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[Piazza] "Potevamo fare grandi cose insieme. " [OK]

Ultimo Aggiornamento: 25/06/2016 12:57
24/06/2016 18:52
 
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Rastal - Xarmoth
Riassunto: La Piazza fa da teatro all'incontro. Rastal riceve una missiva da Xar dei Moth nella quale il Vampiro esplicita d'essere venuto in possesso del cadavere di Almarth. Il nano arriva e identifica il defunto. Chiede notizie del colpevole, Nianna Allen. Ne ottiene una confessione scritta e firmata e rassicurazioni da Xarmoth che la donna è ormai passata a miglior vita. Ma non finisce qui. I due estendono i loro discorsi a Barrington, al suo futuro. E' chiaro per Rastal che chiunque verrà, non farà altro che riportare la città nel baratro. Proprio lì, sul fondo, dove è destinata a stare. E Xar dei Moth prova a seminare il seme della Discordia.

Commento: Niente da dire. Sempre piacevole. Sti due non sono poi così diversi.

Approvazione per:

- Rastal è in possesso del cadavere di Almarth
- Rastal è in possesso della confessione di colpevolezza scritta da Nianna
- Xarmoth dice a Rastal che ha ucciso Nianna Allen
- Xarmoth ruola i postumi della diablerie

Registrazione:

XARMOTH [Piazza] Le deboli luci della notte lasciano spazio ad ombre fitte e abbondanti, che abbracciano e riempiono l'imponente figura che se ne sta immobile sul lato della piazza più vicino al mercato. Indossa un paio di stivali lucidati da poco, calzoni neri ed una casacca porpora. Al centro di questo vestiario, pratico e nobile, domina il muso di una pantera nell'atto di spalancare le fauci. Non sembra da meno capace quella bocca carnosa, sigillata in una smorfia sprezzante. Zigomi alti, fronte spaziosa, mento squadrato e due occhi neri e profondi, questo riempie l'incarnato pallido del volto, circondato da un manto liscio di capelli bianchi. Ha pagato poc'anzi un paio di loschi figuri di Barrington, per portare in quel preciso punto il pacco che intende consegnare. Eppure non degna di uno sguardo quello che giace dinnanzi ai suoi piedi, avvolto in un sudario di stoffa ben poco pregiata. Le mani, grandi e forti, dove si rincorrono miriadi di cicatrici, ognuna di un tempo e di un luogo differente, ma tutte coralmente narrando gesta di sangue e violenza, si stringono in pugno e si allargano, in un gioco che sembra privo di vincitori e, perciò, infinito. La lotta interiore che avviene in un animo tormentato si manifesta solo in quel gesto, assente dal resto dell'immagine del Signore di Landaras. Per ora. [Tenebra I ]

RASTAL [Piazza] Passo deciso, marziale. Ha ricevuto una missiva da parte di Xar dei Moth. Ha ricevuto indicazioni per un appuntamento preciso. Morte, trasuda nell'aria della notte. Malaugurio. Finalmente vedrà. Finalmente toccherà con mano. La vicenda che ha impiegato tutte le sue energie per gli ultimi mesi, pare stia per avere un termine. Non pensa minimamente che possa trattarsi di un agguato. No, Xar dei Moth se avesse voluto ucciderlo avrebbe avuto ben altre occasioni. Tuttavia questo non gli impedisce, come di consueto, di optare per tenere indosso l'armatura completa, eccezion fatta per l'elmo lasciato al palazzo. Una spada corta al fianco sinistro nel fodero e l'ascia bipenne al fianco destro, infilata nel cinturone a testa all'insù. Barba e capelli rossastri in bella vista. Ben poco ci vuole a notare quella figura che nella notte torreggia. [ Scurovisione ] Ad essa si avvicina. E poi s'arresta. Posando lo sguardo su quell'involucro che giace ai suoi piedi. [ Eccoci dunque. E' quello che penso? ] Chiede, ovviamente riferendosi al sudario di stoffa arrotolato, indicandolo con un pigro cenno del capo. Attende, mentre in cuor suo un pò d'agitazione sale. Se quello è davvero il corpo di Almarth, non solo è davvero morto un Governatore. Ma anche una brava persona, innocente. Quello che in prospettiva sarebbe stato un buon amico.

