I suoi sentimenti traspaiono chiari e ben definiti quando si struggono verso l’oggetto del suo desiderio, ma risultano piatti quando fanno accenno alla sua natura “vampiresca”. Manca il Damon insensibile, un po’ spaccone, duro e diretto. In alcuni momenti mi è sembrato d’intravederlo, ma mancava sempre quel “quid” che mi avrebbe fatto dire: oh mio dio, è lui!
So che sarebbe stato complicato aggiungere tale aspetto del suo carattere in questo frangente, ma il suo amore per Elena, a mio avviso, non esiste senza quel lato: lui è il fratello "egoista", che prende ciò che vuole. In un contesto così schietto e "aperto" sarebbe stato completo solo se fosse stato presente un accenno ai suoi istinti, al suo modo di agire, far trasparire il suo lato "bello e maledetto". L'unico punto in cui l'ho visto è questo:

  - e so che ti piacciono i miei occhi quando ti spogliano con lo sguardo e ti rispetto ancora di più perché non scappi per impedirmelo

Ma anche questo accenno sembrava più un modo per dire "non puoi nasconderti, so che ho ragione e non provare a ribattere" che un "ti piaccio, non puoi nascondermelo". L'intonazione è leggermente diversa – sono folle, vero? – e acquista un senso diverso proprio a causa (o grazie) alla coordinata che accompagna il primo periodo, il quale da solo avrebbe reso perfettamente l'arroganza di Damon.


Citazione: 3/4

La natura di Damon Salvatore e il suo amore per Elena era perfetto per la citazione in questione, ma – come già detto – è mancato l’elemento malvagio, i pochi accenni non mi hanno soddisfatto appieno.
La citazione che tu hai scelto si prestava a un senso più attivo, di azione, e qui non l'ho vista. Comprendo, però, a cosa tu l'abbia collegata: la natura ambivalente di Damon, al suo essere sempre al di là di una possibile categoria di bene e male; quando Elena sta per considerarlo in un modo, ecco che lui cambia, si trasforma e la smentisce, mettendo in discussione ciò che è l'idea che lei si è fatta di lui.
Se ci fosse stato un pensiero, una scena, anche solo un ricordo su cui egli avesse riflettuto – hai presente quando uccide contro la sua volontà proprio per salvarle la vita o le dà il suo sangue per non farla morire poco prima del sacrificio di Klaus pur di non perderla? - che andasse a mostrarmi il suo amore incondizionato e non etichettabile, sarebbe stato perfetto. Ma non mi è bastata la sua natura, in questo caso, andava specificata un'azione. Forse ho interpretato la citazione troppo alla lettera, comunque è un buon risultato.


Gradimento personale: 4.5/5

Ed ecco che mi ripeto!
Tirando le somme: struggente ed emozionante questa “lettera d’amore”, con luci accecanti ed ombre che non hanno però saputo oscurare appieno il suo opposto. Mi hai coinvolto nella storia, ma io adoro il Damon “str***o” e ne ho sentito la mancanza.
A prescindere da ciò, l'impronta della sua voce c'era, anche se forse tendeva troppo alla passione disperata, ma era lui, in uno dei suoi momenti: oh, mio Dio, non guardarmi con quelli occhi che trapassano la mia anima!


Punteggio: 49.7/54

[Modificato da Nirvana_04 28/02/2017 21:36]

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28/02/2017 21:30
 
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Secondo posto
La tempesta perfetta
di JulyChan









Grammatica: 9.9/10

Whiskey Incendiario → -0.1

Un semplice refuso. Per il resto grammatica e sintassi impeccabili!


Stile: 9/10

Ci sono alcune virgole su cui non sono strettamente d'accordo, ma non farò polemica. Complessivamente la punteggiatura è ottima e serva della narrazione. Il narratore esterno ti permette di attuare un gioco che, personalmente, mi è piaciuto molto e per il quale ho due teorie, una che non esclude l'altra: l'inserimento di un accenno apparentemente estraneo alla vicenda principale ma che contribuisce ad arricchire lo sfondo e l'atmosfera. Gli accenni di alcuni personaggi influiscono nell'aumentare il senso di distacco di Daphne con la realtà circostante: è talmente ossessionata dal suo amore da non rendersi conto di ciò che realmente le accade intorno, ricercando la colpa al di fuori di lei e del suo amato; la sua pazzia peggiora e il suo umore è affine con queste frasi di cornice che chiudono le diverse scene da te presentate. Le donne a cui Draco dona le sue attenzioni sembrano misteriosamente avere "incidenti" che, in un primo momento appaiono da cornice, accrescendo l'isolamento intorno alla mente perversa e fissata di Daphne, ma che in realtà sono la conseguenza diretta di questo "pazzo amore". Il tipo di incidenti e la loro gravità sono direttamente proporzionali al disagio crescente nell'animo della protagonista. Con poche frasi, quindi, rendi perfettamente l'idea della solitudine che attanaglia un pazzo amore incompreso e le conseguenze dell'ostacolarlo, anche se involontariamente.
Un altro espediente che ti è ben riuscito è stato quello di non nominare fin quasi alla fine i protagonisti della vicenda: l'ossessione di Daphne, così, è l'ossessione di una qualsiasi donna che ama di un amore folle e senza freni, cambiando e decadendo verso l'insana ossessione di chi è bisognoso di qualcosa che non possiede del tutto. Molto suggestivo e ben riuscito!
Verso il finale hai adottato un senso ridondante che hai applicato alle frasi. Ti faccio un esempio:

  - Aveva accettato ogni compromesso, si era adattata a ogni situazione, aveva ricacciato ogni lacrima indietro, per lui. Aveva acconsentito a una relazione segreta, aveva tollerato ogni silenzio e ogni invettiva, aveva chiuso dentro di sé ogni remora, per lui. Aveva messo a tacere ogni dubbio, aveva imparato a conoscere il rovescio della medaglia, aveva imparato ad amare tutti i suoi demoni, per lui. Aveva iniziato a vivere a sua immagine e somiglianza, ad annullarsi completamente, a svestirsi di ogni dignità e compiacerlo in ogni suo desiderio, per lui.

