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♕ { Il Papa dei Folli } ♕

Ultimo Aggiornamento: 22/07/2015 22:26
21/07/2015 20:49
 
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Nadine - Gheof


♦ ♕ ♦


"Non vi siete reso conto, ma alla fine vi ho portato dove desideravo. Ho tirato fuori la vostra natura violenta.
I vostri pensieri violenti. Le vostre pulsioni che tenete represse."



RIASSUNTO: Irina, si reca ancora una volta alla Biblioteca. L'incontro con Ithilbor, non ha fatto che turbare l'anima della Russa. Ha sollevato domande, quesiti che non hanno trovato in alcun modo una risposta. Spera forse, di trovarci Shariziah, per trovare in lei, forse quel conforto che non riesce ad ammettere. O forse, è solo la sua bramosia di possessione nei suoi riguardi a farla scalpitare per poi condurla nel luogo in cui la sua ossessione ha avuto origine. Invece, una volta entrata, ci trova Goffredo. Ah, questa non se l'aspettava proprio. Esattamente come è accaduto in Bettola, i due cominciano uno scontro verbale, dettato forse dal fatto che sono estremamente simili e al contempo distanti anni luce. Entrambi vivono soffocando in parte le loro pulsioni violente, ma a modo loro. Irina, lo incalza, lo provoca, senza sosta. Fin quando non si giunge all'epilogo, Goffredo non ce la fa più. Le rivolge parole di scherno, le intima di lasciare la Biblioteca. Irina è soddisfatta, ha raggiunto il suo scopo: mettere in luce la sua natura, che per quanto l'uomo si sforzi, alla fine ha la meglio. Irina lascia la Biblioteca, non senza velate minacce dirette a Goffredo. La Bestia nel suo ventre scalpita, mentre si rigetta nei Vicoli della Cittadella.



COMMENTO: Dunque, mi sembra doveroso, sottolineare ancora una volta, quanto apprezzi la struttura e il lavoro che la player ha fatto su Goffredo. E' un Pg che può far saltare indubbiamente le staffe, ma con cui giocare diventa oltremodo gratificante. Nonostante i rapporti-scontri dei nostri Pg, li trovo decisamente stimolanti e ricchi di spunti. Non vedo l'ora di vedere cosa accadrà nella prossima giocata. Anche perchè Irina, non è a conoscenza del rapporto che Goffredo ha con Shariziah, la vedo bella! Grazie e alla prossima cara! [SM=g27836]

♦ ♕ ♦


REGISTRAZIONE:


GHEOF -Poltrone- E' da qualche momento che è seduto con il libro che riguarda le leggi di Barrington e lo statuto. E' lì, con la schiena poggiata sullo schienale ed il libro adagiato sulle gambe. Sul tavolino di fronte ci sono le sue armi preferite. Calamaio, inchiostro ed un taccuino vecchio quanto lui che raccoglie una moltitudine variegata di appunti scritti fittamente. Appunti, piccole miniature ad ogni inizio di parola, scarabocchi precisi /capacità artistiche +1/ che hanno l'unico scopo di mettere in ordine le sue cose. Si carezza molto lentamente la barba, barba incolta con qualche spruzzo di bianco. Ha la sua età e non fa nulla per nasconderla, anche il modo non è di quelli che si aggrappano a quella gioventù che scivola dalle mani, inesorabilmente. No, non è messo in chissà quale posizione strana su quella poltrona. Non è appollaiato in un angolo, no, è rigidamente diritto.] Stupida. E' una stupida. Si merita di starsene lì. Se lo merita. [Scuote il capo mentre in italiano, la sua lingua madre, commenta gli ultimi avvenimenti. dalla barba la mano sale tra i capelli a smuoverli molto piano. Ha le gambe accavallare ed un piede rotea con estrema lentezza, a disegnare cerchi precisi, nell'aria. Ha posate sulle punta del naso un paio di lenti arrotondate, che ingigantiscono i suoi occhi. /inventario/ Quegli occhi li alza dal libro guardando verso l'esterno. Inspira ed espira. Chiude gli occhi, serrandoli. La situazione è serrata. La situazione è grave. Molto grave. In quella gattabuia, nelle segrete del Palazzo, è già stato ucciso un supremo. Non si faranno scrupoli, probabilmente. Raccoglie le labbra dentro la bocca. Lui dovrebbe pensare a tutt'altro. Ma vederla così. Vedere così Shariziah. Tiene gli occhi chiusi. Scuote il capo. Ha indosso un paio di pantaloni neri ed una camicia bianca.]