XARMOTH [Piazza] Volge la testa, e con essa lo sguardo, sul nano solo dopo che ha terminato di rivolgersi a lui. Non che non l'abbia notato, fiutato, percepito prima, con i sensi affinati dalla morte. Solo fino a quel momento lo ignora. [E' quello che desideravate.] Pronuncia con tono greve, non nascondendo i plurimi significati che le parole scelte esprimono. Incurva persino le labbra, in quello che forse è un sorriso, forse una smorfia dovuta ad una fitta di sofferenza, sebbene per il resto se ne stia completamente immobile, eccezion fatta per le mani che, smaniose, continuano a stringersi e a rilassarsi. [Ho anche, per voi, la confessione di Nianna. Non ho Nianna, tuttavia.] Estrae dalla cintura un piccolo foglio, piegato, ma non sigillato. Con la mano destra lo allunga, stretto tra indice e pollice, a Rastal, con una presa che pare convulsamente ben più forte del dovuto. [Ella non è più.] La sua frase così si conclude, mentre la voce vibra in toni sempre più cupi. Non aggiunge altro, solo il silenzioso sguardo nerissimo fa da eloquente foriero di notizie per il suo interlocutore. [Veggenza I - Tenebra I ]

RASTAL [Piazza] Annuisce. E' quello che desiderava. Ovviamente nell'interpretazione che dà lui alla cosa. Desiderava attribuire i giusti onori a quel corpo. Desiderava scoprire la verità. Allunga la mano destra e prende la pergamena arrotolata. La srotola. Legge. Due, tre volte. Quindi procede a riarrotolare il messaggio e riporlo addosso, in qualche tasca, non importa quale. Lo conserverà, rappresenterà una prova ulteriore. [ Permettete. ] Non è una domanda. China il ginocchio destro fino a posarlo al suolo, piegando conseguentemente la gamba sinistra col ginocchio ad angolo retto col quadricipite. Tutto ciò a pochi centimetri dal sudario. Con delicatezza inaspettata scosta leggermente quel velo di morte all'altezza del volto. O almeno è ciò che farebbe se non vi fossero impedimenti di sorta. Se vi fosse riuscito il suo sguardo dovrebbe ora posarsi in quello freddo, privo di vita, di Almarth. Pollice ed indice della mandritta verrebbero tesi a chiuderne le palpebre, in un gesto di rispetto. Infine, coprirebbe di nuovo il volto e si ergerebbe in piedi. Rotto nell'animo, ma non per questo meno risoluto. [ Volontà 2 ] Guarda Xar ora, come di consueto dal basso verso l'alto. [ Nianna Allen è morta? ] Una semplice domanda. Non se la sente, per ora di dire di più.

XARMOTH [Piazza] Tira indietro la mano, consegnato il messaggio al nano, solo per sollevarla e tossire una singola volta, coprendo parte della bocca carnosa. Un essere che non respira non necessita liberarsi i polmoni. Uno che si nutre si sangue e, occasionalmente, persino di anime, può sentire la propria preda agitarsi e scalciare persino dopo la morte. Vermiglio è il risultato del moto involontario, che gli macchia le dita ed il palmo pallidi, marchiando le proprie cicatrici in una sorta di peccaminoso ritorno alle origini. Non vi da peso, né nasconde quanto avvenuto. Si limita ad abbassare il braccio, affiancandolo al corpo massiccio e a perpetrare quel gesto di impazienza. [Non mi ha lasciato altra scelta.] Per poco non digrigna i denti, quasi selezionare quelle parole con cui rispondere gli costasse fatica. Le nari si dilatano su quel naso schiacciato da pugni e colpi di legno e acciaio e la fronte si aggrotta in due grandi rughe, segnalando disprezzo. [La vostra cerca zelota sembra essersi conclusa. Cosa vi ha portato, esattamente? Disprezzo.] Adesso il tono è più neutro, ma non meno cupo per natura. Fissa il nano, dall'alto della sua minacciosa statura, proiettando su di lui la propria ombra dannata.[Tenebra I]

RASTAL [Piazza] In un certo senso, strano a dirlo, il Signore della Montagna si sente appagato. Il fatto che Nianna Allen abbia fatto la fine che meritava, lo allieta. Per quanto avrebbe preferito placare la sete di vendetta con le sue stesse mani. Bada poco alle movenze di Xar. Non gli importa che tossisca, che sia malaticcio, debole o in gran forma. Gli importa che abbia rispettato gli accordi. [ Giustizia è fatta. Chi ha ucciso Almarth ha pagato con la morte. Questo è quanto. ] Annuisce, molto lentamente. Il sospetto sussiste, per quanto sia necessario e doveroso riconoscere che quel figuro alto due metri e passa ha mostrato, nel suo piccolo, d'essere un uomo d'onore. In maniera molto lata. [ Dunque ora Barrington avrà libere elezioni. Immagino che questo vi renda fiero. Se aspirate alla carica di Governatore, fareste bene a comunicare al popolo che grazie a voi daremo degna sepoltura ad Almarth e che il suo assassino è stato punito. Avreste ottime probabilità di vittoria. ] E' la spiegazione che si è dato. Ciò che muove Xar dei Moth è il potere. Una bandiera che sventola da un lato piuttosto che dall'altro in base alla forza del vento. [ Voi siete stato di parola, io farò altrettanto. Nei prossimi giorni abbandonerò il Palazzo ed organizzerò le onoranze funebri per Almarth. ]

