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Embargo on Milan

Ultimo Aggiornamento: 24/11/2015 03:14
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24/11/2015 03:14
 
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1 - La città nella città
Venere fu colonizzata e resa abitabile in tempi record. Ci fu il taglio del nastro, ripreso da cento angolazioni diverse e immortalato cento volte al secondo al ritmo dei flash. Foto e notizie al riguardo si diffondevano su tutta la rete e illuminavano di una nuova e imprecisata speranza gli occhi degli utenti di tutto il sistema solare, ma a Eridiana non importava un bel niente. Per lei la vera rivoluzione era altro: vestiti olografici. Quella sera camminava per via della Spiga, Milano centro, nell'ex Quadrilatero della Moda, da qualche anno comprato da un gruppo di miliardari e ribattezzato “Little Cabalah City”. Le vetrine erano uguali a quelle del 2020, maledetto ritorno del vintage, e una decina di metri sopra di esse si innalzavano dodici slanciati grattacieli dorati a base pentagonale, sulle cui cime torreggiavano eleganti statue in marmo bianco rappresentanti ognuna un segno zodiacale. Lei ancheggiava sinuosamente nel suo corpo da modella, adornata da due sottili fuochi fatui digitali bianchi che le vorticavano lentamente attorno e che sfioravano, di tanto in tanto, il lato esterno dei suoi floridi seni, per poi scendere sul suo tubino nero di Verxace e ricominciare il giro. Eridiana pensò: “Speriamo che questi ologrammi durino per tutta la sera. Per averli ho dovuto fare un massaggio tantrico a quel porcellino di un grafico 3d. Ma in fondo io non so nemmeno che cos’è, il tantra. Direi che mi è andata bene”. Da quando era diventata incantevole, sentiva il calore della movida batterle nel petto. Vestiti firmati ed effetti speciali a parte, per lei era difficile resistere alla tentazione di somigliare a una celebrità. Il giorno prima, con qualche ritocco al viso, aveva assunto un aspetto molto simile a Taylor Xwift da giovane, ed era stata “paparazzata” da un paio di blog scandalistici: “Chi è la bella sosia di Taylor?”. Il software di riconoscimento facciale e taggatura automatica di Xoogle non era riuscito a identificarla, suscitando curiosità e sospetti tra gli esperti del settore. “Non devo sbagliare ancora. Questa cosa del cambio di look deve rimanere un segreto …" pensò, mentre la sensazione che il tempo la inseguisse si faceva pressante. “… Non devo perdere la calma. Una ragazza che ha fretta di concludere sembra solo una disperata, per quanto meravigliosa, modestamente”. Tutti i giovani, gli adulti e gli anziani che la incrociavano si rifacevano fugacemente gli occhi. Una giovane ragazza dai capelli corti le fece occhiolino. Eridiana arrossì e si voltò dall’altro lato. Un ventenne poco più alto di lei si fermò in mezzo alla via per ammirarla. Portava una flebile e tremolante targhetta oled all’altezza del cuore che recitava “Sebastian”. Non lavorava da nessuna parte. La targhetta gli serviva solo perché la gente si dimenticava il suo nome. Incrociò lo sguardo di Eridiana e per lui fu quanto di più simile a una folgorazione, il risultato gli parve un’estasi mistica. Era uno dei pochi studenti dell'Università degli Studi di Milano a frequentare il secondo anno di specialistica in "storia e critica dell'arte"; giornalmente doveva fare i conti con l’arte e soprattutto con la bellezza, eppure ciò che vide lo portò a socchiudere la bocca imbambolato, assumendo un’espressione stupita, in una specie di sindrome di Stendhal, e gli ci volle qualche attimo per riprendersi. Sotto la luce giallino-rosa pallido dei lampioni, quella ragazza gli ricordava vagamente qualcuno di famoso. “Un'attrice, forse? Una modella?”. Non era affatto inusuale incontrare vip a Little Cabalah City. Lui era a secco di gossip da sempre e non poté fare altro che maledirsi per la sua poca cultura in quell'ambito. Chiuse la bocca con un movimento meccanico e fulmineo, dato che si era accorto solo in quel momento di sembrare imbambolato, e riprese a camminare, sforzandosi di non voltarsi mentre le passava oltre, rosso in volto come un dodicenne in piena crisi ormonale. "Complimenti Seb" - pensò, assottigliando le labbra in una smorfia - "Hai appena fatto la figura dell'idiota". Eridiana lo guardò di sfuggita. “Sarà uno dei tanti allupati che si trovavano dappertutto”. Squadrò il suo profilo in un battito di ciglia dalla testa ai piedi. "Ma da quando il sesso maschile è diventato così privo di mistero? Oh, c’è un altro tizio, laggiù. Deve essere un modello o perlomeno un ricco rampollo ben curato. Ma come si muove impettito e sicuro di sé ... un po’ altezzoso per i miei gusti”. Qualcuno chiamò l’aitante da lontano: «Marino!». Lui si voltò e alzò il braccio destro salutando. Eridiana pensò: “Bei muscoli … lo sfigato o il rampollo? Tanto in amore conta solo la fortuna. Lasciamo decidere al caso". Prese una moneta e la lanciò al di sopra della sua testa facendola tintinnare e roteare. Testa, croce, testa, croce, testa ... ". In quel momento Seb ripensò a quello sguardo, a quegli occhi viola e a quegli zigomi così invitanti per farci chissà che cosa ... sentì il battito del cuore pulsargli nelle orecchie e si ritrovò con gli occhi sbarrati fissi nel vuoto. Controllò se la sua cerniera fosse aperta.