NADINE II Esterno - Biblioteca II { Irina, dove te ne vai in giro stanotte? La mente viaggia pericolosamente in una moltitudine di pensieri, che si accatastano uno sopra l’altro in maniera sconclusionata. E poi c’è quel vuoto che dilania, ed ha un nome: Ithilbor. Non si è ripresa la Russa. Si è chiusa nella sua stanza a rimuginare, frustrazione e incomprensione si sono fusi in un connubio infernale. E hanno lasciato la mente completamente a brandelli. Confusa. Forse smarrita? Sicuramente. Ha lasciato i capelli color del grano sciolti questa notte, scendono giù sino alle caviglie. La veste? Blu notte, dal taglio severo. Perché certe cose, no, non possono proprio cambiare. Gli enormi zaffiri, sono vigili come sempre, ma ad accompagnarle al di sotto, ci sono degli aloni scuri. Non riesce a dormire la Russa, pensieri, riflessioni, turbamenti. E non si dorme più. Scivola silenziosa tra i vicoli, ci sono i suoi mostri notturni a farle compagnia. C’è troppo chiasso. Spegnete quelle voci. I suoi passi la conducono alla Biblioteca. Cosa fai Irina, speri di trovarci Shariziah? Eppure Reidha aveva detto che qui poteva trovarci il Notaio. Se lo ricorda bene, in effetti. Pochi passi ancora, poi non resterà che intrufolarsi all’interno, ci sarà si grazia nei suoi movimenti. Ma non tenterà in alcun modo di celarsi. Tantè che una volta all’interno, farà ancora un paio di passi per permettere alle calzature di scontrarsi violentemente contro il pavimento. Ah Irina, questa volta non ci sarà nulla di plateale nella tua entrata. Il petto si alza e si abbassa in maniera modulata, quel cuore non c’è la fa più a pompare, forse ora come ora, sarebbe più semplice lasciarsi morire. }

GHEOF -Poltrone- 1.7 Il governo adotta principalmente la diplomazia come strumento di soluzione delle controversie all’interno del proprio territorio e con altri territori ma non esclude, ove necessario, l’utilizzo della forza. [Lo dice a voce così bassa. Lo dice pianissimo. Lo dice dopo aver riaperto gli occhi e puntati sulle pagine del libro. Inspira dal naso. Scuote il capo. Allunga la schiena in direzione del tavolino basso. Afferra il proprio taccuino e poi, con la schiena protratta in avanti intinge il pennino all'interno della boccetta con l'inchiostro. Si segna quelle parole ma lo fa nella lingua che più preferisce quando deve organizzare e mettere in ordine i pensieri: in latino. Serra la bocca chiudendo il libro con cura. Lo terrà in custodia, è estremamente importante e soprattutto è da mettere in ordine. Ci sono cose che cozzano con altre. Troppe cose senza senso. E dire che lui dalla finta democrazia del Clero ci è scappato volutamente. E' come se i meccanismi mentali cercassero di fare suo qualcosa che alle prime dovrebbe non interessargli ma, se guardato in maniera più ampia a lui interessa, eccome. Arrivano però dei passi da lontano. Chiude gli occhi alzando dallo schienale la schiena muovendo appena verso l'alto, non prima d'aver socchiuso gli occhi sotto le lenti per mettere a fuoco la provenienza di quei passi. Chi potrebbe essere? Inspira ed espira velocemente dalle narici. Un tic-toc nella mente bussa dentro il cervello. Attenzione spezzata. Coinvolgimento in parte grattato via. Neanche in biblioteca si può star tranquilli. E poi, la violenza con la quale Irina punta i piedi in terra. Ma si può? Porta la mano a fregare la fronte. Ma mantiene il controllo, aspettando di vedere chi dannazione sta arrivando. Lui, dopotutto custodisce i libri qui dentro.]

