È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!

Forum dei Masters di Avalon - Forum Ufficiale del sito www.isoladiavalon.net

Questo forum fa riferimento all'ambientazione Fantasy www.isoladiavalon.net

Nomi e riferimenti usati in questo forum sono frutto di pura fantasia e si riferiscono al gioco in oggetto.

Nuova Discussione
Rispondi
 
Stampa | Notifica email    
Autore

)O( Il Tempio non ne avrà )O( (OK)

Ultimo Aggiornamento: 31/03/2015 11:28
31/03/2015 09:31
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
Post: 70
Post: 21
Registrato il: 11/06/2014
Città: ROMA
Avalonese
Utente Junior
OFFLINE
Okthar, Roseline, Inwe
Riassunto: Okthar ha abbandonato la terraferma per raggiungere Avalon – il Tempio, più nello specifico. Ha inviata una missiva, mesi fa, e dopo tante lune ha deciso di andare di persona a chiedere una risposta. Incappucciato fa il suo ingresso nella Navata dove incontra Inwe e Roseline: entrambe guardano con naturale diffidenza colui il cui volto non possono scorgere, e che annuncia prima di voler risposte, poi di avere importanti notizie da comunicare alla guida delle Sacerdotesse. Entrambe le donne rinnovano più volte l'invito a scoprire il viso e a comunicare loro il proprio nome, ma l'ex-Ranger si limita ad ignorare palesemente le richieste delle Ancelle, arrivando perfino a lanciarsi in battutine poco consone verso la Regina. È abbastanza scontata, a questo punto, la reazione della Sapiente del Vespro e della Sacerdotessa del Meriggio, dopo l'ennesimo rifiuto e conseguente offesa, quando il nordico comunica loro d'aver bisogno della “luce di una Stella” per combattere con un non-morto al cimitero barringtoniano: l'uomo viene cacciato dal Tempio, certo che non ne riceverà l'aiuto.

***Inwe e Roseline vengono a conoscenza della presenza di un non-morto ("uno della peggior specie") al cimitero di Barrington

Commento: mi aspettavo andasse diversamente, in totale sincerità, e mi dispiace che così non sia stato. Sarebbe stato divertente andare a stanare vampirelli al cimitero, ma le cose hanno preso una piega che, almeno per quel che riguarda Inwe, non lo concede. Detto questo, da brava meriggiosa darò fuoco al mantello del prossimo che si presenta incappucciato al Tempio (dove, cito il Regolamento, “la parola delle Sacerdotesse è LEGGE”) e rifiuta di scoprirsi, voglio vedere se riesco a fargli mostrare la faccia [SM=g27832]






INWE [Navata centrale] E' una luna non ancora piena quella che s'affaccia dall'apertura sul tetto del Tempio; è calata la sera, ed è essa sola, assieme alle stelle, ad illuminare il mondo. La luce flebile si fa strada sino al cuore stesso della piccola costruzione circolare, dove, su una della panche di pietra, siede la Sacerdotessa del Meriggio. Il profumo degli incensi si alza dal braciere davanti all'altare, intenso come sempre, e favorisce il perdersi degli occhi mentre la mente vaga. Immobile, è una statua viva, vestita di rosso: sulla fronte scoperta spicca con disarmante chiarezza il simbolo della Madre che è specchio di tutte le passioni. I lineamenti palesemente misti della mezzosangue sono distesi in un'espressione quasi assente, di certo neutra: non sta meditando, ma non è del tutto presente a sé stessa. Ha raccolto i lunghi capelli scuri dietro il capo tramite diverse trecce, lasciando in vista le orecchie appuntite; in vita è assicurato, come sempre, l'athame dal manico scarlatto, più per abitudine che per effettiva necessità. I respiri si susseguono con tranquilla regolarità, senza che nulla ne disturbi il fluire.

OKTHAR  [Approdo --> Tempio - Soglia/Volto Coperto] Cammina nella notte l'ex ranger, ammantato di scuro quasi come un tempo, calcando nuovamente paesaggi e sentieri che da lungo tempo soffrivano la sua assenza. Sotto il manto veste non di tessuto ma l'armatura, al fianco sinistro porta la spada lunga e al destro una spada corta. Il pugnale è celato nello stivale ed il passo è ritmicamente scandito dal nodoso bastone che stringe nella mancina, non il sostegno di un fisico debole ma piuttosto il fedele compagno di chi, con le armi ancora celate sotto l'ampio manto, potrebbe sembrare solo un ramingo pellegrino. Il passo è comunque svelto e deciso, tale da portarlo a dirigersi rapido verso il tempio, attraversandone quasi di un fiato i giardini esterni ed iniziare a salire, quasi senza arrestarsi, i gradini che portano ad accedere all'interno.