Testa.
Eridiana guardò il responso della moneta e si voltò verso Seb che si era messo a guardare le vetrine popolate da manichini di donne senza volto. “E quando un uomo guarda le vetrine significa che è fidanzato, oppure disperato” pensarono entrambi. Improvvisamente le vetrine sembrarono interessargli; i capi kitsch non gli facevano sanguinare gli occhi, tanto era concentrato a guardare il riflesso di lei nel vetro. La ragazza era ancora lì, e il cuore di Seb batteva nel suo petto da umanista a una velocità preoccupante ... ". Perché non vai a parlarle?" pensò. Scosse il capo cercando di scacciare quel pensiero, ma non era semplice. Sebastian non poteva vantare grandi esperienze col gentil sesso, anzi, non ne aveva affatto, dato che quelle due ragazzette con cui era stato per un paio di mesi al liceo non potevano affatto definirsi un’esperienza. Il problema principale era che aveva una bellezza comune. Occhi castani, capelli castano scuro, un naso carino ma nella norma, un viso rasato di fresco e labbra poco evidenti. Non poteva dire di essere uno scorfano, ma il suo non era un volto che la gente si soffermava a osservare. Era ... normale, e la cosa gli pesava irrimediabilmente. "Avanti, idiota. Valle almeno a rivolgere la parola, inventa una scusa qualsiasi, potrebbe essere la donna della tua vita, magari è una turista, magari ti tirerà fuori dalla città". Sospirò ... e si voltò. Si sforzò di mettere un piede davanti all'altro e le si avvicinò. «S... signorina! È proprio una bella serata, non pensa?». Sempre se una classica serata milanese con qualche goccia di pioggia e fastidiose raffiche di vento si potesse definire bella. “Idiota, idiota, idiota!". Aggiunse un’altra frase subito, senza aspettare una risposta: «Ha per caso bisogno di una mano? La vedo ferma lì da un po'...». Era la sua unica possibilità di rimediare alla caxxata precedente, eppure continuava a sembrare un maniaco. Ringraziò mentalmente di aver indossato un completo elegante: smoking di seta grigio scuro, camicia della stessa fattura e cravatta rettangolare bianca. “Almeno non sembro un barbone”. Eridiana guardò per un istante la moneta nel suo palmo sinistro e pensò: “Caro, questo è il tuo giorno fortunato, nei limiti del tuo piccolo destino, si intende”. Chiuse il palmo svelando le sue unghie ben curate con un french perfetto e guardò Seb con un sorrisetto malizioso rispondendo: «A dire il vero, sì, avrei bisogno di una mano. Me la vuole concedere per un attimo?». Seb notò un vago accento del sud Italia nel suo modo di pronunciare le vocali e rispose balbettando frettolosamente: «Oh beh... certo che si!». Ciononostante, era abbastanza perplesso. Non si aspettava che una ragazza accettasse così su due piedi l'aiuto di un perfetto sconosciuto. “Forse mi ha scambiato per un commesso del negozio qui di fronte, con questa targhetta. Che mi stia prendendo in giro? Che sia semplicemente in cerca di un rapporto occasionale? Guardati, Seb, non sei un tipo da rapporto occasionale, qui girano i maschi alfa e tu non sei uno di loro. Troppo bella sotto tutti gli aspetti ... Forse mi trova simpatico? Basta, concéntrati. Non puoi perderti in mille congetture ancor prima di sapere cosa vuole, idiota". «C… come posso aiutarti?». Eridiana temporeggiò di proposito: «Innanzitutto io sono Eridiana, piacere – nessuna stretta di mano, troppa tensione da parte di lui - E tu devi essere Sebastian, bella targhetta. – Non resistette alla tentazione di sistemargliela. Bussò su di essa con l’indice destro e la scritta “Sebastian” smise di tremolare rimanendo accesa - Vediamo, questa è ancora Milano o siamo già a Little Cabalah City? Dicono che L.C.C. sia in centro». Conosceva perfettamente le vie