Te l’avevo detto che saresti di divenuto bragia su basi di Talete
Grammatica
Eravamo pagine bianche da compilare: quando pensavamo di aver terminato il libro, si apriva un altro capitolo, lungo, lambiccato, significativo: più s'andava avanti, più si cresceva, più s'imparava ad amarsi o a odiarsi. -> non so quanto giusto sia mettere in un periodo i due punti continuativi. Voglio dire: dopo i due punti, se non chiudi con un punto secco, non credo tu possa usarli nuovamente. Non so se si è capito cosa voglio dirti. Questo uso della punteggiatura si ripete molto spesso nel tuo testo, e io non l’ho mai scorto in un nessun altro testo pubblicato.
lentamente, poco a poco -> c’è uno spazio in più.
Stavo bene. Ma tutto sarebbe finito, perché era bene e il bene decadeva, lentamente, poco a poco, come le gocce di rugiada mattutine da una foglia; il male, no: il mondo era governato dalla legge del più forte, che era un'ingiustizia, la quale era male. -> Stesso discorso per l’uso dei due punti dopo il punto e virgola: mai visto e non credo sia corretto.
- Che cazzo volete da noi? - Chiese a dei passanti -> i verbi dicendi vanno usati in minuscolo dopo il discorso diretto. È un errore che ripeti in tutto il testo.
ma non riesci ad accettarti con tutti i i tuoi pregi e i tuoi difetti... -> c’è un “i” di troppo.
Io amo esserlo, anche se l'amore non dovrebbe fare male. - /em>Sostenni. -> sembra essere un problema con l’html.
Stile
Personalmente prediligo una narrazione meno a balzi: le frasi che compongono i paragrafi sono spezzettate spesso da una punteggiatura dura, rigida, sicuramente usata per dare un ritmo forte ed enfatico, ma non aiuta la fluidità della lettura, che risulta pesante e difficile da portare a termine.
All’inizio tutti quei discorsi, particolare che caratterizza il testo, mi hanno confuso e disorientato: gli avrei limitati un po’. Devo, però, riconoscerti la profondità delle parole e dello scambio delle battute.
Il contesto è molto vago, il tono è “filosofico” nell’accezione più leggera e frivola, nel senso che si parla di tutto e di niente, a prima vista. Se all’inizio anche questo aspetto mi ha dato fastidio, alla fine si tirano parecchi fili e si arriva a molti punti interessanti: ogni cosa acquista senso e significato, trovando il giusto posto nella trama. Personalmente devo ancora comprendere, nonostante le diverse letture fatte per valutare questo testo, la parte iniziale del testo, e molte battute mi sono ancora incomprensibili.
A esempio:
- Non fare quel faccino.
- Mi hai ferito.
- Dovrebbe essere naturale.
- Ciò che ci si presenta come naturale non è che l’abitudine d’una lunga abitudine che ha dimenticato il disabituale da cui deriva. Ma io non l'ho dimenticato. Lo tengo stretto, come se fosse l'unica cosa che mi lega a te. Non posso separarmene: se lo facessi, perderei te e io non posso perderti. Non ancora. Non ora.
- Le paure sono polvere: tornano sempre. Non è necessario lasciarle andare, perché, quando si ama veramente, si rivelano per ciò che sono: un'illusione.
- Dopo tempo.
- Posso aspettare.
- Non puoi.
- Perché?
- Hai fretta di essere di qualcuno, di farti plagiare.
- Non voglio scomparire.
- L'amore fa sbiadire tutti, cancella ciò che c'è di meglio in una persona: la ragione.
- Per questo te ne tieni lontano.
- Come fai tu.
- Ho amato... in passato.
- Sappiamo entrambi com'è finita.
- Sappiamo entrambi che non è stata colpa mia.
- Questo è ciò che dicono le tue parole.
- Non mi accusare di ciò di cui non posso essere accusato.
- Il tuo cuore ti fa sentire colpevole.
- Il cuore non ha sempre ragione: fa parte d'un uomo, in fondo: è imperfetto.
- Non dovresti razionalizzare ciò che non deve essere razionalizzato.
- Lo dici tu?
- Lo dico io.
