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Storie di guerra narrate da Vittorio.............

Ultimo Aggiornamento: 16/01/2024 21:15
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05/12/2014 18:49
 
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Sposterò tra un paio di giorni questo post sull'attualità, perchè sarà molto lungo............

In questi quasi 12 anni passati insieme, dimentichiamo tanti argomenti, tante cose................eppoi chi è arrivato da poco, o legge da qualche anno, non può aver letto alcuni passaggi, a tratti commoventi ( se si riesce a riflettere, leggendo), interessanti e soprattutto reali nella loro forma e sostanza, semplicemente perchè vissuti..................

Appassionato di storia ( soprattutto racchiusa tra il 1920 ed il 1945) ho sollecitato più volte il caro Vittorio negli anni, con domande su cosa ricordasse di un certo periodo vissuto a Genova durante la guerra e non solo: dopo il primo suo racconto, mi balenò in testa di spronare di più il caro amico di Porto San Giorgio, e così finì che ho raccolto e rilegato tutti i suoi racconti..............

Se avrete voglia di leggerli, fatelo con tanta attenzione, perchè merita davvero questo piccolo volume raccontanto in tutti questi anni..........

Vi propongo il primo, quando chiesi a Vittorio cosa ricordardasse dello sbarco in Normandia e come era la vita in quegli anni: non ricordo la data, credo fosse il 2002, perchè questa fu la mia prima richiesta storica fatta a Vittorio..............

Ve la riporto integralmente:

Caro Massimo, col passare degli anni i ricordi cominciano ad affievolirsi e dello sbarco in Normandia non ho percezioni precise. Certamente nel giugno del 1944 da pochi mesi rientrato a Genova dalle Marche prima che gli alleati avanzassero e ci dividessero da mio padre che lavorava in Liguria ,le preoccupazioni erano altre.

Imperavano a Genova le scorribande fasciste , io mi iscrissi alla Marina in vista della chiamata alle armi prevista nel 1945. ed ero occupato come già dissi a fare il sale per rimediare qualche spicciolo per comprarmi qualcosa da mangiare come il pane di castagne in un negozio di corso Buenos Ayres. La tessera dava diritto mi pare di ricordare a 150 grammi a testa di pane( 3 panini ) e tutto era razionato.

Mio padre andava a Sestri Levante ove avevano trasferiti gli uffici danneggiati da un bombardamento in via Carignano. Tornava a casa a fine settimana e alla sera ore 19.30 puntuali prima di cena sentivamo radio Londra piano per non farci udire , accovacciati sul pavimento dato che avevamo una radio con mobile . Parlava un certo colonnello Stevens con l'accento inglese dando le notizie della guerra smentendo i bollettini governativi e certamente parlò anche dello sbarco in Normandia. Naturalmente non mancava di mettere in ridicolo Mussolini cosa che rendeva di buon umore mio padre.

Ricordo invece perfettamente e mi è rimasto impresso il 10 giugno del 1940 quando l'Italia entrò in guerra dopo il famoso discorso del Duce a Piazza Venezia che io fra l'altro non sentii

La sera a cena mio padre non piangeva ma ci mancava poco dandoci la notizia. Disse che andavamo verso un disastro . Non concepiva come si potesse fare la guerra alla Francia ricordando che lui ,prigioniero dei tedeschi nel 18' ,fu liberato dai francesi che lo portarono in Francia trattandolo bene dopo mesi passati a mangiar carote crude e pane nero. Pensava che poteva essere di nuovo richiamato alle armi.
Quella sera non cenò nonostante le insistenze di mia mamma e mi viene quasi da commuovermi a ripensare a quei momenti .

La vita però era ancora normale senza restrizioni .Dopo qualche giorno cominciarono dei piccoli bombardamenti serali da aerei francesi ( una o due bombe ), ma era più il disturbo che i danni poichè alla notte non si dormiva e si andava nelle cantine adibite a rifugio appena le sirene suonavano ). Mia mamma aspettava il mio terzo fratello che nacque all'inizio di luglio.

Terminate le scuole mi mandarono il 24 giugno a P.S.Giorgio dagli zii( lo rilevo dalle mie notazioni meteo di un giugno divenuto temporalesco e tempestoso dopo il giorno 10 . Il 23 la temperatura fu 16-19 e ci fu un nubifragio )

Fu quella per me una estate bellissima, si stava ancora bene e non mancava niente. Ero in compagnia di ragazzi e ragazze . Ogni tanto si andava nella campagna di proprietà e poi al mare ; vi erano ancora le paranze con le vele color marrone e un pescatore ci portava qualche volta in mare e io mi mettevo al timone. e alla guerra quasi non si pensava, anzi si era quasi certi di vincerla dopo la sconfitta della Francia.

Questi ricordi così lontani sono riafforati durante la mia recente visita a Genova andando a trovare una mia zia (moglie di un fratello di mia mamma ), che vive ancora in discreta salute a 96 anni in via Assarotti in un grande appartamento .

Le sollecitazioni di Massimo mi hanno così fatto passare un'oretta in questo pomeriggio estivo in compagnia dei miei ricordi e mi sembra impossibile come da quei giorni così lontani sono arrivato al nuovo secolo e come con una vita così mutata e piena di comodità come quella di oggi, si possa essere giunti ad una situazione arida di sentimenti da non rispettarci più l'un l'altro .

Forse ci manca qualcosa di allora come la morale perduta .

Ciao, Massimo e saluti a tutti i tuoi

Vittorio
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Alla nascita del Sole e di sua sorella la Luna, la loro madre morì.............
Così il Sole diede alla Terra il suo corpo dal quale sbocciò tutta la vita.........
......e dal petto di lei tirò fuori le stelle e le lanciò nel cielo notturnoper ricordarsi della sua anima.............
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06/12/2014 16:08
 
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Questo passaggio di Vittorio dovrebbe risalire al 2006, dalla battuta di Vittorio sull'Italia calcistica............

Lo spronai a raccontarmi come visse la visita del Duce a Genova, eppoi se ne uscì con questo bel racconto:

Della visita del Duce a Genova, Massimo, proprio non ricordo nulla, forse perchè mio padre non gli dava importanza e così anche della Giornata della Madre e del Fanciullo .
Ho riletto nel libro che mi desti e che ogni tanto consulto quando mi viene in mente qualcosa.

Di quegli anni anteguerra che ingiustamente sarebbe comunque deplorare come nefasti , ricordo invece " La Befana Fascista " quando andavamo nella Società dove era impiegato mio padre ( la stessa in cui lavorai io e che allora aveva la Direzione a Genova )il pomeriggio del 6 gennaio.

I figli dei dipendenti andavano sul palco in genere a recitare qualche poesia o leggere qualche brano di storia romana. L'unico ricordo abbastanza chiaro che ho è l'anno in cui recitai il famoso "Inno a Roma " e fui molto applaudito.

Poi ci venivano regalati dolci e giocattoli e in quell'anno mi ricordo un trenino col quale giocai molto e un meccano a mio fratello.

Probabilmente, Massimo , anche allora non tutti erano onesti, ma almeno era un partito solo a rubare. E non ti nascondo che nonostante tutto quello che mi fecero passare i fascisti, sarebbe ora che qualcuno ci sbarazzasse di tutti gli avvoltoi che ci girano intorno il cui compito è quello di mettersi i bastoni fra le ruote e non far concludere nulla per dispetto .

Ieri sera dopo aver visto giocare la partita con l'Olanda pensando ai miliardi che guadagnano comincerei a cacciare quella fattispecie di allenatore e Toni in primis,e molti altri a seguire

Nel 1938 vincemmo il 2° campionato del mondo!

Saluti mattinieri!

Vittorio
[Modificato da massimo.z 06/12/2014 16:09]
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07/12/2014 18:47
 
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Questo lo ricordo bene, era il giugno del 2005, e lo scrissi nel pomeriggio, incitando Vittorio a raccontarmi come erano le sue estati durante la guerra...................................leggete un pò!

