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Giochi o non giochi? (solo yaoi/shonen-ai/slash)

Ultimo Aggiornamento: 08/12/2016 14:01
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Post: 3.284
Giudice*****
06/08/2016 12:23
 
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Re:
TheGhostOfYou.0.00, 06/08/2016 10.46:

Grazie mille per il giudizio, apprezzatissimo, ed il premio speciale. Che dire, non mi aspettavo un giudizio così positivo!
Per quanto riguarda Brenda, si, devo dire di aver esagerato per mancanza di cura nei suoi confronti, della serie che proprio non l'ho calcolata e quindi non ho pensato a renderla quanto più IC, ed anche un'antipatia innata e profonda nei suoi confronti.
Per quanto riguarda i cambi di pov, non ho pensato a farli standard (flashback di Newt e presente di Thomas) solo perchè mi sembrava più azzeccato dar voce a entrambi più o meno allo stesso modo.
Grazie ancora, mi è piaciuto molto partecipare a questo contest.
Hai intenzione di indirne altri?



Grazie per aver risposto! [SM=g27987]
Sono felice che il giudizio ti sia piaciuto... io la tua storia l'ho adorata! ^^

L'appunto che ti ho fatto sull'alternanza di POV è derivato più che altro dal fatto che il primo paragrafo è tutto su Thomas, il secondo tutto su Newt, il terzo di nuovo tutto su Thomas... e il quarto su entrambi, mentre il quinto ritorna tutto su Thomas. Ecco, onestamente mi è suonato un po' strano perché il quarto è l'unica eccezione ad una regola che volontariamente o no avevi introdotto, ma come ti ho già detto il passaggio di punti di vista è molto naturale e non dà affatto fastidio, anzi, aiuta il lettore a capire al meglio entrambi i protagonisti.

Capisco l'antipatia per Brenda (io ad esempio non sopporto Teresa u.u), e comunque è solo una piccolezza (tra l'altro facilmente rimediabile, in caso) che di certo non rovina la storia.

E sì, in effetti ho già un altro contest attivo sui cliché; il link è questo qui, se ti va di dargli un'occhiata [SM=g27988]

A presto!
rhys89

La mia pagina EFP
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Tratto da "Cara Mathilda" di Susanna Tamaro

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Post: 3.549
Giudice*****
06/08/2016 20:51
 
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Re: Mi piace il tuo profumo
rhys89, 05/08/2016 11.57:

Mi piace il tuo profumo di ManuFury




Titolo:

Nella sua semplicità questo titolo è molto dolce ed evocativo, che concentra in sé il fulcro di tutta la storia, ponendo l’accento su questa strana mania di Mike di annusare il prossimo.
Mi è molto piaciuto anche che il titolo sia proprio una citazione significativa della storia stessa ed ho apprezzato che usi proprio quella citazione per concluderla, chiudendo il cerchio iniziato dal titolo.



Sviluppo del gioco:

La quasi totalità della storia si svolge all’interno dello stanzino dei “sette minuti all’inferno in paradiso”, e il gioco stesso è il perno attorno cui ruotano tutti gli avvenimenti, quindi hai risposto perfettamente alla richiesta del contest.
Hai scelto un’impronta molto classica per questo gioco, ma mi è piaciuto come sei riuscita a personalizzarla attraverso tanti piccoli particolari lanciati qua e là (come ad esempio che i due prima di Mike ed Erwin avevano finito col fare a botte).



Caratterizzazione dei personaggi:

Ok, lo ammetto: Mike è un personaggio che finora non avevo minimamente calcolato, mentre Erwin mi stava decisamente sulle scatole.

Ecco, e adesso passiamo alla tua storia, perché grazie all’eccellente caratterizzazione che hai delineato non solo mi hai fatto conoscere e apprezzare Mike, ma sei anche riuscita a farmi piacere Erwin… e credimi, non è un impresa da poco.

Il punto di vista è esclusivamente di Mike, ma attraverso i suoi occhi, il suo naso e i suoi pensieri arriviamo a conoscere anche Erwin molto, molto bene.

La storia si apre con l’inizio del gioco, ma abbiamo subito una digressione sui pensieri e riflessioni di Mike: ci viene presentato come un personaggio introverso e schivo, abbastanza sicuro di sé da ascoltare il proprio istinto e lasciarsi mettere in un angolo da persone che non gli piacciono piuttosto che chinare il capo e accettare loro e la loro puzza pur di restare “nel branco”.

Ho trovato verosimile anche che, pur rimanendo solitamente in disparte, anche Mike di tanto in tanto si lasci convincere a partecipare alle attività di gruppo, soprattutto se a insistere è uno dei pochi che non gli dispiacciono… e altrettanto verosimile è il suo rimpianto iniziale a non essersi opposto con più fermezza, data l’imbarazzante situazione di stallo in cui rimane invischiato.

Erwin ci viene descritto da Mike come “un veterano uscito ferito da innumerevoli battaglie”, molto più maturo della sua età effettiva e completamente diverso da tutti i coetanei che conosce.

Il che tra l’altro è solo un bene, perché tra tutti i coetanei che Mike conosce non ce n’è neanche uno che apprezzi veramente, o che almeno desti in lui un qualche interesse.

La scena “dell’annusata” è allo stesso tempo comica e ricca di pathos: è comico immaginarsi l’immagine in sé, ma sapere cosa c’è dietro quel gesto all’apparenza ridicolo fa vedere al lettore le cose sotto una luce completamente diversa.

Mi è molto piaciuta la reazione che ha avuto Erwin: non si è minimamente scomposto a quel gesto bizzarro, ha semplicemente chiesto una spiegazione e l’ha accettata con la stessa naturalezza con cui gli è stata fornita.

Come pure mi è piaciuto quel “mi piace il tuo profumo”, e tutte le implicazioni che nasconde: Mike ha riconosciuto in Erwin un’anima affine, qualcuno che per una volta vorrebbe davvero conoscere meglio perché pensa che ne varrebbe la pena.

