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"Inutile dirti che aspetterò il tuo ritorno" - "Allora è inutile dirti che tornerò"

Ultimo Aggiornamento: 25/04/2015 22:30
25/04/2015 22:25
 
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RIASSUNTO:

Adhier senza nessun preavviso si presenta alla porta del Palazzo del Governatore per consegnare personalmente la lettera ad Eilantia. Dopo i vari convenevoli, fa la conoscenza della figlia della rosa che dorme tra le sue braccia, arrivando in fine a consegnarle una lettera chiusa con la cera lacca dicendo a Discordia che li dentro c'è il suo volere, per cui se non fosse tornato entro sei mesi a riprendersi quella comunicazione, la donna sarebbe stata in dovere di aprirla e con quella andarsi a riprendere ciò che è suo.


Giocata di riferimento: Ciò che è mio non lo è

COMMENTO:

Non ho scritto da nessuna parte quello che c'è all'interno della lettera, non mi sembra il caso e dopo tutto credo che basti quanto segue:
All'interno c'è la riconoscibilissima scrittura di Adhier, storta, che non segue una linea dritta e dove non mancano le sbavature di inchiostro, con le parole viene indicato il posto dove sono conservate la mappa e la scaglia, ovvero nella sua stanza alla Fortezza Ancestrale, ed il dovere di ridarle ad Eilantia in quanto legittima proprietaria.

Anche se la giocata è stata frettolosa, senza preavviso e a serata inoltrata, ci trascinavamo da tempo una giocata insieme, non posso che ringraziare e dire che come al solito che è stato un vero piacere e soprattutto non posso farci nulla ma io amo queste due donne, Eilantia e Monica [SM=g27836] [SM=g27836]

Non credo sia il caso di mettere asterischi per questa giocata, vengono rivelate informazioni che non sono poi particolarmente sensibili al fine di un gioco pulito.


REGISTRAZIONE:



ADHIER [Esterno] E' buio ed notte. E' pienamente consapevole che quella sia la notte, ha vissuto abbastanza tempo in un luogo dove il buio era padrone assoluto da potersi quanto meno raccapezzare. E' certo sia notte e lo giurerebbe. A breve dovrà partire e l'unica persona di cui possa fidarsi sta dentro a quel palazzo, ed è proprio davanti al portone del palazzo del Governatore che andrà a bussare. Guardingo si controlla alle spalle, i muscoli sono allerta, i sensi sono allertati, e forse più di tutti odia quella situazione, mai e poi mai avrebbe pensato di ritrovarsi nuovamente in quelle condizioni! Come sempre quando si palesa fuori dalle mura della Torre indossa abiti puliti, della misura giusta e che non sono sgualciti, gli stivali sono quelli buoni anche se in quel letamaio delle strade si sono sporcate. Quanto meno i capelli sono in orine, e li sistema ancora mentre aspetta che il grande portone venga aperto. Il pentacolo è legato al polso nascosto da una fascia nera come ogni volta che va fuori.

EILANTIA (sala del trono) Lerch si è ritrovato, in breve tempo, un nuovo Governatore ed una bimba in fasce. Non è proprio quello che un servitore abitudinario vorrebbe, ma il vantaggio di quell'uomo è che non lascia trasparire mai nulla. Discordia, dal suo canto, ha ricominciato a darsi da fare, alternando palazzo, biblioteca, poppate, e visite al suo uomo. Dorme poco, come sempre, d'altronde. La nascita di Nemàin Raine l'ha riempita d'energie. Imprevedibilmente. Liberarsi da quella zavorra, che era il suo ventre dell'ultimo mese, le rende movimenti ed azioni assolutamente energici e leggiadri. Anche adesso è affaccendata nella sala del trono, sistemando le ampolle di liquori. Le è tornata la voglia di bere, ma si trattiene per via dell'allattamento. Potrebbe far male alla bimba? Nel dubbio: non lo fa. Un abito di seta cruda viola, dal bustino attillato, le scivola addosso con eleganza. La scollatura mantiene a stento i petti abbondanti e pieni di latte, con gran gioia del piccolo corvo. La piccola è come sempre a tracolla, racchiusa nel suo scialle di seta ed appoggiata al seno sinistro, col visino proprio all'altezza del cuore. Il crine è acconciato in elfica foggia e tempestato di ametiste. Bussano. Lerch s'affaccenda verso il portone, mentre lei si domanda chi possa essere. Le sfugge la cognizione del tempo, da quando è sempre buio, e sovente non si rende più conto se sia giorno o notte, soprattutto per via delle poppate continue. La voce del servitore tuona sino all'esterno ''Chi chiede udienza?'' Attende risposta, prima d'aprire l'uscio.