In queste prime giornate di giugno che sanno poco d'estate, ho pensato a un post non di attualità problematiche ma più riposante ricordando una giornata estiva degli anni 30, quando, finite le scuole con mia mamma e mio fratello venivo a far le vacanze a P. S.Giorgio

Ma non è del mare ancora trasparente sino in profondità al largo o della spiaggia di pochi che voglio parlare , ma di una giornata particolare che attendevo con ansia, quella della trebbiatura del grano molto propagandata a quei tempi.

Avevamo un terreno a mezzadria a circa 7 Km in collina e in un giorno della prima decade di luglio si trebbiava. L'avvenimento per me era quello di alzarmi alle 3 di notte e dopo circa due ore di cammino arrivare all'alba sul posto poichè il lavoro cominciava con le prime luci.

I nostri contadini ci venivano incontro e annunciavano " si può iniziare, i padroni sono arrivati ". Poi ci offrivano una scodella di latte appena munto ( vi erano tre vacche ) e del pane nero fatto il giorno prima di un odore che non dimentico.

Stavo immobile molto tempo a vedere le spighe che venivano messe nella trebbiatrice e poi ne usciva la paglia che formava i covoni, la pula che mi faceva starnutire e il grano che scendeva nei sacchi che venivano prontamente pesati e annotati.

Verso mezzogiorno tutto era finito. si formava all'aperto una gran tavolata coi lavoranti e i contadini del vicinato venuti a dare una mano, come si usava. A noi era riservata una stanza, si iniziava col prosciutto del maiale ammazzato a Natale, poi polenta, pollo o coniglio.

Nel pomeriggio, prima di rimetterci in marcia per il ritorno, si andava per i campi e a me piacevano i pomodori maturi e ne coglievo qualcuno, mentre le mie zie cercavano quelle spighette profumate da mettere nei cassetti della biancheria.

A distanza di così tanto tempo mi sembra quasi impossibile che tutte quelle cose siano perdute e restino solo nella memoria, i miei nonni se ne erano andati da poco assistiti dai famigliari e non dalle badanti come oggi, venute dall'estero ,perchè il senso della famiglia si sta ormai anch'esso perdendo e le ragazze italiane hanno meglio da fare.

Ma quello che mi è rimasto più impresso è quella passeggiata alla fine della notte quando il buio era totale senza luna e l'aria fresca della campagna portava odori che non ho più sentito. Si incontrava qualche carretto di contadini, alle prime luci del giorno, che portavano le verdure al mercato e il sorgere del sole sul mare lo vedevamo dall'alto quasi arrivati.

Allora nemmeno sfiorava la mente che poteva esserci qualche pericolo andare di notte tre donne e due ragazzini in una strada deserta, ove oggi invece ci sono prostitute, spacciatori, ladri,auto di ubriachi che sfrecciano.
Qualcuno dirà, ma c'era la dittatura . Io ,ragazzo, però non me ne ero accorto e quella parola allora non l'avevo mai sentita , forse era proibita.

Vittorio

[Modificato da massimo.z 07/12/2014 18:51]
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08/12/2014 19:50
 
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Questa è una delle ultime mie sollecitazioni a Vittorio, infatti gli chiesi di raccontarmi gli anni '50!

Indipendentemente dalla opportuna segnalazione di Danilo, attendevo vedere lo scenaggiato su Mattei perchè in quell'epoca i miei pensieri erano altri e gli affari della politica se non erano all'ultimo posto erano al penultimo.

Mi ha fatto ricordare gli anni del dopoguerra in cui tutti si era ansiosi di fare e lavorare con tante speranze. Mi ha colpito nella fabbrica di saponi di cui era proprietario ,quando un dipendente dice a Mattei che un operaio non era al lavoro perchè assisteva la moglie malata. Gli rispose " quando hai finito compragli qualcosa e vai a portargliela ".
Oggi avrebbe detto " chiama il medico per una visita di controllo" Questo perchè oggi in molti il senso del dovere non c'è più

Mi è parso che la fine di Mattei fosse dovuta al sabotaggio dell'aereo partito da Catania da parte della mafia assoldata dalle Compagnie petrolifere americane cui faceva concorrenza .

Gli anni 50 erano forse gli ultimi in cui vi era ancora il senso del rispetto delle leggi insegnato ancora nelle scuole come rigidamente avveniva all'epoca del fascismo quando c'era l'espulsione da " tutte le scuole del Regno " per molto meno degli accoltellamenti di oggi.

In quegli anni e precisamente nel 1953 forse anche questo retaggio treni popolari estivi voluti da Mussolini feci un viaggio a Capri organizzato dalle Ferrovie a basso prezzo del quale conservo ancora il foglietto, non vi erano depliant. Erano le grandi soddisfazioni di allora
Un diversivo dalle passeggiate notturne sul Gianicolo a Roma, pieno di lucciole e di gente perbene. Vi abitavo vicino con un affitto che prosciugava molto stipendio. Era un piacere nelle tiepide notti romane gustarsi un gelato su una panchina - non seduti a un tavolino perchè costava troppo

Mattei era uno degli ultimi onesti cui il denaro non era la cosa principale e vedrò con ansia la puntata di stasera.

Allora era anche l'epoca in cui Gronchi era Capo dello Stato e riceveva nella villa sulla Nomentana ,già di Mussolini, dove abitava una bella nota soubrette della quale mi sfugge il nome.
La moglie per non danneggiarlo non ne fece mai parola. Ma del resto sopportarono anche quelle di Kennedy o di Clinton, e donna Rachele Mussolini perchè esisteva ancora una dignità.

Oggi si fa un comunicato stampa con un po' di perfidia ,segno dei tempi del 2000.

Ieri sera da Fazio c'era Mike Buongiorno che quasi si commuoveva perchè è stato mandato via da Mediaset senza neppure un saluto o un ringraziamento del Capo o di qualche altro Dirigente. Questi i rapporti umani di oggi.

Mi ricordo quando i cinema interrompevano i film per trasmettere nelle prime televisioni "Lascia o raddoppia " e qualche volta si andava più per lui che per il film.
E infine una sera del febbraio 1954 quando uscendo dal cinema trovammo Roma sotto la neve, quasi non volevamo rientrare a casa. Le piccole gioie di una volta.

Ma sto diventando troppo lungo.

Buona giornata !

Vittorio

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09/12/2014 17:21
 
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Stasera vi propongo un passaggio avvenuto nel 2004, quando chiesi di raccontare come era una sera negli anni '30................

Caro Massimo i ricordi di quegli anni cominciano ad annebbiarsi ma ci sono ancora dei lampi che mi focalizzano qualcosa di allora.

Una cena degli anni 36-38 in sala da pranzo in 4 (l'ultimo mio fratello doveva ancora nascere) col campanellino per chiamare la domestica a servirci e che a volte me lo litigavo con mio fratello... Mio padre ogni tanto arrivava con un pacchetto di formaggio
- Bel Paese o stracchino - poichè mia mamma ne era allergica e non poteva neppure toccarlo. Ma non si parlava molto.

Quando non avevamo ancora la radio c'era il grammofono coi dischi e le puntine, mia mamma lavorava dopo cena a volte con la macchina da cucire e disturbava... Io con mio fratello giocavamo spesso alla "battaglia navale" molto in voga allora , altre volte mi rileggevo i fumetti di Gordon e l’Uomo mascherato sull'Avventuroso e sempre mia mamma mi diceva che erano letture cattive e mi diceva di andare a letto.

Mai sognato di uscire la sera dopo cenato, verso le 10 a dormire. Soltanto poche volte l'anno a vedere qualche operetta, mi ricordo L'isola dei Campanelli.

Ogni tanto il sabato sera mio padre, dopo aver mugugnato per essere dovuto andare alla riunione del fascio, annunciava che domenica avrebbe preso una Balilla a noleggio per una gita nei dintorni.

Una vita tranquilla senza P.C Tv,telefoni, discussioni politiche.( avere in casa il telefono era ancora una rarità)

A me pareva star bene e le condizioni della famiglia di un impiegato come mio padre anche a vedere oggi mi sembrano discrete. Mia mamma nelle faccende sino all'inizio della guerra era aiutata da una donna di servizio come si chiamavano allora e avevano una loro stanza.
Sino all'inizio della guerra non mi ricordo di aver sentito lamenti per le condizioni di vita.

