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Confutazione trasmissione radio Maria del GRIS di dicembre 2015...

Ultimo Aggiornamento: 01/01/2016 10:07
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13/12/2015 10:39
 
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...sul Natale/ sull'apostolicità della Chiesa
13/12/2015 10:41
 
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Dopo il preambolo di don Fiorino, il conduttore, prende la parola Alessandro Spoto che affrota il tema del Natale dicendo:


i testimoni di geova “non” festeggiano il natale, perché la considerano una festa pagana e demoniaca. Ma in passato, in realtà il natale veniva festeggiato da tutti i tdG.
Nella Torre di Guardia del 15 dicembre 1903 si legge:

“è del tutto senza importanza il giorno in cui il Natale è celebrato; noi possiamo giustamente celebrarlo".

Nella Torre di Guardia del 15 novembre 1907 il Corpo Direttivo consigliava ai suoi seguaci come doni per il Natale l'offerta degli "Studi sulle Scritture" e i volumi scritti da Russell.

E ancora nella Torre di Guardia del 15 dicembre 1908 si afferma che:

“non è molto importante che il 25 dicembre non sia l'anniversario della nascita del nostro Signore, o che egli sia nato in effetti verso il 25 dicembre. Un giorno vale l'altro se
si tratta di commemorare la nascita nella carne di nostro Signore”.

Nella Torre di Guardia del 15 dicembre del 1926 a pagina 371
si riporta che:

“Questo evento [il Natale] è così importante che è sempre appropriato richiamarlo alla mente dei credenti, indipendentemente dalla data”.

I TdG smisero di celebrare il Natale solo nel 1927 secondo il volere del suo secondo presidente Rutherford, cosi come viene esplicitamente riportato nella loro pubblicazione intitolata
Proclamatori del Regno di Dio a pagina 200.

A mio parere, il secondo presidente della Torre di Guardia Rutherford, proibì di festeggiare il Natale, non tanto perché tale proibizione avesse un fondamento biblico (di fatto non lo ha), ma perché con l’idea falsa che è una festa pagana perché posta al
25 dicembre, giorno in cui cadeva la festa del dio sole (Gesù allora non sarebbe nato il 25 dicembre), pian piano faceva dimenticare ai suoi gregari l’insegnamento biblico dell’Incarnazione di Dio, così come ci insegna soprattutto il prologo giovanneo. Ma noi sappiamo che nessuno insegna che Gesù sia nato il 25 dicembre e nel quale festeggiamo il suo compleanno; questa è pura invenzione e calunnia da parte di coloro che indendono oscurare la “Verità”. Noi sappiamo da tanti testi antichi e
storici seri, che i romani celebravano la festa al dio sole il 25 dicembre perché essi, secondo le convinzioni astronomiche del tempo, credevano che il solistizio d’inverno
(giornata più corta dell’anno) cadesse non il 21 ma il 25 dicembre. I romani divinizzavano un po’ tutto: compreso le forze della natura. Quando comparirono a Roma i primi cristiani, essi trovarono tale festa al dio sole, e iniziarono a contrapporre a tale festa passi bilblici: Gesù è stato preannunziato come “sole che sorge dall’alto” (cfr. Lc 1,78); che Gesù stesso ha detto di essere “la luce del mondo.. chi crede in me non cammina nelle tenebre” (cfr. Gv 8,12).

Sotto la Basilica di San Pietro (costruita sopra una necropoli, cimitero pagano), a Roma, nel 1941, durante degli scavi, un operaio con un colpo di piccone ha sfondato la volta di una tomba, e si è trovato un mosaico raffigurante Gesù come sole, su un carro (iconografia risalente al 150-180 d.C.). Quindi, già in quell’epoca, i cristiani a Roma onoravano Gesù col titolo biblico di “sole”, il “Sole di Giustizia” (cfr.
Malachia 4,2). Appena ai cristiani fu possibile senza più rischiare di essere perseguitati, sostituirono la festa pagana al dio sole con la festa del loro “Sole”, cioè Gesù. Operando in questo modo i cristiani aiutarono i pagani romani a liberarsi dall’idolatria e a riconoscere in Gesù, Dio incarnato, il loro vero Sole. Così facendo la festa pagana romana del 25 dicembre cambiava radicalmente: da “rinascita del sole” diventava festa che ricordava la venuta, la “nascita” del vero “Sole” dell’umanità. Ecco perché il 25 dicembre noi celebriamo la “natività del Signore”.

La domanda che ogni TdG dovrebbe porsi in questo preciso momento è:
che cosa c’è di pagano in tutto questo? Non è questa, la via più efficace per annullare la festa pagana? Inoltre la festa della Epifania, secondo il Copro Direttivo, non si dovrebbe nemmeno celebrare, perché i magi avrebbero visto una stella mandata non da Dio ma da satana, il quale voleva rovinare il piano di Dio. Voleva che Erode raggiungesse il bambino e ucciderlo. Ma questa è una bugia perché le cose sappiamo come sono andate, e queste deformazioni messe in atto dal Corpo Direttivo, rischiano di far rinunciare a feste che sono una manifestazione della fede in Gesù, Dio incarnato; e proprio per questo vengono viste dal Corpo Direttivo come ostacoli al proprio messaggio e relativi interessi.




Lascio la parola a chi desidera replicare...
[Modificato da viceadmintdg1 13/12/2015 10:41]
13/12/2015 21:37
 
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Re:
viceadmintdg1, 12/13/2015 10:41 AM:

...

Lascio la parola a chi desidera replicare...



Grazie viceadmin,

Spoto:

“i testimoni di geova “non” festeggiano il natale, perché la considerano una festa pagana e demoniaca. Ma in passato, in realtà il natale veniva festeggiato da tutti i tdG. Nella Torre di Guardia del 15 dicembre 1903 si legge:

“è del tutto senza importanza il giorno in cui il Natale è celebrato; noi possiamo giustamente celebrarlo".

Nella Torre di Guardia del 15 novembre 1907 il Corpo Direttivo consigliava ai suoi seguaci come doni per il Natale l'offerta degli "Studi sulle Scritture" e i volumi scritti da Russell.

E ancora nella Torre di Guardia del 15 dicembre 1908 si afferma che:

“non è molto importante che il 25 dicembre non sia l'anniversario della nascita del nostro Signore, o che egli sia nato in effetti verso il 25 dicembre. Un giorno vale l'altro se si tratta di commemorare la nascita nella carne di nostro Signore”.

Nella Torre di Guardia del 15 dicembre del 1926 a pagina 371 si riporta che:

“Questo evento [il Natale] è così importante che è sempre appropriato richiamarlo alla mente dei credenti, indipendentemente dalla data”.



Nelle repliche alle accuse di Radio Maria bisogna sempre mostrare molta pazienza, perché delle volte i presentatori dello show le raccontano così grosse che probabilmente non potrebbero essere credute nemmeno dal tollerante pubblico radiomariano.
Rileviamo che lo Spoto vuol far credere ai suoi ascoltatori di essere rimasti ai tempi di Russel. Se facciamo le proporzioni col mondo cattolico, il periodo 1902-1926, quando i tdG (che comunque non si chiamavano neppure così) avrebbero “festeggiato il natale” equivarrebbe per i cattolici al periodo 100-393 d.C..