NADINE II Interno - Pressi Poltrone II { C’è chi afferma che perdersi, equivale molto spesso a ritrovarsi. Vale per tutti? Non è una risposta semplice da dare. C’è una serie infinita di possibilità, di variazioni, che compromettono l’esito di questa affermazione poiché essa possa dimostrarsi vera. Forse, sarebbe stato meglio rimanere confinati nella stanza al Sanitarium. Ma c’è una ragione inconscia che ti ha condotto fin qui Irina? Procede ancora di qualche passo, attraversando l’atrio. Quell’incedere ha una lentezza sfiancante, come se fosse in procinto di barcamenarsi in una parata funerea. Le falangi ossute, sono sapientemente intrecciate innanzi al grembo, come spire demoniache. Per un po’, mette a tacere tutto quello che si dimena forsennatamente nella sua testa. Spegnere il cervello, per non farsi sopraffare totalmente. C’è tutta la notte per pensare ad Ithilbor. Per tornare ancora alla Casa dei Veleni. Un passo dopo l’altro, pesante, come il l’imputato che attende la sentenza, Irina finalmente, dopo un tempo forse interminabile, si paleserà davanti agli occhi del Notaio. Quando gli zaffiri, si scontreranno con la sua figura, un ghigno, mefistofelico forse, si farà spazio mettendo a riposo per una manciata di secondi quell’espressione severa. **Goffredo.** la sua voce, fredda ma al contempo satura di vigore, tipico di chi è stato vomitato dalla Madre Russia, andrà a distruggere quell’oceano di silenzio che regnava incontrastato nella Biblioteca. **Vi ricordate di me?** Inquisisce. E c’è qualcosa di vagamente sinistro in quella domanda, tanto che verrà accompagnato dal movimento del cranio che si inclinerà lievemente sulla spalla destra. Come se volesse studiarlo da un’angolazione differente. Vedere quell’uomo da un’altra prospettiva. Ah Irina, sembri proprio il demonio che è venuto a reclamare la sua anima da Peccatore. }

GHEOF -Poltrone- Ecco. Ecco che i passi rumorosi hanno una figura ed un nome. La donna bionda del freddo Nord che ha scambiato per una qualsivoglia meretrice. E certo. Certo che, quando si prende questa confidenza a cos'altro si può pensare? Indietreggia con la schiena abbassando le palpebre sotto le lenti da vista. Chiude il proprio taccuino lentamente facendosi aspettare prima di rispondere Lentamente. Ogni suo movimento sembra essere appesantito dagli anni che gli pesano sulle spalle. No, non fa niente per scappare alla Signora. La Signora con la falce che attende prima o poi, paziente, la sua anima al varco. Perchè correre, dunque? Lo chiama per nome.] Vi pregherei di non fare troppo rumore, figliola. [Assicura prima guardandosi attorno, come se stesse indicando i libri e la biblioteca tutta. Lo dice con un tono estremamente posato, restandosene seduto sulla sua poltrona.] Se volete leggere qui di libri è pieno. Fate attenzione di non rovinarli, sono proprietà del governo e quando si toccano le cose del Governo c'è da stare cauti. Le guardie sono poco magnanime. Questo è un consiglio, Irina. [L'ennesimo consiglio che da a questa donna a cui pare piacere molto la sa compagnia. Ah, ah ah. E' quel ghigno che s'è messa in bocca che gli fa corrugare la fronte. Infatti in risposta la suo dubbio, arcua velocemente le sopracciglia andando a puntare gli occhi sulla copertina di pelle del proprio taccuino. Lo carezza un momento andando a riaprirlo. Ritornano i dubbi ma con gli occhi risale a guardare Nadine, a controllare che non faccia chissà cosa. Dopotutto questa, dopo il palazzo del governatore, è la sua seconda casa.]

NADINE II Poltrone II { Ad Irina, non interessa salvare l’anima di quell’uomo. La sua è già fin troppo perduta. Basta semplicemente essere consapevoli di se stessi. Eppure quegli occhi, senza alcun indugio, cercano ossessivamente quelli dell’uomo. Lo vuole guardare lì, nelle pupille, dove nasconde con estrema accortezza tutto quello che risulta pericolosamente scomodo da accettare. Lo ascolta parlare, non lo interrompe. E prima che possa andare a rispondergli, passerà dell’altro tempo. Socchiude per un istante gli occhi, come se le tempie iniziassero ad esplodere, a causa di tutte le sue parole. **Non occorre, che vi rivolgiate a me come se fossi un’infante.** Non c'è alcuna nota di rabbia in quelle parole. Semplicemente, pura apatia. E' tornata ad essere la nordica di sempre. Si umetta le labbra. **In verità, non sono giunta qui per leggere. Avevo bisogno di un posto, che non fossero le quattro mura della mia stanza.} Non dilungarsi. Non potrarsi in inutili spiegazioni. {Vi rivolgete a me come se fossi una figlia da istruire, ma credetemi per la donna che sono, siete fortunato invero, a non avermi come prole.** Non aggiungere altro. Non servirebbe. In fin dei conti, Goffredo, ha tutto tranne che l'aria di essere un uomo amorevole. E' questa la conclusione a cui sei arrivata Irina? Probabilmente ad essere avvizzito è solo quel cuore, al pari del tuo, piuttosto che il corpo. Ah, carogna. **Dunque è questa la vostra.. Dimora?** Tornerà infine in un religioso silenzioso. Smettendo di bucargli l'anima con quelle enormi gemme blu.