Saluti di fine anni 30 !

Vittorio

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10/12/2014 12:53
 
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Proseguiamo con i racconti di Vittorio durante il periodo della guerra..........

Stamane vi propongo la sua risposta alla mia richesta di raccontare qualcosa sulla demolizione di tutte le cancellate o ringhiere in ferro, per mancanza di materia prima per la costruzione di carri ed armi.............

La demolizione delle cancellate in ferro me la ricordo perfettamente perchè avvenne in estate quando ero a P.S.Giorgio mi pare nel 1941 anche se la disposizione fu data all'inizio della guerra.

Infatti il giardino della villa ne era tutto recintato e al suo posto ne fu messa una in cemento, una parte della quale resiste ancora fra il caseggiato dove abito e quello vicino costruiti dopo la demolizione della villa nel 1957 . Quando verrai a trovarmi te la farò vedere

Mi viene in mente un episodio di quei tempi quando vi era una diecina di alberi di pere e i ragazzi scavalcavano la cancellata di cemento per rubarle, cosa che con quella di ferro a punta non si poteva e le mie zie erano arrabbiatissime.

Anni fa mi fermò per strada un signore che abita dalle mie parti e parlando mi disse che lui era uno di quelli che faceva parte di quel gruppo che veniva a rubare le pere...

Circa il sapone mi ricordo vagamente che usavamo quello grosso con cui si faceva il bucato ma la cenere non l'ho presente.

Delle cannonate appena iniziata la guerra so che mio padre diceva che le navi si erano ritirate da sole mettendo in dubbio l'azione di quel cacciatorpediniere citato nel bollettino di guerra .

Più importante fu invece il bombardamento navale della mattina del 9 febbraio 1941 quando ero a scuola in via Lomellini, vicolo parallelo a via S.Lorenzo nella cui Cattedrale esiste ancora la bomba che vi entrò senza esplodere. Pensavamo che si trattasse di bombardamento aereo violento dato che i colpi erano senza sosta. Non vi era rifugio e restammo nell'aula.
Anche in quel caso le navi se ne andarono tranquillamente e si seppe che un aereo nel pomeriggio andò a ..cercarle colpendone una .

Eravamo veramente mal messi !

Una buona serata!

Vittorio

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11/12/2014 18:11
 
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A mia precisa richiesta, in una estate di circa 7 anni fa:

Quella lontana estate del 1940

Di quel giorno che mi sembra così lontano, ricordo però benissimo la sera quando ci sedemmo a tavola per la cena con mio padre molto rattristato e che diceva con rammarico come si poteva fare la guerra a quelli che vent'anni prima erano nostri alleati.

Fu l'occasione, piuttosto rara perchè ne parlava poco ,in cui raccontò quando fu fatto prigioniero in Germania e quando scappò finita la guerra 15-18 in Francia e si fermò qualche giorno a Metz dicendo come i francesi lo avessero aiutato molto e ne serbava riconoscenza e si sarebbe fatto esonerare se avessero richiamato la sua classe anche se non più molto giovane.

Pochi giorni dopo il 10 giugno cominciò lo stillicidio degli allarmi notturni per un aereo francese che tutti chiamavano " Pippo" che veniva in ricognizione ma senza mai bombardare. Però si andava ugualmente nella cantina adibita a rifugio e mio padre era sempre più contrariato perchè c'erano spesso riunioni fasciste cui doveva andare essendo capo fabbricato ed aveva anche il compito, con gli allarmi, di invitare tutti al rifugio.

La maggior parte della gente era convinta che la guerra finisse presto, sconfitta la Francia ,e grande preoccupazione non mi pare ci fosse, mio padre era un po' fuori corrente.

Mia mamma era incinta del mio terzo fratello e se ne vergognava un po' e prima che nascesse il 5 luglio ,ci mandò a Porto S.Giorgio il 24 giugno ove restammo sino a tutto settembre spensierati e contenti, visto che le notizie di guerra erano favorevoli . Quell'estate, resta quella dei miei migliori ricordi con le gite in barca a vela, i giri d'Italia sulla sabbia con le biglie , le partite a pallone le gite in bicicletta e poi nella campagna delle mie zie ove i contadini ci accoglievano come re, e le prime simpatie con le ragazze.

La data del 24 giugno l'ho ritrovata nel quaderno delle mie osservazioni meteo che cessavano appunto il 23 giugno. Non ho la memoria cosi ferrea! Un giugno piovoso a Genova quell'anno con molti temporali ed anche il 10 giugno il cielo era coperto con lo scirocco (21-24°)

Allora la scuola era appena finita ed eravamo contenti e a quell'età la guerra non la prendevamo molto seriamente , era per altri, poi però ci si incamminò verso vicende sempre più tristi delle quali ho già parlato....

Un caro saluto , Massimo ,che ogni tanto mi riporti a vivere in anni che ormai si sperdono naufragati nel vivere odierno più comodo ma sempre più privo di quei valori famigliari essenziali che si cerca oggi di seppellire

Vittorio

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12/12/2014 21:40
 
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Un pomeriggio del 2009 chiesi a Vittorio cosa ricordasse di quell'8 settembre 1943, ed ecco prontamente il suo racconto di vita vissuta:

Quel lontano 8 settembre...

mi trovavo, caro Massimo, a Porto S.Giorgio ove mio padre ci aveva mandati a fine 1942, dopo che la nostra casa di Genova in via Cambiaso era stata resa inabitabile dai bombardamenti.

Una estate trascorsa al mare lietamente con altri ragazzi in attesa di riprendere la scuola che allora iniziava il 1° ottobre per tutti ( oggi è uno sconcio vedere ogni regione farle iniziare in giorni diversi per far vedere che anche loro comandano).

Non avevo in effetti la sensazione di quanto stava accadendo se non per qualche notizia via radio che però non seguivo molto.
Quel giorno si diceva che la guerra era finita e mi ricordo che anch'io andai davanti alla stazione dei carabinieri ove c'era una discreta folla con commenti favorevoli. Del Re a Pescara almeno io lo seppi molto tempo dopo e non si diceva che era una fuga ma era andato a costituire il nuovo esercito per combattere i tedeschi .
I carabinieri dicevano di non avere notizie precise su quanto stava accadendo.

Pochi giorni dopo cominciarono a passare treni merci pieni di soldati che dal sud rientravano verso le loro case del nord , avevano fame e quando il treno si fermava, non sempre, qualcuno gli portava del pane.

Noi ragazzi continuammo la vita di spiaggia coi giochi che usavano in quegli anni : le piste sulla sabbia con le biglie e i nomi dei corridori di allora e qualche gita in barca a vela (le paranze con le vele marrone) perchè fu un settembre caldissimo. Ricordo quelle scorribande spensierate lungo la spiaggia inseguendoci con le ragazze , le partite a pallone in campi improvvisati, ignari di quanto sarebbe accaduto poi.

Ad ottobre arrivò l'esercito tedesco e impiantò un comando nel nostro villino. Ci dissero che potevamo restare in un piano ma preferimmo andar via presso alcuni parenti in un paese vicino, anche perchè gli aerei inglesi cominciavano a mitragliare i treni che passavano davanti alla casa.
Allora non avevo un giudizio preciso su quanto accadeva, i giornali non li leggevo e preferivo "L Avventuroso " con l'Uomo mascherato e Gordon di cui conservo ancora alcuni Albi.

Adesso penso che se fossimo rimasti coi tedeschi sino alla fine ,di morte e distruzioni ne
avremmo avuti molti di più e non mi sento quindi di condannare quell'armistizio.
Per quanto riguarda il cosidetto tradimento verso i tedeschi, quegli assassini meritavano ben altro dopo le stragi compiute negli stati europei violando qualsiasi regola. Imbecilli sino all'ultimo almeno non lo siamo stati.

Se ripenso a quell'8 settembre del 1943 mi rendo conto che il ricordarlo è già un premio che mi è stato concesso e ieri sera ho visto il film "Tutti a casa" che mi ha riportato a quei tempi con un po' di nostalgia anche se erano difficili.

