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}{ Pagherai caro il tuo abbandono, così come il tuo ritorno! }{

Ultimo Aggiornamento: 04/05/2016 01:11
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04/05/2016 01:11
 
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Aingeal - Keris

}{ RIASSUNTO }{

E' notte fonda. Aingeal sta studiando un grosso tomo quando viene interrotta da qualcuno che bussa alla porta della loggia.
Quando si trova di fronte Keris, lo farà accomodare senza però rivolgergli, per il momento, alcuna parola.
Le scuse dell'uomo per essere sparito lasciano il tempo che trovano, ma Aine lo ascolta e gli offre anche da bere. Una volta che Keris ha finito la sua arringa, la Iodrak gli rivolge un'unica domanda. "Cosa senti?" La risposta sembra piacere alla ragazza la quale porrà nuovamente la medesima domanda. A quel punto Keris è costretto a mettersi in ascolto e....


...Lascio in sospeso per tutti quelli che avranno la curiosità di leggerla. [SM=g27811]


LINK FM


}{ REGISTRAZIONE }{


KERIS [Sentiero-->spiazzo esterno] E' notte sull'isola ma l'uomo non ha problemi nello sfidare quel sentiero infido che tante volte ha percorso. Si muove con tranquillità e non ha problemi ad evitare qualche sasso che potrebbe farlo inciampare e fargli fare un bel volo [//agilità +2]. Si è deciso finalmente a provare a tornare in quella dimora che per lui è ancora casa, dovrà solo vedere se gli altri lo rivorranno. Non aveva certo intenzione di sparire per sempre, sapeva che sarebbe tornato, con o senza la persona che cercava, e il destino ha voluto senza. Il corpo è coperto dal pesante mantello nero che lo accompagna sempre nei suoi viaggi, infatti è ormai un po' logoro dato l'uso. Sotto di esso si può intravedere una camicia bianca semplice e un paio di pantaloni neri che gli fasciano le gambe, ai piedi calza un paio di stivaletti di cuoio. Le spade sono sempre legate alla sua cintura: la lunga a sinistra e la corta a destra, ha anche intenzione di cambiare il suo arsenale ma questo un'altra volta. Finalmente giunge nello spiazzo esterno, davanti al gigantesco portone che ora gli crea una leggera nostalgia. Un sorriso istintivo e appena accennato solca il suo viso, contornato da una leggera barbetta corta come al solito. Non sembra cambiato molto ma adesso bisogna vedere chi abita ancora quel luogo, spera qualche viso conosciuto. Con lentezza quindi va a posizionarsi davanti alla porticina incastonata in quella decisamente più grande, e dopo un attimo di tentennamento va a bussare tre volte su di essa con il pugno destro chiuso.


AINGEAL { Salone esterno ° Poltroncine } ° { La luna è appena un graffio d’argento nel cielo. Una fioca luce che rischiara appena il cielo nero. Eppure è lì a far da guardiana, a ispirare i cuori giovani, a dare speranza a chi è nella totale oscurità, proprio come la giovane signora dei draghi chiusa nel suo antico castello. Unica fonte di luce di una razza millenaria. Fresca e profumata è la brezza che si insinua dall’apertura circolare dell’immenso salone esterno; vento dolce e tiepido che gioca con i lunghi fili d’oro che incorniciano un volto tanto serio quanto sereno. La tunica bianca bordata d’oro, lascia appena scoperte le gambe accavallate che fanno da leggio per un pesante libro sfogliato con attenzione. I capelli lunghi sono sciolti e appena trattenuti dietro le orecchie, il ciondolo con le sette pietre d’oro rifulgono sotto le danze delle torce accese; piedi nudi che si sollevano ad un ritmo ben preciso, come se la giovane avesse una melodia ben precisa nella mente, oltre al respiro costante del suo fidato compagno. Movimento che si interrompe al suono tipico di chi attende oltre la soglia di essere ricevuto. Alza lo sguardo lentamente dal libro osservando la luna in cielo. Indugia qualche istante prima di chiudere il libro, così da potersi alzare, poggiandolo sulla seduta appena occupata. | °°Aspetti qualcuno?°° | “Non che io sappia!” | La voce profonda del drago è una carezza nella mente del cigno che si allontana dalla sua postazione per dirigersi verso il piccolo portoncino. Elegante, regale, armoniosa eppure nel profondo dei suoi occhi chiari c’è determinazione. Forza. Tira i pesanti ganci così che scorrano negli augelli per sbloccare la porta e aprire al viandante notturno. } Chi desiderate messere? { Le sue parole corrono prima ancora che abbia la possibilità di osservare quel viso fin troppo conosciuto. I suoi occhi si puntano in quelli dell’uomo, lasciando intendergli di averlo riconosciuto. Ma non aggiunge nient’altro. Rimane sulla porta ad osservare Keris. }