Non sappiamo quanto di questo “non detto” abbia percepito Erwin, ma probabilmente qualcosa gli è arrivato davvero perché la sua maschera – quella che forse ha messo su per difendersi dai pregiudizi della gente per via di suo padre – inizia a incrinarsi.

La scena del bacio è strana, vibrante, con un senso di aspettativa che viene appagato soltanto a metà: Erwin non si ritira dal bacio come Mike aveva pensato (temuto?), ma nemmeno risponde, lasciandosi baciare senza però mettere in gioco le sue carte.

Ho trovato questa reazione estremamente plausibile per un tipo intelligente e calcolatore come Erwin: probabilmente Mike l’ha colto di sorpresa – in fondo si conoscevano a malapena – e prima di sbilanciarsi in un senso o nell’altro ha aspettato di vedere quali sarebbero state le sue prossime mosse, così da non farsi trovare impreparato.

Ed è assolutamente consono alla loro personalità che alla fine, quando sentono bussare alla porta, entrambi si ricompongono come se nulla fosse successo, tenendo per sé questo piccolo segreto e lasciando gli altri nella convinzione che in quello stanzino non sia successo assolutamente nulla.



Stile e trama:

Lo stile della storia è altamente introspettivo, eppure queste riflessioni vengono proposte in modo semplice e naturale, complici un linguaggio curato ma non forbito e una sintassi ben strutturata (anche se talvolta fin troppo ricca di virgole) con periodi articolati ma non pesanti, che non raggiungono mai il secondo grado di subordinata e consentono quindi di seguire sempre perfettamente il filo del discorso.

La storia si svolge quasi esclusivamente all’intero dello stanzino dei “sette minuti in paradiso”, ma la narrazione talvolta ne esce, spaziando da un piccolo flash-back iniziale su come è cominciato il gioco, a uno più profondo sull’infanzia di Mike, e poi ancora a riflessioni varie ed eventuali su tutte le persone che lo circondano.

L’atmosfera in quello spazio ristretto viene vissuta inizialmente come “claustrofobica”, e il lettore stesso la respira così. Anche la candela accesa, che potrebbe essere intesa come un qualcosa di romantico, contribuisce invece a creare quella tensione tipica di due personalità introverse che, contro la loro volontà, sono costrette a interagire.

Mike passa i primi minuti a studiare il suo “compagno di sventura”, e mentre lui si perde in questi pensieri il lettore viene a conoscenza non soltanto delle – poche – informazioni che ha di Erwin e delle – molte – supposizioni che fa sul suo conto, ma anche di svariati dettagli della personalità di Mike stesso.

A questo proposito sono combattuta: da un lato ho apprezzato molto tutte quelle piccole e grandi precisazioni sui suoi comportamenti perché hanno contribuito non poco a definire la sua caratterizzazione; dall’altro, proprio perché il narratore è interno e non onnisciente, forse alcune cose potevano essere taciute, più lasciate intendere tra le righe che messe proprio nero su bianco (ad esempio quando specifichi che Mike non si vergogna di farsi notare mentre annusa Erwin per la prima volta).

I dialoghi in questa storia sono pochissimi e brevi, ma sono tutti gestiti perfettamente: sono verosimili e adeguati al contesto, per nulla artificiosi; leggendo si può facilmente immaginare l’uno o l’altro mentre pronuncia la sua battuta, e questo dettaglio aggiunge realismo a una storia già di per sé molto accurata dal punto di vista della caratterizzazione e dell’introspezione psicologica.

La scena del bacio arriva quasi in punta di piedi, inaspettata ma non per questo fuori luogo, estremamente naturale nonostante i presupposti potrebbero far pensare il contrario.

Insomma, abbiamo già abbondantemente sottolineato quanto sia Mike che Erwin siano due ragazzi orgogliosi e introversi, poco avvezzi alla socializzazione… eppure quest’alchimia che scaturisce all’improvviso è palpabile attraverso le parole, in un crescendo rapido ma ugualmente plausibile che sfocia in “un bacio piuttosto casto, di quelli fatti per non mettere fretta, ma che vorrebbero essere chiaramente più passionali”.

Ecco, questa descrizione l’ho trovata perfetta per quel momento: nonostante quest’attrazione magnetica Mike non perde il controllo, rimanendo fedele a se stesso in un contatto sì intimo ma comunque non invadente; così come Erwin, che pur non ritraendosi nemmeno ricambia quel bacio, limitandosi quasi a “subire” (e probabilmente analizzare) quella situazione nuova e forse piuttosto strana, senza dare a intendere se la sua iniziale sorpresa fosse positiva o negativa.

Si avverte appieno l’irritazione di Mike quando il leggero bussare alla porta gli impedisce di provare a scoprire fin dove potrebbe spingersi, ma poi l’atmosfera si distende e quello che traspare è la sensazione di silenziosa complicità tra i due protagonisti.

Erwin rimane criptico fino alla fine, ma quell’ultimo sussurro di Mike lascia chiaramente intendere che, da parte sua, non gli dispiacerebbe affatto riprendere quel “discorso” iniziato dentro lo stanzino. Magari stavolta senza i minuti letteralmente contati.



Gradimento personale:

Come ti ho già detto, la Mike/Erwin è una coppia a cui non avevo mai pensato, ma sono felice che tu mi abbia fatto leggere questa storia perché l’ho trovata davvero molto dolce e romantica.
L’accuratissima introspezione psicologica, intensa ma mai pesante, mi ha permesso di immedesimarmi a fondo nei personaggi, e questa full-immersion mi ha veramente incuriosita. Spero davvero di poter leggere qualcos’altro di tuo su di loro, in futuro.











HOLA! ^_^

Ti ringrazio per il bellissimo Giudizio e sono felice che la storia ti sia piaciuta! *Q*
Mi spiace solo che oggi sono di fretta, quindi... posso chiederti se mi lasci la Valutazione come Recensione e poi, appena torno dalla vacanza studio, ti rispondo con calma.
Grazie ancora, comunque! ^^
Alla prossima,
ByeBye

ManuFury! ^_^



"Duncan delle Lame... Gladiatore ed esiliato.. potrà uscire dall'Arena in soli due modi: da vincitore o da cadavere.