ADHIER [Esterno] Si stringe nel mantello e nella sciarpa di lana grossa che ha al collo, non essendoci più luce anche la temperatura si è abbassata rispetto al normale, uno dei tanti problemi che causa la mancanza di sole, oltre alle provviste che vanno lentamente diminuendo. Per cui appena sente la voce dall'interno si premura subito di rispondere piegandosi in avanti verso la superficie di legno e senza alzare più del dovuto quella voce che tiene sempre allo stesso modo [Reidha Nhildja, cerco Eilantia McNell] Conciso. Lo stretto indispensabile e subito dopo si ritira guardandosi a destra e a sinistra e poi le spalle.

EILANTIA (sdt) Non occorre altro a Lerch. L'ampio portone si apre, ed il servitore fa accomodare l'ospite dell'arciduchessa. Intanto lei finisce di dilettarsi intorno al tavolino dei liquori, e prende a camminare tra le ampie colonne. La bambina adora che si passeggi. Forse il dondolìo, forse il battito che accellera appena. Camminare ed esercitarsi con l'arpa. Cantare è la sua più grande passione, subito dopo la poppata. Ora sta dormendo. Ha mangiato da poco, e per un po' non avrà altri interessi. Sente l'enorme lignea aprirsi. Ospiti? Sbuca dal colonnato e s'avvicina all'ingresso principale. Il Governatore non c'è. Sembra che Variniel sia sparito. Sembra che Gildor abbia preso possesso del palazzo. Troppi sembra. Il fruscio della veste è l'unico rumore che si ode, per ora. A breve vi saranno i passi dello sconosciuto, e di Lerch. Un piccolo vagito. Una manina si stringe al petto. Poi di nuovo silenzio.

ADHIER [Atrio/SdT] Detta la ''parola d'ordine'', vista a suo modo, ecco che le porte si aprono e spunta il viso senza espressioni del servitore del palazzo, di certo fa un basso a quella vecchia decrepita di Dierna. Ed una volta dentro ecco che si libera dallo sciarpone e comincerebbe a slacciare il nodo del mantello sotto il mento lasciando che Lerch chiuda i battenti alle loro spalle. Solo quando sarà pronto ed un passo davanti a lui muoverebbe il passo dall'atrio per sbarcare nella sala del trono, immensa e lunga, con la sua navata centrale separata da quelle di destra e sinistra dalle colonne. Probabilmente un gesto in direzione di Discordia che ancora era li e che non era sparita nelle proprie stanze a dilettarsi con qualcosa. Se la donna sarà li un inchino garbato con il capo verso di lei, dopo tutto ricopre una carica importante per la città, non che sua, quasi levatrice, non che persona di fiducia. Aspetterà che lei faccia il primo passo.

EILANTIA (sdt) Lo riconosce quasi subito. Un sorriso sollevato sboccia sulle labbra. Capita che si assenti, più o meno a lungo, ma Adhier torna sempre da lei. Forse l'unico. Inchina il capo, ma Discordia è già lì che smuove le mani, come a volerlo fermare ''Adhier....carissimo...'' In quanti lo chiamano ancora così? ''O preferisci Reidha?'' sussurra maliziosa, mentre avanza di altri tre passi. La bambina dondola nel passo affrettato, ma sembra non curarsene affatto. Resta ancorata al petto, velata nella seta nera, e dorme felice. Lui potrà vedere la piccola testolina, dal crine corto e nigreo, sbucare dalla stoffa ''Pensavo m'avessi abbandonata...ora che i segni son sempre più forti...'' Già. La notte eterna. C'è forse un presagio più funesto? ''Vuoi bere qualcosa?'' Lo raggiunge a poco meno d'un metro ''Ti vedo stanco...'' Glielo dice sempre. Come una zia premurosa. E' già un uomo, ma per lei è il suo ''cavaliere speciale'', e sempre lo sarà.

