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Potrebbe essere la vostra occasione [Master Jeliel] (OK)

Ultimo Aggiornamento: 07/02/2016 15:53
01/02/2016 16:35
 
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RIASSUNTO.
Un incontro fortuito in locanda: l'Arcimaga alla ricerca di informazioni, che cerca di pilotare la conversazione e il neo Cavaliere che, curioso di conoscere il più possibile sulle due terre, risulta più loquace di quanto la sua razza non ammetta.
E' così che Anya butterà lì una frase sugli uomini corvo, che potrebbe essere semplicemente parto della sua fantasia, ma ottiene in cambio la storia dei Ra'Zac. Leggenda? Realtà? Ai posteri l'ardua sentenza!

COMMENTO.
Una giocata che nessuno dei due si aspettava e più interessante del previsto.
Magari non c'entra nulla con la quest, ma è normale che Anya faccia il collegamento con quanto sta accadendo nella land.
Passo quindi a giustificare gli asterischi:

-Draugceleb racconta ad Anya la leggenda/storia dei Ra'Zac

-Anya avvisa Draug della minaccia degli ibridi (quest impero dei corvi) senza scendere nei particolari che in on non conosce, ma dicendogli di far contattare Alexandra dai suoi superiori



DRAUGCELEB  (strada -> locanda) Oramai si era abituato al buon vino e anche alla buona birra che Filippa gli vendeva. Questa sera però, avrebbe optato per il vino perché da tempo non lo beveva e adesso ne aveva bisogno, dopotutto era pur sempre un areldar. Con passo fermo e deciso si dirige verso l'entrata della locanda. In prossimità dei battenti, la mano destra si alza,all'altezza delle scapole dell'elfo e spinge il legno verso l'interno. Entra e vede che all'interno della locanda c'è poca gente in giro. ''Sid et honor.'' Saluta principalmente Filippa e con lei anche il resto degli avventori. Quindi si siede ad uno sgabello e lì ordina il suo buon bicchiere di rosso. ''Un bicchiere di rosso se non vi spiace.'' La locandiera si prodigherebbe subito per fornirgli la sua ordinazione e e così aspetterebbe. Una tunica bianca, leggera e pantaloni aderenti alle gambe con gli stivali dello stesso colore alti al ginocchio. La lunga di fattura elfica sempre appesa al fianco sinistro che pende senza vita o utilità. Di solito la locanda è tranquilla e così dovrebbe rimanere ma non si sa mai. Mentre pensa alla tranquillità del luogo, arriva il bicchiere di vino. Non beve subito l'elfo. Avvicina con la sinistra il bicchiere al viso e si inebrierebbe a sentire il dolce profumo della bevanda. Non ha indosso stemmi o altri oggetti che lo identifichino come cavaliere nè tanto meno, nasconde le sue orecchie di elfo.


ANYA [barrington -> Avalon] incredibile, non fa più freddo nemmeno sulla terraferma, sono passati dalla bufera di neve a temperature quesi primaverili. Gli scherzi del clima. Eppure non si fida, tiene il mantello grigio e bordato di pelliccia sulle spalle, anche se non ha più bisogno del cappuccio o di stringerselo addosso. Poi adesso... pone finalmente il piene sul terreno solido. La traversata è stata tranquilla, ma il beccheggio continuo delle imbarcazioni non le è mai piaciuto. Tiene una torcia con la destra, mentre con la sinistra inizierebbe a slacciare il mantello, pur mantenendolo sulle spalle.'in fondo nelle tasche porta un paio di boccette che è bene avere a portata di mano, una dose di Forsin è una pozione d'invisibilità. L'isola è sicura... forse. Ma con quello che s'ode in giro, meglio essere prudenti. Per questi avrebbe infilato un pugnale nel calzare destro e avrebbe fatto scivolare una missiva sotto l'uscio del confratello "Donatien, se volete potete raggiungermi sull'isola, conto di far qualche domanda in giro. Mi troverete alla locanda. Il Giglio" null'altro. In fondo non sa nemmeno lei cosa la incuriosisca di una faccenda di cui sa veramente poco. Il sentiero è quello di sempre, lo conosce bene anche se preferisce non percorrerlo spesso, ma stasera sembra avere qualcosa di sinistro. È solo il suo istinto a renderla particolarmente guardinga? Forse è questa la ragione che le impedisce di proseguire spedita, eppure divorerebbe la strada inesorabile, senza nemmeno accorgersene giungerebbe in breve tempo alle porte della cittadina. Sembra deserta. Non le piace. Se avesse trovato una situazione simile a Barrington non l'avrebbe stupita poi molto, ma qui... si guarderebbe intorno mentre passa dalla piazzetta, gettando occhiate negli angoli più bui, annusando l'aria, cercando di cogliere rumori o qualsiasi altra cosa potesse risuonarle bizzarro. Infine, proseguirebbe verso la locanda, sperando di avere maggior fortuna e l'eco dei suoi calzari sul selciato sarebbe l'unico suono ad accompagnarla in una nottata apparentemente come le altre.