Warren Velenodikobra... discendete in una delle più nobili casate di Cavalieri di Drago... vuole ottenere una sola cosa, l'approvazione di suo padre.

Sasha l'Ardente... spadaccina infallibile... che vuole solo scoprire chi è in realtà.


E Dagh dagli Occhi d'Argento... Protettore di Drakkas... offrirà loro un'avventura indimenticabile!"

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Giudice*****
07/08/2016 09:20
 
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Re: Re: Mi piace il tuo profumo
ManuFury, 06/08/2016 20.51:




HOLA! ^_^

Ti ringrazio per il bellissimo Giudizio e sono felice che la storia ti sia piaciuta! *Q*
Mi spiace solo che oggi sono di fretta, quindi... posso chiederti se mi lasci la Valutazione come Recensione e poi, appena torno dalla vacanza studio, ti rispondo con calma.
Grazie ancora, comunque! ^^
Alla prossima,
ByeBye

ManuFury! ^_^





Grazie per aver risposto! [SM=g27987]
Sono felice che il giudizio ti sia piaciuto, appena possibile passerò a lasciartelo come recensione [SM=g27988]

A presto!
rhys89

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Tratto da "Cara Mathilda" di Susanna Tamaro

09/08/2016 10:39
 
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Re: Uno stupido gioco non ha mai ucciso nessuno - finora
rhys89, 05/08/2016 11.56:

Uno stupido gioco non ha mai ucciso nessuno - finora di hes!




Titolo:

Il titolo è originale e molto ben azzeccato, con quella postilla finale che fa sorridere il lettore ed è preludio ad una storia dalle venature tragicomiche.
Mi è piaciuto molto anche che tu l’abbia ripreso alla fine, chiudendo il cerchio della storia esattamente come ha avuto inizio.



Sviluppo del gioco:

Allora, parto col dire che il tuo sviluppo del gioco è sicuramente uno dei più originali che ho letto non solo in questo contest, ma in generale: il gioco ha avuto un inizio molto classico, – con l’espediente di Sasha e di quel ricordo della sua infanzia – ma poi l’hai portato a concludersi non solo il giorno dopo, ma anche con un espediente innovativo (e soprattutto senza il consenso dei partecipanti e con la completa estraneità ai fatti di uno dei due).



Caratterizzazione dei personaggi:

Nonostante la narrazione sia focalizzata sul punto di vista di Eren sei riuscita a sviluppare molto bene la caratterizzazione di tutti i personaggi (protagonisti o comparse che siano) presenti all’interno della tua storia.

Partiamo con Sasha che ha rubato l’ennesimo spuntino dalle scorte: è lei che propone l’idea di questo gioco, e mi è piaciuto molto come escamotage perché la sua idea è completamente ingenua e disinteressata, volta soltanto a passare una serata diversa dal solito.
E poi una nota di merito va a quel “Lo chiamano "7 minuti in paradiso" e qui ci vuole, dato che stiamo all'inferno da troppo tempo”: mi ha colpito molto perché la ritengo una frase che, con tutta la semplicità tipica di Sasha, rispecchia perfettamente il tetro quadro della loro quotidianità.

Anche Connie che sfrutta ogni pretesto per le sue battute è assolutamente fedele a se stesso, così come l’insofferenza di Jean è propria di lui.

Mi è anche piaciuta Mikasa, nel suo piccolo, con quel “Facciamolo” tutto serio che potrebbe sembrare fuori luogo e invece ci sta decisamente bene perché è proprio della sua personalità.

Hanji poi è assolutamente meravigliosa: ce la vedo proprio ad impicciarsi in questo gioco che avrebbe dovuto essere innocente, e anche a tirarci dentro i più svariati partecipanti (i più dei quali probabilmente ignari di esserlo).

Così come mi è facile figurarmi Eren che spera di aver scampato quel massacro psicologico, mentre invece faccio un po’ fatica a immaginarmelo che se la svigna quando viene estratto il suo nome: Eren è un ragazzo irascibile e testardo, che tende a prendere qualsiasi cosa come una sfida a cui non si tira indietro; in caso, visto che comunque è vero che questo è un gioco che lui ritiene stupido, non penso si sarebbe fatto problemi a tirarsene fuori ben prima che venisse estratto il suo nome, andandosene per i fatti suoi da un'altra parte, magari.

Non mi ha convinto nemmeno il fatto che sia arrivato persino a sognarselo la notte, questo misterioso personaggio con cui avrebbe dovuto condividere i sette minuti in paradiso. Non che non mi sia piaciuto, eh, perché è una scenetta che mi ha fatto sorridere… solo non l’ho trovata molto verosimile, ecco tutto.

Ho invece trovato estremamente plausibile che Levi, per punirlo della sua incapacità di trasformarsi, lo costringa a ripulire il pavimento dalla cacca di cavallo, e anche che stia lì a supervisionarlo per assicurarsi che lo faccia come si deve.

La considerazione di Eren sul fatto che probabilmente “quel cavallo era pelato, senza zoccoli e più idiota”è superba, divertente è assolutamente verosimile.

Molto ben delineate le personalità sia di Eren che di Levi durante la prima parte di questa pulizia, con Eren che “dà sfoggio della sua sacra intelligenza” e Levi che si dimostra il solito, adorabile, acidissimo scaricatore di porto.

Dopo che la porta viene chiusa, Eren si fa cogliere dal panico, e questo è comprensibile: non solo è rinchiuso in una stanza maleodorante, ma quella stanza è a dir poco striminzita… e deve dividerla con Levi, di cui ha un sacro terrore.

La goffaggine con cui poi riesce addirittura a peggiorare una situazione già scomoda di per sé fa quasi tenerezza, e mi è piaciuta molto anche la sua personale interpretazione sul perché il cuore di Levi battesse così in fretta: il suo ragionamento è forse un po’ ingenuo, ma assolutamente sensato.

Ho apprezzato anche la scena del bacio, e non solo per gli ovvi motivi da fangirl, ma anche perché hai saputo dosare alla perfezione l’ingenua semplicità di Eren, un pizzico di romanticismo e l’effetto sorpresa finale, quando Levi – dopo quella che Eren aveva scambiato (erroneamente?) per una carezza – allontana malamente Eren da sé per potersi alzare e andare così a riaprire la porta.

