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L'epopea del Gaijin - La guerra di Kolme

Ultimo Aggiornamento: 14/02/2016 20:01
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Il Nano ti vede.
14/02/2016 19:37
 
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Di notte nel mezzo di una radura dei nativi americani sono accampati. Sono un numero esiguo, poche tende, un fuoco a scaldarli e le parole di un vecchio a riunirli.
“…e così il Grande Spirito una volta svegliatosi dal suo lungo sonno, ci riporterà alla Terra del Sogno”
“È davvero giungo il momento, Grande Capo?”
“Non siamo mai stati più vicini, i sintomi ci sono tutti. Per questo dobbiamo seguirlo”
Un’ombra muta è scivolata nel cerchio di luce provocato dal modesto falò rivelando la sua presenza:
“Bella storia, Anziano. Bella davvero”
“Ti è piaciuta davvero, uomo che ha attraversato il mare?”
L’ombra si rivela essere un uomo giapponese vestito in eleganti abiti occidentali. Gli indiani muovono tutti un passo in avanti con intenzioni ostili ma il loro anziano capo li ferma con un gesto della mano, persuadendoli per il momento dall’aggredire l’orientale.
“Molto interessante. È curioso come tutti i popoli della Terra, separati da mari e montagne e per questo mai incontratisi, abbiano sviluppato leggende così simili l’uno dall’altro. È come se cantassimo tutti la stessa canzone ma a ritmi diversi”
“Buon uomo, siamo tutti abitanti della stessa terra. La terra su cui muoviamo i nostri passi, i fiumi dai quali ci abbeveriamo, i frutti che raccogliamo, tutto ciò che ci circonda emette una sola ed unica vibrazione. Sono i sensi di ognuno a differire, quello è chiaro. E ciò comporta notevoli problemi di comunicazione…”
“Gli occidentali sembrano esserne sordi. Non trovate?”
“Hanno preferito tappare le loro orecchie. Un giorno o l’altro dovranno aprire i loro sensi e tornare alla percezione. Sarà un duro colpo tutto in una volta, una vera esplosione. Ma loro hanno deciso che così deve essere”
“Triste, nevvero?”
“Già…”
Silenzio, una lieve brezza fa ballare il falò.
L’uomo dall’Estremo Oriente riprende la parola.
“Non è la vostra guerra, lo sapete”
“Ah, c’è una guerra in corso?”
“Per favore, siete uomini saggi e colmi d’onore. Adesso dovete andarvene”
“Dovreste chiederlo a Lui”
“Lui non parla. E non vi vuole qui”
“Voi non sapete niente di Lui né cosa vuole, noi ce ne andremo quando sarà giunto il momento. Per adesso, concediamoci una pacifica coesistenza”
“Mi dispiace, Anziano. Ciò non è realizzabile”
Delle ombre sbucano fuori dall’oscurità, la fioca luce del falò rivela le loro facce, maschere dal volto infuriato. Gli indiani si stringono attorno al fuoco dando a questo le spalle e ponendosi in una formazione difensiva. Una battaglia è imminente.
“Non c’era davvero bisogno di arrivare a questo, viso curiosamente pallido”
Il giapponese nel frattempo si è alzato e allontanato dal fuoco.
“C’era eccome, Anziano. Finora vi abbiamo lasciato fare, poi qualche settimana fa vi siete permessi di farlo sparire. Un ragazzo è stato punito per colpa vostra”
“E chi è stato a punirlo? Noi forse? E credete davvero che Lui possa permettere che qualcuno lo ‘faccia sparire’ senza il suo consenso? Voi non sapete niente di Lui, l’ho già detto e lo ribadisco. Sarà bene che ne stiate lontani o quello che porta con sé vi divorerà un giorno o l’altro!”
“Parole senza significato. Che siano le azioni a parlare”
Le ombre mascherate si scagliano sui pellirosse ma un attimo prima che avvenga l’impatto dalle tenebre si propaga una cantilena.

[VIDEO]

“Sbagliato, Uomo Oltremare. Sono le parole a parlare, le sue”
Le ombre mascherate crollano a terra una dopo l’altra di fronte allo stupore dei nativi americani.
Le nuvole liberano la luna che coi suoi raggi rivela la radura mostrando un’ombra più grande delle altre. Quest’ombra in avvicinamento indossa una maschera ritraente la disperazione incarnata. La cantilena si spegne via via che la distanza tra ombra e fuoco si accorcia.
L’imponente figura si ferma di fronte al vecchio indiano e all’uomo giapponese. Quest’ultimo abbassa lo sguardo e scrolla le spalle.
“Va bene, Straniero, come desideri. Ci vedremo quando lo vorrai tu”
Il nipponico si allontana, le ombre mascherate distese a terra sono scomparse.
I nativi americani sono sconvolti, eccetto il loro capo che si rivolge a Gaijin.
“Ma dove hai incontrato questa gente? Ne avresti di storie da raccontare, Straniero, se solo potessi…”
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14/02/2016 19:38
 
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“Vi farò paura”


“Sì?”


“Mi temete”


“Sì?”


“Dove mi trovo?”
La faccia di Derreck Mortimer compare nell’oscurità, nonostante la baldanza delle prime due frasi appare disorientato, una voce a rispondergli.
“Sì?”
“VOGLIO SAPERE DOVE MI TROVO!”
“La domanda corretta sarebbe: dove vorresti andare?”
“Io…io sono Kolme!”
“È la risposta alla domanda che non hai ancora posto?”
“Io sono Kolme. Vivo nel buio!”
“Non sei dunque nel tuo ecosistema?”
“Questo non è il mio…il mio buio!”
“Questo allora?”
Il buio che circonda la faccia di Kolme si fa di un tono meno opaco, più tendente al grigio.
“Il buio è buio e basta!”
“Mai udito cotanta denigrazione del proprio ambiente da parte di un abitante. Se non ami il tuo buio, arredalo”
Il buio si dirada e alla faccia di Kolme compare un collo, delle spalle, un torace, fino alla riapparizione del corpo nella sua completezza. Compare anche un pavimento ai suoi piedi, e il suo corpo è seduto ma lui non pare in grado di manovrarlo.
“Perché non riesco a muovermi?”
“Perdonami, non ti ho invitato ad accomodarti”
Sotto il sedere di Kolme compare una seggiola.
“Sei comodo adesso?”
“Senti, basta giochi! Voglio sapere cosa mi è successo, dove mi trovo, perché sono qui…Io…”
“Il passato è solo un suggerimento, Derreck Mortimer. Solo il futuro dovrebbe preoccuparti”
“Ma…”
“Solo un suggerimento”
“Io ricordo solo Bluebird che mi sfonda il volto con il suo cranio, ricordo di essere stato sollevato da terra”
Al fianco di Kolme compare un’altra seggiola, sopra vi è un nano dalla pelle biancastra, in netto contrasto con le tenebre attorno.
“Capisco, Derreck Mortimer. Parli di quell’uomo laggiù?”
Il nano indica davanti a loro, si crea tutto dritto un varco nell’oscurità: una transenna antipanico, poi un tappeto nero, poi delle corde oltre il quale sono presenti due uomini che combattono. Uno alto dai capelli rossi, l’altro vestito completamente di nero con una maschera sul volto.
“È lui!”
“Cosa hai intenzione di fare, Derreck Mortimer?”
“La mia parte”
Kolme si alza afferrando la sedia d’acciaio su cui era seduto e chiudendola, la brandisce come un’arma e salta la transenna avviandosi verso i due uomini.
“Adesso, BUIO”
E così è.
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14/02/2016 19:39
 
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Un uomo giapponese indossante un costume nero cammina lungo un corridoio, a illuminargli il cammino torce appese. Arrivato di fronte a un enorme portone dalle arcane incisioni protende le braccia e spingendo si apre un varco.
“Era solito trovarsi qui”
Ma nella stanza non c’è nessuno.
Eccetto una maschera, poggiata su un cuscino in mezzo a due candele. Ritrae un volto feroce. L’uomo la afferra.
“Se non ti fai trovare, sarà qualcun altro a mostrarsi in tua rappresentanza. L’Ombra deve continuare a vagare, fino al tuo ritorno e oltre”

BUIO

Uno sciamano pellerossa cammina reggendo un vassoio con una tazza fumante, attraversa l’ingresso di una tenda con un sorriso sardonico sulle labbra.
“Largo, largo! Arriva il portentoso medicamento approvato dal Grande Spirito in persona!”
Ma nella tenda non c’è nessuno.
Eccetto una maschera, poggiata su un cuscino in mezzo a due candele. Ritrae un volto addolorato. L’uomo la guarda.
“Ma è questo il modo di comportarsi?”

