Forum dei Masters di Avalon - Forum Ufficiale del sito www.isoladiavalon.net

Questo forum fa riferimento all'ambientazione Fantasy www.isoladiavalon.net

Nomi e riferimenti usati in questo forum sono frutto di pura fantasia e si riferiscono al gioco in oggetto.

Nuova Discussione
Rispondi
 
Stampa | Notifica email    
Autore

Qualcosa finisce. Qualcosa inizia

Ultimo Aggiornamento: 10/06/2016 20:48
10/06/2016 20:48
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 1.445
Post: 876
Registrato il: 21/04/2011
Utente Veteran
OFFLINE
[Fehrer, Haynes]

"Voglio nascondere la verità
Voglio proteggerti
Ma con la bestia dentro me
Non c'è posto per nascondersi
Non voglio abbatterti
Ma sono legato all'inferno
Nonostante tutto questo sia per te
Non voglio nasconderti la verità"



Riassunto:

Haynes, perduta la memoria a seguito della sua esperienza nella radura faerica e ritrovatasi improvvisamente donna, è preda della rabbia e della frustrazione. Si addossa molte colpe, domandandosi quale sia il suo posto.
Glielo mostra Fehrer.
Dopo un breve scontro, i due si confrontano e appianano le distanze, ritrovandosi. Un passo in più l'uno verso l'altra; e un passo in più sottratto al baratro.

Il finale a sorpresa vede Fehrer farle dono della sua storica spada.
Qualcosa finisce. Qualcosa inizia.

Commento:

Questa piccola famiglia è magica.
Grazie, caVa: sai già tutto.


HAYNES [ . Giardini Esterni . ][FU] Se la vedesse Elysiane, probabilmente, la sculaccerebbe. Sì, perché la giovane Lupa si è appropriata di un ramoscello caduto da un arbusto poco distante e lo sta usando a mo’ di spada alle spese del tronco di un povero melo. Il malcapitato soggiace ai colpi della frustrata Animorph ed i pomi attaccati ai suoi rami sobbalzano infastiditi dalle percosse. Niente sembra poter arrestare l’impeto del Biancospino, abbigliata alla maschia ovviando alle solite vesti dai tenui toni pastello in favore di un vestiario assai più comodo: ha rubato una casacca a Fehrer e quest’ultima le sta così ampia che la sedicenne ha dovuto arrotolare più e più volte le maniche per permettere ai polsi di non annegare nella stoffa; anche l’orlo della camiciola è troppo lungo per il corpo magro della fu Principessa e s’estende sino a lambirle le ginocchia. I calzoni di pelle scuri, però, fasciano alla perfezione le gambe rese toniche dalle scarpinate nella foresta, possibile ogniqualvolta la fanciulla riesca a sfuggire allo sguardo severo e al contempo protettivo di Rois. Eccola dunque avventarsi con furia contro la pianta, la destra stretta all’estremità del ramo utilizzato come arma; dritti e rovesci sono scagliati alla cieca, senza nessun criterio perché niuno le ha insegnato a combattere. Innegabile, però, è il vigore e la tenacia con cui Haynes persevera nei suoi intenti, con la chioma chiarissima fermata con tante piccole trecce ai lati della testa così da liberare il viso pallido dal fastidio delle ciocche dinnanzi alle iridi; un’altra treccia, ben più grande delle altre, incornicia il volto a mo’ di cerchietto dorato, richiamando la capigliatura delle guerriere nordiche di cui suo padre deve averle parlato durante la sua infanzia. Questo, però, la Lupa non può ricordarlo. [ // s-media-cache-ak0.pinimg.com/236x/65/0d/0d/650d0dfe2322cfb63990131e8bbb... ]

