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Caos, passione e lame..."Sono Eilantia Mc Nell, arciduchessa delle terre libere" (Alla cortese attenzione di Master Yawp) OK

Ultimo Aggiornamento: 30/11/2014 10:27
29/11/2014 23:35
 
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RIASSUNTO

Giunge il momento dei chiarimenti. Okthar finalmente incontra Eilantia Mc Nell, e scopre che lei e la sua Rose, sono la stessa donna. Ne scaturisce un incontro scontro, che degenera, fino al ferimento, seppur lieve, dell'uomo, da parte di Discordia. Terrà duro l'ex ranger, finchè la caotica, stremata da tanta perseveranza, deciderà di gettare la spugna, e gli consentirà di restarle accanto.

COMMENTO

Ringrazio il player di Okthar, per le splendide giocate. Sempre fortemente sentite, intense, vibranti...Mi fermo, se no si monta la testa... [SM=g27836] [SM=g27836]

***

Ferite di poco rilievo, a mio avviso, ma gradirei un giudizio master



OKTHAR [vicoli - ingresso/volto coperto] Non sono vesti eleganti quelle che mostrerà a Palazzo ma l'armatura che - come guardia della biblioteca - è solito indossare. Il volto è però celato dal cappuccio, come il corpo è avvolto nell'ampio manto scuro. Appena uscito dalla porta della biblioteca si imbatte nei cadaveri delle bestie che, solo la notte prima, avevano attaccato la biblioteca. Appaiono>>
OKTHAR né lupi, né uomini ma qualcosa di diverso e mostruoso. Orrendamente mutilati mostravano comunque la loro abbietta forma, che poco o nulla sembrava avere di umano. Quella notte però aveva un compito preciso il Guardiano, un compito che gli avrebbe permesso di mettere al sicuro il luogo che aveva il dovere di proteggere e la donna che amava. Giunto presso il portone d'ingresso bussa due volte, >>
OKTHAR rimuovendo mentre attende il cappuccio dal volto, deciso ad incontrare Lady Eilantia quanto prima.

EILANTIA (stanza della musica) E' la resa dei conti. Non le è bastato vedere le carcasse dei mannari mutilate, e provarne orrore e nausea. Eppure quella visione le ha dato una speranza. Cosa puo' ridurre così due figli della luna? Forse altri. Un vampiro non avrebbe mai fatto tal scempio. Forse l'alleanza è ancora in piedi, tutto sommato. Attende il fu guardiano nella sua stanzetta. Abbigliata con >>
EILANTIA >>estremo sfarzo, come lui non l'ha mai vista, indossa un abito in broccato argento e porpora, di velluto pesante, con finiture preziose alle maniche e sulla scollatura. Indossa i suoi gioielli e reca con sè i suoi veleni ed il suo pugnale, entrambi celati sul lato destro, tra le pieghe della gonna uni, sulla coscia l'altro. Attende ed è seduta, impegnata a suonare una delle sue ballate. >>
EILANTIA >>La piccola poltroncina, al centro della stanza, la mostra di spalle alla porta, con la gonna che sboccia intorno alla vita, appena arrotondata. Le dita sottili scorrono sulle corde tese, pizzicandole e sfiorandole all'occorrenza. Il capo accompagna la melodia, muovendosi appena, e lasciando che le strette treccine arrotolate, mostrino i bagliori dei rubini, alla luce del camino e delle >>
EILANTIA >>torce. Lerch apre all'uomo, che ovviamente è preannunciato. E non indugia davanti al volto conosciuto, che ha veduto con la sua signora sere innanzi ''Prego, seguitemi'' Dirà soltanto, mentre inizierà ad incamminarsi verso la stanza della musica. Camminerà piano, in modo che l'ospite lo segua, e poi, sul piccolo corridoio, busserà tre volte all'uscio ''Arciduchessa, è giunto il vostro ospite'' >>
EILANTIA >>Ed Okthar potrà sentire solo una delicata melodia uscire dalla stanza, e quando Lerch aprirà l'uscio, i suoi occhi color tempesta vedranno quella schiena delicata e quelle braccia armoniose, che non smetteranno di suonare, finchè il servitore non si chiuderà la porta alle spalle. Solo allora resteranno come sospese, in quella stanza meravigliosa, piena d'arazzi e mobili pregiati, che solo>>
EILANTIA >>lady Mc Nell puo' possedere.

OKTHAR [ingresso - sala della musica] Qualcuno scoppierebbe a ridere nel vederlo apprestarsi a quel compito diplomatico - Serafin, ad esempio - eppure il nordico è determinato, e per nulla intenzionato a eccedere in cortigianerie. Sotto l'ampio manto scuro veste l'armatura leggera e reca con sé la spada - fianco sx - e lo scudo dietro la schiena. Non ha intenzione che mostrarsi per quello che è,>>
OKTHAR cercando di convincere la nobildonna più con la determinazione e la schiettezza che con eloquenza e adulazione. ''Sono Okthar MacAsh, sono atteso.'' L'uomo lo accoglierebbe comunque senza bisogno di presentazioni, conducendolo subito presso la sala ove la donna lo attende. La porta della piccola sala si apre, mostrando l'alcova riccamente ammobiliata e facendo giungere con più chiarezza a lui>>
OKTHAR le note della melodia suonata dalla donna. Solo un momento esita sull'uscio il nordico, compiendo poi l'ultimo e definitivo passo che lo porterebbe all'interno, annunciandosi all'Arciduchessa ''Dia Abar Lady Mcnell.'' esordisce mostrandole la necessaria deferenza ''Sono Okthar MacAsh, Gardiano della biblioteca della città su incarico di Lady Rose.'' Non attende ch'ella replichi, tuttavia, e già>
OKTHAR si muove all'interno della sala ''Sono qui per riferire allarmanti avvenimenti.'' Prosegue, osservando il ricco abito della donna e la figura sensuale di lei.