Ora nell’anno 393 troviamo in carica “papa Siricio”, la cui autorità universale ancora non era stabilita. A quel tempo, ad esempio, i sacerdoti cattolici si sposavano e non erano vincolati al celibato, che fu una delle decisioni di papa Siricio. Anzi, a Roma c’erano monaci cattolici come Gioviniano che si schierarono apertamente sia contro i digiuni che contro il celibato. E’ anche dubbio che il “natale” fosse già comunemente celebrato, visto che l’usanza iniziò proprio nel IV secolo.

Lascio al pubblico radiomariano concludere quanto sia valido il ragionamento dello Spoto secondo cui i tdG “hanno celebrato il natale fino al 1926”.

Ma proseguiamo:

Spoto:

I TdG smisero di celebrare il Natale solo nel 1927 secondo il volere del suo secondo presidente Rutherford, cosi come viene esplicitamente riportato nella loro pubblicazione intitolata
Proclamatori del Regno di Dio a pagina 200.

A mio parere, il secondo presidente della Torre di Guardia Rutherford, proibì di festeggiare il Natale, non tanto perché tale proibizione avesse un fondamento biblico (di fatto non lo ha), ma perché con l’idea falsa che è una festa pagana perché posta al 25 dicembre, giorno in cui cadeva la festa del dio sole (Gesù allora non sarebbe nato il 25 dicembre), pian piano faceva dimenticare ai suoi gregari l’insegnamento biblico dell’Incarnazione di Dio, così come ci insegna soprattutto il prologo giovanneo. Ma noi sappiamo che nessuno insegna che Gesù sia nato il 25 dicembre e nel quale festeggiamo il suo compleanno; questa è pura invenzione e calunnia da parte di coloro che indendono oscurare la “Verità”.


L’atteggiamento dello Spoto qui rasenta la sfacciataggine. Solo i tdG infatti sanno quante discussioni si sono dovute fare nei decenni passati, alle porte e nelle case di innumerevoli cattolici convinti dal proprio prete che “Gesù è nato il 25 dicembre”. Forse lo Spoto dovrebbe bussare alle porte dei propri correligionari e verificare lui stesso, prima di parlare in questo modo.
Un sito polemico facilmente consultabile ribadisce una verità che si ripete sotto gli occhi di tutti noi, ogni fine anno:

Natale
Ci è stato detto che lo sanno anche i sassi che Gesù non è nato il 25 di dicembre: è probabile che i sassi lo sappiano, perché erano presenti quando Gesù è nato, ma i bambini non lo sanno; ai bambini viene mentito; i bambini recitano le poesie a Gesù Bambino che nasce; i bambini si entusiasmano per quel giorno, per quell’avvenimento; in quel giorno sono felici perché è tempo di regali, e questa tradizione conta più di ogni altra cosa; li ricevono come li ricevevano altri bambini, al tempo del dio Sole, sotto la religione pagana del mitraismo, nel solstizio d’inverno. Col tempo quei bambini cresciuti conosceranno, forse, la verità sul Natale; allora qualcuno si affretterà a dire che sì è vero: Gesù non è nato il 25 dicembre (“lo sanno anche i sassi”); racconterà un’altra bella bugia fantasiosa, degna di un abile scrittore di favole; darà alla nascita di Cristo un significato del caso, ma la vera storia è un’altra. Ed allora raccontiamola la verità. È un fatto acclarato dai Vangeli che Gesù non è nato il 25 dicembre; né gli Apostoli, né alcun membro della Chiesa apostolica ha mai celebrato la festa del Natale.
www.disinformazione.it/natale.htm

Uno sguardo ai titoli online la dice lunga sull’argomento:

“Articoli del Vescovo Mons. Michele De Rosa
Natale: la nascita di un bimbo è proclamazione di speranza.

www.diocesicerreto.it/index.php/articoli/90-natale-la-nascita-di-un-bimbo-e-proclamazione-di-speran...

oppure qui in azione nientemeno che il cardinale Betori:

“"Un presepe in ogni casa e ogni scuola"
Il cardinale Betori ha invitato i bambini a celebrare la nascita di Gesù. Pronto un premio per tutti quelli che realizzeranno una capannuccia

www.quinewsfirenze.it/un-presepe-in-ogni-casa-e-ogni-scu...

Ma proseguiamo:

Spoto:

Noi sappiamo da tanti testi antichi e storici seri, che i romani celebravano la festa al dio sole il 25 dicembre perché essi, secondo le convinzioni astronomiche del tempo, credevano che il solistizio d’inverno (giornata più corta dell’anno) cadesse non il 21 ma il 25 dicembre. I romani divinizzavano un po’ tutto: compreso le forze della natura. Quando comparirono a Roma i primi cristiani, essi trovarono tale festa al dio sole, e iniziarono a contrapporre a tale festa passi bilblici: Gesù è stato preannunziato come “sole che sorge dall’alto” (cfr. Lc 1,78); che Gesù stesso ha detto di essere “la luce del mondo.. chi crede in me non cammina nelle tenebre” (cfr. Gv 8,12).
Sotto la Basilica di San Pietro (costruita sopra una necropoli, cimitero pagano), a Roma, nel 1941, durante degli scavi, un operaio con un colpo di piccone ha sfondato la volta di una tomba, e si è trovato un mosaico raffigurante Gesù come sole, su un carro (iconografia risalente al 150-180 d.C.). Quindi, già in quell’epoca, i cristiani a Roma onoravano Gesù col titolo biblico di “sole”, il “Sole di Giustizia” (cfr. Malachia 4,2). Appena ai cristiani fu possibile senza più rischiare di essere perseguitati, sostituirono la festa pagana al dio sole con la festa del loro “Sole”, cioè Gesù. Operando in questo modo i cristiani aiutarono i pagani romani a liberarsi dall’idolatria e a riconoscere in Gesù, Dio incarnato, il loro vero Sole. Così facendo la festa pagana romana del 25 dicembre cambiava radicalmente: da “rinascita del sole” diventava festa che ricordava la venuta, la “nascita” del vero “Sole” dell’umanità. Ecco perché il 25 dicembre noi celebriamo la “natività del Signore”.



Anche qui il livello della critica scende (o meglio, si mantiene) a livelli molto bassi.
Per intanto riportiamo qui quello che dovrebbe essere il mosaico a cui si riferisce lo Spoto (ovviamente molto vago nella sostanza, ma preciso nei dettagli irrilevanti come il “colpo di piccone”):



Wikipedia commenta come segue:
“Raffigurazione di Cristo nelle vesti del dio-sole Helios/Sol Invictus alla guida del carro. Mosaico del III secolo delle grotte Vaticane sotto la basilica di San Pietro, sul pavimento della tomba di papa Giulio I.”

I detto mosaico è collocato sul pavimento di una tomba, la tomba di “papa Giulio”. Leggiamo sempre da Wikipedia che “Giulio morì il 12 aprile 352 e fu sepolto nelle catacombe di Calepodio sulla via Aurelia.”