Un saluto affettuoso

Vittorio

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14/12/2014 21:23
 
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Dal titolo di Vittorio capirete naturalmente cosa chiesi all'amico di Porto San Giorgio:

Quando c'era Mussolini

Cercando di non spingere pollice verso ..finchè possibile è indiscutibile comunque che quella di Mussolini sia stata una dittatura con avversari politici alcuni uccisi all'inizio, poi inviati al confine ( o in villeggiatura )

In 5a elementare si faceva già a gara a fare temi elogiativi del regime ed io vinsi anche un premio di L. 50 che erano parecchie a metà anni 30 con un tema proprio sul Duce.
Il lavaggio del cervello inizia da bambini i quali non se ne rendono conto sentendo i discorsi dei loro educatori ed eravamo convinti che quello che scrivevamo era giusto .

La società ove lavorava mio padre organizzava feste fra i dipendenti con premi. Una volta recitai "L'inno a Roma " -col sole libero e giocondo - che so ancora a memoria.
D'estate usufruivamo dei treni popolari per andare a P.S.Giorgio e mi pare che non si stesse male. Mio padre negli anni immediatamente prima della guerra ogni tanto pur con lo stipendio di impiegato prendeva la domenica una Balilla a noleggio e facevano delle gite nei dintorni di Genova.

C'era senz'altro ordine niente scioperi e sono restati famosi i treni in orario. I delinquenti restavano in galera per tutto il tempo fissato. Nel campo sociale certamente qualcosa si faceva,poi c'erano le vittorie in Abissinia e in Albania col Re Imperatore e tutti mi sembravamo contenti

A un certo punto però Mussolini divenne megalomane , le frasi dei suoi discorsi cominciarono a comparire sui muri delle case e in qualche paese sperduto ci sono ancora. In una montagna fra Rieti e l'Aquila si può ancora scorgere una enorme scritta DUX fatta con gli alberi.

Mio padre fu consigliato di prendere la tessera del Fascio utile per migliorare la sua posizione e in effetti poi gli servì durante la guerra. Non è che quelli che non l'avevano erano perseguiti ma un po' messi da parte .Io che non andavo alle adunate del sabato fascista (perchè gli insegnanti di educazione fisica mi sembravano prepotenti e mi prendevano in giro perchè non riuscivo a salire la fune ) venivo sistematicamente rinviato a settembre in educazione fisica insieme al disegno cui ero negato

Poi ci fu l'errore decisivo della guerra e se Mussolini avesse mantenuto la neutralità come la Spagna di Franco poteva passare alla storia diversamente (ma sempre dittatore sarebbe restato).

Con la guerra gradualmente fece presa l'odio nelle persone che vedevano la casa distrutta e gli stipendi non bastavano e gli alimentari erano tesserati e si aveva fame. Qui mi fermo perchè il mio discorso diverrebbe troppo negativo anche per fatti personali.

Comunque quello che conta è l'esito finale disastroso.

Non mi è dispiaciuto ricordare un po' tempi lontani se questo aiuta qualcuno ad avere qualche idea in più .

Un saluto a tutti

Vittorio.

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15/12/2014 18:51
 
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Leggiamo questo altro passaggio di Vittorio:

Massimo mi sollecita qualche ulteriore precisazione ed è intanto indubbio che sino all'entrata in guerra le cose andavano abbastanza bene per le varie opere che comportavano un miglioramento della vita, specie in agricoltura ,e la maggior parte degli italiani approvava quello che faceva il fascismo perchè anche il loro tenore di vita migliorava .

Quando però si resta al potere incontrastato per molti anni ,eliminando sia pure in maniera discreta i dissidenti ,e si hanno sempre successi ( Abissinia, Spagna,Albania )ci si monta la testa e la mia opinione è che Mussolini cominciava a perdere lucidità nei giudizi e propendo per l'avidità di partecipare alle trattative del vincitore la decisione di entrare in guerra. Ciano era più dedito alla bella vita che non a rappresentare l'Italia come Ministro degli esteri e non era considerato dai fascisti.

La Germania era l'unica nazione che non aderì alle sanzioni quando andammo alla conquista dell'Abissinia e una vendetta verso la Francia e l'Inghilterra che le proposero, Mussolini non volle farsela sfuggire quando la Germania aveva occupato tutta l'Europa centrale e la guerra sembrava l'avesse vinta.

Non ricordo bene quando ma era stato inventato dai tedeschi un missile bomba che veniva lanciato ogni notte su Londra e che si chiamava U2 e doveva portare alla resa degli inglesi. Da qui poi le ritorsioni dei feroci bombardamenti inglesi sulle città.

Il cartello che Massimo cita diceva precisamente " Quì non si parla di politica ,ma si lavora ".

Il bello della democrazia è che non consente a una stessa persona di restare troppo a lungo in posti di comando e comunque ci sono elezioni.

Vittorio.

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16/12/2014 17:42
 
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Sinceramente non ricordo quale sia stato il mio sfogo, per invitare Vittorio a scrivere questo suo ennesimo racconto.............

Il più bello lo terrò per ultimo, anche perchè ci sono gli auguri di Vittorio per Natale..........

Per Massimo
Ho letto il tuo sfogo e certamente la differenza coi tempi passati è enorme. La disciplina che c'era allora, il rispetto delle leggi oggi vengono scambiati per una limitazione della propria libertà, anche di imbrattare i muri (quelli degli altri, non quelli di casa propria perchè di rispetto ce ne è più poco)
Mi fa ridere poi il rispetto di cui parlano le due Simone, rapite e tenute sotto sequestro-che bel rispetto della vita altrui!.

Molto diversi gli anni lontani,sequestri non ce ne erano, e mi rivedo andare in bicicletta sulla nazionale adriatica o in corso Italia con rare auto ; a P.S.Giorgio non vi erano le scogliere frangiflutti deturpanti e un rimpianto certamente mi viene a ripensare quando,nelle serene giornate d'inverno, mia mamma mi portava nella spiaggia di S.Giuliano (ora tutto cemento) e ci si divertiva coi sassi.

E non mi sono mai dimenticato del contadino che a Porto S.Giorgio si sobbarcava col carrettino a mano 7 Km per portarci frutta e verdura, entrava timoroso col berretto in mano, che si toglieva all'ingresso, e poi magari riceveva rimproveri perchè aveva portato poco.
E così ricordo gli spazzini (sia anziani che giovani come me) che a Roma salivano 6-7 piani per prendere la mondezza alle porte e rovesciarla nei sacchi di juta caricati sulle spalle.
Due esempi questi ,ed è giusto che non sia più così.

Una volta solo pochi andavano in vacanza, non vi erano elettrodomestici e le donne lavoravano tanto in casa. Oggi quasi tutti hanno la possibilità di farsi un bel viaggio però recriminano sempre ,magari che non possono sposarsi perchè i figli costano (!!!) e perdono la libertà di fare quello che gli pare. certo ,l'egoismo è tanto.

Nei primi anni 50 quello che mi restava era per andare al cinema (pagavo per il fitto metà stipendio perchè era quasi un obbligo andare a vivere da soli sposati,anche se in casa c'era posto .

Oggi facendo i conti, caro Massimo, penso che il progresso ci ha dato tante comodità che forse valgono molti cialtroni in più. Le foto di inizio secolo che ci hai fatto vedere, mostrano la vita grama di allora. C'erano più sentimenti, sicuro.
Ma come si fa oggi a vedere (naturalmente parlo per me) i ragazzi che reclamano zaini e quaderni firmati sempre più cari e i genitori comprarglieli, per poi chiedere allo Stato soldi per i libri...

Ma indietro non si torna e dico fortunatamente. Non tutti sono cialtroni, intanto fra noi non ce ne sono, quindi trascorri le giornate senza avvilirti aspettando la prossima perturbazione. E quando verrò nella III decade di ottobre fammi trovare i 13 cm di neve dell'anno scorso .