EILANTIA (stanza delle musica) Certo non puo' sapere il povero gaelico che non vi è alcuna donna, oltre lei, ad acconciare i capelli in tal guisa. E' non vi è peggior cieco, di chi non vuol vedere. E lui certo non è la sua amata che desidera incontrare lì, in quella stanza, dai profumi inebrianti. Quello delle spezie dell'Yppocrasso, e quello dell'essenza di rosa, che indossa. Il piccolo salottino >>
EILANTIA >>sulla destra, accoglie un tavolino pieno d'ampolle e cristalli delicatissimi, per degustare. La chaise longue e le poltrone, accolgono gli ospiti con calore, così come il camino di marmo rosato, che è dal lato opposto. La vetrata che da sul giardino, ha i tendaggi aperti, e lui potrà sbirciare il posto ove si sono amati, tre mesi innanzi. Si alza Discordia, dalla piccola poltrona, lasciando>>
EILANTIA >che le dita alliscino il velluto cangiante. Farà fatica a voltarsi, ed ancor di più a guardarlo negli occhi, sostenendo quello sguardo color cielo in tempesta, mentre sussurra suadente ''Eravate atteso, Okthar MacAsh...lasciate che mi presenti. Sono Eilantia Mc Nell, arciduchessa delle terre libere, custode della biblioteca, e di ogni forma di cultura in questa città. Fui diplomatica in >>
EILANTIA >>questo palazzo, ai tempi del governo di lady Raine. Prima d'allora fui musico di corte, quando Lord Valarmath sedeva sullo scranno. Ora Lord Variniel m'ha tenuta al suo fianco, prima come vicegovernatrice, poi come arciduchessa, a protezione dei beni di Barrington....'' Gira intorno alla poltrona, mostrando la sua bellezza con ostentazione ed eleganza e tenendo fermo il tono di voce, anche>>
EILANTIA >>quando sussurrerà ''Eppure molti, fin dai tempi in cui ero fanciulla a palazzo, mi conoscevano come la Rosa Nera...lady Rose. Nome che ho usato sempre innanzi sconosciuti e sospetti, per tutelare la mia sicurezza...'' E null'altro dirà. Un silenzio, pesante come un macigno, cadrà denso tra loro. (sangue freddo liv3)

OKTHAR [stanza musica] La mente si rifiuta di accettare ciò che l'occhio vede, troppo spesso succede, ed il principio di questo incontro non fa alcuna eccezione. Così non riconoscerebbe nell'esile figura - seppur riccamente vestita - dalle forme seducenti la sua Rose, la donna per la quale amore e passione si mescolavano così strettamente che ormai era impossibile distinguerli. Tutto era nato come>>
OKTHAR gioco forse, una sfida, eppure seppur provenienti da luoghi diversi e lontani si erano trovati spiriti affini, che il destino aveva legato anche contro la loro stessa volontà. Si alza la donna dalla seduta e quel semplice movimento sembrerebbe durare quanto tutta l'eternità, si alza e si volta incontrando con le iridi d'abisso le schegge d'acciaio che animano lo sguardo di lui. Sembrano >>
OKTHAR arrestarsi il cuore, il respiro ed il sangue nelle vene, raggelato come fosse ghiaccio, nel riconoscere nelle fattezze nel volto di lei - ah, quanto era stato cieco! - e nella voce la stessa donna che credeva attenderlo tra le mura, insicure, della biblioteca. Ascolta quindi le parole di lei, palesando lo stupore sul volto e nello sguardo stesso ma senza interrompere mai quella lunga >>
OKTHAR presentazione, alla quale segue un lungo silenzio. ''Lady Eilantia Mcnell, la Rosa Nera...'' ripete lentamente quelle parole, atono, come alla ricerca di un'impossibile smentita da parte di lei stessa. Il volto pallido sembra perdere ancora maggior colore, un rapido sguardo viene lanciato all'uscio alle sue spalle ed un altro all'elsa al suo fianco. Eppure le braccia rimangono abbandonate >>
OKTHAR lungo il corpo, inerti, mentre lo sguardo di lui torna a cercare quello di lei, scivolando lungo i contorni familiari del volto e lungo l'abito che ne nasconde solo in parte la figura. Si arresterebbe infine sul ventre, solo un momento però, tornando subito a rialzarsi sul volto di lei. ''Perché?'' domanda soltanto, apparentemente incapace di dire altro. Scuote la testa quindi, violentemente>>
OKTHAR cercando di avvicinarsi di un passo, e tornando così a parlare, mentre la voce ed il volto riprendono lentamente colore ''Perché fingere così a lungo?'' domanda ''Perché farlo con me, qual'era lo scopo?'' continua a tempestarla di domande come fossero i colpi che mai le sferrerebbe ''Se questi nomi che fate significano ancora qualcosa... perché sono ancora libero e vivo!'' si solleva il tono a >
OKTHAR quelle ultime parole e s'accende lo sguardo. Yoro, le ho parlato di yoro... Non ha maschere ora dinnanzi a lei, e ben poco controllo.

EILANTIA (stanza della musica) ''Perchè?'' Risponde di rimando, facendogli eco. Poi suadente prosegue ''Perchè il primo giorno ho avuto la tua lama alla gola. Perchè era un gioco, all'inizio, tra noi, e non è la prima volta che mi fingo Rose. Perchè sapevo che eri un ranger e connivente con l'isola. Perchè ti ho accolto nella mia casa e dovevo esser sicura non mi facessi troppe domande. Ma soprattutto,>
EILANTIA >>perchè questo governo è alleato con le razze oscure e lady Eilantia avrebbe dovuto...sopprimerti. Sei vivo perchè io ho voluto tu lo fossi, celando la tua identità, ed impedendo ai nostri soldati di fare quello che dovrebbero...eliminarti prima che tu faccia danni.'' Un discorso tagliente, espresso con un tono impassibile, in netto contrasto con l'accoramento dell'uomo ''Un tempo i Rangers >>
EILANTIA >>erano alleati col Caos, ora sono solo dei combattenti isolani, e come tali nemici. Te lo dissi...quella notte...siamo nemici io e te...'' Avanza di qualche passo, appoggiandosi la mano sul grembo. Lo sguardo esita, per un istante, abbassandosi a guardare l'accennata rotondità. Poi torna su di lui, e prosegue ''Te l'avessi detto prima, sarebbe accaduto quello che succederà oggi. Una frattura >>
EILANTIA >>irrecuperabile. D'altronde non potevo proseguire oltre. Non ora che...'' Abbassa ancora lo sguardo ''...attendo un figlio tuo.'' S'irrigidisce la mano sul ventre, così come il tono ''Appartengo a questa città...e sono parte integrante della sua essenza. Il Caos è stata la mia famiglia, il Ductor come una sorella...e lord Variniel, come un fratello. Conosco drow, mannari, vampiri...Tutte le >>
EILANTIA >>razze che perseguiti, hanno tra le loro fila miei amici. Ecco chi è...la madre di tuo figlio.'' E porta anche la seconda mano sul grembo, stavolta sul lato destro, non certa di quale sarà la sua reazione. (sangue freddo liv3)