INWE [Navata centrale] Il suono di passi provenienti dai Giardini la distrae: batte le palpebre un paio di volte, tornando alla tangibile realtà del mondo, e raddrizza la schiena, irrigidendosi nell'ascolto. Sono passi svelti, e con un sottofondo metallico che non è facile udire fra le sacre mura del Tempio: volta il capo verso l'ingresso, la mezzosangue, mentre sulla fronte si viene a disegnare una singola ruga di perplessità [Sensi sviluppati]. Non si alza dalla propria panca, ancora, ma scruta fra le ombre del colonnato perché gli occhi l'aiutino nell'identificazione del pellegrino, quando si paleserà sulla soglia della Navata centrale.

OKTHAR  [navata centrale/Volto Coperto] Salite le scale il nordico raggiunge e supera la soglia, senza in realtà curarsi dell'eco che i suoi passi ed il ritmico battere del bastone al suolo, scatenando all'interno dell'edificio. Avanza un paio di metri ancora, rallentando l'andatura e scrutando attorno a sé, quasi a voler confrontare la propria memoria passata con le immagini attuali del luogo. Nel suo rapido esame andrebbe ad inquadrare una figura seduta poco distante, abbigliata in colori sgargianti, sulla quale si poserebbe alla fine il suo sguardo, al quale tuttavia non seguirebbe alcuna parola. Raddrizza la schiena, posando le fredde iridi sulla mezzelfa, e solo infine a lei si rivolge: ''Sono in cerca delle ancelle del tempio... e di una risposta che tarda ad arrivare.'' Il tono è freddo e distaccato, seppur privo di alcuna minaccia. [//sangue freddo 3]

ROSELINE  { Ala Sacerdotale > Tempio }{ FU }{ Roseline dell'Inverno avanza tra le ombre del Tempio, percorrendo il corridoio che conduce alle Navate. Indossa l'abito sacerdotale e porta con sè i simboli di congrega, rune ed athamè, mentre al collo sottile pendono il Medaglione del Drago e il ciondolo che la designa quale figlia di Rhiannon. I capelli scivolano sulla schiena, giù fin oltre il bacino; tra le ciocche chiare, più argentee che d'oro, un osservatore più o meno attento potrebbe notare piccoli fiori bianchi. Non ha con sè alcun simbolo all'infuori del Medaglione che rappresenti la sua regalità. Piuttosto ha i piedi scalzi ed un'espressione indolente negli occhi opachi, in cui si ha un guizzo solo quando il calore di Inwe raggiunge la sua anima, pizzicando quel sesto senso che le unisce tutte. Quando emerge dalle tenebre dell'Ala Sacerdotale, portando con sè spifferi di burrasca, le parole di Okthar risuonano attraverso le navate, raggiungendola. Si sono conosciuti in una vita passata, ma adesso non ne riconosce la voce, nè riesce per il momento ad individuarne il viso. Piuttosto, col senso di protezione di una leonessa nei confronti dei suoi cuccioli e l'aggressività che da essa deriva, va a sfiorare la mente della Sacerdotessa in un silenzioso sussurro [Telepatia lvl4] ''Conosci costui?'' Chiede, con una nota di minaccia che emerge da quelle parole come il brontolio di un tuono in lontananza. Nulla di questo tuttavia emerge sul viso impassibile [imperturbabilità lvl4] nè dalla voce che risulta pacata } Spirites aveas { Saluta, muovendosi per raggiungere la mezzelfa } Avete trovato le ancelle del Tempio. Ponete la domanda e forse troverete anche la risposta {niente di più, limitandosi ad osservarlo }