GHEOF -Poltrone- E' la seconda volta che vede questa volta ed è la seconda volta che viene interrotto in qualcosa. Semplicemente, per congedarla le ha detto quel che ha detto. Nulla di più, nulla di meno. Ma eccola che sta a guardarlo, a spiarlo. Ma che vuole. Inspira dal naso indietreggiando con il collo verso il bordo dello schienale della poltrona,a poggiarci la nuca. La guarda da sotto le lenti ascoltando le sue parole. C'è di buono che lo fa finire di parlare per poi però ribattere come, sinceramente, non dovrebbe.] Io mi rivolgo a Voi come farei con tutti gli avventori che si apprestano ad occupare la biblioteca. Che sia un elfo, un nano, un drow, un mezz'elfo. Eseguo semplicemente gli ordini e nutro rispetto per le regole del rispetto. Non so chi ho di fronte, non so chi siete e sinceramente, sebbene abbiate l'età per essere una delle mie figlie non ho mai pensato che potreste esserlo, a partire dai tratti nordici che vi dipingono. [Ma che parole attente e delicate che utilizza mentre parla! Ma che tono attento e ''premuroso''] Ed una delle mie figlie avrebbe abbastanza a cuore il rispetto dei modi da non puntare i propri occhi a tal guisa, [La indica, con il mento, proprio gli occhi ed il modo in cui la guarda.] soprattutto nei confronti di un uomo che potrebbe essere, come avete già sottolineato, vostro padre, anche se mi augurate di non esserlo mai. Questo l'ho capito. In ogni caso. Questo non è un luogo per sostare senza che si legga. Non ci sono stanze per gli avventori casuali e neppure una cucina per prendersi cura del tempo da perdere. Qui si legge. Qui si studia. E' un luogo pieno di libri, lo dice da solo. ''Leggete oh Voi che entrate, altrimenti tornate quando sarete pronti ad affrontare... la lettura! [Dice quelle ultime parole con un tono estremamente ed artificiosamente pompato, seguito da una nuova e veloce alzata di sopracciglia. Lui abita qui? Su questo non approfondirà.] Questo non è un luogo dove si può perdere tempo prezioso dedicato alla ricerca di un paesaggio differente dai soliti. C'è la piazza del mercato, quella principale, il municipio per mettere in ordine i conti, il Sanitarium per i malati ed i bisognosi di un tetto, la baia sul lago per ammirare le stelle senza sentirvi soffocata dalle mura... e la biblioteca. Per leggere. [Può bastare, questo? La guarda restando seduto sulla sua poltrona, con le gambe accavallate e le gambe accavallate una sull'altra. La guarda ancora in volto ,aspettando una sua eventuale reazione.]

NADINE II Poltrone II { Si rintana per una manciata di secondi in quello che è il proprio inferno personale. Quello a cui nessuno ha accesso, non c’è modo di entrarvi. Ha eretto una cattedrale, in cui ci ha riposto la propria persona, lontano dall’inettitudine, dalle chiacchiere di persone abbiette e meschine, dai balordi e prevaricatori. C’è da dire, che i modi di fare di Goffredo, stuzzicano una parte rimasta sopita da fin troppo tempo. E Irina lo lascia fare, eccome. Si crogiola in quelle sue parole.**Molto bene dunque, vedo che vi affannate nell’eseguire i vostri compiti. Questa è una qualità che apprezzo. Forse.** Una breve pausa, le labbra livide si serrano per una manciata di secondi per poi tornare a riaprirsi. **Ah, forse questa sera è un bene che abbia incontrato voi e non ci abbia trovato Shariziah, stanotte.** Commenta verso se stessa. Le mani ancora diligentemente intrecciate sul ventre. **Sono stata educata severamente, Goffredo. Solo che io a differenza vostra, non mi faccio interamente soffocare, come fate voi.** Veramente? Alza una mano, infine. Come per fargli comprendere di aver udito abbastanza. Ma sul suo volto, non ci sarà altro che quello snervante e perpetuo cipiglio severo, freddo come la terra che l’ha vomitata. [sangue freddo+1] Altrettante parole, prive di alcuna sorta di enfasi, usciranno dalla propria bocca. **Sarò molto franca con Voi: Non sono in cerca di compagnia, ma non tollero che mi si parli in questo modo, come se fossi una balorda che sta minando la tranquillità che questo posto merita. Mi parlate di rispetto? Vi fate portavoce di buone maniere e rigore? Avete una falla: I libri non sono solo una fonte di sapere, essi spesso e volentieri hanno anche il beneficio di risanare. Cosa che è nel mio caso. Sono più devota a loro di quanto Voi potete lontanamente immaginare.** C’è calma nelle sue parole, non ha nemmeno bisogno di soppesarle, escono facili, come bere un bicchiere d’acqua. **Dalle vostre parole, si direbbe che la vostra devozione o “timore” sia più verso il Governo stesso, che per i tomi.** E accompagnerebbe alle parole, un gesto con la mano, volto ad indicare gli scaffali. Lui resta seduta, così come lei resta senza alcun problema in piedi. **Ad ogni modo, per quanto la vostra presenza potrà sembrare ai più sgradevole e petulante, per me invece è oltremodo stimolante.** Ecco, adesso gli farai venire un infarto al povero Goffredo. }