Un carissimo saluto

Vittorio

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Alla nascita del Sole e di sua sorella la Luna, la loro madre morì.............
Così il Sole diede alla Terra il suo corpo dal quale sbocciò tutta la vita.........
......e dal petto di lei tirò fuori le stelle e le lanciò nel cielo notturnoper ricordarsi della sua anima.............
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17/12/2014 19:10
 
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Qui Vittorio ci ha preso gusto ( faccine)..............

Visto che non vi dispiace leggere qualche episodio di periodi lontani, la notte del black-out mi ha fatto ricordare quella di un novembre di guerra e qualcos'altro.

Nel febbraio del 1944 rientrammo a Genova da P.S.Giorgio e trovammo razionati quasi tutti i generi alimentari e non si trovava neppure il sale, tanto che il Comune decise di aprire per le strade le bocchelle dell'acquedotto marino per distribuire l'acqua salata. Si andava a prenderla coi fiaschi e ci si faceva bollire la pasta e le verdure (oggi non so..)

Quell'estate durante le vacanze mi venne l'idea di fare il sale. In casa vi era un fornello elettrico di riserva e con una prolunga lo misi nel balcone (in casa avrebbe fatto troppa umidità) con un pentolone di acqua di mare tenendolo acceso tutto il giorno. L'evaporazione era lenta e facevo spesso la spola a prendere acqua ,e in 3/4 giorni rimediavo un chilo di sale che andavo a vendere alle bancarelle del mercato nero di Porta Soprana nota per le case chiuse di allora.

Furono quelli i miei primi guadagni!. Mi ci compravo del buon pane di castagne la cui vendita era libera ed era molto caro; lo mangiavo per strada prima di rientrare a casa per non farmi vedere. Poi mi ci comprai 12 quaderni(grossa spesa) per ricopiarci i dati del tempo che dal 1937 scrivevo a matita su un quaderno, ricuperato fra le macerie delle pareti di casa.

In quel quaderno, nel quale ormai ci si legge più poco ,gli ultimi dati sono quelli del 7 novembre 1942. sereno 20-14 tramontana. Il giorno prima coperto-19-18 libecciata. Quell'autunno fu caldo. Media di settembre 22,8 di ottobre 19,1.

La sera del 7 novembre con mia mamma e mio fratello più grande nel balcone ammiravamo il luccichìo delle stelle, nella città buia per l'oscuramento e sembravano tanto vicine con la limpidezza della tramontana .Allora ne io ne mia mamma sapevamo che a nord delle Alpi con tramontana vi è alta pressione,e favoriva gli aerei inglesi, ma mia mamma disse che i bombardamenti avvenivano col bel tempo. Quella sera di 61 anni fa mi è tornata in mente la mattina del black-out quando alzandomi prima delle 6 ho visto tutto buio anche se di stelle se ne vedevano poche per le nuvole.

Alle 2 suonarono le sirene- si dormiva quasi vestiti- e poco dopo nella cantina adibita a rifugio si sentì un sordo boato, cominciò a entrare la polvere e capimmo.

Quel giorno mio padre ci portò alla mensa della Società ove lavorava: ci venne incontro in divisa di gerarca fascista il Direttore,ci abbracciò e disse agli addetti-avanguardisti poco più grandi di me "con questi non osservate le razioni, dategli quello che vogliono". Alla fine tornò a salutarci e lo sentii che diceva a mio padre "dimmi quello di cui hai bisogno. un prestito, un alloggio provvisorio,degli uomini per aiutarti a ricuperare i mobili.."
Allora per la prima e unica volta vidi mio padre piangere.
La sera partimmo per La Spezia ove avevamo dei parenti

Auguro a tutti una buona serata!
Vittorio

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19/12/2014 13:11
 
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Questo è un episodio persino commovente, se raccontato qualche anno fa, ma con i ricordi di una ragazzino di 10 anni, quanti ne aveva Vittorio allora!

Visto che me lo avete chiesto vi racconto un altro episodio che mi è sempre rimasto impresso e che rende un po' l'idea di quegli anni di guerra.

Nei primi anni 40 abitavo a Genova in via Cambiaso in un palazzo di 5 piani con una terrazza condominiale da dove si vedeva il mare e dove avevo messo un anemometro o meglio una banderuola che mi ero costruita con una asticina metallica con infilato uno spesso cartoncino Il termometro era nel balcone di casa . Mio padre era Capo condominio delegato dal partito fascista cui era iscritto per avere vantaggi sul lavoro, pur non condividendo. Il compito era controllare la moralità dei vari condomini e riferire.

Al primo piano abitavano due signorine la cui età valutata da me ragazzo doveva essere di 30/35 anni e mi sembravano...anziane.
Ogni tanto venivano a trovare mia mamma specie quando era nato il mio terzo fratello nel 1940 e avevano sempre un complimento per me ed erano un po' timide, dai modi molto compìti.

Poi verso la metà del 1942 smisero di venire a trovarci e non uscivano neppure più di casa. Un giorno affacciandosi dalla porta mi chiesero se potevo andare a comprargli il pane insieme a quello per la mia famiglia (ci andavo alle 7 del mattino per averlo fresco prima della scuola) e mi diedero la tessera,poichè
era razionato e al ritorno mi regalarono un panino. Fui molto contento e per quasi un mese usufruii di quel panino in più .

Finchè una mattina trovai la porta aperta e vidi tre uomini in borghese che le aiutavano a salire in una macchina.
Quella sera vennero a casa due fascisti in divisa e fecero una litigata terribile con mio padre dalla quale capii soltanto che non avrebbe più fatto il Capo condominio (mia madre mi chiuse in una stanza per farmi capire il meno possibile).

Dopo alcuni giorni, non vedendole più, chiesi a mia madre delle due signorine e mi disse che erano venute a prenderle dei parenti per accompagnarle al loro paese ove erano nate.

Non diedi più peso alla cosa ma appena finita la guerra un giorno i miei genitori ne riparlarono e seppi così che a mio padre fu tolto l'incarico di Capo condominio perchè non aveva segnalato che le due signorine erano ebree .

Allora pensai ai campi di concentramento in Germania e alla bugia di mia mamma per non turbarmi.
E ancora oggi quell'episodio mi è rimasto in mente e con i miei occhi di ragazzo rivedo quelle due signorine così timorose ed educate, sempre ben vestite, e gentili nel chiedermi come andava la scuola e nel regalarmi con un sorriso quel panino che gradivo tanto ....

Un saluto amichevole

Vittorio

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19/12/2014 19:28
 
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Si avvicina il Natale, e quindi, avendo tenuto in serbo come ultimo racconto di Vittorio uno dei più belli ( ma quale di questi non lo è, per chi riesce ad impersonarsi nella vita di quei terribili anni) oggi faccio doppietta e vi propongo questo racconto, quando chiesi a Vittorio di raccontarmi un poco l'8 settembre del 1943:

Ero a Porto S. Giorgio dagli zii dopo la distruzione per bombardamento della casa di Genova. L'estate era trascorsa con un mese di agosto fra i più caldi con pochi ombrelloni sulla spiaggia e noi ragazzi non comprendevamo bene quello che accadeva. Facevamo qualche gita in quelle barche a vela color marrone dette paranze mentre sulla spiaggia allora si usava formare file lunghissime tenendoci per mano e competere con altre squadre ,correndo sulla spiaggia quasi deserta in quei primi giorni di settembre ancora caldissimi, e scambiandoci i compagni o le compagne. A casa si ascoltavano le canzonette di Natalino Otto e del Trio Lescano. In una vecchia agendina però ho ancora gli appunti del tempo di quell'estate e 22.28 erano le temperature di quel caldo 8 settembre.

Alla sera vi era affollamento intorno alla caserma dei carabinieri ,poi nei giorni seguenti cominciarono a passare treni merci da sud verso nord carichi di soldati e non capivamo bene che cosa stava succedendo.

Verso fine settembre vennero i tedeschi e ci cacciarono dal villino ove abitavamo e ci rifugiammo nella casa di campagna dei contadini.

Iniziarono le scuole e qualche volta provai ad andare a Fermo in bicicletta (6 Km in parte in salita) poi un giorno al ritorno fui sorpreso nella strada nazionale parallela alla ferrovia da un mitragliamento di un treno da parte di aerei e mi nascosi in un fosso spaventatissimo.. A scuola non andai più.