La ricomparsa in scena di Hanji conferma la caratterizzazione perfetta che aveva avuto all’inizio, e quel sottolineare come tutti e tre (Hanji, Eren e Levi) abbiano avuto quello che – per tre ragioni diverse – stavano aspettando ha contribuito a consolidare anche le caratterizzazioni degli altri due.

In tutta sincerità, però, non mi è piaciuta l’uscita finale di Levi: un doppio senso volgare e a parer mio piuttosto squallido, che ha rovinato tutta l’atmosfera ambigua al punto giusto e altamente realistica che avevi creato con tanto impegno.

Senza contare che persino uno come Eren si sarebbe fatto venire qualche dubbio nel sentire una cosa del genere, e mi sembra un tantino inverosimile che l’abbia presa “come una sentenza di morte”. Avrei trovato più sensata una certa confusione mista a un più o meno marcato imbarazzo.



Stile e trama:

Prima di cominciare voglio fare una doverosa premessa: di solito non metto becco nella formattazione delle storie (anche perché se il carattere usato è troppo piccolo o non mi piace lo cambio sul file e il problema è risolto), ma nella tua storia hai creato quello che viene comunemente definito “un muro di testo”, il che ha conseguenze piuttosto spiacevoli.

La prima è che, aprendo la pagina, il lettore si trova davanti a un blocco quasi (qualche a capo c’è, anche se sporadico) unico di testo, senza spaziature, rientri o interlinee. Questo affatica gli la vista e lo rende istintivamente maldisposto verso la storia stessa, impedendogli di godersela appieno.

La seconda tocca anche un aspetto sintattico: norma vuole, infatti, che una volta terminato un concetto logico si vada a capo; questo presupposto è valido in particolare quando, in un dialogo, si passa da un interlocutore all’altro, perché altrimenti si può generare confusione su chi ha detto cosa.

La terza è più generale: dare alla pagina una forma più ordinata aiuta il lettore a districarsi tra le fila della trama, e inoltre i vari “a capo” contribuiscono non poco a scandagliare il ritmo del racconto, tanto quanto la punteggiatura (un punto e a capo crea uno stacco maggiore di un semplice punto, per esempio).

Ho voluto fartelo notare perché la storia è molto carina e scritta bene, ma con quest’impaginazione mi sono dovuta sforzare per seguirla dall’inizio alla fine. In tutta onestà, se me la fossi trovata di fronte al di fuori di questo contest non avrei nemmeno perso tempo a cercare di leggerla… il che è un vero peccato, perché invece merita.


Bene, e ora passiamo all’analisi vera e propria.

Lo stile usato in questa storia è fluido e lineare, costituito da una sintassi semplice ma ben curata: nonostante ci siano periodi anche piuttosto lunghi sono sempre ricchi di coordinate, e la struttura è tale che non si perde mai il filo logico del discorso.

Il lessico si suddivide drasticamente tra quello usato nella narrazione lineare, dove abbiamo un linguaggio piuttosto ricercato, e i discorsi (e i pensieri) diretti, dove invece troviamo espressioni colloquiali anche parecchio colorite. Ho apprezzato moltissimo questo contrasto, perché rende altamente verosimili i dialoghi – e i personaggi con essi – senza però abbassare il livello della narrazione.

Lo sviluppo della trama inizia in modo semplice per poi complicarsi sempre di più, aggiungendo imprevisti e colpi di scena che la rendono decisamente originale.

La storia si suddivide in due grandi blocchi: la prima parte dove viene presentato il gioco, e la seconda dove il gioco stesso trova la sua inaspettata conclusione.

La scena iniziale del falò è molto ben descritta, condita da riflessioni più o meno serie e battute più o meno scontate (ma sempre adatte alla situazione, e soprattutto al “mittente”). Mi è piaciuto – ma te l’ho già detto – l’escamotage di Sasha per dare il via al gioco, e anche come, una volta che Mikasa ha accettato di partecipare, tutti gli altri le sono andati dietro perché sì: in fondo quella ragazza ha il potere di riuscire a trascinare i compagni in ogni occasione, in mezzo alla battaglia come in momenti di svago.

Il paragrafo si conclude bruscamente con Eren che corre via, troncando a metà il gioco e lasciando il lettore – insieme a Eren stesso – con la curiosità di scoprire quale fosse questo famoso nome che Hanji ha estratto tra i molteplici bigliettini a sua disposizione.


La scena successiva vede un Eren amareggiato dalla sua incapacità di trasformarsi che si affanna a ripulire il pavimento sotto la supervisione di Levi.

L’atmosfera tra i due è pesante come sempre, ma diventa esponenzialmente più tesa non appena la porta si chiude dietro Levi, bloccandolo al buio con Eren in una stanzuccia già stretta di per sé e con l’aggravante di tutto il maleodorante fardello che ricopre mezzo pavimento.

Hai reso molto bene l’agitazione di Eren in questo frangente: il suo continuo agitarsi che lo porta poi a ritrovarsi in una posizione ambigua e compromettente con Levi trasforma quello che potrebbe sembrare un trucchetto scontato in un’inevitabile conseguenza della sua goffaggine.

Tanto più che invece Levi, decisamente il più intelligente tra i due, aveva fatto l’unica cosa saggia da fare: era rimasto fermo, consapevole probabilmente che l’unico modo per venir fuori da quella situazione spinosa era restare lucidi.

Ho trovato molto originale, oltre che adeguata al contesto, anche la riflessione di Eren che probabilmente il cuore di Levi batteva così forte per paura che lui si trasformasse in un gigante lì dentro: considerando che la tua storia è una Levi/Eren, il fatto che Eren stesso non ci trovi nulla di romantico in quella situazione ma, al contrario, si limiti a pensare a qualcosa di concreto e per nulla piacevole è al tempo stesso dannatamente frustrante, per il lettore, e decisamente realistico.

