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[SANITARIUM] Quando la Luna più luminosa della tua vita sorgerà.... (ok)

Ultimo Aggiornamento: 25/11/2014 18:12
22/11/2014 02:03
 
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RIASSUNTO
Edave ha invitato Blazen al sanitarium appena sorto per volere di Estas, si nasconde nel giardino e lascia che il mannaro la cerchi. Scapperà innanzi a lui attraverso il passaggio che porta alle terme, si nasconde, lo chiama, lo invita, come una sirena la sua voce lo guiderà, si nasconderà la donna ma poi si mostrerà a lui. Si guardano, si osservano, le loro anima danzano insieme. La nordica inizia raccontando una storia, il mannaro è curioso...è la loro storia dal momento stesso in cui si sono conosciuti e sino ad ora, a quel presente che entrambi vogliono far diventare futuro. Lei si presenta con i regali che lui le ha mandato, un pugnale, una rosa e un anello. Li pone sui palmi delle mani e sceglie, sceglie lui e il mannaro scegliere lei e il futuro è stabilito

"Quando la Luna più luminosa della tua vita sorgerà ti chiederò di indossar questo anello e di legarti a me per sempre, innanzi al branco e alla Madre Luna"


MOTIVI ASTERISCHI

- Edave in QUESTA GIOCATA giocata ha acquistato due bracciali, uno dei due ora è di Blazen. Posso chiedere agli mdm di inserirli nei nostri inventari?

- Edave suppone per alcune frasi di Gildor nell'incontro avuto con lui (la giocata o è dispersa nel mio pc o nel suo) presume che sia un mannaro e Blazen lo conferma comunicandole che lui è l'alpha del branco.

REGISTRAZIONE

EDAVE Una missiva, solo alcune parole lasciata appesa alla porta di Blazen *Al cantiere del sanitarium, stanotte. E.* poche parole in risposta a quello che lui ha scritto e a quello che ha lasciato per lei. Buio assoluto, si intravede la nuova costruzione, alta, immensa, enorme, non si era mai visto un sanitarium come quello su quelle terre. Non vi è traccia del Decano, non vi sono nemmeno torce accese sui muri che possano in qualche modo indicare dove sia. Ma lei è li. Li che aspetta, seduta, in silenzio rimuginando nel mentre sul suo incontro con Gildor e su alcuni punti che non le sono ben chiari. Il mannaro arrivando vedrà l'ingressi, il portone aperto, la meridiana vicino alla porta, un corridoio che si perde per 4 metri nel buio avanti a lui. E non sentirà nulla se non lo sgocciolare dell'acqua che proviene dal giardino posto in fondo al corridoio verso sinistra. Il DEcano è li, seduto sul primo dei gradini che portano al giardino, in silenzio. I rossi capelli sciolti sulle spalle, un mantello a coprirla e un involto alla sua sinistra. Lo aspetta, forse verrà, forse no solo il proseguire della notte lo racconterà.

BLAZEN [ cantiere sanitarium, corridoio per i giardini ] [ forma homid ] Un orizzonte di verso sembra accogliere lo sguardo del licaone. Un?immensa struttura è sorta al posto di quello che restava del sanitarium. Espira verso l?alto il fumo residuo dai polmoni e tossisce due volte socchiudendo gli occhi. Indossa i solito abiti neri, lerci di sangue e fango e strappati in vari punti a causa degli scontri in baia. Sul capo è tirato il profondo cappuccio, ma la barba incolta comincia ad essere troppo lunga e selvatica persino per uno come lui. Durante la marcia, la lunga bastarda sferraglia di cinghie e ganci, a contatto con il pugnale fissato alla coscia sinistra. La lunga pipa è stretta tra i denti e rilascia l'immancabile aroma di erbe bruciate. Non vede nessuno, non ancora almeno. La struttura sembra ancora disabitata. Il suono dei passi accoglie il licaone all'interno del ventre dell?edificio, rimbalza sulle rocce e si disperde innanzi. Acqua, un suono che ha già sentito in quel posto, liquido prezioso che scorre nelle arterie sottostanti e defluisce, come emorragia, in superficie. Segue quel suono percorrendo un lungo corridoio oscuro, non vede nulla se non la fine del tunnel dove, persino il cielo notturno, sembra essere più luminoso delle tenebre che lo circondano. ? Edave! ?, la chiama mentre l?eco rimbalza contro le volte e si disperde ai quattro venti, proprio mentre sta per richiamarla, la nota: la sagoma che potrebbe riconoscere tra mille, l?unica ombra che brilla di luce propria.