GHEOF -Poltrone- A me non interessa cosa apprezzate o meno. [Dilapida le prime parole di Irina che si premura a dargli spiegazioni. La guarda diritta in volto. Ha ancora in mano il pennino con la quale aveva preso appunti poco prima. Lo ripone nella sua custodia senza levarle lo sguardo di dosso.Le parole a seguire prendono però tutta un’altra piega. Shariziah. Corruga la fronte, ma non accenna affatto a lei. /volontà +2 verbo del mare+3/ Quell’espressione piuttosto prende una piega che potrebbe essere quella di un uomo che non sta capendo di che cosa si parli. Shariziah era qui? E quando. Ha conosciuto questa donna. Chiude gli occhi alzando le sopracciglia stando ad ascoltare tutto quello che ha da dirgli con un cipiglio infastidito. Sta in silenzio con la bocca che si accartoccia affatto a lei. /volontà +2 verbo del mare+3/ Quell’espressione piuttosto prende una piega che potrebbe essere quella di un uomo che non sta capendo di che cosa si parli. Shariziah era qui? E quando. Ha conosciuto questa donna. Chiude gli occhi alzando le sopracciglia stando ad ascoltare tutto quello che ha da dirgli con un cipiglio infastidito. Sta in silenzio con la bocca che si accartoccia il beneficio che decantate solamente se aperti. Non voglio sentir uscire dalla bocca immagini auliche quali: ''Sentire la copertina di pelle carezzarmi la guancia e l'odore della carta rinsavisce ogni mio malanno.'' I libri, se si ha bisogno di loro vanno aperti, ma m'avete detto che non siete venuta qui per leggere. Se è per prendervi una boccata d'aria questo è il posto meno indicato. Non venite, di grazia, a chiosare sul significato della conoscenza e tutte queste sciocchezze. Magari se vi farete trovare all'interno della Torre degli arcani la Suprema apprezzerebbe questo vostro modo di decantare... il peso della conoscenza. [Prende una pausa andando a posare all'interno della propria scarsella il taccuino.] Io verso il Governo ho degli impegni. Verso il Governo, verso i libri di questa biblioteca ma soprattuto verso le regole. Non mi piace più che altro che voi vi infiliate senza permesso a giudicare chi sono o chi non sono. Cercate piuttosto di tenere a freno la lingua, esistono modi molto veloci per eliminare del tutto l'interesse che provate verso qualcuno. Immediati. Non so per quale motivo mi troviate stimolante ma non è affar mio. Quindi, se volete vi posso illustrare le varie sezioni dei libri così magari vi decidete a leggerne uno, dato il vostro amore... incommensurabile verso la conoscenza. Altrimenti, se dobbiamo star qui a parlare su quanto io sia stimolante, sulle mie falle e sul mio modo di essere, possiamo chiudere tranquillamente la faccenda. [La guarda posando la mano sul bracciolo della poltrona, facendo tamburellare le dita proprio là sopra.]