KERIS [Portone] Si volta appena un po' indietro nell'attesa, andando a scrutare il panorama che però, data l'oscurità, poco gli offre. C'è silenzio, quell'assillante e opprimente silenzio che lo accompagna da quando è partito dall'isola, la mancanza del suo Simbionte. Sapeva a cosa andava incontro ma non pensava di starci così male, non visti i loro continui battibecchi, dolori e sofferenze che lo hanno accompagnato per diverso tempo. Eppure quel loro legame mentale non era un semplice canale per le chiacchiere, era forza, era emozione, era parte di sé, una parte che ha perso. Sospira lievemente a quel pensiero, passando poi la mano sinistra tra i lunghi capelli castani che gli arrivano fino alle spalle. Quando sente però il rumore dei chiavistelli torna a fissare le iridi di ghiaccio sull'ingresso della Loggia, con anche una lieve ansia riguardo a chi potrebbe palesarsi. Ode quella domanda e la voce non gli è per nulla sconosciuta. Un mezzo sorriso ''Aine'' sussurra quasi ma poi si corregge ''lady Aingeal'' tornano serio e inchinando anche il capo in segno di rispetto. La osserva, sarà felice di rivederlo? Non gli sembra molto, sarà odio allora? Forse ma non è un grande maestro di empatia quindi non lo sa. ''Mi...'' inizia con un leggero tentennamento ma che cerca di far sparire subito anche dall'espressione del viso che diventa seria [// sangue freddo liv.3] ''mi fa piacere rivedervi'' il tono è sincero, ma non sa se lei lo sia altrettanto, per cui non aggiunge altro aspettando un suo dire, magari lo caccerà direttamente.


AINGEAL { Portone } ° { Lo guarda. Lo studia. Aspetta che sia lui a parlare per prima. Il suo viso non mostra particolari emozioni. Non ha uno sguardo severo, è più che altro impassibile e, cercare di capire cosa stia pensando in questo frangente, è cosa ardua. [//Sangue freddo lvl 3] La mano destra poggiata sull’anta della porta a sbarrare il cammino, sebbene il braccio sinistro sia rilassato lungo il fianco. Lo vede inchinare il capo. Sembra imbarazzato. In difetto sicuramente. E, probabilmente, dal cambio repentino di espressioni, è lui che si sta arrovellando il cervello su come questo luogo potrebbe tornare ad essere la propria dimora. [// Empatia lvl 3] Passa qualche attimo in silenzio senza mai distogliere lo sguardo da quello del cavaliere perduto. | °°L’incostanza è nata nello stesso momento in cui è nato l’uomo! Ci vuole una grande faccia tosta per tornare in questo modo dopo essere spariti senza dire nulla. Ma, del resto, cosa vuoi pretendere da un rosso?°° | “Ci vuole anche una gran dose di coraggio a tornare a bussare a questo portone… ammettilo!” | °°Io la chiamerei stupidità. Sei tu che sei troppo permissiva!°° | Il breve scambio di battute tra Aine e il millenario non modifica in alcuna maniera l’espressione della ragazza che continua imperterrita ad osservare Keris. Annuisce appena alle sue parole facendo scorrere la mano sulla porta così da liberare l’ingresso. Muove anche un passo di lato dando la possibilità all’uomo di poter entrare in tutta tranquillità. Ma non dice ancora nulla per il momento. }