FEHRER [Tempio | -> Giardini Esterni] Ha abbandonato nottetempo la cittadella e, sotto le braci di un'alba quiescente, è tornato ad Avalon. C'è voluta una manciata di giri completi di clessidra prima che il Barbaro, di ritorno da Barrington, raggiungesse i profili frastagliati del Tempio, gli occhi pesti d'occhiaie violacee che rendono uno sguardo come di consueto cupo, ancor più freddo e scostante. Coi biondi capelli raccolti in una coda alta e la coppia di spade arroccata in cima alle spalle, il Lupo Bianco varca i confini della dimora sacra col sole al picco della sua parabola, prendendo lentamente ad allargare le fibbie e a sciogliere le fasce, ritrovandosi con entrambi i foderi delle armi in una mano e vestito unicamente d'una camicia bianca, le maniche arrotolate poco sotto i gomiti. Non dovrebbe mancare d'incontrare Haynes, ruotando la testa a metà via per staccare l'attenzione dalla struttura e per dedicarla interamente alla bimba che s'è fatta rapidamente donna. Le si avvicina ad ampie falcate, divorando rapidamente la distanza fin quando non le fosse a qualche metro alle spalle. [Ehilà, ragazzina.] E' cambiata, di mente e di fisico, ma per suo padre continua e continuerà a lungo a essere un soldo di cacio. [A quanto pare, l'esercizio corporale ha sostituito musica e sonetti.] Se si voltasse e incontrasse gli occhi di lui, l'animorph s'avvedrebbe di un'espressione serena e di un sorriso divertito.

HAYNES [ . Giardini Esterni . ][FU] Solo la voce profonda di Fehrer la distoglierebbe dai suoi intenti: ed ecco che il ramoscello smette di battere contro il legno vivo del tronco, trovando ora utilità come mero bastone fra le mani del Biancospino. Ella si volta in direzione del padre, non senza osservare con espressione tesa il distaccamento di corteccia provocato dai suoi colpi. Le iridi celesti, gemelle sul volto del Nordico, osservano l’espressione divertita dell’uomo, verso la quale l’Animorph rivolge uno sguardo incuriosito. [ Sonetti? ] Chiede sconcertata, ricordandosi poi di quando egli le ha raccontato che prima di perdere la memoria faceva parte degli Artisti di Avalon. A che scrolla le spalle e gli occhi saettano nuovamente sul bastone, alzato istintivamente verso l’alto per essere brandito come un’arma. Senza sapere bene come funzioni il combattimento, la Lupa tenta di immedesimarsi in una battaglia virtuale, posizionando il ramoscello all’altezza delle ultime costole, là ove a suo avviso potrebbe trovarsi una spada per coprire gli organi più delicati di un combattente privo di scudo. [ Sai, padre ] Pone l’accento su quest’ultima parola, usata talmente di rado dopo la perdita della memoria! Sul viso della fu Principessa si fa spazio sgomitando un sorrisetto divertito, gli occhi luccicano all’idea premeditata di attaccare l’uomo. Dentro al suo petto, percepisce l’eccitazione della Lupa dal pelo candido come la neve, con le orecchie appiattite contro il cranio e le zampe anteriori distese, pronta ad un attacco a mero scopo ludico. [ A volte penso che tu mi prenda in giro! Per quanto ne so potresti dirmi che mi hai trovata sotto ad un fungo ed io ti crederei ] Solo allora scatterebbe in avanti con un colpo di reni, accompagnata dall’uggiolio emozionato del canide che si scaglia contro l’Alfiere assieme al corpo della sedicenne. Istintivamente, il piede destro viene portato in avanti, in una mossa azzardata che forse le costerebbe un poco d’equilibrio ma che le permetterebbe di avere una chance d’essere rapida abbastanza da sorprendere l’Ishtuk. L’attacco è acerbo, certo, ella non conosce tutti i nomi che gli spadaccini danno ai colpi di spada; ecco perché il suo approccio è semplice e basilare, un movimento da destra verso sinistra, dall’alto verso il basso.

