Secondo quanto riferito da Il Mattino, lo stadio San Paolo rischia di essere chiuso in parte oppure potrà essere vietato ad alcune frange estreme del tifo secondo le indicazioni della polizia. Il tempo della tolleranza è finito e il rischio chiusura è forte se non verranno applicati quei provvedimenti necessari per le misure minime di sicurezza. La palla non è più nella mani, appunto, delle forze di polizia ma del Comune e della Società: tocca a loro assumere gli impegni richiesti. Il prefetto di Napoli Gerarda Pantalone, in considerazione anche del clima pesante che c’è in città con ripercussioni nel mondo della tifoseria, ha deciso di convocare una riunione del comitato provinciale dell’ordine e della sicurezza pubblica per il giorno 16. Alla riunione sono stati convocati a partecipare anche il sindaco di Napoli Luigi De Magistris e il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis.
Dovranno esporre le loro idee, le strategie nel settore dell’ordine pubblico, soprattutto per quanto riguarda la prevenzione. Il San Paolo è un colabrodo, è un luogo dove è molto difficile garantire gli standard minimi di sicurezza. Il prefetto non è disposta a tollerare altri incidenti, altre situazioni di emergenza che non dipendono dalle forze di polizia ma dalle carenze strutturali dell’impianto. Non c'è dubbio che sulla vicenda pesi la lunga trattativa tra Comune e Calcio Napoli sulla gestione dell'impianto e la costruzione di uno nuovo: il San Paolo è negli ultimi posti per sicurezza in Italia e in Europa. In Prefettura bisognerà rispondere alle domande a chi tocca intervenire, quando e in che modo. Dall’incontro dipenderà il futuro: il prefetto deciderà se e come continuare a tenere aperto il San Paolo. Potranno essere decise delle interdizioni parziali oppure, di volta in volta, le partite a porte chiuse.
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