KERIS [Portone-->salone esterno] Continua a mantenere lo sguardo sulla ragazza, cerca di cogliere qualcosa, un accenno ma niente, nella sua poca conoscenza delle espressioni umane non può comprendere granchè. Nessuna parola gli viene ancora rivolta, segno che forse non è così entusiasta di quella riapparizione, sicuramente vuole risposte per il suo comportamento, com'è giusto che sia. La osserva scostarsi e lasciare il passo all'uomo, per lo meno è così che interpreta quel gesto. Va quindi a fare qualche passo in avanti così da entrare nel salone esterno, un rapido sguardo giusto per notare eventuali cambiamenti prima di voltarsi di nuovo verso lo Iodrak. ''Mi dispiace essere sparito'' principia con serietà e con sincerità ''ma dovevo cercare una persona, non mi sarei dato pace se non ci avessi provato, non sarei stato di aiuto più in alcun modo nello stato in cui ero'' continua sempre con sincerità ''non ho detto nulla perché supponevo mi avreste fermato e io non mi sarei neanche opposto probabilmente, dato che tengo alla congrega e a ognuno di voi'' termina infine abbassando per un attimo lo sguardo ma tornando quasi subito con gli occhi in quelli di lei. Non può sentire le parole del suo Simbionte ma può immaginare che neanche lui si felice di rivederlo, ricorda come si irritava Raiskhar nel sentire la presenza della consorella quando si incontravano. Resta silente ora, in attesa di un suo giudizio, se vorrà rivolgergli la parola.


AINGEAL { Portone } ° { Lo guarda attraversare la soglia e attende che passi prima di richiudere la porta tirando nuovamente i ganci. Allunga appena le labbra in un sorriso a quel timido accenno di scuse, ma lui non può vederla ancora girata di spalle ad assicurare bene che i chiavistelli del portoncino. Si volta solo quando lui inizia a far rotolare parole fuori dalla sua bocca come un torrente in piena. Alza il braccio facendogli cenno di accomodarsi in quel salottino austero, ma in qualche modo accogliente. Se accogliesse il suo invito, lo seguirebbe di qualche passo dietro di lui. Lo lascia accomodare per recarsi poi verso la piccola credenza addossata al muro di pietra. Un calice di vetro viene riempito con nettare rubino e consegnato all’ospite, poi anche Aine prenderà posto sulla poltroncina occupata dal libro che verrà poggiato con garbo e attenzione a terra prima di sedersi a sua volta. Lo guarda ancora per un momento. } Cosa senti? { E’ una domanda tanto banale quanto complessa. Cosa vorrà sapere la giovane Iodrak dall’uomo? Vorrà conoscere cosa c’è nel suo cuore? O cosa effettivamente le sue orecchie riescono a percepire in quel luogo antico? Keris probabilmente potrà comprendere che, da come risponderà alla sua domanda, ne varrà la sua permanenza alla loggia. }


KERIS [Poltrone] La ragazza lo interrompe con un gesto e nient'altro, ancora nessuna parola sembra essere rivolta verso l'uomo. Non comprende se vuole torturarlo o punirlo, ma se è quello il suo intento ci sta riuscendo. La segue verso le poltroncine poste nella stessa posizione di sempre. Il tempo non sembra aver mutato questo luogo come se la vera essenza dei Draghi scorresse nelle mura della Loggia. Prende posto su una delle poltrone, dopo essersi tolto le armi dalla cintura e averle poggiate li vicino. Prende il calice che gli viene offerto con la mano destra, ma non dice nulla, non comprende questi convenevoli quando però non gli viene offerta neanche una parola. E poi finalmente giunge, l'arduo quesito, si aspettava qualche domanda difficile, come anche quelle che gli rivolgeva Arhil a suo tempo, sembra proprio che la giovane si sia calata nel suo ruolo alla fine. Non può pensarci troppo, in fondo è una domanda talmente ambigua o forse così semplice, che l'uomo si limiterà a dire la verità, quello che sente dentro di sé. ''Silenzio'' dice semplicemente ma poi continua ''e non intendo il silenzio della Loggia come potete ben capire, quello è un un piacere, intendo nella mia mente, nel mio animo, quel silenzio derivato dalla rottura di un legame a cui non mi sono mai abituato in tutto questo tempo'' il tono è serio e lo sguardo è rivolto sempre negli occhi dell'altra, così da far comprendere la totale sincerità del suo dire ''sento come se una parte di me fosse stata tagliata via, e sento che solo questo luogo e voi tutti potete restituirmela, se lo vorrete'' termina con tono grave, sperando di essere stato esauriente visto che ha messo a nudo il suo stato d'animo e le sue sensazioni più intime.


