Riassunto & Commento a brevissimo!
FEHRER [Cordigliera | -> Spiazzo Esterno] C'è un clima differente, quassù. L'ha sempre apprezzato. C'è un silenzio maggiormente profondo, qua attorno. Anche questo l'ha sempre apprezzato. E c'è il vuoto. Un punto di sospensione. Un respiro teso, quello avvertibile nell'istante in cui la pausa è sovrana del discorso: come se gli dèi trattenessero eternamente il fiato, ritirando lo stomaco. Anche questo, è inutile ribadirlo, l'ha sempre apprezzato. La scalata dalle pendici della Cordigliera alla sua cima non ha comportato grossa fatica per l'uomo dei ghiacci, che, supportato da un'esperienza inopinabile e da doti fisiche che renderebbero la fatica di una corsa pari a uno starnuto, s'è mosso col favore delle luci rosseggianti dirigendosi là dove le parole tracciate sulla pergamena gli indicano a gran voce di muoversi. La voce della curiosità. La curiosità di comprendere quanto, dell'individuo che ha retto la Via del Braccio, stia nel ragazzo - quanto rapidamente il tempo macina il tempo sull'Isola di Avalon! - che l'ha cercato. Ora, la traiettoria del disco infuocato che, inflessibile, ha disegnato gran parte del suo arco nel cielo, il fu Ishtuk arrocca le ultime falcate in direzione del portone incasellato nelle ampie falde rocciose, là, a una brancata di metri. Le vesti nere, che gli abitanti della Loggia hanno imparato ad associare alla sua figura, danzano attorno alle caviglie del Nordico, sulle cui scapole sta la lunga toccata da Rhiannon. E' un ospite. Lo è stato alla ricerca di Aingeal; lo sarà oggi, quando le nocche picchieranno qualche colpo all'ingresso. La loggia è vasta, e nell'eco della sua immensa voragine van perdute miriadi di suoni. Ma il Fantasma non ha alcun dubbio: il suo arrivo verrà udito da chi dovrà udire.
AYREN [loggia draconica | spiazzo] Il sole sta tramontando e la sua luce calda si stende su tutta l'isola, ammantandola col suo abbraccio rossastro. Il Figlio del Fuoco osserva quello spettacolo dallo spiazzo pietroso al di fuori della Loggia Draconica, fermo sul bordo del precipizio con le spalle rivolte al grande portone dei Draghi, che sta anch'esso immobile a diverse decine di metri dietro al ragazzo. Il Prescelto indossa una delle vecchie vesti di suo padre, del quale porta un'eredità visibile anche solo a colpo d'occhio. l'altezza è la medesima del fu alfiere, il viso del tutto simile, se non fosse per le differenze dovute alla giovane età di Ayren. Stessi occhi, grandi e scuri, e stessi capelli castani, ma più corti di quelli di Azhael. Anche la corporatura è leggermente differente: l'alfiere aveva muscoli possenti, mentre il ragazzo deve ancora formare il fisico. Sul suo petto fa bella mostra il medaglione di congrega con due semisfere completamente colme di rosso, ad indicare l'appartenenza del cavaliere alla via cromatica, sotto l'ala dei draghi cremisi. Quello che non si vede, nel profondo della mente, è invece la più grande di tutti i lasciti di Azhael: Vesnah. La Furia Rossa, che un tempo fu simbionte dell' uomo del Nord, oggi condivide la sua esistenza con suo figlio. Lui ci pensa ancora troppo poco e, nei lunghi momenti in cui la Bestia riposa senza farsi sentire, riesce anche a dimenticarsene del tutto. Non sarà così per sempre. Aingeal gli ha spiegato che dovranno bilanciarsi, diventare alleati, ma quando questo avverrà è ancora tutto da vedere. Il ragazzino ha troppe lacune da colmare, a partire dalle conoscenze di base, per arrivare a quelle relative alla terra che abita, di cui non conosce nulla. La osserva, questa splendida isola che non ha ancora avuto il coraggio di visitare, chiedendosi quando riuscirà a trovare il coraggio di scendere per il sentiero. Un pensiero che viene interrotto dal suono sordo del bussare. Si volta e scorge la figura ferma davanti al portoncino. E' lontano, ma riconosce le fattezze di un uomo. Che sia lo spadaccino?! Possibile che sia già qui?! ''Cercate qualcuno?'' Grida per farsi sentire, iniziando a muoversi lentamente in linea retta verso l'ingresso della Loggia.