FEHRER [Tempio | Giardini Esterni] Quando Haynes era alta poco più di una spanna e pesante quanto un pensiero, suo padre e suo madre erano soliti fantasticare sulla crescita: avrebbe ereditato i tratti somatici di quale dei due genitori? E che tipo di carattere avrebbe loro associato? Oggi, sebbene solo e quantunque trovandosi con un cassetto da riempire di nuovi sogni, passioni e ricordi, l'animorph è una donna che presenta al Lupo Bianco un'immagine che non delude nessun'attesa e non smentisce alcuna delle parabole immaginate. E' bella come lei. E, senza dubbio, diventerà abile come lui. Senza dismettere il sorriso - che, da divertito, s'arriccia e si fa beffardo -, l'Alfiere Nero registra la sua frecciata, archiviandola in fretta e replicando immediatamente: [Beh, immagino che dovrai fidarti. Ingenua e credulona come sei, non ti verrà difficile.] Un guerriero lo sente. Avverte la spinta dei muscoli e la proiezione della mente, quando uno studioso o, come in questo caso, un'artista, dismettono i propri abiti e ruggiscono per la prima volta. Ed egli vuole alimentare il verso della ragazzina. Purtroppo per lei, non è facile sorprendere il Bastardo: non bastasse l'insita diffidenza di chi ha camminato fianco a fianco con la morte, la presenza del Demonio è una scintilla ch'alimenta costantemente le braci dell'istinto dell'Ishtuk, che si limita a retrocedere di due passi sulla propria diagonale destra non appena il colpo di ramoscello, debole e poco convinto, vibra nell'aria. [Che fai, minacci quella farfalla di passaggio? Devi impegnarti di più, piccola.] L'invita, disarmato, a proseguire, due metri da lei.

HAYNES [ . Giardini Esterni . ][FU] Non le importa se il colpo non va a segno, era prevedibile. Non le importano le provocazioni paterne, sa che egli scherza, sa che egli l’ama. Con la coda dell’occhio lo vede retrocedere di un paio di passi agilmente, non sforzandosi neppure di contrastare il flebile attacco della sedicenne. Ella si trova nuovamente col bastone a terra e col busto proteso in avanti, colpendo il nulla col suo ramoscello. Tuttavia, le parole dell’Alfiere esacerbate dal contesto scherzoso richiesto dal momento, contribuiscono a generare un sorriso amaro che nasce con gli angoli della bocca che si incurvano verso l’alto, mentre gli occhi della Lupa non ridono. [ Mi fido, mi fido di tutti. Lo faccio sempre. Come potrebbe essere altrimenti? Non c’è niente di me che venga dalla mia mente, tutti i miei ricordi sono frutto di racconti di altre persone! ] Non alza la voce, anzi: quest’ultima si fa più roca, quasi un ringhio; incassa il collo nelle spalle, le mani tremano appena, il necessario per ferire appena la pelle sfregata contro la superficie irregolare del lego. Il bastone viene sollevato nuovamente con forza e posizionato là ove era prima, a circa 30 cm dalle ultime costole, ghermito all’estremità dalla salda presa della destra. I suoi occhi non cercano l’avversario, non studiano i suoi punti di debolezza: sono fissi verso il basso, là ove accarezzano un fiorellino bianco cresciuto in mezzo agli steli d’erba. [ Mi sento inutile, Fehrer. ] Riesci a percepire la sua frustrazione, Cavaliere dei Draghi? [ Mi sento un animale in gabbia! Le Sacerdotesse sono gentili con me, Rois è gentile con me, ma questo non è il mio posto. Questo non è il NOSTRO posto! ] Qual è allora, il tuo posto, Biancospino? [ Non so se debba dimorare qui nella speranza che mia madre ritorni o perché non ho una casa. Non so se mia madre ritornerà, so solo che è chissà dove per colpa mia! ] Una lacrima solitaria rotola giù sino a carezzare la guancia, ma viene subito raccolta dalla stoffa della manica; la sedicenne non permetterà alle sue simili di tradire ancora la sua debolezza. [ Ho parlato con Elysiane, le ho chiesto di domandare alla Dea dove sia Roseline. Lo sai cosa mi ha risposto? Che la Dea risponde solo quando le pare e piace! ] Digrigna i denti, il viso contratto in una sorta di ringhio soffocato. Solo in quell’istante lo sguardo di solleva di scatto, analizzando la posizione di Fehrer. Il piede destro avanza ancora e poi è la volta del sinistro: questi due passetti la porteranno a circa 0,7 m dal Campione. Sempre in movimento, lascia incedere ancora il piede destro, le gambe leggermente flesse ed il baricentro abbassato per tentare di ridurre la probabilità di cadere. Il braccio con cui impugna la pseudo-arma non è disteso: il gomito è leggermente flesso per non rendere il movimento troppo rigido; con un colpo di reni si fa avanti, il busto proteso verso il padre grazie allo slancio ma le spalle leggermente all’indietro, posizionate così istintivamente per non perdere l’equilibrio. [ Io la odio!! ] Elysiane? La Dea? Entrambe? Il Biancospino non specifica, concentrata com’è a ruotare il busto. Il ramoscello punterebbe in direzione del lato destro di Fehrer, il movimento del braccio e del polso di Haynes lo condurrebbero grazie ad una traiettoria ascendente da sinistra a destra in direzione delle ginocchia dell’Alfiere. Sì, perché anche se sa che è tutto un gioco, non vuole fargli male. Probabilmente non ci riuscirebbe comunque.