AINGEAL { Salone Esterno ° Poltroncine } ° { La iodrak potrebbe essere giovane per quel ruolo, ma le sue esperienze, la sua crescita avvenuta tra le sofferenze più temute da qualsiasi uomo, la solitudine, hanno fortificato la sua persona, rendendola un tempio sacro adatto a custodire i segreti di un luogo e di un sapere millenario come quello dei draghi. Ascolta il dire di Keris, la sua risposta sincera. Annuisce. Sembrerebbe compiaciuta. Attende che finisca di parlare, di esporre quanto difficile sia stata la separazione col suo simbionte, e come abbia influito su di lui questa assenza. [//Empatia lvl 3] Rimane qualche istante in silenzio. Si appoggia con la schiena alla poltroncina rilassandosi del tutto. Chiude le palpebre e trae un profondo respiro. } Cosa senti, Keris? { Gli ripete la domanda aggiungendo il suo nome, ma non perché non gli sia piaciuta la risposta fornitale, ma perché forse c’è anche qualcos’altro al quale l’uomo dovrà prestare attenzione. La voce è dolce, appena un sussurro sulle labbra tornite. Lei è in posizione di ascolto, assorta e concentrata. }


KERIS [Salone esterno - poltroncine] Continua ad osservarla, non è imbarazzato da quel che ha detto e non teme neanche una sua risposta negativa, è stato quanto più sincero possibile e non può darle di più. Non riesce a percepire ancora nessun suo segnale, per lo meno però non sembra aver sbagliato completamente. Ascolta infine quella domanda, la medesima, ripetuta con solo il suo nome in aggiunta. L'espressione del nordico si fa leggermente perplessa, non comprendendo appieno cosa la ragazza voglia sapere da lui. Può forse scorgere però quel suo fare, quell'attenzione nell'ascoltare proprio in senso fisico. Decide di provare anche lui allora, restando in silenzio, chiudendo anche gli occhi e concentrandosi il più possibile sull'udire quello che la giovane Iodrak vuole che lui senta.


ATTENDERE RESPONSO

Il crepitio delle fiamme. E’ questo l’unico suono che si ode nel momento in cui la domanda della Iodrak viene posta nuovamente. Passano attimi. Minuti interminabili, ma poi qualcosa sembra giungere alle orecchie dell’uomo. Un sussurro dapprima lontano si fa lentamente più vicino. Keris non comprende da dove arrivi. Non ha il simbionte che lo può guidare attraverso la sua esperienza diretta. Forse è solo il vento che si insinua nei cunicoli della loggia ad ingannare la sua mente. Starà allo stesso cavaliere discernere cosa sia reale e cosa no per trovare la chiave di lettura. L’aura di Aingel si fa lentamente più luminosa, avvolgendola di un alone dorato. “Cosa senti Keris?” La voce della Iodrak sembra mutare. E’ come se alla sua si sovrapponessero voci antiche con il loro carico di sapere. L’uomo potrà avvertire l’odio del nero, la furia della rossa, la falsità del verde. Ma anche la benevolenza del dorato, la giustizia dell’argento, la saggezza del bronzo. La marzialità dello zaffiro, l’onore dell’ametista, l’egoismo del topazio. Avvertirà una forte pressione alle tempie tanto da spezzargli il fiato. “COSA SENTI KERIS?” Le voci prendono forza e sconquassano la mente dell’ex cavaliere. [//VAI KERIS]