FEHRER [Loggia | Spiazzo] L'attesa si prolunga, eppure il silenzio non viene condito qua e là dalle bestemmie - poiché non è certo dato sapere il significato di alcuni idiomi della lingua draconica e, se pure fosse, nessun umano ne conosce i dialetti e i segreti più profondi - di Sigieth, il Bibliotecario chiamato alle incombenze d'un inserviente, pure. No. Il vuoto continua a regnare, e i fili di grano che dipartono dal capo alle spalle di chi è poco più che viandante, quassù, ormai, danzano frenetici agitandosi nell'aria al pari delle vesti, che parrebbero dichiarare al mondo l'intento funereo dell'uomo che le indossa, piuttosto che limitarsi a cingerne le carni come ci s'aspetterebbe. Disabituato a far le veci del padrone di casa, non ha guardato attorno a sé, prima ancora di dichiararsi di nocche all'ingresso; è per questo che il richiamo del ragazzo, stando a ciò che vede, lo coglie di sorpresa. Non v'è traccia di stupore, ovviamente, fra le rughe del volto maschile [Sangue Freddo III], né si paleserà quando l'intera figura massiccia ruoterà in direzione di Ayren, per permettere allo sguardo di metterlo totalmente a fuoco. Fa alcuni passi verso il lascito di Azhael e, pur ancora ignorandone l'età, le doti, le conoscenze e poi chissà cosa, in poco più d'un istante ha già compreso. Nessuno gli ha detto come riconoscerlo: e se lo avessero fatto, alcuna ragionevole descrizione avrebbe potuto prepararlo a una somiglianza tanto ostentata. Sfacciata, perfino. Egli non ha scambiato considerevoli occhiate col Rosso, ma è uno che assorbe facilmente i dettagli. E questo giovanotto ha ereditato i tratti somatici maggiormente evidenti. Se pure al nostro sorgessero dubbi, la veste indossata dal fanciullo, del quale acquisisce particolari mano a mano che gli si accosta, glieli smonterebbe un per uno. Poiché si vengono incontro l'un l'altro, è probabile che ben presto le distanze si riducano miseramente. Quando saranno prossimi al punto che allungare un braccio equivarrebbe a toccargli una spalla, allora gli risponderebbe: ''Sto cercando te'' con voce quieta. Il medaglione dalle gocce rosse è una chicca che gli fa levare un angolo delle labbra all'insù. ''Io sono Fehrer.''
AYREN [loggia draconica | spiazzo] Un passo dopo l'altro, il ragazzo accorcia le distanze cercando di carpire il maggior numero di dettagli possibili della persona che gli sta venendo incontro, man mano che l'uomo si fa più vicino. Col ridursi dei metri, il viso dell'uomo si rivela come quello di un adulto di bell'aspetto, con quei capelli biondi che fanno netto contrasto con le vesti nere. E, agli occhi del giovane, sono proprio quelle vesti a dare alla figura un'aria minacciosa, ancor più che se impugnasse delle armi. Tuttavia, il prescelto è mosso da un istinto incosciente e va incontro ad una possibile minaccia senza ragionare sul fatto che potrebbe esserlo realmente. Aine l'ha messo in guardia, ma, si sa, i giovani, anche quelli che hanno la pazienza di ascoltare, poi fanno sempre quello che vogliono, senza badare ai consigli. Ayren è così, probabilmente per colpa del sangue vichingo che gli colma le vene, o forse a causa dell'influenza di Vesnah, o ancora per essere cresciuto in solitudine come un animale... Insomma, si butta, senza timore, senza valutare ancora il rischio con le dovute precauzioni. Imparerà a fare anche quello, prima o poi. Giunto ad una falcata dallo straniero, quando entrambi avranno arrestato l'ultimo passo, ne ascolta la voce quieta e gli occhi si spalancano in un'espressione sorpresa. ''E come sapevi che fossi io ad aver scritto?!'' domanda d'istinto, stupito. ''Io sono Ayren'', conferma subito dopo, allungando una mano verso l'uomo e attendendo che questi gliela stringa. ''Grazie di essere venuto tanto presto! Questo vuol dire che farai quanto ho chiesto? Mi insegnerai a difendermi?'' Usa la stessa frase usata con Aingeal, preferendo mascherare la voglia di offendere dietro ad una falsa - ma credibile - necessità di doversi proteggere dal pericolo.
