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Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
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Il sacrilegio della comunione alla mano di Don Giorgio Maffei

Ultimo Aggiornamento: 31/10/2015 19:50
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Sesso: Femminile
31/10/2015 19:48

La Comunione sulla mano non può essere resa obbligatoria


Se non può essere lecitamente consentitala Comunione sulla mano, neppure e tanto meno, potrà essere resa obbligatoria, così che tutti, sacerdoti e fedeli, debbano seguire quest'unica via per comunicare e per comunicarsi. Di fatto, la Comunione sulla mano è stata solo "consentita" e non ancora "comandata". Non sarebbe quindi il caso di parlarne. Eppure, se non è stata ancora comandata e ci si augura che non lo sia mai, non è da escludere che si arrivi anche a questo "traguardo", dato che gli abusi e la loro legalizzazione si susseguono inesorabilmente ed inarrestabilmente in questo infelice post-concilio.


Già se ne parla, anche se sono per ora, soltanto voci e si spera che rimangano tali. Pare che in qualche diocesi, a titolo di uniformità, sia già stato imposto a tutti, sacerdoti e laici, di adottare questa pratica (però, anche qui, potrebbero essere soltanto voci, ma abbiamo, pur­troppo, esperienza di come simili voci siano spesso fondate). E' certo tuttavia, che se non un'intera diocesi, vi è qualche parrocchia o chiesa dove il parroco o il rettore, si sono assunti il diritto di obbligare i fedeli a ricevere, o i sacerdoti da loro dipendenti, a dare la sacra Ostia sulla mano per comunicarsi o comunicare. E' certissimo e già denunciato da vari fedeli desiderosi di comunicarsi nella maniera tradizionale, che qualche sciagurato sacerdote costringe tutti quelli che malcapitano da lui, a prendere l'Ostia in mano ed a comunicarsi da sé stessi. E' già in atto dunque, l'abuso che, seguendo l'iter di tutti gli altri abusi, finirà prima o poi per venire legalizzato, imponendo a tutti di imporre la Comunione sulla mano.


Il cedimento, di fronte ad un abuso, è tacito ed implicito consenso. Manca solo l'esplicita autorizzazione perché l'abuso sia legalizzato, diventi lecito, anzi diventi regola generalizzata, a citi tutti debbono sottostare, anche gli onesti che non hanno mai abusato.


 


L'ubbidienza


Succederà perciò, che quelli i quali hanno abusato della loro libertà, col consenso tacito dell'Autorità, si vedranno ancora una volta premiati, e da disubbidienti diverranno "ubbidiente", mentre quelli che hanno sempre ubbidito alle leggi ecclesiastiche vigenti (oltre che alla Legge di Dio), ma che in coscienza non si sentiranno di seguire l'imposizione, passeranno per "disubbidienti" (davanti agli uomini), per non sottostare ad un abuso diventato "legge". E di questo passo, non si sa fin dove si arriverà. Ma intanto bisogna essere preparati, con idee ben chiare, su un argomento delicato che impegna le coscienze.


Non sempre è "ubbidienza" l'esecuzione materiale di un ordine. Non sempre è "disubbidienza" il rifiuto di eseguire materialmente un ordine. Dipende dalla legittimità o meno dell'ordine stesso. Tra le ragioni che rendono illegittimo un ordine, c'è quella, ed è la più grave, che l'ordine stesso sia contrastante ed incompatibile con la Legge di Dio e dalle regole che ne derivano, anche se non sono menzionate espressamente. La Legge di Dio non vieta espressamente l'aborto, ma espressamente vieta l'omicidio. Poiché non è possibile abortire senza uccidere, l'aborto è vietato dalla Legge di Dio. Chi ordinasse di compiere l'aborto, darebbe un ordine illegittimo, perché in opposizione alla Legge di Dio. Eseguire un tale ordine non sarebbe ubbidienza; rifiutare un tale ordine non sarebbe disubbidienza.


Ciò vale per qualsiasi delitto, anche se e molto di più, per il delitto di profanare le sacre Specie, delitto che viene commesso con la Comunione sulla mano. La Legge di Dio non vieta espressamente la Comunione sulla mano? No, ma vieta la profanazione delle sacre Specie. Poiché non è possibile, prima o poi, praticare la Comunione sulla mano senza causare la profanazione delle sacre Specie, la Comunione sulla mano è vietata dalla Legge di Dio. Comandarla, sarebbe dare un ordine illegittimo. Eseguirlo non sarebbe ubbidienza; rifiutarlo non sarebbe disubbidienza. Sarebbe esattamente il contrario.