L'inverno del 1944 col solo camino a legna, le stanze gelide e il gabinetto fuori ,sono ricordi vivi ma lontani. Mio padre venne a riprenderci con un auto noleggiata per riportarci a Genova, ma a metà febbraio cadde la neve portata da un vento da ovest con barometro (me lo ero portato )sui 745 mill. e le strade erano impraticabili. Mio padre si divertiva a mettere trappole per gli uccellini nella neve e poi li arrostivamo. Dopo il 20 febbraio il tempo migliorò e tornammo a Genova in una nuova casa accolti anche lì da fitte nevicate (giorni 22-23 neve a larghe falde bagnata con temperatura di 1-3).

A distanza di 60 anni quell'armistizio dell'8 settembre ,ricordo che ci illuse, ma per pochi giorni ,sulla fine della guerra . Ripensandoci oggi , certamente era stato gestito male ma ci distingueva comunque e non in senso negativo, da chi andava senza raziocinio verso la distruzione totale .

In questa sera fra un tuono e l'altro ma con poca pioggia che annuncia la fine definitiva dell'estate e impedisce la consueta uscita serale, ho pensato di scrivere qualche riga su un evento storico quasi dimenticato , ma non per chi lo ha vissuto.

Una buona serata a tutti

Vittorio

[Modificato da massimo.z 19/12/2014 19:30]
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20/12/2014 17:53
 
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Devo andare di corsa perchè si avvicina il Natale, ed allora vedrò di postarne qualcuno in più, non ne mancano più tanti..........

70 anni fa l'oscuramento , non farebbe male farlo oggi sulle porcherie che si leggono e si sentono e non sarebbe un attentato alla libertà ma il ritorno a un po' di dignità che allora sembrava l'Italia l'avesse !

Comunque l'oscuramento iniziò prima che noi entrassimo in guerra nel 1940 e mi pare di ricordare che inizialmente riguardasse soltanto l'illuminazione stradale per risparmiare energia e forse anche per fare delle prove in caso di guerra che allora era soltanto la Germania a farla.

Non ricordo però se nelle case iniziò allora o più tardi ma mi ritorna bene in mente che anch'io con i miei partecipai a preparare striscioline di carta coi giornali per metterle in tutte le fessure delle persiane perchè non si vedesse la luce fuori .

L'inaugurazione del grattacielo più alto a 33 piani fu un avvenimento del quale ho un ricordo un po' sbiadito, ma nelle scuole gli insegnanti lo aggiunsero alle varie opere mussoliniane ( paludi pontine,Foro Italico, conquista dell'Etiopia, Albania,) che facevano dell'Italia una potenza mondiale e i grattacieli, primi in Italia erano un onore per Genova e spesso facevamo temi inneggianti al fascismo e ho un gra rammarico di aver a suo tempo distrutto i miei quaderni con quei temi.

Mi pare di aver già detto che una volta, in una gara per i temi migliori, vinsi un libretto di risparmio di L. 50.

Il 1939 mi ricorda anche la prima estate che non andammo a trscorrerla a P.S.Giorgio . Fui rimandato oltre che in Educazione Fisica anche in disegno e i miei non me lo perdonarono e così per un mese andai a ripetizione di disegno ( che odiavo )in un istituto di XX settembre e ricordo come oggi quelle giornate estive calde di Genova e i pomeriggi, quando non avevo lezione , trascorsi alla spiaggia di S.Giuliano con il venticello di scirocco sempre presente, spesso fermo a guardare le onde più corte o più lunghe pensando al mare e ai compagni lontani delle scorribande di P.S.Giorgio...

Per l'educazione fisica dipese dal non aver partecipato alle ore di cultura fascista,( il famoso sabato fascista ) peraltro non obbligatorie.

Quando tornavo negli gli anni successivi a P.S.Giorgio mi inorgoglivo a parlare dei grattacieli di Genova che fra i compagni di giochi soltanto io avevo visto.

E pensavo sempre di poterci andare in cima e vedere Genova da quell'altezza, ove pensavo che qualche volta forse passavano anche le nuvole basse spinte dallo scirocco e trovarmi nella nebbia come quando andavo apposta al Righi...

All'ultimo piano c'era il Caffè Capurro e si pagava molto.. Ma in viaggio di nozze ( allora abitavo e lavoravo a Roma )
fermandomi qualche giorno a Genova, la prima cosa che feci con la mia ragazza ( mi sembrava strano chiamarla moglie ) anch'essa stupefatta , prendemmo quell'ascensore con tutti quei piani e ci sedemmo a prendere una cioccolata. Erano i primi di ottobre , l'aria era tiepida e il panorama immenso , ma fu una grande gioia ( forse esagero) essere lassù , vedere tutta la costa di ponente e respirare l'aria della Superba come ancora si chiamava a quei tempi. E vedere in basso ,piccole , le persone , i tranvai e via Fieschi

Allora bastava poco per essere contenti e pensando a quei giorni perduti mi sembra ,anzi sono certo che oggi viviamo in un altro mondo

Ciao , Massimo, ma non stuzzicarmi troppo......

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20/12/2014 18:03
 
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Eh già, le sollecitazioni che facevo a Vittorio erano alle volte ravvicinate, ma devo ringraziarlo per aver raccontato qualcosa che per quanto mi riguarda ha un grande valore morale, e mi fa fantasticare di essere vissuto a quel tempo..............

Mi sono fatto rilegare un libricino con tutti i suoi racconti che, mancando soltanto 5 giorni a Natale non riuscirò a postare tutti, ma comunque si trovano ancora sul Forum, ma beccare il titolo del post non è facile: di solito cominciavo con Vittorio............ ma non sempre era così!

La vera recessione di tutto
Le sollecitazioni di Massimo non posso lasciarle passare, tanto più che il mese di ottobre del 1944 mi ricorda l'inizio del periodo peggiore per me.
Senza risparmio di parole,questa volta ? E allora fate questa penitenza a leggermi !
Il 1° ottobre cominciarono regolarmente le scuole ed io ero iscritto all'ultimo anno di ragioneria all'Istituto tecnico di Piazza Corridoni.
In classe eravamo 7 perchè chi aveva compiuto 18 anni era di leva mentre per chi era iscritto in marina come me la leva era ritardata di 6 mesi e questo mi salvò.

Tuttavia i fascisti ritenevano che molti evadessero e allora una ventina di giorni dopo l'inizio delle lezioni all'uscita ci presero e portarono nel circolo Tellini presso piazza Tommaseo.
Uno alla volta separatamente cominciarono a interrogarci. Da me volevano sapere quello che dicevano i preti dei fascisti e se avevano collegamenti coi partigiani, ma io non frequentavo la parrocchia e non mi credevano. A un certo punto il capo che sedeva dietro alla scrivania , il cui viso ricordo come se fosse oggi ,spense la luce e sentii arrivarmi due terribili manrovesci sulle guance da stordirmi, poi mi fece portare in un altra stanza ove rimasi qualche ora.

Il Preside dell'Istituto aveva telefonicamente avvertito le famiglie del... rapimento e mia mamma telefonò a mio padre che lavorava a Sestri Levante ove si era trasferito l'ufficio di Genova bombardato.
Mi pare di aver già detto che intervenne verso un gerarca che dispose per il mio rilascio.
In effetti io non ero addentro alle condizioni politiche di allora ma quando tornava mio padre a fine settimana alle 19.45 ascoltava Radio Londra a bassissimo volume per non farsi udire e anch'io con mio fratello ci accovaccevamo per terra con l'orecchio accostato a sentire parlar male di Mussolini e ad avere notizie diverse di come andava la guerra.

Avevo un carta dell'Italia appesa al muro nella quale toglievo le bandierine italiane man mano che gli alleati risalivano lungo l'Italia .

Tornai a scuola ma verso fine novembre mi ripresero, scappai dal tram in corsa, ma avevano già letto il mio indirizzo nella carta d'identità e vennero a casa a prelevarmi fra la disperazione di mia mamma e i vari condomini affacciati alle porte. Per le vie di Albaro andai col fucile puntato alle spalle verso una caserma presso Villa Cambiaso e anche questa volta intervenne il gerarca che poi era il Direttore della Società Terni .

