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[Una sorpresa per Richard] - L'architetta in ricognizione (ok)

Ultimo Aggiornamento: 28/08/2015 13:30
25/08/2015 19:47
 
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Riassunto:

Huranyel esce dopo tanti mesi passati all'interno delle mura della dimora dei maestri dei mestieri, sfruttando il sole caldo che lambiva ogni cosa con i suo raggi caldi. Aveva un preciso obiettivo: raggiungere la bettola per uno studio delle metrature dell'edificio.
La cittadina era vuota, come vuota era la dimora degli artigiani da quando Jambouk se ne era andato.
Giunta alla bettola, cammina lungo le pareti esterne studiandone struttura e misure, poi entra dalla porta sul retro che era aperta e studia gli interni, sotto al naso dell'oste a cui ella pone delle domande prima di ritornare nella sua attuale dimora.


Commento:

Role svolta oggi in solitaria visto che ero l'unica dentro Avalon [SM=g27813]

Richiesta di approvazione e responso:

Approvazione:
- Huranyel studia l'edificio della bettola ottenendo le misure a lei necessarie per la realizzazione di una planimetria dettagliata dell'edificio.
- Sottrazione a Huranyel di 20 denari per le consumazioni e 10 denari regalati all'oste.

Responso su:
- A fine role, Huranyel pone della domande a Richard. Lui le risponde... ma cosa le risponde? Lascio la decisione ai master essendo che Richard è un PNG.


Giocata:


HURANYEL [Dimora maestri dei mestieri/stanza Huranyel] I raggi dorati di un caldo sole estivo fanno capolino dalla finestra della stanza in cui pernotta la giovane areldar, come ospite dell’apprendista fabbro Jambouk. L’elfa dai lunghi capelli tinti di rosso stava finendo di indossare il suo abito in seta vermiglia. Sistema delicatamente con le mani le pieghe della lunga gonna, poi indossa eleganti scarpette senza tacco, anche’esse vermiglie come l’abito. Infine, davanti a un piccolo specchio si risistema i lunghi capelli selvaggi. Sorride felice al suo riflesso, seppur nei suoi occhi si legga la malinconia della sua longevità. Or è pronta per uscire. Ha uno scopo preciso, che la porta fuori dalle protettive mura della dimora degli artigiani, dopo il lungo periodo di reclusione a causa dell’oscurità eterna che aveva aleggiato sulla terra ferma e delle orribili creature che si aggirava ovunque. Zombie, cadaveri ritornati invita, secondo le parole di Jambouk. Per fortuna non ne aveva più incontrati. Ora, che il sole era tornato a splendere sulla ridente cittadina, era giunto il momento a riprender a scoprire quella stupenda, misteriosa e pericolosa città. Esce dalla sua stanza con passo svelto, portando con sé un pezzo di carta e un carboncino. A cosa gli serviranno, per ora, non è dato sapere. [//Abito: i40.photobucket.com/albums/e206/Huranyel/Huranyelinrosso_zpsf9bc3...

HURANYEL [Dimora maestri dei mestieri/corridoio -> ingresso] L’areldar avanza lungo il corridoio con movenze eleganti e ondulatorie, molto sensuali al vedersi. Ancheggia ad ogni passo felpato che copie. Solo lo scalpiccio delle sue scarpette sulla pietra riecheggia nella congrega. Da molto non si odono più rumori dalla forgia: Jambouk aveva lasciato la congrega, così le aveva detto l’inserviente. Chissà poi perché. Il tutto era accaduto poco tempo dopo la loro giornata passata in forgia a realizzar la strumentazione che le serviva per il suo lavoro, di cui il fabbro le fece dono. Ripensa alle promesse fatte quel giorno al giovane centauro, ma che ora non potranno essere mantenute a causa della sua partenza. “Chissà se Jambouk tornerà mai qui, nella dimora degli artigiani…” pensava la giovane, guadagnando metri lungo il corridoio. Improvvisamente si fermò innanzi alla stanza del Gran Maestro, di cui conosceva solo il nome, poiché egli non le ha mai concesso l’onore di un colloquio per il suo ingresso in congrega. La fissò per qualche istante, dopodiché riprese il suo cammino. La dimora appariva disabitata. Era come se tutti i membri della congrega fossero scompari nel nulla, lasciando solo silenzio dietro a loro, oltre a un giovane inserviente. Era sola. Lo sapeva. Ovunque andasse la sua vita le riservava lunghi periodi di solitudine… era abituata a tutto ciò. La solitudine risvegliò in lei il desiderio di cercare e trovare il lontano parente, che cercava da tempo immemore fino a giunger in questa terra.