ADHIER [SdT] Rialzato il capo la osserva, probabilmente con una luce diversa sul viso, o sono gli occhi che brillano diversamente? E' il viso delle mamme. Indiscutibilmente diverso quanto uguale a come lo si conoscere, eppure c'è qualcosa che cambia dentro, che nessuno a parte una madre che può avere. Si limita alla sua domanda a fare una smorfia con le labbra e a rispondere pacato [Come preferisci Eilantia] Per lei questo ed altro e successivamente gli occhi andranno a cadere sul piccolo fagotto che tiene al petto dove si palesa la piccola testa della neonata [Allora sono vere le voci che ho sentito, hai avuto un figlio o .. Una figlia] Questo deve essere svelato ma non è difficile origliare il parto della Duchessa di quelle terre [Mi rammarico di non avere avuto notizie dell'evento] Anche se dette con dolcezza la parola ''lieto'' non gli viene proprio via dalle labbra, continuando subito dopo [Non voglio creare disturbo sono qui, come dicevo per rendermi conto che quello che ho sentito e vero e per darti una cosa] E del dirlo ecco che ficca la mano nel panciotto aperto per sfilare una busta sigillata con la cera lacca. Non la porge ancora a lei aspettando di avere la sua attenzione.

EILANTIA (sdt) ''Se la voce che hai sentito è di una mia gravidanza, si...è corretta. Lei è Nemàin Raine, procreata sull'altare di Morrigan, di cui porta uno dei nomi. Quello dello spirito del Caos. Per il resto...'' la voce s'addolcisce ''...è solo una bimba mangiona dagli occhi color tempesta, che ama far il verso alla madre quando canta'' Sta per spostarsi verso il tavolino dei liquori, quando vede sbucare una busta. Sgrana gli occhi, perplessa ''Per me? Da parte di chi vieni, quindi?'' Certo, dubita che sia del ragazzo, ma si domanda incuriosita chi possa averlo usato come tramite. Non allunga la mano per prendere la pergamena sigillata. Attende di sapere da dove giunga e da parte di chi. Non esita, comunque, a riempire questa attesa con un nuovo sorriso, quasi a spezzare l'eventuale imbarazzo ''Sono contenta di vederti, Adhier...e che ti veda Nemàin...'' Null'altro. Solo il sorriso che permane qualche istante sul volto color porcellana.

ADHIER [SdT] Ascolta il nome dell'infante e sulle labbra si disegna quello che alla lontana sarebbe un sorriso [Nemain la dea dei guerrieri e Raine il fu Ductor di queste terre] Quello che stupisce certamente è il nome della donna. Si limita a fissare la pergamena ripiegata con cura su se stessa e poi volta lo sguardo sulla rosa [Per te da parte mia, Ilyth non si trova più su questo piano ed ha lasciato la scaglia e la mappa a me] Spiega con molta facilità non soppesando le parole in quanto lui ha già superato la cosa [Io adesso dovrò andare e non è sicuro il mio ritorno] Le dice ancora con lo stesso tono [Qui dentro ci sono i miei voleri riguardanti gli oggetti che ci hai affidato, non te li ho consegnati in quanto un patto è un patto e avremmo dovuto fare questo viaggio insieme .. Ma le cose sono cambiate] E con la mano che regge la lettera stessa indica con un gesto ambio le finestre oscurate dalle tende [Quindi, se entro sei mesi a partire da oggi non avrai più mie notizie sei libera di presentarti alla Fortezza e richiedere quello che è Tuo] E solo adesso allungherebbe la lettera verso la donna [Questo è il mio volere, e sono certo che aprirai questa lettera solo se allo scadere del tempo io non sarò tornato].

EILANTIA (sdt) Gli occhi si spalancano appena. Tante cose avrebbe voluto udire, ma quella ha davvero il sapore acido d'un addio. Prende la lettera con estrema attenzione, quasi temesse di bruciarsi con essa, Se lui la lascerà afferrare, se la farà scivolare nella [MANCA TESTO] Attenderò sei mesi da oggi, e quando sarà trascorso questo tempo verrà fatta la tua volontà....'' Esita qualche istante e poi prosegue ''Inutile dirti che aspettavo il tuo ritorno per partire con te. Il sopraggiungere della notte eterna mi sembrava l'ultimo dei grandi presagi che attendevamo, per cercare il Drago Nero. Io...non posso chiederti dove e perchè...ma sappi che il mio cuore ti serberà con affetto e le mie preghiere ti rammenteranno ogni giorno. Tu hai donato a Morrigan il tuo sangue...lei non si scorderà di te, Adhier...'' Ne è convinta? Così sembra. Così vuol credere. L'uno di fronte l'altra sembrano così diversi dalla ragazza ed il bambino che furono un tempo ''Quando parti?'' Forse l'unica cosa che gli puo' domandare. Anche se teme la risposta. La piccola emette un vagito, ma, per fortuna, non si sveglia. Gli occhi, color notte, cercano quelli algidi del mago. (sangue freddo liv3)