DRAUGCELEB  (bancone) Dopo aver annusato il vino, finalmente porta il liquido alla bocca e beve. Sente scendergli giù con velocità e arrivare allo stomaco a riscaldarlo. Un buon vino davvero, Filippa ci aveva visto giusto questa volta. All'inizio gliene aveva proposti alcuni, quando era da poco arrivato in quelle terre, che non gli erano piaciuti proprio, ma quello di questa sera era tutt'altro. Un sapore ottimo. Non beve tutto il bicchiere però, solo 1/3 della quantità totale. Non era mai stato alla bettola, ma sicuramente non crede che abbiano dei vini così buoni. Agli uomini basta solo che sia vino, di quale qualità non importa e sono subito contenti se così li si può definire. Non capiva come ubriacarsi rientrasse nelle attività umane. Lui non si era mai ubriacato, e non avrebbe cominciato ora. Se non fosse così strano, si sarebbe subito allarmato vista la poca gente in locanda, ma era una situazione alquanto comune ultimamente. Lo sguardo si sposta verso il camino, il fuoco crepita al suo interno ma è quasi spento. Lasciato il bicchiere sul bancone, si alza e si porta verso la fine della stanza. Dalla catasta di legna, prende dei cocci di legno piegandosi sulle gambe e li inserisce nel camino facendo ben attenzione che siano sufficientemente secchi e che siano sistemati a dovere perchè facciano una bella fiamma. Rimarrebbe lì per un pò, intanto che la fiamma prenda forza e vigore e poi si rimetterebbe in piedi, e con fare elegante si sistemerebbe di nuovo sullo sgabello, incurante degli sguardi dei pochi avventori per la sua altezza. In seguito rimarrebbe a guardare le fiamme e berrebbe una piccola sorsata del buon vino ordinato.


ANYA [locanda] e finalmente giungerebbe dinanzi al loco ben noto alla nordica, uno dei pochi che apprezzi davvero in quell'isola dominata da un potere così simile ed opposto al contempo. Sì, l'ultima volta che ci ha messo piede era proprio con lei, la sacerdotessa con cui pare dover condividere ancora un'avventura per volere degli stessi antichi. Allunga dunque la mano libera, per poi spinger l'uscio e lasciarsi investire da calore e profumi che farebbero morir d'invidia e vergogna Richard alla bettola. Non farebbe che un lieve sorriso ai presenti, mentre cercherebbe un appiglio metallico a cui appender la sua torcia. Solo dopo averlo trovato ed essersi liberatasi quell'impaccio, si avvierebbe decisa verso il bancone, rivolgendo un cenno alla donna che ivi lavora. Non passerebbe inosservato l'elfo, che nulla fa per celare le sue fattezze, oltre ad attirare lo sguardo per via dei lunghi capelli argentei e, peggio, di quelle cicatrici sul volto che lo farebbero riconoscere fra mille {Arcane Imperia ser} lo saluta, continuando ad armeggiare con i legacci, liberandosi anche del mantello e gettandolo con noncuranza su una seggiola lì accanto, prendendo poi posto dinanzi al bancone accanto all'uomo dall'età indefinibile per un'umana. Si mostrerebbe dunque a chiunque la osservasse come una giovane donna, Nordica d'aspetto per via di quel suo pallore, nonostante il crine sia corvino e l'iride scuro come le acque del lago in una notte priva di luna. Una tunica rossa con spacchi laterali che giungono sino a mezza coscia l'avvolge, dalla quale sporgono brache in pelle nera che, tuttavia, lasciando poco margine all'immaginazione, ma il pentacolo di congrega resta a contatto con la pelle, celato allo sguardo dalle stoffe {sembra buono, me lo consigliate?} si riferisce ovviamente al vino che sembra incontrare i gusti dell'elfo... e sa quanto i loro gusti siano difficili.