Se a iniziare il discorso è l’interlocutore della voce narrante, allora “posso aspettare” lo dice l’interlocutore? Credo che, contando i righi (una battuta per ciascuno), o ne manca uno o si invertono i ruoli. Voglio dire: non è l’interlocutore che ferisce con le sue parole la voce narrante?
A piacermi molto è il tono narrativo: originale e perfetto per ciò che volevi trasmettere. Il fatto che la trama si sbrogli attraverso i dialoghi e che le informazioni siano contenute nelle parole che i due uomini si scambiano rende questa storia particolare e perfetta per il contest. Hai centrato il tema!
Il lessico mi ha spiazzato: credo tu faccia molti riferimenti a testi letterari di diverso tipo, che ammetto di non aver colto, non tutti almeno. Ho riconosciuto subito la frase di Heidegger e ho apprezzato la diversa accezione che ne dai: mentre egli la usa per parlare della “conoscenza” e della “meraviglia primordiale”, tu la adoperi come giustificazione delle “parole avvelenate”, e questo capovolgimento è stato un colpo di genio che mi è piaciuto molto. Ma altri, invece, non li ho compresi, e mi è dispiaciuto. L’uso di un lessico forbito, inusuale, con queste immagini di pensiero molto astratto e allo stesso tempo profondo mi hanno sorpreso, in definitiva in positivo: hai messo sul fuoco molti spunti interessanti, che avrei voluto vedere più approfonditi. Tanti accenni diversi hanno reso trama e lettura molto veloce, in un certo senso, ricca di sfumature che si sono andate ad accavallare l’una sull’altra. Mi hai dato parecchio da pensare!
Cerchi di dare alla narrazione un tono sopra le righe, leggero e allo stesso tempo profondo: sicuramente ci riesci, ma a mio avviso ne hai abusato un po’ troppo.
Originalità e trama
La trama è perfetta per questo contest, sembra esser stata scritta apposta, leggendomi nel pensiero!
Un amore che viene etichettato come sbagliato, peccaminoso; è bandito dalla chiesa e dalle persone che ne vengono a contatto. I due protagonisti, diversi tra loro ma che si contaminano a vicenda, sentono in qualche modo il peso di questo “giudizio universale” e ne subiscono gli effetti. Alle spalle il protagonista sembra essersi lasciato già un amore doloroso che lo ha ferito, mentre il suo interlocutore s’intravvede avere ferite altrettanto profonde che, però, riesce a celare a tutti, lettore compreso, dietro a sarcasmo cinismo e una forte dose di scetticismo poetico e filosofico. Entrambi lottano contro la società e l’omologazione della vita, cercando di appiattire il più possibile i loro sentimenti per non avere delusioni o coinvolgimenti.
All’inizio la trama mi è apparsa confusa e caotica: le battute si susseguivano nell’inerzia, facendo riferimento a un passato che, però, non viene mai spiegato del tutto e che viene lasciato a interpretazione del lettore.
Superata la prima parte, però, la nebbia si è diradata e io ho visto finalmente cosa nascondeva: due uomini tormentati da vita ed esperienze passate, che si sono in qualche modo trovati ma che non hanno ancora scoperto il modo per placare l’uno le sofferenze dell’altro e quindi fanno ciò che conosco meglio, del male a vicenda. La fine è romantica e aperta a molti possibili futuri, non togliendo spazio alla speranza e una rinascita del loro amore che diventa più profondo e concreto, uscendo da frasi filosofeggiate e pensieri che si perdono nel fumo. L’infantilità, che tanto uno deride e l’altro allontana come non appartenente a lui, è la chiave per riscoprire le gioie che li erano state precluse.
Le ultime parole sono tristi e fanno presagire un amore violento e passionale, pieno di insidie e ostacoli. Ma è proprio l’amore il culmine e la chiave di tutto: non importa dove sarebbero giunti con quella nuova svolta, essi avrebbero amato fino alla fine, a loro modo.
Titolo e impaginazione
L’impaginazione è poco curata, manca il testo giustificato che io reputo il minimo indispensabile per un foglio pulito e ordinato, usato da chiunque nella pubblicazione di un romanzo.
Il titolo è un mistero che ti chiedo di risolvermi: molto intrigante e particolare, in linea con la narrazione, ma suppongo che abbia un senso che, però, ancora una volta mi sfugge. Fatta questa premessa, ecco ciò che ho pensato io.