OKTHAR [stanza musica] Ascolta ancora le parole di lei, parole che tuttavia non può accettare, trovandosi pronto a rispondere ''Quella lama era una sfida, non una minaccia, lo sai bene...'' non mostra esitazione alcuna nel controbattere alle affermazioni di lei ''... altrimenti non avrei superato la notte,'' Non la conosce, non nelle vesti di Eilantia Mcnell - solo un nome negli annunci ufficiali del>>
OKTHAR Governo - e ignora di cosa ella sia capace, benché possa provare ad immaginarlo. ''Perché non l'hai fatto, allora?'' incalza ancora, appigliandosi a quelle domande come un naufrago ad un relitto durante la tempesta. Scuote la testa con vigore alle successive parole di lei ''Non quelli che conosco io, non i miei fratelli.'' Certo Yoro stesso era suo fratello, ma solo finché non decise di >>
OKTHAR abbandonare la Foresta e rivoltarsi contro di essa. ''Speravi di aver trovato un altro Ombra?! Io non sono lui, e loro non saranno mai miei nemici!'' Si difenderà se verranno a cercarlo, questo è certo, ma non alzerà mai per primo la spada contro i difensori della Foresta. Eppure compie un altro passo ancora verso di lei, andando a frapporre una distanza assai breve tra loro. Il tono è fermo e>>
OKTHAR deciso, ed abbandonata la consueta pacatezza si palesa robusto e forte, aspro persino in certe sue sfumature. ''Il Caos che ti ha cresciuta non esiste più'' si alleggerisce appena la favella nel riprendere il discorso ''Sei libera ora, se solo lo vuoi....''poferisce con ingenua convinzione. ''...e anche se non appartengo a questa terra non vi è altro posto, ormai, per me.'' Ignora l'origine del
OKTHAR nebbi e persino, salvo sporadiche voci, le sue funzioni. Eppure, nebbie o meno, non vi è alcun ritorno per lui. ''Avete sempre saputo molto più di quanto mi avete detto...'' constata con una traccia inaspettata di tetro sarcasmo, vedendosi confermare un suo sospetto, poi prosegue con un moto di irritazione ''Amici dici?! Anche quelli che hanno quasi divelto le porte della biblioteca, decisi>>
OKTHAR a sbranarci tutti? Anche loro?'' Crescere e vivere tanto tempo all'ombra del Caos deve averla plagiata, di questo ne è consapevole, ma non può accettarlo. Compie tuttavia quell'ultimo passo che lo separa da lei e - se ella non si sottraesse - andrebbe a poggiare una mano - la dx - sul grembo, tra quelle di lei che sfiorerebbe appena. ''Mio figlio...'' proferisce piano ''Il Fato è beffardo, non è
OKTHAR vero!?''

EILANTIA (stanza della musica) Un altro passo verso di lei e la mano esita sul grembo. Lo ascolta in silenzio. Con la sua rabbia ed il suo dolore. Ne comprende la frustrazione ed il tentativo, forse patetico, di recuperarla, in qualche modo. Di non voler ammettere cosa lei sia. Il tono si mantiene controllato, mentre gli risponde ''Davvero pensi io abbia creduto che te e Yoro poteste avere lo stesso >>
EILANTIA >destino? Suvvia, non sono arrivata qui con il dono dell'ingenuità...'' La voce si vela di sarcasmo, ma poi torna neutro ''Caos che non esiste più? Assopito non significa morto. Il Caos esiste ancora, ed i suoi cavalieri solcano le strade di Barrington. Semplicemente il Governo opera con altri soldati....'' Afferma con decisione ''E se avessi visto bene i corpi fuori dalla biblioteca, avresti >>
EILANTIA >>notato che erano smembrati. Chi pensi che possa fare una cosa così ad un mannaro? Li hai sentiti gli ululati che s'allontanavano? Altre voci? No...Bè. Forse non erano amici quelli a brandelli, ma chi ci ha salvato, si. Ed umani non erano di certo'' Il suo discorso, per quanto ancora da dimostrare, non è attaccabile. Lo vede avvicinarsi ancora e posare la mano sul ventre. Una sensazione di >>
EILANTIA >>benessere, per un istante, s'impossessa di lei, e la voce che sgorga ora, è improvvisamente addolcita ''Un Fato beffardo...In una vita di menzogne e sotterfugi, di intrighi per ragion di stato, lui è l'unica cosa sincera e pura che sta crescendo in me...'' Fa un passo indietro, e la voce torna algida ''Ma ciò non toglie chi sia sua madre. Se venissero a sapere di te, dei tuoi scopi, saresti >>
EILANTIA >>morto. Prima o poi vedranno questa ventre crescere...e chiederanno chi è il padre. Scopriranno chi sei. Non potrò più nasconderlo...'' Un respiro affannato la coglie per un istante ''Devi andar via...o devo...'' Fatica a dirlo, ed è quasi un'esile affermazione che esce dalle labbra tese ''...devo fare in modo che non nasca...'' Non è forse la cosa più giusta? (sangue freddo liv3)