Quel bacio leggero – che bacio non sembra nemmeno – arriva inaspettato e confuso, e per una volta Eren dimostra tutta l’ingenuità dei suoi quindici anni in quella riflessione su ciò che gli aveva detto Christa sul fatidico “primo bacio”.

La tensione sale alle stelle nel momento in cui Levi gli passa una mano dietro la nuca… per poi esplodere in un nulla di fatto con l’ennesimo improvviso stravolgimento della situazione, che porta Eren a tornare coi piedi per terra da quelle pseudo fantasticherie e rendersi conto della situazione in cui si trova.

Sul provvidenziale intervento di Hanji, la battuta finale di Levi e la conseguente reazione di Eren mi sono già espressa, quindi non mi dilungo oltre.

L’ultima frase a effetto è veramente appropriata, un’ottima conclusione che chiude il cerchio iniziato col primo paragrafo e fa sorridere divertito il lettore.



Gradimento personale:

Della tua storia ho senza ombra di dubbio apprezzato sia l’accuratissimo IC dei personaggi (tutti, nessuno escluso) che l’originalità dello sviluppo… ma ad essere sinceri non mi è piaciuto molto, a livello personale, l’espediente della cacca di cavallo: grazie alla tua narrazione è facile immedesimarsi nei personaggi e nella situazione in cui sono, e in tutta onestà non mi ha fatto piacere immaginarmi anche l’olezzo persistente che li circonda (disintegrando oltretutto ogni possibile traccia di romanticismo).










Hola, baby! Come stai?
Non ho molto tempo, quindi sarò breve e concisa, si spera.
Permettimi di fare una "sintesissima" di quello che voglio dire: grazie mille, ti adoro. Amo come hai valutato, tantissimo. Ho apprezzato tutto moltissimo, i complimenti e le critiche. Anzi, forse più le ultime: amo scrivere, e ancor di più farlo dopo essere migliorata. Mi fido del tuo giudizio e credimi: non saranno solo parole scritte su questa piattaforma, ma le userò come metro per tutto quello che scriverò in futuro.
Okay, sono emozionatissima, ma ora vedo di procedere con più calma.
Siccome solitamente parto sempre dal fondo, riprendo ciò che hai scritto in conclusione, senza nascondere che mi ha fatto davvero sorridere.

Ti ringrazio per quanto hai detto sull'IC, e credimi: sto naufragando in un brodo di giuggiole per questo. Partecipando a giochi di ruolo, so quanto questo aspetto sia importante, dunque ho sempre un occhio di riguardo in più nei confronti della caratterizzazione del personaggio. Parlando dell'ultimissima parte (e degli altri punti che hai contestato), la battuta di Levi e la reazione di Eren, in effetti non posso darti torto, anche se il mio essere troppo fangirl preme per dire la sua. Mi faccio sempre coinvolgere troppo, e non riesco a mettere le mani avanti che già mi schianto di panza: per me è normale, quindi, essermi affidata al famelico sguardo a cuoricini di chi fa piovere sberle sulla storia perché "deve per forza andare così".
Dato che hai sottolineato questa amara verità, mi sento in dovere di prendere atto e provvedimenti: la prossima volta mi darò da fare affinché questo fangirling venga sedato almeno un pocuccio. Parlando sempre dello spazietto relativo al gradimento personale, anche su ciò che hai scritto sull'espediente della cacca di cavallo non so come poter uscire pulita (eh). Creo sempre delle situazioni imbarazzanti per i miei personaggi, cercando di mettere il punto su qualcosa che possa dar loro fastidio. L'idea della cacca mi è venuta così, a sentimento, e sono stata in apnea tutte le volte che mi sono immaginata la scena. In effetti, scriverla è un conto; pensarla un altro e leggerla tutta un'altra storia (me misera, devo imparare a rileggere quello che scrivo!).
Quoterei questa frase: "disintegrando oltretutto ogni possibile traccia di romanticismo", ma la riporto semplicemente perché non vorrei fare pasticci con i codici, dato che ho già quotato la valutazione. Dunque, riguardo a questa frase, posso dire che hai ragione ancora una volta, come ancora hai colto nel segno. Difetto di romanticismo come persona, e do sempre per scontato che l'attrazione sia ciò su cui si punta l'occhio. Ci credo che poi quasi senza accorgermene divento l'hulk delle cose che (c)ostruisco.

Okay, passiamo oltre: la trama. Su questo non posso dire molto, perché mi ha fatto sorridere troppo quanto hai scritto e, davvero, grazie mille. Non mi stupirei se mi scoprissi con le fossette, perché è mezz'ora che il mio gaudio personale sta scolpendo la mia espressione facciale. Ouch. Comunque, ad onor del vero, la mia parte preferita è l'introduzione, quando ha luogo il raduno del club degli idioti. Sasha, Connie, Jean ed Hanji sono i miei personaggi preferiti (oltre a Levi, che è il primo per tante ragioni) e non potevo non inserirli nella storia, dato che ho un debole per i tipi scemi e simpatici e vorrei concedermi qualche muta risatuccia nelle (roles/) storie. Più occasioni ho di farmi beffa dei personaggi, più sono contenta.

Per quanto riguarda l'impaginazione, direi che è tutto un "poooota!". Qui il bergamasco è d'obbligo, per me: non so mai come fare con la formattazione delle cose, tra codici ecc. Ho un debole per il giustificato e, infatti, nonostante sappia bene o male come orientarmi con le varie regole (grazie per avermi dato qualche dritta in più!) sul "come si scrive" ecc, tendo a metterle in disparte e focalizzarmi solo ed esclusivamente su quello che piace a me, senza riprendere ciò che è giusto o sbagliato. Spero non ti abbia dato troppa noia, dato che comunque quando leggo io stessa mi focalizzo molto sull'impaginazione. Prometto, parola di scout, di far tesoro dei tuoi feedback! Anche perché, in realtà, oltre alla contestazione di mie improbabili capacità grafiche, nessuno prima d'ora aveva criticato la stesura delle storie. Beh, preferisco così, in realtà: rinnovo i ringraziamenti!