HURANYEL [Dimora maestri dei mestieri/ Ingresso] Giunta all’ingresso, avvisa l’inserviente «Io esco. Tornerò per l’ora di cena. Porto con me la chiave dell’uscio così da non disturbarvi al mio ritorno, costringendovi ad aprirmi». Presa la chiave, uscì dalla porta chiudendosela dietro le spalle. La luce del sole la costrinse a portare una mano a riparare gli occhi dalla sua forza, lasciando loro il tempo di abituarsi a quella splendida luce. Poi, si avvia verso la piazza della cittadina.

HURANYEL [Bettola/esterno] Una volta attraversata la piazza, si dirige verso la bettola del caro vecchio Richard. Stranamente, in giro, non vi era anima viva. Probabilmente erano tutti dediti al riposo pomeridiano e forse avrebbero ripopolato le vie sol all’ora del tramonto, quando le afose temperature diurne sarebbero calate. A lei il caldo non dava fastidio, anzi, amava sentire i caldi raggi toccarla delicatamente avvolgendola e abbracciandola teneramente. Giunta innanzi all’ingresso della bettola, osserva in tutta la sua altezza la semplice costruzione dal tetto spiovente, ma non vi entra. Si pota accanto alla colonna di legno che sorregge la terrazza al piano superiore e funge da angolo. Il muro, in cui è incastonata la porta d’ingresso, rientra di poco rispetto al resto del muro esterno, un passo elfico all’incirca (// 1 passo di Huranyel misura circa 70 cm, pari a 2ft e 3,55 Inc). Tirato fuori dalla tasta carta e carboncino, l’elfa disegna velocemente un rettangolo con tratto leggerissimo e disegna la rientranza dell’ingresso scrivendo accanto: un passo dalla colonna. La giovane si gira, volgendo il lato sinistro del corpo alla facciata dell’edificio e compie un paio di passi, fermandosi dove terminala rientranza. Due passi e mezzo scrive sulla carta disegnando la rientranza sull’angolo in basso a sinistra del rettangolo. Un passo e mezzo scrive segnando la porta. Poi ricomincia a camminare contando i passi compiuti. [//skill: Espressività artistica - Arti grafiche +1]

HURANYEL [Bettola/esterno] Giunta alla fine alle facciata, segna sul pezzo di carta dieci passi e disegna la finestra lunga un passo e mezzo, indicando che tra essa e l’ingresso vi era una distanza di circa due passi e mezzo. Or svolta l’angolo, entrando nel vicolo. Giunta in fondo, segna altri quattordici passi su un lato del rettangolo disegnato sulla carta. Svolta a sinistra e dopo neanche un passo trova la porta sul retro larga come quella dell’ingresso. Cammina fino alla fine della parete, costatando una lunghezza di dodici passi e mezzo, somma delle due misure rilevate sulla facciata. Segna due finestre larghe poco più di un passo, equidistanti tra loro. Infine disegna le due finestre alloggiate sulla quarta parete, a ridosso della porta d’ingresso. Non perde tempo a calcolar la misura anche del quarto lato dell’edificio, poiché è uguale a quello dirimpettaio. Si accosta alla porta sul retro e, afferrata la maniglia, la tira verso di lei. Fortunatamente era aperta, come di consueto. Richard aveva l’abitudine di lasciarla aperta di giorno per gettar fuori i rifiuti e di chiuderla di notte per impedire ai malintenzionati di entrare.