L'ubbidienza del cristiano deve essere soprannaturale, cioè non deve essere semplicemente fondata su motivi di ordine naturale e pratico, come ad esempio la necessità di ordine nella società, o la responsabilità del superiore che, avendo il dovere di servire i sudditi, ha il corrispondente diritto di essere da loro ubbidito; l'ubbidienza del cristiano, pur comprendendo i motivi naturali, dev'essere fondata sul motivo soprannaturale di fare la volontà di Dio, trasmessa dal superio­re umano, che lo rappresenta sulla terra. Il superiore umano, poiché rappresenta Dio sulla terra e ne trasmette la volontà, è tenuto ad esercitare legittimamente l'autorità di cui è investito, evitando i due eccessi:


1°)     di rinunciare all'esercizio della sua autorità;


2°)     di abusare dell'autorità esercitandola illegittimamente, col dare, per esempio, ordini illegittimi.


Non gli è lecito rinunciare all'uso dell'autorità, perché così impedi­rebbe a Dio di trasmettere, attraverso di lui, la Sua volontà. Non gli è lecito abusarne con ordini illegittimi, perché non trasmetterebbe la volontà di Dio, ma la propria: una volontà di Dio falsificata.


Spesso i due difetti coincidono: il superiore che rinuncia all'eser­cizio della sua autorità e non interviene ad impedire un abuso dei soggetti a lui, acconsente praticamente al loro abuso, vi acconsente tacitamente. Ora, acconsentire espressamente o tacitamente a ciò che Dio non vuole, è abusare dell'autorità. Ma comandare è più che acconsentire, per cui se non si può acconsentire a ciò che Dio ha vietato, molto meno ciò che Dio ha vietato potrà essere comandato. Come fa a trasmettere la volontà di Dio il superiore che comanda ciò che Dio non vuole? Dio non si contraddice, pertanto un ordine umano che contrasta con un ordine divino, non può e non deve essere eseguito dall'inferiore, il quale deve "ubbidire a Dio prima che agli uomini" (Act. 5,29 - 4,19).


In conclusione, eseguire materialmente un ordine illegittimo, e perciò contrario alla volontà di Dio, non è ubbidienza, ma servile e supina sottomissione, che rende complici di un'azione peccaminosa, di cui chi ne ha dato l'ordine è mandante. Anche se si è spinti ad eseguire l'ordine da una coscienza sincera, dominata da scrupolo e da timore riverenziale, in realtà non si tratta di ubbidienza, ma al contrario, si tratta di disubbidienza, perché si disubbidisce a Dio. E' a Dio, infatti, che si deve sempre riferire la nostra ubbidienza. Viceversa, omettere volontariamente l'esecuzione materiale di un ordine illegittimo, non è disubbidienza, ma fedeltà a Dio, compiendo il dovere di opporsi al male. Anche se contravvenire ad un ordine del superiore è interiormente penoso, specialmente ad una coscienza delicata, ed esteriormente gravido di spiacevoli conseguenze, il santo timore di spiacere a Dio deve prevalere sul timore di spiacere agli uomini, disposti anche a soffrire per la Verità di Dio e la difesa delle cose sacre.


Non disubbidienza dunque, ma vera ubbidienza, anche se agli occhi dei superficiali e degli sprovveduti può apparire che non sia così. Dal mondo e da chi non è spiritualmente ben formato, spesso la disubbidienza è scambiata per "ubbidienza" e l'ubbidienza per "di­subbidienza". Errore di valutazione che non riguarda solo l'ubbidienza: la fermezza di volontà nel bene, non è considerata "ostinazione"? La forza della virtù, non è stimata "debolezza"? L'incrollabile fedeltà, non è vista come "ribellione"? L'eroismo della fede, non è preso per "fanatismo"? La Croce di Cristo, non è "scandalo per i giudei e stoltezza per i pagani"? "Ma per quelli che sono chiamati .... è virtù di Dio e sapienza di Dio" (I Cor. I / 23-24).


Nessuno dunque, si perda di coraggio nel difendere con tutte le sue forze il più grande dono che l'Amore misericordioso di Dio ha fatto agli uomini: la Santa Eucaristia.



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