Ok, devo scappare, dunque riguardo le ultime cose (titolo, sviluppo, ecc) posso dire solo: "ti mangerei di baci". Ahahah, perdonami, ma è quello che penso, e dico sempre ciò che mi passa per la mente.

Se non ti dispiace, salvo la tua valutazione sul mio pc, così posso darci un'occhiata ogni volta che mi ritrovo con i tasti pigiati sotto i polpastrelli.
Ti ringrazio nuovamente, di cuore!
Buona giornata e alla prossima!!


OFFLINE
Post: 447
Giudice***
10/08/2016 22:29
 
Quota

Re: Una piccola soddisfazione
rhys89, 05/08/2016 11.57:

Una piccola soddisfazione di tatsuei




Titolo:

Un titolo semplice ma molto indicato per la storia, che incuriosisce il lettore spingendolo a voler scoprire quale sia, questa “piccola soddisfazione”.



Sviluppo del gioco:

Tu hai scelto di restare sul classico con il Pocky Game, con Nishinoya che sfrutta questa giornata – e questo espediente – per “tastare il terreno” con il suo Asahi-san. Il che, se vogliamo, è uno dei motivi per cui il Pocky Game è tanto popolare in Giappone, con tutti i giovani che sfruttano i bastoncini dolci per farsi avanti con la persona per cui hanno una cotta, ed è per questo che ho molto apprezzato questa tua scelta.



Caratterizzazione dei personaggi:

Avendo deciso di sviluppare la storia alternando i due punti di vista dei protagonisti (anche se prevale decisamente quello di Nishinoya) sei riuscita a delineare molto bene entrambe le loro caratterizzazioni.

Nishinoya è sempre il solito esagitato, che rimbalza iperattivo per tutta la scuola. È anche il più intraprendente, e mi è piaciuto che nella tua storia sia stato lui a prendere questa iniziativa, per provare a farsi avanti con Asahi.

Un’altra cosa che ho apprezzato è l’aver sottolineato che Yuu non si vergogna affatto di questi suoi sentimenti: la ritengo una cosa molto importante da chiarire, perché Nishinoya è un personaggio estremamente estroverso e sincero, sempre pronto a difendere le sue passioni e a combattere per esse, e una persona del genere non si fa problemi (non troppi, almeno), ad ammettere che una di queste passioni è un ragazzo come lui.

Anche la scena in palestra mi è piaciuta, soprattutto le considerazioni di Yuu sulla sua ferma volontà di riuscire a infondere un po’ di fiducia nell’asso: è un argomento che viene ripreso più volte nel canon, e mi è piaciuto che tu l’abbia citato nella tua storia.

È comprensibilissimo che Nishinoya abbia avuto la testa per aria (più del solito) per tutte le lezioni, e il precipitarsi nella classe di Asahi come un forsennato è perfettamente in linea con il suo temperamento.

Così come è proprio da lui fregarsene bellamente dei possibili spettatori e mettere in atto comunque il suo piano, proponendo ad Asahi il Pochi Game.

Non vedo invece molto di buon occhio il fatto che Asahi, un ragazzo dalla timidezza quasi patologica, abbia accettato non solo di giocare a questo gioco imbarazzante (in senso buono, ok, ma sempre di imbarazzo si tratta), e soprattutto di averlo fatto consapevole di avere i suoi compagni di classe a guardarlo. Magari avrei trovato più verosimile che Asahi avesse ceduto alle insistenze di Nishinoya trovando però un modo per farlo senza nessuno intorno.

La descrizione del gioco è rapida come il gioco stesso, e quel bacio improvviso coglie entrambi i protagonisti di sorpresa – nonostante non fosse poi quello che Yuu in realtà sperava.

Mi spiace dirlo, ma ho trovato i dialoghi immediatamente successivi al gioco affettati e artificiosi: sembra che Yuu e Asahi stiano leggendo le battute di un copione, e se da un lato ci sta che il disagio di quella situazione li porti a comportarsi in maniera un po’ strana, dall’altro non mi sono sembrati affatto naturali.

Invece ho trovato naturale sia la delusione di Nishinoya, sia il suo sforzarsi di “guardare il bicchiere mezzo pieno”. Perché, sì, probabilmente Asahi non lo ricambia, ma in fondo è riuscito ad ottenere da lui un bacio, – e a farlo senza esporsi troppo – quindi dovrebbe esserne felice.

È comprensibile anche che Nishinoya si preoccupi inizialmente che Asahi sia arrabbiato con lui, ma mi fa piacere che tu non abbia calcato la mano su questa cosa perché, come gli fai dire (anzi, pensare) tu stessa, il Pocky è soltanto un gioco più o meno innocente… e inoltre è piuttosto inverosimile che Asahi arrivi a odiare veramente qualcuno (ed è totalmente assurdo, se quel qualcuno è proprio Nishinoya).

Terminiamo la storia tornando in classe da Asahi, e qui scopriamo con nostro sommo piacere che quel bacio, seppure dato per gioco, non l’ha lasciato indifferente come ha fatto credere a Nishinoya.

Questa è una cosa che mi è piaciuta molto, perché trovo naturale che un ragazzo che finora è stato assolutamente certo dell’innocenza della relazione con un suo amico di punto in bianco ammetta a se stesso di provare un qualche tipo di sentimento romantico per lui, ed è chiaro che abbia bisogno di riflettere e chiarirsi le idee prima di poter compiere il prossimo passo.



Stile e trama:

Lo stile è semplice e senza fronzoli che stonerebbero con una storia quotidiana e delicata come questa, e anche la sintassi si mantiene sullo stesso piano: periodi lineari, mai troppo brevi né troppo lunghi, costituiti perlopiù da coordinate che consentono al lettore di seguire senza sforzo il filo narrativo delle vicende.

Anche il lessico è ben adatto ai personaggi di cui parla, quotidiano e familiare.

