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ADA - Associazione Divinità Anonime (2° edizione)

Ultimo Aggiornamento: 18/03/2015 13:15
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Giudice***
18/03/2015 11:29
 
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Innanzi tutto, scusate se ci ho messo più di quanto avessi previsto, ma come ho detto nei messaggi precedenti, in questi ultimi tre mesi la mia casa si è trasformato in un lazzaretto: svegliarsi ogni notte ogni tre per due perché i piccoli stanno male, condito dal fatto di essere malata io stessa – e neanche a farlo apposta, in questo preciso momento in cui scrivo ho di nuovo un bel raffreddore coi controfiocchi ù.u – non mi ha di certo aiutato nella stesura di queste recensioni.

Sì, recensioni, perché nonostante come abbia fatto notare Melian avevo sufficiente materiale per stilare una classifica, ho preferito attenermi alla mia politica del “almeno cinque posizioni”. E sì, ci ho riflettuto parecchio se farla lo stesso.

Tengo anche a ringraziarvi per aver consegnato la vostra storia: ognuna di loro ha i suoi punti di forza e vi consiglio caldamente di leggervi e recensirvi a vicenda. Per quel che mi riguarda, quando gli impegni me lo permetteranno, verrò a bazzicare nei vostri profili :)



Detto questo, le recensioni sono qui postate in ordine di consegna, né più né meno.


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Post: 1.093
Giudice***
18/03/2015 11:31
 
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Aset di Melian

All’inizio, quando ho letto la location della storia, mi sono detta “e che cavolo c’entra Iside con Benevento?!”, ma poi, leggendo, non ho potuto fare a meno di apprezzare il come e il perché questa divinità egizia si trovasse proprio lì – tra l’altro uno dei miei più cari amici è proprio di Benevento e non ho potuto fare a meno di pensare a lui per tutta la lettura della storia. Per non parlare della tua scelta di utilizzare i nomi egizi sia per indicare la divinità, 
Aset, che la sua terra natia, Kemet. Soprattutto quest’ultima, ha una forza molto più profonda di quello che sembra, come a testimoniare che l’Egitto che conosciamo oggi non sia più la terra da lei amata, ma solo un’entità politica che occupa più o meno la medesima localizzazione geografica – cosa ancor più dolorosa se pensiamo a certi movimenti che desiderano distruggere le vestigia di quel glorioso passato.
Ho apprezzato molto l’aria moderna e arcaica che pervade il racconto, come con poche immagini il lettore veda scorrere davanti a sé il nastro del tempo, partendo dai tempi del mito fino ad arrivare alle cartomanti di una piccola rete televisiva locale, passando per le conquiste di Alessandro Magno, le vicende di Roma, l’Inquisizione e la vita nelle corti Rinascimentali. E ho apprezzato molto come tutto questo contribuisca a far evolvere Aset nella sua immutabile divinità: impara a sue spese che bisogna cambiare tutto per non cambiare. Aset non ha altra scelta, nel corso dei secoli, che nascondersi, usare una parte infinitesimale del suo potere e, forse proprio per questo, ne perde poco a poco.
Ho apprezzato molto anche come hai voluto riciclare le altre divinità del pantheon egizio: Bastet è un personaggio che ho adorato inSandman e vederla in versione veterinaria/gattare è un colpo di genio, come lo è Thot in versione geek – ce lo vedo proprio a lavorare per una società d’informatica – e poi Athor che vuole comprare Vogue… se non è un’emergenza questa! Ecco, questa è una cosa che mi piacerebbe tanto leggere! XD
Non voglio spendere parole su lessico e stile, perché penso si sia capito quanto apprezzi e approvi le tue scelte, adatte al contesto e al personaggio.
[Modificato da Delirious Rose 18/03/2015 11:40]


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Giudice***
18/03/2015 11:34
 
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Just a name di Alsha (Alshophie)