FEHRER [Tempio | Giardini Esterni] La guarda. Stavolta zitto. Lascia che la memoria inanelli le parole sbocconcellate dalla ragazzina e, antecedentemente alla partenza di Haynes, arrabbiata, delusa e frustrata, il tempo rallenta e davanti agli occhi dell'Alfiere compare la sagoma traslucida d'uno specchio. Prima che gli venisse insegnata la serenità, Fehrer era soltanto un ragazzino nato in circostanze che ricordare è insulto e, quanto al suo spirito, non era poi troppo differente da quello dell'animorph, oggi. Deve tutto, a quegli insegnamenti. Se controlla la furia e la malvagità della Bestia, è perché ne è ormai assuefatto. E' perché le lente iniezioni di crudeltà del Demonio han fatto sì che il cuore nutrisse il sangue di spietatezza, crudeltà e cinismo, piuttosto che d'adrenalina e ossigeno. E' perché al di sotto della patina di serenità che riveste la figura del Bastardo, palpitano brutture che hanno da tempo superato il limite. Il limite del possibile. Il nostro cerca d'anticiparla, sfruttando ogni sua dote fisica per scattare in maniera coordinata sulle gambe [Agilità III], al fine d'eseguire due rapidi balzi: vuole bruciarla sul primo passo, quando ancora il colpo dal basso fosse in progettazione e lo spazio a dividerli non superasse il metro. Non tratterrebbe l'irruenza e, se i suoi calcoli fossero giusti, le rovinerebbe addosso forte dell'esperienza ch'è in grado di vantare al cospetto dell'immaturità di chi attacca con impeto, ma senza senno. Il petto ampio del Lupo Bianco entrerebbe in contatto col volto di Haynes, che dovrebbe venire scalzata all'indietro - e non è detto che non cada, preda della forza di gravità che l'attrarrebbe verso il basso, schiena in terra. Non gli importa che barcolli, che crolli o che, al fine, resti in piedi: desidera scuoterla. Distruggere l'apatia e cancellare ogni sentimento negativo. Ha debellato qualsiasi nemico si mettesse fra sé e la propria famiglia; continuerà a riuscirvi nel tempo, lavorando sul Biancospino. Il piede destro avanzato e il baricentro appena inclinato in avanti, l'Ishtuk osserverebbe Haynes, senza fare nulla per aiutarla. Non ora. [Non devi fidarti di nessuno. Neppure di me. No, Haynes, non ti farò del male. Quantomeno, non domani né nei prossimi giorni, a meno che tu non voglia continuare sulla strada delle armi. Intendo dire che sei sola. Che se vuoi cadere e rialzarti, devi contare sulle tue gambe, sulle tue braccia e sulla tua mente. Che se vuoi una casa o un posto dove stare, devi scegliere. Che se vuoi che tua madre torni, non devi colpevolizzarti o sperare. La speranza è per gli idioti: io e te Crediamo.] Continuerebbe a tenerle gli occhi addosso. Occhi di brace, che probabilmente la ragazzina non ha mai visto incastonati in un volto deformato dalla presenza dell'Abietto. Incute timore, l'Alfiere. Ha un'aura grottesca che lo riveste come una seconda pelle; e chi fosse in grado di sondare lo spirito e intendesse tentare, nel suo animo leggerebbe violenza, dannazione e morte. Ma s'ammorbidisce. D'un tratto, come se niente fosse. [Tornerà. Ma non sei pronta a domandare dove si trovi, piccola: potrebbe non piacerti la risposta. Tornerà] mormora con un cenno deciso della testa, rinforzando promessa e suggellando il suo patto. Qualcosa finisce. Qualcosa inizia. Lo ripeteva strenuamente, il vecchio saggio. Il maestro delle rune, la cui incarnazione se ne sta nel cranio del biondo, affacciato sul mondo dei mortali.