Una scelta azzardata e un po' rischiosa, perché sembra di leggere sempre con la stessa cadenza, con lo stesso ritmo e il tutto, in un passaggio di questa lunghezza, tende ad appiattire il senso delle frasi, a omologarle. D'altra parte, però, anche questo espediente ha contribuito a esternare il senso di pazzia e di fisima, portando ogni concetto allo stremo, in una cantilena compulsiva e maniacale.
Buono il tono narrativo e il lessico: entrambi sono strettamente collegati. La tua scrittura si legge sempre fluida e scorrevole, invoglia a continuare a leggere e non appesantisce, lasciando che le pagine scorrano e il tempo passi senza che il lettore se ne renda conto. Mi piace! Semplice e leggero, ma non per questo meno suggestivo o ad effetto. Infatti, la semplicità ti aiuta a dipingere nella mente del lettore scene forti, rendendole chiare e nitide, senza dettagli pesanti o lunghe descrizioni.
Ultimo appunto: la cura che metti nell'introspezione, che serve anche a dare il senso interiore dell'atmosfera. Ne parlerò meglio nella caratterizzazione dei personaggi, ma il tuo stile si basa molto su questo ed è un punto a tuo favore, perché a mio avviso è la parte più importante di una storia.


Originalità e trama: 10/10

Riguardo all'attinenza con il bando, questa storia rientra alla perfezione in entrambe le voci, a mio avviso: nella voce "pazza d'amore" e in quella di "pazzie d'amore". Oserei dire che queste categorie sono nate con la tua storia, poiché sei riuscita in maniera sublime a trasferire su carta le dinamiche complesse e un po' assurde di un amore senza senno, privo di un vero affetto o di un sentimento "pulito". Hai ricreato in modo impeccabile il senso negativo di un'ossessione, mostrando la sua evoluzione, da piccolo gesto innocente e quotidiano, in un atto fondamentale che nella mente della protagonista acquista il potere di una molla, un colpo in canna che si prepara a colpire senza ritegno qualunque cosa abbi a tiro, purché non si metta in mezzo tra lei e il suo uomo.
La trama si sbroglia come tanti quadri affissi alla parete: ci mostri una scena, un momento dell'evoluzione di questa pazzia e poi la racchiudi in una cornice, apparentemente di poco conto, irrilevante, quasi fosse un effetto collaterale di questo amore che dev'essere a tutti i costi. Ed è proprio questa sensazione che ho percepito e che mi è piaciuta: i pezzi iniziali sono come quadri, dove un'immagine è piena di angoscia e movimento, e poi c'è la cornice che chiude, dando profondità e senso di maniacale amore.
Non ci sono buchi nella trama, non ho riscontrato incoerenze o assurdità. Ogni azione è fattibile e, se si vuole estrapolarla dal contesto, diventa una realtà forte e, purtroppo, esistente. Mi piace come la pazzia cresce e si evolve, e insieme a lei gli "incidenti"; l'umore va a pari passo con ciò che Draco le offre. Quindi, il matrimonio diventa la tomba, il tradimento di questa pazzia, la quale è giunta a un tale punto da infierire nel modo peggiore e più fatale proprio sulla sorella di Daphne.
La fine è cupa, tetra, ricca di phatos e angst. Un climax ascendente che allo stesso tempo degrada verso l'orrore e la follia, una punizione verso se stessa e l'uomo che le ha strappato involontariamente il cuore con la sua superficialità.


Titolo e impaginazione: 4.5/5

Ho tolto 0.5 per la mancanza del testo giustificato. Ci tengo molto alla pulizia della pagina, motivo per cui ho chiesto di correggere i vostri file e non la storia su efp, cosicché l’html non penalizzasse nessuno. Così, mi ha sorpreso il testo “svolazzante”. Comprendo che è una scelta personale, ma ho fissato dei parametri per i miei contest e ho l'obbligo di rispettarli.
Il titolo è una metafora perfetta della trama, del personaggio e dell'aria greve che si respira in questa storia. La "tempesta" emotiva e delle azioni compiute da Daphne si alza come un vento costante che colpisce in faccia tutti: c'è chi ne viene investito, chi – come Draco – ne è infastidito ma lo ignora (poiché il vento glielo permette); poi infuria come annunciatore di tempesta, in un susseguirsi di alti e bassi, di scelte sbagliate, di gesti fuorvianti, di un gioco che viene giocato da entrambi ma con regole diverse; e alla fine, quando Draco infrange le regole di "Daphne", nonostante ella abbia sottostato sempre alle sue, la tempesta diventa un uragano che spazza via la vita che lui si era costruito e le speranze a cui la follia della protagonista si aggrappa disperatamente per tutto il testo, con un sorriso macabro e nefasto.