INWE [Navata centrale] Non dev'essere un timido, colui che ha raggiunto la Sala circolare, giacchè il suono regolare dei suoi passi e del bastone che porta con sé risuona con prepotenza nel silenzio che altrimenti regnerebbe sovrano. Stringe le labbra, Inwe, e la crepa sulla fronte si fa più profonda ancora al vedere come il pellegrino mantenga il volto coperto: è una fortuna che il mantello ne nasconda interamente la figura – armamentario compreso – o lo sdegno della mezzosangue si farebbe sentire con potenza ben maggiore di quello che al momento le si specchia sul viso. Percepisce Roseline avvicinarsi proprio mentre s'alza in piedi, scrutando il visitatore senza timidezza di nessun genere: è lui ad essere ospite. *Non l'ho mai visto prima* risponderebbe al sussurro mentale della Sapiente del Vespro, prima di far sentire la propria voce [Telepatia liv.1]. “Rispectae aveas, ser” pronuncia con cortese distacco, continuando a fissare il nordico. “Non v'è motivo di tenere il vostro volto celato: rivelatevi ed esponeteci la vostra domanda, così che anche noi possiamo parlarvi liberamente, per quanto possibile”. Non percepisce minacce provenire dalla figura incappucciata, ma non ha intenzione di concedere risposte di qualsiasi genere senza poter vedere il viso di colui a cui sono dedicate [Sesto senso liv.1].

OKTHAR  [navata centrale/Volto Coperto] Giunge una seconda persona nella sala, donna e forse sacerdotessa anch'essa, sulla quale si posa lo sguardo del nordico senza però alcun evidente segno di riconoscimento. Non proferisce parola la nuova venuta, che in effetti porta in bella vista chiari simboli della sua posizione, e così lo sguardo di ghiaccio del Guardiano torna a rivolgersi alla sacerdotessa di rosso vestito, muta anch'essa. Non rimuove ancora il cappuccio dal volto e tuttavia, dopo alcuni momenti di attesa, riprende a parlare ''Una missiva dovrebbe essere giunta, ormai parecchie lune fa, fino al tempio... '' riprende ''Ignoro chi sia ora a guidarvi, ma vorrei parlare con lei...'' Non aggiunge altro, limitandosi ad attendere senza più muoversi. [//sangue freddo 3]

ROSELINE  { Navata centrale }{ FU }{ Le bestie riposano nel torbido antro in cui la ragione le tiene relegate, eppure gatta e lupa sono sempre in agguato, pronte nel loro tentativo di prendere il sopravvento sulla sua umanità. Quando l'uomo incappucciato torna a parlare pure la stella nera impressa sulla fronte di Roseline si increspa leggermente, segno che non apprezza affatto il fare dello straniero; una strana sensazione di deja-vu } Non avete sentito le parole di mia sorella? Mostrate il viso, straniero { E a star bene attenti si sentirebbe una lieve impazienza serpeggiare tra le parole, mista all'accento francese } Hagall guida le figlie del Tempio, ma davanti a voi avete la Regina di Avalon. Per di più non vi è cosa che voi non possiate riferire ad una qualsiasi Sacerdotessa { e se le parole del fu Ranger appaiono gelidamente distaccate, non sono da meno quelle della Sovrana. Pare quasi che non abbia ascoltato il loro dire, precedentemente }

INWE [Navata centrale] Tiene collo e schiena rigidi, ma la presenza di Roseline accanto a sé la conferisce una padronanza di sé stessa maggiore di quella che riuscirebbe a mantenere da sola: l'istinto combatte con la ragione, mentre attende che il nordico accolga l'invito ed esponga loro la propria domanda. È proprio quel cappuccio a permettere alla diffidenza istintiva di tornare farsi strada nella mente della mezzosangue, assieme alla consapevolezza crescente della probabile assenza totale di risposta alle parole di entrambe le Sacerdotesse [Istintiva diffidenza]. Le labbra tornano a stringersi al sentire nuovamente le parole del nordico, senza che l'espressione muti. È Rose a richiamarlo all'ordine con l'autorità di Regina dell'Isola, oltre che di Sacerdotessa, e la figlia del Meriggio non se ne dispiace affatto: è irrazionale il tendersi dei muscoli sotto la stoffa vermiglia, ma il crescente fastidio che prova non è affatto ingiustificato. “Molte missive raggiungono questo luogo” ribatte alle parole che gli ha sentito pronunciare “non possiamo sapere a quale vi riferiate, senza conoscere il vostro nome.” Ecco il secondo invito, dunque: che si presenti e mostri il proprio viso, o difficilmente otterrà risposta.