BUIO

Un nano proveniente da una dimensione ignota cammina lungo il deserto, saltellando allegro con le mani in tasca fino a giungere presso una duna.
“Nel regno delle tenebre, una luce può folgorare gli occhi”
Di fronte a lui c’è un uomo.
Completamente nudo, le sue gambe sono immerse nel laghetto di una inusuale oasi. Non lo si vede in volto in quando volge la schiena al nano. Una schiena con cicatrici procurate di recente, che regge una nuca composta da lunghi capelli color del grano.
“Noi non apparteniamo a questo mondo. Esso appartiene a te”
Una tempesta improvvisa sul deserto, ma senza pioggia. Solo nuvole, nubi nefaste che rendono il cielo buio come la notte.
L’uomo nudo sprofonda nell’acqua.
A riemergere è solo una maschera dal ghigno beffardo come la malasorte.

LUCE
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14/02/2016 19:40
 
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Bloody Desperation 25.09.2015

Derrick Mortimer è in ginocchio, la testa appoggiata sul freddo pavimento in atto di supplica, di fronte a lui un uomo giapponese con indosso uno sfarzoso kimono.
“Vi prego, fatemi diventare un adepto di Gaijin!”
“No”
“Perché? Sono disposto a tutto!”
“Anche a mordere la mano che ti nutre?”
“A Survivor of the Ring…ecco, io…non so perché gli sono andato addosso…con una sedia poi…non so nemmeno perché ero lì in effetti. Non ricordo niente!”
“Ti confermi del tutto inaffidabile. L’Ombra non può accettare uno come te”
“Non sono quello che pensate! Sono disposto a rinunciare a tutto, al mio passato, al mio nome…persino alla mia faccia se necessario!”
“Non capisci, uomo. Non ho detto che tu non abbia la stoffa per divenire ciò che vorresti essere, sebbene io lo pensi. Tu non puoi perché non sei NATO degno. E lo stesso discorso vale per la quasi totalità del genere umano. Non esiste una parola per descrivere ciò, quella che più vi si avvicina è PREDESTINAZIONE. Ma le parole sono futili, il linguaggio stesso lo è di fronte a tutto questo. Tu vuoi diventare un adepto…ma di cosa? Qui non c’è niente cui essere parte, non ci sono missioni. Cosa vuoi tu, uomo?”
“Io voglio diventare un membro dell’Ombra!”
“COSA? Chi ti ha parlato dell’Ombra?”
“M-ma…lei stesso poco fa!”
“FUORI DI QUI PER SEMPRE!”
Dalle tenebre escono fuori maschere che circondano Kolme in un girotondo occulto per concludere saltandogli addosso.
“MA L’AVETE DETTO VOI! NOOOOOOOOO!”

LUCE

Derrick Mortimer è in ginocchio, la testa appoggiata sulla terra arida in atto di supplica, il corpo seminudo martoriato da numerose ferite. Di fronte a lui uno sciamano pellerossa.
“Vi prego, fatemi diventare un adepto di Gaijin!”
“Di chi?”
“Lo Straniero!”
“Anche tu non mi sembri di queste parti”
“Quello con le maschere!”
“Ah, lo Straniero!”
“Quello intendevo!”
“E noi che c’entriamo?”
“Come cosa c’entrate? Ho percorso il deserto per venire fino a qui, nonostante le ferite subite! Sono morto di stanchezza e di sete!”
“Ma, viso pallido, noi siamo la tribù Muscogee. Dell’entità mistica conosciuta come lo Straniero conosciamo solo la fama”
“Ma…ma…c’è una tribù che lo segue sempre…”
“Sì, c’è una tribù che conosce l’entità…ma è un popolo nomade che non passa da queste parti ormai da anni”
“Quindi ho fatto tutta questa strada per niente?”
“Temo di sì, viso pallido…”
“NOOOOOOOOOO!”

BUIO

Derrick Mortimer è in ginocchio, la testa appoggiata sull’asfalto in atto di supplica, il corpo seminudo martoriato da numerose ferite e disidratato. Di fronte a lui un nano.
“Ti prego, fammi diventare un adepto di Gaijin!”
“Ma io sono Peter Dinklage”
“Non ho fatto tutta questa strada per un altro no, piccolo bastardo!”
“Ragazzi, fate sparire questo straccione”
Due enormi guardie del corpo afferrano uno stremato Kolme.
“NO! NO! NOOOOOOO! IO DEVO TROVARE LO STRANIERO!!!”

BUIO




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14/02/2016 19:41
 
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Blood River 02.10.2015

Uno sciamano è intento a cantare in modo stonato, appoggiato su una roccia all’ingresso di una caverna.
“Graaaaaande spirito tu seeeeeei…la saggezza oltre a nooooooi…la raccolta delle anime tutteeeee…”
Dal deserto si avvicina la testa piumata di un capo villaggio.
“Adesso capisco perché non si vedono più condor da queste parti”
“Aaaaaah grande capo, tu mi lusinghi. La mia ugola d’oro in effetti sarebbe capace di risanare il deserto”
“La terra arida non è malsana, la tua voce lo è! Dimmi, sciamano, Lui ha concluso?”
“Sì, credo ormai si stia dedicando al commiato. La via adesso è sicura”
“Bene”
Il capo indiano si introduce nella caverna ed è come se venisse inghiottito da enormi fauci geologiche, ciondola giù per una discesa pendente e pietrosa ma il suo passo è deciso nonostante l’età, come se in tutta la sua vita non avesse fatto altro che percorrere quel tracciato impervio e oscuro.
Dopo un intervallo di tempo indefinito la discesa si conclude ed il sentiero si allarga in una grotta circolare, una enorme sala scavata dalle forze della natura e del tempo, e irradiata da una fonte di luce di ignota provenienza. Alcuni metri di fronte a lui una figura nera è seduta su una roccia, mentre ai suoi piedi scorre una sorgente d’acqua. Mezzo metro sopra di essa due figure umane fluttuano nell’aria: sono vacue e trasparenti ma hanno l’aspetto di un bambino e di un uomo adulto vestiti in abiti appartenuti a un’altra epoca. I due spettri, perché altrimenti non è possibile chiamarli, si tengono per mano e fissano l’uomo in nero ignorando l’arrivo dell’anziano pellerossa.
Il capo indiano indugia per circa un minuto finché le due figure non svaniscono nell’aere, lasciando l’uomo in nero solo sulla fredda pietra.
“Hai scambiato qualche parola, Straniero?”
L’uomo in nero non risponde, continua a fissare la sorgente di fronte a lui, oppure le molecole che compongono l’aria rarefatta della grotta, oppure ciò che avviene in altri mondi invisibili a occhi umani. Non ci è dato saperlo.
“Hai fatto il tuo dovere anche stavolta, Straniero. E il tuo compito è ciò che più è importante in questo mondo, affinché esso continui a esistere nel perfetto equilibrio”
Lo Straniero non favella.
“Lo so, non ti sono di alcuna consolazione. Un compito gravoso comporta sacrifici e tu hai sacrificato tutto ciò che ti costituiva. Ma la nostra tribù non ti abbandonerà, Straniero, non dimenticare mai che esiste qualcuno a conoscenza del tuo segreto e che riconosce la tua importanza”
Nessuna risposta.
“Ora sei libero di andare per un po’. Puoi tornare da quegli uomini dell’Oriente se lo vorrai…ma sappi che se fossi in te starei ben lontano da quella gente!”
“……………………….”
“Ahahah! Ragiono come un padre! Adesso andiamo, Straniero. È tempo per te di tornare in superficie”