OKTHAR [stanza musica] Non cede di un passo la Rosa Nera, ora non più costretta a nascondersi e dissimulare, così come non sembra voler cedere l'ex ranger, sebbene si senta crollare il terreno sotto i piedi. Ascolta le parole di lei ma non ha più voce per rispondere, e si limita così ad ascoltare guardandola direttamente negli occhi e percependo contro il palmo della mano i leggero gonfiore del>>
OKTHAR grembo ed il suo calore sotto il vestito. Sembra dmenticarsi ora del Caos e delle Razze Oscure - Mannari, Spettri e Vampiri, buoni solo per le favole di paura attorno al fuoco - per concentrarsi solo su di lei e sulla nuova vita che sta prendendo forma in lei. ''Non posso rinunciare a quello che sono, nemmeno per te.'' Proferisce sommessamente ma con fermezza, riprendendo il discorso dopo una>>
OKTHAR brevissima pausa. ''Eppure l'uomo non può dividere ciò che la Dea ha unito...'' Non è della dea dell'isola che parla però, entrambi ne sono consapevoli come lo sono del vivo ricordo del sangue versato per la Morrigan ''Sarò con te, qualunque cosa accada...'' le sue ultime parole gli gelano nuovamente il sangue nelle vene ''Nessuno conosce la mia identità e i miei scopi, eccetto te. Non corre alc
OKTHAR pericolo.'' Scivola la dritta sul ventre alla ricerca della mancina di lei che cercherebbe di stringere nella sua, senza altro aggiungere. ''Non lui deve pagare per la natura dei suoi genitori...'' prosegue ''Non intendo abbandonarvi, ma se sono io che impedisco la sua nascita...'' continua in tono grave, cercando di incatenarne lo sguardo [volontà 1], ''Allora offro la mia vita per la sua.''>>
OKTHAR La mancina andrebbe ad incorciare davanti al petto e a raggiungere il fianco dx, afferrando l'elsa del pugnale ed andando ad estrarlo con opposto movimento. Offre quindi l'arma, con l'elsa rivolta verso di lei, alla donna, porgendolo nel palmo della mancina aperto. ''Nell'Ulster, tra la mia gente, colui che pronuncia la condanna è anche quello che la esegue, Rose...''

EILANTIA (stanza della musica) Si era dimenticata cosa si riesce a fare per amore. Quell'uomo...quel maledetto isolano...offre la sua vita per quella del loro figlio. Tutte le confidenze, le battute, la rabbia, sembrano improvvisamente sciogliersi, come neve al sole. Eppure quello che stanno affrontando ora, è qualcosa di assai più difficile di qualsiasi missione potrebbero assegnarle. Un figlio >>
EILANTIA >>maledetto, povera creatura. Con una madre caotica ed un padre difensore dell'equilibrio. Puo' esserci di peggio? Puo' bastare la morta di Okthar a risolvere ogni cosa? La mandritta s'allontana dal ventre, mentre lascia che la mancina resti tra le dita del gaelico. Raggiunge l'impugnatura della lama, afferrandola con forza, con le dita affusolate. Gli occhi non lasciando quelli dell'uomo>>>
EILANTIA >>mentre sussurra ''Non voglio tu cambi, nè costringerti a scappare ancora...voglio liberarti da questo fardello...'' Avvicina la lama alla gola di Okthar, sempre che non indietreggi, posandola sulla pelle candida ''Vuoi forse morire per noi? Lo vuoi davvero?'' Un sibilo basso ed inquietante, mentre s'avvicina ancora a lui, andando quasi a sfiorargli il corpo col petto. Il profumo di rose lo>>
EILANTIA >>inebrierà adesso. La lama scivola piano sulla gola, da sinistra a destra, lasciando una sottilissima linea rossa. Un taglio superficiale, sempre che lui resti immobile, ma certamente dolorosa ''La tua vita...per quella di nostro figlio...Rose è morta, Okthar...dillo ad Eilantia che la seguirai, perchè suo figlio possa vivere sereno...'' Il sibilo incalza ''Dillo...'' Ed attende lui parli, >>
EILANTIA >>con gli occhi dilatati, il respiro veloce, ma la mano ferma. (sangue freddo liv3)

OKTHAR [stanza musica] Non distoglie lo sguardo da quello di lei, non guardando nemmeno la dritta della donna che va a stringersi attorno all'elsa del pugnale, afferrandolo saldamente. Non mostrerebbe turbamento alcuno nemmeno quando la fredda ed affilata lama andrebbe a toccargli la pelle - lo stesso coltello, ironico no!? - mantenendo quell'espressione impassibile e severa, che ora riaffiora sul >>
OKTHAR volto di lui, le labbra serrate e di lineamenti scolpiti come nel marmo, dall'espressione dura e fredda [Sangue Freddo 3]. Appena un irrigidirsi della mascella quando la lama solcherebbe la pelle di lui, provocando un piccolo taglio dal quale andrebbe a sgorgare un rivolo di sangue. ''Lo voglio.'' Proferisce in tono sommesso ma fermo, percependo il profumo di lei così vicina. La mancina di lui>>
OKTHAR ora - cercherebbe di raggiungere il polso della diritta di lei e di serrare le ditta fermamente attorno ad esso, il movimento sarebbe breve verso l'esterno - dove si dovrebbe trovare la sua dritta dopo aver inciso il collo di lui - e deciso. La diritta invece, abbandonando la mancina di lei, salirebbe ad afferrare la spalla (sx), stringendo anch'essa con decisione e, dopo aver assicurato>>
OKTHAR usa salda presa, di attirararla verso di sé. Cercherebbe le labbra di lei con frenesia improvvisa, sospinto dal bisogno irrefrenabile che la sua sola vicinanza e nuovo sangue versato risvegliano in lui.

EILANTIA (stanza della musica) Sente le dita di lui chiudersi come una morsa sul suo polso, impedendo alla lama di ripassare sulla sua gola, ma lasciandola così, in sospeso nell'aria, come se la sentenza fosse solo rimandata. Quando l'avvicina a sè, non oppone nessuna resistenza, ma struscia il suo corpo su quello dell'uomo, sussurrandogli ''Morirai, Okthar Mc Ash...non puoi sfuggire al tuo Fato...'' >>
EILANTIA >>E dopo quelle parole schiuderà le labbra, lasciando che la frenesia dell'uomo la travolga. La sua lingua scivolerà in lui, assaporandone il gusto familiare. Non allenterà la presa sulla lama, quasi davvero attendesse di baciarlo, per poi finire di sgozzarlo. Eppure l'idea del rivolo di sangue che scorre, di cui le sembra di sentire anche il profumo metallico, infiammerà ancor di più il suo>>>
EILANTIA >>corpo ed il suo bacio, a cui seguiranno morsi sulle labbra, sempre più intensi, fin quando il sangue non bagnerà davvero le sue vermiglie. Solo allora il respiro sarà così affannato ed il battito veloce, da essere percepiti anche dall'uomo.

