Riassunto: Palazzo del Governatore. Rastal e Xarmoth a confronto. Rastal è stato informato da Nyule circa i passati di Xar nel caos e guarda il Vampiro con rinnovata diffidenza. Xarmoth gli mette davanti la verità delle congreghe che non riconoscono Rastal come Governatore. C'è un diverbio, uno scambio di visioni, su come agirebbe l'uno e come l'altro. Rastal è chiaro: andrà via, ma solo dopo aver messo la parola fine sulla questione Almarth. A quel punto Xarmoth rivela che Almarth è morto e che a testimoniare il trapasso dell'ex Governatore, porterà a Rastal il corpo affinchè Barrington possa essere libera d'avere un nuovo Governatore. Già, ma chi?
Commento: Come ho detto al player, mi dispiacerà da oggi in poi non poter più giocare dalla stessa parte. Ma sarà comunque un piacere giocare, eventualmente, in futuro, da avversari.
Approvazione: Non ci sono veri e propri passaggi di informazioni a parte quella della morte di Almarth, ancora tutta da verificare e giocare in ON. Però Metto qui perchè credo Xar voglia avanzare qualche richiesta.
Registrazione:
XARMOTH [Piazza - Palazzo] E' notte ed il suo figlio prediletto incede, dominando il selciato con il suo passo marziale che non conosce indecisione alcuna. Indossa un paio di stivali marroni, di fresco spazzolati, un paio di calzoni neri ed una vistosa casacca porpora. Sulla ricca stoffa di questa fa capolino la testa di una pantera, che si mostra nell'atto di spalancare le fauci proprio in mezzo all'ampio petto del vampiro. Ha appena appeso un messaggio nella bacheca ufficiale di Barrington, forte della sua carica, senza aver necessità alcuna di usare quel gigantesco pezzo di acciaio che sostiene per il forte e che sembra un'arma forgiata per bestie di gran lunga più grosse di un uomo. Le braccia del Signore di Landaras sono solide e muscolose, temprate da mille battaglie e sostengono il cimelio senza sforzo apparente. La danza di quei lisci capelli bianchi si spegne, quando si ferma di fronte alla porta del palazzo per bussare, farsi accogliere ed introdursi nella sala del trono, ove il nano lo aspetta. Gli occhi, neri come le ombre stesse della notte più scura, ignorano gran parte della sala, squadrando l'attuale Governatore con una disarmante profondità. [Questa notte molto ho portato, per voi. Niente che possa piacervi.] Annuncia, la voce cupa che rimbomba nella stanza, scuotendo il silenzio con la naturale attitudine al comando che il tono possiede. [Tenebra I]
RASTAL [Sala del Trono] Siede. Siede proprio su quel trono. Un trono scomodo, affatto accogliente. Sarà forse per il fatto che siede con l'armatura, come di consueto ed a maggior ragione ora, dopo che il Drago lo ha ammonito circa chi sta per ricevere. Lerch annuncia la visita del Vice Governatore ed il nano si alza, dirigendosi a sinistra verso il tavolo, sede dei loro precedenti colloqui. Lì, tra le varie scartoffie, c'è poggiato anche il suo scudo, la sua ascia monopenne ed infine il suo elmo, unica parte dell'armatura pesante che non indossa. La calotta rende difficile la respirazione. [ Bentornato, Vice Governatore. ] Chiede calma al suo animo. Chiede raziocinio. Chiede lucidità. [Volontà +2]. Lo guarda, quella figura imponente che avanza sicura. [ Sedetevi pure, anche io ho molto di cui parlarvi. Immagino che le notizie che portate e che non possano piacermi, siano in gran parte legate a questo. ] E con la mano sinistra andrebbe ad avvicinare verso Xarmoth, in piedi o seduto che sia, la missiva di Edave. [ Deduco che abbiamo perso l'appoggio delle congreghe. Mi correggo. Non l'abbiamo mai conquistato. ] Accenna un sorriso, intravisibile sotto la coltre di barba ramata. Ancora nulla proferisce circa le rivelazioni di Nyule. Tiene per sè quei preziosi consigli ed ammonimenti. Come ha detto il Drago, le persone possono cambiare. Chissà se questo è successo anche a Xar. Lo spera il nano in cuor suo. Spera di non essersi messo una serpe in casa da solo. Ma il seme del dubbio è stato piantato. Con energia.