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14/02/2016 19:42
 
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Bloody Desperation 09.10.2015

Roma di notte.
All’interno del foro romano un uomo giapponese cammina usando un bastone da passeggio, sotto un cielo stellato che vela una quiete traspirante la gloria di tempi antichi, sullo sfondo si intravede il Colosseo.
“Assurdo come il popolo occidentale abbia trattato le sue origini. Delle radici così forti e esposte alla superficie dovrebbero essere tutelate. Cosa fa l’amministrazione di questa città eterna? È inammissibile un così scarso rispetto per le proprie origini, sarebbe impensabile nel nostro continente.”
Un uomo mascherato a poca distanza dal nipponico vaga compiendo scatti, preda in una notevole agitazione. La maschera mostra un’espressione infuriata della quale il ritmo frenetico espresso dal corpo è perfetta cornice.
“Che succede, Straniero?”
Lo Straniero persevera nei suoi scatti in varie direzioni come un bambino che lasciato solo in giardino gioca con visioni dalla sua stessa mente create. Poi si blocca, comincia a scavare.
“Straniero, allora?”
Si ferma, rotola a terra, prende a pugni una colonna. È impazzito.
“Smettila, dannazione!”
Il giapponese scaglia il bastone contro l’uomo mascherato, che si blocca all’istante.
“Penso di aver capito: sei già stato in questo posto nella tua precedente vita, vero?”
Nessuna risposta, solo un silenzio che somiglia ad un assenso.
“Qualcosa che ti lega a ciò che non c’è più. Magari conoscevi qualcuno di queste parti, nevvero? Beh, quel tempo non ti appartiene più, Straniero. Adesso sei tornato e per te c’è solo un futuro da costruire. Le radici sono importanti come ho detto, ma le tue sono state sradicate. Non pensarci più e concentriamoci sulla nostra missione. L’Ombra non attende”
E l’Ombra fu.
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14/02/2016 19:43
 
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Bloody Desperation 16.10.2015

Derrick Mortimer si trova al Santuario della Madonna di Lourdes in piena notte, come sia riuscito a raggiungerlo e come mai nessuno lo sorvegli lo sanno solo Dio e Kolme stesso, ma nessuno dei due ha intenzione di rivelarlo.
“Io non credo in te, ma sono disperato. Le ho provate tutte e ormai non ho più niente a cui appigliarmi. Ti prego, ti scongiuro…fammi trovare Gaijin”
L’uomo rimane con ginocchia e fronte poggiate a terra, posizione con la quale ci siamo abituati a vederlo nelle ultime settimane. La Sacra Vergine resta in piedi con le mani giunte, nella posizione cui i fedeli si sono abituati a vederla nell’ultimo secolo.
“Niente…sono forse talmente miserabile da non meritare risposta alcuna da nessuno?”
Kolme scaglia un sasso contro la statua che non fa una piega come è naturale che sia. Lui si volta e se ne va.
“Sì”
Kolme si volta di scatto verso la Madonna.
“Sì, lo sei”
“Sono dunque miserabile?”
Ormai Derrick Mortimer non si stupisce nell’udire una statua rivolgergli una parola, il paranormale è ormai all’ordine del giorno nella sua vita confusa.
“Sei peggio. Sei una nullità”
“Non permetto a nessuno di insultarmi! Tantomeno una donna!”
La Vergine Madre balza giù dal suo piedistallo e si scaglia su Kolme con un missile dropkick.
“Persino questa donna riesce a metterti al tappeto. Perché sei così inutile Kolme, perché? Perché”
La Madonna scandisce ogni suo “perché?” con un ceffone, una raffica cui Derrick non riesce a sottrarsi.
“Ahi! Ahi! Io volevo solo sapere dov’è Gaijin!”
Kolme soccombe, crolla a terra in ginocchio aggrappandosi alle vesti della sua celestiale avversaria.
“Ti prego, dimmi dov’è. Dov’è???”
“E perché vorresti saperlo, nullità? Cosa hai da offrirgli di diverso da ciò che hai già offerto ad altri?”
“Tutto me stesso, tutto!”
“Cos’è il tutto di un nulla, essere indegno persino del disprezzo? Tu vaghi in un limbo appaiando scarpe diverse. Non vedi che zoppichi?”
“Ma non è vero, io…OCCRISTO!”
Kolme vola all’indietro alla vista della Sacra Vergine, nel vedere che ha il volto di Jumala.
“Perché nomini invano mio figlio?”
“Figlio? Io…io sono figlio tuo, Jumala, tuo umile discepolo”
“A quanti piedi ti prostri, nullità?”
La Madonna ha ripreso il suo aspetto.
“Io…io non so”
“Esatto. Il nulla non sa nulla”
“Ma perché mi fai questo?”
“Chi? Chi ti sta facendo ciò?”
Il volto della Madonna si modifica mostruosamente: il naso si stende tanto da sparire, gli occhi si chiudono a fessura mentre la bocca si allarga in un ghigno mostruoso. È divenuto una maschera che pare prendersi gioco di tutto ciò che la circonda, compresa la realtà terrena.
“No! NOOOO! NO…Sì! SÌ!!”
“Tu dai risposte, ma non sarò io a darti quesiti!”
“Sei tu, Gaijin! Sei tu lo Straniero! Ti ho trovato!”
Kolme si aggrappa di nuovo alle vesti della Sacra Vergine dal ghigno mostruoso, ma le tira così forte che finisce per denudarla.
“Che comportamento inadeguato nei confronti di una Vergine immacolata! Tu, nullità, hai commesso un peccato”
Sotto le vesti la Madonna di Lourdes rivela una lunga tunica nera, dalle strette fessure oculari sgorgano lacrime di sangue mentre con la sua voce femminile emette gridi acuti che fendono l’aria, capaci di gelare le vene. Kolme frena la sua gioia, adesso è paralizzato dal terrore scaturito da quella figura orrida che danza urlando e piangendo fiumi di liquido vermiglio.
“Pietà”
GRIDA
“PIETÀ!”
GRIDA
“PIETÀAAAAAAAAAAAAAAAA! HO PAURA! TUTTO QUESTO È TROPPO!”
La danzante figura nera si attorciglia su sé stessa per poi esplodere, niente rimane. Ma per Kolme non c’è tregua: sente freddo, come se delle acque gelide lo stessero inghiottendo. Guarda in basso, è così. Acqua tutta attorno a lui. Ma è scura. Sono fiumi porpora scuriti dalla notte.
“Mi arrendo…non posso reggere tutto questo…”
“Lo hai capito”
Kolme è immerso fino al collo, una piccola figura opaca si avvicina a lui camminando sulle acque. Ma non è chi ci si aspetterebbe in questi sacri luoghi.
“Te ne vuoi andare adesso?”
“Sì…non posso farcela”
“Ti sei piegato. È normale, non temere. Hai superato anche te stesso reggendo così a lungo, ma solo pochi eletti possono viverci a fianco ogni istante della propria vita”
“Ditemi almeno…perché avete scelto me? Perché mi avete permesso di mettere un piede nel vostro mondo?”
“…………………………………………Così. È capitato e basta”
E la piccola figura sfocata svanisce assieme al lago porpora, lasciando Derrick Mortimer in ginocchio di fronte alla statua immacolata.
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Bloody Desperation 30.10.2015