Questa storia è andata a toccare, 
en passant, delle corde dolorose – anche se forse questo non è proprio il termine esatto, ma è l’unico che mi viene in mente in questo momento. L’ho vista, Macha, in Afganistan o in Irak ad aspettare uno scoppio, una raffica di kalashnikov e approfittare di una morte, eroica o stupida o casuale che sia, di certo inevitabile. Forse proprio per questo mi sono sentita sollevata di vedere che non ti sei concentrata su di lei ma su Morrigan, che ha fatto una scelta di compromesso e facilità nell’impiegarsi come guardia notturna di un supermercato.
Mi è piaciuta molto la sua caratterizzazione, il suo “tenere i piedi per terra” e il suo cercare di adattarsi al mondo moderno, alle difficoltà che impone a una divinità del suo genere. Mi ha fatto sorridere il suo paragone fra una bistecca presa dal banco frigo e un soldato: che dire, ha proprio ragione, una mucca portata al macello contro il suo volere, dissanguata e frollata, non ha lo stesso sapore di un succulento e nerboruto guerriero che, lui, la morte se l’è andata a cercare consapevolmente e con cognizione di causa. Il flashback sul tentativo di rapina ha contribuito parecchio a mostrare il suo personaggio, il suo modo di agire e, soprattutto, permettere alla “povera” Morrigan di riprendere per un po’ il suo vero aspetto, quello terrificante, di approfittare della stupidità e/o la disperazione di un uomo per nutrirsi di carne umana –anche se penso che un piccolo criminale non abbia lo stesso sapore del già citato guerriero XD
Tuttavia, una cosa che non ho apprezzato molto, è il registro che hai scelto, dovuto anche alla scelta della prima persona che non amo molto usare. Troppo moderno, troppo colloquiale per una divinità antica: avrei potuto tollerarlo se si fosse limitato a quando parla con gli altri dipendenti del supermercato o alle prime battute scambiate con i rapinatori, per poi assumere una parlata più aulica e altisonante almeno dopo che ha assunto il suo vero aspetto. Dal tuo profilo ho visto che sei un’autrice giovane, quindi addito questa tua scelta all’inesperienza, per cui ti consiglierei di leggere molto e sperimentare altri stili narrativi, perché di base hai delle idee interessanti  e delle capacità che abbisognano di maturare per bene.


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Giudice***
18/03/2015 11:35
 
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Solas mo shúile di Mydream187

Questa storia ha un incipit davvero interessante: Lùg, il dio tutto-fare, che non riesce a superare un colloquio di lavoro al pari di un qualsivoglia comune mortale, un problema che ho vissuto personalmente e che purtroppo è la quotidianità di molte persone, soprattutto con la congettura attuale. Eppure, questa premessa che avrebbe potuto sfociare sia in un testo a carattere sociale – che si tratti di un essere umano o di una divinità decaduta, la vita di un disoccupato non è affatto facile – sia in un racconto tragicomico di carattere fantozziano – perché, diciamocelo, ce lo vedi un dio alle prese con un Direttore Megagalattico che si crede un dio in terra? – tanto potenziale che, “purtroppo”, non hai voluto o non hai saputo sfruttare.
Hai preferito la sicurezza di un cliché, quello dell’amore fra una divinità e un mortale e della loro progenie, facendo prendere all’intera storia una piega poco originale. L’incontro fortuito con la donna umana in questione, il Fato che fa girare le ruote in un certo senso… perfino l’incidente e le sue conseguenze hanno un qualcosa di visto e rivisto, cui si aggiunge il miele dell’intervento divino finale che mi ha fatto un po’ ripensare a un cliché bolliwoodiano – non chiedermi perché, ma ultimamente ho un po’ la fissa per il cinema indiano, forse è colpa della gallina. Ecco, forse se avessi giocato entrambe le carte combinandole – il dio tuttofare disoccupato e la famiglia umana con le sue problematiche – la storia avrebbe potuto brillare di luce propria, distinguersi dalle tante simili che si trovano in giro.
Ci sono alcune sbavature orto-grammaticali che saltano all’occhio anche in una lettura in diagonale e che avresti potuto limare aspettando un giorno o due prima di rileggere il testo e inviarlo. Inoltre ci sono un po’ troppi a capo per i miei gusti e sarebbe stato meglio separare graficamente i flashback, aggiungendoci un margine o trascrivendoli in corsivo, oppure introdurli con una formula apposita, perché così com’è adesso il lettore tende un po’ a perdere il filo della narrazione, sbatacchiato fra presente e passato.
E sì, posso assicurare te e Lùg che i figli ti fanno dimenticare tutte le tribolazioni, soprattutto quando sono piccoli: dopotutto loro ti vedono bella sempre e comunque. Almeno fino alla pubertà XD