XARMOTH [Sala del Trono] Con un gesto estremamente lento, fissando il nano per tutto il tempo, solleva quell'enorme spadone, afferrandolo con entrambe le mani. E poi lo adagia sul tavolo, accanto alle armi del suo interlocutore. Si accomoda, occupando la sedia di fronte a Rastal e posando sulla superficie del tavolo entrambi i palmi delle mani, con le dita ben allargate. Un intreccio di cicatrici si mostra lungo tutta la pallida carnagione, raccontando storie di guerre e violenza, di stragi e trionfi, di gloria ed onore vinto nel sangue. [Non voi, ma forse io l'ho fatto.] Estrae dalla cintola una pergamena e la allunga verso l'attuale governatore con la mano sinistra, così da dare proprio mentre riceve. Stringe tra le mani la carta che adesso possiede, ma non la apre, non ancora per lo meno. [Inutile discutere di cosa poteva essere fatto, vi chiedo piuttosto cosa intendete fare. Auspico vogliate indire subito nuove elezioni, come richiesto.] Sbatte le palpebre una singola volta, riaprendo quegli occhi nerissimi sulla faccia del suo interlocutore. Solo dopo qualche altro istante legge fugacemente la missiva ricevuta, per poi andarla a lasciare sul tavolo, lì in mezzo alle altre. [Tenebra I]
RASTAL [Sala del Trono] Non lascia che lo sguardo cada, non lascia che alle sue iridi sfuggano i dettagli di quella figura che ora è guardata con sospetto. La prima cosa che nota è come il plurale sia diventato improvvisamente un singolare. Come il Noi sia diventato un Io. E sorride, ancora, perchè nulla giunge inaspettato. Di certo, s'aspettava che Xar fosse un pò meno diretto. Ma la schiettezza è una qualità che ha sempre apprezzato. Tace fino alla fine. Aspetta che Xarmoth legga quel pezzo di carta firmato dalle serpi di Barrington e poi fa un bel respiro. [ Ditemi, Vice Governatore, voi cosa fareste al posto mio? ] chiede, con innata semplicità. [ Cosa fareste se voi foste il Governatore ed io il Vice. E se io venissi da voi con un pezzo di carta che vi chiede di accomodarvi alla porta per lasciare posto a me? Me che fino a qualche giorno addietro non avevo alcun ruolo e solo per vostra volontà ho guadagnato il titolo di Vice Governatore ed in quanto tale m'ero impegnato per lavorare ad una causa comune e condivisa. Ditemi, ve ne prego, come agireste voi e poi vi dirò come intendo agire io. ] Incrocia definitivamente le braccia al petto, mentre inclina leggermente la testa di lato, in attesa di una risposta. Fermo nel dire vorrebbe suonare, fermo nei toni e nelle movenze. [ Volontà +2 ]
XARMOTH [Sala del Trono] Intreccia le dita, poggiando tutti gli avambracci sul tavolo e incurvandosi così in direzione di Rastal. Il legno scricchiola, lamentandosi del massiccio peso del vampiro. [Vi ho detto che avreste dovuto vincere il favore delle congreghe, subito. Vi ho anche detto che il vostro era un colpo di stato.] Inarca un sopracciglio, lasciandosi andare brevemente in un sorriso che così, al natura, è più enigmatico che ironico. [Dov'è il vostro medaglione? Suppongo non sia ancora arrivato. Non arriverà mai, finché non sarà possibile per le congreghe di Barrington di scegliere liberamente il loro governante.] Afferma, tornando a impettirsi e sciogliendo le mani, che vanno di nuovo a occupare coi palmi la superficie del tavolo. [La mia causa è Barrington. La vostra è lanciarvi in una caccia alle streghe dettata dal legame emotivo che vi incatena a questo Almarth.] Fa un gesto della mano sinistra, agitandola in aria con noncuranza, prima di tornare ad adagiarla al fianco dell'altra. [Vedete, Rastal, io non vi sono nemico. Non vi ho dichiarato guerra e non intendo farlo. Voi, mi domando piuttosto, quali intenzioni abbiate. Io, nei vostri panni, cederei il voto alle congreghe. Ma io non sono voi, voi non siete me.] Scolla le spalle, tutto questo è così effimero per chi è condannato all'eterna dannazione. Ancor più per chi, come il Signore di Landaras, è avvezzo al torbido gioco della politica. [Tenebra I]