FEHRER [Loggia | Spiazzo] Il fatto che chi ha innanzi - che, secondo un rapido conteggio, non dovrebbe certo avere l'età che invece sbandiera senza titubanze - dimostri l'evidente approssimarsi all'adolescenza e alla maturità, gli fa socchiudere gli occhi, grossomodo quando Ayren parla nuovamente. Affermando, presentandosi e poi chiedendo. Riflette un poco. Lo fa per istinto, trincerandosi dietro un'espressione insondabile, che non ribatte né positivamente né negativamente col silenzio. Haynes. E' sul volto della piccola che si sofferma, pur avendo il ragazzo a una spanna di distanza. Deve passarci più tempo, per l'amor degli dèi, o dalle prime parole azzardate si ritroverà a fare i conti con la cernita dell'abito da indossare e degli uomini da frequentare. Quanto allo Scandinavo: sebbene non gli sorrida, e nulla compia per fargli intendere che l'aiuterà, incrocia semplicemente le braccia all'altezza del petto, studiandolo, sì, ma senza apparire minaccioso o riluttante. La realtà è che quest'idea lo diverte e, come ogni idea del caso, la porterà avanti. ''Perché gli assomigli tanto.'' E senza sottolineare il soggetto o fare particolari riferimenti, al Prescelto risulterà evidente cogliere l'uno e gli altri. Abbassa lo sguardo sulla mano che gli viene offerta e, per non farlo attendere inutilmente, porge la sua, sciogliendo la presa degli arti. Gli stringerebbe l'avambraccio, approfittando dell'occasione per saggiarne le carni e per percepire così la sua fibra. Giusto un poco. ''Con energia'' mormora invitandolo a fare altrettanto. ''Mettiamola così... se hai ereditato l'abilità di tuo padre, e non soltanto i suoi capelli e il suo modo di vestire, io dovrò soltanto aprirti gli occhi.'' Stavolta sì, sorride. Lasciandolo libero di ritrarre il braccio e, se così facesse, ritraendo il suo. ''Ma ho bisogno di farti delle domande, e voglio che tu sia sincero.'' L'ammonisce facendo un cenno d'assenso, a rinvigorire ciò che dice. Chissà cosa passa nella mente di questo ragazzo. E se porta questo medaglione, i suoi sospetti sono fondati. E se i suoi sospetti sono fondati, c'è una buona probabilità che consideri la bestia nella sua testa un flagello, un difetto, un errore del quale neppure parlare. Farebbe per sfiorargli la fronte con due dita e, sempreché non si scostasse, la colpirebbe poi piano. ''E' già lì con te? Chi è?''
AYREN [loggia draconica | spiazzo] Il volto serenamente disteso del ragazzo si incupisce appena, quando le parole di Fehrer gli riportano alla mente la figura del padre che mai ha conosciuto e che mai conoscerà. Si morde il labbro inferiore, giusto il tempo necessario per scacciare i pensieri tristi e tornare a concentrarsi su quello per cui l'uomo è giunto. Lo imita, quando, invece che stringergli la mano, gli afferra l'avambraccio. E, non si fa pregare per mettere in quella stretta tutta la sua forza, così come viene invitato a fare dal combattente biondo. ''Lo conoscevi?'' gli domanda, questa volta con ritrovata serenità, quasi potesse vivere la presenza di Azhael attraverso i ricordi di chi ha condiviso parte della vita con lui. Poi ascolta le parole dello scandinavo, riportando le braccia a riposo dietro la schiena, annuendo con convinzione nel momento in cui gli viene chiesto di essere sincero. Sente bene quel paio di domande, ma, nel preciso istante in cui le due dita gli toccano la fronte, sente altrettanto bene il ruggito della Signora delle Fiamme. Come d'abitudine, non c'è alcuna cortesia nel suo interludio, che stride come una lama d'acciaio arrugginito strisciata contro la pietra. Il fuoco divampa nel cranio del ragazzino e il dolore gli scassa la testa con inaudita violenza. Ayren si ritrae istintivamente dal tocco di Fehrer, facendo un mezzo passo all'indietro, le ginocchia si piegano, le mani corrono rapide a stringere le tempie coi palmi aperti, le palpebre si serrano. **REIETTO!** tuona la bestia, allentando subito dopo la morsa mentale. Il prescelto, senza guardare l'uomo, con gli occhi ancora chiusi e il capo rivolto in basso, mormora appena. ''Sì, è già qui. C'è da sempre.'' Quella è la verità assoluta. ''E'...'' prosegue, prendendo un profondo respiro prima di pronunciarne il nome, come se farlo costasse estrema fatica e potesse causare chissà quale punizione. ''Vesnah.'' Svuotati del tutto i polmoni, il Figlio del Fuoco riassume una posa eretta e torna a guardare l'interlocutore negli occhi, con uno sguardo che è un misto tra il feroce ed il terrorizzato. ''Questo cambia le cose?''
