Il fumo di un incendio

Un mio personaggio di una storia ambientata in epoca medievale deve restare bloccato per un po' in una casa in fiamme.
Per la storia mi serve che svenga per il fumo o per il troppo calore, ma che poi venga trascinato fuori dalla casa in fiamme senza troppi danni e senza conseguenze future.
Considerando che non viene toccato dal fuoco, che sintomi potrebbe avere una volta portato in salvo? Quanto ci metterebbe a riprendersi?
La persona che lo salva come potrebbe aiutarlo?

Direi principalmente che i problemi sono fumo nei polmoni e ustioni sulla pelle la cui gravità dipende dall'intensità delle fiamme e da quanto era vicino il corpo ad esse.
Per quest'ultimo aspetto creme o pozioni (vista l'ambientazione medievale)sono adeguate mentre per il fumo non saprei: dovresti trovare un metodo per far circolare aria nei polmoni e far cambiare l'aria all'interno.

Vista l'ambientazione medievale, se arriva al punto di richiedere la rianimazione allora è spacciato.
Se non è in arresto respiratorio, non serve cercare metodi per ricambiare l'aria nei polmoni, basta portarlo all'aperto.
Se ha respirato fumo molto caldo, potrebbe essersi ustionato anche l'interno delle vie aeree ed essere spacciato. Ma se è rimasto a terra, dove l'aria è più fresca e pulita, magari questo se lo può risparmiare.
Deve proprio svenire? Non può essere soccorso senza arrivare a questo, tanto per essere sicuri che la situazione non provochi danni cerebrali o una grave intossicazione da monossido?

In un telefilm ho visto una soluzione fantasiosa che potrebbe però anche essere riutilizzata: un tizio aveva inspirato gas velenosi e per liberarne i polmoni la protagonista ha immerso in acqua la vittima fino a farla quasi annegare (per riempire i polmoni d'acqua e eliminare il gas,) poi l'ha rianimato facendo le classiche manovre del caso.
Capisco che siamo ai confini della fantascienza ma se ben scritto si può riadattare.

Potrebbe svenire anche per altri motivi, non è necessario che sia proprio per aver respirato il fumo.
Mi serve che sia privo di sensi perché l'altro deve trascinarlo fuori dalla casa in fiamme, però potrebbe essere stato anche steso con un pugno oppure svenuto per il troppo calore.

Nel momento in cui il tuo personaggio perde conoscenza possiamo dire che ha un piede, se non tutti e due, nella fossa.
Il sopore e la sincope sono, infatti, i segni di una intossicazione grave da monossido di carbonio ed è altamente probabile, quindi, che il tuo personaggio non sopravviva all'incidente.
Il fatto che tutto avvenga nel medioevo, poi, limita di molto le possibilità terapeutiche attuabili (ossigeno al 100% con maschera con reservoir e camera iperbarica).

Edit:

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Potrebbe svenire anche per altri motivi, non è necessario che sia proprio per aver respirato il fumo.
Mi serve che sia privo di sensi perché l'altro deve trascinarlo fuori dalla casa in fiamme, però potrebbe essere stato anche steso con un pugno oppure svenuto per il troppo calore.

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Anche da svenuto respira e a meno che non venga portato via in tempi molto rapidi l'intossicazione da monossido può sempre verificarsi.
Nel caso sia lieve qualche possibilità (sempre tenendo conto che la storia è ambientata nel medioevo) può avercela ma l'evacuazione dal luogo dell'incendio deve essere fatta pochissimo tempo dopo l'inizio dell'incendio stesso per cui io eviterei lo svenimento per il calore.

Hasta Luego

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In un telefilm ho visto una soluzione fantasiosa che potrebbe però anche essere riutilizzata: un tizio aveva inspirato gas velenosi e per liberarne i polmoni la protagonista ha immerso in acqua la vittima fino a farla quasi annegare (per riempire i polmoni d'acqua e eliminare il gas,) poi l'ha rianimato facendo le classiche manovre del caso.

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Il problema non sono tanto i gas velenosi nei polmoni, che si possono buttare fuori con un po' di insufflazioni d'aria, ma quelli assorbiti dal sangue nel frattempo.
Se invece immetti acqua nei polmoni, non la tiri più fuori.

skadex, 29/02/2016 18:31:

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In un telefilm ho visto una soluzione fantasiosa che potrebbe però anche essere riutilizzata: un tizio aveva inspirato gas velenosi e per liberarne i polmoni la protagonista ha immerso in acqua la vittima fino a farla quasi annegare (per riempire i polmoni d'acqua e eliminare il gas,) poi l'ha rianimato facendo le classiche manovre del caso.
Capisco che siamo ai confini della fantascienza ma se ben scritto si può riadattare.

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Questa mi era sfuggita ^__^
Non siamo ai confini della fantascienza, li abbiamo superati di qualche migliaio di anni luce.
Come ha detto Max il problema non è il gas che potrebbe essere rimasto dentro ai polmoni ma quello che è stato assorbito dal sangue e che si è legato con l'emoglobina creando una cosa che si chiama carbossiemoglobina (che da al sangue una bella colorazione rosso ciliegia) che si può eliminare solo con l'ossigeno al 100% (per inciso, l'aria ambiente contiene il 21% di ossigeno quindi la respirazione bocca a bocca non servirebbe a molto) e non certo "lavando" i polmoni.

Hasta Luego

Ovviamente però è stata un'idea divertente ed originle, non mi dispiaceva segnalarla. In fondo dipende anche dal grado di realtà che si voglia dare alla storia ed il meccanismo di per sè mi stuzzicava la fantasia.

Potrebbe beccarsi una trave in testa (un classico!) e svenire per il colpo ricevuto

Non so se hai già provveduto, ma se devi fare in modo che il tizio nella casa esca da svenuto ma non rischi la vita, potresti fare così:
il salvatore lo trova che è ancora cosciente ma in piena crisi di panico, tanto da non riuscire a portarlo fuori senza che si faccia male da solo scappando o andando in iperventilazione (che con l'aria consumata di un incendio non è il massimo).

Per cui lo stordisce in qualche maniera, e poi lo porta via a peso morto il più velocemente possibile.

Che ne dici?