DRAUGCELEB  (bancone) Il rumore della porta che si apre non passa inosservato e con lentezza si gira in quella direzione credendo che un altro avventore stia per fare il suo ingresso. Non è così, una donna entra invece dell'uomo che aveva immaginato. La osserva mentre armeggia con la torcia e poi si siede al bancone. E' il saluto ad accendere la sua curiosità. Non lo ha mai sentito prima e così la sua attenzione si sposta tutta su di lei. ''Sid et honor, dama.'' La guarda. Uno strano soggetto, dalle fattezze particolari. Nota il suo abbigliamento, non l'ha mai vista sull'isola e probabilmente vive sulla terra ferma, non ci ha vissuto molto quindi è molto probabile che provenga da lì. ''Questo?'' Indica il bicchiere di vino con la testa. Un ulteriore elemento interessante, non aveva visto nessuna donna bere del vino. Non per il momento. ''E' decisamente buono.'' Certo, quando viveva tra la sua gente aveva avuto modo di provare vini più sofisticati ma non è tra i suoi pari razza che si trova quindi bisogna accontentarsi. In questi pensieri riprende la conversazione. ''Credo che il mio saluto non vi sia sconosciuto, per me però è il contrario. Non l'ho mai sentito. A quale congrega appartenete?'' Deve essere una congrega particolare visto il saluto, singolare nel suo insieme. Fa cenno a Filippa di portare un altro bicchiere di vino e con gli occhi indica la ragazza a fianco. La locandiera non se lo fa ripetere due volte e dopo poco un bicchiere di vino apparirebbe anche di fronte alla nuova ospite.


ANYA [locanda/bancone] sarebbero stati pochi attimi di sguardi superficiali e sfuggenti, che sarebbero serviti solo a cogliere gli aspetti più immediati dell'uomo. Ora si prenderebbe il tempo per osservarlo meglio, col pretesto di ascoltarne la risposta. Gli si porrebbe di 3/4, rivolgendogli il suo lato dx, mentre l'avambraccio sinistro pone sul bancone e le dita scivolano sul legno, come se ne stesse saggiando la fattura. Il capo è leggermente inclinato di lato, un angolo delle labbra sollevato in un mezzo sorriso, ma lo sguardo è attento e profondo, gli scivola addosso come una carezza. Sembra quasi si stia chiedendo se anche il resto del corpo è percorso dagli stessi solchi che porta in volto come una cartina geografica vivente, segni tangibili di mille battaglie, tante quanti devono essere gli anni dell'eterno. Infine, getterebbe un'occhiata più lunga agli anelli, in particolare quello con l'aquila, simbolo che ben ricorda addosso a qualcun altro, qualcuno che non vede da parecchio tempo {ne berrò un calice volentieri allora, grazie Filippa e grazie...} esordisce, innegabile concessione se l'uomo la Conoscesse davvero, ma lascia la frase in sospeso, arrendendosi di lì a breve che l'uomo si presenti {la mia casa è la fortezza ancestrale, sulla terraferma, ne deduco quindi che non conosciate molto Barrington e i suoi abitanti... eppure fate parte dei nobili cavalieri a giudicare dal vostro, di saluto! E la successiva deduzione è che siate quaggiù da lungo tempo, mi sbaglio forse?} ancora non si presenta la maga, attende sua lui a farlo. In realtà non ha mai incontrato un cavaliere, ma ne sa abbastanza di quelle terre ormai per fare due più due... chi altri potrebbe salutare con "honor"! [//sotterfugio 2].