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Post: 1.093
Giudice***
18/03/2015 11:37
 
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La via del male di Babs

Le storie su Cynthia sono sempre un po’ ostiche da seguire, e questa non è da meno – per fortuna ho già letto le precedenti parti della “serie”, cosa che di certo mi ha molto avvantaggiato nella comprensione dell’intero impianto narrativo. La confusione che permeava “Il racconto di Cynthia” e – in misura minore –“Lezioni di cucina”, si fa sentire ancora di più ne “La via del male”. Credo di averlo già detto, ma ripetere non nuoce in certi casi: la tua idea di base, seppur non proprio il massimo dell’originalità – dopotutto hai fatto presente fin dall’inizio quanto fosse mary-suesca la tua protagonista – presenta delle peculiarità e caratteristiche che le permetterebbero di avere un posto particolare e differenziarla da storie simili. Uno di questi è proprio il ruolo ricoperto da alcune divinità decadute.
Su Iside sai già quello che penso, la sua storia l’ho adorata e nella precedente versione del contest era quella che aveva meglio centrato la consegna. Forse proprio questo ha influenzato il mio atteggiamento nei confronti di questa storia: avevo delle aspettative e non posso negare di essere rimasta un pochino delusa questa volta. Come ne “Lezione di cucina”, mi aspettavo di vedere un po’ di più la quotidianità di Seth e mi sarebbe piaciuto che tu avessi dato più spazio alle attività underground di Seth perché, diciamocelo, avere l’antica divinità egizia del Caos a capo di un cartello criminale è un’ottima idea che sono curiosa di vedere sviluppata. Non che il trattare della sua lotta millenaria contro Osiride e Horus sia stato sbagliato, anzi, è interessante vedere come cerchi di farsi passare per lo zio burbero ma che in fondo tiene al nipote con lo scopo di attuare la sua atavica vendetta, ma avrebbe dovuto essere appunto più inserita all’interno delle altre attività.
Mi è piaciuto molto il personaggio di Paulo, il collaboratore-sosia di Seth, e forse figura con cui si potrebbe costruire un parallelo con gli antichi sacerdoti che si occupavano del culto del dio: non chiedermi perché, ma ho avuto l’impressione che fosse sottintesa una relazione Slash fra lui e Seth, cosa che aggiunge un tocco di originalità se voluta, anche alla luce del tentativo di Seth di umiliare Horus davanti alle altre divinità con un rapporto omosessuale – episodio che non conoscevo e che ho scoperto proprio grazie alla tua storia, in quanto il rapporto che la società dell’Antico Egitto aveva con l’omosessualità è dubbio. E se proprio questo era ciò che avevi supposto per loro, è un peccato non averlo approfondito, ma se mi sbaglio allora dimentica pure quello che ho appena scritto.
Per quanto riguarda lo stile e il lessico, resti fedele a te stessa e devo ammettere che, questa volta, le espressioni confidenziali sono meno presenti e per lo più limitate ai dialoghi – Paulo e il suo “capo” con cui si rivolge a Seth: non molto consono a un dio, ma rende bene l’idea di come si sia adattato al suo ruolo di padrino. Forse quello che ha giocato a tuo svantaggio è il non aver avuto subito la “scintilla” per Seth come per Iside e “Lezioni di cucina”, e che tu ti sia forzata più del previsto per poter consegnare la storia per tempo: forse, se avessi avuto a tua disposizione più tempo e un animo più sereno, la storia sarebbe più fluida e fruibile.
E adesso voglio proprio leggere la parte sul “giovane” Horus e le sue crisi adolescenziali!