OKTHAR  [navata centrale/Volto Coperto] Accenna con il capo un leggero saluto a quella che si presenta come la regina, chinandolo leggermente come in forma di rispetto, eppure quando lo rialza è con un'accenno di ironia che la sua nuova risposta risuona nella sala. ''La regina dite?!'' domanda simulando sorpresa ''Se la memoria non m'inganna dovreste avere più... ali...'' Non riesce a ricacciare in gola gola quella risposta, tuttavia proferita - malgrado l'ironia - con il medesimo tono di sempre. ''Non sono il mio nome o il mio volto che dovrebbero interessarvi, ma le notizie che porto.'' Replica infine, serio e con indubitabile fermezza. Solo un momento di pausa, prima di aggiungere ''Vengo dal continente, dal cuore oscuro della città che lo domina, dove cose ancora più oscure strisciano nella notte...'' Un po' di pathos, in stridente contrasto con l'irriverente replica appena indirizzata alla Regina.

ROSELINE  { Tempio }{ FU }{ Lo guarda, negli occhi il gelo dell'Inverno e un disprezzo lentamente le sale dentro distendendosi sui tratti del volto; non fa nulla, questa volta, per nasconderlo } Evidentemente vivete con la testa infilata in un buco. Nyule non regna più su Avalon { Questa nuova Regina non ha ali, ma zanne ed artigli, un corteo di Spettri a circondarla e il potere della Terra tra le mani. La tentazione di richiamarlo è forte, ma la Saggia ha insegnato alle Sue figlie anche la virtù della pazienza, e ad essa si appella, tornando inespressiva } Eppure il vostro viso mi interessa, e il vostro nome anche. Nel Tempio, e su tutta l'Isola, la parola di una Sacerdotessa - di qualsiasi rango - è Legge. { Si avvicina ancor di più ad Inwe, azzerando le distanze e spalleggiandola, ponendosi solo di mezzo passo più avanti a lei, come a volerla proteggere } Forse non sapete dei rapporti tesi tra Avalon e Barrington? Perchè dovrei fidarmi delle parole di un uomo che viene dalla terraferma e che rifiuta persino di mostrare il volto? { Gli ride in faccia. Di una risata cupa e sinistra, gettando appena indietro il capo e mettendo in mostra la gola chiarissima } Spero vi rendiate conto di risultare ben poco credibile. Non fateci perdere altro tempo, dunque: se desiderate parlare con noi lo farete alle nostre condizioni, altrimenti potete togliere il disturbo. { Certo la Sapiente del Vespro non è nota nè per la sua tolleranza, nè per la sua flessibilità }

INWE [Navata centrale] Non comprende la battuta dell'uomo alla volta di Roseline, ma per chiunque sarebbe palese quanto poco essa sia opportuna: ricaccia indietro l'astio che s'è fatto strada con incredibile facilità nella sua mente, sforzandosi di mantenere l'espressione il più neutrale possibile [Imperturbabilità liv.1]. Ha bisogno di un respiro profondo per respingere il desiderio di accompagnare immediatamente alla porta lo sconosciuto, se necessario con l'aiuto di Aogàn ed Ardal, o di fare di peggio. Lei non è il gelo dell'Inverno né la stabile fermezza della Terra: lei è il Fuoco, che divampa d'improvviso e senza annunci nel calore dell'Estate. Ed un incendio è di difficile controllo, una volta appiccato. Per questo lascia che Roseline la superi di mezzo passo appena, e solo perché la Sapiente è ben più capace di lei nel gestire la situazione, come dimostrano le sue parole sferzanti: non vuole dimostrarsi preda inerme delle emozioni che le si agitano nel petto, all'insaputa del mondo. Stringe le labbra e serra i denti, dunque, prima di parlare a bassa voce, perché anche l'astio venga smorzato. “Se davvero volete una risposta, fate come vi abbiamo chiesto, e abbandonate questi sotterfugi da due soldi. Se parlate in buona fede non v'è pericolo per voi, qui”.