Cominciò allora un periodo particolare per me in quanto i genitori mi vietarono di uscire di casa e sospesi la scuola. Quindi nei mesi che portarono alla liberazione mi estraniai un po' dagli eventi esterni , certamente era chiaro a molti che la guerra era ormai persa, ma quelli di fede fascista fra cui una famiglia che abitava al piano sottostante ove andavo a passare qualche ora con due ragazzi un po' più piccoli, erano convinti che un'arma segreta tirata fuori dalla Germania ci avrebbe fatto vincere.

Può sembrare strana la frequentazione con quella famiglia ma la fiducia che si aveva con i conoscenti anche di idee opposte è sempre stata reciproca e al padre di quei ragazzi, in difficoltà finita la guerra ,abbiamo ricambiato i favori. Poi partì per l'Argentina insieme alla famiglia.

La vigilia di Natale del 1944 a Genova cominciò a nevicare e mi sarebbe piaciuto la notte di Natale andare alla Messa con la neve, ma c'era il coprifuoco e poi non avrei potuto uscire

I mesi successivi acuirono il mio interesse per la meteorologia sempre chiuso in casa ; non potevo neppure più fare il sale con l'acqua di mare e andare a venderlo a Porta Soprana per poi comprarmi un pane di castagne perchè avevo ( avevamo) sempre fame . E di quei giorni ho poco da ricordare, invidiavo mio fratello più piccolo di 2 anni che poteva andare a scuola ed uscire. Mi rileggevo i numeri vecchi dell'Avventuroso con i fumetti di Gordon e l'Uomo Mascherato che ho ancora in una ristampa perchè andarono persi in un trasloco o distrutti da mia mamma che non poteva vederli perchè diseducativi.

In una mattina di aprile alzandomi vidi che all'ingresso della Villa Paradiso di fronte alla casa al posto dei tedeschi di guardia vi erano dei ragazzi italiani col fucile e così vidi i primi partigiani.Il Comando tedesco si era arreso nella notte e dopo alcuni giorni arrivarono le truppe alleate accorso anch'io a salutarle in via Albaro.

Un mio parere sui partigiani come chiede Angelo non ce lo avevo e non ce l'ho ancora ben chiaro e devo prendere per buono quello che ha scritto Pansa in un suo libro. Le vendette ci sono state prima e dopo ma la guerra penso che possa concedere qualche attenuante , in quegli anni con gli orrori della guerra non si poteva sottilizzare.

Ripensando a quegli anni, mi viene da sorridere a sentir parlare di recessione oggi per una crisi finanziaria ,che potrebbe ridurre il tenore di vita , con i negozi pieni di ogni ben di Dio ,e in quegli anni lontani con gli scaffali vuoti. E le lamentele dei pendolari (giuste) ma allora si viaggiava anche nei vagoni merci, e il caro benzina ,il caro pane che allora era una rosetta al giorno per uno.

Forse se ci ridimensioniamo un po' non è male ( naturalmente tutti )

Vi saluto tutti.

Vittorio

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La fine della guerra................

Nell'aprile 1945 abitavamo da un anno in un nuovo appartamento in Albaro dopo che quello precedente in via Cambiaso fu semidistrutto dai bombardamenti del novembre 1942 . Come già raccontai il 1943 lo trascorsi a P.S.Giorgio
Di fronte al nostro palazzo c'era la famosa Villa Bombrini o Paradiso con le sue due grandi logge che dominava la collina di Albaro.Vi si era insediato un Comando tedesco che in una notte prima del 25 aprile fu sloggiato senza colpo ferire dai partigiani.
Una mattina aprendo le persiane al posto delle sentinelle tedesche vidi con sorpresa che vi erano dei ragazzi coi calzoni alla zuava e i fucili a tracolla

Dopo alcuni giorni dalla liberazione i partigiani lasciarono la villa e allora avvenne quello che dilagò in città
La gente alla fame,alla disperazione per i danni delle bombe si diede al saccheggio della villa . Si passavano la voce e arrivavano sempre più numerosi persino coi carretti a c prendere mobili, quadri, suppellettili, lampadari.
Dalla finestra vedevo tutto e mio fratello volle andare anche lui, tornò con un grande orologio da muro francese fra i rimproveri di mia mamma.

Ma questo era il meno perchè poi nelle strade al mattino si trovavano quasi sempre cadaveri di fascisti assassinati per vendetta. Per la verità anch'io, non certo per ucciderli, ma per denunciarli non mi stancai di cercare i due che mi avevano bastonato che ancora ricordo come se li avessi davanti e mi resi conto di essermela scampata bene perchè proprio in quei giorni vennero alla luce le torture della Casa dello Studente ove mi avevano portato e che ho già raccontato.

Ricordo dopo circa un mese dalla liberazione le cariche della polizia e le successive sommosse dei borsari neri di Porta Soprana e Ravecca ai quali anch'io andavo a vendere il sale...e mi rimanevano ormai per poco alcuni privati.
Tuttavia dopo pochi giorni le donne tornavano a rivendere gli alimentari e le sigarette.

Ci furono rapidi processi a fascisti e collaboratori con condanne a morte già prima dell'estate.

A metà maggio tornai a scuola che avevo abbandonata a dicembre, eravamo rimasti in pochi 8 o 10 e la metà ragazze ed anche i professori erano in parte cambiati perchè epurati o nascosti.. Vennero annullati gli esami e a giugno nell'Istituto Tecnico di Piazza Corridoni apparvero i quadri, tutti 6 e il diploma. Finalmente un po' di fortuna !

Dove abitavamo al piano sottostante vi era una famiglia con due ragazzi maschio e fenmmina con un paio d'anni meno di me e nei 5 mesi di segregazione a casa andavo spesso a divertirmi con loro.
Il padre era un gerarca fascista ma ottima persona che ci fu vicino quando mi presero i fascisti e anche dopo. Purtroppo era un po' compromesso e la paura era tanta ; nell'estate partirono per l'Argentina e nel sud-america andarono diverse famiglie

A pensarci ora mi sembrano cose di tempi impossibili, tutti volenterosi di fare perchè d'ora in avanti si sarebbe andati verso il meglio anche se la miseria e le distruzioni erano ovunque
Nei primi giorni dalla Liberazione ci si parlava anche con chi non si conosceva per esprimere le proprie impressioni e speranze e si parlava di come poteva essere il futuro.

Di quei lontani 65 anni fa mi torna in mente quel grande orologio di legno a muro che ora è abbandonato nel ripostiglio-cantina e mi è venuta la voglia di andarlo a rivedere con le sue lancette ferme ( ma per molti anni fu appeso al muro di casa ).
Mi sono un po' commosso ripensando a mia mamma che redarguiva mio fratello.
Una refurtiva del 25 aprile come ricordo.

Vittorio



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Ho ancora quattro racconti da proporvi, e dunque arriveremo proprio alla vigilia di Natale, con gli auguri finali e la filastrocca di Vittorio, abbiate pazienza, poi alla fine lasceremo in evidenza questo lungo post, dandogli un altro nome:

Gli anni 30 erano quelli in cui non si poteva parlar male dei governanti e nei luoghi di lavoro c'erano i cartelli " qui si lavora e non si parla di politica " Chissà se poi erano tanto sbagliati...

I giocattoli di allora erano quelli che a Natale portava Gesù Bambino in fondo al letto. C'era ansia di svegliarsi quella mattina, in fondo al letto ci poteva essere un meccano o dei legnetti per costruzioni, mi ricordo in particolare una trottola che facevo girare tanto pensando che era il sole ,e poi un anno il trenino coi binari, la locomotiva a vapore e il vagoncino col carbone.

Era l'epoca in cui nelle grandi città sorsero i primi grandi magazzini La Rinascente e Upim ma assolutamente senza generi alimentari.