HAYNES [ . Giardini Esterni . ][FU] Anche questa volta l’attacco non va a segno, anzi: impattando col volto contro il petto ampio del guerriero, la sedicenne subirebbe il rimbalzo generato dalla forza impressa da Fehrer all’agile movimento; come prevedibile, il Biancospino rovina a terra, battendo l’osso sacro e trovandosi coi capelli dorati sparpagliati fra gli steli dei Giardini Esterni. Il dolore la pervade solo quando il cuore rallenta il ritmo dei battiti martellanti: percepisce i lobi delle orecchie farsi incandescenti e la base della schiena dolere a causa della caduta. Il primo istinto è quello di sollevarsi ed affrontare nuovamente suo padre: l’amore ed il rispetto per lui covati negli ultimi mesi sono posposti da una pungente sete di vendetta. Eppure, il dire di Fehrer la costringe a terra, invitandola implicitamente a riflettere. Le labbra del Biancospino non si muovono serrate in una morsa che si fa sempre più stretta man mano che si trova costretta ad ammettere che l’Alfiere ha ragione. Egli si mostra per ciò che è, togliendosi la maschera e palesando agli occhi inesperti della fanciulla il Demonio che il Nordico cova nel suo petto, nello stesso posto ove Haynes ha locato il suo personale inferno. Non ci sono lacrime a far luccicare le iridi che si mostrano assottigliate, inglobate in un’espressione triste. [ Mi sbagliavo su di te ] E’ costretta ad ammetterlo: pensava che egli non fosse in grado di comprendere la sua frustrazione, che le avrebbe porto la mano una volta averla vista a terra. Anzi, non avrebbe mai creduto di percepire la violenza del corpo paterno su di sé, neanche per gioco. La cosa non la disturba, non la intimorisce. Vede gli occhi di brace bruciare le distanze che separano padre e figlia, come se lo sguardo di Fehrer le trapassasse la carne; il volto deformato dalla creatura che egli alberga in sé la scuote più di mille schiaffi, istigandola a retrocedere. Eppure, la sedicenne si fa forza e non si muove di un millimetro; il rametto che aveva in mano viene scagliato lontano e le braccia si apprestano a cingere le ginocchia rannicchiate contro il petto a mo’ di protezione. Sì, perché la Lupa ha deciso di affrontare il Drago disarmata. [ Tu mi capisci perché sei come me ] Forse persino peggio. Riacquista la posizione eretta nascondendo la smorfia di dolore causata dal fastidio alla schiena, quindi incede in direzione del padre, allungandogli la destra. Spera di sentire la pelle di Fehrer contro la sua, ruvida e forte, proprio come il carattere del Nordico. Per la prima volta gli occhi azzurri si palesano limpidi all’uomo, come se le nubi che ella aveva addensato nel suo cuore per tutti questi mesi si fossero diradate. [ Aiutami a domare la Bestia. ] Sa che il Cavaliere non necessita di altre spiegazioni, avendo combattuto prima di lei le sue stesse battaglie.