Sssssssshhhh…ssssssshhhhhhh....
La corrente sibila mentre scivola verso il sud.
Sssssssshhhh…ssssssshhhhhhh....
La corrente sibila mentre percorre le tue membra.
Sssssssshhhh…ssssssshhhhhhh....
La corrente sibila mentre scuote il tuo corpo. Prima lo accarezza soavemente, poi lo percuote con violenza. È capricciosa come una puledra sellata per la prima volta, o come una ragazza innamorata di un uomo già accompagnato. Ognun scelga la metafora che preferisce.
Sssssssshhhh…ssssssshhhhhhh....
La corrente ti è amante e nemica, le sue dita scorrono lungo zone che dita umane non toccano ormai da tempo, il suo tocco è elettricità che tenta di svegliare i tuoi sensi, alimenta la luce in fondo al tunnel del coma in cui hai scelto di cadere. Ti piace? Non lo sai. La senti ma non la percepisci.
Sssssssshhhh…ssssssshhhhhhh....
Quanto tempo che gelide dita non ti accarezzavano, vero? Eppure è solo acqua, e tu non puoi sentire l’effetto che fa sul tuo corpo. Esso è cosciente ma la mente che lo governa è altrove, è nel buio a seguire la luce del tunnel, lasciando il corpo in balia delle onde e delle pietre che di tanto in tanto incontra e lo levigano come se fosse anch’esso roccia.
Sssssssshhhh…ssssssshhhhhhh....
Sì, il corpo è in balia della corrente del fiume ma alla mente cosa accade nel tunnel?
La mente umana tende a dare forme familiari a ciò che vede.
Ma nel buio non si vede niente.
Già, ma tu cos’hai di umano ormai?
E allora la tua mente riesce a dare forme familiari alle pareti del tunnel di tenebra: i ricordi di un’altra vita appaiono come graffiti, ma sono distorti. Affreschi di un bambino circondato da persone, il bambino che diventa ragazzo, poi diviene adulto…
Le prime immagini mostrano la figura distorta del bambino circondata da altri esseri umani sbiaditi, ma il ragazzo è circondato da un numero ben più esiguo di figure e l’adulto è completamente solo. Il tunnel è divenuto la storia di un ciclo che porta all’esilio.
Ma tutto è distorto, le figure hanno corpi sfumati come acquerelli, i volti sfigurati, occhi e bocche sono fessure.
Ssssssshhhh…plash.
Il corpo è arrivato alla fine del Sioux River e piomba giù dalla cascata.
L’impatto porta la mente a ricongiungersi col corpo, entrambi riemergono dalle acque nere.
“Già di ritorno, Straniero?”
Gaijin è in mezzo alle acque, attorno a lui sulle sponde alcune decine di nativi americani. A parlare è un guerriero enorme dal viso duro e inespressivo.
“Sappiamo che non è stata una tua scelta ricongiungerti a noi così presto, Straniero. Il tuo compito è temporaneamente concluso, adesso è giusto che tu ti dedichi ai tuoi giochi…saremo noi ad affiancarti nel tuo divertimento presso la città qui vicino, ti facciamo strada”
Gaijin esce dalle acque, che abbandonano il suo corpo di nero coperto grondando a terra. Gli indiani si avviano assieme a lui per scortarlo.
“Speriamo solo che i tuoi amici venuti da lontano non si infurino per questo nostro ricongiungimento, l’ultima volta che li abbiamo visti non sembravano affatto contenti del legame che ci unisce”
Gaijin risponde:
“Sssssssssshhhhhh…”


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Bloody Desperation 06.11.2015


Landa ignota, Illinois

Un giovane indiano pellerossa cavalca in direzione Iowa, il vento che sferza i lunghi capelli sciolti e il pallido sole del mattino a baciargli il volto, il cavallo ad ascoltare le sue parole.

“Mai vista una notte più buia di quella di stanotte, ma non ha importanza. Abbiamo fatto il nostro dovere anche se solo per metà tragitto. Che ne pensi?”

La risposta del cavallo è un nitrito come altrimenti non poteva essere, ma scaturito e a sua volta spezzato dalla caduta che subisce. Uomo e animale difatti sprofondano nel terreno scomparendo dal paesaggio e si ritrovano inghiottiti da un’enorme buca che pare attendesse proprio loro.
Non è più il sole a baciarli bensì tenebre e fango a ghermirli, uniti al sangue che esce dalla gamba del pellerossa, schiacciata nella caduta dal peso dell’equino.

Trenton, New Jersey

Un giovane indiano pellerossa cammina fuori da un palasport dal cui interno provengono delle grida, segno che un evento si sta tuttora svolgendo, ma a lui questo non pare interessare. Da lì è uscito e nella direzione opposta se ne va, il suo compito è finito e ciò che accadrà nell’edificio da adesso in poi non lo riguarda.

“Che gente assurda i visi pallidi, con i loro ancor più assurdi intrattenimenti. Non capisco come ci sia finito in questo mondo. Non capisco perché la mia tribù debba avere a che fare con quest’assurdità…ma non vedo l’ora di tornare al mio villaggio, così potrò chiederlo al Capo…”

TUD!

Un tonfo alla sua destra, si volta in quella direzione e scorge una grossa sagoma sdraiata a terra.
Per qualche secondo rimane paralizzato dalla sorpresa e dal terrore, ma poi la ragione smuove il corpo facendogli presente che di cose incredibili ormai ne vede già da tempo, da quando l’uomo senza volto e senza un nome è giunto presso la sua tribù.
Si fa avanti in direzione della grossa figura e avvicinandosi si rende conto che si tratta di due corpi distinti: il cadavere di un cavallo e quello di un uomo.
La bestia è palesemente morta quindi di impulso ispeziona la salma dell’umano. Morto anche quello, ma il panico lo attanaglia quando riesce a distinguere gli abiti ed il volto nell’oscurità: un giovane nativo americano, proprio come lui, ma appartenente ad un’altra tribù.
Il terrore e l’orrore.
Poi dei rumori a circondare tutto questo.
Delle figure vestite di nero escono fuori da ogni angolo e girano attorno al trio composto dal vivo e dai due morti.
L’inesperienza dei pochi anni vissuti porta il giovane a tremare, ma poi la fierezza della sua tribù prende le redini del gioco e gli infonde coraggio. Il petto si gonfia, i pugni si stringono e lo sguardo si alza. Il ragazzo vuole combattere.

“Non ho paura di voi. Fatevi avanti!”

Ma le figure nere fermano invece la loro danza, l’improvvisa staticità rivela la presenza di bianche maschere a celare i loro volti.
Si fa avanti un’altra figura dal nulla: un uomo asiatico vestito dello stesso costume degli altri individui, ma nessuna maschera sul volto barbuto.

“Che genere di storia pensi che sia questa, ragazzo?”
“Quale storia? Chi siete e perché siete vestiti come lo Straniero? Chi è questo ragazzo che avete ucciso?”
“Questa non è una storia di lacrime e dolore”
“RISPONDIMI, MALEDETTO! DOV’È LO STRANIERO?!? STRANIERO! STRAN…”
Un rivolo di sangue fuoriesce al posto delle parole.
Una katana ha trafitto il ragazzo da dietro e adesso fuoriesce dal suo petto.
Un nuovo cadavere si unisce al cavallo e al suo cavaliere, vi si posa a terra formando un trio di morte e speranze perdute.