EDAVE (gradini) Immersa in quella quiete, non vi ha ancora messo piede nessuno che non sia lei e ora Blazen, il primo a vedere quanto ha avuto in cambio dall'elfo. Si lascia cullare dal suono dell'acqua che zampilla, non è ancora scesa li sotto, non è scesa perchè non vuole essere sola in quel luogo. Sente i passi rimbombare dentro i locali vuoti e spogli, li sente risuonare a passo di marcia e avvicinarsi con l'impeto che solo Blazen può avere. Si volge appena il capo nella direzione da cui proviene il suono, lascia che l'eco le riporti il suo nome, che venga ripetuto dal sanitarium stesso che prende vita, che si anima per la prima volta dopo il suo ingresso al braccio di estas. Un sorriso, freddo, calcolato alzandosi in piedi e muovendo 5 passi che la portano nei pressi della serra, sa che li è l'ingresso per il punto in cui vorrà scendere. Sorride aprendo appena la porta e rispondendo solo con *Blazen* e lasciando che l'eco della sua voce sia portato a lui che si fa vicino. Un sorriso furbo correndo giù dalle scale che portano in basso, il mantello che svolazza alle sue spalle e i rossi capelli che danzano fra loro attorcigliandosi. Non sa bene nemmeno lei cosa voglia fare ma lo vuole portare giù, vuole che veda con gli occhi di lei ciò che lo circonda, vuole vivere quel momento senza che ci sia nessuno che possa disturbarla. E' egoismo il suo, puro egoismo edonistico, il cuore che le salta in bocca per la velocità di discesa *Blazen* chiamerà alle sue spalle con voce allegra che rimbalzerà di nuovo verso di lui chiamandolo e lasciando che in quel nome si infonda tutto ciò che è dentro la sua anima in quel momento.

BLAZEN [ cantiere sanitarium, scale ] [ forma homid ] E? come sognare, la figura di Edave sembra evanescente, il buio e l?effetto del fumo, il disorientamento causato dal primo passo in una struttura sconosciuta, rendono le movenze dell?umana simili ad uno spettro. Il rosso dei suoi capelli è come un velo, brilla nella notte e si avvolge in mille spire mentre svanisce dietro un?altra porta. "Ehi!" , si acciglia e china il capo a lato fermandosi per un istante "Edave!" . La chiama più forte, insicuro se la sua voce sia stata udita ?? ma dove va? ? mormora tra sé stringendo la pipa tra i denti. Sbuffa via una boccata di fumo e comincia a seguirla accelerando il passo progressivamente e, quando giunge sulla soglia della porta che ha inghiottito Edave, poggia la mandritta contro lo stipite e guarda all?interno. Non sembra esserci molto, solo delle scale e la voce che rimbalza per invitarlo ad entrare. E' come una sirena e, se come loro fosse un demone travestito, non saprebbe come opporsi alla sua voce. Comincia a scendere le scale, la mancina a sfiorare la parete per lasciar abituare gli occhi all?oscurità che diviene più profonda. "Edave!?" , la richiama nell?ombra.

EDAVE (in fondo alle scale) Le batte forte il cuore, è lenta rispetto a lui e ha le gambe più corte, deve metterci tutta la sua volontà per non fermarsi a respirare. Lo sente, lo sente che sta per scendere, sa il Decano che sta per arrivare, lo sa. Ma stanotte non è una ospitaliera, stanotte è solo Edave ed aspetta Blazen in quel gioco in cui lo sta coinvolgendo. Lascerebbe le scarpe in fondo alle scale, le lascerebbe li in quella penombra appena illuminata da una torcia e correrebbe via imboccando il corridoio che si apre solo a destra. I piedi nudi che scalpicciano sul suolo, un sorriso negli occhi e sulle labbra, una bambina come non è da molto tempo che gioca a rimpiantino ma che sa che verrà trovata. Le mani che stringono ciò che porta con sè, la rosa bianca che le ha donato fissata ai capelli, il pugnale alla coscia destra e l'anello che le sbatte sul seno. Una veste bianca, eterea e lascerà cadere il mantello all'ingresso delle terme, delle terme fiocamente illuminate che sono sorte dalla terra dopo l'incanto di Ghadia. E si fermerebbe nascosta come un'ombra dietro una delle sporgenze di roccia *Blazen* direbbe immoilizzandosi e sbirciando mentre cerca di respirare con calma lascianco che il suo nome scivoli sulla vasca di acqua tiepida alla sua sinistra. Osserva il corridoio da cui lui dovrebbe entrare con un sorriso freddo e pacato, è la sua notte e farà come crede, redini in mano e via senza fermarsi.

BLAZEN [ cantiere sanitarium, scale ] [ forma homid ] E'come scendere nelle viscere dell'inferno e per lei, li avrebbe affrontati senza nessuna remora. Scende lentamente rasentando il muro, non ama gli spazi chiusi e quelle scale non lo rilassano affatto. Sente il frusciare di vesti e le risa di piedi nudi che corrono in libertà. Per tre gradini rallenta fino a fermarsi del tutto, è come se temesse di trovarsi in un sogno, ma di nuovo la sua voce lo riporta l'attenzione sul piano materiale. Una luce fioca accompagna l'ultimo tratto, una torcia e della rossa nessuna traccia, solo la propria ombra che danza al ritmo del proprio cuore che pompa sangue ed adrenalina. *Edave* , sussurra questa volta e si accoscia per raccogliere il mantello, lo solleva issandosi in piedi e, dopo pochi passi, varcherà la soglia delle terme. Osserva lo specchio d'acqua e il suo respiro, la voce della vasca che canta di fresco, non la vede ancora, è troppo buio, non per il lupo, ma per l'umano. "Hai perso il mantello" mormora. "E la cosa comincia a piacermi" ghigna divertito immaginando di ritrovarsela nuda di fronte.

