Forum dei Masters di Avalon - Forum Ufficiale del sito www.isoladiavalon.net

Questo forum fa riferimento all'ambientazione Fantasy www.isoladiavalon.net

Nomi e riferimenti usati in questo forum sono frutto di pura fantasia e si riferiscono al gioco in oggetto.

Nuova Discussione
Rispondi
 
Stampa | Notifica email    
Autore

[Magione] "Sono una donna. Alle donne piace essere lusingate : siamo fatte così."

Ultimo Aggiornamento: 30/08/2016 13:19
30/08/2016 13:08
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 176
Post: 162
Registrato il: 08/12/2015
Città: MOLFETTA
Avalonese
Utente Junior
OFFLINE
Draugceleb - Geinevre
RIASSUNTO
Tornato in magione per far fronte alle nuove questioni, arriva anche una vecchia conoscenza. Il colloquio comincia normalmente, con i loro ormai "quotidiani" tira e molla e tuttavia, la situazione cambia sensibilmente quando la mezza afferma la sua volontà di provare la via dei cavalieri. Da tempo infatti, le era stato proposto, e adesso l'areldar la inserisce tra i novizi. La porta in magione, le dice dov'è la sua stanza e poi il colloquio di conclude.

COMMENTO

REGISTRAZIONE

DRAUGCELEBஒ CAVALIERE ESPLORATOREஒ ELFO ARELDAR
30/08/2016 13:19
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 176
Post: 162
Registrato il: 08/12/2015
Città: MOLFETTA
Avalonese
Utente Junior
OFFLINE
COMMENTO

Purtroppo posto da telefono ed è un macello ma il pc è in vacanza al momento XD. Direi che la situazione è cambiata per l'elfo, tanto. Sapere che Ginevra è in magione e sotto la sua responsabilità crea una frattura tra l'essere cavaliere e l'essere elfo non indifferente. Intanto grazie a Geinevre per questa bella sorpresa, non me l'aspettavo, benvenew tra i cavalieri. Sarà divertente adesso vedere come si evolveranno le cose. Un guru ha detto: "lascia fare a Draug che è vecchio e saggio." Il problema è che io non so che farà adesso, lui nemmeno, quindi direi che siamo a cavallo. XD per il resto grazie ancora.

REGISTRAZIONE

DRAUGCELEB [colle] La magione freme da ieri notte, da quando ha portato Hellenia, da quando è tornato lui stesso dopo diverso tempo. Saranno passati tre mesi secondo il compito degli uomini, ma sembra che per l'eterno, il tempo sia stato più lungo. Ha lasciato Morgor in magione, deve aprire quella scatola trovata tempo prima, deve vedere la ossa, trovare la via sotto la terra, cosa di cui metterà a parte i nuovi arrivati se si dimostreranno capaci e ancora adatti al codice. È sulla collina, con le mani intrecciate dietro la schiena, in vesti elfiche tinteggiate di bianco e oro, una tunica e in mantello di foggia non comune mentre osserva da lì la magione. Le torce che si muovono sulla mura, i coccodrilli albini nel fossato, ogni singolo dettaglio è visto dall'eterno che calmo e pensieroso, è su quella zona di Avalon. Se non fosse per quei pensier, che si muovono nella sua mente, la sua immobilità, insieme alla sua eterna freddezza tipica dei primi, sembrerebbe un'antica statua, di altri tempi, altrettanto antichi.


GEINEVRE [Ingresso Magione] Qualcuno potrebbe pensare che questa sia una notte da sottolineare. Se non fosse che la mezzosangue s'avvicini alla civiltà, dismettendo i panni della solitudine e indossando quelli - meno comodi e decisamente congeniali - della compagnia, lo fa senza che le sue quattro ossa siano cinte dai soliti cenci: veste bene, difatti, abbigliata di tessuti puliti e ghirigori. Una lunga camicetta bianca fermata in vita da una fusciacca color blu e delle braghe che non ricordano neppure lontanamente la foggia maschile. L'inseparabile Rondine, la spada lunga, le taglia in due parti la schiena, l'elsa a svettarle a un palmo dalla guancia sfregiata, sulla quale è disposta come d'abitudine una ciocca di capelli chiarissimi. Gli occhi, quelli no, non sono diversi: neri di strutto e di fuliggine, fanno sì che alcuni l'additino, e che molti altri distolgano lo sguardo. Chi vedesse la scena del suo arrivo da lontano, assisterebbe al confabulio della meticcia coi piantoni di guardia. Distinguere le parole, impossibile; per meglio dire, chi legge sorvolerà sulla reale entità della sua presentazione. Il caso vuole che le venga consentito l'accesso, e che uno dei soldati l'anticipi d'una manciata di passi affinché, quando la coppia raggiungerà l'elfo, ella venga annunciata com'è regolare uso nella Magione.