“Questa è una storia di buio e morte. Ciò che spetta a chi finirà nell’epopea del Gaijin e della sua Ombra”



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Bloody Desperation 13.11.2015




Un giovane parla e un anziano risponde a chi non vuole ascoltare.

“Una madre piange il proprio figlio”
“Dobbiamo restare forti e uniti”
“Come possiamo restare uniti se perdiamo membri della nostra tribù?!?”
“Corpo e sangue ci lasciano, ma lo spirito resta al nostro fianco in eterno”
“Vai a dirlo a quella madre, anziano!”
“Lei ha più anni di te e l’esperienza per accettare una perdita. Le sue lacrime irrigheranno il terreno della devozione che prova verso i figli che le rimangono, rendendoli forti e rigogliosi”
“Non stiamo parlando di piante! Siamo forse tutti noi arbusti da tagliare per farsi strada? È questo che siamo per te…e per lo Straniero?”
“Sei giovane…non puoi capire…”
“Mettimi alla prova! Spiegami perché Egli lascia che noi veniamo fatti a fette in suo nome! Avanti!”
“Noi abbiamo un compito da svolgere, ragazzo. Credi che non sia addolorato per la scomparsa di quel giovane? Non sai che ogni volta che un membro della tribù muore l’anziano saggio perde un frammento della sua anima? Sento come se alla mia vita fossero stati strappati anni…ma devo restare forte. Dobbiamo restare forti e uniti. Abbiamo una missione da compiere e cercare vendetta porterà solo altre morti. Andare avanti nel cammino intrapreso è la nostra unica strada e ciò che ci porterà alla salvezza. Per un bene più grande”
“Io sono stanco di tutto il male che abbiamo adesso. Non contare su di me”


Un uomo di alto rango parla ad uno infimo, che non attendeva altro che di udire le sue parole.

“E così tu entri a far parte dell’Ombra”
“Grazie! Grazie mio buon signore!”
“Qual è il tuo nome? Dillo di nuovo!”
“DERRICK MORT-AHIA! Perché una bastonata?”
“Tu non hai più un nome”
“Ah, è vero. Perdonatemi, questo non è l’Awaken-AHIA”
“Tu non hai nemmeno più un passato”
“Chiedo umilmente perdono”
“Sta per avere inizio una guerra sanguinosa. Avevamo avvisato i nostri avversari di stare lontani dallo Straniero e loro non lo hanno fatto. Adesso una storia di morte e buio sarà scritta e tu ne sarai l’inchiostro”
“Sono nato per questo. Sono sempre stato l’oscur-AHIA”
“Niente passato”


Un nano parla ad un uomo avvolto di tenebra, in una dimensione dove luce non esiste.

“Quante guerre vengono fatte in nome di un dio inconsapevole”
“…………………………..”
“È il tuo turno”

Lo Straniero scuote la mano e lancia dei dadi ma a nessuno è concesso di sapere il risultato del lancio.
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Bloody Desperation 20.11.2015

<< Favorisca un documento d’identità, prego >>
<< Io sono l’oscurità >>
<< Come, scusi? >>
<< Ho detto che sono l’osc… >>

“Tu non hai più un passato”
“Ah, già.” << Un attimo che lo prendo >>
“Tu non hai più un nome”
“Ah, già.” << Non te lo do il documento, non ce l’ho più un’identità! >>
<< Mi spiace ma senza documento non posso venderle il biglietto >>
<< Merda. Va bene, per questa volta glielo do. Ma poi lo butterò via! >>
<< Come vuole, signor…Mortimer >>
<< Sssssssh…non ce l’ho più un nome >>
<< Certo, certo…sono cose che succedono… >>


<< Favorisca un documento d’identità, prego >>
<< … >>
<< Grazie, signor…Hawkins. Ci perdoni per l’attesa ma il cliente prima di lei era un tipo bizzarro, non voleva dirci il suo nome e ci ha fatto perdere un bel po’ di tempo >>
<< Fa niente >>
<< Lei invece ha un nome che non si addice molto alla sua faccia. Ha origini native americane? >>
<< Adesso è lei che sta facendo perdere tempo ai clienti >>
<< Ah…scusi. Buon viaggio >>


<< Mi dia un giornale, grazie >>
<< Quale? >>
<< Che domande! Un giornale, con le notizie! >>
<< Tsk! Eccolo, un dollaro >>
<< Ci voleva molto? >> “Vediamo un po’…urka! Parlano di noi! Sono entrato in qualcosa di davvero grosso…”
<< Se non prende altro può andarsene dall’edicola? Ci sono altri clienti dietro di lei >>
<< Ma che modi! Me ne vado eccome! Ho un aereo da prendere io! >>


<< Un giornale con le notizie dell’Ohio >>
<< Ecco, le do lo stesso che ho dato al pazzoide di prima. Un dollaro, grazie >>
“’La WBFF arriva a Cincinnati’, questo già lo sapevo…ecco: ‘Misteriosi omicidi notturni al Jackson Hill Park. Forti sospetti sulla setta che sta terrorizzando gli Stati Uniti…’”

“…Abbiamo una missione da compiere e cercare vendetta porterà solo altre morti…”
“Lo penseresti ancora se potessi leggere simili notizie, Anziano? Al di fuori del nostro piccolo villaggio le morti si susseguono mentre noi non facciamo niente. È solo questione di tempo prima che arrivi il giorno in cui verremo inghiottiti dal devasto che ci circonda…”

<< Io ti conosco. Mamma, questo qui lo conosco! >>
<< Io non ho un’identità >>
<< Sì che ce l’hai! Sei quello che perde sempre! >>
<< Io non ho un passato, quindi non ho mai perso >>
<< Sì che ce l’hai! E fai schifo! >>
<< Non sono più quello di un tempo… >>
<< Tu devi fare da arbitro al prossimo show! Ho visto la card! Guarda di fare meno schifo di quando lotti! >>
<< Signora, vuole far star zitto il suo marmocchio o lo devo buttare giù dall’aereo? >>


“Dobbiamo restare forti e uniti”
“Quanto si sbaglia, ormai è troppo vecchio e abituato ad aver ragione per comprendere quanto è diventato cieco. Stiamo proteggendo qualcuno che non ha il minimo interesse di fare lo stesso con noi. Anzi, i suoi scagnozzi ci faranno fuori uno ad uno. Molti visi pallidi sono morti, poi è toccato a quei due ragazzi, uno dei due della nostra tribù. E ne sono certo, è solo il primo. Se non facciamo qualcosa…se IO non faccio qualcosa”
“Sei giovane…non puoi capire…”
“Quanto lo odio quando fa così! Io un giovane che non può capire? E lui un vecchio che non capisce più niente!!! Ma che diav…” << Lo volete far tacere quel bambino? C’è anche gente che vuole riposare qua dentro! >>

“Come arbitro non mi ci vedo mica. Poi bendato…beh, ma non posso fallire. Devo farlo vincere. Devo farlo per lui…”
“Lo troverò. E lo fermerò. In qualche modo…devo riuscirci”
<< Ehi amico, quella è la mia valigia! >>
<< No che non lo è >>
<< Sì invece, sulla targhetta c’è scritto il mio nom… >>
“Tu non hai più un nome”
“Ah, è vero…” << Niente, errore mio. Addio, amico >>
“Che razza di tipo, i visi pallidi sono tutti pazzi…ma…è vero! Questa non è la mia valigia! Che diavolo c’è qua dentro? Un costume nero e…LA SUA MASCHERA!!! MA CHI…? LUI! ERA LUI!” << STRANIEROOOO!!! >>
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14/02/2016 19:49
 
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Bloody Desperation 27.11.2015