FEHRER [Tempio | Giardini Esterni] Cade, abbandona ogni velleità e si rialza da sola. Non importa quanto faccia male: Haynes ha imparato la lezione e, piuttosto che attendere che una mano le vada incontro, facilitandole la risalita, agisce autonomamente. E se non le sorride, poco ci manca. [Ti racconto la mia storia.] La voce del Bastardo sale nuovamente di qualche tacca, pur stabilizzandosi su note assai basse, fatte perlopiù di profondità e sicurezza. Vuol trasmetterle quiete. Tranquillizzarla con le sue parole soltanto. [Mio padre era un nobile; mia madre, semplicemente, no.] Una meretrice. Questo lo tiene per sé, naturalmente. [Non l'ho mai conosciuta. Tantomeno il Barone dell'Armrinn e il suo primogenito riconobbero me. La rabbia, il rancore e la frustrazione date dalla condizione di Bastardo mi portarono oltre il confine del Mio Nord: diventai un guerriero bianco. Il mio maestro mi insegnò la disciplina, la serenità e la lucidità, e la mia vita ebbe un senso. Fin quando...] Anche questa parte è saltata a piè pari. Ci pensa su. Le sorride debolmente e scuote la testa. [Il mio fratellastro morì nel corso di una battaglia scatenata neppure ricordo per quale motivo. Fu allora che mio padre, in cuor suo disgustato ma consapevole di non avere altra scelta, mi regalò questa...] Delle due spade tuttora incrociate e infoderate, l'Alfiere sceglie Rudra: per vecchia che sia, l'arma è splendida e il suo rivestimento è incredibilmente prezioso. [Il suo figlio bastardo - che, incatenato all'ordine dei bianchi, non avrebbe potuto regalargli un nipote e aveva rinunciato a qualsiasi titolo nobiliare - ereditò il cimelio di famiglia. Rudra.] Sospira. Accarezza la pelle della guaina fin quando la mano sinistra non si congiunge quasi al debole rivestito. E' alla mano che Haynes porge che, piuttosto che consegnare una carezza, porge la spada foriera di molte vittorie e di altrettante sconfitte. La sua zanna. La sua compagna fidata. [Ma oggi la situazione è differente. C'è una nipote. Che, a quanto pare, intende imparare l'Arte. Ma non può farlo col suo rasoio.] Il sorriso s'affaccia nuovamente sulla bocca del Lupo Bianco, che indica con un cenno della testa il ramoscello ormai lontano. [Le presterò il mio. Perché si prenda la mia saggezza e la trasmetta a lei. E perché non sia disarmata quando mi seguirà a Barrington.] Lascerà che la prenda. Che allacci la fascia di Rudra al busto e che l'appoggi sulle spalle. Annuirebbe a rito completato. [Sì, mi seguirai. Succedono cose strane, dall'altra parte del lago. Voglio che tu le veda. Voglio che tu veda com'è il mondo. Voglio che lo veda al mio fianco.]