Due sono i dati di fatto: il periodo è il IV secolo e non il 150-180 e il mosaico era eventualmente posto nelle catacombe, che come tutti sanno, non sono per forza cristiane o unicamente cristiane.

Ora, se noi tdG non fossimo abituati alle “sorie di radiomaria” dovremmo stupirci ogni volta!

Ma continuiamo:

Spoto:

La domanda che ogni TdG dovrebbe porsi in questo preciso momento è: che cosa c’è di pagano in tutto questo? Non è questa, la via più efficace per annullare la festa pagana? Inoltre la festa della Epifania, secondo il Copro Direttivo, non si dovrebbe nemmeno celebrare, perché i magi avrebbero visto una stella mandata non da Dio ma da satana, il quale voleva rovinare il piano di Dio. Voleva che Erode raggiungesse il bambino e ucciderlo. Ma questa è una bugia perché le cose sappiamo come sono andate, e queste deformazioni messe in atto dal Corpo Direttivo, rischiano di far rinunciare a feste che sono una manifestazione della fede in Gesù, Dio incarnato; e proprio per questo vengono viste dal Corpo Direttivo come ostacoli al proprio messaggio e relativi interessi.”



Se lo Spoto volesse rendere un servizio ai tdG, al posto di porre domande perentorie con tono saccente, farebbe bene a spiegare perché il mosaico di cui parla è citato alla pagina “Cristianesimo e mitraismo”.

Anzi, prima che ai tdG, dovrebbe spiegare al proprio pubblico perché la sua chiesa ha sempre avuto l’abitudine di mescolare il pagano al sacro. Forse che Gesù ha mai avuto l’abitudine di mescolare la propria fede e il proprio messaggio con quello di scribi e farisei, di sacerdoti iraniani, di sacerdotesse greche etc. in un grande inno al politeismo?

Simon
[Modificato da (SimonLeBon) 13/12/2015 21:53]
14/12/2015 19:01
 
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Dopo l' eccellente esposizione del nostro ottimo Simon, mi sia concessa ancora qualche considerazione, qua e là.....


Perchè i cristiani testimoni di Geova non celebrano il Natale?



Tra breve....
14/12/2015 20:06
 
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Re:
viceadmintdg1, 13/12/2015 10:41:

Inoltre la festa della Epifania, secondo il Corpo Direttivo, non si dovrebbe nemmeno celebrare, perché i magi avrebbero visto una stella mandata non da Dio ma da satana, il quale voleva rovinare il piano di Dio. Voleva che Erode raggiungesse il bambino e ucciderlo. Ma questa è una bugia perché le cose sappiamo come sono andate, e queste deformazioni messe in atto dal Corpo Direttivo,




le cose andarono diversamente unicamente perche i magi (astrologi orientali) ricevettero in sogno, avvertimento divino e per nessun altro motivo che questo, non si vede quindi dove stia la "deformazione" del corpo direttivo della Congregazione Cristiana relativamente al racconto matteano:

"12 Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro paese. " (Mt. 2:12 CEI).

Da chi furono avvertiti in sogno i magi?
Da chi fu avvertito in sogno Giuseppe, come si dice pochi versetti dopo?

"22 Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea 23 e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».(Mt. 2:22-23 CEI)".

La risposta è ovvia in un caso e nell' altro, vero?


viceadmintdg1, 13/12/2015 10:41:


rischiano di far rinunciare a feste che sono una manifestazione della fede in Gesù, Dio incarnato; e proprio per questo vengono viste dal Corpo Direttivo come ostacoli al proprio messaggio e relativi interessi.



Lascio la parola a chi desidera replicare...



Interessi?
Accidenti!
Beh, se gli "interessi" del corpo direttivo della Congregazione Cristiana sono quelli di rinunciare a quelle feste per negare una manifestazione di fede in "Gesù, Dio incarnato", si potrebbe dire - secondo lo stesso metro di ragionamento - che sono i vostri interessi legati al dogma della trinità immanente a portarvi a celebrare - come dimostrazione di fede in Gesù "Dio incarnato" - feste che Gesù medesimo (che si definì Unigenito Figlio di Dio, Gv. 3:16, 18 e mai "Dio incarnato"...) non ha mai comandato di celebrare nè risulta che gli apostoli e i primi discepoli abbiano mai celebrato....




Su questo, a tra poco.....
[Modificato da Aquila-58 14/12/2015 20:16]
14/12/2015 21:46
 
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Re:
viceadmintdg1, 13/12/2015 10:41:

Quando comparirono a Roma i primi cristiani, essi trovarono tale festa al dio sole, e iniziarono a contrapporre a tale festa passi bilblici: Gesù è stato preannunziato come “sole che sorge dall’alto” (cfr. Lc 1,78); che Gesù stesso ha detto di essere “la luce del mondo.. chi crede in me non cammina nelle tenebre” (cfr. Gv 8,12).

(iconografia risalente al 150-180 d.C.). Quindi, già in quell’epoca, i cristiani a Roma onoravano Gesù col titolo biblico di “sole”, il “Sole di Giustizia” (cfr.
Malachia 4,2).






che significa "contrapporre passi biblici" alla festività pagana del dio sole?
Mi perdoni, Lei cita Gv. 8:12.
Gesù era stato già profetizzato come il Servo che sarebbe stato, tra le altre cose, la luce delle nazioni (Isaia 42:6 ; 49:6), gli abitanti della Galilea avrebbero visto una gran luce (Isaia 9:1 CEI; 9:2 TNM), ma il passo di Isaia 49:6 è applicato anche ai discepoli di Cristo:

"46 Allora Paolo e Bàrnaba con franchezza dichiararono: «Era necessario che fosse proclamata prima di tutto a voi la parola di Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco: noi ci rivolgiamo ai pagani. 47 Così infatti ci ha ordinato il Signore:
Io ti ho posto per essere luce delle genti,
perché tu porti la salvezza sino all'estremità della terra».

48 Nell'udire ciò, i pagani si rallegravano e glorificavano la parola del Signore, e tutti quelli che erano destinati alla vita eterna credettero.
" (Atti 13:46-48 CEI),

Paolo e Barnaba non pensarono minimamente di dover "sostituire" o "annullare" qualche festa pagana, semplicemente si rivolsero ai pagani affinchè riponessero fede in quella luce, che Dio aveva mandato nel mondo (Gv. 3:19) e quelli "destinati alla vita eterna credettero"......


viceadmintdg1, 13/12/2015 10:41:



Appena ai cristiani fu possibile senza più rischiare di essere perseguitati, sostituirono la festa pagana al dio sole con la festa del loro “Sole”





come visto, Paolo e Barnaba, pur perseguitati allo stesso modo (Atti 14:8-20), non pensarono minimamente di ovviare all'....inconveniente "sostituendo" alcunchè, bensì dissero apertamente che i pagani dovevano volgersi dalle loro cose vane al Dio Vivente (Atti 14:15)....

viceadmintdg1, 13/12/2015 10:41:


, cioè Gesù. Operando in questo modo i cristiani aiutarono i pagani romani a liberarsi dall’idolatria e a riconoscere in Gesù, Dio incarnato, il loro vero Sole.





chi li autorizzò a farlo?
Paolo e Barnaba, come visto sopra, indicarono l' unica via per volgersi dalle cose vane al Vero Dio e alla Luce che il Vero Dio mandò nel mondo (Gv. 3:19)....
Il solo modo per liberarsi dell' idolatria è starne alla larga, come dice chiaramente Paolo in 2 Cor. 6:14-18, non "sostituire" alcunchè con feste che Gesù non ha comandato di celebrare nè risulta siano mai state celebrate in epoca apostolica!


viceadmintdg1, 13/12/2015 10:41:


Così facendo la festa pagana romana del 25 dicembre cambiava radicalmente: da “rinascita del sole” diventava festa che ricordava la venuta, la “nascita” del vero “Sole” dell’umanità. Ecco perché il 25 dicembre noi celebriamo la “natività del Signore”.