NADINE II Poltrone II { Cercare Ithilbor. Ritrovare gli occhi di Melisande. Tornare nella casa dei Veleni. Votarsi ad essi. E’ la tua scelta Irina, devi solamente attuarla. Senza indugi. Consegnare la tua anima o quel che ne rimane. Non c’è niente da fare, con quest’uomo è uno scontro continuo. Ci sarà mai un punto d’incontro. Eppure se sapessi Irina, probabilmente tutta quella calma andrebbe tranquillamente a scemare, inesorabilmente. Socchiude gli occhi, la testa potrebbe esplodere. Incassare, contrattaccare? Continua. Non la smette di parlare. Non la smette di eseguire quella lagna petulante. Finirà per farle saltare in aria il cervello, altro che infarto. **Come volete. L’ironia di certo non vi manca, ad ogni modo la mia vita, sarà interamente devota ai Veleni, uomo. Non intendo tediare ulteriormente la vostra anima. O finirete per morirmi davanti. Ma non dimenticherò facilmente questa vostra accoglienza in Biblioteca. E io sono solita portare fede alle mie promesse, al pari della vostra rettitudine verso i Doveri che avete scelto di tenere fede. ** Un passo indietro. Permette al collo di scrocchiare. Un rumore di ossa. Non ha voglia di farla ancora finita. **Ad ogni modo ho per voi Goffredo, un ultima domanda, qualora abbiate la cortesia di fornirmi una risposta. Dopodiché, potrò anche lasciare la Biblioteca.** Il fare sembra accondiscendente ma privo di calore. Tornerà in silenzio dunque, aspettando con estrema cura, che l’altro acconsenta o meno a quella richiesta. Irina, è una donna tutta d’un pezzo, non potrebbe essere diversamente date le sue origini. Tuttavia, porta con sé una dose di consapevolezza. Tanto da averle fatto comprendere che probabilmente, sarà più saggio evitare di incappare ancora nel Notaio. E’ una questione di scelte, in fin dei conti. Sono solo scelte. Tornare nella propria stanza, giungere a nuove conclusioni. Intraprendere il percorso. Non resta che questo da fare. Per poi sprofondare e riemergere a seconda delle situazioni. Shariziah. Verrà da te, Irina. Questo tu lo sai. Come sei certa che c’è ancora un cuore, protetto dalla gabbia toracica. Ma che ormai, non ha più niente da dare al prossimo. }

GHEOF -Poltrone- Non vuole vedere i libri. Non le interessa nulla dei libri. Eppure è venuta qui. Per…? Shariziah? Ha parlato proprio di lei, effettivamente. Di questa donna, parleranno una volta che si vedranno. Quando si vedranno, sì. Quando. Inspira dal naso profondamente restando in silenzio mentre lei parla con la stessa espressione di sufficienza che ha mantenuto fino ad ora. /volontà +2 verbo del mare +3 sotterfugio +1/ Lui non si fida delle persone, in primis. Come fa a fidarsi del governo? Semplice. Non si fida. Ma prende agganci. Maniglie dove poggiarsi, aggrapparsi da una parte e poi dall’altra. E’ tanto diverso da quella voltagabbana di Leia? No. Quando lei parla di morirgli di fronte lui simula ironicamente un attacca al cuore tastandosi sulla sinistra del petto con la mano destra aperta a palmo aperto per poi sventolare l'aria di fronte a sè, come se stesse scacciando una mosca. Afferra il libro ove sono scritte le leggi e lo statuto barringtoniano e lo porta sotto braccio decidendo di alzarsi da seduto. Inspira dal naso andando verso di lei, molto lentamente, fermandosi all'incirca ad un metro e mezzo di distanza, giusto per mantenere la propria posizione, e da non soffocare lei. Così la può vedere da vicino, questa donna che ha avuto modo di parlare con Shariziah. La guarda in viso e reclina il capo di lato.] Ditemi di cosa avete bisogno, Irina. Ditemelo e mettiamo un punto a questa scenetta. Vedremo se la mia risposta sarà abbastanza esaustiva da farVi uscire da questo luogo del sapere con una consapevolezza in più. [Glielo dice guardandola diritta negli occhi. La super in altezza. Di poco ma la supera.] Non sono nient'altro che uno scriba del governo e la gente solitamente non porta interesse nei miei confronti. [Sbagliato. Sbagliatissimo. A volte la gente si trova talmente incuriosita che finisce a farsi tirare schiaffi in faccia o magari incassare le brutte parole che dedica. Perchè il modo in cui parla, il modo a cui tiene alle cose materiali è impressionante. Ed il modo freddo con cui si rivolge fa venire voglia di strattonarlo a chiedergli: ma. Chi. Sei. Attende di fronte a lei, diritto.]