FEHRER [Loggia | Spiazzo] Il Nordico dell'Armrinn, che col tempo ha imparato a vivere di umanità e non soltanto di gelo, interiore e non, comprende la scala di sensazioni che deve provare il ragazzo ora, in quest'istante. Sa quanto sia difficile anche solo accettare d'essergli somigliante, e sa che, talvolta, probabilmente, Ayren non desidera neppure sentirselo dire. Ma sa pure, ed è l'unica cosa che conta, che prima s'abituerà a convivere col paragone forse scomodo con Azhael, prima camperà meglio. Non ribatte verbalmente: annuisce. Lo sguardo dello Scandinavo sarà bastevole a fargli intuire che risponderà anche lui alle sue domande, qualora ce ne fossero. Come se avesse egli stesso il fuoco sulle dita, il giovane si ritrae, allontanandosi da un contatto ch'è assieme miccia e detonatore. Lui rimane col braccio sospeso, osservandolo prendere le distanze al pari d'una bestia ferita. Lentamente l'arto torna al suo posto, lungo il fianco, e il Fantasma rimugina sul suo rapporto col Demonio Nero. ''E per sempre ci resterà.'' O fino alla fine. Di cavaliere o drago. Lui lo sa bene. Vesnah, dunque. Quale disegno mirabile è mai questo? Vesnah. Scuote la testa. Certo il fatto che neghi, in merito alla domanda del Prescelto, non sancisce ignoranza: conosce il nome della Simbionte del defunto Alfiere Rosso, ma no, questo non cambia alcunché. ''No'' rafforza il movimento del capo con un tono secco, sbrigativo. ''Non considerare la Rossa come un essere pregno di sentimenti negativi e malevoli verso di te o, in generale, verso gli umani.'' Il medaglione l'ha privato di alcuni ricordi, comprensivi della Lex e dei suoi ferrei dettami, ma è stato un cromatico anch'egli, e può gettare le basi del suo primo insegnamento. Consigliandolo là dove dovesse vacillare. ''Vesnah è una femmina feroce, una creatura semplicemente superiore. Non possiede ragioni umane né può simularle per attrarti alla sua missione. Vuole usarti, e se la contrasterai limitando il vostro rapporto alla lotta per la supremazia della tua mente, la battaglia è perduta in partenza.'' Sorride ancora. Invitandolo ad avvicinarsi. ''Col tempo imparerai a imporle un patto di sangue. Senza di te, Vesnah non può operare ad Avalon poiché a suo tempo scacciata. Realizzerete un obiettivo condiviso, che ti vedrà servire nel modo migliore possibile il fine che la Rossa ti mostrerà.'' Il sorriso si estingue. E' serio, ora, e per quanto lo riguarda l'argomento è chiuso. Uno più gravoso, preme per abbandonargli la bocca. ''Perché vuoi imparare a combattere?'' Ayren è strumento della via del braccio, e ciò basterebbe e avanzerebbe. Ma c'è qualcosa di più, forse. Che vuole sapere.
AYREN [loggia draconica | spiazzo] Chissà in che modo si conoscevano? Chissà cos'hanno condiviso? Queste ed altre domande ingombrano i pensieri del Prescelto, mentre guarda fisso negli occhi dell'uomo. Egli gli ha ribadito, senza troppi giri di parole, l'abilità del padre; quell'abilità di cui tutti parlano e che lui vorrebbe tanto eguagliare. E il ragazzo si trova a pensare che, se anche il biondo era un Alfiere dei draghi, anche lui deve necessariamente essere un combattente eccezionale. Dunque sarà un ottimo maestro. Certamente lo inizia ad essere con l'ennesima divagazione riguardo Vesnah. Del suo legame con lei gli parleranno fino a farlo stancare, ma il cucciolo comprende che sia necessario ascoltare e cercare di far sua quella e tutte le altre lezioni che verranno. Non sa in che modo, ma sa che Vesnah è necessaria per renderlo invincibile, per far lui il campione che desidera essere, per portare a termine i suoi propositi. ''Non ho mai cercato di contrastarla'', afferma sincero. ''Se la sua forza può divenire la mia, che si accomodi, io non aspetto altro. Può scatenare la sua furia contro i miei nemici? Bene, io non farò proprio niente per impedirglielo!'' E' chiaro che dell'equilibrio che dev'esserci tra drago e cavaliere, Ayren ancora non ha capito nulla. Ma è altrettanto limpido che egli ha ben chiaro dove vuole arrivare. All'ennesima domanda del nordico, il giovane risponde inizialmente con un silenzio. Lo sguardo si sposta verso l'alto, nella tipica espressione di chi sta pensando, e, quando torna a dedicarsi a Fehrer, le labbra si schiudono per rispondere. ''Perché è necessario per chi è destinato alla Via dei cromatici. Perché so che lo devo fare. E perché voglio diventare come lui.'' Anche in questo caso è sincero, seppure abbia omesso il motivo più importante che l'ha spinto in quella direzione. Ma di vendetta è meglio non parlare.