Caratterizzazione dei personaggi: 10/10

Anche se ai margini, si possono desumere diversi aspetti di Draco: hai reso il suo personaggio freddo e calcolatore, dedito ai piaceri senza essere cosciente delle conseguenze; indifferente ai sentimenti di Daphne. Egli è la causa del malessere crescente nel petto della protagonista. Non si fa scrupoli a giocare con lei, sprezzante quasi, incurante del male che potrebbe causarle ma comunque consapevole dell'influenza che ha su di lei. Tutto ciò è assolutamente adatto a un personaggio che la Rowling ci mostra non farsi scrupoli a sfruttare amicizie e influenza, che si vanta e prende tutto ciò che vuole con la sua superficialità dettata dal suo sangue e dalla sua posizione. Ma non hai neanche trascurato l'orrore di un uomo che, a dispetto di ciò, tenta comunque di salvarla, la vita dei suoi amici (vedi stanza delle necessità nell'ultimo libro); quindi è perfetta la sua disperazione e angoscia nel vedere morta la moglie e la sorella. Mi chiedo quale sia il motivo che addurresti alla seguente domanda: per quale motivo Draco sceglie Astoria dopo aver avuto questa relazione segreta con la sorella? E Astoria non ne sa nulla?
Anche di lei, anche se ai margini del racconto, se ne ha una visione personale, anche se dal punto di vista della sorella: per certi versi, mi è parsa rigida e distaccata (un po' con il naso in su) come la zia Petunia; elegante, una figura fragile e dritta nella sua perfetta postura. Probabilmente qui ho lavorato un po' troppo di fantasia!
E veniamo al personaggio principale, la perfetta protagonista di questa storia tetra e soffocante: Daphne!
Ella è affettuosamente morbosa, bisognosa di questa perversa relazione. Può scendere a patti con tutto, tranne con le altre. Il suo amore la porta quasi a considerarsi un "angelo custode" sul suo uomo: elimina le altre perché sono il male che cerca di traviarlo, e non riesce ad accettare l'idea che sia lui a causare questo, o almeno è qualcosa che raggiunge solo alla fine. E questa doppia visione della sua storia con Draco le causa scatti polari: c'è quando è amante silenziosa, accetta il suo dover stare con gli altri, il non poter dire di loro come coppia; e poi ci sono momenti in cui il dolore è così grande e distruttivo da dover esplodere anche verso di lui, ma sempre senza attaccarlo, è solo un modo per esternare le sue ferite, quasi a dire: "Guardami, sto sanguinando. Guariscimi!"
La sua "vendetta" finale è un tocco di classe: il suo odio le corrode l'anima e il corpo, la sua mente pensa a mille modi per ferire Draco quanto è stata ferita lei; alla fine, però, resta vincolata al loro segreto. L'omicidio/suicidio si svolge in un luogo chiuso, e ancora una volta si riversa in primis verso l'altra donna. Draco raggiunge quel luogo per primo, è l'unico che può comprendere fino in fondo ciò che è successo. La sofferenza rinchiusa in quella stanza soffoca solo lui, aleggia intorno a lui come veleno e si attacca alla sua pelle: è l'unico modo che ella trova per stare finalmente insieme a lui.


Citazione: 4/4

La citazione rappresenta perfettamente lo sviluppo della trama!
L'amore di Daphne cresce nonostante – oserei dire insieme – all'indifferenza/superficialità di Draco. La purezza di un amore si perde tra i complessi meccanismi di un'ossessione, addentrandosi in un mondo fatto di illusioni solitarie, di distorsioni della realtà, di riconoscimenti in colpevoli innocenti o involontari. Draco diventa ciò che va protetto dalla vicinanza di altre donne, colui che va compreso e non mandato al diavolo; ella cambia e si adegua a regole atte a un gioco di cui lei non è veramente a conoscenza, continuando con il suo bisogno e credendo follemente in qualcosa che non ha nulla a che fare con la verità dei fatti.
Più Draco si allontana, più egli presta attenzioni ad altre donne, e più il suo amore/follia cresce con questo distacco, empiendo la distanza che effettivamente separa le loro emozioni, travisando ogni più piccolo e ovvio segnala. È proprio vero che l'amore annulla la ragione, ma nel suo caso è proprio l'attaccamento morboso verso ciò che, inconsciamente, sa che non le appartiene; e forse anche per questo "elimina" la concorrenza.


Gradimento personale: 4.5/5

L'avrai capito, la tua storia mi è piaciuta. Hai uno stile che rende la lettura un'esperienza piacevole e per niente tediosa e soffocante, un lessico chiaro e nitido che rende altrettanto precise immagini e sensazioni. Giostri molto bene metafore e descrizioni lineari, dando ampio spazio alle emozioni, che è ciò che più mi attira in una storia. La tua Daphne è un personaggio che adoro, anche questo spero sia ovvio, e questa "pazzia d'amore" è stata coinvolgente, appassionante, e vivida. Complimenti!


Punteggio: 51.9/54

[Modificato da Nirvana_04 28/02/2017 21:35]

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28/02/2017 21:35
 
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Primo posto
Alba cosacca
di Lun@/Celtica









Grammatica: 9.9/10

- cappuccio di pelliccia, colbacco.

Non ci sono errori grammaticali o di sintassi. Ho un solo dubbio: il colbacco è il cappello di pelliccia, ma il caftano non mi pare avere un cappuccio. Probabilmente questa "svista" è solo un errore mio dovuto a ignoranza, quindi ti chiedo di risolvermi il dubbio. Qualora abbia preso un granchio, eliminerò il centesimo di penalità.


Stile: 9.8/10

  - La guerra, la morte, il combattimento che avrebbe dovuto affrontare. Tutto divenne sfocato

  - Era lei che amava. Era per quel temperamento, quella sua aria ribelle, che l’aveva desiderata la prima volta. Quando suo fratello l’aveva colpita, spingendola a terra. Darya si era rialzata, lo aveva sfidato con uno sguardo, con una parola, e Vania era intervenuto per fermarli.