La domanda che ogni TdG dovrebbe porsi in questo preciso momento è:
che cosa c’è di pagano in tutto questo? Non è questa, la via più efficace per annullare la festa pagana?



no, come ampiamente spiegato sopra!
Ora faccio io una domanda agli amici di Radio Maria e vorrei che riflettessero.

Come mai Gesù non ci ha lasciato alcun comando di celebrare annualmente o, comunque, ricordare la Sua nascita, nè dalla Rivelazione ispirata neotestamentaria, abbiamo uno straccio di cenno che questa fosse una pratica seguita dai cristiani dell' epoca apostolica.

Io dico che un motivo per questa "lacuna" da parte di Gesù e questa questa "assenza" apostolica dovrà pur esserci, vero?


Converrà riflettere, amici di Radio Maria?
19/12/2015 20:37
 
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Il successivo intervento è di Rocco Politi. Circa l'attendilita' delle critiche dei fuoriusciti rimandiamo al seguente articolo del nostro sito:

I FUORIUSCITI DEI TESTIMONI DI GEOVA: TRA FENOMENOLOGIA E STATISTICA – Cosa dicono gli esperti?
23/12/2015 22:46
 
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L'ultimo intervento e' a cura di don Battista Cadei che parla dell'apostolicita' della Chiesa dicendo:


La Chiesa, corpo di Cristo, è apostolica; Pietro e i suoi successori sono strumento di unità della ‏Chiesa. Continuiamo la catechesi sulla ‏Chiesa dal punto di vista cattolico, che è molto diversa dalla Congregazione dei tdG come è vista da loro.

La Chiesa, cioè la comunità dei cristiani, è il Corpo di Cristo, il quale ne è il capo:
(Rm 12,4-8): Poiché come in un solo corpo abbiamo molte membra e queste membra non hanno tutte la medesima funzione, così anche noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e ciascuno per la sua parte siamo membra gli uni degli altri.

Abbiamo pertanto doni diversi secondo la grazia data a ciascuno di noi. Chi ha il dono della profezia la eserciti secondo la misura della fede; chi ha un ministero attenda al ministero ecc.…

La Chiesa, cioè la comunità cristiana, è il Corpo di Cristo. Quando Saulo, che poi diventerà san Paolo, ebbe la visione di Gesù sulla strada di Damasco, si sentì dire da Gesù stesso: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? (At 9,4). Ogni attacco contro la Chiesa è un attacco contro Gesù stesso.

I membri della ‏Chiesa sono, come scrive s. Paolo:

Edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d’angolo lo stesso Cristo Gesù. (Ef 2,20).

Gesù Cristo è all'origine della Chiesa, che pose alla sua base 12 apostoli, (Mc 3,13-19): [Gesù] salì sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli –, perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni. Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè «figli del tuono»; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì.

Da ciò risulta che gli apostoli sono:
1) in numero di dodici: evidente richiamo alle dodici tribù d'Israele, per indicare che la Chiesa è l'erede delle antiche promesse, come nuovo popolo di Dio;
2) scelti da Gesù: chiamò a sé quelli che voleva (Mc 3,13);
3) essi abbandonano famiglia e professione per stare con Gesù;
4) il loro compito è di continuare ciò che faceva Gesù: per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni;
5) con la stessa autorità che egli ha ricevuto dal Padre:

─ Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi...» (Gv 20,21).
─ «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo… Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». (Mt 28,18-20).
Ad essi Gesù dà una vera autorità:
─ In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo. (Mt 18,18).

Un ruolo speciale viene attribuito all’apostolo Simone, a cui Gesù cambia nome dicendogli, Mt 16,18-19: «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

Gesù gli dà il nuovo nome di Pietro, cioè Roccia della Chiesa. Il ruolo speciale di Pietro è dimostrato dal fatto che nei Vangeli il nome di Simon Pietro è citato per 114 volte, e nei vari elenchi degli apostoli è sempre nominato per primo. Negli Atti degli Apostoli, Pietro tiene la prima predica, riceve i primi pagani nella Chiesa, prende decisioni al concilio di Gerusalemme, parla a nome degli altri nel sinedrio.
La Roccia della Chiesa è Gesù, ma Pietro partecipa di questa Roccia. Il detentore delle Chiavi è Gesù, ma ne comunica il potere a Pietro. Gesù è il buon Pastore: Gv 10. Ma affida anche a Pietro il ruolo di partecipare e continuare il suo ruolo di far pascolare le sue pecore e i suoi agnelli:
─ Gv 21,15: Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse Gesù: «Pasci i miei agnelli».

Pietro, durante il processo a Gesù, per paura lo rinnega, ma nonostante il brutto episodio del rinnegamento, riceve il compito di confermare gli altri discepoli nella fede; Gesù, nell’ultima cena, dice a Simone, che riceverà il nome di Pietro:
─ «Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli» (Lc 22,31-32).
‪Queste frasi del Vangelo, indicano che Pietro, nonostante il rinnegamento, ha ricevuto da Gesù il compito di confermare i cristiani nella fede. Secondo noi cattolici, il papa di Roma, successore di Pietro, è pastore della ‏Chiesa universale, col compito di confermare i fratelli nella fede.



Parola a chi desidera replicare...
[Modificato da viceadmintdg1 23/12/2015 22:48]
24/12/2015 16:50
 
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Admin:

L'ultimo intervento e' a cura di don Battista Cadei che parla dell'aposolicita' della chiesa dicendo:

La Chiesa, corpo di Cristo, è apostolica; Pietro e i suoi successori sono strumento di unità della ‏Chiesa. Continuiamo la catechesi sulla ‏Chiesa dal punto di vista cattolico, che è molto diversa dalla Congregazione dei tdG come è vista da loro.



Grazie Admin,
Il caro Cadei recita a memoria i soliti slogan della chiesa cattolica, per dare un qualche tipo di legittimazione alla propria chiesa, che invece oggi è aimè costretta a combattere l’immagine assai discutibile che si ritrova, vista la ridda interminabile di scandali settimanali che non sembrano avere mai fine.

