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ACAPULCO E DINTORNI

Ultimo Aggiornamento: 27/01/2017 12:13
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Elvis e le colonne sonore degli anni '60
Una location esotica, splendide ragazze e un mucchio di canzoni disimpegnate ma divertenti, buone per riempire un album e per confezionare un bel singolo di lancio. Il nuovo corso cinematografico di Elvis, fortemente voluto da Hal Wallis e dal Colonnello Parker pagava molto bene nei primi anni '60, assicurando incassi di notevole entità su tutti i fronti. Perché dunque cambiare le carte in tavola, buttarsi sull'impegnato per correre il rischio di ritrovarsi con le tasche vuote? Il cantante più famoso del pianeta avrebbe ben presto iniziato a manifestare totale insoddisfazione nei riguardi della sua carriera di attore, lamentando l'impossibilità di cimentarsi in un ruolo drammatico, ma non c'è motivo di dubitare che in quei primi anni del decennio traesse soddisfazione da quanto stava facendo ad Hollywood.

Limitandoci alle linee guida tracciate da Wallis, che avrebbero reso superfluo un buon film come "Flaming Star" (1960), conducendo poi a disastri del calibro di "Harum Scarum" (1965) o "Paradise, Hawaiian Style" (1966), Elvis subì senz'altro uno shock quando si trovò davanti il materiale che avrebbe trovato posto nella colonna sonora di "G. I. Blues" (1960). Le canzoni appartenevano ad una vena creativa non paragonabile a quella del decennio che si era appena lasciato alle spalle, questo era fuor di dubbio, nondimeno il frutto del suo lavoro in studio fu sostanzialmente buono, per quanto lo allontanasse bruscamente dall'abituale percorso artistico. Quanto a "Blue Hawaii" (1961), progetto cinematografico di enorme successo, generò una soundtrack piacevolissima, nella quale confluirono felicemente elementi musicali delle isole visitate.

Certo, i giorni del rock 'n' roll erano finiti, ma questo ad Elvis interessava poco, probabilmente. Stiamo parlando di un artista che tendeva a trascendere i generi, al quale piaceva interpretare quei brani che colpivano la sua sensibilità, senza stare a valutare se questi rientrassero o meno nei confini del suo regno. Per capire questo concetto fondamentale basta pensare all'impegno che profuse nella realizzazione di "It's Now or Never" (O' sole mio), in assoluto uno dei pezzi che amava di più. Dunque, se nei sixties lo standard qualitativo si fosse mantenuto su livelli accettabili, Elvis avrebbe continuato ad incidere dischi e a girare film tenendo tranquillamente a freno la frustrazione derivante dall'impossibilità di realizzare qualcosa di più sostanzioso. Sfortunatamente. le cose non andarono in questo modo.

Le colonne sonore di "Follow That Dream" (1962) e "Kid Galahad" (1962), entrambe pubblicate su extended play, sono carine ma impalpabili mentre quella relativa a "Girls! Girls! Girls!" (1962), ennesima produzione firmata da Hal Wallis per la Paramount, riempì un long play e volò alta in classifica, ma evidenziò un innegabile scadimento creativo. Il castello di carte edificato dai ben noti maneggioni crollò fragorosamente con il successivo progetto targato Metro-Goldwin-Mayer. "It Happened at the World's Fair" (1963) è una commedia senza pretese, nella media del periodo, ma l'album che ne derivò fu il peggiore mai realizzato da Elvis fino a quel momento: salvo pochissime eccezioni le canzoni sottoposte all'attenzione degli appassionati erano di una mediocrità disarmante, poco più che brevi sussurri caratterizzati da arrangiamenti poveri e fuori moda. Tutto questo, giova ricordarlo, un anno prima della venuta dei Beatles, comandanti in capo della British Invasion.

Per quanto riguarda Elvis, che fotografiamo in un momento cruciale della sua carriera, stava imboccando l'ultimo tratto di quel sentiero hollywoodiano che di li a poco si sarebbe trasformato in un incubo fagocitante, che lo avrebbe completamente svuotato dal punto di vista artistico. Ci furono tuttavia un paio di eccezioni alla regola, la prima delle quali - quella di cui parliamo oggi - si chiama "Fun in Acapulco" (1963). A livello di soggetto e sceneggiatura la pellicola non è niente di che, anche se il risultato finale è decisamente gradevole, ma le sorprese arrivano dal versante musicale dell'operazione. In questo caso, per esigenze di copione, venne data ad Elvis la possibilità di cimentarsi con brani dal sapore latino, che in quel periodo lui approcciava con vero e proprio trasporto. Spesso viene portato ad esempio il brano "(There's) No Room To Rhumba In A Sports Car" per sottolineare la decadenza dell'arte elvisiana durante gli anni votati al cinema. In realtà, spulciando tra le colonne sonore registrate dal Re si trova di meglio e di peggio, ma non è questo il punto. Ascoltando i pezzi scelti per allestire la soundtrack è tangibile l'entusiasmo del cantante, che sembra alle prese con la realizzazione di un'opera discografica che ama profondamente.

"Fun in Acapulco" è al pari di "Blue Hawaii" un gran bel disco, squisitamente a tema. La voce di Elvis, che si permette anche il lusso di cantare in spagnolo è al top, l'intenzione quella giusta e la meta da raggiungere visibile all'orizzonte. Non stiamo parlando di un capolavoro, questo è bene tenerlo a mente, ma di un prodotto di buon livello, realizzato da un grande interprete che all'epoca ci credeva ancora. Si sarebbe disilluso presto. Per quanto possa sembrare incredibile, a Parker e soci non interessava mantenere neanche un livello minimo di decenza artistica. Perché sottilizzare quando si poteva ottenere il massimo per mezzo di espedienti e cianfrusaglie?
13/08/2016 20:29
Post: 20.227
Registrato il: 10/12/2006
Utente Gold
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Recensione ineccepibile. [SM=g8431]

Mi chiedo sempre: il 'controllo' sulle canzoni delle colonne sonore, era pari a zero, quindi ? Non gli mandavano demos da valutare ? Chi decideva cosa registrare ? Sempre la lobby del 'Colonnello' ?
13/08/2016 21:36
Post: 1.585
Registrato il: 15/01/2009
Utente Veteran
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Salve Roberto, bellissima questa recensione.
inoltre, concordo con la disamina dei films Fun In Acapulco e Blues Hawaii. Ben riusciti, e da cui scaturirono delle ottime colonne sonore che entrano nei miei preferiti.
13/08/2016 22:08
Post: 9.964
Registrato il: 13/05/2005
Utente Master
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Ciao Roberto,
peccato che la tua presenza qui sia poco assidua,lo dico perchè i tuoi scritti sono molto interessanti e ben articolati e soprattutto corrisondenti alla realtà nella quale Elvis si è trovato a vivere
con la egoistica gestione del in-famoso Col.Parker.

Torna qui.. più spesso ad arricchire con i tuoi contributi il patrimonio già cospicuo del nostro amato EICC
14/08/2016 08:21
Post: 34
Registrato il: 05/06/2015
Utente Junior
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Ringrazio tutti, con qualche mese di ritardo...
27/01/2017 12:13
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