DRAUGCELEB [colle] È una serata tranquilla per il momento, lo sguardo è perso verso questo teatro di armigeri, verso chi di loro gioca a carte, verso chi parla e ride e verso chi invece risponde al proprio ruolo con l'accortezza con cui dovrebbero farlo tutti. Passi sopraggiugono alle sue spalle e inizialmente non ci presta troppa attenzione, quasi certo che ci sia qualche problema slsi sorta da risolvere come quasi puntualmente accade. È se l'arrivo dell'armigero non fosse accompagnato dalle parole, non si volterebbe. Geinevre viene annunciata, e rimane certo sorpreso dalla sua presenza qui in magione. [Puoi andare.] In comando secco all'uomo,che così prenderebbe congedo mentre ancora rimane fermo, chiedendosi perché. [Come mai qui?] È solo adesso che si volta, lasciando che una debole parvenza di vita solchi il suo volto, e guarda anche gli abiti che ha indosso. Le stanno bene, e gli occhi andrebbero a incontrare quelli dell'altra, risaltando su quel nero. La osserva e la invita ad affiancarlo.


GEINEVRE [Ingresso Magione] [Puoi andare] bofonchia non appena il piantone si sarà allontanato sufficientemente, emulando il tono dell'elfo. Sghignazza mostrandogli i denti e, prima di cacciare la lingua, com'è sua abitudine, riguadagna un timbro normale, apostrofandolo: [T'è morto il gatto? Fagli un sorriso e ringrazialo, pover'uomo.] Si avvicina di qualche passo, sfilandosi i guanti e riponendoli per metà nella fusciacca, le dita di tessuto a penzolare dal fianco della cinerea meticcia come falangi grassocce d'un orco addormentatosi a metà pasto. Per quanto l'inizio della conversazione sembri richiamare a qualsiasi altro incontro abbiano vissuto dalla loro conoscenza fino a oggi, l'espressione di Ginevra pare, ora, suggerire che non sia qui nei panni dell'amica o della birbante, strafottente compagna di sfottò. [Perché ci ho pensato e voglio tentare. La via della Magione, intendo. Non ho la disciplina, non ho requisiti di nobiltà e neppure l'educazione, ma ho me stessa.] Chiudendo il discorso, si stringe nelle spalle, incrociando poi le braccia poco sotto il seno.


DRAUGCELEB [colle] Distende il volto in un sorriso ascoltando le sue parole. Ma la verità è che mancando i cavalieri si sono dato un po' troppo a feste che al controllo del territorio. [Hanno avuto diverso tempo per fare ciò che volevano, adesso devono riprendere il loro dovere, come me.] Il motivo non sarà chiaro all'altra ma in effetti, deve riprendere alcune questioni e mettersi sulla tracce di Kenta, da troppo manca, da troppo non hanno sua notizie e come fece tempo prima, comincerà di nuovo a cercare. Ascolta le parole di Ginevra fino in fondo, non aspettandosi nulla di relativo al sentimenti, all'affetto,sa che ci vorrà tempo per quello sempre se accadrà. Tuttavia rimane stupito e appoggia il capo sul lato destro. [Porta ciò che hai qui. Al primo piano, farò disporre una camera per te novizia. Ti seguirò personalmente, sappi che sono molto esigente però.] Se il suo parlare all'inizio è serio,termina però in un sorriso di bonario scherzo, ma la seguirà nel suo percorso, come avrebbe fatto anche in precedenza. Sospira, facendolo notare per un motivo ben preciso. [Sono un po' deluso.] E forse lo è, ma lascia il beneficio del dubbio.


GEINEVRE [Colle Magione] Mentre l'Esploratore parla, la mezzosangue volta il capo d'un quarto di giro per tenere d'occhio l'andatura dell'uomo che l'ha accompagnata: come se puntargli la schiena servisse a comprendere a cosa vada riferendosi l'elfo. Non domanda e non puntualizza, preferendo la via del silenzio; lei che, di parole, ne ha in abbondanza per ogni situazione e per chiunque le viva. Torna a fissarlo, sollevando un sopracciglio. [Niente combattimento all'ultimo sangue con un Ilyocoris //bestia marina nel linguaggio antico di Ginevra? Niente sfida a chi ride per primo fra me e te? Non avrei vinto, eh, si capisce...] La sua perplessità diviene candido sorriso: soddisfatta da una parte, stupita dall'altra. [Sissignore, Signore. E non preoccuparti d'andarci giù pesante. Colpisci forte.] E' una macchina. Un moto perpetuo di chiacchiere, una forza della natura difficile da domare: vincerai la tua battaglia personale, elfo? Non comprende o interpreta male l'ultima affermazione di Draugceleb, tant'è che gli mostra un palmo come a sottolineare un concetto ovvio. [Perché ho cambiato idea o perché non ci ho messo di più? Che ti aspettavi? Sono una donna. Alle donne piace essere lusingate: siamo fatte così.] Non è passato molto tempo dall'invito dell'areldar a seguirla presso la Magione; oggi la meticcia è lì, a gettare le basi del suo personalissimo cavalierato. [Ti stupirai di quanta roba - poca, pochissima - porterò. Posso praticamente già accomodarmi.]