ADHIER [SdT] Annuisce alle parole di lei. Si. Questo era il suo volere [Allora è inutile dirti che tornerò, questo non è un'addio ma una mera precauzione, a distanza di tempo sono sempre tornato alla tua porta, che sia davvero la mano di Morrigan?] Chiede retorico lasciando che lei prenda quello che è suo senza darle intralcio. Si limita a sospirare portando la mano libera dietro la schiena e quella ingombra della sua roba all'altezza del fianco piegata [Presto .. Giusto il tempo di lasciare ad ognuno tutto quello che gli spetta, non pensavo di possedere talmente tante cose da dover richiamare a raccolta tutti i loro proprietari] Ammette abbassando lo sguardo sulla neonata che mugugna nel sonno beato inconsapevole di tutto quello che le sta accadendo attorno e fuori da quelle mura [Ad ogni modo, adesso mi piacerebbe bere qualcosa e parlare di qualcosa di più lieto, magari sapere che questa bambina non ha un padre vagabondo come il mio] E quello sarebbe se si può dire, un tentativo per nulla velato di cambiare argomento, dopo tutto quello che doveva consegnare quella notte era stato dato adesso poteva concentrarsi su altro e abbandonare, forse per qualche ora, il pensiero di quello che sarebbe successo di li a pochi giorni.

EILANTIA (sdt) Riceve tutte le informazioni che il giovane mago puo' darle e poi si rende conto che lui non ha altro da dirle, o, piuttosto, non puo' dirle altro. Indietreggia di qualche passo, mantenendo, un po' a fatica, un delizioso sorriso, e s'incammina verso il tavolino dei liquori. Giunta a destino, verserà due calici di yppocrasso. Forse è la sera giusta per ricominciare a bere ''Il padre di Nemàin è gravemente ferito al sanitarium. Appena nata si ritrova in un'eterna notte e con un padre quasi in fin di vita. Non si puo' dire che Morrigan non la stia temprando, da subito, nelle difficoltà. E' un isolano. Un fù ranger...a te posso dirlo. Uno spirito votato all'equilibrio che ha avuto la sfortuna di incontrarmi, mentre era in biblioteca, a caccia di informazioni per debellare le razze oscure...e ha chiesto...proprio a me...'' Ridacchia al ricordo, ma dentro di sè, se non palesemente, sà che Adhier farà altrettanto ''Questa figlia è un incidente. Ma la sua procreazione è un chiaro volere della Dea...e non potevo esimermi dal tenerla.'' Così, semplicemente. Torna verso il ragazzo, coi calici in entrambe le mani.

ADHIER [SdT] Si sposta con lei verso la riserva alcolica e la lascia riempire i due bicchieri ascoltando quello che ha da dire sul padre senza interromperla. Un uomo che vuole sconfiggere le razze oscure? Quale folle mai potrebbe pensare di distruggere qualcosa che c'è da ancora prima della pronuncia del suo nome? [Gli hai fatto cambiare idea con la tua esperienza immagino] Dato che come sottolinea lei stessa egli ''è stato'' un ranger [La sfortuna nell'incontrarti, non credo la possa dire qualcuno, lo pensi da sola Eilantia] Lei dopo tutto è stata la sua ancora di salvezza da bambino, e se quella lattante che adesso dorme beatamente alla faccia loro e dell'intera città al buio è stata un incidente lo scoprirà presto. Recupera il bicchiere che gli porge Discordia con un cenno di ringraziamento del capo ma non lo porta subito alle labbra [Se darai a questa bambina anche solo la metà di quello che sei stata per me sono certo che non risentirà mai di questo ''incidente''] Quell'ultima parola la marca con il tono portando poi il bicchiere alle labbra e bere in compagna della Rosa.

EILANTIA (sdt) ''Questa bambina vedrà più amore che l'intera isola in primavera...'' Risponde scherzosa Discordia. Poi il tono si addolcisce ancora ''Suo padre è rimasto della sua idea, ma è quello che mi intriga in lui. E' come me. Testardo, fedele alla sua causa e perseverante. Per fermarlo dovrei ucciderlo...ma quello non è più affar mio. Ora abbiamo questa figlia che ci lega....'' Un dato di fatto.''Se devi partire...voglio che tu lo faccia col canto nelle orecchie....vieni Adhier...trascorri la notte con noi...'' E detto questo gli farà strada verso la stanza della musica, dove canterà e suonerà per lui, come quando era bambino. Nemàin si unirà al canto, non vi sono dubbi, ma poco importa. Tornerà tutto come un tempo e lui potrà partire con quella nostalgica e dolce leggerezza nel cuore. Quel poco che gli è rimasto, ma abbastanza da portare il nome di Rose inciso.

25/04/2015 22:30
 
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Torna presto!!!!

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