XARMOTH [Piazza] Concede nient'altro che un accenno di risata, serrando le labbra in una linea piatta che dona al volto la sua naturale posa austera. [Ciò cui aspiro riempirebbe i vostri pensieri, dilanierebbe la vostra libertà, cancellerebbe ogni vostro sonno.] Solleva appena il mento nel dirlo e con esso, la voce. Il tono si fa di comando, come è avvezzo ad essere il Signore di Landaras, da più tempo di quando l'aspetto possa suggerire. E' alto, forse persino due metri, ha spalle massicce e petto ampio, braccia e gambe muscolose, mani grandi e forti. E' stato in battaglia così tante volte, eppure l'unica cosa che ha perso è la vita. [Il popolo è popolo. Ciò che conta è cosa desiderano le congreghe, lo è sempre stato. Quelle stesse congreghe che con maggior ardore, adesso, odiano voi e ciò che in voi vedono rappresentato.] Solleva la mano destra, macchiata del suo stesso sangue o quello di Nianna. Poco importa, adesso tutto ciò che era lei è suo. Punta il dito insanguinato verso Rastal. Non risolve l'indovinello, lascia all'altro trovare una risposta al quesito nascosto all'interno delle proprie parole. Verità, come sempre ha fatto sino ad ora, col nano. Verità, cruda, spietata, pesante a tal punto da piegare le più rigide schiene e spezzarle. [Tenebra I]

RASTAL [Piazza] Incrocia le braccia al petto, per un attimo sarebbe tentato d'andare via. D'altronde non ha più motivo di stare ad ascoltare parole che hanno probabilità di rivelarsi vuote, d'essere un mezzo preciso per un unico fine. Ma qualcosa lo trattiene. Vuole ascoltare fino in fondo ciò che Xar ha da dire, lo fa per sè stesso. Per comprendere davvero se è stato così ingenuo a fidarsi di lui. [ Le congreghe sono offuscate dal potere. Il Governatore è scomparso, probabilmente morto ed il loro primo pensiero è accaparrarsi il trono di Barrington. ] Scuote la testa, in senso di disprezzo, profondo. [ Non temete Xar dei Moth. L'odio è reciproco. Odio questa città. Mi ripugna. Il suo fetore mi fa venire il voltastomaco. Non c'è spazio per nulla di positivo su questa sponda del lago. Un Governo del Caos è proprio quello che Barrington si merita. Altro che libere elezioni. Questa gente raccoglierà ciò che ha seminato. ] E' sinceramente schifato nel profondo dalle dinamiche che lo hanno coinvolto negli ultimi tempi. E' ancora lì solo per completare i suoi doveri. Affinchè nessuno possa mai avere da dire nulla a riguardo. [ Non me ne sono ancora andato semplicemente per il fatto che lo decido io quando andare. Non quei quattro saltimbanchi e lestofanti. Che gli dei possano trafiggerli. ] Aggiunge qualche maledizione ed imprecazione in dialetto nanico stretto, incomprensibile ai più.

XARMOTH [Piazza] Ride. Una risata che gli scuote il petto, salvo poi tramutarsi in due colpi di tosse, che pongono fine a quel gesto dettato dal gusto, potente e derisorio. Di nuovo porta la mano destra alla bocca, riempiendosi il palmo con un debole fiotto di sangue. Digrigna i denti, poi torna ad assumere un'espressione austera, come se nulla fosse. [Certe morti sono più dure da digerire, rispetto ad altre.] Non specifica, riferendosi ad Almarth o a Nianna, oppure ad entrambi gli accadimenti. Passa le dita sul liquido vermiglio, come volesse saggiarne la consistenza ed accertarsi che sia veramente ciò che sembra. [Dunque meglio una conquista da parte della lungimirante isola, rispetto alla libera scelta di Barrington.] Squadra Rastal da capo a piedi, in attesa di una risposta. I suoi occhi neri ed indagatori non temono la durezza del metallo, o la resistenza della carne, né la consistenza delle ossa: sono in grado di penetrare dentro all'anima di un individuo, o per lo meno così pare, quando il Signore di Landaras fissa qualcuno abbastanza a lungo. [La volontà di imporre il vostro credo, che voi ritenete più giusto, è essa stessa volontà di potere.] Stringe la mano a pugno, rinchiudendo il liquido denso e rosso in una morsa d'acciaio, che enfatizza le proprie parole. [Tenebra I]