Per cominciare, Pietro era solo uno dei dodici apostoli scelti dal Cristo in riva al lago di Galilea. Come sappiamo dal racconto biblico, Pietro rinnegò esplicitamente il proprio maestro (il Cristo), venne incaricato di portare il vangelo al mondo intero, insieme agli altri apostoli (Mt. 28,19-20). Di seguito, venne corretto in pubblico da Paolo ad Antiochia (Atti 2,11-14) sulla questione della circoncisione e quando la stessa questione venne discussa a Gerusalemme, la “chiesa madre” del cristianesimo primitivo, dove partecipavano tutti gli apostoli e gli anziani locali, fu Giacomo e non Pietro a riassumere le conclusioni, perché a lui (e non a Pietro) il Signore aveva assegnato la direzione della “chiesa madre” e degli altri apostoli.

Pietro lasciò poi la “chiesa madre” di Gerusalemme per spostarsi a Babilonia (si veda la sua prima lettera, indiscutibilmente petrina, al v. 5,13 “ἡ ἐν Βαβυλῶνι”) ed è in discussione se sia mai arrivato a Roma, visto che Paolo nella sua lettera ai Romani (datata tra il 55 e il 60) non lo menzione né lo saluta, mentre la prima lettera di Pietro, che è successiva (alcuni la datano addirittura verso l’80) lo colloca a Babilonia.

L’idea che Pietro, o anche gli apostoli, abbiano avuto dei successori è una “pia frode” assolutamente non giustificata né minimamente implicita nelle scrittura. Sia la prima che la seconda lettera di Giovanni, scritte verso fin di primo secolo, cioè quando la maggioranza o forse tutti gli apostoli si erano “addormentati nella morte”, non accennano affatto ai “successori degli apostoli” ma parlano del pericolo rappresentato dall’anticristo (1 Gv.4,2; 2 Gv 6-7) e invitano i discepoli a fare attenzione e a “continuare a camminare secodo i comandamenti”. Non c’è neppure un cenno a un’eventuale “successione apostolica”, come sarebbe naturale attendersi, se ci fosse davvero stata.

Cadei:

La Chiesa, cioè la comunità dei cristiani, è il Corpo di Cristo, il quale ne è il capo:
(Rm 12,4-8): Poiché come in un solo corpo abbiamo molte membra e queste membra non hanno tutte la medesima funzione, così anche noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e ciascuno per la sua parte siamo membra gli uni degli altri.

Abbiamo pertanto doni diversi secondo la grazia data a ciascuno di noi. Chi ha il dono della profezia la eserciti secondo la misura della fede; chi ha un ministero attenda al ministero ecc.…

La Chiesa, cioè la comunità cristiana, è il Corpo di Cristo. Quando Saulo, che poi diventerà san Paolo, ebbe la visione di Gesù sulla strada di Damasco, si sentì dire da Gesù stesso: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? (At 9,4). Ogni attacco contro la Chiesa è un attacco contro Gesù stesso.

I membri della ‏Chiesa sono, come scrive s. Paolo:

Edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d’angolo lo stesso Cristo Gesù. (Ef 2,20).

Gesù Cristo è all'origine della Chiesa, che pose alla sua base 12 apostoli, (Mc 3,13-19): [Gesù] salì sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli –, perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni. Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè «figli del tuono»; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì.

Da ciò risulta che gli apostoli sono:
1) in numero di dodici: evidente richiamo alle dodici tribù d'Israele, per indicare che la Chiesa è l'erede delle antiche promesse, come nuovo popolo di Dio;
2) scelti da Gesù: chiamò a sé quelli che voleva (Mc 3,13);
3) essi abbandonano famiglia e professione per stare con Gesù;
4) il loro compito è di continuare ciò che faceva Gesù: per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni;
5) con la stessa autorità che egli ha ricevuto dal Padre:

─ Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi...» (Gv 20,21).
─ «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo… Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». (Mt 28,18-20).
Ad essi Gesù dà una vera autorità:
─ In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo. (Mt 18,18).



Ringrazio il Cadei per questo riassunto biblico, anche se invito caldamente il suo pubblico a leggere di persona le Scritture, al posto di affidarsi al “mediatore Cadei”. Leggendole di persona, infatti, ci si renderà subito conto che né il Cristo, né gli apostoli, né Paolo, né alcun altro discepolo hanno mai avuto alcune intenzione di introdurre la “classe sacerdotale” nel cristianesimo.

Chi ha preso la direttiva non l’ha fatto per percepirne uno stipendio, farsi mantenere, né per distanziarsi da un ipotetico secondo gruppo “laico”. Paolo, che pure era un apostolo chiamato dal Signore in persona, era fabbricante di tende di mestiere e Pietro era notoriamente un pescatore, e lavoravano entrambi per mantenersi, senza essere “di peso” economico (Paolo lo ripete spesso) alla comunità cristiane in cui officiavano. La distinzione tipicamente cattolica tra "gerarchia" e "laici", con la prima che è economicamente mantenuta dalla seconda, è decisamente contraria alle scritture che ci raccontano degli sforzi degli apostoli per mantenersi senza essere "di peso". Tantomeno è biblica l'idea di assegnare a qualcun altro la gestione della propria fede, concetto che ricorda il moderno "outsourcing" a pagamento.

Cadei:

Un ruolo speciale viene attribuito all’apostolo Simone, a cui Gesù cambia nome dicendogli, Mt 16,18-19: «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

Gesù gli dà il nuovo nome di Pietro, cioè Roccia della Chiesa. Il ruolo speciale di Pietro è dimostrato dal fatto che nei Vangeli il nome di Simon Pietro è citato per 114 volte, e nei vari elenchi degli apostoli è sempre nominato per primo. Negli Atti degli Apostoli, Pietro tiene la prima predica, riceve i primi pagani nella Chiesa, prende decisioni al concilio di Gerusalemme, parla a nome degli altri nel sinedrio.
La Roccia della Chiesa è Gesù, ma Pietro partecipa di questa Roccia. Il detentore delle Chiavi è Gesù, ma ne comunica il potere a Pietro. Gesù è il buon Pastore: Gv 10. Ma affida anche a Pietro il ruolo di partecipare e continuare il suo ruolo di far pascolare le sue pecore e i suoi agnelli:
─ Gv 21,15: Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse Gesù: «Pasci i miei agnelli».

Pietro, durante il processo a Gesù, per paura lo rinnega, ma nonostante il brutto episodio del rinnegamento, riceve il compito di confermare gli altri discepoli nella fede; Gesù, nell’ultima cena, dice a Simone, che riceverà il nome di Pietro:
─ «Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli» (Lc 22,31-32).
‪Queste frasi del Vangelo, indicano che Pietro, nonostante il rinnegamento, ha ricevuto da Gesù il compito di confermare i cristiani nella fede.



Come ho già fatto notare poco sopra, purtroppo Pietro continuò ad essere d’inciampo ai cristiani anche dopo aver rinnegato il Signore, ed esserne stata perdonato. Il peso rivestito da Pietro nell’arco del primo secolo è probabilmente proporzionale alla quantità di lettere che fu ispirato a scrivere: sono solo due, a fronte delle 14 di Paolo, delle 3 di Giovanni che scrisse anche l’ultimo libro del canone biblico, l’Apocalisse.

Purtroppo Pietro, importantissimo testimone oculare dei fatti e dei detti relativi al Cristo, probabilmente non aveva la capacità tecnica per assumere un ruolo maggiore. Gli studiosi ritengono che il vangelo di Marco sia venuto alla luce grazie ai ricordi dello stesso Pietro, ma è stato messo per iscritto da Giovanni Marco, che probabilmente ne aveva le capacità linguistiche necessarie.

