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Il titolo completo del libro è "Elvis Music FAQ: All That's Left to Know about the King's Recorded Work".
Mike Eder. 2013.
Backbeat Books. USA.
ISBN 1-61713-049-4. 363 pagine.
Softcover. 23.0 x 15.5 x 2.4 cm. 0.605 kg.
L'autore Mike Eder è un fan di Elvis fin dalla tenera età di sei anni ed ha regolarmente contribuito all'opera di Erik Lorentzen "The Elvis files". Ha scritto anche articoli sui Beatles, i Beach Boys ed altri artisti.
Il lancio pubblicitario di questo suo libro afferma che si tratta di una cronaca della carriera musicale di Elvis, con uno sguardo alla sua etichetta originale pionieristica "Sun", una profonda analisi sul management, una sommatoria di ogni tour dal vivo ed una recensione di quasi 800 registrazioni.
Direi che l'autore presta attenzione ai numerosi generi musicali ma dopo averlo letto, la mia impressione è che in realtà non si è centrato il bersaglio. Il commento di Eder è troppo ridondante anche se accurato; personalmente preferisco inserimenti meno prolissi per ogni brano ma forse si tratta di caratteristiche di chi scrive.
Ovviamente non commento i gusti musicali in quanto Elvis, avendo cantato praticamente per tre diverse decadi (diverse anche per sonorità e generi musicali: sembra quasi che ci troviamo di fronte a tre artisti diversi, data la sua grandezza), ha la peculiarità di "dividere" i suoi fans in altrettante ere di preferenza: a chi piace i 50's, a chi i 60's e a chi, come me, gli anni settanta.
Non essendo un profondo conoscitore della lingua inglese, ho faticato non poco nella lettura di questo libro in quanto l'autore usa parole che, nella lingua di tutti i giorni, non sono molto frequenti e ho dovuto rivolgermi all'aiuto del caro e vecchio vocabolario per comprendee appieno il significato di ciò che leggevo.
Sono completamente d'accordo con alcune considerazioni come quella fatta per "My way" che, dalla maggior parte delle persone, è identificata come "di Frank Sinatra". Eder afferma: "La forza di Elvis è quella di prendere le canzoni e di farle sue. È praticamente impossibile per chiunque altro violare il territorio di Frank Sinatra ma Elvis reinventa completamente la ballata come una sorta di dichiarazione d'intenti..."
Mi ha lasciato molto perplesso la sezione dedicata ai cosiddetti "sound-a-likes", quelli che io chiamo i "cloni". Perché sprecare pagine, dico io ? Ma non voglio certamente esaminare questo "fenomeno di costume" (in tutti i sensi...) del mondo di Elvis; magari, a qualcuno, potrà fare piacere questa cosa.
Una pecca del libro sono le foto in bianco e nero, di scarsa resa visiva (probabilmente tratte dalla collezione dell'autore). Forse, per contenere il prezzo, si è fatta questa scelta.
E peccato che non ci sia un indice delle canzoni.
Tirando le somme, non voglio assolutamente stroncare questo libro che è, prima di tutto, indicato a chi conosce bene l'inglese. Potrà certamente piacere alla maggior parte degli appassionati ma io, ormai, preferisco le opere fotografiche corredate da note (magari esatte, che non guasta mai...) come le vecchie di Tunzi. |
 22/03/2015 20:18 |
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