EDAVE (terme) Lo osserva, non lo vede, vede solo la sua ombra che la torcia allunga verso di lei, una ombra che sfiora il punto dietro il quale è nascosta. Sorride, trattiene la risata la rossa, è felice in quel momento, felice per la meraviglia in cui lo ha portato, felice di mostrargli cosa ha ottenuto, felice che ci sia lui con lei e non altri. Si sente strana, lo deve ammettere con sè stessa non si è mai comportata così, in modo quasi sbarazzino e lascerebbe che la testa faccia capolino da dietro il suo riparo momentaneo, che i rossi capelli scivolino sulla sua spalla sinistra, che si uniscano a quell'ombra *C'era una volta un lupo* e la sua voce sarebbe un sussurro, sarebbe lo stesso eco delle pareti a portarlo a lui senza che lei debba urlare, la voce sarebbe dolce mentre parla e lascia che sia anche una gamba nuda a sbucare coperta da quella veste bianca rubata ai raggi di luna e mai usata e tenuta per una occasione che lei reputasse degna *e c'era una volta una rossa* continuerebbe sbucando del tutto e rimanendo in piedi innanzi a lui usando l'acciarino per far una scintilla e incendiare una torcia posta sul muro e lasciar che sia il suo profilo a mostrarsi a lui *una città nuda e cruda, una città dove per sopravvivere è necessario saper vivere* parole che scorrerebbero dalle sue labbra mentre gli occhi rimarrebbero fermi sulla luce del fuoco che danza a gettarle ombre sul volto *tutti sapevano che i lupi erano crudeli, temevano per le loro vite ma la rossa non aveva mai pensato questo, aveva lasciato la sua vita in mano a quel lupo* e solo in quel momento si volgerebbe a lui senza alcuna espressione nel viso e lasciando che i verdi occhi puntino i suoi al buio sapendo con chiarezza dove si trovino *parole che corrono una dietro l'altra, parole che rincorrono situazioni, parole che raccontano del desiderio e delle paura, una storia che potrebbe spaventare i bambini*.

BLAZEN [ cantiere sanitarium, terme ] [ forma homid ] Quello spazio sembra stringersi addosso, il disagio di trovarsi sotto terra viene spezzato di nuovo dalla sussurro di Edave. Lo sguardo rincorre l?eco sulle pareti, si prende cura del riverbero seguendolo fedele fino alla fonte di quel suono. Le labbra si deformano in un sorriso, celato dalla lunga barba incolta e dalla pipa stretta tra i denti. Le palpebre si socchiudono e la pupilla si restringe quando le prime scintille avvampano la torcia. La luce ridisegna la sala, i bordi della vasca prendono vita e i riflessi rossastri colorano il soffitto di luci calde ed inquiete. Comincia ad avvicinarsi a lei, il respiro torna regolare e la pipa sbuffa mestamente, segno che il respiro è quasi trattenuto. Ne osserva il volto, il corpo è lei, ma è qualcosa di più. Resta in silenzio per il tempo che serve ad un nuovo sospiro, profondo, portatore di calma. "I lupi non sono crudeli sono esattamente ciò che devono essere" cammina verso di lei fino a fermarsi ad un metro da lei" e lo hai accettato, come ho fatto io della mia vera natura". Le sorride ancora cercando di incastonare il proprio sguardo nel suo come continua la storia" la voce è roca, ma lo sguardo sereno, brilla di forza, ma non di violenza.

EDAVE (Terme) Si volge verso di lui, si volge sorridendo e lasciando che sia il suo sguardo a posarsi su di lui la mano destra che si allungherebbe mentre il passo inizierebbe in sua direzione calibrato dalla sua voce che da il ritmo. Si avvicinerebbe iniziando a girare intorno a lui verso destra, la mano che ne sfiora i contorni senza mai immergersi troppo *Il tempo delle favole era finito da molto* e cercherebbe di arrivare alle sue spalle e di lasciare che la sua mano rimanga posata solo sull'incavo della schiena di lui immobile *Sapeva che legarsi ad un Vanir sarebbe stata la sua fine, sapeva che permettere al lupo di vagare libero la avrebbe fatta soffrire* ma vi è gioia in quella voce che pare cantare per lui mentre le dita si muovono in una danza lungo quella schiena staccandosi per ritrarsi *sapeva però che incatenare il lupo non avrebbe fatto altro che spingerlo a cercare di liberarsi* e rimarrebbe immobile dietro le sue spalle *il tempo che passa ha lasciato le sue idee, i suoi insegnamenti, il tempo che scorre le ha mostrato luoghi che non pensava esistessero, il tempo che passa le ha lasciato addosso quella saggezza che le permette di non temere* gioca con le parole, sono sempre state il suo vanto ed ella le raccoglie in quella storia che è il racconto di ciò che lei è e vuole essere *chiusa dentro una scatola ansiosa, impossibile per chi è nata libera, impossibile anche solo pensarlo perchè doverlo imporre ad alcuno e così la rossa prese una decisione* e la sua mano destra sfilerebbe la rosa bianca dai rossi capelli mentre la sinistra raggiungerebbe il pugnale dono di lui *Non si lega ciò che non può essere legato, se lo si facesse sarebbe come voler stringere fra le mani la sabbia, scivolerebbe via e la rossa ha deciso che la mano terrà la sabbia sul palmo, è vero qualche granello ogni tanto scivolerà via ma sarà cosa da poco in confronto a ciò che rimarrà li con lei* e terrebbe i palmi rivolti in su con quei doni che sono giunti inaspettati osservandolo. Uno sguardo verde e penetrante ma senza stavolta usare nessuna delle sue capacità ma solo parlandogli con gli occhi mentre il suo respiro lieve lascerebbe le labbra con un singolo sospiro *e il lupo..il lupo continua a correre libero ma torna alla sua tana sempre...* direbbepoi lasciando che sia il silenzio a trasportare il suono delle sue ultime parole.