NADINE II Poltrone II { Andarsene, fuggire via. Un dedalo di sensazioni tuttalpiù fittizie si barcamenano in quell’animo sgualcito, logoro. Le gemme, scrutano la scenetta che Goffredo le fa innanzi, simulando un malessere; a mò di scherno a seguito delle parole della Russa. Poi Goffredo si alza e in seguito si avvicina, lo fa lentamente e lei inutile sottolinearlo, non arretra di un centimetro. Resta immobile. Irina continua a respirare e a quella vicinanza, probabilmente l’uomo potrà percepire l’odore di lavanda proveniente dai suoi capelli. Gli zaffiri, ricercano gli occhi dell’altro, tanto per evitare che ulteriori e stupidi infrastrutture permettano a quella farsa di continuare. E li trova infine, perché anche lui la sta fissando adesso. **Potete darla a bere a chiunque in questa cittadella. Ma non a me. Per quanto vi dimostrate attaccato alle regole, alle leggi, al rigore, io lo so che la vostra anima in fin dei conti è dilaniata dalla colpa, forse anche dal peccato che probabilmente nascondete anche a voi stesso. O forse no. Magari vi torturate in gran segreto. Quando gli occhi degli altri non possono vedere. E’ quello che faccio anche io. E probabilmente, mentirete anche su questo. Non posso saperlo. Ma noi due siamo più simili di quanto voi vi rifiutate di ammettere.** cercherà di trovare qualche cambiamento in lui a seguito di quelle parole [empatia+1] anche se non si sorprenderà più di tanto nel non trovarle. **Ma ecco la vostra domanda: Quando un uomo si mostra davvero nella sua essenza più autentica?** Inquisisce. Di seguito si umetta le labbra. C’è serenità ora sul volto della Russa. Una serenità che trovano la pace nel fondersi con le Tenebre. Stipulare un patto segreto con i suoi demoni notturni per farsi condurre giù nell’Abisso. E una volta tornata in superficie, un pezzo rimane ancorato giù. Nelle profondità più buie. Antri, che non è più possibile raggiungere. Tengono in custodia definitiva tutto ciò che poteva esserci di innocente e amabile. E’ stata risputata in questo modo. Solo quei maledetti occhi, si ostinano a tenersi strette quelle stille di vita di fanciulle, dove è riversata tutta la vita che ingiustamente è stata lordata con il sangue. }

GHEOF -Poltrone- La guarda fissamente negli occhi. Ed eccola. Eccola, che è da quando è entrata che quelle parole le vuole dire, questa impertinente. Eccola che finalmente si sfoga di quello che voleva dirgli. Lui resta zitto, e le espressioni non cambiano. Davvero paiono, quelle parole, non scalfirlo. E' l'aver avuto a che fare con le persone per moltissimi anni che gli permette di mantenere questo controllo. /volontà +2 verbo del mare +3/ Ma soprattutto, che succede? Lei si confida. Ha bisogno forse di vedere in qualcun altro una parte di sè. Ma questa donna, che cosa sa di lui? Come si permette di mettersi a giudicare in questa maniera.Inspira ed espira, restando lì, con gli occhi su di lei. Non sopporta parlare di sè stesso figuriamoci quando qualcuno si prende la briga di fargli una radiografia che identifica ogni tumore che si allarga dentro le sue ossa. Senza permesso. Sente lei, invece. La sente di come ha voglia di trovare un punto d'incontro. Un dialogo. Qualcosa che le conceda di trovare la chiave di volta per spronarlo dalla sua alterigia. /empatia+2/ Quello che fa, come lo fa e come lo conclude sono affari talmente personali ed intimi che no, non ci si devono infilare le dita. Sarebbe come dare spago ad un malessere che aleggia sempre, che se ne resta lì, in un angolino della sua coscienza, a martoriarlo, giorno dopo giorno, minuto dopo minuto, secondo dopo secondo. E forse, adesso, forse che ha trovato qualcuno che non ha bisogno di tanti perchè e percome -eppure lei, Shariziah, li ha visti i segni del cilicio sulla gamba, i segni freschi del coltellino da barba che aprono quella ferita perchè così gli è stato insegnato- Lei si umetta la bocca dopo aver detto quello che ha detto. E' soddisfatta e contenta. L'hai trovata l'anima affine? L'hai trovata la risposta? La guarda da vicino facendo quattro passi avanti verso di lei. Impudente. Quando un uomo si innalza nella sua essenza primordiale? Parliamo di corpo od anima?