Cadei:

Secondo noi cattolici, il papa di Roma, successore di Pietro, è pastore della ‏Chiesa universale, col compito di confermare i fratelli nella fede.



Come già detto poco sopra, né Pietro né alcun altro apostolo nominarono mai alcun successore né diedero vita ad una “gerarchia”, imparentata in qualche modo con la chiesa cattolica romana che ben conosciamo. Pietro non venne nemmeno incaricato di organizzare la “chiesa madre” di Gerusalemme, dove avrebbe potuto parlare la propria lingua. Figurarsi se avrebbe mai potuto farsi carico di una comunità di lingua greca o latina, in cui le sue limitazioni oggettive sarebbero state moltiplicate dal fattore linguistico.

E' poi davvero molto arduo sostenere che Pietro avrebbe fondato un suo proprio stato, il Vaticano, con i propri ministri e una propria banca, in cui risiedere con tutti i membri piu' importanti della "gerarchia" religiosa a lui eventualmente sottoposta. Se Cadei mi permette, quella cattolica sembra piuttosto il modello ideale di una multinazionale economica, piu' che un'organizzazione religiosa che vuole imitare il modello biblico.

Auguriamo al buon Cadei di pensare ad altre giustificazioni, con le quali cercare di legittimare la propria chiesa, in chiara difficoltà d’immagine ed economica!

Simon

27/12/2015 17:56
 
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Re:
viceadmintdg1, 23/12/2015 22:46:

L'ultimo intervento e' a cura di don Battista Cadei che parla dell'apostolicita' della Chiesa dicendo:

La Chiesa, corpo di Cristo, è apostolica; Pietro e i suoi successori sono strumento di unità della ‏Chiesa. Continuiamo la catechesi sulla ‏Chiesa dal punto di vista cattolico, che è molto diversa dalla Congregazione dei tdG come è vista da loro.






Art. 882 catechismo cattolico:

882 Il Papa, vescovo di Roma e successore di san Pietro, “ è il perpetuo e visibile principio e fondamento dell'unità sia dei vescovi sia della moltitudine dei fedeli” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 22]. “Infatti il romano Pontefice, in virtù del suo ufficio di vicario di Cristo e di pastore di tutta la Chiesa, ha sulla Chiesa la potestà piena, suprema e universale, che può sempre esercitare liberamente” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 22].


L' ekklesìa del Dio vivente, colonna e sostegno della verità (1 Tim. 3:15) [secondo gli amici di Radio Maria la chiesa cattolica], ebbe realmente Pietro come riconosciuto "Vicario di Cristo"?

Lo si evince dal corpus neotestamentario considerato nel suo insieme?


A presto.....
[Modificato da Aquila-58 27/12/2015 18:00]
27/12/2015 21:52
 
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Grazie Admin,


viceadmintdg1, 23/12/2015 22:46:

L'ultimo intervento e' a cura di don Battista Cadei che parla dell'apostolicita' della Chiesa dicendo:

La Chiesa, corpo di Cristo, è apostolica; Pietro e i suoi successori sono strumento di unità della ‏Chiesa.

Edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d’angolo lo stesso Cristo Gesù. (Ef 2,20).

Gesù Cristo è all'origine della Chiesa, che pose alla sua base 12 apostoli, (Mc 3,13-19):
Da ciò risulta che gli apostoli sono:
1) in numero di dodici: evidente richiamo alle dodici tribù d'Israele, per indicare che la Chiesa è l'erede delle antiche promesse, come nuovo popolo di Dio;






Siamo alla prima imprecisione, mi pare.

Perché “la Chiesa”?

Il N.T. presenta l’ Israele di Dio come il nuovo popolo di Dio del nuovo patto, il patto eterno (Gal. 6:16 ; Ebrei 13:20), non la vostra “chiesa” ritenuta, sulla base di un’ erronea interpretazione di passi come Mt. 16:18 ; Luca 22:32 e Gv. 21:15-17, come “l’ unica Chiesa di Cristo, come società costituita e organizzata nel mondo, sussiste nella Chiesa cattolica, governata dal successore di Pietro e dai Vescovi in comunione con lui” (art. 162 compendio del catechismo cattolico).

In seguito analizzeremo ad uno ad uno questi passi che anche lei ha citato nella trasmissione di questo mese...

Riguardo al numero 12, che rappresenta un ordinamento completo, equilibrato, costituito da Dio, il N.T. presenta non “la chiesa” ma la Nuova Gerusalemme (una simbolica città celeste, giacchè “discende dal cielo, da Dio”, Apoc. 21:2) come la vera città santa.

Infatti, la Nuova GerusalemmeÈ cinta da grandi e alte mura con dodici porte: sopra queste porte stanno dodici angeli e nomi scritti, i nomi delle dodici tribù dei figli d'Israele” (Apoc. 21:12 CEI).

Chiaro il riferimento alle 12 tribù dell’ Israele Spirituale, la vera Israele (Rom. 9:6-8), l’ Israele di Dio, una nazione celeste, spirituale (Apoc. 7:4-8) i cui componenti vengono visti sul celeste Monte Sion con Cristo (Apoc. 14:1-5, si confronti Ebrei 12:22).

Non solo, nella Nuova GerusalemmeLe mura della città poggiano su dodici basamenti, sopra i quali sono i dodici nomi dei dodici apostoli dell'Agnello. “(Apoc. 21:14 CEI).

Evidente il richiamo al fatto che la Nuova Gerusalemme è edificata “sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d'angolo lo stesso Cristo Gesù” (Efes. 2:20 CEI).

Ma cos’ è realmente la Nuova Gerusalemme?

E’ una "città" celeste, un regno celeste, infatti Cristo risorto ne parla in Apoc. 3:12 e poco più avanti, in Apoc. 3:21, accenna ai componenti come a suoi co-regnanti.

Sono quindi i coeredi di Cristo, definiti tali perchè aventi la stessa eredità, Re (quindi Governanti) e Sacerdoti celesti come Lui (Rom. 8:15-17), il regal sacerdozio di cui parla proprio Pietro in 1 Pt. 2:9-10, una nazione celeste che avrà dominio anche sulla terra (Apoc. 5:9-10)...



(segue...)
[Modificato da Aquila-58 27/12/2015 22:03]
27/12/2015 22:20
 
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Vi fu realmente un primato petrino nel collegio apostolico, nella primitiva ekklesìa cristiana del I secolo?




A presto per la risposta...
[Modificato da Aquila-58 27/12/2015 22:20]
28/12/2015 21:30
 
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viceadmintdg1, 23/12/2015 22:46:



Un ruolo speciale viene attribuito all’apostolo Simone, a cui Gesù cambia nome dicendogli, Mt 16,18-19: «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

Gesù gli dà il nuovo nome di Pietro, cioè Roccia della Chiesa.




Si tratta di un’ assoluta forzatura del testo, fatta per pure ragioni teologiche.