BLAZEN [ cantiere sanitarium, terme ] [ forma homid ] Le fiamme, il loro riflesso sull'acqua, persino le ombre sembrano danzare sulla voce di Edave. Tutto si anima e diviene parte di quel tutto che sembra esulare dalle loro carni, rinasce in un contatto e deflagra nella sensazione di déjà-vu perpetuo. Ascolta quelle parole che raccontano di loro, del rapporto strano che li lega, non è una catena, è un cerchio tracciato nella roccia e che delimita l'intero mondo. Si lascia toccare e resta immobile mentre lo aggira, la percepisce soltanto, ma quella sensazione è potente come se la potesse vedere sotto al sole. Quando le si para innanzi, china lo sguardo e colma l'evidente differenza di altezza e, nel momento in cui i doni che lui stesso le ha fatto vengono palesati, accenna un sorriso e scuote il capo. "Allora alla rossa.questo non servirà", la mano destra si solleverebbe e andrebbe a cingere il pugnale per poterlo afferrare. Se lei non dovesse opporsi, lo rigirerebbe tra le dita soppesandolo "e non credo che sarebbe stato sufficiente a tagliare ciò che non si riesce neanche a capire". Senza staccare lo sguardo da lei, abbasserebbe la mancina verso uno dei sacchetti e scioglierebbe il nodo superiore liberando il lungo legaccio. Compierebbe un altro mezzo passo e , con ambo le mani, tenterebbe di cingerle la vita. Con lentezza avvicinerebbe il viso al suo collo per poterle sussurrare con un filo di voce "ma ora la tua mano è vuota" mormorerebbe mentre ambo le mani del licaone tenterebbero di trafficare dietro la schiena della femmina, nel tentativo di legare alla sua vita, quella cintura d'arme rudimentale. "e questo ti servirà ma non per difenderti da me". Le parole sono soffiate, caute, rispettose. Solleverebbe il capo rimettendosi dritto, ma ambo le mani cercherebbero di restare sui suoi fianchi per non perdere il contatto con il suo corpo.

EDAVE (terme) Lascia che sia lo spazio a comprimersi in un solo secondo, lascia che lui entri in quello spazio vitale e che prenda il pugnale, no non le serve *NOn si può recidere un pensiero, un sentire, non si può nascondere ciò che è talmente palese che non può essere negato* risponderebbe di un soffio lasciando che lui prenda il pugnale senza fare alcuna resistenza e sollevando le braccia per riporre la rosa fra i capelli sopra l'orecchio sinistro mentre i suoi occhi si posano in quelli di Blazen e lascia che la cintura venga legata alla sua vita *Ora entrambe le mie mani sono vuote* mormorerebbe staccando con forza la catenella che porta al collo (potenza +1) e dondolando l'anello che da essa pende e lasciando che le mani di lui restino avvinte a lei *IO mi difenderò perchè tu mi insegnerai a farlo, io mi difenderò per non essere un pericolo per te* e ammettendo la sua debolezza innanzi a lui sarebbe un atto rispettoso da parte di chi come lei è piena e strabordante di orgoglio mentre la mano che non regge l'anello scenderà alla cintura d'armi sfiorandola appena *io non ti lego, ma ti voglio, io non ti chiudo ma non posso immaginare che tu non ci sia* ma non sarebbero parole smelense come ci si potrebbe aspettare ma cariche di una forza assurda che viene direttamente dal suo ventre. NOn direbbe nulla ma solo sfiorerebbe il braccio di lui per attirare l'attenzione del suo sguardo ed indicandogli un involto *Tu sei il perno su cui gira, il perno gira sempre e non si ferma mai e nulla lo può fermare se non sia il moto stesso a terminare.* e alzerebbe la testa per posare lo sguardo sul soffitto per poi posarlo a lui *ma il perno ha bisogno di qualcosa che lo tenga agganciato per non sganciarsi, il perno deve avere un fermi che continui a permettergli di girare ma che lo lasci libero di farlo e io sono questo fermo..prendi cioò che è li Blazen* gli sussurerebbe.