Questi sono gli unici casi in cui non sono d'accordo con la tua punteggiatura. Nella prima frase riportata, io avrei usato i puntini di sospensione per indicare che l'elenco è lungo e che scema verso il "tutto" che diviene sfocato. Per la seconda citazione: dopo che indichi il motivo per cui si è innamorato, io avrei messo i due punti, visto che prosegui narrando il momento di cui accenni nella prima frase.
Detto questo, io... ho un unico commento da fare: hai imbrogliato!
Ti ho già detto una volta che "la neve ti dona", e io non dimentico mai ciò che dico (quasi mai). Mi hai rifilato una storia dove neve, guerra, sangue e amore sono una simbiosi perfetta di idilliaca visione, dove con "idilliaca" indico l'utopica perfezione che solo tu, con il tuo talento, sai raggiungere e riportare su carta. Ma dove hai imparato?
La punteggiatura è netta e decisa: di solito un simile espediente comporta una lettura forzata, zoppicante se usata in un contesto di narrazione e descrizione. Ma tu sei andata oltre: non hai narrato con gli occhi dei protagonisti, dove la punteggiatura doveva dare fluidità e connessione tra i vari pensieri; hai raccontato con l'anima dei tuoi personaggi, e questo vuol dire che la punteggiatura era una pausa perfetta laddove il fiato di Vania si spezzava, i suoi occhi si soffermavano su Darya, le immagini di guerra e amore si frapponevano tra loro in un effetto speciale così nitido che solo una telecamera può dare sul grande schermo. Tu l'hai saputo realizzare su un foglio bianco, sparando colori così vividi da accecare gli occhi e sporcare irreparabilmente l'anima del lettore.
La cura di lessico e cultura, saputi equilibrare in un testo così breve senza farne subire il peso, sono stati una cornice perfetta che ha dato maggiore profondità a trama e sentimenti, dando un senso storico-geografico al carattere dei personaggi e alle scene che hai narrato. Accenni come "vodka a colazione", l'apprezzare su una donna il profumo di "pelo di cavallo", il senso di libertà patriottismo e fede ortodossa, il ruolo dei cosacchi e la loro duplice identità nella seconda guerra mondiale, l'evoluzione del ruolo della donna e dei diritti di un padre e dell'uomo su di lei… sono stati essenziale per determinare un contesto e un sentimento che ha invaso tutti e sei i sensi; e dico sei, perché il senso dell'empatia – non tutti ce l'hanno, ma in questo caso poco importa – è esploso, colpito a morte dalla tua storia.
Gli effetti speciali!

  - Una carezza al manto nero del suo cavallo.
Vania che la guardava come la prima volta, perso su quella pelle arrossata, sulla camicetta di cotone stretta in vita, sulla sua reazione sorpresa ai racconti di Polina.
“Tedeschi”, “invasione”, “guerra”.
[…]
“È la verità, Vania.”
Un nitrito, lo zoccolo che batteva a terra, il fiato caldo del cavallo come una nuvola di vapore attorno a lei.
Era bella, brava a montare come un uomo, fiera e indomabile.

Vania è talmente concentrato nel contemplare la sua amata, la quale a sua volta ascolta attentamente la sorella di lui, che la voce di Polina è un sussurro quasi illusorio, fin quando talmente fastidioso da irritarlo. La guerra e le sue immagini sfocano dietro al volto e ai gesti di Dashenka. In questo frangente hai accostato simultaneamente il senso della vista e dell'udito, concentrandosi su due cose differenti e creando una bellissima sovrapposizione atta a creare contrasto.
E ancora:

  - Corpi a terra, sangue, membra, immagini che gli sarebbero entrate negli occhi e nella mente, per sempre. E Darya. Il viso di Darya che galleggiava su una nuvola davanti a lui, mentre spingeva il cavallo al galoppo, mentre gli chiedeva di correre più veloce.

Un sovrapporsi di luoghi, immagini, sensazioni. E, infine, la più potente e suggestiva:

  - E poi un bacio, affrettato, ruvido, bagnato, che aveva in sé il sapore della battaglia, della libertà conquistata, della sua fede ortodossa. Un altro, un altro ancora, esplosioni che si rincorrevano nella sua mente, cannoni che eruttavano come vulcani, cosacchi che cadevano come occidentali.
Cavalli sollevati da terra, gli ultimi nitriti, respiri, richieste d’aiuto.

Hai creato un parallelismo paradossale tra guerra e amore, tra il volto della distruzione e il volto di Darya, che può acquistare senso e credibilità solo se partorito dalla mente di un cosacco, dalla mente complessa e radicale di Vania. Darya è l'emblema della libertà e dell'indomabilità del loro popolo, così come lo sono i cavalli e la vodka: potenza e coraggio, forza e ribellione. Non c'è una nota di debolezza in tutto ciò, anche mentre Vania preferisce stare con la sua donna piuttosto che con i suoi uomini, consapevole del fatto che non rinnegherà la sua natura né il suo dovere.
Il gioco di immagini è incredibile, così come metafore e allegorie. Un lavoro impeccabile!