RASTAL [Sala del Trono] Chiacchiere. [ Il Medaglione non arriverà perchè io non lo voglio. Il mio intento è stato uno ed uno solo, fin da subito. Tenere questo trono fino al ritorno di Almarth. Ammesso che torni. Se non dovesse tornare, cederlo ad un degno sostituto. ] libera le braccia dal petto ed inizia, come di consueto, a farsi strada tra le trecce della barba con la mandritta, per grattarsi il mento. [ Vedete, per come la vedo io, fino a quando non sarà accertata la vita o morte di Almarth, questo Governo non passerà in altre mani. Io sono un traghettatore sul fiume della verità, piaccia o non piaccia alle congreghe. E se non venisse accettato il mio ruolo, sarà accettato quello di Comandante della Guardia Governativa. Ruolo che mi permetterà di applicare la legge in vece del Governatore Almarth fino a quando non s'avranno certezze sulle sue sorti. ] l'espressione del volto si fa ora più seria. [ Di chi è dunque il colpo di stato. E' mio, del Comandante della Guardia che si fa garante dell'ordine in attesa del ritorno del Governatore o forse di qualcun altro? ] torna a rilassarsi. [ Siete più esperto di me in materia, forse. Qual è la pena per chi complotta contro il Governo, Vice Governatore? ] Chiede ancora, tiene botta. Una maschera di granito vorrebbe essere il suo volto, così la sua mente. [ Volontà +2, Resistenza Mentale +3 ]
XARMOTH [Sala del trono] Solleva appena il mento squadrato, storcendo la bocca. [Almarth è morto.] La voce è cupa e sicura nella comunicazione. [I miei contatti me lo hanno riferito con certezza. Non so dirvi con certezza se sia stata questa Nianna ad ucciderlo o qualcun altro.] Solleva la mano destra e mostra il dito indice, ammonendo il nano che non ha ancora terminato e si aspetta già che l'altro abbia molto da dire e da chiedere. [Se voi lo vorrete, cercherò di scoprire dove si trova il suo corpo e ve lo porterò.] Di nuovo ammonisce con il dito, preventivamente. [Voi avete preso il potere senza chiederlo alle congreghe. Così ha fatto Almarth. Così ha fatto questo Namara qualcosa prima di lui. E così, continuando si arriva a chi per primo si nominò governatore senza elezioni. Il Caos.] Calca le ultime parole, afferra ogni singola sillaba con quelle labbra carnose e quei denti bianchi, la mastica e la sputa a comporre quel suono: CAOS. Non ha bisogno di mentire, non per questo dice tutto, ma ciò che pronuncia è ineluttabile verità. [Prima che mi chiediate anche questo: no, non ho partecipato all'uccisione di Almarth. Non so nemmeno che faccia abbia, costui.] Conclude, senza che un'emozione scalfisca i duri lineamenti del pallido volto feroce. [Tenebra I]
RASTAL [Sala del Trono] Accusa il colpo ora. Dopo tutto, la sua natura è ancora mortale. Almarth è morto. Risuona nella sua testa la sentenza. Non lo lascia sgomento, certo che no. Questa era una delle possibilità ponderate. Ma essere messi davanti alla dura e cruda realtà, non è mai facile. Sempre che di realtà si tratti. Sempre che Xar dei Moth non stia tessendo alla perfezione la sua trama. Per quanto gli riguarda, con quel dito puntato il Vice Governatore può farci tutti i giochini che desidera. Non avrà certo effetto su di lui. Sospira. [ Fino a ieri mi sarebbe bastata la vostra parola, Vice Governatore. ] E' questo il momento di scoprire le carte, Xar fornisce l'assist e lui lo coglie al volo. [ Oggi io so di voi cose che avrei preferito non sapere. Ed ho trovato risposte ad interrogativi quali come possiate avere tale facilità nel prendere contatti ed informazioni