I generi alimentari non avevano segnata la scadenza e per il latte si andava ogni giorno dal lattaio restituendo la bottiglia del giorno prima da 1 lt. o 1/2 lt. Questo durò però anche negli anni 50. ed esisteva soltanto il latte fresco con la panna, quasi burro che veniva a galla bollendolo

D'estate a P.S.Giorgio ancora negli anni 60 il mattino veniva un lattaio con un recipiente d'alluminio e il misurino da 1/4 e si poteva lasciare fuori dalla porta la bottiglia che riempiva per non alzarsi presto.

Vi erano negozi per ogni genere, il pollaiolo uova e polli,il droghiere, macellai a parte per gli agnelli, i lattai coi gelati d'estate o la panna d'inverno, il panettiere (solo pane ) e quindi per la spesa si doveva fare il giro di diversi negozi

Fra i miei passatempi preferiti sui 9-10 anni quando a maggio o giugno arrivavano i primi caldi nel balcone veniva messa la tenda ( marrone) e mi sedevo in terra ; dal mare che vedevo lontano ( allora abitavamo presso le piscine di via Guerrazzi ) veniva un bel venticello. Prendevo un quaderno e la sveglia della cucina, quelle coi numeri grandi e cominciavo a segnare i numeri dei tram che passavano ( quelli della linea e quelli della vettura su un fianco. Segnavo l'ora e aspettavo che ripassasse dopo il giro, vi stavo anche 2-3 ore.
I tempi nel loro giro sia da De Ferrari o da Nervi variavano di poco e si trattava sempre di pochi minuti di differenza. Soltanto qualche volta ricordo ci furono ritardi di mezzora ma per qualche incidente od altro.
I tram avevano un sedile unico ai due lati con le spalle rivolte ai finestrini ma io stavo sempre vicino al tranviere a vedere le manovre.
E poi raccoglievo i biglietti da 50 centesimi per De Ferrari gialli, da 40 blu-viola da piazza Tommaseo ma di quelli ne avevo pochi perchè a quel punto si risaliva a piedi la collina di Albaro e si risparmiava.

Quando si cominciava ad andare alle medie si abbandonavano i calzoni corti e si mettevano quelli alla zuava per diversi anni, le ragazze me le ricordo con vestiti larghi molto colorati a fiori .
Quel nero angoscioso di oggi mi ricorda i lutti quando moriva un parente.io portavo un rettangolino nero sulla giacchetta, mia mamma era tutta di nero per molti mesi. Anche questa una sensibilità scomparsa.
Di ragazze mi ricordo quella che negli anni di guerra abitava al piano di sotto nei mesi in cui non uscivo di casa, poi come già dissi la famiglia partì per l'Argentina perchè il padre era stato fascista e aveva paura. Delle compagne di classe mi ricordo che erano tutte brutte e ci parlavo poco.

Aspettavo invece con ansia di venire al mare a P.S.Giorgio, a luglio . Si partiva col treno alla sera da Genova, all'alba si era sull'adriatico e si vedeva sorgere il sole dal mare. Poi ci ritrovavamo con gli amici /amiche degli anni precedenti e facevamo bei gruppi con gite in bicicletta verso i paesi vicini sulla strada nazionale quasi senza auto. E allora, ma l'ho già ricordato si usava prendersi per mano e fare file lunghissime e più si era meglio era e si dava fastidio a qualcuno quando passevamo !

Un anno all'improvviso venne mio zio (che era ingegnere e lavorava a Livorno ) con una automobile decappotabile di marca francese che noi ragazzi mangevamo con gli occhi. Io e mio fratello chiedemmo a mio zio di farci fare un giro ma rispose sempre che quelle automobili erano per grandi, ci fece solo una volta salire da ferma. Oggi si pretende di guidarle a 15 anni.

Il ricordo di quell'auto è quello che poi , a 35 anni, mi portò a comprare la prima auto una Bianchina decappotabile come quella di mio zio .

Gli anni migliori quando si comincia ad avere i primi sentimenti per le ragazze sono andati perduti con la guerra perchè vi era da pensare ad altro e non ho ricordi di balere .

Questa volta l'ho fatta davvero lunga ma la giornata piovosa è stata favorevole a ripensare a quegli anni lontani anteguerra sui quali metterei volentieri la firma ...

Vittorio

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Alla nascita del Sole e di sua sorella la Luna, la loro madre morì.............
Così il Sole diede alla Terra il suo corpo dal quale sbocciò tutta la vita.........
......e dal petto di lei tirò fuori le stelle e le lanciò nel cielo notturnoper ricordarsi della sua anima.............
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21/12/2014 17:49
 
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E vi aggiungo anche questo passaggio, breve, sempre relativo ai trenini o tram..............

I trenini a scartamento ridotto in Italia ce ne erano diversi sino agli anni 40-50
Mi ricordo Terni-Norcia nella valle Nerina fra i boschi e il fiume, Porto S.Giorgio-Amandola e quello che arrivava a Cortina ( che non ho mai visto )il cui tracciato è diventato in parte pista ciclabile.
I treni di allora erano puliti anche in Italia senza i graffiti che li deturpano , i bagni non erano sporchi e in parte inutilizzabili come capita spesso oggi.

Negli anni anteguerra regnava l'ordine e sopratutto il rispetto delle cose degli altri (compresi i muri delle case oggi insozzati, ma dicono che è arte ), poi certamente c'era l'altra faccia della medaglia che impediva di esprimere apertamente il dissenso verso il governo fascista. Qualcuno andava al confine è vero e qualcuno ci rimetteva anche la vita , ma oggi ne vanno di più al cimitero morti ammazzati dalla delinquenza imperante.

Ma non se come ci ritroviamo oggi è meglio , qualche dubbio più passa il tempo, mi viene ( anni 30 non 40)

saluti svizzeri

Vittorio

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Alla nascita del Sole e di sua sorella la Luna, la loro madre morì.............
Così il Sole diede alla Terra il suo corpo dal quale sbocciò tutta la vita.........
......e dal petto di lei tirò fuori le stelle e le lanciò nel cielo notturnoper ricordarsi della sua anima.............
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22/12/2014 18:42
 
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E stasera vi propongo questo racconto breve, ed uno più lungo:

Ecco il primo:

Caro Massimo,
l'estate del 1943 mi trovavo a P. S.Giorgio dalle zie ove ero stato inviato per proseguire gli studi all'Istituto Tecnico di Fermo dopo che i miei abbandonarono Genova per un paese vicino, causa il bombardamento della casa.
I miei genitori e miei fratelli più piccoli erano comunque venuti intorno al 20 luglio a trovarmi per circa una diecina di giorni.
Il ricordo più vivo che ho è quello di mio padre che appena appresa la notizia alla radio divenne tutto euforico,prese la tessera del fascio,la stracciò davanti a tutti e la buttò nel cesso .
Qualche mese dopo che ripartirono ci fu l'irruzione dei tedeschi che si impossessarono della casa cacciandoci, in modo talmente disgustoso (per usare una parola decente) specie verso le mie zie e sono ricordi che non posso cancellare.
Il tempo di quell'estate, certo che lo ho ancora presente e ho qualche appunto . Il caldo inziò moderato nella III decade di luglio ma non si toccarono 30° e non pioveva mai. L'agosto fu caldissimo in particolare la seconda metà sino a 33° e la pioggia anche allora mancava. I contadini della campagna delle mie zie erano disperati e non ci portavano quasi più niente se non un po' di fichi e pomodori.
Tempi lontani e duri che i giovani di oggi non immaginano ma d'altra parte se una cosa non è vissuta, non se ne può mai farsene un'idea esatta, neppure dal racconto di chi c'era.
Diamogli una attenuante perchè la colpa come tu dici , non è tutta loro.
Grazie del tuo post che mi ha distratto un po' in questo caldo pomeriggio 32°. Ma sarà la volta buona con quel vortice sul Golfo di Genova che giovedì viene indicato dalle ECMF ?

Vittorio

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Alla nascita del Sole e di sua sorella la Luna, la loro madre morì.............
Così il Sole diede alla Terra il suo corpo dal quale sbocciò tutta la vita.........
......e dal petto di lei tirò fuori le stelle e le lanciò nel cielo notturnoper ricordarsi della sua anima.............
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