Originalità e trama: 10/10

Riguardo all'attinenza con il bando, la tua storia rientra perfettamente in tutt'e tre le categorie, ovvero: "pazzi d'amore", "pazze d'amore" e "pazzie d'amore". Hai praticamente sviscerato il titolo del contest (wow!) e lo hai modellato a tua immagine e somiglianza. Vania è un pazzo se intende combattere con il volto della sua amata davanti agli occhi: in una guerra, una simile distrazione sarebbe fatale per sé e per i compagni, invece in lui è forza e ardimento, è la sua "croce tatuata addosso". È talmente folle di questo amore, imbevuto dell'essenza indomita di Darya da non sentire né dare peso a parole come "guerra" e "tedeschi". Dashenka è pazza d'amore a tal punto da arruolarsi a insaputa del suo uomo e combattere e (forse) morire con lui. È queste sono allo stesso tempo le loro pazzie, poiché nonostante il loro amore essi cavalcano contro i carri armati. E qui ti faccio notare un altro particolare! Hai presente quando ti ho detto che hai sovrapposto concetti e immagini? Bene: hai saputo persino sovrapporre la pazzia intesa come atto e la pazzia intesa come caratteristica psicologica. Le loro azioni sono la manifestazione del loro essere, anima e corpo che combaciano in perfetta armonia.
Non esiste, nella tua storia, una nota stonata, una forzatura o uno squilibrio tra le parti: la guerra incombe, un uomo coraggioso e impregnato di valori ha occhi e cuore solo per la sua donna, che è l'incarnazione della sua terra e del suo spirito, la sua metà perfetta; una donna che guarda con occhi mesti al suo villaggio, pronta a sacrificarsi e a ribellarsi a tutto pur di stare con il suo uomo, fino a scendere in guerra al suo fianco.
Nessun buco di trama; hai persino spiegato e mostrato il momento in cui Vania s'innamora di lei.
La trama non è per niente lineare, ma continua con questo gioco di passato e presente e futuro, in una commistione da togliere il fiato; ma non per questo c'è un incomprensione a cui io (o il lettore) può aggrapparsi per muoverti una critica. Ogni immagine, ogni azione è perfettamente inserita nel contesto spazio-tempo, dando profondità e carattere alla lettura.
Il contesto, poi, è uno sfondo a tre dimensioni, dove i cinque sensi divorano ogni cosa e il sesto pende dalla tua penna. Nonostante gli accenni siano inseriti in modo magistrale tra le meditazioni del protagonista e il suo ammirare la donna che ama, la Russia e le sue steppe si sono materializzate nella pagina, una presenza forte che non poteva essere ignorata.
Hai reso la trama uno stile di scrittura: assurdo!


Titolo e impaginazione: 5/5

Per quanto riguarda l'impaginazione, non ho nulla da dire: il testo è giustificato e il font perfettamente leggibile. La lettura procede agevolata dalla composizione della pagina.
Il titolo è un discorso più lungo e complesso, che inizia con me a bocca aperta e finisce con me che continuo a ripetere, come idiota: bravissima!
L'alba segna l'inizio del giorno, di una nuova epoca, di un'evoluzione in un rapporto, di un punto di partenza. L'alba del titolo è un richiamo non solo al momento in cui i due amanti scendono insieme in battaglia sotto i raggi rossi della libertà e del sangue, ma è anche un rimando al fiorire e alla nuova scoperta del loro amore: è simbolo di unione e di scelte, di nuovi cammini. Questo concetto è ulteriormente ampliato dall'aggettivo "cosacca", che prende connotati tipici del loro popolo e della loro terra: l'alba è la ritrovata libertà, è il simbolo della lotta e della vittoria, di uno scatto indomito verso i carri armati.
L'alba cosacca segna il passaggio tra la pace, l'attesa, il tenere al sicuro un amore e contemplarlo con gli occhi di Vania, e lo scontro contro i tedeschi, dove la forza indomita dei due amanti esplode al pari dei cannoni. È anche ciò che esalta il passaggio tra l'oscurità che aleggia intorno a Dashenka – il suo non voler dire dove era stata a cavallo, la sua tristezza nel guardare un'ultima volta il suo villaggio, il suo continuare a sviare i pensieri del compagno, i suoi sottintesi – con la chiarificazione delle sue scelte, il suo voler vivere e morire affianco di Vania, la sua selvaggia anima che non si nasconde più dietro ai modi da "occidentale civettuola" ma che viene sbattuta in faccia a Vania e lettori – i capelli rasati, i vestiti da uomo e l'urlo selvaggio con cui carica verso il nemico. Qualsiasi sia la loro fine, quello è un nuovo giorno, e ha il colore rossastro dell'alba.


Caratterizzazione dei personaggi: 10/10

Non so se c'è ancora qualcosa da dire in questo punto, poiché i tuoi personaggi sono l'idealizzazione della terra in cui mi hai catapultato nel tuo racconto: entrambi incarnano lo spirito dei cosacchi, sono i "mustang" della loro terra.
Vania è l'uomo che ama la sua terra:

  - Quando un cosacco è a cavallo solo Dio è più grande di lui. [1]
Quel pensiero lo riempiva d’orgoglio. E non riusciva a idealizzarlo meglio che non posando gli occhi su Darya. Fiera, libera, indomabile… una cosacca perfetta; proprio come lui.

Egli è un cosacco: combatte con l'arroganza e la violenza del suo popolo, la libertà e la vodka gli scorrono nel sangue. Ha valori profondi che, però, non usa a discapito degli altri – per quanto uomo, non avrebbe mai colpito Polina con la nagaika, e non solo perché è il Consiglio degli Anziani cosacchi a decidere chi punire con la frustra. Il suo essere cosacco lo spinge ad apprezzare soprattutto in una donna l'essenza del suo popolo (voglio far notare che persino questo parallelismo tra la donna e l'entità spirituale dei cosacchi ha un forte contesto storico e acquista maggiore significato in un periodo come la seconda guerra mondiale). Evocativo il fatto che egli incarni il suo spirito indomito la sua spada e la sua croce in Darya. Amare lei vuol dire amare la patria, e non porta vergogna se è con lei e non con un bicchiere di vodka e il suo reparto che passerà la vigilia della battaglia.
Mentre Darya è donna e cosacca, e le due cose sono come due fili che si uniscono e si separano, sovrapponendosi e distinguendosi, ma mai si muovono in direzioni opposte. Darya ama Vania, e il fatto che di lei non venga dato un significato altrettanto radicato nello spirito cosacco, esalta il suo amare come donna, a dispetto del fatto che sia ribelle, forte e libera, senza padrone. Ella si sacrifica prima di tutto per Vania, è in lui che trova la forza di abbandonare il suo villaggio e di sopperire alle leggi della Russia. Suggestivo che, una volta detto addio alla sua vita voltandosi verso l'amato, non vi sia rimpianto o tentennamento nei suoi occhi: vuol dire che è fiera della sua scelta e non si guarda indietro, proprio come il più forte degli uomini. Tutto questo si trasferisce nel suo essere cosacca, e non solo perché cavalca e ha lo spirito della sua patria nell'anima: ella si nasconde perfettamente tra gli uomini e viene scoperta solo nel momento in cui si rivela perché il suo spirito è a pari di ognuno di loro; Vania, alla fine, non ha bisogno di parole né di gesti per sapere che lei gli è affianco e tanto basterà, a entrambi.