dall'Idra, come lo chiamate voi. ] Pondera infine bene le parole che vorranno risuonare risolute e decise. [ Le mie condizioni non cambiano. Se Almarth è morto, voglio prove tangibili. E voglio un colpevole. Questo è quello per cui le congreghe dovrebbero preoccuparsi. Chiedersi chi ha trucidato il loro Governatore e volere Giustizia. Questo quello che dovrebbero volere quei mentecatti dei consiglieri governativi, duchi, arciduchi e tutto il resto delle serpi di Barrington. Fatta Giustizia, parleremo della successione di Almarth. E la cosa non riguarderà più me. ] Un ultimo appunto. [ Non vi chiederò perchè mi abbiate nascosto d'essere stato parte del caos. Non mi interessa. Ma non prendetemi in giro. Mai più.] [ Volontà +2 ]
XARMOTH [Sala del Trono] Scuote la testa. I capelli lunghi, lisci e bianchi si muovono pigramente attorno al volto, nel gesto. [Come altro pensiate che possa ottenere informazioni sull'idra, senza conoscere alcuni dei suoi membri, esattamente.] Inarca un sopracciglio e storce la grande bocca pallida, assumendo un'aria interrogativa che per natura verte ad un'espressione di disprezzo. [Cosa esattamente mi state rimproverando. Non vi ho mai mentito. Nè ho tradito la vostra fiducia. Ho fatto quello che andava fatto per Barrington. Adesso, voi dovete fare quello che va fatto per Barrington. Vi volete eleggere giudice, giuria e carnefice. Se nessuno è intervenuto, nessuno parla della morte di Almarth, è evidente che pochi lo amassero, qui.] Batte appena i palmi sul tavolo, a marcare le sue parole. [C'è altro. Più tempo passa in questa situazione, più Barrington sente l'esigenza di agire, di avere un esercito. Vi chiedo di nuovo di indire subito le elezioni in accordo con le congreghe.] Solleva di poco il mento, donando austera imperiosità al suo aspetto massiccio ed imponente, anche da seduto. [Siete voi, adesso, che state per risvegliare il vero Caos.] La voce si abbassa, le parole si fanno più cupe, seguendo il volere dei toni. Eppure il vampiro se ne sta lì, comodo sulla sedia. La caccia è un evento lento, da gustare fino in fondo, sia essa fisica, o mentale. [Tenebra I]
RASTAL [Sala del Trono] No, non è un rimprovero quello del nano. Sono solo considerazioni supportate da fatti e da una fonte ben attendibile e degna della massima fiducia, Nyule. [ E' per caso una minaccia la vostra? ] Lo guarda ora, con espressione truce. Ma il tono ancora non cresce, resta pacato, nonostante il suo orgoglio nanico reclami d'essere ricompensato col sangue d'un traditore. E' un qualcosa che può tenere a bada. La Bestia alberga negli animi di tutti, non solo dei Vampiri e dei Mannari. La differenza sta nelle sue differenti manifestazioni. [ Nessun rimprovero. L'unico che posso rimproverare, ce l'avete davanti. Posso rimproverare me stesso per avervi teso la mano senza prima accertarmi che non poteste morderla. ] Nulla di più e nulla di meno. [ Non ci sarà nessuna guerra. Perchè qualora ci fosse, avrebbe un solo vincitore. Queste le mie ultime parole: lascerò il Governo appena avrò certezza della morte di Almarth ed appena avrò tra le mie mani il suo uccisore. Ve lo farete andare bene, voi e le congreghe. Diversamente, richiamate i vostri eserciti e risvegliate il vostro Caos. Combatteremo e voi perderete. E da quel momento non avrete una seconda possibilità. Nessuna elezione. Nessuna democrazia. ] E' fermo, convinto. Stringe i pugni e sbianca le nocche per lo sforzo. [ Sangue e guerra adesso con la sconfitta assicurata per quelli che voi rappresentate o Giustizia e successivamente un nuovo Governo che garantisca la pace. Rimetto a voi la scelta, Vice Governatore. Questa è la mia ultima parola. ] E ciò detto s'alzerebbe in piedi, sempre stando dalla sua parte del tavolo.