che delimitavano l’area di Little Cabalah City (Corso Venezia, via Monte Napoleone, via Manzoni e via Senato. Via della Spiga era al centro del quadrilatero), ma continuava a guardarsi attorno mostrando il suo profilo greco e i suoi occhi viola come se stesse cercando punti di riferimento, senza guardare in alto. Stava solo aspettando che a Seb venisse un’erexione e che la si potesse notare sotto i pantaloni. “Un uomo con un’erezione in una stanza è noioso e sinceramente un po’ buffo; un uomo con un’erezione in pubblico è un’affermazione del potere femminile” pensò lei. Voleva solo essere indicata col xene di Seb. Fantasticava di portarlo a spasso come se il suo xembro fosse un guinzaglio, ma anche lì, a Little Cabalah City, c’erano leggi riguardanti gli atti osceni in luogo pubblico. “Peccato”. Si mordicchiò il labbro inferiore e guardò Seb negli occhi, pensando: “Sei tu che devi sforzarti di dire qualcosa, bello mio. Sono a corto di fantasia”. Seb rimase ammutolito per qualche secondo. Eridiana pensò: “Ma che cosa sto facendo? Devo sbrigarmi e invece sto qui a giochicchiare. Maledizione. Ma se non gioco adesso, quando?”. «In realtà siamo già a L.C.C.». Rispose Seb, un po' più bruscamente di quanto avrebbe voluto.
Le luci rosee della città venivano riflesse dalle basse nubi gocciolanti e la statua in cima al grattacielo del Sagittario, il più alto di tutta Milano in quel periodo dell’anno, le sfiorava come un gioiello barocco, come un’opera del Bernini incastrata nella realtà cittadina. I negozi di alta moda erano sovrastati dallo sfarzo, dal brillio dorato dei grattacieli che da lì sotto sembravano vagamente dita femminili affusolate. L'idea che lei lo stesse prendendo in giro stava lentamente prendendo consistenza in lui, eppure Seb non riusciva ad accigliarsi, soprattutto se a guardarlo erano quei meravigliosi occhi d'ametista.
Seb: «Stai cercando qualcosa in particolare? O qualcuno?». Eridiana pensò: “Bene, un conto è fare la stupidella, un conto è fare la demente, meglio darmi una regolata”, così tirò fuori dalla sua borsetta in pelle nera un ombrellino lilla, lo aprì e gli disse: «No, stavo solo girando e mi ero un po’ persa. Quindi L.C.C. è tutta qui? Un po’ di negozi e qualche grattacielo? Me la immaginavo più interessante. Cambio di programma, mi accompagneresti al confine? Vorrei guardare l’orizzonte da Lambrate e magari, chissà, potrebbe esserci un calo di corrente e potremmo scappare. Non succede da anni, ma non si sa mai». Seb corrugò le sopracciglia e chiese: «Anche tu bloccata qui? Dal tuo accento pensavo che tu fossi una modella venuta in visita dal sud Italia, anche perché non ti ho mai vista in giro. In fondo Milano è piccola, ti avrei sicuramente notata». Eridiana rispose distrattamente: «Ho passato molto tempo a casa ultimamente, problemi di salute, ma ora sto meglio, ci incamminiamo?». Seb ebbe la sensazione di scorrere in direzione nord-sud su via della Spiga senza muovere le gambe. Stava camminando con ciò che i blog per uomini definivano una “gnocca livello 10/10”. Faceva attenzione a non sincronizzare i suoi passi con quelli di lei, mentre lei cercava dispettosamente di fare l’opposto. Lui indossava scarpe in cuoio nero a becco d’anatra, lei un paio di kitten shoes nere. Eridiana sorrise: «Non c’è bisogno che ti bagni, dai, vieni sotto l’ombrello». Seb: «Oh, non ti preoccupare, sto ben caldo anche così; ho preso un paio di termogenici: caffeina, chinino e un paio di altri principi attivi, niente di illegale, parola di boy scout». Eridiana rise: «Oh, sì, se Milano non fosse chiusa da anni ci potrebbero anche essere i boy scout che vanno e vengono dalle montagne». ...

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