OKTHAR [stanza musica] Mentre con inusuale frenesia - salvo che nei suoi confronti - la bacia ode le sue parole, alle quali replica a fatica in un sussurro roco e carico di desiderio ''Non oggi.'' Il pugnale che ancora la donna stringe non sembra essere considerato una minaccia, non più o non ancora almeno, e che ella sia Rose O Eilantia la sua brama per lei non sembra essere minimamente scalfita. >>
OKTHAR Ed è - al contrario - forse persino con foga maggiore che la destra sale dalla spalla lungo il collo, fino a raggiungere la nuca e poter immergere le dita nella chioma dall'elegante foggia. Un sussulto gli strappano i morsi di lei sulle labbra, che permetteranno ad entrambi di assaporare il gusto del sangue - il suo, ancora una volta - che bagna le labbra di entrambi. La mancina non ha ancora>>
OKTHAR abbandonato il polso di lei, attorno al quale le dita sarebbero stretti fermamente, ed ora cercherebbe di compiere una torsione in senso orario, ruotando così in quella direzione il polso di lei, finché la donna non fosse costretta a lasciare la presa sull'arma, abbandonandola al suolo. La diritta invece, immersa nella chioma corvina, stringerebbe i capelli di lei per poi dare un leggero>>
OKTHAR strattone in avanti, cercando di allontanare le labbra della donna dalle sue e scoprirne il collo, sul quale scivolerebbero le labbra di lui, assaporando il gusto della sua pelle.

EILANTIA (stanza musica) Non è amore. Certo che non lo è. Solo brama, desiderio fisico, nulla più. Come un mantra se lo ripete, negando l'evidenza. Un'evidenza che la spaventa, perchè non vi è schiavitù maggiore d'un sentimento, e lei non se lo puo' permettere. Non oggi, le intima, e la torsione del polso la costringe, ad un certo punto, a lasciar cadere il pugnale al suolo, il cui suono verrà >>
EILANTIA >>attudito dal tappeto. Non oggi, ed è lui che decide; lui che la serra in un abbraccio feroce; lui che la piega come fosse un giunco in tempesta, per assaporare la sua gola candida. Il sapore del sangue nella bocca le ricorda che lei non appartiene a nessuno, neanche a sè stessa, eppure ha il sentore che lui, volutamente, ignori questa cosa. Che la senta sua, in parte o completamente. Il >>
EILANTIA >>corpo risponde alla bramosia, ormai pronto ad accoglierlo come sempre, ma la mente rifugge, spaventata, questa possibilità. Qualcosa è cambiato. Ha sempre saputo che sarebbe giunto quel giorno, e che l'avrebbe perso. Dannazione e salvezza al contempo, quella prospettiva. Invece il Fato beffardo l'ha legato ancor di più a lei, con quel maledetto figlio. Perchè non la disprezza? Perchè non >>
EILANTIA - >>la rifugge? Le labbra scivolano e lei ansima di piacere, ma un istante dopo punta la mano libera sul di lui petto, sibilando ''Lasciami!'', e tentando di indietreggiare, puntellando il braccio sinistro, per liberarsi dalla morsa di passione, ed agitando il destro per farsi lasciare il polso.

OKTHAR [stanza musica] Il corpo di lei risponde immediatamente alla sua stessa frenesia - quasi violenta questa notte - ed egli stesso ne conosce ormai ogni curva ed ogni segreto, ed è capace di farlo vibrare come farebbe un musicista con il suo strumento. Baci appassionati scivolano lungo il collo di lei - lato sx - fino a raggiungerne la base che verrebbe assaggiata non solo con le labbra ma ora >>
OKTHAR mordendole la pelle chiara e delicata ed a stento riuscendo a controllarsi dal ferirla. La mancina di lei raggiunge il suo petto, provando a spingerlo indietro per allontanarlo, e tuttavia incontrerebbe la resistenza dell'uomo che cercherebbe di mantere l'attuale posizione senza indietreggiare. La voce, arrochita dal desiderio, tornerebbe ora a farsi sentire ''Paura, Eilantia?'' domanda con>>
OKTHAR evidente sarcasmo, cercando di tenere ancora salda la presa sul polso destro. Solleva per un momento il volto, cercande lo sguardo ed azzarda un sorriso ribaldo che ne increspa le labbra ''Dillo ancora. Menti ancora.'' Non le darebbe però il tempo di parlare e - dopo aver portato la destra a cingerne la vita - cercherebbe di attirarla maggiormente a sé, quasi sollevandola mediante la forza>>
OKTHAR delle braccia per sbilanciarla, costringendola a piegare le ginocchia, e cercando poi di spingerla nella direzione opposta - in avanti . perché vada ad incontrare con la schiena il morbido pavimento che riveste il suolo. Cercherebbe di accompagnare quella sua tentata caduta egli stesso, atterrando però con le ginocchia sul tappeto stesso, il sx alla sua destra ed il dx tra le ginocchia di lei.>>
OKTHAR Solo ora le lascia andare il polso dx, cercando però di poggiare la mancina sulla spalla destra di lei, come a bloccarne ogni tentativo di risalita.