FEHRER [Loggia | Spiazzo] Non può leggergli il pensiero, ma è in grado di intuire la gamma di ragionamenti e domande che starà facendosi. O delle sensazioni che si porta dietro dal momento in cui è venuto al mondo. Rancore e gelosia su tutte, nei confronti di quegli individui che abbiano la pretesa di insegnargli la vita, parlandogli d'un padre che non ha potuto conoscere. E la madre? Nivienne, gli dissero. Nivienne era il suo nome. Di lei non potrebbe accennare neppure volendo, ma il fatto stesso che non ne parli, fa credere al Fantasma Nero che Aingeal - chi, altrimenti? - abbia dato al ragazzo almeno parte della verità riguardo alla morte del Vichingo. Non ne parlerà ora, tantomeno getterà riferimenti alle modalità che conosce; questi argomenti verranno dopo, quando le conoscenze reciproche saranno ultimate e, si augura, quando il tarlo del vecchio Alfiere Rosso smetterà di rodergli la fanciullezza. ''D'accordo'' mormora pur guardandolo negli occhi, come se volesse scavargli l'animo e comprendere quanto in profondità sia giunto il tormento. E' tutto rimandato. ''E' necessario. E' vero.'' Glielo concede. E annuisce lentamente, facendo per muoversi verso la Loggia, abbandonandogli il volto e invitandolo a seguirlo. Dovrà parlare alla Dorata, prima di portarlo con sé. Perché è chiaro che, prima ancora di cominciare e di fargli stringere un'arma, dovrà mostrargli com'è che vanno le cose fuor della casa dei draghi. Dove tutto è ovattato, e tutto giunge diversamente. ''Sai qual è la prima lezione che imparano i cromatici, Ayren?'' gli chiederà attendendo che lo affianchi, e allineando eventualmente il passo al suo. Questa è l'ennesima domanda. Ma, al contrario delle altre, non aspetterà una risposta. ''Che i lupi che mangiano per fame, rispettano l'ordine. E' la natura. Tutto il resto è carne da macello, e tu sei in grado di comprendere e di punire.'' Lo guarderebbe di sottecchi. Che questa sia o meno una prova o un 'prevenire', non è dato sapere. ''Ricordalo.''
AYREN [loggia draconica | spiazzo] Il sole dilunga la sua discesa, quasi volesse concedere ai due di terminare il loro incontro prima che il buio venga a nascondere boschi e montagne. Ma il primo colloquio tra allievo e maestro sembra essere appena all'inizio: il nordico parla, spiega, domanda, come se volesse sincerarsi che ogni cosa - secondo chissà quale legge, quale schema - sia in regola, prima di accordare al ragazzino la sua prima lezione di combattimento. Il prescelto è paziente, ma deve faticare per non lasciarsi trasportare dal suo lato istintivo, quello predominante, che spinge da dentro pretendendo tutto e subito. Quella parte di Ayren è già stanca di ascoltare e risponderebbe sbuffando all'ennesima predica di Fehrer, ma quello sbuffo, invero, non lascerà mai le labbra del giovane. Si muove, segue l'uomo, gli si affianca. Annuisce in silenzio all'affermazione dello scandinavo, mentre si trova a riflettere sulle sue parole visualizzando nella mente l'immagine di un branco di lupi. Durano poco. Solo il tempo necessario perché un enorme drago rosso li carbonizzi tutti, per il puro piacere di farlo, senza lasciare nemmeno un pezzo di carne con cui nutrirsi. ''La natura è varia'', replica poco dopo. ''E non esistono solo lupi.'' Due affermazioni che potrebbero essere interpretate nei più svariati modi e che Ayren si guarderà bene da spiegare ulteriormente. Non gli interessa mettere in mostra i moti più violenti del suo animo. Non vuole evidenziare in alcun modo quel lato del suo carattere. ''E qual è la seconda?'' Domanda, riferendosi alle lezioni da imparare, speranzoso che, questa volta, si tratti di qualcosa che non abbia nulla a che vedere con le parole.