DRAUGCELEB  (bancone) Ricambia lo sguardo l'elfo semplicemente girando il capo e con esso il corpo, quel tanto che basta perchè non gli venga un torcicollo. Ricambia brevemente il sorriso e cerca di vedere di più in quegli occhi scuri come la notte, e in quel viso incorniciato dai capelli corvini, completamente diversi dai suoi. La fortezza ancestrale, non ne aveva sentito parlare. Dovrà recarsi a Barrington per conoscerla meglio. Si in effetti sa proprio poco e ad un elfo come lui, questa mancanza di conoscenza non gli si addice proprio. ''Non tanto quanto sembri. E' da quasi due mesi che vivo in queste terre ma ho vissuto appena che pochi giorni lì a Barrington e non ho avuto tempo di ritornarci.'' In effetti era vero, di tempo ne aveva avuto proprio poco ma passare pochi giorni nella bettola non gli costerà poi tanto per visitare meglio quei luoghi. Perciò si presenta perchè è così che vuole la cortesia. ''Il mio nome è Draugceleb, elfo areldar e novizio in magione.'' Da elfo qual'è non può non specificare il proprio lignaggio e anche il ruolo che occupa tra i cavalieri, seppur piccolo è comunque qualcosa di cui vuol va fiero. ''Fortezza ancestrale eh.'' E' una constatazione più che una domanda. Ci sarà tempo per chiarire questa sua curiosità e d'altronde, la ragazza non sembra avere fretta o almeno non sembra restia a parlare con lui. Ma forse sarà un pò difficile perchè comunque sa che gli elfi non sono poi così ben visti da quelle parti per il loro compportamento.


ANYA [locanda/bancone] le dita della mancina sembrano prender vita autonoma e comincerebbero a tamburellare sul vetro del calice, come la sua attenzione sembra spostarsi dall'areldar al vino. Ma è solo un'impressione, voluta dalla donna che poteva sembrare troppo insistente e curiosa nei suoi confronti. Accavalla le gambe, ei non verrà distratto troppo dal gesto civettuolo d'una normalissima umana, lo sa bene, ma dovrebbe comunque servire a cambiare argomento. Non ha dubbi sul fatto che vorrà mettersi in pari con ciò che ancora non conosce da vicino, sa bene quanto forte sia la determinazione di alcune razze, a lui poi nemmeno il tempo fa difetto. Ma non sarà lei stanotte a colmare le lacune di Draug, lei che da anni calca le due terre, nel bene e nel male {si, fortezza ancestrale} annuisce, intuendo quanto poco dicano quelle parole all'uomo {avrete sentito parlare delGrande Buio immagino, anche se non lo avete vissuto sulla vostra pelle... bene, noi siamo fra coloro che hanno salvato il culo di parecchia gente} sibillina, diretta e anche un po' volgare, come forse un elfo non sarà mai, figuriamoci una loro femmina! {il mio nome è Anya, comunque, caro il mio novizio...} e lì stringerebbe fra le dita il calice per tracannare mezzo calice di vino con un mugolio di piacere, decisamente buono per il suo palato poi non così sopraffino {come vi siete procurato quei segni indelebili, forse combattendo contro gli uomini corvo?} una provocazione che potrebbe essere una battuta se egli non sapesse assolutamente a cosa si riferisca. Altrimenti, avrebbe raggiunto il scopo di ottenere qualche informazione. Per quel motivo, eviterebbe di dare alle parole alcuna inflessione particolare, celandosi dietro la sua maschera di statua di sale e lasciando che le iridi si perdano nel liquido scuro della sua coppa. Che sia lui a dare una risposta o una risata alla sua affermazione [//sangue freddo 3].