HURANYEL [Bettola/esterno -> cucine] Oltrepassata la soglia, osserva attentamente il mobilio delle cucine disegnandolo sulla carta e riportandone le misure. Infine, segna la larghezza della stanza: tre passi esatti dall’uscio alla porta battente. In quel momento, sente alcuni passi e la voce canterina di Richard, così stridula da irritare anche un sordo. L’uomo stava risalendo dalla cantina, a cui si accedeva tramite una botola sul pavimento. Veloce la ragazza si getta nella sala comune. [//Capacità di razza – Sensi sviluppati: udito]

HURANYEL [Bettola/bancone] La sala comune era vuota. Non un cliente era presente. L’areldar assunse un’aria tranquilla e si mise a sedere al bancone su uno dei tanti sgabelli. Studiò attentamente l’arredamento della sala, riportandolo sulla carta nell’esatta posizione in cui era collocato e indicò accanto le misure da lei calcolate. In quel momento, dalle cucine, sbuca Richard portandosi dietro una piccola botte di chissà quale bevanda. Saluta l’elfa con un cenno della testa. L’architetta ordina un bicchiere di mirunvore (//idromele elfico), che giunge subito, in un bicchiere lercio. Un’espressione disgustata le si dipinge sul volto: non era più abituata a quelle condizioni igieniche molto scarse. Nella dimora degli artigiani tutti i bicchieri e i boccali erano sempre tirati a lucido dalla servitù. L’immagine di quel bicchiere lercio la fa sorridere, ricordandole i vecchi tempi in bettola a dar una mano al vecchio scorbutico. Con un lembo della manica pulisce il bordo del bicchiere, poi, inizia a sorseggiare delicatamente il nettare elfico. Il sapore non era un granché, ma non poteva pretende di meglio dalla bettola di Richard.

HURANYEL [Bettola/sala comune -> primo piano] L’oste scompare nuovamente nelle cucine e l’areldar prosciuga il bicchiere che lascia sul bancone con dentro 10 denari in pagamento della consumazione. Con passo silente, felpato come quello di un gatto, raggiunge le scale, larghe un passo e mezzo, e le sale velocemente stando attenta a non far rumore. Raggiunto il piano delle camera da letto, percorre il corridoio calcolando una lunghezza di dodici passi e mezzo per una larghezza di tre passi, e disegna sul retro del pezzo di carta un altro rettangolo, riportando le misure del corridoio, oltre alla posizione e alle misure delle tre finestre. Dopodichè, apre l’unica porta presente alla sua destra, ritrovandosi nel corridoio delle camere da letto. [//skill agilità +2]

HURANYEL [Bettola/primo piano] L’areldar disegna sulla carta la rientranza alla sua destra, posta sopra al caminetto del piano terra, larga tre passi e mezzo e lunga tre. Era triste, spoglia, priva di arredamento; attraversata in verticale dalla canna fumaria del caminetto. Era l’apoteosi dell’inutilizzo. Ora volge la sua attenzione alla sua sinistra, contando tre porte. Cammina lungo il corridoio contando i passi in lunghezza e larghezza: undici passi per tre. Segna il tutto sulla carta, incluse le tre porte che erano equidistanti tra loro. Esce sul piccolo terrazzo calcolandone le dimensioni: quattro passi e mezzo in lunghezza per tre passi in larghezza. Infine segna l’ultima stanza, adiacente al terrazzo, che una volta la ospitò per diverso tempo. Tenendo conto delle misure già rilevate, calcolò la metratura delle stanze. Desiderosa di verificar l’interno delle stanze provò ad aprire le porte, ma erano chiuse a chiave. L’unica soluzione era domandare all’oste. Così tornò al piano inferiore. [//skill Espressività artistica – Arti grafiche +1; Agilità +2]