BLAZEN [ cantiere sanitarium, terme ] [ forma homid ] Solo ora nota l'anello d'argento, brilla di rossa fiamma che dondola come una scintilla metallica contro la pelle candida della rossa. La ascolta e un sospiro sembra maledire la scarsa cultura del teutone che, a confronto con Edave, sembra riuscire fare poco più che grugnire, senza saper esprimere realmente ciò che sente. " Edave" fa una pausa mentre cerca nei suoi occhi l'ispirazione "lo sai che non sono tanto bravo con le parole ma una cosa posso garantirtela" , sembra che faccia uno sforzo enorme per raccogliere i concetti "ovunque tu sia, in qualunque direzione ti porti il vento non ci sarà una tana dove chiudere gli occhi se non ci sarai tu con me". Un sorriso liberatorio increspa le labbra e fa sollevare la pipa di qualche centimetro e, quando lei attira l'attenzione sul involto, con un po' di perplessità comincia a scioglierlo tra le sue mani. Afferra i due bracciali tra le dita ed osserva la chiusura a forma di ancora "l'ultima volta che ho preso il mare, ho conosciuto te e sono stato accolto dal branco direi che è il mio simbolo fortunato" . Uno dei bracciali, lucchetto di un pegno, verrebbe posato sulla mano di Edave, mentre l'altro, sganciato e ridotto ad una striscia di cuoio e metallo. Se lei non si dovesse opporre, prenderebbe l'anello e, estratta la catenina, lo passerebbe all'interno del bracciale. "Quando la Luna più luminosa della tua vita sorgerà" e tenterebbe di allacciare bracciale e anello intorno al polso sinistro della femmina "ti chiederò di indossar questo anello e di legarti a me per sempre, innanzi al branco e alla Madre Luna". Richiuderebbe l'ancora lasciando brillare l'eccentrico ciondolo alla luce della torcia.

EDAVE (terme) E di nuovo un istante si contrae e si espande, diventa infinito come il tempo stesso e lo spazio si riduce a quel piccolo angolo di mondo che li circonda. Si dimentica ogni cosa la rossa e lo osserva con una espressione ansiosa prima che lui apra, ha scelto con molta attenzione il dono da farli, lo ha scelto in un attimo di istinto puro che ha guidato il suo sguardo e la sua mano a scegliere quel simbolo. Un viaggio, un viaggio la vita che non può essere percorso da soli ma nel quale ci si deve far accompagnare, guidare, nel quale bisogna lasciarsi prendere per mano e a propria volta stringere quella presa. Lo osserverebbe con gli occhi di una bambina e le parole che lui pronuncia le strappano un sorriso che poche volte si può vedere sul suo volto. NOn è un sorriso sguaiato ma nemmeno un sorriso freddo, è un sorriso di gioia che si infuoca nel suo petto. Sa benissimo come le mille parole per lui siano difficili da pronunciare, come le parole che lasciano le sue labbra siano state pensate a lungo una per una, sa con certezza che si sta imponendo uno sforzo notevole. Le accoglierebbe riversando su di lui un silenzio che è riempito da ciò che i suoi occhi gli stanno dicendo, da quella accettazione palese con la quale lascerà che lui ponga il pegno al suo polso con l'anello che dondola a memoria di un momento futuro *quando la luna più luminosa della mia vita sorgerà* direbbe riprendendo le parole che lui stesso ha usato mentre lega al suo polso quel bracciale chiudendolo con l'ancora e rimanendo con la mano ferma sulla sua *indosserò tutta la passione del mio cuore e lascerò che la mia anima si leghi alla tua dinanzi al branco e dinanzi alla madre luna e lascerò che la tua anima decida di camminare, di volare, di nuotare e di respirare assieme alla mia* non chiede cosa significhi, non interrompe quel momento con domande superflue *ho già legato il mio destino al tuo senza nemmeno rendermene conto, ho già permesso a me stessa di fermarmi* e toglierebbe la mano dal bracciale che ha legtal polso di lui sollevandola per posarla sulla barba incolta e carezzarla e quando la luna più luminosa sarà sorta e sarà giunto il momento io sarò pronta a rimanere al tuo fianco*. e lascerebbe che le ombre danzino sui loro volti generose *e questa sarà anche la tua casa, questo luogo ti accoglierà e sarà sempre il tuo porto sicuro*.

BLAZEN [ cantiere sanitarium, terme ] [ forma homid ] Il mondo è racchiuso tutto in quella sfera di luce che li avvolge, è una lingua di fiamma che narra la storia di ciò che ancora deve accadere. Uno spicchio di realtà che si infrange contro le pareti delle terme e preme per esplodere verso l'esterno. Si lascia cingere il polso sinistro con il bracciale, proprio nel punto in cui il grosso tatuaggio esala l'ultima nota di colore. Ascolta le sue parole ed insieme a loro la sicurezza che trasportano. Potrebbe morire in uno dei tanti scontri che si susseguono in queste lande, ma sapere di avere un futuro legato a lei, è qualcosa che gli darà un motivo in più per tornare a casa. Non sa cosa aggiungere, una serie di promesse, di raccomandazioni, di progetti sembrano affollargli la mente e si mescolano allo stesso ritmo dei riflessi rossastri che danzano sul soffitto. Al suo tocco, chinerebbe il capo a lato enfatizzando quella carezza, la mano sinistra, fasciata del pegno, tenterebbe di riappoggiarsi alla sua vita per poterla tirare appena verso di sé. Se lei non dovesse opporsi, lo spazio che separa i due corpi verrebbe bruciato. La mandritta libererebbe le labbra dalla pipa lasciando l'ultimo espiro di fumo librare nell'aria. Ciò che riempirebbe i suoi polmoni sarebbe soltanto il suo respiro e il suo profumo, la sensazione di voler sentire il suo corpo, le sue labbra. Avvicinerà il viso quel tanto da poter sfiorare la sua bocca, un sorriso comparirebbe quasi a volerle sfiorare "mi piace" Fa una pausa, "mi piaci". Aggiunge appoggiando le proprie labbra sulle sue per poter respirare di lei.