<< Favorisca un documento d’identità, prego >>
<< Io sono l’oscurità >>
<< Come, scusi? >>
<< Ho detto che sono l’osc… >>

“Tu non hai più un passato”
“Ah, già.” << Un attimo che lo prendo >>
“Tu non hai più un nome”
“Ah, già.” << Non te lo do il documento, non ce l’ho più un’identità! >>
<< Mi spiace ma senza documento non posso venderle il biglietto >>
<< Merda. Va bene, per questa volta glielo do. Ma poi lo butterò via! >>
<< Come vuole, signor…Mortimer >>
<< Sssssssh…non ce l’ho più un nome >>
<< Certo, certo…sono cose che succedono… >>


<< Favorisca un documento d’identità, prego >>
<< … >>
<< Grazie, signor…Hawkins. Ci perdoni per l’attesa ma il cliente prima di lei era un tipo bizzarro, non voleva dirci il suo nome e ci ha fatto perdere un bel po’ di tempo >>
<< Fa niente >>
<< Lei invece ha un nome che non si addice molto alla sua faccia. Ha origini native americane? >>
<< Adesso è lei che sta facendo perdere tempo ai clienti >>
<< Ah…scusi. Buon viaggio >>


<< Mi dia un giornale, grazie >>
<< Quale? >>
<< Che domande! Un giornale, con le notizie! >>
<< Tsk! Eccolo, un dollaro >>
<< Ci voleva molto? >> “Vediamo un po’…urka! Parlano di noi! Sono entrato in qualcosa di davvero grosso…”
<< Se non prende altro può andarsene dall’edicola? Ci sono altri clienti dietro di lei >>
<< Ma che modi! Me ne vado eccome! Ho un aereo da prendere io! >>


<< Un giornale con le notizie dell’Ohio >>
<< Ecco, le do lo stesso che ho dato al pazzoide di prima. Un dollaro, grazie >>
“’La WBFF arriva a Cincinnati’, questo già lo sapevo…ecco: ‘Misteriosi omicidi notturni al Jackson Hill Park. Forti sospetti sulla setta che sta terrorizzando gli Stati Uniti…’”

“…Abbiamo una missione da compiere e cercare vendetta porterà solo altre morti…”
“Lo penseresti ancora se potessi leggere simili notizie, Anziano? Al di fuori del nostro piccolo villaggio le morti si susseguono mentre noi non facciamo niente. È solo questione di tempo prima che arrivi il giorno in cui verremo inghiottiti dal devasto che ci circonda…”

<< Io ti conosco. Mamma, questo qui lo conosco! >>
<< Io non ho un’identità >>
<< Sì che ce l’hai! Sei quello che perde sempre! >>
<< Io non ho un passato, quindi non ho mai perso >>
<< Sì che ce l’hai! E fai schifo! >>
<< Non sono più quello di un tempo… >>
<< Tu devi fare da arbitro al prossimo show! Ho visto la card! Guarda di fare meno schifo di quando lotti! >>
<< Signora, vuole far star zitto il suo marmocchio o lo devo buttare giù dall’aereo? >>


“Dobbiamo restare forti e uniti”
“Quanto si sbaglia, ormai è troppo vecchio e abituato ad aver ragione per comprendere quanto è diventato cieco. Stiamo proteggendo qualcuno che non ha il minimo interesse di fare lo stesso con noi. Anzi, i suoi scagnozzi ci faranno fuori uno ad uno. Molti visi pallidi sono morti, poi è toccato a quei due ragazzi, uno dei due della nostra tribù. E ne sono certo, è solo il primo. Se non facciamo qualcosa…se IO non faccio qualcosa”
“Sei giovane…non puoi capire…”
“Quanto lo odio quando fa così! Io un giovane che non può capire? E lui un vecchio che non capisce più niente!!! Ma che diav…” << Lo volete far tacere quel bambino? C’è anche gente che vuole riposare qua dentro! >>

“Come arbitro non mi ci vedo mica. Poi bendato…beh, ma non posso fallire. Devo farlo vincere. Devo farlo per lui…”
“Lo troverò. E lo fermerò. In qualche modo…devo riuscirci”
<< Ehi amico, quella è la mia valigia! >>
<< No che non lo è >>
<< Sì invece, sulla targhetta c’è scritto il mio nom… >>
“Tu non hai più un nome”
“Ah, è vero…” << Niente, errore mio. Addio, amico >>
“Che razza di tipo, i visi pallidi sono tutti pazzi…ma…è vero! Questa non è la mia valigia! Che diavolo c’è qua dentro? Un costume nero e…LA SUA MASCHERA!!! MA CHI…? LUI! ERA LUI!” << STRANIEROOOO!!! >>
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14/02/2016 19:51
 
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Bloody Desperation 04.12.2015 (Scent of Glory)

Due uomini in posizione del loto separati da incenso fumante.

“Straniero, l’Ombra ha una missione”
“………………..”
“Ne sei guida e vessillo, ma ultimamente sei…instabile, come le facce che porti. Questo comportamento ha scatenato un’assurda guerra contro i tuoi falsi seguaci…”
“………………”
“Ritengo tu stia visitando troppi lidi, qualche ponte deve essere tagliato per il bene dell’Ombra. Propongo sia abbandonato il più futile: il puroresu occidentale”
“………………”
“Vero, io stesso ti ho rappresentato ed esposto in questo tuo capriccio. Ma ora basta. Abbiamo un obiettivo più importante. Cosa rispondi?”

Lo Straniero ruota la maschera dalla faccia furiosa a quella angosciata.

“Hai sempre mostrato all’Ombra un volto furioso. Cosa significa questo tormento? La mia proposta ti ferisce?”

Il tempo si blocca.
Uno spirito si manifesta con le sembianze di un nano.

“Stolti uomini, non possono comprendere. Stolto Straniero, che resti ancorato al passato. Questo mortale ha ragione, dimentica la tua esistenza. Umano non sei più.”

Il tempo torna a scorrere, lo spirito sparisce.
L’incenso brucia più forte, il giapponese parla.

“L’incenso ora profuma di aceto. È il tuo modo di rispondere, Straniero? Incomprensibile. Non mi aspettavo altro d’altronde, le azioni riveleranno la tua decisione, come sempre”.

L’incenso si consuma del tutto.

BUIO
[Modificato da Straight_Punk 14/02/2016 19:51]
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14/02/2016 19:52
 
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WBFF Maniacs

Un giovane nativo americano di corporatura robusta si affaccia allo stage guardandosi attorno spaesato, posa uno sguardo determinato verso il ring e con passo deciso si avvia. La folla lo fissa in silenzio rendendolo ancora più nervoso a giudicare dal sudore che gocciola sulla sua fronte, ma lui ignora tutto e tutti proseguendo la sua marcia.

Taggart: “Attenzione, un uomo si avvia verso il ring. Si tratterà forse di un nuovo prospetto? Un debutto inaspettato a Maniacs?!?”
Kokone: “John, se non lo sappiamo noi!”
Taggart: “Già. Ehm, beh…”

Il ragazzo strappa un microfono dalle mani del ring announcer, prova a parlare ma il dispositivo è spento così nell’imbarazzo più totale è costretto a chiedere allo staff di farselo accendere, spiegando loro cosa ha da dire.

Taggart: “Ehm, signori…questo giovane ha qualcosa da dire. Magari ha una sfida da lanciare?”
Kokone: “È un indiano, per me è palesemente legato a Gaijin.”
Taggart: “Facciamo comunque presente ai nostri spettatori che si tratta di un fuori programma”
Kokone: “E può esserci qualcosa di prestabilito quando si parla di Gaijin?”
Taggart: “Ma che ne sai tu? Per me è un giovane esordiente!”
Kokone: “Scommetto cento dollari”
Taggart: “Ci sto!”