DRAUGCELEB  (bancone) La guarda senza cambiare espressione, curiosità e null'altro muove le sue considerazioni e le sue movenze. Sente parlare di Grande Buio e no, non ne ha sentito parlare. C'è molto più di quello che credeva in quelle terre. Doveva essere stata una faccenda seria perchè servisse la presenza di più di un uomo o donna per risolvere la questione. ''Sembra che debba parlare con molta gente prima di scoprire tutti i segreti di Avalon.'' Anche questa volta una semplice constatazione, nel giro di poco tempo ha scoperto che i cavalieri stanno risorgendo dalle loro ceneri, di un patto tra la sua congrega e quella dei guardiani che sembra non essere tenuto in conto e poi il grande buio e persino gli uomini corvo. Di tutte le creature che aveva incontrato nella sua lunga seppur breve esistenza, queste non le aveva mai viste, ma ricordava di aver sentito qualcosa e che queste dicerie erano remote nella sua memoria. ''In alcuni luoghi li chiamerebbero Ra'Zac. Pensavo fossero semplicemente una favola per bambini e invece si rivelano reali.'' Un'ombra di preoccupazione solca il volto dell'elfo che poi si ricorda della domanda postagli da Anya, la seconda con quel nome. ''Quando circa cent'anni fa mi trovavo ad ovest, ho avuto modo di procurami questi segni ma non in battaglia.'' Non dice altro, il ricordo di quelle ferite lo rendono ancora inquieto e riportano l'odio nel suo cuore, un odio che prende il posto della preoccupazione sul suo volto che però si distende dopo poco. La destra porta alle labbra il bicchiere di vino e così lo svuota a metà. Chiude gli occhi per pochi secondi gustandone il sapore, dimentico per un attimo della presenza accanto a se. Dovrà parlare con questa ragazza altre volte, anche a costo di risultare più chiacchierone di quando già sia visto il periodo passato con gli umani, per conoscere eventi di cui lei sembra aver fatto parte. E' consapevole che da tempo lei deve trovarsi in quei luoghi e per questo motivo sa molto e lui vuole sapere quel che lei sa sugli eventi che hanno sconvolto l'isola e la terra ferma.

ANYA [locanda/bancone] appoggerebbe la coppa con un tonfo sul legno, puntandosi poi con le punte dei piedi a terra scivolerebbe sulla seduta per arrivare a ruotare il corpo e porsi, adesso, completamente frontale a Draug. A quel punto, se lui la lasciasse fare, Anya piegherebbe in avanti il busto e gli batterebbe il palmo della mano aperta sul suo ginocchio, come potrebbe fare una madre col suo cucciolo [//sotterfugio 2]. A cosa serve l'eternità se manca l'esperienza. Questo ciò che pensa, eppure il suo volto si aprirebbe ad un sorriso di condiscendenza, le pare abbastanza evidente che nulla di cui ella parla ha un qualche significato per lui, se non forse nelle leggende e nei miti del suo popolo {potrete sempre chiedere ai vostri superiori di ragguagliarvi} poi tornerebbe a drizzare schiena e portamento, tornando la fredda donna di sempre. Abbandonerebbe l'argomento che pare palesemente infastidire l'elfo, anche se riesce a tener a bada i sentimenti, ammesso che davvero ne provino o che siano paragonabili a quelli umani {parlatemi di questi Ra'Zac, potreste essere più utile di quel che pensate} conclude, tornando a concentrarsi sul mezzo bicchiere ancora pieno.