DRAUGCELEB [colle] [Se avessi voluto metterti alla prova, l'avrei già fatto. Più di una volta ti ho chiesto di entrare tra i cavalieri.] Quindi di elementi per farla entrare in congrega, ne ha quanti gliene servono per non doverlo fare e accettarla subito tra le loro fila. Tre elementi diversi da seguire, la mezza, l'umana e l'uomo. Sapere che lei però da adesso vivrà in magione lo destabilizza in una strana maniera che non gli piace affatto o forse si. Ed effettivamente, la guarda sorpreso sciogliendo la posa delle braccia alla sua risposta ma è con Geinevre che sta parlando, e porta la destra a coprire quasi in parte un ampio sorriso che lascia vedere i denti bianchi dell'eterno. [Tu sei davvero...un bel problema.] Di sicuro ci sarà da divertirsi adesso che è in magione, chissà che le cose non stiamo prendendo la giusta piega o forse no, non può esserne certo e non si fa troppe illusioni. Le si avvicina fino a una trentina di centimetri. [Allora seguimi mezza.] Di muoverà dunque verso il portone della magione ma lo sguardo di ottenebra, strano pensieri coprono la sua serenità.


GEINEVRE [Colle Magione] Nuovamente si trova a tacere, soppesando soltanto mentalmente quanto le viene detto. In un'ottica di insegnante e allieva nella quale deve calarsi, la mezzosangue impara ben presto a non porsi domande: qualunque sia il metodo scelto dall'Esploratore, farà in modo da non trovare il luogo e il motivo per contestarlo. E pare particolarmente ingenua, stanotte; più del solito, quanto alle relazioni umane. O elfiche. [Ormai hai accettato. Non ti puoi tirare indietro.] Gli regala un gran sorriso, tutto denti, che le illumina il volto adombrato dal trucco pesante. Di sicuro, non sembra avvedersi affatto delle turbe dell'areldar, quando annuisce e, cominciando a muoversi, lo segue, tenendogli dietro verosimilmente con due falcate per ognuna tratteggiata dalla ben più alta figura. Eppure, per irruenta che sia, la mezza ha una grazia innata, che la porta a disegnare passi veloci ma quieti, come se questa fosse casa sua da sempre. [Ci sono cose che devo sapere subito? Limitazioni e regole cui devo attenermi?]


DRAUGCELEB [verso interno] Si, non può tirarsi indietro e non lo farà e si sofferma un attimo ad osservare la sua espressione di allegria, non corre, cammina eliminando i metri che lo separano dal portone istoriato in modo tale che possa facilmente stargli dietro, con la grazia e il silenzio tipico dei primi figli di Iluvatar. Apre il portone con la destra lasciandole modo di entrare per prima, per poi attraversare anche lui quello spazio e chiudere dietro di se il portone, negando agli armigeri le loro figure. Impareranno presto che adesso, c'è una nuova figura a cui devono portare rispetto, oltre quelle già presenti, per poi chiamare Vormusser e dunque rispondere solo adesso alle parole della mezza. [Vormusser! Ascolta i consigli, chiedili a chi è più esperto di te e non agire per conto tuo in situazioni pericolose. Rispetta i tuoi superiori, ma considerali anche e soprattutto come fratelli. Tuttavia, segui sempre cosa dice il codice e il tuo animo legato ad esso.] Altro non può dire, lui stesso non ha avuto una guida, ed è strano diventarlo. Intanto Vormusser arriva. [Lady Geinevre d'ora in poi sarà una novizia della magione. Preparate una camera vicina a quella di tutti i cavalieri, che dia sul cortile.] Ricevuti i suoi nuovi ordini Vormusser dirà che le stanze sono state da poco ripulite e rese pronte visto che forse altri si uniranno di nuovo. L'eterno continua dunque il suo percorso verso la comune, aspettando che venga seguito e scambiando uno sguardo d'intesa con il mezzo.