EILANTIA (stanza musica) Lui non cede d'un passo. Le chiede se ha paura. Oh si, tanta paura. Ma non di quello che puo' farle. No, quello non la spaventa affatto. Ha paura di quel che prova, di quel corpo che ignora il suo volere, rispondendo gioioso a quell'uomo. Paura delle conseguenze di quell'unione, e di quel figlio che la renderà schiava d'un sentimento eterno. Terrore, che la fa sentire stretta>>
EILANTIA >>in una morsa, finchè la sensazione di soffocamento è prevalente rispetto alle altre. Lo scherno del gaelico le scivola addosso, ben più preoccupata a fuggire da quella stanza e da lui, che non a rispondergli a tono. Potrebbe urlare, ma dovrebbe dar spiegazioni, e lo ucciderebbero. Non è quel che vuole, no. Deve vedersela da sola. Si ritrova sul pavimento. Mani finalmente libere, una gamba>>
EILANTIA >>tra le sue, ed il busto bloccato al suolo. Poggia entrambe le mani a terra, artigliando con le dita il tappeto. Lo fissa con odio, adesso. Non è certo il momento di fare nessun tentativo. Sarebbe inutile e stupido. Eppure non puo' esimersi dall'insultarlo. Se lo innervosisce, presumibilmente, sarà meno attento alle sfumature ''Sei uno stolto, Okthar? Davvero speri di potermi costringere, >>
EILANTIA >>e non pagarne le conseguenze? Vattene ora e forse potrai salvarti. Toccami ancora e non vedrai un altro tramonto. Stupido isolano. Si vede che avete braccia forti e cervello piccolo...'' E' un tono basso, sarcastico, perfettamente controllato, nonostante il respiro affannato denoti minor tranquillità (sangue freddo liv3)

OKTHAR [stanza musica] Concentrato sul volto di lei ignora per il momento altri movimenti, ed al contrario ascolta con attenzione le sue parole, alle quali risponde in tono che pare abbastanza controllato nonostante la foga della situazione. Per quanto desiderio possa esserci - da parte di entrambi - si rende conto che questa non è una notte come le altre. ''Infatti non lo farò, e lo sai... sei tu>>
OKTHAR a volerlo, o avresti già chiamato aiuto.'' Appare convinto delle sue parole, proferite con fermezza e decisione, e tuttavia addolcite dalla mancina che andrebbe fino al volto di lei - lato sx - sfiorando appena il profilo della guancia fino alla tempia e giù a raggiungere il mento. Ne cerca quindi con insistenza lo sguardo, e aggiunge ''Ho accettato il mio destino tempo fa, non c'è salvezza>>
OKTHAR ormai.'' Parole che, forse in forma diversa ella ha già udito, ma che forse ora potrebbe meglio comprendere. Piega quindi la schiena, chinandosi su di lei alla ricerca delle labbra che ancora recano il sapore del suo stesso sangue. [Volontà 1]

EILANTIA (stanza della musica) S'accende ancora di più la rabbia innanzi le sue parole. Rabbiosa con sè stessa, ovviamente, perchè lui ha ragione. Non vuole aiuto. Non vuole salvarsi. Desidera solo che lui la prenda. Ancora ed ancora. Scendono le labbra sulle sue e lei si schiude all'uomo, con rinnovata brama. Lo desidera, oh quanto lo vuole...Ed intanto scivola la mano verso l'ampia gonna, adesso >>
EILANTIA >>allargata. Si piega il ginocchio destro, facendo scivolare il piede verso il proprio gluteo e spingendo la gamba, ora flessa, a strofinarsi contro quella di lui. Un gesto eccitante, mentre la mandritta inizia ad arrotolare la stoffa tra le dita, senza eccessiva velocità, facendo risalire la gonna verso il grembo, quel tanto che basti a poterci infilare la mano sotto. Intanto la lingua >>
EILANTIA >>si muove nella bocca del nordico, esplorandone avida ogni anfratto. Non finge. Non occorre farlo. Tutto il suo corpo è arcuato per farsi possedere. Lo desidera in maniera spasmodica e vorrebbe ucciderlo. Come questo sia possibile, è un mistero che solo una caotica puo' spiegare. Se mai riuscisse a comprenderne lei stessa i meccanismi. I piccoli denti riprendono a mordere le di lui labbra,>>
EILANTIA >>mentre la gola emette dei mugolii di piacere.

OKTHAR [stanza musica] Continua a baciarla, esplorando le labbra e la bocca di lei quanto la donna fa con la sua. La mancina ne accarezza ancora il volto, scendendo fino alla spalla, mentre la destra scivola lungo il fianco sinistro, toccando appena la stoffa, per poi scivolare ad accarezzarne la gamba nuda e ancora distesa. A stento trattiene il proprio desiderio, carezzando la pelle nuda di lei >>
OKTHAR risalendo dal ginocchio e spostandosi verso l'interno, e lasciando pochi dubbi sulla direzione verso la quale lo spinge la sua voglia. Le labbra abbandonano le vermiglie di lei ora, raggiungendo il lobo dell'orecchio sinistro e mordendolo con desiderio, aggiungendo quindi un caldo sussurro ''Sei tu a volermi, dillo!''

EILANTIA (stanza della musica) La mano di lui giunge sulla sua pelle nuda e sale, inesorabile, alla fonte del piacere. Dalla parte opposta la mano della Rosa scansa la stoffa ingombrante e sale a sua volta, sul lato destro, sino a raggiungere la lama. La bocca di lui tortura il lobo e le chiede conferme. Lei non esita, non mente, quando arrochita, replica di rimando ''Si...si, ti voglio..Ti bramo come>>
EILANTIA >>mai nessuno prima...'' E con le dita sottili impugna con decisione il pugnale, all'elsa, sfilandolo lesta, con un piegamento del gomito destro verso l'alto, facendo attenzione che la lama esca perpendicolare per non ferirsi. Successivamente porterà il pugnale lungo il suo fianco, mentre, subito dopo la confessione, andrà a cercare ancora la bocca di lui, mordendogli le labbra e sussurrandoci >
EILANTIA >>sopra ''Ti voglio...ti voglio...'' In una litania roca e sensuale che sembra non avere mai fine. Almeno finchè il braccio destro non porterà la lama, definitivamente al collo dell'uomo, con la punta che pungola sul suo lato sinistro e che, inevitabilmente, gli procurerà un'altra piccola ferita. Solo allora mormorerà ''Muoviti e ti sgozzo...'' con un tono che, curiosamente, sgorgherà >>
EILANTIA >>dalle sue labbra arrochito e carico di desiderio. (sangue freddo liv3)