DRAUGCELEB  (bancone) Lascia che la donna lo possa toccare e le rivolge un sorriso d'intesa. ''Si i miei superiori forse ne sapranno qualcosa.'' Forse proprio il Supremo conoscerà quegli eventi ma tralascia l'argomento perchè lei vuole sapere di più su quegli esseri orribili. ''Va bene.'' Si gliene parlerà, perchè è giusto che più persone conoscano ciò a cui vanno incontro. ''Da quello che so, i Ra'Zac sono creature non troppo antiche come si crederebbe eppure sono terribili e di certo non augurerei a nessuno un incontro così pericoloso. Il loro aspetto è nulla a confronto con ciò che fanno. Il loro fetore è quello della morte e la pietà non l'hanno mai conosciuta. La forma in cui li avete visti è quella di cuccioli, se fossero stati adulti, la loro forma sarebbe stata simile a quella di un drago, orribilmente emaciato e osseo eppure potente. Sono molto letali, e hanno capacità al di fuori della norma simili a quelle della mia razza. E' difficile sbilanciarli nella lotta. Da cuccioli il loro aspetto è quello di corvi umanoidi e a volte le loro orbite sono vuote. Non dovrebbero essere molti, ma è vero che non sapevo neanche della loro esistenza.'' Dopo aver detto buona parte di ciò che sa, conclude con l'ultima informazione. Non sarebbe stato così chiacchierone su quel genere di argomenti ma erano troppo pericolosi per nascondere ciò che conosceva. ''So che vivono in grotte oscure e ampie e che i genitori sono le cavalcature dei figli. Ci mettono molto tempo prima di raggiungere l'età adulta. Non so se vi siano grotte simili in queste terre.'' Lo ammette senza particolare pentimento. ''Ma trovate quelle, avrete trovato anche i creatori dei Ra'Zac, i loro genitori.'' Finisce così il racconto. Non sa altro e lascia che lei possa assimilare e registare quello che sarà degno di nota secondo il suo giudizio.


ANYA [locanda/bancone] annuisce. Socchiude le palpebre e le mantiene così finché lui parla, finché la sua voce d'elfo la culli e la trasporti in un altro mondo, nè migliore nè peggiore di quello che conosce, solo diverso. Un mondo probabilmente retto da leggi diverse. Mondi che si sono sfiorati, toccati fino a confondersi, esattamente come ora le luci soffuse dell'ambiente si stanno confondendo con i riflessi che può scorgere attraverso il vetro e il vino rimasto. E nel tempo ch'ei racconta si sentirebbe di nuovo catapultata in quella visione che la creatura di fuoco ha voluto regalarle... ma era davvero solo una visione? Oppure ha voluto mostrarle quest'altra realtà di cui ora spiega Draug? E' il suo riferimento al fetore a farle ricordare ciò che preferirebbe dimenticare, ma tutto il resto la riporterebbe alla pressante minaccia dell'esercito che si va formando sotto il loro naso. Ascolta senza interrompere, lasciando che altre domande si sommino e affollino la mente. Solo quando ei tornerà silenzioso, com'è sua natura, potrebbe quasi stupirsi di quante parole sono uscite dalle labbra del cavaliere e potrebbe far un minimo di ordine ei suoi pensieri {è solo una leggenda del vostro popolo?} chiede, prima di comprendere da sola che spesso alla base di molte leggende vi sono fatti reali {sono esseri di carne e ossa oppure creature magiche? Sapete se posso rivolgermi a qualcun altro per avere maggiori informazioni possibili su questi Ra'Zac? Vedete... ho il dubbio che potrebbero essere stati risvegliati da qualcosa o qualcuno e che minaccino entrambe le nostre terre. Parlatene con i vostri superiori e dite loro di contattare lady Alexandra degli Ancestrali, più siamo a fronteggiare questo pericolo e meglio è!} termina, dopo aver detto quasi tutto d'un fiato, accentuando con più enfasi la domanda e il pericolo che stanno correndo tutti loro [//volontà 3, Capacità oratorie 5]. Infine, gli concede una piccola soddisfazione {il vostro nome potrebbe essere ricordato per aver fornito informazioni preziose, è la vostra occasione per incidere il vostro nome nella storia}.