EDAVE (terme) Non serve aggungere nulla, non serve perchè ciò che doveva essere detto è stato detto, ciò che doveva trovare compimento è stato compiuto mentre si delinea all'orizzonte una nuova prospettiva che si apre enorme e piena di possibilità. Si lascia la nordica attrarre verso di lui si gode quel momento quasi estatico i cui il contatto diventa calore, in cui ogni cosa trova il suo posto mentre assaporerà il profumo della sua anima che esala lento dalle labbra che sfiorano le sue, che le sorridono addosso mentre i suoi occhi si solleveranno a cercare quelli del mannaro osservandolo con attenzione quasi potesse gettarvisi dentro e nuotare in quel mare nero senza mai soffocare. Sorride a sua volta, sorride sollevando anche l'altra mano e posandola sul lato opposto alla sorella lasciando che l'anello dondoli mentre lo accarezza *MI piace sapere che ti piace* gli mormorerebbe sollevandosi sulle punte dei piedi per accogliere le labbra del mannaro e gustarsi quel momento mentre gli occhi si chiudono ed è solo la sua pelle a percepirlo. Mille pensieri che si affollano in quella testa rossa ma che ora sono messi al bando, privi di senso e di consistenza innanzi a quella situazione che si dipana come un filo di arianna in un labirinto, un filo sa seguire ovunque per non perdersi mai rimanendo li lasciando che il suo naso si perda in quella barba nera, che il suo odore si dipinga tutto intorno a lei e dentro di lei mentre le mani stringono quel viso carezzandolo con dolcezza che poche volte si permette. E poi una domanda a bruciapelo *vuoi provare l'acqua di questo posto o hai paura di bagnarti il pelo lupo?* un sussurro e un sorriso contro le sue labbra rimanendo immobile come se staccarsi da lui potesse toglierle il respiro.

BLAZEN [ cantiere sanitarium, terme ] [ forma homid ] Le labbra ancora si allargano in un sorriso mentre sono in contatto con quelle di Edave "mi stai dicendo, in modo dolce e gentile, che ho bisogno di un bagno?". La bacerebbe ancora e questa volta ambo le mani andranno verso la propria camicia per poterla aprire. Armeggerà con i bottoni ed alcuni nella fretta salteranno cantando la loro agonia sul pavimento di pietra. Quando il torso brillerà alla luce della lanterna, sgancerebbe la cintura d'arme facendola crollare al suolo con un tonfo. Gli stivali verranno a turno strappati dai piedi e i pantaloni cederanno poco dopo. Non indossa più nulla se non il bracciale di Edave, non indossa più nulla se non i propri tatuaggi. La sua vita legata al proprio corpo. Senza imbarazzo alcuno, cercherà di slegarle la cintura d'arme improvvisata e, aiutandosi con la mano sinistra, tenterebbe di scostarle le spalline per far frusciare via la sua veste candida. Se il suo corpo nudo dovesse palesarsi alla luce della fiamma, lo ammirerà come si guardano le cose preziose, senza lussuria evidente, soltanto con la passione riservata alle donne importanti. Si rimette dritto e, si china leggermente in avanti per poter portare il braccio destro dietro le spalle della femmina e il sinistro dietro le sue ginocchia. Se lei lo permetterà senza opporsi, la isserebbe in braccio senza alcuno sforzo apparente [ potenza +3 ]. "Tu verrai con me" lascia cadere la pipa a terra che rilascia, dopo il tonfo, una manciata di brace ancora accesa. Dopo tre passi scavalca il bordo della vasca ed entra in acqua " mmh" mormora al brivido che gli percorre la schiena quando il fondo diviene più profondo, si ferma per poterla guardare negli occhi. Si accoscerà mettendosi seduto e lasciando la presa sul corpo della femmina in modo che possa adagiarsi come meglio crede.

EDAVE (terme) Sorriderebbe a sua volta lasciandosi baciare e lo osserverebbe armeggiare con i vestiti che cadono a terra con un tonfo leggero, non avrebbe nemmeno il tempo di un sospiro che si troverebbe li nuda vestita solo di quel crine rosso su cui le ombre della torcia danzano. NOn avrebbe nemmeno il tempo di respirare che si sentirebbe sollevare fra le sue braccia ma non vi sarebbe stupore e nemmeno ritrosia, sarebbe qualcosa di assolutamente naturale e normale, un gesto che pare ripetuto nel tempo e da tempo, che fonda le sue radici in un luogo lontano che non ha un nome *Ti hanno chiamato pulcioso riferendosi a te* gli direbbe mentre lui cammina *voglio solo assicurarmi che tu non presenti colonie di strani animaletti nascoste chissà dove e soprattutto* e gli darebbe un morsetto innocuo sul mento ma ben percepibile, *dopo aver visto come tu e Gwen avete ridotto la mia tenda e in che condizioni dormite mi preoccupavo che potessi essere malato* e una volta che fossero immersi nell'acqua e lui la lasciasse andare cercherebbe di rimanere a pancia in su e di darsi una spinta con le gambe per allontanarsi dal bordo aiutandosi con le mani e dopo essersi portata a 5 mt da lui immergendo la testa nell'acqua tiepida della sorgente per poi risalire *ho parlato con Gildor ieri sera, non so se tu sappia di chi si tratta, è un amico di vecchia data, lo conosco da anni, è il vicegovernatore di queste terre e fra le righe ha dato ad intendere di sapere che io avessi una passione per un pulcioso* e allungherebbe le braccia a fargli cenno di avvicinarsi posando i piedi sul fondo, se tocca lei figuriamoci lui *vieni qui*.