OKTHAR [stanza musica] Sembra rispondere la giovane donna alla sua stessa passione, arrendendosi ad una confessione di desiderio a stento trattenuto. Ignoa però il nordico azione che sembrano aver tutt'altro scopo, e ricambiando i suoi baci si troverebbe ad avere nuovamente una lama puntata alla gola. ''Questa non è la mia.'' Replicherebbe subito, nascondendo la sorpresa nell'ironia della risposta >>
OKTHAR e del tono della voce stessa - intenzionato a non mostrarle, nonostante tutto, turbamento alcuno - per poi tornare subito a parlare con accento molto più serio ''Fallo, avanti....'' Il tono è fermo, la voce sicura che vibra nel petto, appena affannato nel loquire dal desiderio strozzato.
OKTHAR La dritta continua nel frattempo a risalire lungo la coscia, sfiorando con i polpastrelli la pelle delicata.

EILANTIA (stanza della musica) Glielo dissero una volta, o forse anche più. Non estrarre mai un'arma se non sei assolutamente certa di volerla usare. Un'incertezza che lui sente, se non per empatia, per diretta conoscenza della donna. La mano sale, incurante, mentre lui la sfida, e lei? Cosa le resta da fare, se non ucciderlo o desistere e soccombere? Chiude gli occhi, e fa l'unica cosa che puo' in >>
EILANTIA >>questo frangente. Allontana la punta dal collo e flette completamente il gomito , ruotando ancor più il polso, per portare il pugnale perpendicolare al suolo. Abbassandolo così, sfiora il braccio teso dell'uomo, incidendolo con la punta sull'esterno. Il tentativo è di affondare la lama, con un taglio profondo, che dovrebbe lacerare l�armatura leggera in lunghezza, e giungere al braccio, con una >>
EILANTIA >>ferita superficiale, ma dolorosa. Ci metterà tutta la forza di cui dispone. Lo scopo è quello di fargli cedere il braccio istintivamente e poterlo gettare a terra dal lato sinistro, ruotando il corpo verso quella direzione e facendo leva sulla gamba destra piegata, per scrollarselo di dosso dal lato opposto a quello in cui intende sgattaiolare via. Non appena lui cederà, sarà proprio lo strusciar via e cercare di alzarsi, il suo >>
EILANTIA >>scopo, senza mai, ovviamente, lasciare la lama con la mandritta. (sangue freddo liv3)

OKTHAR [stanza musica] La lama penetra il cuio dell'armatura, costringendo la donna ad esercitare immediatamente una pressione ben maggiore per superare le difese del nordico. L'affilato coltello, passato sul braccio con più forza, penetra alla fine lo strato comunque sottile (//armatura leggera mercato) raggiungendo la pelle e lasciando sul braccio dell'uomo il lungo taglio voluto>>
OKTHAR il dolore improvviso aggredisce il gaelico che solleva il braccio, prendendo l'appoggio e rendendo efficace il tentativo di lei di scrollarselo di dosso e spingerlo verso la sua sinistra. ''Attenta Rose'' si rivolge a lei con il nome noto e familiare, ed evidente sarcasmo ''Finirai per far male a qualcuno.'' Porta immediatamente la mano destra al braccio ferito, macchiando le dita del sottile>>
OKTHAR rivolo di sangue che ne esce. Cerca però subito di rialzarsi, senza perderla più di vista, se non per lanciare uno sguardo al suo pugnale abbandonato ancora sul tappeto, cercando di ignorare ogni sensazione proveniente dal braccio sx offeso [Sangue Freddo 3, Volontà 1].Un brivido freddo gli scorre lungo la schiena mentre una morsa gelida gli attanaglia il cuore, incapace ora di distinguere la >>>
OKTHAR luce dalle tenebre, le menzogne dalla verità.

EILANTIA (stanza della musica) Riesce nell'impresa e si alza lesta, per quanto lo consenta il pugnale ancora stretto nella mandritta e la veste ingombrante tra i piedi. Presumibilmente riuscirà a mettere tra loro qualche passo in più verso la lignea chiusa. In effetti dovrà giungere innanzi quest'ultima, aprirla ed uscire, prima d'essere raggiunta, sempre che lui non si muova, dopo essersi rialzato,>>
EILANTIA >>nel qual caso la troverà, si e no, con la mano diretta verso la maniglia di bronzo.

OKTHAR [stanza musica] Quando lei si muove lui si muove di rimando, cercando di converge verso la porta prima che lossa uscirne. Farebbe quindi per abbandonarsi con la schiena sulla lignea intenzionato così a bloccarla con suo stesso peso ed evitarne l'apertura. Sembra non dar peso alcuno alla superficiale ferita, limitandosi soltanto a serrarsi il braccio sx con la mano destra, e così è pronto a >>
OKTHAR rivolgersi a lei ''Rose o Eilantia in biblioteca non ci torni, non è sicuro.'' D'improvviso sembra recuperare l'argomento per il quale era giunto a Palazzo, grato almeno di poter saltare tutta la speigazione dell'accaduto. Non è la sola, evidentemente, a non essere perfettamente sana.

EILANTIA (stanza della musica) Le blocca l'uscita e lei indietreggia d'un passo, per mettere la lama all'altezza del grembo, con la punta rivolta verso l'uomo. Ne ascolta le parole e sgrana gli occhi. Gli ha inciso la gola, tagliato la protezione in cuoio e ferito il braccio. Lo ha deluso, gli ha mentito, lo ha deriso ed insultato. E lui...si preoccupa di dirle che la biblioteca non è sicura e non >>
EILANTIA >>ci puo' tornare. Alcune treccine sono scivolate sul corpo e lei ne sente i rubini freddi sulla nuca. E' arrossata, agitata e stanca, e la gravidanza non l'aiuta di certo. All'improvviso scoppia a ridere. Una risata cristallina che riempie la stanza e riduce tutta quella battaglia ad una grande farsa. D'altronde quale persona normale reagirebbe come ha fatto lui, al suo comportamento? E' >>
EILANTIA >>pazzo? E' caotico anche lui? Ride, d'una risata piacevole, che via via diviene isterica, finchè il pugnale le trema nella mano e cade in terra. Ride ed indietreggia, mettendo entrambe le mani sul volto per celare la risata sguaiata e le improvvise lacrime che l'accompagnano. E dalla risata, passa ai singhiozzi (maternità liv 54)