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Post: 1.907
18/03/2015 12:28
 
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Re:

Delirious Rose, 18/03/2015 11:31:

Aset di Melian

All’inizio, quando ho letto la location della storia, mi sono detta “e che cavolo c’entra Iside con Benevento?!”, ma poi, leggendo, non ho potuto fare a meno di apprezzare il come e il perché questa divinità egizia si trovasse proprio lì – tra l’altro uno dei miei più cari amici è proprio di Benevento e non ho potuto fare a meno di pensare a lui per tutta la lettura della storia. Per non parlare della tua scelta di utilizzare i nomi egizi sia per indicare la divinità, 
Aset, che la sua terra natia, Kemet. Soprattutto quest’ultima, ha una forza molto più profonda di quello che sembra, come a testimoniare che l’Egitto che conosciamo oggi non sia più la terra da lei amata, ma solo un’entità politica che occupa più o meno la medesima localizzazione geografica – cosa ancor più dolorosa se pensiamo a certi movimenti che desiderano distruggere le vestigia di quel glorioso passato.
Ho apprezzato molto l’aria moderna e arcaica che pervade il racconto, come con poche immagini il lettore veda scorrere davanti a sé il nastro del tempo, partendo dai tempi del mito fino ad arrivare alle cartomanti di una piccola rete televisiva locale, passando per le conquiste di Alessandro Magno, le vicende di Roma, l’Inquisizione e la vita nelle corti Rinascimentali. E ho apprezzato molto come tutto questo contribuisca a far evolvere Aset nella sua immutabile divinità: impara a sue spese che bisogna cambiare tutto per non cambiare. Aset non ha altra scelta, nel corso dei secoli, che nascondersi, usare una parte infinitesimale del suo potere e, forse proprio per questo, ne perde poco a poco.
Ho apprezzato molto anche come hai voluto riciclare le altre divinità del pantheon egizio: Bastet è un personaggio che ho adorato inSandman e vederla in versione veterinaria/gattare è un colpo di genio, come lo è Thot in versione geek – ce lo vedo proprio a lavorare per una società d’informatica – e poi Athor che vuole comprare Vogue… se non è un’emergenza questa! Ecco, questa è una cosa che mi piacerebbe tanto leggere! XD
Non voglio spendere parole su lessico e stile, perché penso si sia capito quanto apprezzi e approvi le tue scelte, adatte al contesto e al personaggio.





Ciao!

Che sorpresa leggere i risultati! *_*

Sono lusingata da questa valutazione e sono davvero felice che la storia ti sia piaciuta e, spero, ti abbia in qualche modo lasciato una nota dolce-amara, a metà tra malinconia e divertimento, così come l'ha lasciata a me. Non pensavo di creare una storia con molte pretese, ma ammetto che giocare sulle divinità e i loro destini in questa "What if?" mi ha catapultata in una piccola avventura.

Il fatto che tu abbia colto queste sfumature mi rende una donnina contenta, perchè è sempre bello quando si riesce a lasciare qualcosa al lettore. L'idea di Benevento mi è venuta perchè... non lo so, è stata una scelta naturale. C'era un collegamento evidente e goloso tra Egitto e Campania e, siccome la Campania è la mia terra, non ho potuto rinunciarci. Mi piaceva questa evoluzione, questa nuova collocazione di Iside, in ragione del cambiamento dell'Egitto, come hai giustamente scritto tu.

Per le "nuove destinazioni d'uso" delle varie divinità, ammetto, mi sono sbizzarrita a cercare le spiegazioni e i rimandi più divertenti, ma anche logici.

Insomma, che dire? Grazie, grazie mille, sia per la puntualità del tuo commento, sia per aver portato a termine il contest, pure se con un po' di problemi personali alle spalle. Grazie anche per avermi già lasciato tutto su EFP! *_*

Non so che altro dire... XD


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Post: 4.772
18/03/2015 13:15
 
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Re:
Delirious Rose, 18/03/2015 11:37:

La via del male di Babs

Le storie su Cynthia sono sempre un po’ ostiche da seguire, e questa non è da meno – per fortuna ho già letto le precedenti parti della “serie”, cosa che di certo mi ha molto avvantaggiato nella comprensione dell’intero impianto narrativo. La confusione che permeava “Il racconto di Cynthia” e – in misura minore –“Lezioni di cucina”, si fa sentire ancora di più ne “La via del male”. Credo di averlo già detto, ma ripetere non nuoce in certi casi: la tua idea di base, seppur non proprio il massimo dell’originalità – dopotutto hai fatto presente fin dall’inizio quanto fosse mary-suesca la tua protagonista – presenta delle peculiarità e caratteristiche che le permetterebbero di avere un posto particolare e differenziarla da storie simili. Uno di questi è proprio il ruolo ricoperto da alcune divinità decadute.
Su Iside sai già quello che penso, la sua storia l’ho adorata e nella precedente versione del contest era quella che aveva meglio centrato la consegna. Forse proprio questo ha influenzato il mio atteggiamento nei confronti di questa storia: avevo delle aspettative e non posso negare di essere rimasta un pochino delusa questa volta. Come ne “Lezione di cucina”, mi aspettavo di vedere un po’ di più la quotidianità di Seth e mi sarebbe piaciuto che tu avessi dato più spazio alle attività underground di Seth perché, diciamocelo, avere l’antica divinità egizia del Caos a capo di un cartello criminale è un’ottima idea che sono curiosa di vedere sviluppata. Non che il trattare della sua lotta millenaria contro Osiride e Horus sia stato sbagliato, anzi, è interessante vedere come cerchi di farsi passare per lo zio burbero ma che in fondo tiene al nipote con lo scopo di attuare la sua atavica vendetta, ma avrebbe dovuto essere appunto più inserita all’interno delle altre attività.
Mi è piaciuto molto il personaggio di Paulo, il collaboratore-sosia di Seth, e forse figura con cui si potrebbe costruire un parallelo con gli antichi sacerdoti che si occupavano del culto del dio: non chiedermi perché, ma ho avuto l’impressione che fosse sottintesa una relazione Slash fra lui e Seth, cosa che aggiunge un tocco di originalità se voluta, anche alla luce del tentativo di Seth di umiliare Horus davanti alle altre divinità con un rapporto omosessuale – episodio che non conoscevo e che ho scoperto proprio grazie alla tua storia, in quanto il rapporto che la società dell’Antico Egitto aveva con l’omosessualità è dubbio. E se proprio questo era ciò che avevi supposto per loro, è un peccato non averlo approfondito, ma se mi sbaglio allora dimentica pure quello che ho appena scritto.
Per quanto riguarda lo stile e il lessico, resti fedele a te stessa e devo ammettere che, questa volta, le espressioni confidenziali sono meno presenti e per lo più limitate ai dialoghi – Paulo e il suo “capo” con cui si rivolge a Seth: non molto consono a un dio, ma rende bene l’idea di come si sia adattato al suo ruolo di padrino. Forse quello che ha giocato a tuo svantaggio è il non aver avuto subito la “scintilla” per Seth come per Iside e “Lezioni di cucina”, e che tu ti sia forzata più del previsto per poter consegnare la storia per tempo: forse, se avessi avuto a tua disposizione più tempo e un animo più sereno, la storia sarebbe più fluida e fruibile.
E adesso voglio proprio leggere la parte sul “giovane” Horus e le sue crisi adolescenziali!



Beh, ammetto che questa storia è stata un vero parto, e non mi stupisco che non ti abbia convinta, visto che per prima non convinceva nemmeno me stessa. Mi dispiace non aver approfondito la quotidianità di Seth, probabilmente non sapevo come rendere l'idea che avevo in testa.
Per quanto riguarda un'eventuale storia slash fra Seth e Paulo, ammetto che non ci avevo pensato, e dire che è la coppia che preferisco. E ammetto che non conoscevo neppure io l'episodio che dici della tentata violenza di Seth su Horus, io pensavo semplicemente a una vendetta più decisiva, la sua eliminazione fisica (ti ricordo che in questo mndo che ho creato solo la morte cruenta può farli soccombere).
Espletate queste formalità, mi chiedevo se farai la terza edizione. Ho un'idea particolare su Horus e se dovessi aprire il contest segnami direttamente o avvisami su ffz.
Grazie di tutto.

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