RASTAL [Piazza] Il quadro è macabro. Di fronte a sè il Signore della Montagna ha un uomo che sputa sangue e che parla per enigmi di morti e di potere con una facilità e leggerezza disarmanti. Non si può dire che non sia turbato da quell'immagine. Ma focalizza l'attenzione sulle parole, quelle e soltanto quelle. [ Io la morte non la digerisco affatto. In nessuna sua forma o manifestazione. Non la digerisco e non la temo. ] Parla con fermezza, in maniera molto schietta, cercando di fissare lo sguardo in quello dell'alto. [ Meglio la tirannia dei saggi che la democrazia dei folli. Senza dubbio alcuno. ] Su questo è molto rigido. La folla è facilmente soggiogabile. Le libere elezioni sono un fiasco. Sono quelle che non hanno permesso al Drago di sedere nuovamente sul trono. Ad Avalon ha vinto la stupidità più totale. Così sarà a Barrington. [ Non desidero alcun potere. Se lo desiderassi scivolerei nella notte a tagliare le gole di Alexandra e Melisande, coloro che si definiscono membri legittimi del Governo. Poi farei il mio ingresso trionfante con questo cadavere al seguito, facendomi acclamare dal popolo come il paladino della Giustizia. E dunque mi siederei sul trono, incontrastato. Ma come potete ben vedere, non è ciò che farò. Prenderò questo cadavere e farò celebrare un rito degno in memoria del defunto. E così scivolerò nell'ombra, mentre Barrington scivola nuovamente nel Caos in cui è nata. ]

XARMOTH [Piazza] Come volesse gettare via qualcosa di invisibile, slancia il proprio braccio destro lontano dal corpo, aprendo il palmo. Il risultato è gettare del sangue a terra, a marchiare il polveroso selciato della piazza. [Oh, si che lo desiderate. Ardentemente.] Fa una pausa prima dell'ultima parola, scandendola poi lentamente per impregnarla di significato. [Lo avete immaginato chissà quante volte nella vostra testa.] La mano sinistra batte due volte contro la tempia, con indice e medio uniti, poi entrambe le braccia ricadono e le dita ricominciando il gesto ansioso di stringersi a pugno e poi rilassarsi, e così via senza sosta. [Adesso gli voltate le spalle, perché vi manca il modo per giustificare voi stesso. La caccia all'assassino del vostro amico, è stata anche questo, una giustificazione per afferrare ed usare il potere.] Sbuffa, prima di proseguire, volgendo tuttavia lo sguardo in direzione grossomodo del palazzo. [Sareste un tiranno illuminato? Oppure sapreste sceglierne uno. Non vi è differenza, si tratta pur sempre di esercitare il potere.] Scrolla le spalle. Un gesto umano, certo, ma che va al di là dell'umana comprensione. E' di nuovo quell'anima che si attarda nel morire, che scalcia e strilla e lo urta, da dentro. Non gli lascia scampo, il vampiro. Nessuna pietà conosce il flagello dei draghi. [Tenebra I]