OKTHAR  [navata centrale/Volto Coperto] Un invisibile e beffardo sorriso increspa le sue labbra, celato ancora dall'ombra del cappuccio che ne protegge l'identità, che affiora appena nell'udire la replica della regina. Batte un colpo secco, uno soltanto, col il bastone andando a colpire, con un certo impeto (//potenza +1) il pavimento del Tempio, poi risponde. ''So tutto, e a dire il vero mi interessa poi più di tanto...'' replica con ostentata noncuranza ''... i contrasti tra Isola e Terraferma vanno avanti da sempre, ne ero parte anche io un tempo, ma ormai non ho più interesse a partecipare a sterili ostentazioni di potere.'' Si tinge di una nota più aspra la sua voce, quasi infastidita dalla stessa risposta che si vede costretto ad offrire. Quindi, sempre rivolgendo lo sguardo verso Roseline, aggiunge ''Non dovresti infatti, sacerdotessa.'' replica subito, non proprio addolcendo il tono ma almeno abbandonando la precedente asprezza, e quasi con una punta di soddisfazione appena accennata. ''Infatti non sarei stato io a dover venire qui fino al Tempio ma Rastal, un cavaliere della Magione, un nano, che aveva risposto più rapidamente di tutti al mio appello e avevo incontrato alla baia...avete notizie di lui?'' Domanda quindi, per il momento ancora ignorando le loro proteste e le richieste annesse. Attende lunghi istanti, almeno perché le due assorbano il senso delle sue parole, prima di proseguire ''Non è necessaria una risposta, mi basta ascoltiate un monito... ho esplorato a lungo la città, vivendo al suo interno quasi fossi come loro, finché al cimitero non mi sono imbattuto in un non morto, uno della peggior specie...'' Non è sicurissimo di cosa effettivamente sia davvero quel non morto, ma inizia a sospettarlo fortemente ''La luce di una Stella mi farebbe comodo, così come la spada di un Cavaliere ma se necessario lo affronterò da solo... In caso contrario, cercatemi oltre il lago.'' detto questo non aggiunge altro, ed anzi volta le spalle alle due e fa per incamminarsi verso la soglia del tempio.

ROSELINE  { Tempio }{ FU }{ I gatti sono bestie facili da irritare. I lupi certo non lesinano aggressività. Le Sacerdotesse del vespro, poi, appartengono a quella categoria di donne che un uomo sano di mente non vorrebbe mai incontrare. Sfortunatamente per il fu Ranger, la Regina ha in sè tutte queste nature, messe di fianco ad un carattere non propriamente docile. Qualsiasi replica tuttavia muore sul nascere nel vedere le spalle dell'uomo voltarsi. La Sapiente resta allibita: la bocca leggermente dischiusa e le sopracciglia inarcate. } La luce di una stella vi farebbe comodo? { La voce della donna lo insegue lungo la navata, gli occhi sdegnati fissi sulla sua schiena come fossero coltelli da lancio } Siete un povero stolto. Venite qui, vi atteggiate da padrone con il vostro fare strafottente e pretendete l'aiuto del Tempio? { Incrocia le braccia al petto } Spero che i non-morti abbiano pietà di voi { Poichè è implicito, il Tempio non ne avrà. Non aggiunge altro, voltando a sua volta le spalle e facendo cenno ad Inwe di seguirla verso l'altare }

INWE [Navata centrale] Non ha una ragion d'essere, quel colpo secco al pavimento di pietra, se non quella di rimarcare la propria superiorità davanti quelle che sono le figlie del Tempio stesso, e la porta a perdere il briciolo di controllo che le era rimasto. Stringe i pugni, ficcando le unghie nella carne, la voce che per un momento le si strozza in gola, tanta è la rabbia per quell'affronto palese. Non le importa di essere ignorata dall'ex-Ranger, ma non accetta che una mancanza di rispetto di questa portata venga recata al Tempio, alle Sacerdotesse tutte e alla Dea che rappresentano. Perché è questo che sta facendo Okthar: sta sputando sulla mano a cui ha avuto il coraggio di chiedere aiuto. Sta negandosi alla più semplice delle richieste, per ragioni sconosciute, arrogandosi però il diritto di domandare collaborazione per le proprie faccende. “Fuori di qui” riesce a pronunciare a denti stretti, gli occhi colmi di rabbia senza sfogo. “Fuori di qui” ripete di nuovo, mentre già la schiena di quello che sinora è stato il più sciocco tra i fedeli che ha conosciuto si allontana lungo la navata. Pianta gli occhi sull'ingresso anche quando la figura del nordico svanisce oltre essa, pallida in volto, e solo dopo qualche momento riesce a ricomporsi a sufficienza da costringersi a seguire Roseline con passi lenti. È cambiato qualcosa, oggi.

OKTHAR  [navata --> esterno/Volto Coperto] Si allontana ancora senza voltarsi, come senza voltarsi indirizza le sue ultime parole ''Alla bettola per un goccio, se mai vi verrà vera sete...'' Così si congeda dal tempio e dalla sacerdotesse, a suo modo, così come a suo modo si è rivolto a loro dopo aver a lungo atteso sulle opposte sponde del lago. La strada verso casa è lunga, eppure lo attendono ed il nordico è ansioso di raggiungerla.





31/03/2015 11:28
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota
OFFLINE
OK INFO APPROVATA
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 15:37. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com