KERIS [Salone esterno - poltroncine] Resta attimi interminabili con gli occhi chiusi in quel silenzio quasi assordante che li circonda, non è un problema in fondo per l'uomo, abituato anche a sessioni di meditazione nel passato, però sarebbe concentrato nel ascoltare qualsiasi cosa gli sia possibile percepire. Eccolo che arriva, una specie di sussurro, istintivamente apre gli occhi. Se lo è immaginato? O forse era Aingeal che ha detto qualcosa? Ma no, sembrava diversa. Vede ora quell'inspiegabile aura che contorna lo Iodrak restando perplesso, è un illusione? Volge gli occhi verso il salone mentre ancora gli viene rivolta quella domanda ma questa volta percepisce qualcosa di diverso, tante voci, che lentamente si fanno più presenti. Antiche forze, conoscenze infinite, sembrano proprio le voci di tutti i Draghi che aleggiano in quel luogo, la loro essenza. E l'uomo verrebbe investito da tali presenze, quell'invasione nella sua mente che fin'ora era stato abituata a tenerne uno ma adesso sembra che siano tutti, proprio tutti nella sua testa. E' uno sforzo decisamente arduo da sostenere e le mani vanno istintivamente a portarsi attorno al capo, come per sorreggersi e stringendo i denti resisterebbe [//resistenza +1]. ''Sento...'' dice con un attimo di pausa, come se neanche lui riuscisse a sentire la sua voce ''SENTO LE VOCI DEI DRAGHI'' urla come per sovrastarle, per farsi sentire dallo Iodrak che non sa se le sente anche lei o meno, probabilmente sì.


ATTENDERE RESPONSO

Sebbene non vengano spese altre parole, il dolore alla testa non accenna a diminuire. Anzi. Il respiro costante degli antichi è una goccia precisa che a scadenza provocano fitte allucinanti. Un dolore che, se persistesse, porterebbe sicuramente alla pazzia. La voce di Keris rimbomba tra le mura della loggia, ma un drago è fin troppo per un uomo solamente, figuriamoci uno per ciascuna sfaccettatura delle tre vie. Dolore. Impotenza. Non potrà fare altro che abbandonarsi a quel tormento che sembrerebbe non avere fine. Le membra si lacerano, percepirà nettamente lo sfibrarsi del suo corpo, come se muscoli e nervi si sfilacciassero uno per uno e, quando avrà la sensazione di prendere il suo ultimo respiro prima dell’eterno sonno, tutto tornerebbe ad immergersi in un silenzio surreale. Non c’è nemmeno più quel dolore devastante. Keris non riporta nessun tipo di ferita apparente. E’ stata solo immaginazione? E’ una domanda che si affaccia timida nella sua mente, ma viene letteralmente spazzata via dalla presenza del Rosso, Raiskhar Ixen Kepesk. “Stupido e inetto. Pensavi davvero che potessero bastare delle banali scuse per poter essere nuovamente degno di portare le effigi dei cavalieri dei draghi?” La voce sprezzante del simbionte cromatico sibila nella mente provata del cavaliere. “TU SEI MIO! PICCOLO UOMO CHE NON SEI ALTRO. LO SEI SEMPRE STATO E PAGHERAI CARO IL TUO ABBANDONO, COSI’ COME IL TUO RITORNO!” Il simbionte lascia per il momento la mente di Keris, il quale potrà comunque avvertire la sua presenza. [//VAI KERIS]