Citazione: 4/4

Aggiungere la citazione a destra del testo è un tocco elegante che, però, non ne limita l'uso: voglio dire che la frase da te scelta non si limita a essere un'introduzione esterna alla storia, ma è il filo conduttore, la metafora di un'intera trama meravigliosa.
Il bacio, sinonimo dell'amore sfaccettato di Vania e Darya, è uno struggente passaggio che si sovrappone allo sfondo di guerra e rivalsa. Hai creato una metafora che attraversa l'intero testo, pezzo che ho già riportato sopra quando ho parlato dello stile: l'amore e la guerra si sommano, l'uno che spiega e completa l'altro; la forza di questi sentimenti, la potenza del bacio scambiatosi alla vigilia è un'eco che Vania porta con sé, cucito addosso, avvinghiato alla sua spalla come un angelo custode, e lo accompagnerà anche fisicamente con la presenza della donna amata al suo fianco sul campo di battaglia. Il loro urlo si protenderà verso il nemico, violento quando un colpo di cannone.
Emblematico è il fatto che alla fine non c'è alcun contatto fisico tra i due prima del segnale del comandante; i cavalli si scontrano, Vania tenta di afferrare le redini ma non ci riesce; ma mai una volta i due amanti mostrano la violenta dolcezza che ha caratterizzato la scena della vigilia alla battaglia. Infatti l'amore supera il concetto fisico e diventa scontro di "egoismo/sacrificio": Vania la vuole in salvo, Darya, indomita e cosacca, vuole affrontare le conseguenze di quell'alba insieme. Sono i loro spiriti che si toccano in quel momento e che si riconoscono per quello che sono. E questo è un'eco dell'amore profondo e romantico della sera prima, ma a sua volta libera un'eco ancora più forte e che dura più a lungo, perché scaturisce dalla simbiosi tra le loro nature, quando con un urlo e senza un solo gesto i due spronano i cavalli verso il loro destino.


Gradimento personale: 5/5

Qui posso sbizzarrirmi! (come se non lo avessi fatto per tutta la valutazioneXD)
La tua storia è una perla che non mi stancherò mai di rileggere e che aggiungerò tra i preferiti. Non che ti serva, ma è giusto che chi vuole possa trovarla più facilmente, anche se poi il mio sarà un piccolo gesto che si perderà nel mare. Sei riuscita a farmi sognare nonostante tu non abbia smesso neanche per un attimo di parlare di guerra imminente e morte; anzi, tutto ciò rendeva ancora più vivido le emozioni di Vania e Darya, pompandole al massimo. Ho avuto i brividi durante la lettura e, lo ammetto, ti ho invidiato: saper scrivere con un tale effetto è il mio sogno e, purtroppo, ho la certezza che di strada da fare ne ho tanta. Leggerti mi dà ispirazione e mi sprona a scrivere e leggere e immaginare… e volare! Mi hai fatto volare in Russia, tra i freddi delle loro steppe e i sapori della loro terra. Ho sentito il profumo di pelo di cavallo e quello più acre della vodka. Ogni emozione mi ha colpito come una stilettata al cuore, e di questo ti ringrazio.
Ho finito!


Punteggio: 53.7/54


RETTIFICO: 
L'errore segnalato nella voce Grammatica non è valido, è stato un mio errore!

Punteggio finale: 53.8/54

[Modificato da Nirvana_04 01/03/2017 19:40]

OFFLINE
Post: 2.256
Giudice*****
28/02/2017 21:35
 
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A voi la parola!

OFFLINE
Post: 5.640
Giudice*****
28/02/2017 21:55
 
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carissima Giudicia, eccomi!^-^
scusa la brevità della risposta di fronte ai tuoi completissimi giudizi, ma ormai sai che la sera ho solo l'hot spot...sigh!
intanto grazie: sono felicssima del terzo posto, perché le storie le ho lette tutte, e i colleghi sono bravissimi!
dunque, al volo: il testo giustificato l'ho proprio scordato, blame on me! sai che non riesco a vedere (proprio nel senso di colpo d'occhio) la differenza tra giustificato e allineato a sinistra? così non vedo che non c'è! o forse..cof..cof.. non mi piace e mi suggestiono a non vederlo? [SM=g27993]
per la minor adesione della citazione hai solo ragiome: era una edita, e la maggior parte delle volte, senza molta fortuna, c'è qualcosa che non torna, hai ragione
sono immensamente felice che tu abbia apprezzato l'IC di Damon (la qual cosa è la mia ragione di vita)e sì, la "parte vampirica" era un po' in secondo piano, per parlare solo dei suoi sentimenti, i quali emergono "malgrado" sia vampiro, era questo, forse, l'elemento ambiguo...
grazie infinite ancora, quindi! [SM=g27998]
gradirei tantissimo la valutazione come rec, e per il premiuccio terzo posto (*________________*) posso chiederti se vuoi scegliere tu?
a presto, complimenti a tutti!
OFFLINE
Post: 2.256
Giudice*****
28/02/2017 22:02
 