Per esempio, in Gv. 1:42 leggiamo:

Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» - che significa Pietro” (Gv. 1:42 CEI)

Significa questo che già sin da quel momento Gesù gli cambiò nome per farlo “Roccia della chiesa”?
E’ una fantasia teologica che non ha serio riscontro scritturale, se andiamo ben a verificare.

Basta confrontare con Marco 3:16-17, Cefa, Pietro, Boanèrghes erano soprannomi messi in relazione con la loro indole, il loro carattere.
Infatti, Gesù “conosceva l’ uomo” (Gv. 1:47 ; 2:25)...
Riguardo ai soprannomi neotestamentari, si confronti anche Atti 4:36…


Cefa, che significa Pietro non indica profeticamente il primato petrino sugli apostoli, giacchè anche Paolo, a differenza nostra e vostra un testimone oculare dell’ epoca, lo chiama Cefa in Gal. 2:9, ma lo considera come una delle colonne, non “la colonna”.

Paolo, che chiama Pietro “Cefa”, avrebbe dovuto essere consapevole di un eventuale primato petrino, ma non lo si evince né dal passo di Galati né da nessun’ altra delle sue epistole ispirate.
Da notare che in Atti 15:14, all’ assemblea di Gerusalemme, Giacomo non lo chiama Cefa o Pietro, a sottolineare una sua preminenza nel collegio apostolico, ma Simeone…

Non ci siamo, cari amici di Radio Maria….


viceadmintdg1, 23/12/2015 22:46:




Il ruolo speciale di Pietro è dimostrato dal fatto che nei Vangeli il nome di Simon Pietro è citato per 114 volte, e nei vari elenchi degli apostoli è sempre nominato per primo.




Banalmente perché a Pietro e non ad altri sono state date le tre chiavi del Regno dei cieli che, come vedremo, non indica alcun primato petrino nel collego apostolico.

Se poi vogliamo andare a vedere gli elenchi, Paolo in Gal. 2:9, dove lo riconosce come una delle colonne, lo mette per secondo, senza contare che si evidenziano ben tredici lettere ispirate paoline, come dice lo stesso Pietro (2 Pt. 3:16) e solo due petrine…

Insomma, la sua appare come l’ ennesima forzatura..

viceadmintdg1, 23/12/2015 22:46:




Negli Atti degli Apostoli, Pietro tiene la prima predica, riceve i primi pagani nella Chiesa,




Del tutto ovvio, giacchè – come ho già detto – a Pietro e non ad altri Cristo diede le tre chiavi del Regno dei cieli, che Pietro “aprì” dopo la Pentecoste con i giudei, i samaritani e i pagani o gentili.
Questo fu il potere che Cristo concesse a Pietro in Mt. 16:19, non un primato sul collegio apostolico che non ebbe mai…


viceadmintdg1, 23/12/2015 22:46:



prende decisioni al concilio di Gerusalemme,





Non è così! Pietro narrò all' assemblea di Gerusalemme come aprì la terza chiave del regno dei cieli e come lo spirito santo fosse stato versato anche sui pagani o gentili (Atti 15:7-11), anche Paolo e Barnaba narrarono quali grandi segni e prodigi Dio aveva compiuto tra le nazioni per mezzo loro (Atti 15:12), ma la decisione adottata fu quella di Giacomo e fu comunque presa collegialmente! (Atti 15:19-20, 28-29)!


viceadmintdg1, 23/12/2015 22:46:




parla a nome degli altri nel sinedrio.




Non mi pare:

Ma Pietro e Giovanni replicarono: «Se sia giusto dinanzi a Dio obbedire a voi invece che a Dio, giudicatelo voi. “ (Atti 4:19 CEI)




(SEGUE ULTIMA PARTE, A PRESTO......)
[Modificato da Aquila-58 28/12/2015 21:49]
28/12/2015 22:03
 
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Luca 22:31-32 e Gv. 21:15-17 attestano il primato petrino?

A domani per la risposta.....
29/12/2015 21:28
 
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viceadmintdg1, 23/12/2015 22:46:



La Roccia della Chiesa è Gesù, ma Pietro partecipa di questa Roccia. Il detentore delle Chiavi è Gesù, ma ne comunica il potere a Pietro.




Gesù è la roccia dell’ ekklesìa che è edificata su di Lui, giacchè l’ ekklesìa è di Dio, che si è acquistata con sangue del suo proprio Figlio (Atti 20:28), le porte dell’ Ades non possono sopraffarla giacchè Cristo ne possiede le chiavi (Apoc. 1:18).

Come ho già detto, Cristo gli assegnò un importantissimo incarico affidandogli le tre chiavi del Regno dei cieli, ma questo non conferì a Pietro alcun primato nel collegio apostolico, cosa che non si evince in nessuna delle epistole paoline e nel corpus giovanneo…

Come già abbiamo visto, gli apostoli assumevano collegialmente le loro decisioni (Atti capitolo 15),
si noti in particolare Atti 15:24:

Abbiamo saputo che alcuni di noi, ai quali non avevamo dato nessun incarico, sono venuti a turbarvi con discorsi che hanno sconvolto i vostri animi” CEI. ).

Furono i Dodici apostoli, tutti insieme, a decidere come provvedere alle necessità materiali dei bisognosi (Atti 6:1-6).

Fu ancora il corpo dei Dodici a decidere chi mandare ai samaritani che avevano accettato la buona notizia. Fu stabilito di inviare Pietro e Giovanni. In questa circostanza Pietro, anziché essere colui che ha il potere di decidere da solo, appare piuttosto come un semplice ‘inviato’ degli apostoli :

Frattanto gli apostoli, a Gerusalemme, seppero che la Samaria aveva accolto la parola di Dio e inviarono a loro Pietro e Giovanni “ (Atti 8:14 CEI)

Non ci siamo proprio….


viceadmintdg1, 23/12/2015 22:46:




Gesù è il buon Pastore: Gv 10. Ma affida anche a Pietro il ruolo di partecipare e continuare il suo ruolo di far pascolare le sue pecore e i suoi agnelli:
─ Gv 21,15: Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse Gesù: «Pasci i miei agnelli».






Anche qui viene fatta una forzatura del testo a fini puramente teologici.
Gesù non stava affidando a Pietro alcun primato sul collegio apostolico o vicariato che dir si voglia. Non ce ne sarebbe stato bisogno, giacchè Cristo è sempre vivente ed è con noi tutti i giorni sino alla fine dei tempi (Ebrei 7:25 ; Mt. 28:20) e il Paraclito li avrebbe guidati, essendo con loro per sempre (Gv. 14:16).

Pietro aveva rinnegato Gesù tre volte e ora Gesù gli offrì per tre volte l’ opportunità di dichiarargli il suo affetto. Gesù gli disse come mostrare quell’ amore: doveva mettere il servizio sacro prima di ogni cosa pascendo il gregge di Cristo, cioè i suoi fedeli seguaci, le pecore disperse (Mt. 26:31).
Questo passo giovanneo va ricollegato al passo di Luca 22:31-32 (di cui si parlerà successivamente).

Il gregge era disperso, Gesù stava per ascendere al cielo e il Paraclito non era ancora arrivato.