L’unico teorema di Talete che mi è venuto in mente è quello dei segmenti che tagliano in modo trasversale un fascio di rette parallele. Questo rende il mio pensiero astruso e macchiavellico, ma visto che ci sono ti dimostro quanto pazzo è il mio cervello e quanto tu mi abbia fatto scervellare per questa storia, tanto la valutazione non poteva essere meno professionale di così, ormai…
I due segmenti sono Robert e James, mentre il fascio di rette parallele è la gente, l’omologazione rappresentata dalla massa, da coloro che giudicano e bandiscono il loro amore e il loro essere, ma può essere anche lo scorrere dei sentimenti umani, delle lame e delle ferite ricevute dal loro passato. In questo, Robert e James sono contro corrente, prendono strade sbagliate che troncano il pensiero comune e lo distruggono con le loro azioni e la loro “indolenza”; e nel fare ciò, si trovato, si completano, si conoscono e si uniscono. Sono i segmenti che nascono dall’anticonformismo, dall’essere diversi e dal non nascondersi. Pur nascendo ognuno separati l’uno dall’altro, si scoprono essere simili e proporzionali, completandosi a vicenda, concatenanti. Essi non si sottraggono ai dolori della vita, ma quasi con un senso masochistico vi si mettono davanti, lasciandosi trapassare da tutto e tutti con una falsa indolenza.
Caratterizzazione dei personaggi
I tuoi personaggi sono il punto forte della tua storia: il loro ruolo non è definito nella coppia né nella trama, tanto da evolversi durante il loro confronto.
Robert è all’apparenza il debole della coppia, colui che ha bisogno dell’altro per sopravvivere. Ferito da una relazione passata, è consapevole delle ferite che il rapporto peccaminoso con James lascerà sulla sua pelle, ma anche sulla sua anima. Lui sembra colui che viene manovrato e influenzato dal modo d’essere dell’altro, ma in realtà è una condizione con cui, se non all’inizio, nel momento del presente narrativo egli viene a patti pur di continuare quel rapporto. Il dolore che si procurarono a vicenda non è la base del loro amore, ma è il tramite – l’unico che essi reputano possibile – con cui perpetuarlo, poiché non pensano di poter accedere a un altro tipo di felicità o grado di serenità o gioia.
James, invece, è il più complessato e apatico: deluso da tutto e tutti, pessimista(realista) nei confronti della gente e della vita, asociale e anticonformista, arrabbiato e inacidito dalle sue esperienze passate, si è allontanato da tutti, ha ferito ogni cosa feribile, accettando di far del male piuttosto che dare a qualcuno la possibilità di farne a lui, in modo improvviso e imprevedibile. Egli vuole il controllo di sé, e per averlo è costretto a diventare il cattivo, colui che giudica e sentenzia.
Questa coppia non può certo essere definita opposta, ma io la chiamerei complementare: l’uno comprende l’altro e lo completa, dandogli definizione e contorno.
Gradimento personale
Il mio gradimento della storia è qualcosa che si scopre pian piano. Non voglio nasconderti che, se non avessi dovuto leggerla per un contest, non avrei mai raggiunto la fine; e questo sarebbe stato un peccato per me. Questo vuol dire che personalmente rivedrei inizio e stile, rendendo più invogliante e fluida la lettura, ma allo stesso tempo comprenderò se mi manderai a quel paese. Così come i tuoi protagonisti, anche la tua scrittura è anticonformista, e alla fine ha comunque saputo coinvolgermi in questa storia d’amore, ampliando i miei orizzonti e donandomi il giusto lieto fine per una trama dolorosa e acida in ogni sua parte, che va a nascondere sentimenti complessi e profondi quanto la psiche umana.
Spero di aver detto qualcosa di giusto in tutta questa massa di giudizi e opinioni che, ora più che mai, voglio precisare essere strettamente personali. Mi hai proprio fuso il cervello!
Punto categoria
Qui non mi dilungherò, perché la categoria è nata per un punteggio e qui è superflua, ma ci tengo a dirti che la tua storia era perfetta per la categoria da te scelta e che la “lingua avvelenata” di James è stata tagliente a punto giusto.