RASTAL [Piazza] Un'espressione sdegnata quando quello getta a terra il proprio sangue. Già, ammesso che sia suo. Poi ascolta, quelle parole. Ne viene come schiaffeggiato, ne viene colpito. Parole che fanno male, più male d'un colpo alla bocca dello stomaco. E stavolta è il suo indice che viene puntato in direzione di quell'uomo folle. [ Badate bene, Xar dei Moth. Ciò che io desidero, lo ottengo. Ma ricordate anche bene che colui che può fare a meno di ogni cosa, non ha paura di niente. ] Digrigna i denti e poi richiama quel braccio teso. Solo per avvicinarsi definitivamente al corpo di Almarth, chinarsi e raccoglierlo con entrambe le braccia per portarlo in spalla piegando e poi flettendo le gambe. Precisamente la spalla destra. Il tutto con una naturalezza infinita. [ Potenza 4, Agilità 1 ] Guarda verso il Palazzo anch'egli, solo per un secondo, per poi tornare a fissare Xar. [ Se io fossi Governatore di Barrington la ripulirei definitivamente dalla feccia che la opprime. Impiegherei ogni risorsa, ogni arma in mio possesso. Altro che tiranno illuminato. Despota e dittatore per ristabilire l'ordine. Ma riuscirò a sopprimere ed a gestire questa mia pulsione. Voi tenete a bada le vostre. E fatevi controllare da un medico, sputate sangue peggio d'un malato in fin di vita. ] Gira i tacchi ed inizia a camminare, ma poi si ferma, si volta di nuovo verso Xar. [ Io e voi potevamo fare grandi cose insieme. Peccato. ] Le sue ultime parole. Resterà in attesa di un ultimo rimando per poi definitivamente abbandonare la scena, con Almarth in spalla e la confessione di Nianna in tasca.

XARMOTH [Piazza] Inarca un sopracciglio, squadrando il nano da capo a piedi come poco prima, soltanto stavolta con minor attenzione, o intensità. Lascia correre le prime parole e passar via le seconde. E' sull'ultima affermazione che si concede un sorriso, o meglio l'ombra di un sorriso,piegando le labbra a restituire ironia. [Le abbiamo fatte. Le abbiamo fatte, eccome.] Abbraccia con l'attenzione di quei suoi occhi neri tutta la piazza. Segue più lentamente la mano destra, che ripete il gesto di spaziare, includendo la città tutta, la notte, le ombre. [Non sentite il fermento? Non percepite la corrente?] Sfrega le dita tra di loro, non potendo davvero afferrare ciò a cui si riferisce nelle proprie parole, ma se potesse, se solo potesse ne diverrebbe il carceriere ed unico padrone, senz'altro. [E' il vento del cambiamento.] Il sorriso si allarga, mostrando denti bianchi e labbra carnose rese vivide dal sangue. Lo pulisce col dorso della mano.E' un guerriero, non teme certo la morte. E' un vampiro, non teme certo la vita. [E' la tempesta.] Inspira profondamente. E' solo un'imitazione di quel riflesso umano, eppure sembra così sentita e vera. [Ci siamo dentro, Rastal.] La voce procede lenta, per poi affrettarsi a pronunciare il suo nome. E ancora non l'ha quasi detto per intero, che già si volta ed inizia il suo sicuro, marziale incedere. Non si volterà indietro. La notte gli appartiene. [Tenebra I]

"Il destino di un nano non è scritto da nessuna parte.... il suo futuro invece, viene scolpito nella roccia dalle sue stesse mani, ogni giorno."

"Affrontali e assaggerai le loro asce,
ignorali e assaggerai la potenza dei loro pugni
fatteli amici ed assaggerai la bontà della loro birra..."


24/06/2016 23:49
 
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Ho avuto occasione di continuare a giocare il filone del Caos, in preparazione delle diverse cose che ho in mente e giocherò nel tempo.

Aggiungo una nota da approvare, in riferimento a quanto scritto nella mia prima azione:

Ha pagato poc'anzi un paio di loschi figuri di Barrington, per portare in quel preciso punto il pacco che intende consegnare.

Diciamo che, essendo un lavoro poco pulito e per cui tenere la bocca chiusa, presumo possa essere onesto avere speso 100 denari per i due loschi figuri, pari a 2 volte una retribuzione alta (50 al giorno, giusto?).

A voi.
____________________

+Firma psichedelica

____________________
25/06/2016 12:57
 
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Approvazione per:

- Rastal è in possesso del cadavere di Almarth
- Rastal è in possesso della confessione di colpevolezza scritta da Nianna
- Xarmoth dice a Rastal che ha ucciso Nianna Allen
- Xarmoth ruola i postumi della diablerie



OK


Aggiungo una nota da approvare, in riferimento a quanto scritto nella mia prima azione:

Ha pagato poc'anzi un paio di loschi figuri di Barrington, per portare in quel preciso punto il pacco che intende consegnare.

Diciamo che, essendo un lavoro poco pulito e per cui tenere la bocca chiusa, presumo possa essere onesto avere speso 100 denari per i due loschi figuri, pari a 2 volte una retribuzione alta (50 al giorno, giusto?).

A voi.



Nah. 10 monete (valore puramente simbolico) credo possano bastare.

Procedo.



"Hai fatto un patto col Diavolo; e il Diavolo torna sempre a riscuotere."






Yawp
"...over the rooftops of the world."

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