NADINE II Poltrone II { Si, forse Irina è impertinente. Questo bisogna ammetterlo. Nonostante gli strati di rigore in cui si è diligentemente votata. Un po’ come Goffredo. Solo che a lui fa troppo male ammetterlo. Proprio non ci sta. Ebbene, è giunto il momento di fare la propria uscita di scena. Chiude gli occhi, le mani si alzano, le dita cominciano a premere sulle tempie, le massaggia lentamente, in maniera circolare. Irina, come ti sentiresti nel sapere di Goffredo e Shariziah? Che cosa si andrebbe a scatenare? Quale Bestia verrebbe risvegliata? Dio ce ne scampi e liberi. Non c’è incastro. E poi alla fine si rivela. **Non vi siete reso conto, ma alla fine vi ho portato dove desideravo. Ho tirato fuori la vostra natura violenta. I vostri pensieri violenti. Le vostre pulsioni che tenete represse. Oh Goffredo, siete caduto nella ragnatela che ho provveduto a tessere da quando sono entrata qui e vi ho incontrato. E nemmeno ve ne siete accorto. Volevo portarvi esattamente qui e voi avete abboccato. Dovrete farvi più scaltro, semmai ci rincontreremo. Vi auguro per voi che non sia così.** Un’altra pausa, mentre la Russa ora, fa un passo indietro. **Sulle vostre labbra, parole di un certo tipo non sono altro che bestemmia. Buonanotte Goffredo e ad andarmene sono io. Fate attenzione a chi buttate fuori con tale enfasi.** Detto questo, la Russa si avvierà all’uscita. Goffredo è diverso da Shariziah. Ma Irina, è l’opposto di Shariziah. Ognuna, a suo modo fa perdere il controllo. Probabilmente, ci rimarrà secco prima o poi l’ex monaco. Perché la Bestia, una volta rigettata nei Vicoli, inizierà a scalpitare. Furiosamente. O Goffredo, ti sei cacciato in un problema enorme, immenso. Del resto, lei non è Dio, Irina non perdona. Mai. } . {//Exit}

GHEOF -Poltrone- Ragnatele, trappole. Ragni. Brava! Hai vinto! Quasi. Sei andata così vicina dal prenderti uno schiaffo, giovane donzella, -che poi era quello che volevi, vero?- che ti aspettano ricchi premi e cotillons. Continua a tendere il braccio ad indicare la via d’uscita. Non ha intenzione di sorbire ancora per molto quello che gli viene detto. Questa donna gli ricorda una sua allieva. Gliela ricorda molto bene. Ha cominciato a dare i primi segni di squilibrio dopo che ha fatto lezioni insieme a lui. Era una buona allieva Ophelia. Peccato che una volta rubatale la verginità ha cominciato a dare segni di squilibrio parlando di un demone che gli avrebbe donato tutto il peggio che voleva avere. Peccato che è finita che quella donna è sparita nel nulla della sua follia. Adesso Irina da consigli su cosa fare, su cosa non fare. Occhio a quel che fai te, giovane, se non vuoi trovarti la pelle ricoperta dai lividi. - Lo vuoi?- Ad Ophelia, l'ha riempita di calci, quando era in terra, come la peggiore delle bestie inferocite. L'indice tende verso la porta d'uscita e non risponderà a nessuna delle parole che lei gli dedica /volontà +2/ Inspira ed espira. Non metterà giù il braccio fino a che non sarà uscita da questo luogo e, solo dopo, lo abbassa lentamente, chiudendo gli occhi. Inspira profondamente dal naso trattenendo l'aria dentro i polmoni, ritornando al suo studio. Soffermarsi su quello. Shariziah, potrei farti del male. Lui lo sa benissimo. Shariziah è diversa da Irina. Diversa. Fuori di qui. Fuori dalla mia vita. Perchè non ci tornerai più, qui dentro, non è vero? E se lo farai, è perchè avrai intenzione di prendere botte. Stai tra i tuoi veleni, che da te non bevo proprio un accidenti. Sgualdrina impertinente. Perchè se forse avesse spinto nel cercarla, probabilmente l'avrebbe presa, chi lo sa. Ma non è questo il suo intento. Non lo è. Lui sta trovando la sua strada. Ci sta riuscendo e questa donna è una di quelle da tenere alla larga. Lo sapeva, fin dalla prima volta che si è avvicinata in bettola. Goffredo non fa altro che riprendere il suo lavoro. Lo fa. Lo farà fino a che non avrà imparato a memoria le leggi di Barrington. Recuperare il tempo perso. Recuperarlo.]
{ I R I N A }





** L'Ancella dei Veleni **

22/07/2015 22:26
 
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Doverosamente io ti ringrazio per le belle parole. Spunti a gogò. Ci sarà da ridere, veramente. Grazie di nuovo ed alla prossima, sempre che Goffredo non decida di tirare dritto non appena la vede, noioso di un càtaro. :D



D'Altavilla Goffredo






"Cosa. Sto. Leggendo."








Gheof



"Ma che cazzo te guardi? Che stai a rosicà che io so parlà co le donne e tu no? I giovani d'oggi so' tutti froci!"












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