OKTHAR [stanza musica] Non capita spesso di sentirla ridere, non in modo così sincero e spontaneo, un suono cristallino del quale il nordico non può che innamorarsi. Viene però colto di sorpresa, che immediata può leggersi anche sul volto, quando la risata viene pervasa da una nota isterica e fa per trasformarsi in pianto. Come sospinto da una molla invisibile il nordico si precipiterebbe a >>
OKTHAR raggiungerla, cingendole la vita con entrambe le braccia. Caldo e lieve il tono di voce con il quale si rivolgerà alla donna ''Sarò con voi, sempre.'' Suggellando in quella promessa la dannazione di entrambi, eppure la loro unica speranza.

EILANTIA (stanza della musica) Sente le mani del gaelico cingerla e le sue parole rassicurarla ''Come posso fare per mandarti via??'' mormora tra i singulti ''Mi mancano solo i veleni....Vuoi davvero che ti uccida?'' Continua a singhiozzare ''Vuoi un pugnale nel cuore? Cosa puo' fermarti? Cosa?'' E teme la risposta, o forse già la sa. Nulla. Nulla potrà fermarlo, soprattutto ora che ha in grembo un >>
EILANTIA >>figlio suo. Nulla, salvo la morte. E poco alla volta i singhiozzi scemano. Scansa le mani, mostrando un volto arrossato e degli occhi lucidi di pianto. Eppure vi è qualcosa di profondamente bello in quel viso sofferente. Una profonda sincerità che accompagna poche parole, appena sussurrate ''Non so se sarei mai riuscita ad ucciderti...ma per certo non ho mai desiderato nessuno come te..''>>
EILANTIA >>E dopo averlo detto si limita a restare silente, col volto appena alzato a fissare quello di lui, occhi negli occhi, come sempre tra loro.

OKTHAR [stanza musica] Non può farlo, non può liberarsi di lui, poiché è stata lei a sceglierlo, a condurlo a prezzo del proprio stesso sangue e del proprio dolore a condurlo fuori dalle tenebre tra le quali si era smarrito. Sarebbe questa la risposta alle domande della donna, una risposta che tuttavia non sarà lui a proferire - non ora - osservando però il volto di lei riemerge nell'aprirsi delle >>
OKTHAR mani come il sole dalle nubi al termine di un violento temporale. Sorride sincero alle sue parole, rispondendo con delicata fermezza ''Non esiste nessuno come me. Solo io.'' Superbia forse la sua o forse una semplice constatazione, consapevole di trovarsi ad agire pericolosamente in una terra a lui avversa. Non aggiunge altro, limitandosi a tenerla stretta e soltanto azzardare un casto bacio>>
OKTHAR sulla fronte, follemente - perché è follia la sua, sopratutto dopo averne conosciuto la reale identità - grato di ciò che il destino gli ha recato in dono.

EILANTIA (stanza della musica) ''Sono così stanca...e tu ferito...'' Sussurra di rimando, dopo aver sorriso alla sua superbia ''Al primo piano c'è la mia stanza. E' una delle più belle del palazzo. Magari per una notte vorrai goderti qualcosa di meglio della cella della biblioteca...'' E senza attendere conferma, andrà ad aprire la lignea per scortarlo al piano superiore, ove avrà modo di vedere dove >>
EILANTIA >>dorme Eilantia. Altro sfarzo. Un letto a baldacchino con trapunte e cuscini di piume. Una bacinella dove sui potrà pulirsi le ferite, e calde coltri dove lei l'aspetterà, dopo essersi denudata. Non vi saranno coltelli a fermarlo quando la prenderà alla luce del caminetto acceso, ma solo gemiti sommessi. L'alba del nuovo giorno gli avrà strappato Rose, ma Eilantia dormirà serena tra i >>
EILANTIA >>cuscini, coi capelli color notte sciolti e sparsi sul candore del lino, ed una mano sul grembo arrotondato.
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Caos è disordine, non confusione. E la Natura non è affatto ordinata.
Basta guardare le increspature della cordigliera..la mescolanza degli alberi, le pietre che si alternano alla rena in baia...
Caos..che crea un'armonia che mozza il fiato.
Eilantia Mc Nell

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°•..·**·. Apocalisse Discordia .·**·..•°

"La diplomazia è l'arte di permettere ad un altro di fare a modo tuo"

°•..·**·.Arciduchessa delle Terre Libere.·**·..•°


Okthar. Una Rosa notturna in un campo di stelle. Siempre. Para Siempre :*


30/11/2014 00:09
 
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Personalmente chiedo al master l'approvazione di quanto segue: [SM=g27824]


Sorride sincero alle sue parole, rispondendo con delicata fermezza ''Non esiste nessuno come me. Solo io.'




D'altra parte la giocata è stata davvero coinvolgente - come al solito - è sentita fino alla fine... non sapevamo dove ci avrebbe condotto, né dove lo faranno le prossime.
Vedremo. [SM=g27828]
30/11/2014 10:27
 
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>> Cliccami << "Ma io non sono molti uomini. Tu non sei con molti uomini. Tu sei con me". [...] "Non ci sono uomini come me. Solo me".



Mi spiace, arrivi in ritardo [SM=g27828]

Ho letto la vostra giocata e, anche in virtù del fatto che ne è nata già una nuova, non scalo nessun punto salute, che Okthar avrebbe appunto recuperato all'incontro seguente. Le ferite sono superficiali: soltanto quella al collo ti chiederà per una giocata ancora di ruolare un piccolo fastidio persistente a ciascun movimento della testa.

Un bell'ok qui? Grazie mille!

Buon gioco a voi!



"Hai fatto un patto col Diavolo; e il Diavolo torna sempre a riscuotere."






Yawp
"...over the rooftops of the world."

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