XARMOTH [Sala del Trono] A sua volta si alza in piedi. Quanto sarà alto, l'antico vampiro? Forse raggiunge persino i due metri. Ha spalle larghe, petto ampio, braccia forti e gambe muscolose. Ha uno sguardo nero come il peccato, profondo, indagatore e potente. Ha il naso schiacciato da pugni e colpi di ferro, ma cicatrici sparse ovunque sul corpo e sulle grandi mani, come un testo scritto fitto dove susseguono nel corso del tempo battaglie, duelli, scontri, risse e banchetti per corvi. [Non sono solito fare minacce. Agisco.] Scandisce con estrema cura le parole, perché la sua voce imperiosa riempia la sala, scacciando ogni altro rumore, annichilendo il silenzio. Poi ride. Una risata di gusto, che lo scuote da capo a piedi e lo vede posare la mano destra sul ventre, aprire la bocca. Solo dopo qualche istante si placa.[Non vendete la pelle dell'orso prima di averlo ucciso, Rastal. La guerra è materia incerta, è territorio del Caos. Ed entrambi non lo vogliamo.] Adesso sorride. Le labbra carnose e pallide, si incurvano in un'espressione indecifrabile, tra lo scherno e la serietà. Infine la linea della bocca si fa piatta di nuovo. [Avrete il corpo ed il lutto che tanto agognate quanto prima.] Conclude, allungando poi il braccio destro per afferrare lo spadone della sua casata dal forte e così portarselo al fianco. Non ha altro da dichiarare, solo da ascoltare le ultime parole del nano, prima di farsi largo tra le ombre del palazzo, per uscirne ed immergersi in quelle ben più scure della notte. [Tenebra I]
RASTAL [Sala del Trono] Alza la testa, lentamente, progressivamente, seguendo il movimento del corpo di Xarmoth, per tentare di fissare sempre e comunque il suo sguardo in quello del Vice Governatore, per quanto questo possa costargli fatica, vista l'incommensurabile differenza di statura. [ Non ho mai chiesto niente di diverso. La mia missione terminerà quando la questione Almarth sarà chiusa. Questa è la mia parola ed è una ed una sola. Tutto quello che verrà non sarà più affar mio. ] Non ha niente da ridere il Nano. Niente nemmeno per cui sorridere. Quella risata sguaiata rimbalza sul suo torace nerboruto e rivestito d'acciaio. Non ha paura. Nemmeno un filo. Plurime sono state le occasioni in cui Xarmoth avrebbe potuto attentare alla sua vita e non lo ha mai fatto, non lo farà ora. Ma c'è qualcosa che scombussola il nano. Il pensiero che il Caos non sia solo Morte e Guerra, ma tante altre e diverse manifestazioni, una delle quali è proprio sotto i suoi occhi e lo è stata per tutto questo tempo senza che lui ne potesse sentire nemmeno l'odore. [ Della guerra io sono figlio prediletto. Ciò che mi ha portato ad essere dove sono oggi non è certo la retorica, la dialettica o la demagogia. Tenetelo a mente e condividetelo con il vostro Caos. Aspetto il corpo di Almarth ed un nome. Poi noi due non ci rivedremo più, Vice Governatore. A quanto pare, avete fatto un ottimo lavoro. Il vostro ed il mio. Non mi ero sbagliato sul vostro conto. Conoscete la strada. ] Direbbe in ultimo. Le cose sono più complicate e più difficili del previsto. Ma forse Xar non sa chi riposa ai piani superiori, adesso.
[GDR END]
"Il destino di un nano non è scritto da nessuna parte.... il suo futuro invece, viene scolpito nella roccia dalle sue stesse mani, ogni giorno."
"Affrontali e assaggerai le loro asce,
ignorali e assaggerai la potenza dei loro pugni
fatteli amici ed assaggerai la bontà della loro birra..."