Meanwhile, in Barrington... [ EREBO & ALIAS]

Una semplice, brevissima giocata che valga come presa di coscienza della mia nuova situazione e come seconda puntata degli effetti collaterali della Panakea (la prima è questa)
Vi odio.

Posso ritenermi guarito?


FEHRER [Tempio -> Baia!] Un istante prima tossiva sangue, fra le pareti bianche del Tempio. Ora si ritrova, sapore metallico in bocca, a rotolare sulla rena, preda dello strappo che ha squarciato i due mondi e l'ha catapultato a Barrington. All'altezza dell'ombelico. Come se un gancio l'avesse trainato, acchiappandolo al lazzo, inducendolo a viaggiare a ritroso, lui che da poco era tornato ad Avalon. La caduta è talmente rovinosa che, impattando duramente sulle ultime conche d'acqua, stridono gli stralci di cuoio, là dove la schiena, e i fianchi, e le braccia e le gambe entrano in contatto violento con la sabbia. "Argggh!" L'ultimo balzo lo vede atterrare di stomaco, le mani ai lati del volto ad arraffare granelli umidi, tossendo per le percosse e per le ultime stille rossastre abbandonate dalle stesse labbra che avevano invaso. Ansima gonfiando e svuotando il petto, con foga, sul viso un'espressione a metà fra lo stupore e l'angoscia. Cos'è successo?! Perché la Dea l'ha ricacciato indietro?!

FEHRER [Tempio -> Baia!] Man mano che il respiro si fa regolare, e le membra pigliano coscienza del terreno sotto di loro, l'uomo dei ghiacci si muove debolmente, ansimando come una bestia ferita mentre prova a guadagnare la posizione su un fianco. Un'analisi accorta e misurata, nel viaggio del braccio destro che annaspa faticosamente oltre le spalle, gli consente di comprendere che la spada è ancora lì. Almeno questo! Prova ad estrarla senza gesta brusche, per impedirsi di venire dolorosamente a conoscenza di eventuali ossa rotte e, quando il corpo pare rispondere positivamente agli impulsi della testa, adagia la lama accanto a sé, inspirando ossigeno che brucia nei polmoni. "Merda." Bonjour, finesse. Lui non sa proprio che farsene, delle buone maniere o dell'educazione, e questo non è affatto il momento per scoprirsi dedito all'etichetta. Ci mette poco, alla malora la Panakea, il volto a riprendersi il suo ghigno ferale, ché l'euforia non è mica passata. Nossignori! Sbuffa. Seriamente scocciato. E, un attimo dopo, seriamente depresso. "Ma io... ho lasciato sull'Isola lo scudo e i vestiti puliti..." e un grande broncio sostituisce l'espressione divertita.

FEHRER [Tempio -> Baia!] Giunto alla consapevolezza che le braccia siano a posto, è tempo di saggiare il resto del corpo. Gambe in primis. E' per questo che il fu Ishtuk prova a piegare un ginocchio, che, prima di ricevere il peso del corpo mascolino, si muove un poco, a testare la consistenza della sabbia. "Allora, vediamo..." mormora ridacchiando, grattando la rena con una mano. "Ora mi invento un gioco. Un giochino carino. Che fa rima con piccino. Oh Cristo Iddio, era meglio morire..." Il ghigno. Poi il disagio. Poi la depressione. E così via, a rinnovare un circolo d'emozioni senza capo né coda, e senza inizio né fine. Sputa sangue - i suoi residui - e sabbia - per la maggiore - e solleva l'altro ginocchio, come se fosse in procinto di gattonare. "Il lato positivo? Vediamo... Il clima. Il clima assomiglia a quello dei miei natali. Poi..." dedica un'occhiata ai profili grezzi di Barrington, con una parvenza di lucidità, e si alza in piedi, pur se barcollante, recuperando la spada. Che si premurerà di usare come bastone. "C'è Gheof. Potrei scapocciarlo per trascorrere il tempo. E Reginald. Oh, Reginald!" Indurisce la mascella e prova a darsi un contegno, avanzando a tentoni verso la cittadella. "Maledizione, devo provare a capirci qualcosa..."

Vale come seguito del rituale non come role di guarigione