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Re:
Setsy, 28/02/2017 21.55:

carissima Giudicia, eccomi!^-^
scusa la brevità della risposta di fronte ai tuoi completissimi giudizi, ma ormai sai che la sera ho solo l'hot spot...sigh!
intanto grazie: sono felicssima del terzo posto, perché le storie le ho lette tutte, e i colleghi sono bravissimi!
dunque, al volo: il testo giustificato l'ho proprio scordato, blame on me! sai che non riesco a vedere (proprio nel senso di colpo d'occhio) la differenza tra giustificato e allineato a sinistra? così non vedo che non c'è! o forse..cof..cof.. non mi piace e mi suggestiono a non vederlo? [SM=g27993]
per la minor adesione della citazione hai solo ragiome: era una edita, e la maggior parte delle volte, senza molta fortuna, c'è qualcosa che non torna, hai ragione
sono immensamente felice che tu abbia apprezzato l'IC di Damon (la qual cosa è la mia ragione di vita)e sì, la "parte vampirica" era un po' in secondo piano, per parlare solo dei suoi sentimenti, i quali emergono "malgrado" sia vampiro, era questo, forse, l'elemento ambiguo...
grazie infinite ancora, quindi! [SM=g27998]
gradirei tantissimo la valutazione come rec, e per il premiuccio terzo posto (*________________*) posso chiederti se vuoi scegliere tu?
a presto, complimenti a tutti!




Anche un "ma va a quel paese" è gradito, che me lo merito oppure no: è comunque un'espressione libera di porsi del mio interlocutore. A parte l'infelice battuta, sei sempre gentilissima e non preoccuparti, la tua risposta è perfetta.
Sono felice che il giudizio sia andato bene (sento più l'ansia quando giudico che quando concorro).
So che molti non lo amano, ma è più forte di meXD
Il tuo Damon era... wow! Mancava un tanto così(non puoi vedermi, ma il pollice e l'indice della mia mano sono praticamente attacati) per renderlo completo, ma a quanto a IC non ho nulla da obiettare, anzi: gli autori possono solo apprendere dalla tua introspezione:D
Certo, tra oggi e domani lascerò le valutazioni come recensioni:D
Se vuoi suggerirmi qualcosa, sei libera di farlo!:D
Idem per la decisione inversa. Ho dimenticato di precisarlo stavolta [SM=g27995]
Grazie a te per aver partecipato e spero in un prossimo incontro! Fammi sapere come vuoi procedere per la recensione. A presto! [SM=g27985]

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28/02/2017 22:18
 
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ho riacceso..che vita, senza adsl a casa! [SM=g28000]
mi solletichi..ma potrei propinarti una storia sull'8° serie? penso di no.. .ed è pure zozza! ù_ù
aaahah! come vuoi, se è possibile mi farebbe piacere, altrimenti vai davvero libera, così ho la sorpresa!
tantissimi baci, grazie infinite ancora [SM=g27998]
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28/02/2017 22:27
 
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Re:
Setsy, 28/02/2017 22.18:

ho riacceso..che vita, senza adsl a casa! [SM=g28000]
mi solletichi..ma potrei propinarti una storia sull'8° serie? penso di no.. .ed è pure zozza! ù_ù
aaahah! come vuoi, se è possibile mi farebbe piacere, altrimenti vai davvero libera, così ho la sorpresa!
tantissimi baci, grazie infinite ancora [SM=g27998]




Lasciami il link, gli do volentieri un'occhiata!:D
[SM=g27998]

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28/02/2017 22:30
 
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sei buonissima già a provare! [SM=g27986]
se non ti va mollala senza problemi, e passa a cose più miti..
p.s se non hai idea del terzo personaggio, basta e avanza vedere un video di youtube tipo: "Sybil and Damon, street scene"

www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3603605&i=1

bacissimi! *.*
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28/02/2017 23:07
 
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Cara! *_*
Che piacere vedere già i risultati! E che risultati, poi! ** La tua valutazione è a dir poco perfetta, così ricca di dettagli e attenzione... è come se avessi scritto tu un'altra storia ispirata alla mia! ** Ti ringrazio tanto per il secondo posto e mi fa tanto piacere che la storia ti sia piaciuta tanto. Leggere "queste categorie sono nate con la tua storia" mi ha fatto un piacere enorme! ** Ti ho praticamente letto nel pensiero :D

Dunque, passando al resto... non ho davvero nulla da ridire sulla tua valutazione. E' perfetta, lo ribadisco! [SM=g27998] Ho corretto quel "Whiskey", grazie per avermelo fatto notare. Per quanto riguarda la giustificazione del testo: non giustifico mai (forse solo le drabble, se non ricordo male), perché spesso mi capita, nelle frasi più corte, che gli spazi tra le parole si allarghino tantissimo.

Per quanto riguarda le tue domande (per quale motivo Draco sceglie Astoria dopo aver avuto questa relazione segreta con la sorella? E Astoria non ne sa nulla?), non ho una vera e propria risposta, perché, diciamo, il focus della storia era Daphne (e Draco), non Astoria (e Draco), dunque ho voluto lasciare il resto un po' all'interpretazione del lettore. Non è la prima Daphne/Draco/Astoria che scrivo e non è la prima volta che non spiego il motivo per cui Draco finisce per scegliere Astoria a discapito dell'altra Greengrass. E' più forte di me, preferisco parlare il meno possible della minore delle sorelle hahahaha No, scherzi a parte, una mia teoria ce l'ho sempre, ma è, appunto, mia, e quindi suscettibile di variazione a seconda dei casi e dei momenti. Diciamo che qui la spiegazione sarebbe più ovvia, ovvero: Draco è superficiale e volubile, ha una "storia" con Daphne, così come ha storie con tutte le altre, quindi non è che abbia questa predilezione esclusiva per la Greengrass. Poi, in un modo o nell'altro, conosce Astoria, se ne innamora, anni dopo decidono di sposarsi, ma non ci è dato sapere altro. Daphne, come avrai ben capito, in questa storia è una persona instabile, quindi vedere l'amore della sua vita sposare non solo un'altra, ma sua sorella, la spinge al limite, è la classica goccia che fa traboccare il vaso: e se prima si limitava a vendette più "blande", qui raggiunge il culmine.