DRAUGCELEB  (bancone) Vede come soppesa quello che dice e la domanda successiva non può che portarlo ad una sola e unica risposta. ''Gli elfi sono i custodi di storie e eventi spesso dimenticati. No, non è una leggenda ma un racconto di una realtà dimenticata altresì chiamata leggenda.''Poi continua rispondendo alla seconda domanda, ci sono cose che potrebbe aver dimenticato nel suo racconto. ''Queste creature sono di carne e ossa eppure posseggono anche magia in loro.'' E' arrivato il momento di andare via e finirebbe il suo vino, ma non lascia completamente l'altra senza risposte. Risponde alzandosi. ''Non so se ci siano altri custodi di informazioni sui Ra'Zac ma sentitevi libera di venire in magione. Nella fretta potrei aver dimenticato dei dettagli e se avrete ulteriori domande sarò ben felice di rispondervi. Risvegliati da qualcuno? Si questo è certo. Non amano la luce e di rado si arrischiano a uscire dall'ombra. Qualcuno li manovra, ne sono certo.'' Lascia del denaro sul bancone per se e per lei e Filippa lo prende subito con un sorriso d'intesa. ''Informerò il Supremo e gli altri non temete.'' Poi menziona il suo probabile ruolo in questa vicenda e ride. Per un elfo sarebbe qualcosa di cui andare fiero ma da cavaliere gli interessa più che siano tutti avvisati di questi eventi. ''Si, forse o forse no. Buonasera Anya e fate attenzione, le creature sull'isola non si nascondono solo con il nome dei Ra'Zac, ma sono certo che lo sappiate già.'' Dopo aver ricevuto una risposta si allontanerà verso la magione dove informerà gli armigeri di una possibile


ANYA [locanda/bancone] e finalmente, con un lungo sorso, terminerebbe anche il restante vino, lasciando sul vetro l'impronta delle sue labbra che avrebbero assunto un colorito leggermente più roseo e sano. Ma è soltanto l'effetto dell'alcol, di lì a breve torneranno ad esser livide come sempre. Ascolta ancora la voce suadente e musicale dell'elfo, stranamente non particolarmente dura nei toni né altezzosa nelle parole a lei rivolte. Annuisce, mentre lo vede alzarsi. Volgerebbe alcuni istanti volto e sguardo verso una finestra che getta la sua pallida luce all'esterno {si, è tardi. E io devo far ritorno alla terraferma il prima possibile con queste notizie. Lo so, ci sono numerose minacce là fuori -non avrei mai pensato di dirlo quaggiù- fantasmi che si aggirano furtivi e ibridi che paiono ben più pericolosi dei morti. Ma non ho alcuna paura e sono più potente di quanto voi possiate intuire, sebbene io preferisca non farmi cogliere impreparata e sola. Grazie delle informazioni, è possibile che venga a cercarvi ancora alla Magione} concluderebbe poi, alzandosi a sua volta per recuperare mantello e torcia. Per questa notte prenderanno strade diverse, forse un giorno andrà con lui. [//GDR END]
01/02/2016 21:55
 
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La leggenda che viene raccontata da Draugceleb è una storia completamente diversa rispetto alle creature che stanno minacciando realmente l'isola ma...ben venga la voglia di giocare [SM=g27835]
in fondo è Anya a buttar lì la domanda riguardo agli uomini corvo osservando le cicatrici dell'elfo

{il mio nome è Anya, comunque, caro il mio novizio...} e lì stringerebbe fra le dita il calice per tracannare mezzo calice di vino con un mugolio di piacere, decisamente buono per il suo palato poi non così sopraffino {come vi siete procurato quei segni indelebili, forse combattendo contro gli uomini corvo?}

i racconti ,le leggende e le informazioni che un pg può aver raccolto ,oltre che su Avalon, durante il suo viaggio fin qui o nella propria terre d'origine ci possono stare senza problemi, se poi tali racconti si intrecciano con i fatti accaduti pur creando confusione oppure dare certezze è un fattore ON di gioco.

Dal mio punto di vista la giocata è valida,ovvio che le informazioni che Anya riceve sono legate al racconto fatto da Draugceleb,quindi spetta a lei credere o meno alle sue parole .
Da questa giocata però viene stimolato l'interesse a proseguire il filone della quest,senza nessun obbligo da parte dei player,alla ricerca di nuove informazioni o per un semplice confronto su realtà e leggenda. [SM=g27811]
01/02/2016 22:11
 
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Grazie!
Era esattamente quello il mio scopo, fare gioco e non ridurre un nuovo incontro ad un "ciao, come ti chiami, cosa fai, di che segno sei, per che squadra tieni" :)
07/02/2016 15:53
 
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Se non ci sono altri elementi da valutare chiedo cortesemente di spostare la discussione nell'apposita cartella,per me è tutto ok.
grazie.
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