Il giovane pellerossa è riuscito a convincere lo staff e ora si trova in mezzo al ring col mic in mano, cerca di sconfiggere l’imbarazzo di dover parlare in pubblico per la prima volta.

Indiano: “Io…io sono venuto qui stasera per fare da manager allo Straniero!”
Kokone: “Sgancia il centone!”
Taggart: “DAMN!”
Indiano: “Ma…ma…adesso, adesso sono salito qua per dire qualcosa di ben diverso, qualcosa di più importante!”
Taggart: “Hai sentito?”
Kokone: “Io il centone me lo tengo.”
Pubblico: “SAY THE NAME! SAY THE NAME!”
Taggart: “Il pubblico vuole l’identità di Gaijin! Che questo ragazzo sia qui per svelarlo?”

Il ragazzo è intimorito dai cori dell’arena e respira forte per trovare il coraggio di parlare di fronte a cotanta agitazione, all’ennesima inspirazione sputa fuori le parole a raffica, per non dare il tempo né al pubblico né a sé stesso di interrompere il discorso.

Indiano: “Il mio nome è Artiglio-di-Falco della tribù…non ha importanza. Sono venuto da lontano, già settimane fa avrei dovuto essere il manager dello Straniero ma per misteriose ragioni che nemmeno io mi spiego ciò non è avvenuto. La mia tribù segue l’entità che voi chiamate Gaijin da molto tempo…non mi credereste se vi dicessi da quanto! Ma non è questo ciò che deve interessarvi! Dovete sapere che a causa di questo personaggio è in atto una guerra, una guerra che ha mietuto numerose vittime nella mia tribù! Sono qui a parlarvi per dirvi di fermare tutto questo! Nessun altro dovrà perdere la vita! Dobbiamo fermare questo assurdo gioco, non ne va solo delle vite dei miei compagni, anche voi ne siete coinvolti! Aiutateci!”
Pubblico: “SAY THE NAME! SAY THE NAME!”

Il ragazzo alza finalmente lo sguardo ma rimane sbigottito da ciò che sente. Per la prima volta nella sua vita ha parlato di fronte a migliaia di persone, per la prima volta ha chiesto aiuto a qualcuno, lui che è sempre stato il più orgoglioso nel suo villaggio. Artiglio-di-Falco è sconvolto da ciò che vede e ciò che sente.

Pubblico: “SAY THE NAME! SAY THE NAME!”
Indiano: “Voi…volete solo sapere il nome dello straniero?”
Pubblico: “YES! YES! YES!”
Indiano: “Voi…mi avete ascolt…”
Pubblico: “SAY THE NAME! SAY THE NAME!”
Indiano: “Volete il nome?”
Pubblico: “YES! YES! YES!”
Indiano: “Il suo nome…”
Pubblico: “YES?”
Indiano: “Ma…ma come potete essere dei simili bastardi?”
Pubblico: “WHAT?!?”
Indiano: “Bastardi…bastardi è dir poco! Come osate? Pensate che sia solo un gioco? Io sono venuto qui di fronte a voi visi pallidi, ho calpestato il mio stesso onore per chiedere il vostro aiuto! IO! CHIEDERE IL VOSTRO AIUTO! E voi sputate su tutto ciò che ho detto, sulle lacrime che ho versato, sui cadaveri dei miei compagni! PER UN CAZZO DI SPETTACOLO DOVE LA GENTE LOTTA!”
Pubblico: “Boooooooring! Booooooring!”

L’animo di Artiglio-di-Falco è squarciato, dai suoi bulbi oculari sgorgano lacrime arrese, ma i cori proseguono imperterriti. La gente ha pagato il biglietto per assistere a uno spettacolo e ciò che sta vedendo è ai loro occhi solo una messinscena malriuscita. Una minoranza del pubblico è in silenzio, ha rispetto per il ragazzo e per le sue lacrime sebbene non possa comprendere quanto ciò che lui ha detto sia veritiero. Ma il giovane nativo americano non capisce tutto ciò, non può capire il punto di vista degli spettatori perché è nato e cresciuto in una realtà del tutto aliena a questa società e ai suoi intrattenimenti. La sua incomprensione si tramuta in rabbia, che va ad alimentare la fornace dell’odio.

Indiano: “SIETE SOLO DEGLI EGOISTI BASTARDI! Voi tutti! Tenetevi pure la vostra buffonata allora! Sollazzatevi mentre fuori dai vostri edifici delle vite vengono consumate! A voi cosa interessa del resto? Mangiate le vostre schifezze, gioite delle vittorie dei vostri beniamini, sprecate le vostre vite nella melma della vostra società merdosa! E ANDATEVENE TUTTI A FIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII”

Il collegamento del microfono viene interrotto per impedire al ragazzo di concludere il discorso. Lui lo sbatte a terra con rabbia ma continua a lanciare insulti e a fare gesti offensivi nei confronti del pubblico…
…finché la luce non sparisce.
Buio.
Quando la luce torna il giovane guerriero è sdraiato a terra dolorante, in piedi su di lui svetta il manager giapponese di Gaijin vestito da guerriero ninja nero come la notte, bastone in una mano e microfono nell’altra. Attorno al ring invece vi sono uomini vestiti di nero con il volto coperto da maschere di espressione iraconda.

Giapponese: “Non portare la tua guerra nelle vite di civili inconsapevoli, giovane.”

Artiglio-di-Falco rantola a terra ma viene bloccato dal bastone sul quale l’asiatico si appoggia con tutto il peso del corpo.

Giapponese: “Signori, perdonate l’interruzione. Questo ragazzo non ha capito la portata dell’evento e ha cercato di straziarlo portando la sua futile battaglia nella vostra vita quotidiana. Egli è da giudicarsi a tutti gli effetti un terrorista e come tale sarà fermato affinché il vostro divertimento possa proseguire. Mirate adesso all’esecuzione del terrorista, rendetela parte della vostra serata di svago!”

Il ninja appoggia il bastone sulla gola del ragazzo lasciandolo senza fiato, poi lo allontana per sferrare un colpo secco. Una vita sta per essere consumata durante WBFF Maniacs…
Ma uno degli uomini mascherati sale sul ring e afferra il bastone del giapponese, contro il quale dà inizio a una colluttazione!
L’uomo misterioso riesce a strappare il bastone ma perde la maschera!

Kokone: “MA È KOLME!”
Taggart: “KOLME?!? Derrick Mortimer era uno dei seguaci di Gaijin? E ha appena compiuto un gesto eroico?!?”
Kokone: “Kolme si è parato tra i due manager di Gaijin e sta difendendo il ragazzo ferito a terra!”
Taggart: “Ma non ha tenuto conto degli uomini mascherati che nel frattempo sono saliti sul ring e adesso lo stanno massacrando…”
Kokone: “Più le cose cambiano, più restano le stesse…”

Derrick Mortimer subisce un duro pestaggio, caro gli sta costando ribellarsi per salvare un innocente ma…
Buio di nuovo.
Quando la luce torna i membri dell’Ombra sono ancora sul quadrato, ma Kolme e Artiglio-di-Falco non ci sono più.

Taggart: “Kolme e l’indiano sono spariti!”
Kokone: ”Guarda! Sono in cima alla rampa dello stage! CON GAIJIN!”
Pubblico: “WOOOOOOOOOOOO!”
Taggart: “Signori, Gaijin ha salvato i due dai suoi stessi adepti! Tutto questo è emozionante!”
Kokone: ”Sì, anche se non ci si capisce niente!”

Il Three-Faced Demon è all’ingresso dello stage, Kolme e l’indiano a terra al suo fianco, la maschera ridente rivolta verso il ring. Al centro dell’arena, il manager giapponese lo fissa in silenzio. Alcuni secondi di tensione scorrono, poi l’uomo dell’Estremo Oriente si porta il microfono alle labbra.