Tuttavia mi è stonato un po’ il grande utilizzo che hai fatto di termini stranieri, sia giapponesi che inglesi: fossero state soltanto un paio di eccezioni sarebbe andato bene, ma – per esempio – usare sistematicamente i termini “senpai” e “kohai” non è adeguato ad una storia in lingua italiana; in particolare, però, mi ha dato fastidio quel “lunch box” finale, perché se per i primi due posso giustificare la scelta considerando che non ci sono corrispettivi adeguati in italiano, usare “lunch box” al posto di “porta-pranzo” lo trovo piuttosto inutile.

Ma tralasciamo queste piccolezze e passiamo alla storia vera e propria.

Lo sviluppo della trama è delicato e lineare, comincia col racconto di una normalissima giornata di scuola che però ha i presupposti per diventare qualcosa di più.

Il Pocky Day è molto sentito in Giappone, e mi è piaciuto che tu abbia cavalcato l’onda di questa giornata alla perfezione: una delle cose più apprezzate, infatti, è la possibilità di “tastare il terreno” con la persona che piace senza però doversi esporre troppo, perché in caso di risposta negativa si può sempre ripararsi dietro la scusa “tanto è solo un gioco”… ed è esattamente quello che fa Nishinoya con Asahi.

L’allenamento mattutino procede spedito e le lezioni volano via in un lampo: quest’ultima parte potrebbe sembrare troppo affrettata data l’assoluta mancanza di descrizioni, ma credo sinceramente che sia la scelta migliore perché è ovvio che Nishinoya non abbia prestato alcuna attenzione a ciò che succedeva intorno a lui, concentrato com’era sul suo piano… tanto che inizialmente neppure si accorge della campanella del pranzo.

L’irruzione di Nishinoya nella classe di Asahi è tipicamente da lui, e tutta la scena della proposta del Pocky Game è molto tenera: la fremente speranza di Nishinoya da un lato, l’assoluto imbarazzo di Asahi dall’altro.

Non mi è chiaro se la riga vuota dopo che Asahi accetta di partecipare è voluta oppure no, ma in ogni caso non credo ci stia bene: la narrazione prosegue senza pausa alcuna, quindi non è necessario – anzi, è controproducente – inserire uno stacco del genere.

Invece ci sta molto bene poco dopo, quando – dopo la deludente (per Nishinoya) conclusione del gioco – i due si dividono: in quest’ultimo parafo si tirano un po’ le fila di tutta la storia, e vediamo entrambi i ragazzi alle prese con i propri pensieri e sentimenti.

Da un lato abbiamo Nishinoya, deluso dalla piega che ha preso la situazione perché – come tutti – aveva sperato in una risposta positiva, ma che comunque, fedele al suo personaggio, cerca di farsi forza e di essere positivo.

Dall’altro c’è Asahi, preda di una confusione colossale cui non riesce a venire a capo, ma che comunque spiana la strada a un finale aperto, stemperando l’amarezza nata dal precedente rifiuto e lasciando il lettore con la promessa che, no, la storia tra questi due adorabili ragazzuoli non è affatto conclusa qui.



Gradimento personale:

Mi è piaciuta molto la delicata dolcezza con cui hai saputo trattare questa splendida coppia, in una storia romantica e malinconica al punto giusto: sì, il piano di Nishinoya non è andato a buon fine e c’è un forte senso di amarezza che coglie nel momento in cui Asahi si scusa per il bacio… però poi il finale lenisce questa piccola ferita, e porta a ben sperare per un futuro, possibile lieto fine.










Scusa il ritardo, ma con ciò che ho avuto da fare, mi sono totalmente dimenticata che avresti consegnato le valutazioni. Per essere una storia scritta proprio all'ultimo direi di dover esserne più che soddisfatta.
Forse mi sono usciti così IC perché ormai sono così in fissa con loro che a momenti li sogno pure. [SM=g27987]

Mi fa molto piacere che ci siano ben poche note negative: avevo una paura assurda di aver fatto tanti casini, ma a quanto pare non è stato così e non può che farmi felice.
Hai ragione, Asahi si farebbe troppi problemi nel baciarlo, per quanto fosse solo un gioco e me ne rendo conto. Sbagliare è umano, purtroppo. [SM=g27999]

Non ho la testa ora per rispondere a tutto, ma ti ringrazio per questa valutazione e mi ha fatto davvero piacere partecipare al tuo contest.



Contest a cui partecipo:

Residui di ruggine nel diamante con scadenza
21/04/2017 + possibile proroga di una settimana.

Ho consegnato ai seguenti contest:

Giochi o non giochi? (solo yaoi/shonen-ai/slash)
Una drabble tira l'altra SECONDA CLASSIFICATA
Se magna!

I miei contest:

Raccontatemi di loro... [Multifandom] con scadenza 14/02/2017 + possibile proroga di due settimane.

Le mie challenge:

It's time for Tombola challenge Senza scadenza.
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21/08/2016 21:58
 
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Re: Re: Uno stupido gioco non ha mai ucciso nessuno - finora
hes!, 09/08/2016 10.39:



Hola, baby! Come stai?
Non ho molto tempo, quindi sarò breve e concisa, si spera.
Permettimi di fare una "sintesissima" di quello che voglio dire: grazie mille, ti adoro. Amo come hai valutato, tantissimo. Ho apprezzato tutto moltissimo, i complimenti e le critiche. Anzi, forse più le ultime: amo scrivere, e ancor di più farlo dopo essere migliorata. Mi fido del tuo giudizio e credimi: non saranno solo parole scritte su questa piattaforma, ma le userò come metro per tutto quello che scriverò in futuro.
Okay, sono emozionatissima, ma ora vedo di procedere con più calma.
Siccome solitamente parto sempre dal fondo, riprendo ciò che hai scritto in conclusione, senza nascondere che mi ha fatto davvero sorridere.