HURANYEL [Bettola/Sala comune] L’areldar, tornata nella sala comune, si guardò attorno senza trovare la figura obesa dell’oste. Infilato carta e carboncino nella tasca interna delle vesti, tornò a sedersi al bancone, come se nulla fosse. Attese qualche minuto, poi chiamò l’uomo con ironia «Richard… dove sei finito? Sei caduto nella tazza del bagno? Devo chiamarti qualcuno a tirarti fuori per avere un altro bicchiere?». L’oste, con le mani unte di grasso e sugo, apparve dalle cucine lanciandole un’occhiattaccia e si portò dietro al bancone, quindi servì un altro bicchiere di mirunvore all’elfa, dopo aver ritirato quello vuoto. «Grazie Richard. Spero non te la sia presa per la battutaccia… volevo solo attirare la tua attenzione» disse lei sorridendogli genuina e gli allungò altri dieci denari a pagamento della seconda consumazione. «Avrei una domanda da porti, vecchio mio... nulla di trascendentale… vorrei soltanto sapere se le mie supposizioni siano giuste. Osservando la bettola dall’esterno, direi che ogni stanza al piano superiore ha una finestra… giusto? L’arredamento, suppongo, sia uguale in tutte le stanze oppure mi sbaglio? Armadio, letto, comodino, scrittoio, sedia e bacinella per lavarsi il viso… in pratica, lo stesso arredo che avevo nella mia stanza, quando dimoravo qui.» disse lei allungandogli altri 10 denari. L’oste li prese e rispose, ma a sua volte chiese il perché di quelle domande. «Bhe! E’ semplice curiosità. Nella dimora dei maestri dei mestieri non si vede anima viva e il Gran Maestro non mi ha ancora concesso un’incontro per l’ingresso in congrega. Se dovessi lasciare la dimora, dovrei tornare qui da te, e vorrei assicurarmi la stanza migliore» spiegò lei facendogli l’occhiolino. L’elfa era stata sincera e scaltra. Non gli aveva detto proprio tutto: aveva tralasciato di raccontargli della sua idea regalo per ripagarlo dei tanti messi passati in bettola. Ovviamente, non poteva dirglielo perché doveva essere una sorpresa. Seccato il bicchiere di liquore elfico, si alzò dallo sgabello. «Ora devo andare. In dimora mi attendono per la cena, ma tornerò presto a trovarti amico mio. Alla prossima. Sid vobis» disse salutandolo affettuosamente e si diresse verso l’ingresso. Infine, scomparve nel vicolo, diretta alla dimora che ora chiamava casa. [//exit]
25/08/2015 23:27
 
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LEGGO E TORNO :)


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27/08/2015 13:39
 
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GDR APPROVATO

[QUOTEApprovazione:
- Huranyel studia l'edificio della bettola ottenendo le misure a lei necessarie per la realizzazione di una planimetria dettagliata dell'edificio.
- Sottrazione a Huranyel di 20 denari per le consumazioni e 10 denari regalati all'oste.
]



stasera sottraggo i denari.

che un ufficiale modifichi il titolo in ok e sposti in sezione apposita.


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27/08/2015 19:47
 
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// Grazie mille... così proseguo con la role di realizzazione della planimetria attuale e poi creerò la sorpresa per Richard [SM=g27822]

Solo una cosa... alla domanda finale che pone Huranyel all'oste Png in merito all'arredamento delle stanze... cosa risponde Richard? [SM=g27824]
28/08/2015 13:30
 
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Ero convinta di averlo scritto scusa me lo sono perso.
Non esiste una descrizione della bettola, almeno io non la ho trovata e mi rifaccio a ciò che c'è direttamente in gioco e nella immagine caricata e per logica [SM=g27823]



«Avrei una domanda da porti, vecchio mio... nulla di trascendentale… vorrei soltanto sapere se le mie supposizioni siano giuste. Osservando la bettola dall’esterno, direi che ogni stanza al piano superiore ha una finestra… giusto? L’arredamento, suppongo, sia uguale in tutte le stanze oppure mi sbaglio? Armadio, letto, comodino, scrittoio, sedia e bacinella per lavarsi il viso… in pratica, lo stesso arredo che avevo nella mia stanza, quando dimoravo qui.»



SI A TUTTE LE DOMANDE


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