Come al solito parlo tanto e non dico niente, me ne rendo conto xD Spero di averti chiarito un po' di più le idee e non avertele confuse, anche se mi rendo conto che il mio ragionamento potrebbe apparire un po' contorto! [SM=g27994]

Per concludere: vorrei questa bellissima valutazione come recensione alla storia! ** E per i premi, io ti consiglio due mie storie, ma in caso ne preferisci altre, sei libera di cambiare! :D

- Oltre il muro
- Six Feet Down
[Modificato da JulyChan 28/02/2017 23:07]

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28/02/2017 23:36
 
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Re:
Setsy, 28/02/2017 22.30:

sei buonissima già a provare! [SM=g27986]
se non ti va mollala senza problemi, e passa a cose più miti..
p.s se non hai idea del terzo personaggio, basta e avanza vedere un video di youtube tipo: "Sybil and Damon, street scene"

www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3603605&i=1

bacissimi! *.*




Figurati! Prima o poi dovrò comunque recuperare le serie mancanti. Lascio alla tua storia il piacere di fare spoiler. Grazie per il suggerimento:D
A presto! [SM=g27985]

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28/02/2017 23:44
 
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Re:
JulyChan, 28/02/2017 23.07:

Cara! *_*
Che piacere vedere già i risultati! E che risultati, poi! ** La tua valutazione è a dir poco perfetta, così ricca di dettagli e attenzione... è come se avessi scritto tu un'altra storia ispirata alla mia! ** Ti ringrazio tanto per il secondo posto e mi fa tanto piacere che la storia ti sia piaciuta tanto. Leggere "queste categorie sono nate con la tua storia" mi ha fatto un piacere enorme! ** Ti ho praticamente letto nel pensiero :D

Dunque, passando al resto... non ho davvero nulla da ridire sulla tua valutazione. E' perfetta, lo ribadisco! [SM=g27998] Ho corretto quel "Whiskey", grazie per avermelo fatto notare. Per quanto riguarda la giustificazione del testo: non giustifico mai (forse solo le drabble, se non ricordo male), perché spesso mi capita, nelle frasi più corte, che gli spazi tra le parole si allarghino tantissimo.

Per quanto riguarda le tue domande (per quale motivo Draco sceglie Astoria dopo aver avuto questa relazione segreta con la sorella? E Astoria non ne sa nulla?), non ho una vera e propria risposta, perché, diciamo, il focus della storia era Daphne (e Draco), non Astoria (e Draco), dunque ho voluto lasciare il resto un po' all'interpretazione del lettore. Non è la prima Daphne/Draco/Astoria che scrivo e non è la prima volta che non spiego il motivo per cui Draco finisce per scegliere Astoria a discapito dell'altra Greengrass. E' più forte di me, preferisco parlare il meno possible della minore delle sorelle hahahaha No, scherzi a parte, una mia teoria ce l'ho sempre, ma è, appunto, mia, e quindi suscettibile di variazione a seconda dei casi e dei momenti. Diciamo che qui la spiegazione sarebbe più ovvia, ovvero: Draco è superficiale e volubile, ha una "storia" con Daphne, così come ha storie con tutte le altre, quindi non è che abbia questa predilezione esclusiva per la Greengrass. Poi, in un modo o nell'altro, conosce Astoria, se ne innamora, anni dopo decidono di sposarsi, ma non ci è dato sapere altro. Daphne, come avrai ben capito, in questa storia è una persona instabile, quindi vedere l'amore della sua vita sposare non solo un'altra, ma sua sorella, la spinge al limite, è la classica goccia che fa traboccare il vaso: e se prima si limitava a vendette più "blande", qui raggiunge il culmine.

Come al solito parlo tanto e non dico niente, me ne rendo conto xD Spero di averti chiarito un po' di più le idee e non avertele confuse, anche se mi rendo conto che il mio ragionamento potrebbe apparire un po' contorto! [SM=g27994]

Per concludere: vorrei questa bellissima valutazione come recensione alla storia! ** E per i premi, io ti consiglio due mie storie, ma in caso ne preferisci altre, sei libera di cambiare! :D

- Oltre il muro
- Six Feet Down




Ciao^^
Sono felice che la valutazione vada bene: ora non riesco più a distinguere i tasti della tastieraXD Ma domani, prometto, la lascerò come recensione insieme alle altre.
Grazie per aver apprezzato le mie parole *sospiro di sollievo*
Sì, a volte succede anche a me, di solito quando copio e incollo da un documento a un altro. Non ho idea di che effetti si venga a creare, ma di solito basta cancellare il punto e a capo e ribatterlo nuovamente. La fissazione del testo giustificato è mia, non farci caso: è l'abitudine di un foglio esteticamente pulito.
Ahahahah, no preoccuparti, nessuna confusione. In un certo senso le domande erano retoriche, perché volevo proprio sapere - visto che è una coppia che usi spesso - quale deduzione tu avessi fatto su di loro. Hai risposto più che bene, grazie.
Nessuna parola di troppo. E' proprio il dialogo che cerco quando scrivo e recensisco, quindi mi fa piacere che tu abbia voglia di condividere con me le tue impressioni.
Per le storie, inizierò appena possibile; ma sicuramente andranno bene quelle che mi hai segnalato.
Spero di rivederti in un altro mio contest o, comunque, di leggerci alla prima occasione. Grazie per la tua gentilezza e il tuo impegno.
A presto!^^

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