Ti ringrazio per quanto hai detto sull'IC, e credimi: sto naufragando in un brodo di giuggiole per questo. Partecipando a giochi di ruolo, so quanto questo aspetto sia importante, dunque ho sempre un occhio di riguardo in più nei confronti della caratterizzazione del personaggio. Parlando dell'ultimissima parte (e degli altri punti che hai contestato), la battuta di Levi e la reazione di Eren, in effetti non posso darti torto, anche se il mio essere troppo fangirl preme per dire la sua. Mi faccio sempre coinvolgere troppo, e non riesco a mettere le mani avanti che già mi schianto di panza: per me è normale, quindi, essermi affidata al famelico sguardo a cuoricini di chi fa piovere sberle sulla storia perché "deve per forza andare così".
Dato che hai sottolineato questa amara verità, mi sento in dovere di prendere atto e provvedimenti: la prossima volta mi darò da fare affinché questo fangirling venga sedato almeno un pocuccio. Parlando sempre dello spazietto relativo al gradimento personale, anche su ciò che hai scritto sull'espediente della cacca di cavallo non so come poter uscire pulita (eh). Creo sempre delle situazioni imbarazzanti per i miei personaggi, cercando di mettere il punto su qualcosa che possa dar loro fastidio. L'idea della cacca mi è venuta così, a sentimento, e sono stata in apnea tutte le volte che mi sono immaginata la scena. In effetti, scriverla è un conto; pensarla un altro e leggerla tutta un'altra storia (me misera, devo imparare a rileggere quello che scrivo!).
Quoterei questa frase: "disintegrando oltretutto ogni possibile traccia di romanticismo", ma la riporto semplicemente perché non vorrei fare pasticci con i codici, dato che ho già quotato la valutazione. Dunque, riguardo a questa frase, posso dire che hai ragione ancora una volta, come ancora hai colto nel segno. Difetto di romanticismo come persona, e do sempre per scontato che l'attrazione sia ciò su cui si punta l'occhio. Ci credo che poi quasi senza accorgermene divento l'hulk delle cose che (c)ostruisco.

Okay, passiamo oltre: la trama. Su questo non posso dire molto, perché mi ha fatto sorridere troppo quanto hai scritto e, davvero, grazie mille. Non mi stupirei se mi scoprissi con le fossette, perché è mezz'ora che il mio gaudio personale sta scolpendo la mia espressione facciale. Ouch. Comunque, ad onor del vero, la mia parte preferita è l'introduzione, quando ha luogo il raduno del club degli idioti. Sasha, Connie, Jean ed Hanji sono i miei personaggi preferiti (oltre a Levi, che è il primo per tante ragioni) e non potevo non inserirli nella storia, dato che ho un debole per i tipi scemi e simpatici e vorrei concedermi qualche muta risatuccia nelle (roles/) storie. Più occasioni ho di farmi beffa dei personaggi, più sono contenta.

Per quanto riguarda l'impaginazione, direi che è tutto un "poooota!". Qui il bergamasco è d'obbligo, per me: non so mai come fare con la formattazione delle cose, tra codici ecc. Ho un debole per il giustificato e, infatti, nonostante sappia bene o male come orientarmi con le varie regole (grazie per avermi dato qualche dritta in più!) sul "come si scrive" ecc, tendo a metterle in disparte e focalizzarmi solo ed esclusivamente su quello che piace a me, senza riprendere ciò che è giusto o sbagliato. Spero non ti abbia dato troppa noia, dato che comunque quando leggo io stessa mi focalizzo molto sull'impaginazione. Prometto, parola di scout, di far tesoro dei tuoi feedback! Anche perché, in realtà, oltre alla contestazione di mie improbabili capacità grafiche, nessuno prima d'ora aveva criticato la stesura delle storie. Beh, preferisco così, in realtà: rinnovo i ringraziamenti!

Ok, devo scappare, dunque riguardo le ultime cose (titolo, sviluppo, ecc) posso dire solo: "ti mangerei di baci". Ahahah, perdonami, ma è quello che penso, e dico sempre ciò che mi passa per la mente.

Se non ti dispiace, salvo la tua valutazione sul mio pc, così posso darci un'occhiata ogni volta che mi ritrovo con i tasti pigiati sotto i polpastrelli.
Ti ringrazio nuovamente, di cuore!
Buona giornata e alla prossima!!



Grazie per aver risposto! [SM=g27987]
Sono davvero felice che ti sia piaciuta la valutazione, avevo paura che ti saresti risentita per gli appunti negativi (che poi più che negativi erano non-positivi)... e invece tu hai apprezzato soprattutto quelli, e la cosa mi fa tanto, tanto piacere, perché è sempre bello incontrare qualcuno disposto a mettersi in discussione ^^

Ah, probabilmente l'hai già visto, ma ho lasciato la valutazione come recensione... spero di aver fatto bene ^_-

A presto!
rhys89

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21/08/2016 22:02
 
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Re: Re: Una piccola soddisfazione
tatsuei, 10/08/2016 22.29:



Scusa il ritardo, ma con ciò che ho avuto da fare, mi sono totalmente dimenticata che avresti consegnato le valutazioni. Per essere una storia scritta proprio all'ultimo direi di dover esserne più che soddisfatta.
Forse mi sono usciti così IC perché ormai sono così in fissa con loro che a momenti li sogno pure. [SM=g27987]

Mi fa molto piacere che ci siano ben poche note negative: avevo una paura assurda di aver fatto tanti casini, ma a quanto pare non è stato così e non può che farmi felice.
Hai ragione, Asahi si farebbe troppi problemi nel baciarlo, per quanto fosse solo un gioco e me ne rendo conto. Sbagliare è umano, purtroppo. [SM=g27999]

Non ho la testa ora per rispondere a tutto, ma ti ringrazio per questa valutazione e mi ha fatto davvero piacere partecipare al tuo contest.





Grazie per aver risposto! [SM=g27987]
Se davvero l'hai scritta all'ultimo momento, devi essere fiera della tua storia (perché, no, non hai fatto casini, solo qualche piccolo errore) ù.ù

Sul bacio potresti magari inserire qualche esitazione in più di Asahi, se vuoi, per renderlo più fedele al suo carattere... oppure no, come preferisci ^^"

In ogni caso sono felice che la valutazione ti sia piaciuta ^^

A presto!
rhys89

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Tratto da "Cara Mathilda" di Susanna Tamaro

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Post: 1.134
08/12/2016 14:01
 
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Sono molto dispiaciuta ma per motivi personali sono costretta a ritirarmi.
in bocca al lupo a tutti i parteciparti


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