FEHRER [Loggia | Spiazzo] Sorridendo e guardando dritto davanti a sé, il Nordico continua sulla strada per accedere alla Loggia. Non manca molto e, se chi gli sta affianco scalpita fisicamente quanto interiormente, compirà le sue stesse falcate per tenere il passo. E' alto, dopotutto, e il sangue è quello del Nord: come aspettarsi un individuo propenso alla filosofia e allo studio? Eppure, per la delusione di Ayren, la lezione pratica non comincerà certo ora. Né domani. E neppure il giorno appresso. Col benestare di Aingeal, il Fantasma ha in mente una serie di insegnamenti da impartire al fanciullo prima che sia pronto a stringere l'acciaio fra le mani e ad essere, così, capace di decretare se un individuo debba o meno continuare a vivere. Infatti, alla domanda del Prescelto, al cui termine potrebbe perfino avvertire la nota speranzosa a margine dell'interrogativo, non ci saranno durezza, acciaio, sangue o parole ad effetto, ma solo altra teoria e altra raccomandazione. ''Esatto. La natura è varia e non esistono solo lupi. Ci sono anche le iene. La seconda lezione è: non devi mai mostrare a una iena il tuo sanguinare.'' Se non si fosse capito, lui vuole esasperarlo, il suo lato nascosto. Tutti ne hanno uno. Quando l'uomo dei ghiacci, nella sua adolescenza, esplose, provato dalla continua arringa del suo maestro, fu divertente. Il suo sedere, flagellato dalla verga di Mellon, non fu lo stesso, ma il vecchio apprezzò la sincerità; e cominciò il vero e proprio addestramento. ''Quando il corpo è ferito, o non sei sereno, la tua mente non tarda a deviare dal cammino. Una legge della vita che non manca di incontrare ora il giusto riscontro: ho fame, dunque fai strada, ragazzo.'' Il sorriso s'allarga e il braccio gli concede il passo, perché apra il portone ed entrino entrambi. Non dirà altro, oggi. Non con le tenebre a rimbeccare loro le caviglie, e non con lo stomaco vuoto.
AYREN [loggia draconica | spiazzo] Cammina, un passo dopo l'altro, nel cuore l'illusione di una prossima lezione con la spada in mano, nello sguardo l'esuberanza tipica dei giovani. Azhael era diverso: era cresciuto con gli insegnamenti di Rume, arcimago del Ragroth; aveva formato la mente ed il corpo ancora prima di raggiungere l'età che ha ora Ayren. E' partito avvantaggiato e, tutto quello che è arrivato dopo, è stato più facile. Il ragazzino, invece, deve fare i conti con la completa mancanza di una formazione di qualsiasi tipo. Il suo corpo cresciuto è solo l'involucro per uno spirito che è più animale che non umano. Istinto. Necessità primarie. E non molto altro. Le nuove parole di Fehrer deludono le sue aspettative e gli sarà ora ben chiaro che, per oggi, non ci sarà nessuna lezione che preveda l'utilizzo di un'arma. Questa volta lo sbuffo esce e si fa ben sentire. ''E va bene'', annuisce rassegnato. ''Come vuoi!'' E, messo alla prova, dà subito mostra di aver compreso quell'ultimo insegnamento, evitando di mostrare il proprio sanguinare al furbo maestro. ''Per di qua'', acconsente, facendo strada all'interno della loggia dei draghi. ''Ma, mentre stuzzichi la tua mente con l'idea di ciò che stai per buttarti nello stomaco, ricordati che per deviare dal cammino è necessario che quel cammino lo si sia intrapreso! E, per ora, mi stai nascondendo la strada verso la sala d'armi con un ingombrante ragnatela di ragionamenti. Non sarà mica che sei troppo vecchio per sudare un po'?'' Sorride alle sue stesse parole, ben consapevole che, in ogni caso, ne sta uscendo sconfitto e, con tutta probabilità, il maestro si divertirà a punire quella sorta di insolenza. Ma, d'altronde, nessuno gli ha mai detto quanto possa essere utile contare fino a cento prima di aprir bocca. Lo imparerà a sue spese. Molto, molto presto.
"Hai fatto un patto col Diavolo; e il Diavolo torna sempre a riscuotere."
Yawp
"...over the rooftops of the world."