BLAZEN [ cantiere sanitarium, terme ] [ forma homid ] Quando l'acqua lambisce il corpo, lo rende lucido alla luce della torcia. Si appoggia con i gomiti sul bordo restando seduto sul fondo Gildor" mormora accennando un sorriso" sì, lo conosco molto bene e lui conosce me", ammette con nessun tipo di indugio "l'ho incontrato in alcune occasioni" . Accenna un mezzo sorriso come la domanda della femmina fosse fonte di divertimento "che voleva da te?" domanda mentre non può trattenere un pizzico di tensione. Al suo invito si alza in piedi e comincia a camminare verso di lei, è come un gigante che solca il mare senza mai poter annegare. Quando è giunto nei pressi della femmina, cercherebbe di poggiare il braccio destro dietro la sua schiena in modo da abbracciarla e tenerle la testa fuori dall'acqua, una sorta di mezzo abbraccio, lasciando il compito alla spinta del fluido di sorreggere metà del peso della femmina. "Per caso ieri notte hai rimesso a posto la tenda" domanda inarcando un sopracciglio "Gwendhelen era di una stranezza insolita come la sua parte mezza idiota fosse tenuta a bada da quella elfica". La fissa negli occhi e comincia a muoversi lentamente e, se lei si lascerà galleggiare, la tirerà dolcemente a sé per poterla abbracciare da dietro e rendere il proprio petto il suo appiglio sicuro.

EDAVE (terme) Lascerà che lui la afferri e si poserà a lui lasciandosi dondolare nell'acqua e allungando le mani verso dietro a carezzare le sue cosce *Conosco Gildor da secoli così come tutti i mercanti della guarnigione ed ero andata a cercarli per capire se l'epidemia li avesse raggiunti e poserebbe la testa sul suo petto sollevandola all'indietro per osservarlo *e ho trovato lui, ci siamo scolati una bottiglia* gli racconterebbe mostrandogli per un secondo la lingua *e parlato di molte cose fra cui il governo, i suoi ruoli e il fatto che lui abbia un affetto sull'isola e che quindi lo voglia preservare* lo farebbe anche lei per Blazen e capisce alla perfezione Gildor *e se posso dirtela tutta* e tornerebbe a riportare la testa in basso ma sarebbero le sue mai che ora si alzano insieme alle braccia per cercare di appendersi al collo di lui al contrario *quando mi ha detto che sa che ultimamente mi piacciono i pulciosi io ho avuto un dubbio su di lui e lo ho avuto anche per parole che mi ha detto dopo che mi hanno fatto pensare al branco di cui mi hai parlato..Blazen...è come te.* ma non sarebbe una domanda ma una affermazione la sua, ne ha la ferma convinzione *ma non dimi nulla perchè se la cosa ti mettesse in pericolo non me lo perdonerei mai* e la sua schiena carezzerebbe il suo petto mentre dondola in quell'acqua *io non ho messo apposto la tenda* e la sua voce risuonerebbe con un eco mentre scoppierebbe a ridere *ho insegnato a gwen a rimetterla in ordine e poi...si insomma...le sto insegnando a tenere a bada la sua follia....* e lo guarderebbe di sottecchi alzando di nuovo gli occhi a lui *lo sai che io non amo molto il disordine...*.

BLAZEN [ cantiere sanitarium, terme, vasca ] [ forma homid ] Nell’oscurità che li avvolge, tutto è silenzio. L’acqua culla con la propria voce tutto ciò che sfiora, il respiro della torcia si eleva verso l’alto e diviene colore. I corpi nudi si sfiorano carezzandosi ad ogni respiro. La guarda negli occhi quando lei si volta ed annuisce appena alle sue affermazioni. Poggerà la propria guancia contro la sua tempia e, fissando un punto imprecisato innanzi a sé, sospira … “ Gildor mi ha accolto nel branco” , inspira di nuovo “ … è l’alfa “… aggiunge lasciando che la propria voce accarezzi la pelle della femmina, un sussurro come se aspettasse una reazione. “ … vino “… solleva il capo verso l’alto … “ ora ci vorrebbe del vino “…chinerebbe il capo a lato per tentare di poggiare le proprie labbra sul collo della femmina e schioccarle un lento bacio. Lascerà che la fronte si appoggi alla sua tempia per liberare la bocca …” dovrà stare attento, sei riuscita ad addomesticare persino una piccola bestia come Gwendhelen … e non credo che tu l’abbia malmenata …” sogghigna divertito … “ non ne sei capace…non ancora “ aggiunge con un filo di voce …” ti addestrerò io…ti insegnerò tutto ciò che so su come uccidere … ma ti avviso… “ inspira profondamente gonfiando il petto a contatto con la sua schiena …. “ non sarà un maestro tanto tenero “ . Di nuovo tenterà di baciarle il collo lasciando scemare la voce nell’ombra che li circonda.