In questo preciso contesto, con Satana che intendeva “vagliare i discepoli” (Luca 22:31), Pietro, dopo l’ Ascensione di Gesù, era la persona più adatta in assoluto, per la sua indole e per il suo temperamento, per “rafforzare” (il verbo greco è sterizo, che secondo l' autorevole Dizionario Esegetico del Nuovo Testamento di Balz e Schneider, significa “rendere saldo, rafforzare, consolidare”) i suoi fratelli.

A Pietro venne dato il compito di rafforzare i discepoli in un momento di estrema difficoltà.
In questo senso va letto il “pascere le mie pecore, i miei agnelli” .

Pietro era uomo d’ azione e di iniziativa, coraggioso nonostante l’ apparente fragilità e il timore dell' uomo, persona di gran cuore e con grande attaccamento per Gesù:
nel mar di Tiberiade si tuffò e andò immediatamente incontro al Signore mentre tutti gli altri arrivarono tranquillamente in barca (Gv. 21:7-8), Pietro si alzò e corse al sepolcro mentre gli altri non credevano alle donne (Luca 24:11-12), quando arrestarono Gesù Pietro lo seguì a distanza (Luca 22:54) , prese coraggio per camminare sulle acque in un mare in tempesta (Mt. 14:28-29), nella sua irruenza trasse la spada per difendere Gesù (Gv. 18:10) e molto altro ancora...

In un momento estremamente difficile in cui i discepoli erano stati dispersi e avevano abbandonato Gesù, Pietro era l’ uomo adatto per rafforzarli e risollevarli e Gesù ne era pienamente consapevole.



viceadmintdg1, 23/12/2015 22:46:



Pietro, durante il processo a Gesù, per paura lo rinnega, ma nonostante il brutto episodio del rinnegamento, riceve il compito di confermare gli altri discepoli nella fede; Gesù, nell’ultima cena, dice a Simone, che riceverà il nome di Pietro:
─ «Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli» (Lc 22,31-32).
‪Queste frasi del Vangelo, indicano che Pietro, nonostante il rinnegamento, ha ricevuto da Gesù il compito di confermare i cristiani nella fede. Secondo noi cattolici, il papa di Roma, successore di Pietro, è pastore della ‏Chiesa universale, col compito di confermare i fratelli nella fede.

Parola a chi desidera replicare...




Ne ho già accennato sopra.
Anche nel passo lucano vi è una assoluta forzatura del testo.
Infatti, come detto, qui troviamo il verbo greco sterizo, ma la parole di Gesù non gli conferiscono alcun “primato nel seno del collegio apostolico” (nota in calce della Bibbia di Gerusalemme a Luca 22,32).

Infatti la stessa cosa faceva Paolo che “confermava” (episterizo, verbo affine a sterizo) le chiese, vedasi Atti 15:41.
Paolo fece la stessa cosa anche in Atti 18:23, Giuda e Sila in Atti 15:32 e anche Timoteo in 1 Tess. 3:2, in tutti questi casi troviamo “sterizo” o episterizo!

Non si trattò quindi di conferire primati sugli altri apostoli, ma di incaricare Pietro di rafforzare i fratelli nel momento più difficile e drammatico, ormai prossimo.

Pietro li rafforzò immediatamente dopo l’ Ascensione di Gesù (Atti 1:12-26) e oltre a ciò assolse al compito che il Signore gli affidò, “aprire” le tre chiavi del Regno dei cieli, ma non ebbe mai alcun primato sul collegio apostolico, come ampiamente dimostrato in tutta la trattazione!

Grazie.
[Modificato da Aquila-58 29/12/2015 21:54]
01/01/2016 09:55
 
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Il dibattito sulla "vera" famiglia di Gesu'
"Da queste testimonianze appare chiaro che, dei famigliari di Gesu', almeno Giacomo partecipo' in qualche modo alla sua vita pubblica, aggregandosi alla cerchia piu' stretta dei suoi seguaci; ...

Ma Giacomo non fu l'unico dei famigliari di Gesu' a esercitare un ruolo di guida nella primitiva comunità di Gerusalemme. Secondo la testimonianza di Eusebio, che riporta una notizia di Egesippo (Storia ecclesiastica IV,22,4), dopo la sua morte, avvenuta nel 62, sarebbe stato eletto vescovo di Gerusalemme un cugino di Gesu', di nome Simeone; Giuda un altro fratello di Gesu', è autore dell'epistola che, sotto il suo nome, è entrata a far parte del Nuovo Testamento; sempre secondo Egesippo, citato da Eusebio (Storia ecclesiastica III,19-20,6), ancora sotto Domiziano (81-96) dei nipoti di Giuda erano alla guida di chiese in quanto parenti di Gesu'."

Le origini del cristianesimo, R. Penna, Carocci. P. 183-4

Anche secondo il prof. emerito R. Penna è chiaro che Pietro non assunse alcun ruolo di direzione né tra gli apostoli né all'interno della chiesa madre di Gerusalemme.


Simon
01/01/2016 10:07
 
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Re: Il dibattito sulla "vera" famiglia di Gesu'
(SimonLeBon), 01/01/2016 09:55:

"Da queste testimonianze appare chiaro che, dei famigliari di Gesu', almeno Giacomo partecipo' in qualche modo alla sua vita pubblica, aggregandosi alla cerchia piu' stretta dei suoi seguaci; ...

Ma Giacomo non fu l'unico dei famigliari di Gesu' a esercitare un ruolo di guida nella primitiva comunità di Gerusalemme. Secondo la testimonianza di Eusebio, che riporta una notizia di Egesippo (Storia ecclesiastica IV,22,4), dopo la sua morte, avvenuta nel 62, sarebbe stato eletto vescovo di Gerusalemme un cugino di Gesu', di nome Simeone; Giuda un altro fratello di Gesu', è autore dell'epistola che, sotto il suo nome, è entrata a far parte del Nuovo Testamento; sempre secondo Egesippo, citato da Eusebio (Storia ecclesiastica III,19-20,6), ancora sotto Domiziano (81-96) dei nipoti di Giuda erano alla guida di chiese in quanto parenti di Gesu'."

Le origini del cristianesimo, R. Penna, Carocci. P. 183-4

Anche secondo il prof. emerito R. Penna è chiaro che Pietro non assunse alcun ruolo di direzione né tra gli apostoli né all'interno della chiesa madre di Gerusalemme.


Simon




Grazie Simon per l' ulteriore testimonianza.
In effetti, come è stato spiegato ampiamente, non solo dalle testimonianze ma soprattutto dalle Scritture, si ricava quanto segue:
A Pietro Gesù affidò le tre chiavi del Regno dei cieli, che lo stesso Pietro "aprì" prima con i giudei, poi con i samaritani (qui però in compagnia di Giovanni e come inviato degli apostoli di Gerusalemme, Atti 8:14-17) e, infine, con Cornelio e i gentili o pagani.
Ebbe anche, da Gesù, il compito di rafforzare i fratelli in un momento estremamente drammatico per il nascente cristianesimo, tra la morte di Gesù, l' Ascensione dello stesso e il versamento dello spirito alla Pentecoste.
Punto!
A parte questi privilegi concessi dal Signore Gesù, non ebbe, realmente, alcun primato nel collegio apostolico...
[Modificato da Aquila-58 01/01/2016 10:13]
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