Eccomi alla prima esperienza con quello che viene definito uno dei migliori scrittori americani contemporanei, erede di Carver, coevo di De Lillo, P. Roth e D.F. Wallace.
Ho scelto un romanzo appena uscito perché la trama mi aveva davvero incuriosita.
Purity è un romanzo scritto in modo classico e contemporaneo al tempo stesso, ma è anche un romanzo stranissimo per intreccio di temi del tutto eterogenei. Dall'infinitamente piccolo e privato alla caduta del muro di Berlino, dalla quotidianità di una ventenne con vita sentimentale immatura agli stravolgimenti legati ad Internet, il giornalismo, lo spionaggio e molto altro.
Può quasi stordire, per un attimo rischia uno sbilanciamento, ma Franzen sa gestire sempre meglio i capitoli di diversa collocazione temporale. E tutto si ricompone con armonia.
L'intuizione iniziale è ingegnosa, alcuni passaggi raggiunbgono grande sottigliezza nella lettura dell'uomo e della società, in particolare su un paio di personaggi. Personaggi in generale davvero singolari, che non somigliano a nessuno.
Il limite, per me, da lettrice, è stato trovare figure tutte a loro modo sgradevoli (anche la protagonista, per la mia sensibilità); nessuno totalmente negativo, ma tutti troppo respingenti per generare in me empatia. Franzen poi, almeno in questo libro, sembra godere troppo nell'insistere in una spoetizzazione realistica che finisce per cadere nel compiaciuto (il sesso assurge a vera ossessione in particolare).
Giudizio positivo da parte mia, riconosco il talento, ho letto con interesse, ma senza amore.