EDAVE (terme - cantiere sanitarium) Si lascia cullare nella dolcezza della sue braccia, si lascia dondolare in quella sensazione di protezione che mai ha provato nella sua vita, affida anima e corpo ad un uomo che uomo non è ma per il quale potrebbe morire. Lascia che la loro pelle si carezzi riabbassando la testa e portando entrambe le mani a incrociarsi innanzi al suo petto per prendere le sue mani e carezzarle stringendole con forza. Il silenzio li avvolge, li carezza, li avvolge. Socchiude le palpebre immergendosi nel suono della sua voce, lasciando che nutra la sua anima e quel sentimento che mai ha provato per nessuno e che ora rischia di sopraffarla. Ascolta ad occhi chiusi la nordica, le sue dita carezzano le mani grandi di Blazen, respira al ritmo del suo respiro, lascia che sia il suo corpo a farle da cuscino *Gildor è l'alpha..* ripeterebbe senza stupirsi *significa che guida il branco..* non può non pensare ai lupi immaginando il vecchio amico che corre guidandoli alla caccia *perchè dovrebbe stare attento a me?* una domanda riaprendo gli occhi e lasciando che lo sguardo vaghi in quell'ambiente meraviglioso che li circonda. Non è mai stata così felice come in quel momento *se lui è come te non deve temere una donna gracile come me* non vi è provocazione nella sua voce *Gwen è facile da addomesticare, è un cucciolo senza regole a cui serve solo tanto affetto e molte regole* risponderebbe lasciandosi baciare e volgendo il volto per lasciar scivolare le sue labbra a rubargli un bacio e poi osservandolo sollevando lo sguardo a lui *non dovrai avere pietà con me, te lo concedo ma sei l'unico che può permetterselo e perchè io non ne avrei* mormorerebbe *ricordatelo, non consento a nessuno altro di tentare di prendermi per il naso* gli direbbe cercando di volgersi del tutto verso di lui e slacciando le mani per posargli il braccio sinistro dietro la nuca e girare anche le gambe così da accoccolarsi posata a lui di fianco *Il branco mi accetterà? Io non sono come voi... non puoi passare il tempo a difendermi e per quanto io mi possa allenare non sarò mai alla vostra altezza* mormorerebbe ora sollevando il viso e la mano destra a posarsi sul suo mento e attirando la sua bocca per baciarlo e stavolta non solo con dolcezza quasi a sugellare ciò che la notte sta raccontando loro. Ha voglia del suo animo, del suo cuore, di lui e di passare il tempo in sua compagnia scoprendolo un passo alla volta senza ansia e senza fretta e senza dare troppo peso alle sue debolezze di passaggio.

BLAZEN [ cantiere sanitarium, terme, vasca ] [ forma homid ] E’ come la marea che trova pace solo sulla terra che ha scelto, s’infrange e si fonde ad ogni respiro. La sua pelle è spuma di mare, ribolle della brezza dell’abisso, concedendo il bianco sorriso al figlio della Luna. La ascolta e di nuovo le labbra si piegano in un sorriso, la respira, la vive, la percepisce come l’acqua sulla pelle. “ Gracile… ma con la mente più affilata di cento spade “. Allarga appena il braccio ridisegnando il proprio corpo in base ai suoi movimenti, le cinge la schiena con la mano e le dona una carezza sotto il velo d’acqua. Tutto brilla al ritmo delle torce, la pelle dei due corpi riflettono il loro sospiro e s’incatenano ancora una volta. “ Tempo al tempo … dovrò prima farti diventare una brava guerriera … e poi… “ sospira soffiando su di lei … “ il branco ha già grande stima di te “. Non dice molto e su questo argomento nasconde evidentemente qualcosa, tace e avvicina il viso al suo. La guarda alterando l’attenzione dai suoi occhi alle sue labbra, deglutisce e per un istante sembra che lo spazio tra le due bocche non possa mai colmarsi. E’ l’arrancare di un morente che si avvicina alla luce, quel bisogno atavico che porta l’anima a cercare il prezzo strappato durante l’incarnazione. Quando finalmente le labbra si incontreranno, non ci sarà spazio per altri pensieri, il mondo comincia e finisce nella sfera di luce che li ingloba, nel calore scambiato tra i due corpi e di quell’energia sconosciuta che li incatena l’uno all’altra. Saranno carezze sempre più eloquenti, la voglia di appartenersi sempre più profonda. Suono d’acqua, bocche che scambiano sospiri, corpi che si legano e si sciolgono nei flutti che li avvolgono.

COMMENTO
Quando l'amicizia ti attraversa il cuore lascia un'emozione che non andrà mai via. Grazie amico mio. [SM=g27836]





Edave
Rettore degli Ospitalieri di Avalon
Wendingo Mannari



L'opinione è un'idea che possedete voi mentre, la convinzione, è un'idea che possiede voi.




22/11/2014 02:25
 
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Penso che a questo punto ogni parola sia superflua, quindi mi limiterò ad un sentito... grazie. [SM=g27836]
25/11/2014 18:12
 
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Psycho

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