Giapponese: “Se questo è ciò che desideri.”

Buio.
Luce.
Il quadrato è sgombro, L’Ombra se ne è andata al completo.
Sullo stage Kolme saltella felice di essere stato salvato dal suo idolo.

Taggart: ”Che finalmente l’ammirazione di Kolme per Gaijin sia stata ripagata con l’accettazione e il rispetto?”

Gaijin ruota la maschera sul volto passando al Berserker Mode, poi sferra una ROARING ELBOW su Kolme. WARRIOR’S DEATH A SEGNO!

Taggart: “Come non detto…”

Gaijin si rimette di nuovo la maschera sorridente da Juggler e poi raccoglie da terra gli esanimi Artiglio-di-Falco e Kolme caricandoseli sulle spalle. Rimane qualche secondo fermo sullo stage in una involontaria posa eroica prendendosi un enorme pop dal pubblico, per poi uscire dallo stage con i due uomini sulle spalle in mezzo ai fragorosi applausi dell’arena.

Taggart: “Questa sera Gaijin si è comportato da eroe e il pubblico lo applaude come tale!”
Kokone: “Secondo me non ci ha capito nulla nessuno.”




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Bloody Desperation 08.01.2016

“Di quanta onta siamo disposti a macchiarci prima di esplodere?”

Un uomo cammina tenendo le mani intrecciate dietro la schiena cambiando direzione di tanto in tanto ma mantenendo sempre la solita velocità e postura, rivelando una rigida pazienza militare contrariamente al tono aspro della sua voce. Intorno a lui una stanza con pochi elementi di arredo orientale, un numero così esiguo da dare la sensazione di essere stati sistemati lì frettolosamente per ricreare nel miglior modo possibile un’atmosfera aliena a un simile luogo.
L’uomo si ferma e si volta verso l’interpellato, un uomo di notevole stazza per quanto seduto e oscurato dal suo costume nero, reso temibile dalle tre maschere di diverse espressioni che circondano la sua testa.

“Quanto ancora? Dimmi.”
“…………….”

Il giapponese non si piega alla tacita risposta, di norma un simile dialogo in tali posizioni porterebbe a pensare un ipotetico spettatore che l’uomo in piedi stia sgridando un suo sottoposto, similmente ad un padre che sgrida il figlio incapace di rispondere all’autorità patriarcale. Ma status e ruoli sono indefinibili in questo quadro e se qualcuno fosse presente nella stanza non penserebbe ciò, complice l’inquietudine generata dal costume dell’uomo seduto e il tono duro ma non austero dell’asiatico.

“Non hai voce per rispondermi, lo so. Sono sempre io a parlare, tu forse ad ascoltarmi. Saranno le azioni che intraprenderai dopo il mio discorso a dimostrare quanta importanza avrai dato alle mie parole. Spero davvero che stavolta non sarà fiato sprecato.”
“……………..”

L’uomo ricomincia a passeggiare, stavolta attorno alla figura seduta.

“Devo ripetere ciò che ho già detto poche settimane or sono, cose sostenute ed espresse ormai ogni giorno ma per te solo sibilo di vento: questa distrazione deve finire!”

Un breve sguardo rivolto all’ascoltatore, poi ricomincia la camminata.

“Io ti ho appoggiato sin dall’inizio, io stesso ti ho accompagnato e rappresentato. Ho pensato che potesse essere una copertura, un messaggio criptato rivolto a questa società ignara…L’Ombra ti ha persino impersonato quando eri assente, lo sapevi? Ah, chissà se hai ancora una visione limpida di questo mondo…comunque, ho fatto di tutto perché questo gioco reggesse. Finché ognuno faceva al meglio la sua parte poteva funzionare. Finché vincevi, Straniero!”
“……………………………”

Una pausa forte, per far recepire al meglio il duro messaggio.

“Che senso ha questo gioco se perdi, Straniero? Non possiamo permettere l’esistenza di ciò che è atto a renderci ridicoli. Prima era solo distrazione, ora è anche motivo di derisione. Questa società ci riderà dietro, Straniero, e non può esistere vittima che ride del suo carnefice, agnello che lecca il suo macellaio! Per questo ti do il mio ultimatum: BASTA CON IL PURORESU!”

Silenzio.

“……………………………………………………”

Il giapponese scatta verso lo Straniero inginocchiandosi e allungando una mano verso una delle maschere, stavolta sul suo volto è stampato un sorriso ansioso, come pentito di quanto appena affermato.

“Ma chi sono io per darti ultimatum? No, io non ti minaccio, Straniero! Io non ho nemmeno il diritto di toccarti!”
Ritrae la mano.
“Ma non possiamo proseguire su questo cammino, devi comprendere. No, non fraintendere, non è un ordine. Tu PUOI comprendere. Tu non vedi né senti come va questo mondo perché percepisci mondi più elevati. Tu sei sopra di noi, Straniero! Ma noi siamo la tua Ombra, la tua guida in questo mondo terreno. Tu devi seguirci, noi sappiamo cosa è meglio per te qui e come riuscirai a conquistarlo tutto. Tutto!”

Il giapponese ansima fissando il pavimento sul quale appoggia le mani, il cranio a mezzo metro di distanza dalla maschera dello Straniero impassibile.

“Non puoi perdere ancora. Non puoi giocare ancora. Non possiamo guidarti nel sollazzo di una società destinata a finire divorata assieme a tutti i suoi balocchi. Per questo nell’Epopea del Gaijin non vi saranno più capitoli di puroresu. La lotta sarà spietata e cruenta, ma non sarà combattuta su un ring a quattro lati di fronte a un pubblico pagante.”
“………………………”

Il manager giapponese con un balzo si allontana e volta le spalle allo Straniero, ricomponendosi e tornando al suo solito atteggiamento posato, come se avesse rimosso quanto avvenuto pochi secondi prima. Un colpo di tosse coperto dal pugno, poi torna a parlare.

“Mi sono persino esposto, ho parlato con i tuoi avversari prima dell’ultimo scontro. Li ho di fatto minacciati avvisandoli di un grosso pericolo che avrebbero vissuto nell’affrontarti. Qualcuno di loro mi ha anche deriso, ma nessuno ha desistito. Loro non ti temono, quindi la situazione è ancora peggiore di come l’ho descritta!”
“………………………….”
“Mi stai biasimando? Non avrei dovuto invitare i tuoi avversari a rinunciare allo scontro? Eppure io sono certo di aver agito nel giusto. Alla fine non è avvenuto niente di quanto detto, ma un giorno accadrà. Verrà il giorno in cui la combinazione di quelle maschere porterà a qualcosa di epocale e di…definitivo. E allora nessuno vorrà trovarsi di fronte a te. Ma ciò sarà anche l’esposizione pubblica del nostro scopo, ed è ciò che dobbiamo evitare. L’Ombra deve restare nascosta nel buio, Straniero, dannazione. Basta telecamere e siparietti televisivi. Basta con questo dannato wrestling!”
“…………………………..”
“Lo so, sembrava nuovamente un ordine. Ovviamente non lo è ma…dobbiamo voltare pagina, stavolta definitivamente. Spero che il fatto di aver parlato con i tuoi avversari non sia motivo di un tuo disappunto, in fondo è acqua pass…”

CRASH!

Un vaso si spacca sulla testa del giapponese facendolo crollare a terra privo di sensi, a colpirlo lo Straniero che si toglie la maschera rivelando un volto…

“Erano mesi che desideravo farlo!”

E Derrick Mortimer detto Kolme rimane in piedi a guardare il suo operato, pronto per la prossima mossa.





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