HAYNES [ . Giardini Esterni . ][FU] La reazione dell’uomo la stupisce: sebbene egli sia stato sempre sincero da che Haynes ricordi, non l’aveva mai visto mettersi a nudo dinnanzi a lei, raccontarle la sua storia che, in un certo senso, appartiene anche al Biancospino. Ed è così che la fu Principessa scopre l’identità di suo nonno, rimanendo disgustata dal comportamento deplorevole del nobile: d’accordo che sia un bastardo, ma chi mai potrebbe maltrattare suo padre? Fehrer prosegue con la sua storia, accennandole della sua formazione da Guerriero Bianco e di quanto essa sia stata utile. Ad egli la sedicenne sorride, felice per il lieto fine. Sì, annuisce fra sé, l’Alfiere se lo è meritato. [ Gli è andata bene ] Commenta sorridendo [ Non credo che il suo figlio legittimo fosse forte come te ]. Il Biancospino tace dinnanzi all’arma sguainata: Rudra. Ne osserva le fattezze eleganti, nobili, ed immagina l’imago di Fehrer che volteggia con quella meraviglia in mano, temibile ma ammirabile. Coglie al volo l’allusione al ramoscello e si stringe nelle spalle: non ha mai posseduto un arma, non ne ha mai desiderata una, almeno sino ad ora. Suo padre par aver ascoltato i suoi pensieri più intimi e le porge Rudra, la cui elsa si adatta senza particolari problematiche alla stretta dell’Animorph. [ Sei sicuro? ] Chiede con voce tremolante, gli occhi sgranati e le ciglia che vengono sbattute come ali di farfalla. Eppure le sorprese non finiscono qui: la Lupa seguirà il Drago sulla Terraferma, a quanto pare. La notizia esalta la fanciulla che non riesce a contenersi: si concede un saltello accompagnato da un sorriso a trentadue denti; la treccia nella quale confluiscono tutte le altre ondeggia trasportata dalla gioia di Haynes, un sentimento sopito da troppo tempo. [ Tu non sei il Barone dell’Armrinn ed io non erediterò alcun titolo ] Sua Madre non è più Regina, a quanto pare un’altra Sacerdotessa ha preso il suo posto. [ Ma il tuo sangue scorre nelle mie vene e non c’è dono più gradito per me. ] Suo padre non ha cognome, lei sì: ella è Haynes Fehresdóttir.

FEHRER [Tempio | Giardini Esterni] Distoglie lo sguardo. [Ti sarebbe piaciuto. Mio... fratello.] Era diverso. Sincero, in un certo qual senso. E Reinilde... ma no, no. Scuote la testa e osserva la scena. L'elsa di Rudra stretta da una mano che non sia la sua. Eppure, l'Alfiere non serba pentimento né riserve, sorridendo. Il cerchio si chiude. Al Biancospino, aprirne un altro. [La pelle della creatura marina che ha fornito il materiale per l'elsa è ricoperta da minuscoli denti, perciò l'impugnatura non scivola, neppure quando la mano è sudata. Guarda che cos'è inciso sulla lama.] Attende che la ragazzina faccia quel che le ha chiesto, prima di aggiungere: [E' un mandala delle mie terre. Una cosiddetta "blathan caerme", una ghirlanda del destino: fiori di quercia, spirea e ginestra stilizzati. Letteralmente, "va'esse deireádh aep eigean". Qualcosa finisce, qualcosa inizia. E' il tuo tempo, Haynes. Sono estremamente sicuro.] Se lui fa un regalo materiale a lei, lei ne fa uno intangibile, eppur assai prezioso, a lui. Incassa silenziosamente il colpo, annuendo dopo qualche istante trascorso a fissarla in tralice, a metà fra l'orgoglioso e l'intimorito. E' un padre, oggi. E non è solo. Si passa l'indice sotto il naso, nell'incavo poco sopra le labbra, strofinando lentamente. [Ti ringrazio. Per me è importante. Ora prepara le tue cose, bleidd «//lupa». Ci aspetta un bel viaggio.]
[Modificato da Fehrer 10/06/2016 20:49]



"Hai fatto un patto col Diavolo; e il Diavolo torna sempre a riscuotere."






Yawp
"...over the rooftops of the world."

Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 16:45. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com