KERIS [Salone esterno - poltroncine] La Loro presenza è davvero insopportabile, anche per una mente che si è allenata anni, ma per sopportarne uno, non per ogni singolo Drago di ogni specie. La sua resistenza[//+1] non sarebbe per nulla bastevole a poter contenere una tale manifestazione di dolore. Stringe i denti, urla di nuovo, sente ogni parte del suo corpo che va in pezzi, anche l'animo sembra lacerarsi sotto la potenza degli Antichi. E' arrivata la sua ora, questa è la punizione per aver abbandonato la congrega, essere divorato dall'essenza di quelle Creature a cui era devoto. Starebbe quasi per abbandonarsi a quel pensiero quando tutto finisce di colpo. Un sollievo inspiegabile lo riporta alla realtà, nessuna ferita, nessuna lacerazione apparente, però l'uomo ansima ancora provato da quella strana e improvvisa esperienza. Tutti i suoi dubbi però passano in secondo piano quando una voce più che familiare si fa largo nella sua mente, una sola questa volta, ben distinta e del quale riconosce senza dubbi l'immonda malvagità. Stringe ancora i denti ascoltando quelle parole, non sa se essere felice o preoccupato, però è tornato, il suo Simbionte, che seppur gli instilla furia, rabbia e sofferenza sa che fa parte di sé e non può farne a meno. *Sono pronto* dice mentalmente in risposta al Rosso, che dopo quell'avvertimento lo lascia per ora, anche se può ben sentirlo presente nella sua mente, tornata di nuovo completa. Lo sguardo ora andrebbe a ricercare la presenza dello Iodrak, che non sa a cosa ha assistito e se è ancora lì.


AINGEAL { Salone Esterno ° Poltroncine } ° { Aingeal stringe le palpebre prima di riaprirle del tutto. L’aura dorata si è lentamente affievolita anche se non sembra averla abbandonata del tutto. Prende un profondo respiro per poi guardare il cavaliere provato, nella mente più che nel fisico, dall’aggressione degli antichi. Le labbra si incurvano appena in un sorriso stanco. } Kaetaa… Keris! { Ed è nella lingua dei draghi che Aine gli si rivolge finalmente. } Credo che Sigieth avrà voglia di vederti presto. Riposati stanotte… ma non farlo attendere troppo, dovrai nuovamente fare tua la Lex e, non credo che ci andranno troppo leggeri. { Riferendosi al drago di bronzo e al rosso. Si alza dalla poltroncina facendo uno sforzo enorme per non barcollare. Ha le gote pallide ma, il sorriso che campeggia sulle sue labbra, le conferisce una luce particolare. } Ben tornato cavaliere! { Avranno modo di parlare presto, ora però ha solo bisogno di una lunga dormita e lasciare che sia il suo dorato a sanare l’inferno vissuto nella sua mente. }


KERIS [Salone esterno - poltroncine-->corridoio est] La vede riprendersi a sua volta, a quanto pare anche lei ha passato qualcosa di simile a lui o comunque qualcosa di terribilmente faticoso. Le sorride istintivamente quando gli viene rivolto quel saluto, così familiare che gli sembra di non aver mai abbandonato ''Kaetaa Aingeal'' direbbe a sua volta mentre la vede alzarsi dalla poltroncina con leggera fatica. ''Permettete che vi aiuti'' le dice apprensivo ora mentre si alza a sua volta, anche se un leggero capogiro lo fa bloccare fermo in piedi, per fortuna sarebbe abbastanza agile [//agilità +2] da non cadere portando le gambe ad allargarsi leggermente per avere maggiore stabilità. ''Ho notato'' dice in risposta alle sue parole ''non vi preoccupate, mi metterò sotto quanto prima, è da tanto che non rivedo il caro Sigieth'' il tono sereno e sincero. Una volta ripreso controllo del suo corpo se gli fosse permesso aiuterebbe la ragazza a sorreggersi ''grazie'' conclude poi alle sue ultime parole. L'accompagnerebbe quindi verso il corridoio est, diretti alle loro stanze, per riposare dopo quella fatica che ha colpito entrambi.



Il mio nome è Aingeal Eilinoir Branwen Tinuviel e sono il Cigno dei Wright




Ogni volta che dico qualcosa di cui mi pento urlo “Non voglio perderti!” Ma in qualche modo so che non mi lascerai mai!

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