GEINEVRE [Interno Magione] Mano a mano che i dettagli della struttura le sfilano dinnanzi agli occhi, la mezzosangue registra le vie e le viuzze, condendole con qualsiasi elemento possa cogliere per merito della vista elfica, coadiuvata dalle torce disposte lungo il perimetro: le pupille s'assottigliano un poco [vista crepuscolare] e, adornate dalle peste impronte di strutto e fuliggine, le danno un aspetto se possibile ancor più spettrale. Gli tiene dietro fin quando non s'affacciano all'ingresso; dopodiché, sfila attraverso la cornice lasciata libera dalla sagoma dell'elfo, superando la soglia. Annuisce distrattamente, tornando sull'areldar nel momento in cui il parirazza Vormusser viene richiamato dai suoi doveri, sostituiti da altri. Messa dinnanzi ai cavalieri e alla regalità e allo sfarzo degli interni, la guerriera di cenere pare una piccola peste raccattata per strada: sudicia, nonostante abbia indossato il suo aspetto migliore; vestita di stenti, sebbene abbia accuratamente scelto dei panni curati e profumati - e che ora sembrano puzzare del vagabondare e della solitudine che pesa sulle sue spalle da lunghi anni. Viene chiamata addirittura Lady: la mezza sorride, abbassando gli occhi, passandosi nervosamente le mani nude sulle cosce. [Quando vedrò il padrone di casa? Fino ad allora, riterrò questa sistemazione provvisoria. Mi sembra il minimo.] Nella sua testa, infatti, il Supremo avrà l'ultima parola sulla carica verbalmente assegnatale dall'Esploratore.


DRAUGCELEB [interno] Ascolta le sue parole, approvandole, nonostante sia una novizia a tutti gli effetti. Uno spettro passa sul suo volto, qualcosa che effettivamente ricorda troppo bene eventi dimenticati quasi con il tempo. [Saprà della tua presenza, allora lo incontrerai.] Ferma il passo, non si dirige più alla comune ma ancora una volta, la seconda in questa sera le si avvicina e le poggia la sinistra sulla spalla cercandone lo sguardo. [Sai dove trovarmi se avessi bisogno di qualcosa.] Questa situazione, lo stabilizza decisamente, la sinistra scivola via, aspetta la sua risposta mentre dirige il passo di nuovo verso l'esterno della magione. Nessuno si vede da un po', e non sa quando effettivamente potrà incontrare il supremo, lui gli ha mandato alcune missive però le risposte non sono giunte, come da altre parti. Un ultimo sguardo verso Geinevre. [Scegli quella che ti piace.] Si riferisce alla camera indicando il piano superiore, poi, sentita la sua risposta, uscirà dal portone, senza in effetti un motivo preciso, dando diversi ordini, chiamando il frisone, chiedendo che venga abbassato il ponte e uscendo fuori per il monte Calvo, per la sua dimora, non vi ritornerà in modo stabile, ma sa che quel luogo, è l'unico in cui trovare pace e eliminare molti pensieri.


GEINEVRE [Interno Magione] Annuisce. E sia: attenderà - senza dubbio con ben poca pazienza - l'incontro e, fino ad allora, si renderà utile come potrà, tenendosi a distanza dai guai ed evitando di combinare marachelle. E' sotto la responsabilità di Draugceleb e, sebbene sia grande la tentazione di metterlo nei pasticci, proverà a non farlo sfigurare, nossignore. [Sì. Grazie.] Per tutto, naturalmente. Gli sorride affettuosa, domandandosi brevemente quando e perché abbia iniziato a fidarsi d'un elfo. La risposta ce l'ha davanti agli occhi. Pare non ragionare mai, Ginevra: in battaglia e sul suo sangue, tuttavia, non scherza. Lascia che s'avvicini e che le sfiori una spalla, seguendo il tragitto della mano con curiosità, come fosse un ragno dalle zampe lunghe, bianchicce e scheletriche. Un nuovo cenno d'assenso è la risposta della guerriera di cenere, che si indirizza a una delle stanze destinate ai novizi perdendo via via la baldanza dovuta alla vicinanza dell'areldar. Chiuso il legno dietro di sé, difatti, la mezzosangue vi si appoggia: non è fatta per i luoghi affollati né per la compagnia, ed essere parte di qualcosa è un pugno nello stomaco se, fino ad ora, si è stati semplicemente parte di se stessi. Scioglie la fusciacca, liberandosi dei guanti e della spada, e si spoglia pian piano, torcendosi le mani. L'attende una lunga notte.

DRAUGCELEBஒ CAVALIERE ESPLORATOREஒ ELFO ARELDAR
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 14:34. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com